Archivio mensile:giugno 2017

Santi Pietro e Paolo

 santo4405big
Nome: Santi Pietro e Paolo
Titolo: Apostoli
Ricorrenza: 29 giugno

Tutto il Popolo di Dio è debitore verso di loro per il dono della fede. Pietro è stato il primo a confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Paolo ha diffuso questo annuncio nel mondo greco-romano. E la Provvidenza ha voluto che tutti e due giungessero qui a Roma e qui versassero il sangue per la fede. Per questo la Chiesa di Roma è diventata, subito, spontaneamente, il punto di riferimento per tutte le Chiese sparse nel mondo. Non per il potere dell’Impero, ma per la forza del martirio, della testimonianza resa a Cristo! (Papa Francesco)

S. PIETRO APOSTOLO

Pietro nacque a Betsaida in Galilea da poveri genitori. Quegli che doveva divenire il primo Papa, la prima colonna della Chiesa, era un semplice pescatore. Però era uno di quegli israeliti semplici e retti che aspettavano con cuore mondo il Redentore d’Israele. continua >>

S. PAOLO APOSTOLO

Saulo, in seguito Paolo, nacque a Tarso, capitale della Cilicia, nei primissimi anni dell’era volgare. Fu circonciso l’ottavo giorno, ricevendo il nome di Saulo a ricordo del primo re d’Israele, il più grande personaggio della tribù di Beniamino, cui la famiglia apparteneva. continua >>

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma il natale dei santi Apostoli Piétro e Pàolo, i quali patirono nello stesso anno e nello stesso giorno, sotto Nerone Imperatore. Il primo di questi, nella medesima Città, crocifisso col capo rivolto verso la terra, e sepolto nel Vaticàno presso la via Trionfale, è celebrato con venerazione di tutto il mondo; l’altro decapitato e sepolto sulla via Ostiènse, è venerato con pari onore

Sant’ Ireneo di Lione

santo4386big
Nome: Sant’ Ireneo di Lione
Titolo: Vescovo e martire
Ricorrenza: 28 giugno

Il nome di S. Ireneo è legato alla schiera numerosa di quegli eroi che col martirio illustrarono la Chiesa di Lione. Nato l’anno 121 nelle vicinanze di. Smirne, ebbe per primo precettore l’illustre vescovo di quella città S. Policarpo. Da questo insigne maestro succhiò lo spirito apostolico ed apprese quella scienza che Io rese uno dei più belli ornamenti della Chiesa, in quei tempi di lotta e di sangue. Ancora giovane, erudito in ogni scienza e dotato di meravigliosa facondia, diede un primo assalto alle vituperose dottrine degli Gnostici e Valentiniani che avevano corrotto la dottrina di Cristo. Ma il desiderio di approfondire negli studi lo spinse a Roma, dove insegnavano i più celebri maestri del suo tempo, e fu tale il progresso che fece in queste scuole, che al fine dei corsi poteva ormai gareggiare con i suoi precettori.

Recatosi nelle Gallie fissò la sua dimora a Lione dove era. vescovo S. Potino. Questi, conosciuti i talenti e le virtù, eminenti del giovane, lo propose agli ordini sacri e al sacerdozio.

Da quell’istante lo zelo del novello levita non ebbe più misura. La sua parola penetrava i cuori e conquistava: cadevano gli idoli e i templi, e la luce della verità illuminava le menti degli idolatri che a schiere chiedevano il S. Battesimo.

Alla predicazione Ireneo aggiunse numerosissimi scritti, fonti inesauribili di dottrina e di sapienza. Scritti che, secondo S. Girolamo, erano una barriera insormontabile contro la quale si infrangevano gli sforzi ed i sofismi dei nemici di Cristo e della Chiesa. Alcuni di essi andarono perduti, ma molti si conservano, tra i quali i cinque libri contro gli eresiarchi, che sono una delle più belle analogie della dottrina cristiana. A questo lavoro egli seppe pure accoppiare una profonda pietà dando i più, ammirabili, esempi di virtù.

Essendo stato martirizzato il, santo. vescovo Potino, il popolo lionese, unanime, .elesse alla sede vescovile.
S. Ireneo, il quale recatosi a Roma per la consacrazione, portò al Papa S. Eleuterio una lettera ridondante del più forte attaccamento al Vicario di Gesù Cristo, e ri tornò alla sua sede confortato dalla benedizione del Sommo Pastore.

Conscio della nuova missione che il Signore gli aveva affidato, non si concesse un istante di riposo. Predicò con la parola, con l’esempio e con la potenza dei miracoli. Sorta in quel tempo la questione circa la celebrazione della Pasqua, il Papa Vittore minacciò la scomunica ai vescovi dell’Asia che su questo punto dissentivano dai loro fratelli nell’episcopato. S. Ireneo intervenne colla sua autorità e portò la pace. Dopo tutto questo sigillò sotto Settimio Severo, col sangue, quella fede che aveva predicato e per la quale aveva tanto sofferto. Benedetto XV ne estese la festa a tutta la Chiesa, cingendolo dell’aureola di dottore.

PRATICA. Impariamo da S. Ireneo l’attaccamento al Papa e con lui sappiamo combattere da veri soldati per essere degni del nome di cristiani.

PREGHIERA. O Dio, che desti al beato martire e vescovo Ireneo la grazia di espugnare l’eresia e consolidare la pace nella Chiesa, deh! concedi al tuo popolo forza e costanza nella santa religione.

 

Vittorio Amedeo II re di Sardegna (1720-1730)

PrimoRisultati immagini per Vittorio Amedeo II re di Sardegna (1720-1730)

Vittorio Amedeo II re di Sardegna (1720-1730)

Sa Divina Magestad se ha dignado conceder el dominio de este Reyno de Sardeña al Rey Don Victor Amedeo. Così il viceré annunziando il regalo fatto dalla Quadruplice Alleanza ai Savoia. In tal modo, per un baratto di guerra, la Sardegna passava dalla Spagna ai Savoia e nello specifico a Vittorio Amedeo II, il primo duca che divenne re, prima per pochi anni di Sicilia e poi di Sardegna, grazie al Trattato di Londra (1718) firmato nel 1720 a l’Aia.

Divenne re di Sardegna ma non ci metterà piede: né lui né nessuno dei suoi successori fino al 1799 quando, a mala gana, sono costretti a lasciare Torino e il Piemonte e venire esuli a Cagliari, “cacciati” da Napoleone.

Scrive a questo proposito lo storico sardo Raimondo Carta Raspi: ”Certo, a noi pare paradossale che alla cerimonia che inaugurava il nuovo dominio, mancassero proprio gli elementi essenziali del regno: il re e i sudditi. La Sardegna era stata sempre sì un vicereame, pure il primo Parlamento era stato convocato e presieduto da Pietro IV d’Aragona, il secondo da Alfonso il Magnanimo. Come spiegare dunque l’assenza di Vittorio Amedeo, che appena innalzato alla dignità regale, faceva prendere possesso del regno da un viceré, senza neppure degnare di mostrarsi, non foss’altro ai suoi sudditi, anche se a loro non doveva il trono? Forse fu alterigia e insieme disprezzo verso i Sardi e la loro isola”1.

Quella stessa alterigia e disprezzo che mostreranno nei confronti dei Sardi, tutti i sovrani sabaudi.

I Savoia dunque per gentile concessione delle potenze vincitrici nella Guerra di successione spagnola, diventavano, per la prima volta nella loro storia, re e la Sardegna entra nell’orbita italica dopo essere stata dominata per più di 300 anni dalla Spagna.

In realtà i Savoia avrebbero preferito la Sicilia, che in un primo momento, dopo i Trattati di Utrecht e di Rastadt, era stata loro assegnata.

Scrive a questo proposito Giuseppe Mazzini:”Vittorio Amedeo accettò a malincuore, e dopo ripetute proteste, nel 1720, da Governi stranieri, al solito, la Sardegna in cambio della Sicilia. E diresti che la ripugnanza con la quale egli accettò quella terra in dominio, si perpetuasse, aumentando, attraverso la dinastia”2.

Sulla stessa linea Giuseppi Dei Nur: ”Il principe savoiardo Amedeo II avrebbe preferito un trattamento migliore dai suoi alleati, ma questi sommessamente ma efficacemente, gli fecero probabilmente capire che sarebbe potuto rimanere con nulla in mano, mentre il nuovo possedimento gli avrebbe consentito di fregiarsi comunque del titolo di re, essendo quello un regno plurisecolare” 3.

Nasce anche dall’aver accettato quasi controvoglia il “regalo” delle potenze vincitrici, la politica di Vittorio Amedeo, tutta rivolta al Quieta non movere, al non innovare niente, rispetto al dominio spagnolo, conservando immutati i privilegi dei baroni e dunque il sistema feudale che prosperava sulla miseria delle popolazioni e segnatamente dei contadini dei villaggi.

Scrive Raimondo Carta Raspi: ”Piaga cancrenosa che affliggeva la Sardegna era il feudalesimo, ormai decaduto, che non prosperava sulla miseria delle popolazioni e tuttavia, pago di vivacchiare sui piccoli benefici e sui modesti proventi, paralizzava, infestante parassita, il naturale sviluppo e il progresso, soprattutto di quella che avrebbe dovuto essere la maggiore risorsa e ricchezza dell’isola, l’agricoltura. Anche il clero numeroso, ricco e privilegiato, gravava passivamente sull’economia del regno, accrescendo le ristrettezze delle popolazioni e intralciando l’opera del governo”4.

L’unica novità ebbe un segno negativo: Amedeo II tese a svuotare ulteriormente il potere e il ruolo degli Stamenti, ovvero del Parlamento sardo che mai convocherà, e a limitare la stessa autonomia del viceré, rafforzando da una parte il centralismo, dall’altra la repressione e il controllo poliziesco, persino della corrispondenza.

Scrive Girolamo Sotgiu a proposito della stretta dipen­denza politica e burocratica imposta ai viceré dal sovrano, attraverso precise direttive: ”Le istruzioni non tracciavano un indirizzo generale di governo al quale attenersi negli affari dell’isola, ma fissavano, con minuziosa pedanteria, compiti e incombenze, che facevano del viceré un burocrate esecutore di ordini al quale veniva rigorosam­ente delimitata, per non dire vietata, la possibilità di un’autonoma ­iniziativa. Il viceré non aveva cioè una funzione politica da assolvere, ma compiti burocratici da espletare. Tutto il potere era concentrato a Torino e il viceré era un semplice missus dominici, al quale non era consentito di andare oltre disposizioni assai rigide. Perché la funzione viceregia fosse ulteriormente appiattita, le prerogative venivano diminuite rispetto a quelle dei viceré spagnoli, anche se, per prudenza, di questo fatto non era data pubblica cognizione”5.

Sia ben chiaro: “anche sotto il dominio spagnolo le direttive erano elaborate e decise a Madrid, in particolare dal Consiglio della Corona d’Aragona ma con il passaggio dell’Isola al Piemonte ancor più si governerà ogni cosa direttamente da Torino “con una concezione del governo dell’Isola che oggi non potremmo che definire di tipo coloniale”6.

L’avvento dei Piemontesi infatti – è ancora Sotgiu a scriverlo – “ alla classe dirigente locale si sovrapponeva un apparato di direzione politica e amministrativa estraneo sotto tutti i punti di vista, e per di più, malgrado il desiderio di procedere in modi diplomatici, deciso assai più di quello spagnolo, a comandare e imporre inesorabilmente la sua volontà”7.

Discriminando i Sardi, ad iniziare dalla questione degli impieghi, cioè dei diritto rivendicato dai nazionali ad accedere a tute le cariche del regno (tranne quella del viceré). E la discriminazione era tanto più grave e insopportabile perché si accompagnava ad atteggiamenti di aperto disprezzo nei confronti dei Sardi, delle loro tradizioni, dei loro costumi e della loro lingua: che verrà proibita e criminalizzata.

A ricordarcelo è Giuseppe Manno, storico ultra filo savoia: ”Alcuni de’ Piemontesi disprezzavano pubblicamente le usanze tramandate ai Sardi…per fino a impedire i matrimoni fra l’una e l’altra nazione”8.

Contestualmente alla centralizzazione del potere, per realizzare un regime forte e assolutista, capace di porre fine e superare le resistenze delle stesse classi privilegiate – nobili e clero, filo austriaci ma soprattutto, nella stragrande maggioranza, filo spagnole – si ricorse da una parte alla corruzione dall’altra al controllo poliziesco: la corrispondenza doveva essere consegnata alla segreteria viceregia così da poter essere in stato di riconoscere – si scrive in un Dispaccio di corte – “quelli che scrivono o a chi si scrive”.

Ma la repressione più dura inizia ad essere condotta nei confronti della opposizione popolare, come risulta abbondantemente dai documenti e dagli storici di quel periodo. In modo particolare la repressione sarà condotta con il pretesto e l’alibi della lotta al banditismo, visto come semplice fenomeno delinquenziale, da estirpare con le forche. A ciò avrebbe provveduto fra qualche anno il famigerato marchese di Rivarolo. Ma un viceré di Vittorio Amedeo II, l’abate Alessandro Doria del Maro (1724-26) pone per così dire, le premesse ideologiche e giustificazioniste della repressione violenta scrivendo che “la causa [del].male è da ricercarsi nella natura stessa dei popoli [sardi] poveri, nemici della fatica, feroci e dediti al vizio” 9.

Anticipando così e preparando brillantemente Lombroso e tutto il ciarpame e la paccottiglia sui Sardi con il dna delinquenziale con i vari Orano (i Nuoresi sono delinquenti nati) e Niceforo, secondo cui tutti i Sardi non solo i Nuoresi appartengono a una razza inferiore. Per arrivare agli anni 1960/70 quando su una rivista patinata e popolare, certo Augusto Guerriero, più noto come Ricciardetto scriverà che i Barbaricini occorreva “trattarli” con gas asfissianti o per lo meno paralizzanti.

Per arrivare ai nostri giorni con il Procuratore di Cagliari, Roberto Saieva, che all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 ha sostenuto: “Altro fenomeno criminale che nel territorio del Distretto appare di rilevanti proporzioni è quello delle rapine ai danni di portavalori, organizzate normalmente con grande dispiegamento di uomini e mezzi. Diffusi sono comunque analoghi delitti ai danni di sportelli postali e di istituti bancari. E’ agevole la considerazione che nella esecuzione di questi delitti si sia principalmente trasfuso l’istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina) che stava alla base dei sequestri di persona a scopo di estorsione, crimine che sembrerebbe ormai scomparso”.

Forse il Procuratore pensava di essere un nuovo viceré alla Doria del Maro, cui sostanzialmente si ispira.

Anche se il Maestro, per tutti, mi pare essere stato Cicerone, cui sono legati da un lunghissimo filo nero. Il grande oratore latino, nell’orazione Pro Scauro, aveva bollato i Sardi come naturalmente mastrucati latrunculi, inaffidabili e disonesti, in quanto africani (oggi diremmo negri), anzi formati da elementi africani misti, razza che non aveva niente di puro e dopo tante ibridazioni si era ulteriormente guastata, rendendo i sardi ancor più selvaggi: “Qua re cum integri nihil fuerit in hac gente piena, quam ualde eam putamus tot transfusionibus coacuisse?”(E allora, dal momento che nulla di puro c’è stato in questa gente nemmeno all’origine, quanto dobbiamo pensare che si sia inacetita per tanti travasi?).

Note bibliografiche

  1. Raimondo Carta Raspi, Storia della Sardegna, Ed. Mursia, Milano, 1971, pagina 773.
  2. Giuseppe Mazzini, La Sardegna, Casa editrice Il Nuraghe, Cagliari, pagina 9.
  3. Giuseppi Dei Nur, Buongiorno SardegnaDa dove veniamo, La Biblioteca dell’Identità-L’Unione Sarda, Cagliari 2013, pagina 141.
  4. Raimondo Carta Raspi, Storia della Sardegna, op. cit. pagina 775.
  5. Girolamo Sotgiu, Storia della Sardegna sabauda, Editori Laterza, Roma-Bari 1984, pagina 25.
  6. Ibidem pagina 74.
  7. Ibidem pagina 76.
  8. Giuseppe Manno, Storia della Sardegna moderna dell’anno 1775 al 1799, Fratelli Favale, Torino, 1842, vol. I, pagine 257-258.
  9. ASC, Segreteria di stato ora in Girolamo Sotgiu, Storia della Sardegna sabauda, op. cit. pagina 21.

San Vigilio

 

San Vigilio



$(document).ready(function() {
$(“#LinkImmagineSanto”).fancybox({
helpers : {
title : {
type : ‘over’
}
}
});
});

San Vigilio

†
Nome: San Vigilio
Titolo: Vescovo e martire
Ricorrenza: 26 giugno

Nato probabilmente a Trento, Vigilio, qualche tempo dopo il 381 divenne vescovo della città (forse 385, sino al 405), terzo della serie tridentina. Collocato in una regione periferica egli ebbe da Ambrogio vescovo di Milano (circa 340397) le institutionis insignia, con una lettera impegnativa sui modi dell’evangelizzazione (è la epist. 17). Il momento della cristianità era infatti particolare: l’imperatore Teodosio (379395) aveva reso la fede cristiana la sola legittima nell’impero (mentre i Germani premevano sempre più: nel 410 avvenne il sacco di Roma). Le conversioni in massa non erano conversioni intime e convinte, mentre le istituzioni politiche tendevano a favorirle, anche con la forza. Nella regione trentina la fede era stata annunciata in città, dove una comunità senza dubbio esisteva, ma poco o nulla era avvenuto nelle valli, anche in quelle più vicine. Il caso della Valle di Non fu usato da Vigilo come un evento straordinario per la sua diocesi e per tutta la Chiesa.

Egli aveva accolto, su indicazione di Ambrogio, tre giovani preti arrivati a Milano dalla Cappadocia, non si sa bene se monaci: Sisinnio, Martirio ed Alessandro. Il loro sodalizio con Vigilio pare simile a quello che in quegli stessi anni realizza 7 Agostino come vescovo (battezzato da Ambrogio nel 387 e dal 396 vescovo di Ippona), una comunità di preti, non sposati, che vivono insieme al vescovo e si dedicano all’evangelizzazione. I tre giovani vengono inviati, a questo fine, nel territorio della Val di Non, ma nel 397 vengono uccisi: era loro riuscito di costruire un luogo di culto, ci fu un contrasto tra pagani e neoconvertiti che degenerò in rissa, e i tre, postisi a difesa dei cristiani, furono sottoposti a diverse forme di martirio. Il fatto era di per sé straordinario: che in uno stato cristiano, dove si riteneva che i non cristiani fossero estranei alla sua vita e alla sua amministrazione, dei cristiani e dei preti fossero messi a morte, costituiva una eccezionale singolarità. Per questo Vigilio scrive il 29 maggio 397 una lettera a 7 Simpliciano, che era succeduto ad Ambrogio sulla cattedra milanese, e l’anno dopo una seconda lettera al patriarca di Costantinopoli, il grande l Giovanni Crisostomo. Il fatto così viene a conoscenza di tutto il mondo cristiano (e con esso il nome di Vigilio e di Trento). Ne scrivono, ricordandolo, tra gli altri, 7 Massimo di Torino (tra il 398 e il 405), 7 Gaudenzio di Brescia (tra il 400 e il 402), lo stesso Agostino (nel 412), il diacono 7 Paolino nella Vita di Ambrogio (verso il 422), e i nomi dei tre martiri figurano nel Martirologio Geronimiano che viene costruito durante il secolo V.

Il nome di Vigilo è legato a questa vicenda, oltre che in genere alla sua opera di vescovo evangelizzatore. Lo ricorda anche Gennadio di Marsiglia nel suo De viris illustribus e una Vita (con più di una variante o redazione) che lo descrive come martire mentre tenta di evangelizzare un’altra valle, la Valle Rendéna: avendo abbattuto un idolo, messosi a predicare, sarebbe stato lapidato dai pagani. Sulla storicità del martirio di Vigilio qualche critico ha dubitato. La Vita (BHL 8603) riflette la situazione della società cristiana del tempo in cui fu scritta, probabilmente il secolo VI, e molti dati storici (come il riferimento ad Aquileia invece che a Milano) si possono cosi spiegare. Il martirio di Vigilio può essere la duplicazione immediata, nella coscienza e nell’immaginario della gente trentina, di quello dei tre giovani cappadoci, tanto nella loro vicenda egli stesso e la sua comunità si era immedesimato. Ma il silenzio immediato sul martirio, se ci fu, può anche essere dovuto al fatto che nessun altro personaggio di rilievo poteva a Trento essere in grado di divulgare la notizia, come Vigilio aveva fatto per i suoi compagni.

Il profilo agiografico di Vigilio è ad ogni modo quello del vescovo evangelizzatore, che tutto dà al suo popolo, sino — se è il caso — al martirio. Singolarmente mancano indizi sufficienti di una presenza monastica accanto a Vigilio o di una sua esperienza monastica. Egli opera infatti nell’egemonia del modello di Ambrogio Agostino.

Il suo corpo fu messo in un sepolcro, alla morte, nella chiesa cimiteriale della città, chiesa che è poi diventata, dopo varie strutturazioni e ricostruzioni, l’attuale cattedrale (sec. XIII). Molte chiese gli sono dedicate in Italia del Nord (soprattutto in Trentino e in Tirolo) e in Baviera. È rappresentato come vescovo, imberbe, con in mano uno degli strumenti con cui fu ucciso. La sua festa ricorre il 26 giugno.

San Guglielmo


San Guglielmo di Montevergine (da Vercelli)


 

 

San Guglielmo di Montevergine (da Vercelli)

†
Nome: San Guglielmo di Montevergine (da Vercelli)
Titolo: Abate
Ricorrenza: 25 giugno

Nel secolo n nasceva a Vercelli, da nobili genitori, un fanciullo destinato dal Signore a fondare un numeroso ordine religioso. Al fonte battesimale ricevette il nome di Guglielmo.

Ancora fanciullo amava la solitudine e cominciò ad esercitarsi in ogni pratica di pietà. All’età di 14 anni, spinto dal fervore, iniziò un pellegrinaggio. A piedi, vestito di una sola tunica e cinto di cilicio, si recò a Campostela nella Spagna, al celebre santuario di S. Giacomo. Il freddo, la fame, la pioggia, le privazioni e perfino il pericolo della vita non riuscirono a smuoverlo dalla sua santa impresa. Aveva progettato anche un viaggio in Palestina, al S. Sepolcro di Cristo, ma gravissimi ostacoli non gli permisero di adempiere il suo desiderio.

Pertanto, assecondando la sua tendenza alla vita religiosa ed eremitica, salì sul Monte Solicchio. Quivi passò due anni in continua preghiera, digiunando e dormendo sulla nuda terra.

Avendo ridata la vista ad un cieco, si sparse la fama della sua santità, e gran numero di persone andava a trovarlo. Disturbato così nella sua solitudine, pensò di fare un pellegrinaggio a Gerusalemme e tutto contento si mise in viaggio; ma Dio che aveva su di lui altri disegni, gli apparve durante il viaggio e gli manifestò quanto voleva da lui. Permatosi nel regno di Napoli, si nascose in una selva e ricominciò di nuovo la sua vita eremitica. Alcuni boscaioli recandosi a far legna nelle vicinanze della sua grotta, lo trovarono, e di ritorno alle loro abitazioni, avendo raccontate meraviglie di lui, moltissimi accorsero per vederlo e per udirlo.

Importunato da quelle visite, si recò in un luogo aspro e quasi inaccessibile, chiamato Monte Vergine. Anche qui fu di nuovo scoperto e fra i visitatori vi furono anche numerosi giovani, desiderosi di fare vita santa con lui. Spinto dalla necessità, dovette pensare a dar ricovero a tanti postulanti e si pose a tracciar linee, a scavar fondamenta e a portare il materiale. Aiutato da coloro che volevano seguirlo, innalzò il monastero di Monte Vergine. Aumentando sempre più il numero dei postulanti, diede loro mi genere di vita secondo i consigli evangelici, con regole tratte in gran parte da quelle di S. Benedetto. Quindi, con la parola e con gli esempi di una vita santissima, attirò altri giovani, fondando nuovi monasteri.

Numerosi furono i miracoli da lui operati. Per sua intercessione i muti parlavano, i ciechi vedevano, i sordi sentivano e gli ammalati che a lui ricorrevano si vedevano liberati da ogni genere di malattie. Cambiò anche l’acqua in vino, e un giorno che una perfida persona volle tentarlo sulla castità, per vincere la tentazione si ravvoltolò nudo su carboni ardenti. Ruggero, re di Napoli, all’udire le meraviglie operate per mezzo di Guglielmo, concepì una grande venerazione per il Santo e raccomandò se stesso, la sua famiglia e tutto il regno alle sue preghiere.

Dopo aver predetto al re e ad altri il giorno della loro morte, e benedetti i suoi religiosi, si addormentò nel Signore, illustre per virtù e miracoli, il 25 giugno dell’anno 1142.

PRATICA. Fare sempre con giubilo la volontà del Signore, ricorrendo a lui nei pericoli.

PREGHIERA. O Signore, concedi, per intercessione del tuo servo S. Guglielmo, di compiere nella nostra vita la tua santissima e amabilissima volontà, affinchè possiamo riportare vittoria sui nemici della nostra salvezza

Lavoro fiscale

Giu 22 alle 11:49 AM

NEWSLETTER LAVORO n. 787 del 22 giugno 2017

NEWSLETTER LAVORO

n. 787 del 22 giugno 2017

settimana dal 15 al 21 giugno 2017

Seguici anche su Facebook e Twitter per rimanere costantemente aggiornato

Novità in materia di Lavoro

21-06

L’INPS, con messaggio n. 2591 del 21 giugno 2017, comunica che sono state elaborate le situazioni debitorie delle aziende committenti che, per l’anno 2016, hanno denunciato, tramite il flusso Uniemens, il pagamento di compensi ai soggetti iscritti alla Gestione Separata.

20-06

Il Consiglio dei ministri ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 141 del 20 giugno 2017, il Decreto Legge 20 giugno 2017, n. 91 con le disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno.

20-06

In data 16 giugno 2017 è stato sottoscritto tra A.G.C.I., Confcooperative e Legacoop Emilia Romagna e le OOSS CGIL, CISL e UIL Emilia Romagna, un accordo quadro per la detassazione per le aziende dell’Emilia Romagna.

20-06

Il 12 giugno 2017, presso la sede di Confindustria Ceramica, si è concluso il lavoro di stesura del testo integrale del CCNL Ceramica-Industria rinnovato lo scorso 16 novembre.

20-06

L’INPS, con messaggio n. 2549 del 19 giugno 2017, sintetizza gli aspetti innovativi introdotti dalla norma che prevede l’incremento della somma aggiuntiva (c.d. quattordicesima mensilità) prevista per i soggetti in possesso di un reddito individuale non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori.

20-06

L’INPS, con messaggio n. 2545 del 20 giugno 2017, comunica che è stata effettuata l’implementazione delle procedure informatiche per l’invio, con modalità telematica, per l’acquisizione delle domande per i permessi ex lege n. 104/92 ed il congedo straordinario per assistenza familiari con disabilità in situazione di gravità.

20-06

Da oggi è possibile, con soli 10 €, consultare liberamente l’Edicola professionale con tutte le riviste IPSOA, il Fisco, Cedam e UTET Giuridica, utili per la tua professione.
Edicola professionale comprende le seguenti Riviste (in formato digitale):
• IPSOA Quotidiano
• il fisco
• Amministrazione & Finanza
• Bilancio e reddito d’impresa
• Controllo di Gestione
• Cooperative e enti non profit
• Corriere Tributario
• Diritto & Pratica del Lavoro
• Guida alle Paghe

Per approfittare dell’offerta clicca qui

20-06

L’INPS, con messaggio n. 2536 del 19 giugno 2017, fornisce le istruzioni per la modalità di presentazione della domanda di assegno ordinario per il Fondo di solidarietà bilaterale ormeggiatori e barcaioli dei porti italiani.

20-06

L’INPS, con messaggio n. 2518 del 19 giugno 2017, comunica che è stata ultimata l’imposizione contributiva per tutti i soggetti iscritti alla gestione Artigiani e Commercianti per l’anno 2017 e per eventuali periodi precedenti non già interessati da imposizione contributiva.

19-06

L’INPS pubblica online – dal 15 giugno 2017 – il primo elenco di variazione 2017 relativo ai lavoratori agricoli subordinati a tempo determinato.

18-06

L’INPS, con messaggio n. 2499 del 16 giugno 2017, fornisce indicazioni in merito agli incentivi in caso di assunzione di lavoratori in apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore.

18-06

L’INPS ha emanto la circolare n. 100 del 16 maggio 2017, con la quale fornisce istruzioni in merito all’applicazione dell’indennità per soggetti in particolari condizioni (c.d. APE SOCIALE).

18-06

Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato il DPCM n. 88 del 23 maggio 2017, con il Regolamento di attuazione in materia di APE sociale.

18-06

L’INPS ha emanto la circolare n. 99 del 16 maggio 2017, con la quale fornisce indicazioni in merito alla disciplina della riduzione del requisito contributivo di accesso alla pensione anticipata.

18-06

La Scuola di formazione IPSOA offre ai consulenti del lavoro la possibilità di aggiornarsi sulle novità e di approfondire gli argomenti più rilevanti in tema di amministrazione del personale e contenzioso del lavoro.

Master: I rapporti di lavoro nella crisi aziendale
Napoli, dal 16 maggio 2017
Verona, dal 20 ottobre 2017
Modena, dal 27 ottobre 2017

Master: Gestione dei conflitti aziendali e delle relazioni sindacali
Padova, dal 19 maggio 2017
Roma, dal 27 ottobre 2017

Master: Diritto del lavoro e organizzazione aziendale
Roma, dal 27 ottobre 2017

Grazie all’accordo con IPSOA puoi iscriverti con lo sconto ulteriore del 5% su tutte le quote. Consulta il programma, scegli quello di tuo interesse ed iscriviti copiando il buono 000721-708034.

18-06

Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato il DPCM n. 87 del 23 maggio 2017, con il Regolamento di attuazione in materia di riduzione del requisito contributivo di accesso al pensionamento anticipato per i lavoratori c.d. precoci.

16-06

L’INPS, con messaggio n. 2364 del 15 giugno 2017, fornisce indicazioni in merito alla presentazione delle domande di indennità c.d. APE Sociale per il beneficio della riduzione del requisito di accesso al pensionamento anticipato.

16-06

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato, in data 15 giugno 2017, il Rapporto annuale sulle Comunicazioni Obbligatorie 2017, che descrive le dinamiche del mercato del lavoro dipendente e parasubordinato nel triennio 2014-2016.

16-06

Il Senato della Repubblica, nella seduta del 15 giugno 2017, con 144 voti favorevoli, 104 contrari e un astenuto, ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando definitivamente il DDL n. 2853 di conversione in legge del decreto-legge n. 50/2017 in materia finanziaria, nel testo identico a quello approvato dalla Camera.

16-06

Le quote di TFR, accantonate al 31 dicembre 2016.

15-06

L’Inail ha pubblicato la Determina del Presidente n. 272 del 12 giugno 2017 , con la quale fornisce la determinazione della quota percentuale di accesso alle prestazioni del Fondo vittime amianto, per gli anni 2016 e 2017.

15-06

La Fondazione dei Consulenti del Lavoro ha pubblicato la circolare n. 5 del 13 giugno 2017 con le agevolazioni pensionistiche per i lavoratori usuranti dopo la legge di stabilità 2017.

Sentenze di Cassazione

18-06

sentenza n. 14862 del 15 giugno 2017

Approfondimenti

20-06

approfondimento di Roberto Camera

16-06

approfondimento di Eufranio Massi

15-06

approfondimento di Alberto Giordano

15-06

La guida operativa della collana Guide e Soluzione garantisce come sempre un supporto quotidiano all’attività degli addetti paga nell’elaborazione e nella compilazione dei cedolini, esaminando con taglio pratico gli adempimenti sia di fonte legale che contrattuale.
Tra le novità di questa edizione vanno segnalate le modifiche apportate dalla legge di Bilancio 2017 (L. 11/12/2016, n. 232), che ha previsto molteplici interventi in materia di lavoro e previdenza, nonché in materia fiscale. Tra le misure di maggior interesse per il mondo del lavoro:
   • esonero contributivo per le nuove assunzioni,
• incentivo occupazione giovani,
• incentivo occupazione sud,
• misure a favore del reddito,
• detassazione dei premi di produttività e welfare aziendale,
• cassa integrazione e disoccupazione,
• sostegno a maternità e paternità.

Il volume è disponibile nella formula “one shot” con Sconto 20%, oppure nella formula in abbonamento “Aggiornati sempre” con lo Sconto 50%!

Per approfittare dell’offerta clicca qui

Agenzia delle Entrate

Vai sul sito dell’Agenzia delle Entrate per vedere le Scadenze tributarie del mese di Giugno 2017, raggruppate per Adempimento.

INPS

Inps, il calendario per il pagamento delle quattordicesime

inps© Newpress inps La quattordicesima per milioni di pensionati è alle porte. Questa estate la platea che riceverà il bonus sull’assegno si allarga. Per chi ha un trattamento fino a 13.049,14 euro arriverà un assegno da 655 euro. Se invece il reddito ammonta a 9.786,86 euro annui, l’assegno della quattordicesima sarà di 437 euro per chi ha almeno 15 anni di contributi e 546 euro tra i 15 e i 25 anni di contributi. Va detto che anche per chi ha redditi 1,5 e 2 volte il minimo riceverà un assegno tarato sui contributi versati: 336 euro fino a 15 anni di contributi, 420 euro tra 15 e 25 anni di contributi, 504 euro con contributi oltre 25 anni. Il pagamento – si legge nella circolare dell’Inps – verrà effettuato d’ufficio per i pensionati di tutte le gestioni unitamente al rateo di pensione di luglio 2017 ovvero di dicembre 2017 per coloro che perfezionano il requisito anagrafico nel secondo semestre dell’anno 2017. Per quanto riguarda la data dei pagamenti di fatto cambia da pensionato a pensionato. Infatti secondo il calendario comunicato dall’Inps a inizio anno per quanto riguarda la pensione e la quattordicesima di luglio l’erogazione avverà l’1 del mese per le Poste Italiane, il 3 luglio per le banche.

ALTRO SU MSN:

Pensionati: quattordicesima in arrivo – 16/06/2017 (RaiPlay)

Nome: Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria
Ricorrenza: 24 giugno

Questa festa fu istituita nel 1945 a perenne ricordo della consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore Immacolato di Maria fatta da Pio XII nel 1942, allorchè quasi tutte le nazioni erano provate da atrocissima guerra.

La devozione al Cuore ammirabile della Madre di Dio è antichissima nella Chiesa. In S. Luca si hanno i primi accenni ai segreti tesori di quell’amabilissimo Cuore. Anche i Ss. Padri ed i Dottori celebrano spesso le lodi del Cuore ammirabile della Madre di Dio. Nel Medioevo questa soave devozione fu rivelata a Santa Matilde ed a S. Gertrude e da esse coltivata con trasporto e diffusa mediante i loro scritti. Anche S. Bernardino da Siena ne fu entusiasta. Ma il vero padre, l’apostolo ed il dottore di questa devozione è S. Giovanni Battista Eudes (16011680). Egli fu il primo che « non senza una divina ispirazione » (come si espresse S. Pio X nel decreto di beatificazione) pensò di tributare il cullo liturgico al Cuore purissimo di Maria, componendo egli stesso la Messa e l’Ufficio. E questa devozione lasciò in eredità alle sue due famiglie religiose: la Congregazione di N. S. della Carità e quella di Gesù e Maria. Su questa devozione scrisse pure il prezioso trattato: Il Cuore ammirabile della SS. Madre di Dio.

La devozione poi andò crescendo insieme a quella del Sacro Cuore di Gesù, e dal secolo XVII in poi, molte famiglie religiose si dedicarono in modo speciale ad onorare questo Cuore amabilissimo. Nel secolo scorso, la devozione alla « medaglia miracolosa », che porta sul retro i due cuori di Gesù e di Maria, fu una potente spinta verso il carattere di « riparazione » che questa devozione doveva prendere specialmente dopo le rivelazioni di Fatima. Difatti la Vergine SS., apparendo ai tre fortunati pastorelli, disse: Per la salvezza dei peccatori Iddio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato, e se sarà fatto quanto io vi dirò, molte anime si salveranno. E chiedeva preghiere: Rosario quotidiano, Comunione riparatrice nei primi Sabati del mese, penitenze: quelle imposte dal proprio dovere compiuto diligentemente e fedelmente, l’accettazione delle croci che il Signore ci manda, penitenze anche volontarie, come la rinuncia a qualche comodità, e la mortificazione in qualche piacere anche lecito… Ella stessa insegnò questa preghiera: « O Signore, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori ed in riparazione delle ingiurie commesse contro l’Immacolato Cuore di Maria… » e la consacrazione di se stessi e di tutto il mondo al suo Cuore Immacolato.

PRATICA. Consacriamoci al Cuore Immacolato di Maria ed oggi facciamo una mortificazione volontaria per la conversione dei peccatori.

PREGHIERA. O Dio onnipotente ed eterno che preparasti nel Cuore della Beata Vergine Maria una degna dimora dello Spirito Santo, concedi propizio a noi che celebriamo devotamente la festa del suo Cuore Immacolato di vivere secondo il tuo cuore.

Sentenze

CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. 3^ 15/03/2017 Sentenza n.12389

DIRITTO URBANISTICO – EDILIZIA – Permesso di costruire illegittimo – Atto abilitativo improduttivo di validi effetti – Provvedimenti amministrativi di sanatoria o condono – Verifiche e poteri del giudice penale – Valutazione in ordine alla… Articolo completo »

Jobs act del lavoro autonomo: il testo della legge pubblicato in Gazzetta

Jobs act del lavoro autonomo: il testo della legge pubblicato in Gazzetta

Fonte: https://www.lavoroediritti.com/guide/jobs-act-del-lavoro-autonomo-testo-legge-gazzetta#ixzz4kemSDOi7

La Legge 81/2017 interviene in modo incisivo su temi di tutela della salute, garanzie ed estensioni delle deduzioni fiscali. In analisi:

GLI OBBLIGHI CONTRATTUALI

  • L’obbligo di un contratto scritto, con inserimento di preavviso in caso di rescissione e facoltà di adire alla conciliazione;
  • La punibilità a seguito di modifiche unilaterali di termini e condizioni;
  • La possibilità di agire ed addizionare di interessi i pagamenti effettuati oltre i 60 giorni, con applicazione della norma 192/’98 in materia di condotte abusive per abuso di dipendenza economica.

LA TUTELA DELLA PROPRIETA’ INDUSTRIALE (Lg. 30/2005)

Sempreché le invenzioni del prestatore d’opera non costituiscano oggetto del contratto.

TUTELA DELLE ATTIVITA’ CORPORATIVE

Attraverso l’individuazione con futuri Decreti, di atti propri dell’Amministrazione Pubblica che possano essere espletati anche da Ordini e Collegi Professionali, superando possibili conflitti di interessi nell’esercizio della professione e tutelando i dati personali.

Jobs act del lavoro autonomo, tutele sociali

Il Jobs act del lavoro autonomo ribadisce anche la sua portata sociale, creando una rete di tutela anche di carattere privato, che fornisca prestazioni sociali, attraverso un’apposita contribuzione con la riduzione dei requisiti minimi di accesso per le prestazioni di maternità e malattia.

I CONGEDI PARENTALI

Potranno essere fruiti per un periodo massimo di 6 mesi per entrambe i genitori, entro i primi 3 anni di vita del bambino, previo l’attuale versamento addizionale alla gestione separata, con il requisito di almeno tre mensilità accreditate e con un riconoscimento pari al 30% del reddito di lavoro relativo alla predetta contribuzione. I Congedi fruiti entro il primo anno di vita del bambino, indipendentemente dall’accredito contributivo, viene corrisposto a lavoratori e lavoratrici che ne abbiano titolo, con un’indennità pari al 30% del reddito di riferimento per la corresponsione dell’indennità di maternità e paternità.

MALATTIA, INFORTUNIO e GRAVIDANZA

Non costituiranno più motivo di recesso contrattuale, ma per coloro che prestano attività continuativa, potranno richiedere al Committente, la sospensione del contratto senza pagamento del corrispettivo, sino a 150 giorni nell’arco dell’anno solare.

Ci si chiede però perché il periodo termini con: “salvo il venir meno dell’interesse del committente”

MATERNITA’

Possibilità, come già prevede il T.U. di sostituire la lavoratrice autonoma da parte di altri lavoratori autonomi di fiducia della prestatrice stessa, anche in compresenza dello stato di gravidanza e puerperio.

Qualora per malattia o infortunio, la prestazione dovesse venire interrotta per oltre 60 giorni, verrà sospeso il versamento dei contributi previdenziali e premi assicurativi, sino ad un massimo di due anni, con l’obbligo da parte del prestatore al versamento di un numero di rate mensili pari a tre volte i mesi di sospensione.

I periodi certificati di malattia a seguito di patologie oncologiche o cronico-degenerative che comportino un’inabilità lavorativa temporanea del 100%, vengono equiparati alla degenza ospedaliera.

DISOCCUPAZIONE

Estensione dell’indennità anche per i lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, con la previsione della DIS COLL, attiva dal 1^ luglio 2017 per quei soggetti che risultino disoccupati da quella data.

BENEFICI FISCALI

All’ Art. 54 c, 5 del TUIR vengono cancellati I limiti di deduzione di spese per albergo e ristorante, così come non viene confermato come non reddito da lavoro autonomo, tutto quanto anticipato e corrisposto direttamente dal committente, omettendo una precisazione sugli anticipi spese.

Possibilità di dedurre sino al 50% le spese di formazione, partecipazione a congressi e corsi di aggiornamento professionale, mentre diventano totalmente deducibili entro i 10,000 euro annui, le spese per iscrizioni a masters e corsi di aggiornamento.

In linea con il Job Act anche la certificazione delle competenze potrà essere dedotta entro i 5.000,00 euro annuali.

Infine, la ricollocazione sul mercato, attraverso l’intervento di organismi autorizzati che si doteranno di uno sportello apposito per il lavoro autonomo, anche con convenzioni pare a titolo gratuito con ordini e collegi professionali, con ulteriore estensione del collocamento mirato per i lavoratori autonomi disabili.

Jobs act del lavoro autonomo, tutela dei rischi

Il Governo dovrà inoltre dotarsi entro un anno di Decreti inerenti alla Tutela e Sicurezza della Salute anche per i lavoratori autonomi in studi professionali. Ciò forse eviterà le attuali manleve poste dai committenti sugli infortuni avvenuti nei propri studi o presso propri clienti.

Testo della LEGGE 22 maggio 2017, n. 81

Fonte: https://www.lavoroediritti.com/guide/jobs-act-del-lavoro-autonomo-testo-legge-gazzetta#ixzz4kel77ef0