L’OSSERVATORE ROMANO
THE TIMES
Giornate internazionali di informazione previdenziale: calendario 2024
Pubblicazione: 7 dicembre 2023
L’INPS organizza le Giornate internazionali di informazione previdenziale in collaborazione con le istituzioni tedesche (DRV – Deutsche Rentenversicherung), austriache (PV – Pensionsversicherung) e svizzere (UCC – Ufficio Centrale di Compensazione).
Questa iniziativa ha lo scopo di fornire consulenze specialistiche integrate agli assicurati comuni in merito ai requisiti richiesti per il conseguimento delle prestazioni, grazie alla partecipazione di funzionari dell’INPS e degli enti previdenziali esteri.
Il messaggio 7 dicembre 2023, n. 4390 fornisce il dettaglio delle attività svolte nel 2023 e il calendario degli eventi del 2024, con le sedi italiane ed estere interessate.
Prestazioni occasionali: come usare il portafoglio elettronico
Pubblicazione: 7 dicembre 2023
Per ricorrere al Libretto famiglia o al contratto di prestazione occasionale, è necessario che l’utilizzatore alimenti il proprio portafoglio telematico attraverso il versamento di una somma destinata a finanziare il compenso al prestatore, l’assicurazione sociale e i costi di gestione delle attività.
L’utilizzatore può effettuare il versamento delle somme usando il modello F24, Elementi identificativi (ELIDE) o il Portale dei Pagamenti, accedendo con la propria identità digitale (SPID almeno di livello 2, CIE, CNS).
Il messaggio 6 dicembre 2023, n. 4380 specifica nel dettaglio le modalità di alimentazione del portafoglio elettronico per il Libretto famiglia e il contratto di prestazione occasionale.
Il messaggio informa, inoltre, che da dicembre sono attive, sull’app IO e su MyINPS, le notifiche delle comunicazioni destinate agli utilizzatori del Libretto famiglia e ai relativi prestatori.
Albero
CHE GUEVARA
SAN SIRO DI PAVIA
San Siro di Pavia

Pavia, Castel Mella, Soresina, Misinto, Godiasco Salice Terme, Sospiro, Paruzzaro, San Siro, Castelletto Monferrato, Grandola ed Uniti >>> altri comuni

Per dodici lustri S. Siro profuse il suo zelo per il suo popolo e potè chiudere lieto gli occhi al tempo, nonagenario, avendo fatto piegare alla croce migliaia d’infedeli.
MASSIMA. Beata l’anima che ascolta il Signore che le parla, e dalle sue labbra riceve la parola di conforto! Imitazione di Gesù Cristo.
PRATICA. Siate avido in questo mese d’ascoltare la parola di Dio, e pregate S. Siro, vostro protettore, a farla fruttificare nel vostro cuore.
Della parola tua fa, Dio, che tutto lo serbi in mente, e ne riporti il frutto.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Pavia, san Siro, primo vescovo della città.
Domande Frequenti
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Quando si festeggia San Siro di Pavia?
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Quando nacque San Siro di Pavia?
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Dove nacque San Siro di Pavia?
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Quando morì San Siro di Pavia?
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Dove morì San Siro di Pavia?
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Di quali comuni è patrono San Siro di Pavia?
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VescovoS. Siro della Palestina, era stato ammaestrato e innalzato a ministro del Signore dai discepoli degli Apostoli. Preso seco il santo giovane luvenzio, mosse per l’Italia, evangelizzando ovunque, e sostò…

Traslazione della Santa CasaLa traslazione della Santa Casa di Nazareth dalla Palestina alla città marchigiana di Loreto.

DomenicanoMartino fu il primo mulatto a essere riconosciuto dalla Chiesa per la sua eroica virtù cristiana. Nato a Lima in Perù il 9 dicembre 1575, era figlio naturale di don Juan de Porres, un hidalgo spagnolo…
Nostra Signore di Guadalupe, secondo il tuo messaggio in Messico, io ti venero come ” la Vergine Madre del vero Dio per quelli cui vivono, il Creatore di tutto il mondo, del cielo e della terra.” Nello…
Vergine Lauretana, nel salutarti con filiale devozione amo ripetere le parole dell’Arcangelo Gabriele ed anche le tue: “Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con Te». “Grandi cose ha compiuto in me…
O gloriosa Santa Lucia, che fin dalla vostra prima età corrispondeste docilmente all’educazione cristiana, che vi diede la piissima madre vostra, otteneteci di apprezzare, fra le tenebre dell’attuale…
I. Cortesissimo Iddio, fu pur tenero e sollecito l’amore che voi dimostraste a Giovanni ancor fanciullino, quando sfortunatamente caduto in profondissima fossa, gli spediste la stessa vostra madre a stendergli…
Immacolata
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Sicilia, Torre del Greco, Bitonto, Rende, Montebelluna, Carmagnola, Floridia, Cassano d’Adda, Terzigno, Cefalù >>> altri comuni

Siccome gli avvenimenti dell’Antico Testamento erano figura di quanto doveva realizzarsi nel Nuovo, così in molti è adombrata l’Immacolata: nel roveto ardente che arde e non si consuma; nel vello di Gedeone, ma specialmente nell’Albero di Jesse da cui doveva germogliare il fiore nazareno. Isaia, capitolo 11, versetto 1: «Un germoglio (naszar) spunterà dal tronco di Jesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici, su di Lui si poserà lo Spirito del Signore».

Fin dai primi tempi della Chiesa si è sempre venerata l’Immacolata Concezione di Maria, ma non era ancora un dogma. Finalmente, il 2 febbraio 1849, il Pontefice Pio IX, ispirato da Dio e dalla Vergine, rispondendo alle insistenze dei vescovi e dei fedeli, inviò ai medesimi una lettera enciclica per domandare il parere di ciascuno riguardo all’Immacolata. La quasi totalità rispose esprimendo il desiderio vivissimo proprio e dei popoli, di veder presto proclamato quel dogma.
A questi voti Pio IX aggiunse la sua parola infallibile e l’8 dicembre 1854, alla presenza di tutta la corte pontificia e gran numero di vescovi e cardinali, definiva come dogma di fede la verità della Concezione Immacolata di Maria.
Questa proclamazione fu accolta con giubilo ed entusiasmo grandissimo da tutto il mondo, ed è senza dubbio una delle gemme più belle e fulgenti della corona di Maria. Se incomparabile è la sua divina maternità unita alla verginità più illibata, è tuttavia grazia e dono richiesto da quella dignità, l’essere concepita senza macchia originale. Era infatti necessario che per essere il Figlio di Maria senza macchia, senza macchia fosse anche la Madre.

In Ariano di Puglia nel 1823 due padri predicatori, esorcizzando un fanciullo illetterato di 12 anni, gli imposero di provare teologicamente il dogma dell’Immacolata con un sonetto a rima obbligata. L’ossesso prontamente improvvisò il sonetto di cui i versi sono:
e son Figlia di Lui benché Sua Madre.
Ab aeterno nacqu’Egli, ed è mio Figlio.
Nel tempo io nacqui e pur gli son Madre.
Egli è mio Creator ed è mio Figlio,
son io sua creatura e gli son Madre;
fu prodigio divin l’esser mio Figlio
un Dio eterno e me aver per Madre.
L’esser quasi è comun tra Madre e Figlio
perché l’esser dal Figlio ebbe la Madre
e l’esser dalla Madre ebbe anche il Figlio.
Or, se l’esser dal Figlio ebbe la Madre
o s’ha da dir che fu macchiato il Figlio,
o senza macchia s’ha da dir la Madre.

Pio IX al leggere questi bei versi, pianse di commozione! A suggello poi di questo dogma, e per farci toccar mano l’importanza e la grazia di aver per madre una donna che mai conobbe peccato, la SS. Vergine stessa, l’11 febbraio 1858, appariva a Lourdes, a S. Bernadetta ed affermava: Io sono l’Immacolata Concezione!
PRATICA. – Confessiamoci spesso e con le dovute disposizioni.
PREGHIERA. Dio, che mirabilmente hai preservato Madre del tuo Unigenito dalla colpa originale fin dalla sua concezione, fa’ che, muniti della sua intercessione, con cuore puro celebriamo la sua festività.
MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità dell’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria, che veramente piena di grazia e benedetta tra le donne, in vista della nascita e della morte salvifica del Figlio di Dio, fu sin dal primo momento della sua concezione, per singolare privilegio di Dio, preservata immune da ogni macchia della colpa originale, come solennemente definito da papa Pio IX, sulla base di una dottrina di antica tradizione, come dogma di fede, proprio nel giorno che oggi ricorre.
SUPPLICA A MARIA IMMACOLATA

O Maria, Vergine Immacolata, in quest’ora di pericolo e di angoscia, Tu sei, dopo Gesù, il nostro rifugio e la nostra suprema speranza. Salve, o Regina, Madre di Misericordia, nostra vita, nostra dolcezza, nostra consolazione e nostra speranza! Noi gridiamo a Te che sei dolce per chi ti ama, ma terribile contro il demonio come un esercito schierato in campo. Ti supplichiamo di distogliere dalle nostre iniquità lo sguardo dell’Eterna Giustizia e di rivolgere sopra di noi quello della Divina Misericordia. Un solo sguardo, o celeste Madre, uno sguardo di Gesù, e di Te, e noi saremo salvi! E vani cadranno i disegni dell’empietà che si scioglieranno come cera al fuoco! Esaudisci tanti voti e tante preghiere! Non dire che non lo puoi, o Maria, perché la tua intercessione è onnipotente sul Cuore del tuo Divin Figlio, ed Egli non ti sa nulla rifiutare. Non dire che non lo vuoi, perché Tu sei la nostra Madre, e il tuo Cuore deve commuoversi ai mali dei tuoi figli. Poiché dunque lo puoi e senza dubbio lo vuoi, accorri in nostro soccorso! Deh! salvaci, non lasciar perire coloro che in Te pongono la loro fiducia, e non Ti domandano se non quello che tu stessa tanto desideri: Il Regno del tuo Figlio sull’universo intero e in tutti i cuori. Mai si è udito dire che alcuno abbia ricorso al Tuo patrocinio e sia stato abbandonato. Prega dunque per la nostra patria che Ti ama! Presentati a Gesù, ricordagli il Tuo amore, le tue lacrime, i tuoi dolori: Betlemme, Nazaret, il Calvario; supplica per noi e ottieni la salvezza del tuo popolo! O Maria, per il dolore del Tuo Cuore quando incontrasti Gesù coperto di sangue e di ferite sulla via del Calvario, Abbi pietà di noi!
O Maria, per l’amore che invase il tuo Cuore, quando ai piedi della Croce di Gesù ci fosti data per Madre, Abbi pietà di noi!
O Maria, per il dolore del Tuo Cuore alla vista del tuo Figlio diletto morente sulla Croce fra i più atroci tormenti, Abbi pietà di noi!
O Maria, per il dolore del Tuo Cuore quando il Cuore di Gesù fu trafitto dalla lancia, Abbi pietà di noi!
O Maria, per le Tue lacrime, per i Tuoi dolori, per il Tuo Cuore di Madre, Abbi pietà di noi!
AUDIO-VIDEO
Alcune dedicazioni a Maria Immacolata
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La purezza dal peccato originaleNel paradiso terrestre Iddio Padre, nell’atto di scacciare Eva, preannunzió la nascita di una donna che avrebbe schiacciato la testa al serpente e colla sua concezione senza macchia avrebbe riparato i…

VescovoS. Siro della Palestina, era stato ammaestrato e innalzato a ministro del Signore dai discepoli degli Apostoli. Preso seco il santo giovane luvenzio, mosse per l’Italia, evangelizzando ovunque, e sostò…

MartireUno dei più instancabili missionari francesi in Cina durante il XVIII e XIX secolo, Gabriele nacque a Lezoux, a oriente di Clermont-Ferrand, l’8 dicembre 1750, studiò per il sacerdozio al seminario di…
Nostra Signore di Guadalupe, secondo il tuo messaggio in Messico, io ti venero come ” la Vergine Madre del vero Dio per quelli cui vivono, il Creatore di tutto il mondo, del cielo e della terra.” Nello…
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il manifesto
“Marcia dei quarantamila”: l’inizio di una nuova stagione
“Marcia dei quarantamila”: l’inizio di una nuova stagione

A Torino, il 14 ottobre del 1980, alcune migliaia di quadri, impiegati della FIAT, ma anche artigiani, commercianti e piccoli industriali, dopo un’assemblea al teatro Nuovo, sfilano per le vie della città, con slogan e cartelli di forte polemica contro gli operai in sciopero alla FIAT da 35 giorni e i sindacati che avevano organizzato, per impedire sul nascere tentativi di crumiraggio, il blocco dei cancelli di Mirafiori e rigidi picchetti a tutti gli ingressi. Al vertice della FIAT, nel mese di luglio di quell’anno, Umberto Agnelli si era dimesso e Cesare Romiti era divenuto l’amministratore delegato unico della grande azienda torinese, teorizzando e praticando una linea dura nelle relazioni industriali: nell’ottobre del 1979 ben 61 operai sono licenziati, sulla base di accuse rivelatisi senza fondamento, per delle violenze commesse in fabbrica e per connivenze con il terrorismo. In questo clima di forte tensione la direzione Fiat preannuncia, all’inizio di settembre, la cassa integrazione per 24 mila dipendenti e, dopo una inutile trattativa, l’11 settembre, comunica il licenziamento di ben 14.469 operai. Immediata è la proclamazione dello sciopero che ha una risonanza nazionale. Persino il sempre misurato segretario del Partico comunista, Enrico Berlinguer, in un comizio volante davanti ai cancelli, promette il sostegno pieno anche nel caso il Consiglio di fabbrica decida l’occupazione della fabbrica.
A seguito anche dell’intervento dei sindacati confederali, i licenziamenti sono sospesi ma si attuano massicci provvedimenti di messa in cassa integrazione a zero ore in tutti gli stabilimenti Fiat: oltre 20 mila, più numerosi prepensionamenti. A farne le spese sono in forma selettiva i delegati e i militanti sindacali.
Questa è la premessa della “marcia dei quarantamila” del 14 ottobre. Per il vero i partecipanti furono ben lontani da questa cifra: solo 12 mila secondo i dati forniti dalla Questura di Torino, ma il numero fu enfatizzato, paradossalmente, sia da cesare Romiti che dal segretario della CGIL, Luciano Lama e così la cifra dei 40 mila è passata alla cronaca e alla storia.
Nella lunga vertenza i sindacati sembravano avere ancora la forza contrattuale acquisita nella stagione dell’autunno caldo ma la marcia dei quarantamila, quale che sia stato il numero vero dei partecipanti, fu interpretata e sfruttata immediatamente dalla direzione FIAT, di certo non estranea alla sua ideazione, per imporre ai sindacati un accordo che prevedeva la messa in cassa integrazione a zero ore per 23 mila dipendenti, che, di fatto, fu il preludio dei futuri licenziamenti. I 35 giorni della lunga vertenza finiscono con la netta sconfitta del sindacato. Gran parte dei cassaintegrati finirono per essere espulsi dal ciclo produttivo e si ebbero persino, nei quattro anni successivi, ben 149 suicidi tra di essi.
La marcia dei quarantamila chiuse un periodo di fuoco seguito alla crisi congiunturale del settore auto e quella di Fiat in particolare, derivanti in parte dalle crisi energetiche del decennio precedente e dal cambio degli scenari produttivi. Dopo mesi segnati da forti scontri tra azienda e sindacati, il corteo di capi e impiegati invertì gli equilibri e condusse alla firma di un accordo la notte immediatamente successiva, che si risolse in una sorta di resa incondizionata all’azienda. Sono messi in cassa integrazione a zero ore, preludio del licenziamento, 23 mila persone. A Torino, solo due anni dopo, chiude per assumere in futuro nuove funzioni, persino lo stabilimento simbolo della FIAT, il Lingotto.
Paul Ginsborg nella sua nota “Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi” (Einaudi 1989) ha scritto che la marcia dei quarantamila rappresentò “la fine di un’epoca”. Fu un evento periodizzante: nel breve periodo pose fine alla dura vertenza sindacale iniziata 35 giorni prima, facendo trionfare la strategia FIAT di contenere i costi con una drastica riduzione della manodopera; In effetti essa, nel medio periodo costituì la fine della lunga stagione dell’autunno caldo, iniziata con i grandi movimenti sociali del 1968-1969, nella quale si ebbero grandi conquiste salariali e normative del mondo del lavoro. Nel lungo periodo può essere interpretata come un segnale e un simbolo della crisi dell’età del Fordismo: grandi fabbriche, grandi concentrazioni di operai-massa, diffusa sindacalizzazione e forte potere contrattuale e anche, a beneficio della collettività nel suo insieme, affermazione del Welfare State e dei diritti sociali.
Lo storico torinese, Giovanni De Luna, ha dedicato all’evento una stimolante monografia; “La marcia dei quarantamila: come finisce il Novecento” (Feltrinelli 2020). Ragionando sul valore simbolico di quella vicenda, a suo pare, dalla fine degli anni Settanta, con il tramonto della fabbrica e l’esaurirsi del conflitto sociale, la società italiana, come si arguisce dal titolo del suo libro, ne esca trasformata – e non in meglio – e fuoriesce dal Novecento.
Si chiude un ciclo politico e sociale durato oltre un trentennio e s’inaugura una stagione segnata da una nuova antropologia degli italiani, da una nuova realtà produttiva, da una nuova configurazione culturale: l’operaio-massa, il protagonista indiscusso delle lotte e delle conquiste degli anni Settanta, esce di scena; al suo posto si affermano nuove appartenenze sociali basate sulla corsa al benessere individuale o di casta, coagulate attorno alle categorie del mercato, con un indubbio affievolirsi dei valori della partecipazione e della solidarietà.
In forma letteraria è la conclusione del romanzo di Cristiano Ferrarese, “Quarantamila” (Scrittura Pura, 2022), che ripercorre quelle vicende, avendo come protagonisti il giovane operaio Josif, il padre in sciopero, la fidanzata commessa ma anche, per avere più punti di vista, il signor Luigi, che è poi Luigi Arisio, il caporeparto che organizzo la marcia.
Scrive Ferrarese: “La classe operaia ha perso, la Fiat ha vinto con il supporto della classe media e della maggioranza silenziosa. Non credo potesse andare diversamente – conclude – forse la sconfitta avrebbe potuto esser meno dolorosa, ma alla fine a pagarla non sono stati solo gli operai, ma anche molti di quelli che parteciparono alla Marcia del Quarantamila”.