Archivi giornalieri: 19 marzo 2013

Informazioni

 

Da numerosi interlocutori mi sono state richieste informazioni circa il Decreto interministeriale previsto dalcomma 232 della legge di stabilità e il Regolamento previsto dal comma 18 dell’articolo 24 del DL n. 201/2011.
 
Per quanto riguarda il Decreto interministeriale previsto dal comma 232 della legge di stabilità, con il quale dovrebbe essere risolto favorevolmente anche il problema degli “esodati” e dei “prosecutori volontari” che si sono rioccupati, il Ministro del lavoro, con un comunicato stampa dell’8 marzo 2013, ha informato che “ha definito, d’intesa con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il terzo decreto in favore dei lavoratori salvaguardati” e che “come peraltro previsto dalla norma della Legge di stabilità, è stato inviato alla Camera dei Deputati e al Senato per l’esame da parte delle competenti commissioni parlamentari“.
Occorre attendere la ricostituzione delle Commissioni permanenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica (componenti, Presidente, Vice Presidenti e segretari) affinché il Decreto interministeriale venga esaminato dalle Commissioni competenti in modo che successivamente, tenendo conto delle eventuali osservazioni delle Commissioni parlamentari, venga definito il testo per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
 
Per quanto riguarda il Regolamento previsto dal comma 18 dell’articolo 24 del DL n. 201/2011, il testo, approvato dal Consiglio dei ministri il 30 ottobre 2012, ha ricevuto il parere favorevole del Consiglio di Stato con alcune osservazioni e proposte di modifica.
Dalla lettura dell’esame svolto dal Consiglio di Stato si evincono anche i nuovi requisiti che entreranno in vigore con effetto dal 1° gennaio 2013.
Il Regolamento è stato inviato alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica per l’esame da parte delle Commissioni competenti.
Anche in questo caso occorre attendere la ricostituzione delle Commissioni permanenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica (componenti, Presidente, Vice Presidenti e segretari) affinché il Regolamento venga esaminato dalle Commissioni competenti in modo che successivamente, tenendo conto delle eventuali osservazioni delle Commissioni parlamentari, venga definito il testo per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
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Colgo l’occasione per invitarvi a leggere un articolo di Carla Cantone
Segretario generale del Sindacato Pensionati Italiani SPI-CGIL.

INPS: circolari e messaggi

 


Gentile Cliente, 
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni >INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

 

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 4623 del 15-03-2013
  Contenuto:  Pubblicazione delle tabelle delle aliquote contributive in vigore dal 1 gennaio 2013 per soggetti Uniemens e per Aziende agricole.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 4560 del 14-03-2013
  Contenuto:  Fondo speciale per il sostegno del reddito e dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale del settore del trasporto aereo. Istruzioni per la gestione amministrativa delle domande per il finanziamento di programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale. Istruzioni per la compilazione del flusso Uniemens per il conguaglio delle relative somme da parte delle aziende.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Circolare numero numero 40 del 14-03-2013
  Contenuto:  Articolo 4, comma 24, lettera a) Legge 28 giugno 2012 n. 92 ?Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita?: diritto del padre al congedo obbligatorio e al congedo facoltativo, alternativo al congedo di maternità della madre.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Circolare numero numero 39 del 14-03-2013
  Contenuto:  Valorizzazione dei periodi di aspettativa per nomina ad assessore regionale.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Circolare numero numero 38 del 14-03-2013
  Contenuto:  Articolo 2, commi 51-56 della Legge 28 giugno 2012, n. 92.Indennità ai collaboratori coordinati e continuativi a progetto.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Circolare numero numero 37 del 14-03-2013
  Contenuto:  Circolare n. 142 del 18 dicembre 2012 ?Art.2 Legge 28 giugno 2012 n. 92 – Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita – Indennità di disoccupazione ASpI e mini?ASpI?. Modifiche ed integrazioni introdotte dalla legge 24 dicembre 2012, n. 228 (Legge di stabilità 2013). Istruzioni contabili.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Circolare numero numero 36 del 14-03-2013
  Contenuto:  Articolo 3, comma 17 della Legge 28 giugno 2012, n. 92.Indennità di disoccupazione ASpI ai lavoratori sospesi. Istruzioni contabili. Variazioni al piano dei conti.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 4428 del 13-03-2013
  Contenuto:  Integrazione alla Circolare n. 32/2013- Richiesta del CUD tramite posta elettronica ordinaria- Rilascio del CUD da parte dei professionisti abilitati all?assistenza fiscale.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 4367 del 12-03-2013
  Contenuto:  Avvio attività termale 2013. Trasmissione elenchi strutture convenzionate.
Tipologia:  MESSAGGIO

Lo staff di NewsLetter Hermes

“Codice a barre” su Rai 3

L’Inca domani a “Codice a barre” su Rai 3

Inps, la nuova modalità della consegna del Cud online sta creando molte difficoltà per i pensionati.

Questo il tema della puntata di Codice a Barre in onda martedì 19 marzo su Rai3 alle 11.00.

Insieme con la conduttrice Elsa Di Gati, interverranno Gabriele Uselli, direttore centrale pensioni dell”Inps; Gianfranco Polillo, sottosegretario al Ministero dell”Economia e delle Finanze e Luigina De Santis, del Collegio di Presidenza Inca Cgil.

Istat

Istat – Divario uomo-donna è al 22%

La crisi economica ha colpito, in percentuale, soprattutto il lavoro maschile, ma il divario fra uomini e donne rimane, in Italia, comunque molto alto (22%), soprattutto se confrontato con gli altri paesi dell’Unione Europea. E’ quello che emerge dalla relazione di Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, che a Bologna ha partecipato alla celebrazione del consiglio comunale della Giornata della Donna, con una relazione particolarmente incentrata sui temi dell’economia e del lavoro.

La scarsa presenza di donne nel mercato del lavoro e’ dovuta anche ad una ”sottovalutazione del ruolo che le donne possono svolgere soprattutto in un’economia sempre piu’ basata sull’interazione. Sappiamo che le donne sono molto piu’ predisposte al multitasking e a lavori di carattere orizzontale, proprio quelli che più servirebbero in una società terziarizzata: ci sono ancora dei pregiudizi molto forti”.   

”Ormai le donne – ha detto Giovannini – hanno fatto il sorpasso in termini di presenza nelle scuole, nelle universita’, fra i laureati, ma poi quando si passa al mercato del lavoro sono ancora molto penalizzate e hanno ancora grosse difficolta’ a trovare lavori adeguati alla propria formazione. Questo le spinge in una situazione di marginalità e non è un bene, nè
per le donne, nè per il paese. In questo momento di crisi e recessione c’è poi un mercato del lavoro che non cresce e quindi non c’è dinamicità”.

Crisi

Crisi: Istat, nel 2012 diminuiscono le ore lavorate per dipendente

Diminuisce il tempo passato in fabbrica, in ufficio o al negozio: le ore lavorate per dipendente, nell’industria e nei servizi, scendono nella media del 2012 dell’1,5% sull’anno precedente, il ribasso più forte dal 2009, ovvero da tre anni. Lo rileva l’Istat diffondendo i dati al netto degli effetti di calendario.

L’Istituto di statistica così torna a segnare una riduzione dopo due anni positivi. Anche l’ultimo trimestre dell’anno è risultato in discesa, con una flessione dell’1,9 su base annua. 

In particolare, nell’industria le ore mostrano una riduzione tendenziale del 2,0%, con cali dell’1,7% nell’industria in senso stretto e del 2,7% nel settore delle costruzioni. 

Nei servizi, sempre al netto degli effetti di calendario, le ore diminuiscono dell’1,6%. La riduzione più marcata si registra nel comparto del commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli (-2,9%). 

L’aumento più ampio delle ore è quello segnato dai servizi d’informazione e comunicazione (+1,3%). Quanto all’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 42,1 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento rispetto al quarto trimestre 2011 di 11,7 ore ogni mille. 

Invece diminuisce il peso delle ore di straordinario, che è pari al 3,6% delle ore lavorate, in ribasso di 0,2 punti percentuali  a confronto con l’ultimo trimestre del 2011.

(ANSA)

Amianto

L’amianto è killer anche per il fegato

Uno studio dell’Università di Bologna individua, per la prima volta, una correlazione tra amianto (primo responsabile del famigerato mesotelioma, un tumore ai polmoni) e un tipo di tumore al fegato, il colangiocarcinoma.

Un team guidato da Giovanni Brandi, docente di Oncologia medica al Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale, in collaborazione con la Medicina del Lavoro dell’Università di Bologna, ha studiato 155 casi di questa neoplasia presso il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi nel periodo 2006-2010. Da queste osservazioni si è riscontrato un aumentato rischio di contrarre la malattia fra chi aveva svolto lavori che
comportavano un’esposizione all’amianto (ad esempio lavoratori portuali, manovali edili, carpentieri, addetti alle fornaci), rispetto a coloro che non erano venuti a contatto, professionalmente, con questa sostanza.

Nonostante il colangiocarcinoma sia una forma tumorale relativamente rara (circa 3,5 casi ogni 100.000 abitanti per anno in Italia), si contraddistingue però per un elevato indice di mortalità. Negli ultimi trent’anni le statistiche hanno
confermato un preoccupante aumento dei casi di questo tumore in Occidente, soprattutto a carico di maschi anziani. Un incremento che non può essere spiegato con le cause note della malattia: calcolosi delle vie biliari, patologie congenite, epatiti virali, infezioni da parassiti, steatosi epatica e cirrosi. I
ricercatori bolognesi hanno perciò rivolto l’attenzione altrove e si sono concentrati sull’analisi degli ambienti di lavoro.

L’ipotesi, confermata per la prima volta da questa ricerca, è che le vittime abbiano subito una contaminazione da amianto, materiale largamente utilizzato per decenni, per le sue proprietà ignifughe, in edilizia, cantieristica e meccanica, fino alla sua messa al bando, in Italia, nel 1992.

L’ipotesi di una possibile associazione tra amianto e rischio di colangiocarcinoma fu formulata già all’inizio degli anni ’80, nonostante ciò finora la letteratura medica ha ignorato l’analisi del rischio causato da questa esposizione. Lo studio bolognese, ora pubblicato sulla rivista americana ‘Cancer Causes
and Control’, colma per la prima volta questa lacuna. Il team dell’Universita’ di Bologna ha attualmente in corso altri studi per approfondire le conoscenze sul tema e per individuare altre patologie, fino a questo momento non associate al pericoloso minerale.

”Nonostante l’amianto sia stato bandito da vent’anni
– osserva Brandi – le patologie ad esso collegate, purtroppo, rischiano di essere più un problema del futuro che non del passato, perchè la malattia si sviluppa in un arco dai 20 ai 40 anni dalla prima esposizione e quindi il picco epidemico potrebbe non essere ancora stato raggiunto”.

L’Europarlamento contro l’amianto

L’Europarlamento contro l’amianto: “Smaltimento definitivo entro il 2028”

Nella sessione plenaria di Strasburgo, approvata a larga maggioranza una risoluzione che propone di adottare una strategia comune per l’eliminazione totale della fibra killer, ancora presente in un gran numero di edifici, macchinari, tubature, treni e navi del continente. 

A pochi giorni dalla contaminazione da amianto che ha portato alla chiusura di uno degli edifici che compongono la sua sede di Strasburgo, il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria, ha approvato a larga maggioranza – 558 i voti a favore e solo 51 quelli contrari – una risoluzione che chiede una strategia continentale per lo smaltimento definitivo della fibra killer, ancora presente in un gran numero di tubature dell’acqua, treni, navi, macchinari e soprattutto edifici, fissando al 2028 la scadenza per il suo completamento.
 
“Assicurare la formazione degli addetti alla rimozione”. La risoluzione si articola in una serie di proposte che comprendono l’introduzione di un registro pubblico degli edifici degli Stati membri contenenti amianto, il sostegno alle associazioni delle vittime, la necessità di definire una tabella di marcia degli interventi e la garanzia che gli ispettori che operano sul campo siano dotati di attrezzature di protezione adeguate e che gli addetti alla rimozione siano sufficientemente qualificati. “Le ultime generazioni di lavoratori – ha spiegato a questo proposito l’europarlamentare Stephen Hughes, relatore della proposta approvata oggi – non sono necessariamente consapevoli dei pericoli che corrono. Perciò sollecitiamo la Commissione a presentare una direttiva specifica che assicuri che il personale addetto alla rimozione riceva una formazione adeguata”.
 
“In tutto il mondo ancora milioni di strutture da bonificare”. “Molte persone – ha aggiunto Hughes – sono convinte che ci siamo definitivamente sbarazzati dell’amianto negli anni Novanta, quando sono stati dimostrati i suoi effetti dannosi per la salute umana. Nonostante la messa al bando estesa a tutta l’Europa nel 1999, però, nel nostro continente e nel resto del mondo ci sono ancora milioni di edifici, uffici, navi e tubature che contengono amianto. Sembra incredibile, ma perfino la sede di questo parlamento contiene ancora amianto, che la settimana scorsa ha provocato un po’ di paura. Grazie all’ampia maggioranza che ha sostenuto la mia relazione, abbiamo mandato un forte messaggio alla Commissione europea, che ora deve agire”.
 
“Nell’Ue più di 300mila morti per mesotelioma entro il 2030”. Citando le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la risoluzione ricorda che “il numero di casi di malattie legate all’amianto registrati ogni anno nella sola Unione europea è compreso tra i 20mila e i 30mila” e che “nell’Ue più di 300mila cittadini moriranno di mesotelioma entro il 2030”, e deplora “la mancanza di informazioni fornite da numerosi Stati membri, che impedisce una previsione affidabile della mortalita per mesotelioma” nel continente.
 
“Un approccio comune per il riconoscimento delle malattie”. Da qui la necessità di “garantire che tutti i casi di asbestosi, mesotelioma e malattie collegate siano registrati per mezzo di una raccolta sistematica di dati sulle malattie professionali e non professionali legate all’amianto” e l’invito rivolto agli enti assicurativi e di risarcimento “ad adottare un approccio comune per il riconoscimento e il risarcimento delle malattie professionali legate all’amianto”, attraverso procedure “semplificate e facilitate”, tenendo conto del fatto che, “a causa di periodi di latenza particolarmente lunghi, spesso le vittime dell’amianto non sono in grado di dimostrare il nesso di causalità tra la malattia e l’esposizione professionale all’amianto”.
 
“Le discariche sono solo una soluzione provvisoria”. Il testo approvato dal Parlamento europeo affronta anche il problema della gestione dei rifiuti di amianto, sottolineando che il loro conferimento in discarica non rappresenta il sistema più sicuro per eliminare definitivamente il rilascio della fibra killer nell’ambiente e, in particolare, nelle acque di falda e nell’aria. “La realizzazione di discariche di rifiuti di amianto – si legge nel documento – è una soluzione solo provvisoria del problema, che cosi viene lasciato alle future generazioni, essendo la fibra di amianto pressoché indistruttibile nel tempo”. Alla Commissione europea si chiede, perciò, di “promuovere in tutto il territorio dell’Unione la realizzazione di centri di trattamento e inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, prevedendo la graduale cessazione di ogni conferimento in discarica di questi rifiuti”.
 
“Promuovere la messa al bando in tutto il mondo”. L’ultima parte della risoluzione estende la prospettiva oltre i confini continentali, auspicando l’adozione di strategie per un divieto globale relativo all’amianto. Il parlamento di Strasburgo “condanna gli investimenti finanziari europei nelle industrie mondiali dell’amianto” e invita l’Ue “a collaborare con l’Oms, i Paesi terzi e altri organismi internazionali per promuovere in tutto il mondo livelli elevati di salute e di sicurezza sul lavoro” e “a esercitare pressioni diplomatiche e finanziarie sui Paesi esportatori di amianto affinché chiudano le industrie estrattive e pongano fine alla pratica illegale e immorale dell’esportazione delle navi contenenti amianto giunte al termine del loro ciclo di vita”.

INAIL Puglia

Inail Puglia – Controllate 3.694 aziende, l’88,5% irregolari

Nel 2012 in Puglia l’88,5% delle aziende sottoposte ad accertamento ispettivo da parte dell’Inail sono risultate irregolari (1.163 su un totale di 1.314); l’attività ispettiva ha permesso di regolarizzare 3.694 lavoratori, 205 dei quali erano completamente “in nero”, e 196 in qualità di “altri soggetti”, cioè collaboratori famigliari e soci. Le cifre dell’attività di vigilanza assicurativa svolta l’anno scorso sono state rese note dall’Inail Puglia. 

I controlli consentiranno di recuperare come “premi” poco meno di cinque milioni di euro.

P.A.

P.A- Cgil, proposta Aran inadeguata

La Cgil chiede il rinnovo dei contratti a termine in scadenza nella pubblica amministrazione e un accordo quadro per la stabilizzazione dei lavoratori precari.

E’ quanto si legge in una nota del segretario confederale della Cgil Nicola Nicolosi dopo l’incontro avuto con l’Aran. Secondo Nicolosi il testo presentato dall’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego è ”lacunoso” e ”non affronta in modo adeguato i problemi sollevati dai sindacati”.
Se non ci saranno risposte adeguate il sindacato si è detto pronto alla mobilitazione.

“E’ necessario – si legge nella nota – affrontare in tempi rapidi il tema del rinnovo dei contratti a tempo determinato in essere (oltre 80.000), in scadenza entro il 31 luglio.  Occorre una norma che consenta il rinnovo per un arco di tempo almeno pari a quello consentito dai rispettivi contratti, in modo da arrivare al momento in cui si riavvieranno le assunzioni nel
pubblico impiego, attualmente bloccate”. 

Secondo la Cgil ci vuole un accordo quadro che non sia limitato al tempo determinato ma che punti a una regolazione di tutte le forme di lavoro flessibile nel pubblico impiego (che rappresentano i 2/3 dei 240.000 precari censiti, esclusa la Scuola), ”così come prevedeva l’accordo con il Governo del 3/5/2012.  Poichè è evidente che l’Atto di indirizzo non comprende alcun mandato all’Aran a trattare su questo tema, la Cgil chiede di sollevare tale questione con il Governo, e di modificare il mandato in modo da consentire un confronto a tutto campo sul tema della precarietà, che conduca ad un accordo quadro di carattere generale”.

”Il confronto proseguirà – conclude la nota –  ma è chiaro che senza un’inversione di tendenza sul mandato il negoziato si presenta estremamente difficile. Ribadiamo che la nostra priorità sarà un accordo specifico sul rinnovo dei contratti in scadenza. In assenza di risposte urgenti e concrete, la Cgil avvierà tutte le forme di mobilitazione necessarie”.

Licenziato

Torna al lavoro dopo una grave malattia. Licenziato

Per un anno ha combattuto contro una grave malattia, riuscendo a sconfiggerla, e oggi era pronto a tornare a lavoro. Un lavoro che invece rischia di aver perso per sempre: 9 giorni fa ha superato i termini di assenza previsti dal contratto e l’azienda lo ha licenziato.

E’ quanto denunciano Fit Cisl, Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl dell’ aeroporto Vespucci di Firenze, che chiedono all’azienda di revocare il licenziamento. I sindacati non discutono il fatto che l’impresa abbia il diritto di licenziare il lavoratore, che era assunto a tempo indeterminato, ma “è in discussione l’umanità di un simile provvedimento nei confronti di un lavoratore che ha lottato contro una grave patologia” per un anno.

L’azienda in questione, la Giacchieri, “ha anche affidato il lavoro ad un’altra ditta, la Servizi Integrati – scrivono i sindacati -, con il passaggio di tutti i dipendenti alla nuova ditta. Tutti tranne quello malato che così supera l’anno di assenza (in caso di passaggio il periodo si sarebbe azzerato) e viene licenziato. Oltretutto sarebbe bastato metterlo in aspettativa non retribuita e, per soli 9 giorni, avrebbe conservato il suo lavoro”.

Cig

Cgil – In 2 mesi 490.000 in Cig

In due mesi le ore di cassa integrazione autorizzate alle aziende sono state 168 milioni con un aumento del 22,71% sullo stesso periodo del 2012. La Cgil
segnala come a partire da gennaio del 2009 e fino ad oggi, le ore di cassa integrazione autorizzate siano state stabilmente intorno agli 80 milioni per mese.

”Prosegue senza sosta – afferma il segretario confederale Elena Lattuada – il deperimento del tessuto produttivo e il progressivo processo di deindustrializzazione del paese. Centinaia di migliaia di lavoratori si trovano in una condizione di grandissima sofferenza, acuita dalle complicazioni e dai mancati pagamenti della cassa integrazione in deroga che vanno assolutamente risolti e superati. I numeri dimostrano che la priorità da affrontare, l’emergenza alla quale dare risposta, è sempre e il lavoro. Il Parlamento e il prossimo governo devono, in fretta, dare priorità assoluta al tema dellacrescita e del lavoro, anche con interventi straordinari altrimenti il conflitto sociale e i livelli di povertà diventeranno entrambi insostenibili”.

Nel primo bimestre di quest’anno, rispetto allo stesso
periodo dello scorso, mentre sono cresciute la cassa ordinaria e straordinaria, è diminuita la cassa in deroga con un -46,18% per un totale di 23 milioni di ore. Un dato, secondo la Cgil  ”falsato e frutto dei problemi procedurali e dei mancati pagamenti che hanno complicato il ricorso a questo strumento.
L’erogazione – si legge – è passata da 31 milioni di ore di ottobre 2012 agli 8 milioni di febbraio 2013”.

La Cgil sottolinea in particolare che ”gli interventi che
prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende tornano a diminuire e rappresentano solo il 6,09% del totale dei decreti. Un segnale evidente del processo di deindustrializzazione in atto nel Paese”.

Se si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 9 settimane lavorative, si determina, secondo la Cgil, un’assenza completa dall’attività produttiva per 488.575 lavoratori, di cui 230 mila in cigs e 69 mila in cigd.

”Continua  a calare – conclude la Cgil – il reddito per
migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio cig, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito 644.400.000 euro, pari a 1.319 euro per ogni singolo lavoratore”.

Libera – Antimafia –

Libera contro le mafie – 150mila in corteo “per non ucciderli una seconda volta”

Centocinquantamila: un fiume di persone ha invaso ieri pacificamente Firenze, raccogliendo l’invito dell’associazione Libera in memoria delle vittime di
mafia. Sono arrivati da tutta Italia, con centinaia di autobus e anche con un treno speciale per dire no alla criminalità, per unirsi all’impegno dell’associazione guidata da don Luigi Ciotti che dà voce alle richieste ”troppo spesso” inascoltate dei tanti familiari delle vittime. ”Non uccideteli una seconda volta”, è il messaggio forte e chiaro arrivato dal serpentone
del capoluogo toscano e ripetuto più volte da don Ciotti.

”Vietato stupirsi, il Paese è questo ma la classe politica non lo capisce”, ha detto Franco La Torre, figlio di Pio, ucciso dalla mafia, durante il corteo. ”Ci sono belle facce, tanti giovani che mandano un grido di dolore alla politica, al Parlamento”, ha osservato Paolo Siani, figlio di Giancarlo, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra. Il corteo si è attenuto alla “consegna” del silenzio e del raccoglimento come
Libera chiedeva. Hanno, però, “parlato” i fiori di carta degli studenti di tutta Italia, i gonfaloni dei Comuni, una lunga bandiera della pace, gli striscioni come quello che diceva ”Chi non lotta ha già perso”.

A leggere “per non dimenticare” i nomi delle vittime tanti personaggi più o meno noti: il ct della Nazionale Cesare Prandelli e la segretaria della Cgil Susanna Camusso, diversi sindaci tra cui quello di Firenze Matteo Renzi e di Bari Michele Emiliano, ma anche i tanti familiari delle vittime (600 quelli arrivate a Firenze), magistrati e forze dell’ordine impegnati
nella lotta alla mafia.

”Il lavoro  tra le prime vittime della criminalita’
organizzate e la legalità è il tessuto fondamentale verso cui andare”, ha ricordato Susanna Camusso,  e la presenza di così tanti giovani ci dice che c’è un Paese che ha voglia di uscire da questa lunga stagione in cui sembra non si possa sconfiggere la criminalità organizzata”, ha aggiunto Camusso.

”La mafia è come la peste. Dobbiamo unire ciò che le
mafie e i potenti vogliono dividere”, è il richiamo di don Ciotti che ha ripetuto in più occasioni, e non solo sul palco della manifestazione, il suo messaggio ai politici: ”Mi auguro che le Camere si diano una mossa e si trovi il modo di governare perchè abbiamo bisogno di risposte chiare”.
  

”L’iniziativa di Firenze rappresenta un segnale di
speranza e di determinazione che si rinnova ogni anno”, ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio inviato a don Ciotti, presidente di Libera. ”L’Italia – ha aggiunto Napolitano – ha sempre saputo trovare, nei momenti difficili della sua storia, la forza di reagire alle avversità, attingendo al suo straordinario patrimonio di civiltà di cui Firenze è esempio indiscusso”.