Archivio mensile:dicembre 2021

Legge di bilancio 2022: le principali novità su bonus edilizi e agevolazioni casa

Legge di bilancio 2022: le principali novità su bonus edilizi e agevolazioni casa

Nella Legge di bilancio 2022 sono prorogati tutti i bonus edilizi ad oggi in vigore. Scopri le nuove scadenze del superbonus 110.

Legge di bilancio 2022

Fiducia alla Camera sulla Legge di Bilancio 2022, il testo finale della Manovra resta quello approvato in Senato. Proroga del superbonus per tutto il 2022 per i lavori effettuati su edifici e villette unifamiliari; proroga fino al 2025 se i lavori riguardano edifici condominiali. Bonus ristrutturazione, ecobonus, sisma bonus fino al 31 dicembre 2024.  Il bonus facciate riguarderà le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022. Tuttavia la detrazione scenderà dal 90% al 60%.

Queste in sintesi le novità contenute in materia di bonus edilizi nella Manovra 2022, approvata definitivamente e prossima alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Dunque, un bel sospiro di sollievo soprattutto per i proprietari di edifici e villette unifamiliari che hanno ben accolto la proroga di 6 mesi, con l’annullamento del requisito ISEE e della presentazione della CILA alla data del 30 settembre 2o21. Di fatti si tratta di una proroga quasi senza condizioni particolari da rispettare salvo quanto vedremo a breve.

Vediamo quindi una breve rassegna delle principali novità su bonus edilizi e agevolazioni casa presenti nel testo definitivo.

Legge di Bilancio 2022, proroga superbonus 110

La Legge di bilancio 2022 proroga il superbonus 110% e la proroga è più o meno ampia a seconda del soggetto che esegue i lavori e dell’immobile oggetto degli stessi.

Nello specifico, per gli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche (al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione) con riferimento agli interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche, compresi quelli effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all’interno dello stesso condominio o dello stesso edificio, nonché quelli effettuati su edifici oggetto di demolizione e ricostruzione, la detrazione spetta anche per le spese sostenute (Fonte dossier ufficiale Camera dei Deputati) entro il 31 dicembre 2025.

Di anno in anno, è prevista una riduzione dell’aliquota iniziale del 110%.

Nello specifico, il superbonus spetterà nella misura:

  • del 110% per le spese sostenute (o con fattura emessa per sconto/cessione) entro il 31 dicembre 2023;
  • del 70% per quelle sostenute nell’anno 2024;
  • 65% per quelle sostenute nell’anno 2025.

La proroga si estende anche alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, alle organizzazioni di volontariato iscritte nei registri e alle associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale e nei registri regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano.

Proroga per gli IACP

Per gli interventi effettuati dagli istituti autonomi case popolari (IACP) (interventi realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica), compresi quelli effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all’interno dello stesso edificio, nonché dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa (interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci) la proroga arriva fino al 31 dicembre 2023.

A condizione che, alla data del 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60 per cento dell’intervento complessivo.

In tale caso, si dovrebbe trattare di una conferma di quanto già in vigore per gli IACP.

Superbonus 110% edifici e villette unifamiliari

Buone nuove per gli interventi superbonus 110 su edifici e villette unifamiliari. Per tali interventi è prevista la proroga dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre dello stesso anno.

Infatti, per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche, l’agevolazione fiscale spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 a condizione che alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo.

Difatti,  per beneficiare della proroga dal 30 giungo 2022 al 31 dicembre 2022,  viene meno sia il limite ISEE di 25.000 euro sia la condizione in base alla quale, entro il 30 settembre 2021 andava presentata la SCIA superbonus.

Proroga anche per i lavori trainati

Le suddette proroghe operano anche per gli interventi trainati. Nel testo iniziale della Legge di bilancio c’era un disallineamento tra le proroghe previste per gli interventi principali e quelle disposte per gli interventi secondari. Rispettivamente interventi trainanti e trainati.

Nello specifico, sono prorogati quali interventi trainati:

  • gli altri interventi di efficienza energetica previsti dall’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63;
  • gli interventi finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi, alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia adatto a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap in situazione di gravità (articolo 16-bis, comma 1, lettera e), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917);
  • interventi previsti per la realizzazione di sistemi di monitoraggio strutturale continuo a fini antisismici;
  • l’installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica su edifici ovvero di impianti solari fotovoltaici su strutture pertinenziali agli edifici;
  • installazione contestuale o successiva di sistemi di accumulo integrati negli impianti solari fotovoltaici agevolati.

La proroga riguarda anche l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

E’ altresì prorogata la possibilità di optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito pari alla detrazione spettante al contribuente.

Legge di Bilancio 2022, novità bonus facciate

Fortemente ridimensionato dalla Legge di bilancio 2022 è il c.d bonus facciate.

Il bonus spetterà anche per le spese sostenute nel 2022. Tuttavia la detrazione scende dal 90% al 60%. Difatti si tratta di un taglio piuttosto importante.

La Manovra conferma che sono ammessi al beneficio esclusivamente gli interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna. Il bonus non spetta, invece, per gli interventi effettuati sulle facciate interne dell’edificio, se non visibili dalla strada o da suolo ad uso pubblico.

Legge di Bilancio 2022, bonus ristrutturazione, bonus mobili  ed ecobonus

La Legge di bilancio 2022  proroga fino al 31 dicembre 2024 delle detrazioni spettanti per le spese sostenute per:

  • interventi di efficienza energetica,
  • di ristrutturazione edilizia,
  • nonché per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici (c.d bonus mobili).

Per il bonus mobili il limite di spesa 2021 pari a 16.000 euro passa a: 10.000 euro per l’anno 2022 e 5.000 euro per gli anni 2023 e 2024.

Legge di Bilancio 2022, bonus verde

Anche il bonus verde è oggetto di proroga.

Nello specifico, la proroga copre le spese sostenute fino al 31 dicembre 2024. Rimane agevolata  la sistemazione a verde di aree scoperte di immobili privati a uso abitativo. L’agevolazione consiste nella detrazione dall’imposta lorda del 36 per cento della spesa sostenuta, nel limite di spesa di 5.000 euro annui.

La detrazione massima è pari a 1800 euro.

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Assegno unico, importi e tabelle ISEE 2022: pronto il calcolatore dell’INPS

Assegno unico, importi e tabelle ISEE 2022: pronto il calcolatore dell’INPS

Dal 2022 entrerà in vigore l’assegno unico universale per famiglie con figli. Ecco gli importi e le tabelle ISEE per vedere quanto spetta.

Assegno unico, importi e tabelle ISEE 2022

Assegno unico, importi e tabelle ISEE 2022: l’INPS ha rilasciato sul proprio portale un ottimo calcolatore per ottenere la simulazione degli importi spettanti in base ai propri requisiti. Dal primo gennaio 2022, come noto, sarà possibile richiedere gli assegni unici per i figli per poi ottenere materialmente l’importo dal 1° marzo 2022. Si tratta, lo ricordiamo ancora una volta, di un beneficio economico riconosciuto ai nuclei familiari in cui sono presenti figli a carico entro determinati limiti di età, sulla base della situazione economica del nucleo fotografata dall’Isee in corso di validità. L’importo, come vedremo in seguito, non è fisso ma varia in base a diversi fattori quali: il reddito ISEE e l’età dei figli.

Dunque, in vista dell’avvicinarsi del nuovo anno, risulta di fondamentale importanza capire se una volta presentata la DSU ISEE, è possibile fare domanda di Assegno unico universale e quanto spetta. Vediamo tutte i dettagli su importi e tabelle ISEE 2022 relativi all’assegno unico per i figli.

Assegno unico, importi

L’importo dell’assegno unico è pari a:

  • 175 euro per figli minorenni, con un ISEE 2022 fino a 15.000 euro. Se l’Isee è più alto, l’assegno si riduce progressivamente fino a 50 euro;
  • 85 euro per i figli maggiorenni fino ai 21 anni di età, con un Isee 2022 fino a 15.000 euro e con riduzione graduale con un Isee superiore, fino a 25 euro.

Quindi, secondo lo schema presente nel testo del decreto l’erogazione mensile avrà un importo minimo di 25 euro, che aumenterà via via in base alla fascia ISEE a cui si appartiene, ma anche in base ad altre condizioni familiari: disabilità, madri giovani, ecc, fino alla somma massima di 175 euro mensili.

I 175 euro pieni andranno ai nuclei con figli con ISEE basso fino a 15 mila euro. Al di sopra di questa fascia l’importo scenderà progressivamente fino all’importo minimo di 50 euro per ISEE sopra i 40.000 euro.

Ma vediamo di seguito quali sono queste fasce ISEE e gli importi corrispondenti.

Assegno unico, tabelle ISEE

L’importo dell’assegno unico universale, come appena affermato, dipende dal reddito ISEE. Dunque, in attesa di conoscere in dettaglio tutti gli scaglioni ISEE previsti dalla normativa, di certo sappiamo che saranno presenti sicuramente 3 fasce:

  • prima fascia: ISEE fino a 15.000 euro;
  • seconda fascia: ISEE fino a 40.000 euro;
  • terza fascia: ISEE oltre i 40.000 euro

Assegno Unico ISEE fino a 15.000 euro

Per le famiglie italiane con ISEE fino a 15.000 euro l’importo dell’assegno è pari a:

  • 175 euro mensili per il primo e secondo figlio;
  • 85 euro mensili per figli da 18 a 21 anni a carico;
  • 85 euro mensili dal terzo figlio in poi;
  • 250 euro mensili per famiglie con 4 figli o più.

Assegno Unico ISEE oltre a 40.000 euro

Per le famiglie italiane con ISEE oltre a 40.000 euro l’importo dell’assegno è pari a:

  • 50 euro mensili per il primo e secondo figlio;
  • 25 euro mensili per figli da 18 a 21 anni a carico;
  • 15 euro mensili dal terzo figlio in poi;
  • 100 euro mensili per famiglie con 4 figli o più.

Importi assegno unico figli: le maggiorazioni

Oltre ai predetti importi è possibile godere delle maggiorazioni in base ad alcune condizioni dei nuclei familiari beneficiari, come ad esempio

  • numero di figli;
  • presenza di disabili in famiglia;
  • reddito e lavoro di entrambi i genitori;
  • madri giovani under 21.

Per le famiglie numerose:

  • a partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee;
  • viene introdotta “maggiorazione forfettaria” di 100 euro al mese per i nuclei “con 4 o più figli”

Inoltrese entrambi i genitori lavorano verrà previste una ulteriore maggiorazione: l’importo aggiuntivo al normale assegno sarà di 30 euro massimi per ciascun figlio, che decresceranno all’aumentare dell’ISEE. Al raggiungimento della Fascia ISEE 40 mila euro si azzerano.

Da specificare, altresì, che a prescindere invece dalla fascia ISEE dimostrata, l’assegno aumenterà di altri 20 euro al mese per ciascun figlio per le mamme under 21. Queste giovani madri non dovranno quindi dimostrare di appartenere a nessuno scaglione.

Assegno Unico con figli disabili

Infine, si rammenta che l’assegno è riconosciuto senza limiti di età per ciascun figlio con disabilità. In presenza di un figlio disabile, le famiglie riceveranno una somma più alta, che a sua volta dipende se il disabile è minorenne o maggiorenne

Nel primo caso, verranno erogati:

  • 105 euro al mese in più “in caso di non autosufficienza”,
  • 95 euro al mese in più “in caso di disabilità grave”
  • 85 euro in più “in caso di disabilità media”.

In caso di figli disabili maggiorenni verranno erogati:

  • 50 euro al mese in più per figli disabili maggiorenni fino a 21 anni;
  • il normale assegno in base alla fascia ISEE per figli disabili maggiorenni oltre i 21 anni di età: con Isee fino a 15mila euro si avrà un assegno di 85 euro al mese, che si ridurrà fino a 25 euro per Isee pari o superiore a 40mila euro.

Calcolo Assegno Unico, pronto lo strumento gratuito dell’INPS

L’INPS ha reso disponibile online sul proprio sito il simulatore dell’Assegno unico e universale.

Il calcolatore permette agli interessati di simulare l’importo mensile della nuova prestazione di sostegno per i figli a carico. Il servizio è accessibile liberamente, senza bisogno di accedere con credenziali SPID o altro, ed è consultabile da qualunque dispositivo mobile o fisso.

Il servizio è raggiungibile da qui

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Pensioni anticipate nel 2022: Quota 102, opzione donna e Ape sociale

Pensioni anticipate nel 2022: Quota 102, opzione donna e Ape sociale

La riforma pensioni sarà argomento clou del 2022: ecco come andare in pensione in anticipo con Quota 102, opzione donna e Ape sociale

Pensioni anticipate nel 2022, vediamo come funzionano Quota 102, opzione donna e Ape sociale. Nel corso del prossimo anno, il Governo sarà chiamato a mettere in atto una serie di riforme strutturali, che serviranno a modernizzare il paese, nell’ottica della piena attuazione del PNRR. Tra esse, primario rilievo ha la riforma pensioni, la quale di fatto muoverà i primi passi a breve, con il superamento di Quota 100, in data 31 dicembre 2021. Dal primo gennaio ecco il meccanismo – della durata pari a 12 mesi in totale – denominato Quota 102: il pensionamento sarà anticipabile con 64 anni d’età e 38 anni di contributi pagati.

Da sottolineare che, attualmente, si tratta della sola vera novità sostanziale in campo previdenziale, ma è scontato che nel 2022 la riforma pensioni si svilupperà su più fronti, al fine di ridisegnare il mondo della previdenza in Italia. Rimangono pressoché invariate opzione donna e Ape Sociale (o APE rafforzata).

Vediamo allora qualche dettaglio in più sulla situazione attuale.

Pensioni anticipate nel 2022: Quota 102 operativa per un solo anno?

Punto di riferimento e bussola di orientamento, per capire quali tratti assumerà la riforma pensioni 2022, è rappresentato dalla legge di Bilancio, prossima all’approvazione finale. E comunque entro il 31 di questo mese, onde evitare quel che in gergo è chiamato ‘esercizio provvisorio’.

La manovra, in particolare, prevede una cifra superiore ai 600 milioni in favore della previdenza, ma è pur vero che ciò non basta. Prosegue infatti il dibattito legato alla ‘fisionomia’ da dare alla riforma pensioni 2022. Il confronto attiene ad istituti come l’Ape sociale ‘rafforzata’ o ad opzione donna, prorogata di un anno. Ma Governo, partiti e sindacati già discutono altresì su nuove possibilità di uscita dal lavoro. Il cantiere è aperto e non sono escluse molte altre novità già a gennaio.

Lo abbiamo accennato: dal primo gennaio 2022 ecco il nuovo regime con Quota 102, che si fonda sui due requisiti sopra richiamati (64 anni di età, 38 di contributi). Essi garantiranno la possibilità di lasciare il lavoro con un certo anticipo rispetto all’età per la pensione di vecchiaia. Si tratta di un istituto applicato solo il prossimo anno, salvo novità. Secondo le stime effettuate dagli uffici del Governo, con Quota 102 andranno in pensione 16.800 lavoratori nel 2022; 23mila nel 2023; 15 mila nel 2024 e 5.500 nel 2025.

Perché avviene ciò? Ebbene, la risposta è semplice: per coloro i quali raggiungeranno i requisiti di accesso a Quota 102 entro il 31 dicembre 2022, è infatti concessa la facoltà di usufruire del regime in un secondo tempo. Sul piano dei costi, ovviamente il Governo ha già stimato una cifra: nel complesso serviranno circa 1,7 miliardi fino al 2025. Mentre, l’assegno pensionistico medio, tramite Quota 102, dovrebbe essere pari a circa 26 mila euro all’anno.

Leggi anche: Legge di Bilancio 2022, Pensioni Quota 102: cos’è e come funziona

Pensioni anticipate nel 2022: Ape sociale ‘rafforzata’

Nel quadro delle regole 2022 in tema di pensioni, abbiamo che l’Ape sociale è prorogata e potenziata. Ricordiamo in sintesi che si tratta di un’indennità per accompagnare alla pensione di anzianità soggetti con requisiti anagrafici e in condizioni svantaggiate. L’Ape sociale, anticipo pensionistico, consiste dunque in un sostegno economico versato dallo Stato, ottenibile attraverso i servizi telematici Inps.

Ebbene, alla luce delle ultime novità sul fronte pensioni, si registra l’ampliamento della platea dei lavoratori ammessi all’anticipo pensionistico, ma per determinate categorie. Requisiti fondamentali sono i seguenti:

  • 63 anni di età;
  • 36 anni di contributi versati (ma 30 se disoccupati, disabili o caregiver).

La misura di accompagnamento alla pensione di anzianità comporta la percezione di un assegno fino a 1500 euro lordi. Il trattamento è ovviamente erogato fino al conseguimento dei normali requisiti di pensionamento. Lo rimarchiamo: sono stati previsti  ulteriori lavori gravosi, che si sommano alle cosiddette attività gravose che già accedono all’Ape.

Leggi anche: Ape Sociale rafforzata nel 2022: nuovi lavori gravosi nella Riforma Pensioni

Pensioni anticipate nel 2022: Opzione donna in legge di Bilancio

Interessante anche quanto previsto nella manovra, in tema di opzione donna. Infatti, le lavoratrici potranno nuovamente andare in pensione prima. Vero è che il provvedimento “Opzione donna” in un primo momento era stato tolto dal testo della legge di Bilancio, ma successivamente riportato nel testo, prossimo ormai all’approvazione finale in Parlamento.

Sostanzialmente, la proroga di opzione donna vale ma senza revisione dei requisiti. In termini pratici, ciò significa che le lavoratrici potranno uscire dal mondo del lavoro anche il prossimo anno, alle seguenti condizioni:

  • 58 anni d’età (59 anni, se autonome);
  • 35 di contributi versati.

Attenzione però: l’assegno pensionistico sarà però calcolato in toto con il metodo contributivo.

Leggi anche: Opzione donna 2022, ultime notizie: requisito anagrafico inalterato. Ecco cosa cambia

Pensioni anticipate nel 2022: conclusioni

Concludendo, vero è che il percorso verso la riforma pensioni che dovrebbe perfezionarsi nel 2023 è appena cominciato. Cgil, Cisl e Uil chiedono di oltrepassare i dettami della legge Fornero con la possibilità di pensionamento anticipato a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi a ogni età. In ogni caso, la volontà è quella di evitare provvedimenti di breve periodo, per orientarsi invece su una vera e propria riforma.

Ma i sindacati, molto attivi, vorrebbero anche l’introduzione di una pensione di garanzia che consenta ai giovani – con notevoli buchi contributivi e carriere discontinue – di ottenere in futuro pensioni dignitose e comunque non al di sotto della soglia di povertà. Insomma, gli argomenti di discussione in vista di una strutturale riforma pensioni, vi sono. Starà al Governo e alle parti sociali riuscire a trovare un compromesso all’interno di un testo condiviso.

Pensioni anticipate nel 2022: Quota 102, opzione donna e Ape sociale

Pensioni anticipate nel 2022: Quota 102, opzione donna e Ape sociale
La riforma pensioni sarà argomento clou del 2022: ecco come andare in pensione in anticipo con Quota 102, opzione donna e Ape sociale

Pensioni anticipate nel 2022, vediamo come funzionano Quota 102, opzione donna e Ape sociale. Nel corso del prossimo anno, il Governo sarà chiamato a mettere in atto una serie di riforme strutturali, che serviranno a modernizzare il paese, nell’ottica della piena attuazione del PNRR. Tra esse, primario rilievo ha la riforma pensioni, la quale di fatto muoverà i primi passi a breve, con il superamento di Quota 100, in data 31 dicembre 2021. Dal primo gennaio ecco il meccanismo – della durata pari a 12 mesi in totale – denominato Quota 102: il pensionamento sarà anticipabile con 64 anni d’età e 38 anni di contributi pagati.

Da sottolineare che, attualmente, si tratta della sola vera novità sostanziale in campo previdenziale, ma è scontato che nel 2022 la riforma pensioni si svilupperà su più fronti, al fine di ridisegnare il mondo della previdenza in Italia. Rimangono pressoché invariate opzione donna e Ape Sociale (o APE rafforzata).

Vediamo allora qualche dettaglio in più sulla situazione attuale.

Pensioni anticipate nel 2022: Quota 102 operativa per un solo anno?

Punto di riferimento e bussola di orientamento, per capire quali tratti assumerà la riforma pensioni 2022, è rappresentato dalla legge di Bilancio, prossima all’approvazione finale. E comunque entro il 31 di questo mese, onde evitare quel che in gergo è chiamato ‘esercizio provvisorio’.

La manovra, in particolare, prevede una cifra superiore ai 600 milioni in favore della previdenza, ma è pur vero che ciò non basta. Prosegue infatti il dibattito legato alla ‘fisionomia’ da dare alla riforma pensioni 2022. Il confronto attiene ad istituti come l’Ape sociale ‘rafforzata’ o ad opzione donna, prorogata di un anno. Ma Governo, partiti e sindacati già discutono altresì su nuove possibilità di uscita dal lavoro. Il cantiere è aperto e non sono escluse molte altre novità già a gennaio.

Lo abbiamo accennato: dal primo gennaio 2022 ecco il nuovo regime con Quota 102, che si fonda sui due requisiti sopra richiamati (64 anni di età, 38 di contributi). Essi garantiranno la possibilità di lasciare il lavoro con un certo anticipo rispetto all’età per la pensione di vecchiaia. Si tratta di un istituto applicato solo il prossimo anno, salvo novità. Secondo le stime effettuate dagli uffici del Governo, con Quota 102 andranno in pensione 16.800 lavoratori nel 2022; 23mila nel 2023; 15 mila nel 2024 e 5.500 nel 2025.

Perché avviene ciò? Ebbene, la risposta è semplice: per coloro i quali raggiungeranno i requisiti di accesso a Quota 102 entro il 31 dicembre 2022, è infatti concessa la facoltà di usufruire del regime in un secondo tempo. Sul piano dei costi, ovviamente il Governo ha già stimato una cifra: nel complesso serviranno circa 1,7 miliardi fino al 2025. Mentre, l’assegno pensionistico medio, tramite Quota 102, dovrebbe essere pari a circa 26 mila euro all’anno.

Leggi anche: Legge di Bilancio 2022, Pensioni Quota 102: cos’è e come funziona

Pensioni anticipate nel 2022: Ape sociale ‘rafforzata’

Nel quadro delle regole 2022 in tema di pensioni, abbiamo che l’Ape sociale è prorogata e potenziata. Ricordiamo in sintesi che si tratta di un’indennità per accompagnare alla pensione di anzianità soggetti con requisiti anagrafici e in condizioni svantaggiate. L’Ape sociale, anticipo pensionistico, consiste dunque in un sostegno economico versato dallo Stato, ottenibile attraverso i servizi telematici Inps.

Ebbene, alla luce delle ultime novità sul fronte pensioni, si registra l’ampliamento della platea dei lavoratori ammessi all’anticipo pensionistico, ma per determinate categorie. Requisiti fondamentali sono i seguenti:

  • 63 anni di età;
  • 36 anni di contributi versati (ma 30 se disoccupati, disabili o caregiver).

La misura di accompagnamento alla pensione di anzianità comporta la percezione di un assegno fino a 1500 euro lordi. Il trattamento è ovviamente erogato fino al conseguimento dei normali requisiti di pensionamento. Lo rimarchiamo: sono stati previsti  ulteriori lavori gravosi, che si sommano alle cosiddette attività gravose che già accedono all’Ape.

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Pensioni anticipate nel 2022: Opzione donna in legge di Bilancio

Interessante anche quanto previsto nella manovra, in tema di opzione donna. Infatti, le lavoratrici potranno nuovamente andare in pensione prima. Vero è che il provvedimento “Opzione donna” in un primo momento era stato tolto dal testo della legge di Bilancio, ma successivamente riportato nel testo, prossimo ormai all’approvazione finale in Parlamento.

Sostanzialmente, la proroga di opzione donna vale ma senza revisione dei requisiti. In termini pratici, ciò significa che le lavoratrici potranno uscire dal mondo del lavoro anche il prossimo anno, alle seguenti condizioni:

  • 58 anni d’età (59 anni, se autonome);
  • 35 di contributi versati.

Attenzione però: l’assegno pensionistico sarà però calcolato in toto con il metodo contributivo.

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Pensioni anticipate nel 2022: conclusioni

Concludendo, vero è che il percorso verso la riforma pensioni che dovrebbe perfezionarsi nel 2023 è appena cominciato. Cgil, Cisl e Uil chiedono di oltrepassare i dettami della legge Fornero con la possibilità di pensionamento anticipato a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi a ogni età. In ogni caso, la volontà è quella di evitare provvedimenti di breve periodo, per orientarsi invece su una vera e propria riforma.

Ma i sindacati, molto attivi, vorrebbero anche l’introduzione di una pensione di garanzia che consenta ai giovani – con notevoli buchi contributivi e carriere discontinue – di ottenere in futuro pensioni dignitose e comunque non al di sotto della soglia di povertà. Insomma, gli argomenti di discussione in vista di una strutturale riforma pensioni, vi sono. Starà al Governo e alle parti sociali riuscire a trovare un compromesso all’interno di un testo condiviso.

Ape Sociale rafforzata nel 2022, nuovi lavori gravosi in Legge di Bilancio

Ape Sociale rafforzata nel 2022, nuovi lavori gravosi in Legge di Bilancio

Ape Sociale rafforzata nel 2022: nella riforma pensioni per il superamento di Quota 100. Elenco l’elenco aggiornato dei nuovi lavori gravosi.

APE sociale rafforzata 2022

Ape Sociale rafforzata nel 2022 è quanto prevede la Legge di Bilancio approvata in via definitiva dal Parlamento. La cosiddetta Super Ape Sociale è una pensione anticipata “Social” e agevolata destinata ad una platea più ampia di lavori gravosi (anche per sostituire Quota 100). Siamo giunti alla fine del 2021 e al termine dell’esperienza di quota 100. Governo, Parlamento e parti Sociali stanno discutendo da molto tempo su quale futuro dare al mondo previdenziale, cercando di individuare i capisaldi di una riforma pensioni davvero strutturale, e che tarda però ad arrivare. Con la Manovra 2022 alle ordinarie uscite dal lavoro (vecchiaia e anticipata) le possibilità di pensioni in anticipo sono Quota 102, Opzione Donna oltre che l’Ape Sociale rafforzata, oggetto di questa guida.

Dal punto di vista pratico, per superare quota 100, che scade alla fine del 2021, si è puntato a rafforzare l’Ape agevolata Sociale oltre allo scalone Quota 102 ma vero è che, per il resto, il ritorno alle regole della Fornero pare davvero all’orizzonte. E su questo ultimo punto, di certo non sono mancate – e non mancheranno – le critiche degli osservatori.

Ecco dunque palesarsi la necessità di una riforma pensioni soft, che sia fronteggiabile a livello di conti pubblici. In particolare, l’obiettivo è quello di allargare e potenziare una misura come la citata Ape Sociale. Vediamo qualche dettaglio in proposito.

Ape Sociale rafforzata nel 2022: platea più ampia di lavoratori coinvolti

La commissione sui quelli che sono chiamati “lavori gravosi” ha chiuso l’istruttoria per rendere più corposo l’elenco delle professioni considerate pesanti e usuranti: in particolare, si passa da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni. I lavori della commissione, istituita nel 2018, ma operativa soltanto dall’ultima primavera, saranno di seguito vagliati e valutati dai ministeri dell’Economia e del Lavoro. Insomma, se è vero che la lista elaborata dalla commissione è un punto di riferimento, è altrettanto vero che sarà l’Esecutivo ad avere l’ultima parola su quali nuove categorie includere.

Detta lista dei lavori gravosi è stata redatta sulla scorta dei criteri INAIL che applicano ai mestieri del mansionario Istat tre indici specifici:

  • frequenza degli infortuni rispetto alla media;
  • numero di giornate medie di assenza per infortunio;
  • numero di giornate medie di assenza per malattia.

La platea di coloro che svolgono lavori gravosi si allargherebbe così a circa mezzo milione di lavoratori.

In sostanza, la riforma pensioni non sarà davvero strutturale – o almeno non lo sarà a breve – ma mirerà piuttosto ad allargare l’Ape Sociale per includere molti lavoratori che non potranno contare sul meccanismo di quota 100, ormai sulla via del tramonto.  La finalità è consentire a più persone di anticipare la pensione – con il mezzo rappresentato dall’indennità ponte “Ape sociale”, al massimo 1.500 euro lordi al mese – a 63 anni con 36 anni di contributi regolarmente versati. Questi ultimi sono infatti i requisiti per l’Ape Sociale. Ma attenzione: ciò a condizione di aver svolto una mansione gravosa per 6 anni negli ultimi 7 o 7 negli ultimi 10.

In altre parole, la volontà del governo attuale è quella di favorire la pensione anticipata al compimento dei 63 anni di età a più soggetti attualmente non ricompresi negli aventi diritto all’Ape Sociale.

Ape Sociale 2022: nuovi lavori gravosi

Nella Legge di Bilancio 2022 trova spazio l’estensione della platea dei lavoratori che compiono “attività gravose”; quindi più soggetti che possono rientrare nell’Ape sociale, il cd. ‘assegno ponte’ dell’Inps – che scatta ed è assegnato al compimento dei 63 anni di età, con almeno 36 anni di contributi, fino al conseguimento della pensione di vecchiaia; oppure fino all’ottenimento della pensione anticipata o di un trattamento comunque anteriore rispetto all’età per la vecchiaia.

Si è andati ben oltre le 15 categorie previste finora (che includono ad es. facchini, operai edili, macchinisti, facchini, addetti alle pulizie): la citata commissione ne ha individuate molte altre, che presentano un indice combinato di malattie professionali e infortuni sopra la media. Tanto da imporre l’inclusione nella categoria ‘lavori usuranti e gravosi’.

Nell’elenco redatto dalla commissione, troviamo lavori del tutto nuovi.

Elenco Lavori Gravosi aggiornato

Ecco di seguito il nuovo elenco aggiornato dei lavori gravosi e delle professioni pesanti in base alla classificazione Istat:

  • Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate
  • Tecnici della salute
  • Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate
  • Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali
  • Operatori della cura estetica
  • Professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati
  • Artigiani, operai specializzati, agricoltori
  • Conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali
  • Operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli
  • Conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati
  • Conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta
  • Operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica
  • Conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque
  • Conduttori di mulini e impastatrici
  • Conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali
  • Operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio
  • Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare
  • Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento
  • Personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci
  • Personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli
  • Portantini e professioni assimilate
  • Professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca
  • Professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni
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TFR e TFS dipendenti pubblici, nuova versione del servizio online INPS Rilasciata una

TFR e TFS dipendenti pubblici, nuova versione del servizio online INPS

Rilasciata una nuova versione dell’applicativo “Comunicazione Cessazione TFS” per il TFR e TFS dipendenti pubblici. I dettagli.

TFR e TFS dipendenti pubblici

TFR e TFS dipendenti pubblici, nuova versione del servizio online INPS. Rilasciata, a decorrere dal 27 dicembre 2021, una nuova versione dell’applicativo “Comunicazione Cessazione TFS”.

Il nuovo servizio consentirà di

  1. velocizzare,
  2. semplificare
  3. e guidare la compilazione

del modello telematico di comunicazione di cessazione ai fini del TFS da parte degli operatori delle pubbliche Amministrazioni e degli Enti datori di lavoro.

A specificarlo è l’INPS con il Messaggio n. 4676 del 27 dicembre 2021, illustrando le modifiche che caratterizzano la nuova versione dell’applicativo.

TFR e TFS dipendenti pubblici, comunicazione online: compilazione delle sezioni

Con riguardo alla compilazione del nuovo modello:

  • Sezione “Recapiti Titolare”: in conformità alle direttive sulla privacy per quanto attiene ai contatti telematici degli iscritti, non è più presente la sezione che contiene il recapito del titolare;
  • Sezione “Ulteriori Recapiti dell’Amministrazione”: le informazioni inerenti ai recapiti dell’Amministrazione datrice di lavoro dell’iscritto vengono recuperate dall’Anagrafica Persone Giuridiche dell’Istituto; pertanto, i relativi dati sono esposti in sola visualizzazione e non sono più modificabili da parte dell’operatore dell’Ente.

Il sistema consente l’inserimento dell’informazione relativa al recapito telefonico dell’Amministrazione soltanto nel caso in cui tale informazione non sia presente nell’Anagrafica Persona Giuridica. A tale proposito, si ricorda che i contatti relativi alle Amministrazioni devono essere comunicati e/o aggiornati sull’Anagrafica Persone Giuridiche dell’Istituto. In particolare, bisogna inviare un’apposita comunicazione all’indirizzo di posta elettronica gestionepersgiuridichegdp@inps.it indicando:

  • il codice fiscale dell’Ente;
  • la denominazione;
  • l’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC);
  • il recapito telefonico.

TFR e TFS dipendenti pubblici: compilazione Folder “Dati TFS”

In fase di compilazione della comunicazione di cessazione ai fini del TFS, a livello del Folder “Dati TFS”, il sistema consente di proseguire la compilazione, solo se l’Ultimo Miglio (UM) TFS è certificato. In caso contrario, la procedura visualizzerà il seguente messaggio bloccante:

  • “Per proseguire con la compilazione è necessario chiudere il processo di certificazione dell’ UM TFS”.

Al fine di guidare l’operatore dell’Ente nella compilazione nel Folder “Dati TFS” si trovano ora le seguenti note informative:

  • Sezione “dati UM TFS”: “Nel caso in cui i dati dell’UM TFS (Dati TFS e/o Voci Retributive) risultano errati e/o non congruenti è necessario modificare l’UM TFS precedentemente inserito su Nuova Passweb. Si ricorda che per procedere con la compilazione, l’UM TFS deve essere CERTIFICATO”;
  • Sezione “Selezione della tipologia di domanda”: “Attenzione: Per le sole variazioni economiche e/o giuridiche è sufficiente modificare le informazioni sull’UM TFS e non è necessario inviare una domanda di tipo riliquidazione.

TFR e TFS dipendenti pubblici, “Riliquidazione”

In fase di selezione del check “Riliquidazione”, c’è ora il controllo che consente la compilazione e l’invio di un modello di riliquidazione solamente se la pratica relativa alla prima liquidazione (e riferita allo stesso periodo) è in pagamento; in caso contrario il sistema visualizzerà il seguente messaggio bloccante:

  • “Non è possibile procedere con l’invio di una domanda di tipo riliquidazione in quanto la pratica di TFS relativa alla 1° liquidazione non è ancora in pagamento. In questo caso è possibile comunicare la variazione dei dati con una nuova domanda di 1° liquidazione, in sostituzione della precedente, consentendo agli operatori di sede di aggiornare i dati direttamente in occasione del primo pagamento”.

Tale controllo non è attivo nei casi di trasmissione di un nuovo modello di tipo “Riliquidazione” successivo a un altro già inviato. In tale fattispecie, infatti, è possibile inoltrare un modello di riliquidazione anche quando la precedente riliquidazione non sia ancora in pagamento, consentendo agli operatori delle Strutture territoriali di annullarne la lavorazione e di acquisire il nuovo modello di riliquidazione.

Inoltre, nei vari Folder di compilazione del modello si introduce il nuovo tasto “VAI ALLA SEZIONE ALLEGATI” che consente agli operatori di velocizzare la compilazione; si può visualizzare  direttamente il Folder “Beneficiari Allegati” per tutte quelle domande che non necessitano dell’inserimento di dati specifici.

Ulteriori implementazioni del servizio TFR e TFS dipendenti pubblici

Al fine di rendere l’applicativo “Comunicazione Cessazione TFS” uno strumento più funzionale per gli Enti datori di lavoro, si apportano le seguenti ulteriori implementazioni:

  • visualizzazione da parte dell’operatore dell’Ente nella Sezione “Modelli inoltrati” dello stato di lavorazione della pratica TFS presso la Struttura territoriale di competenza con esposizione di tale informazione nella nuova colonna “Stato pratica TFS”;
  • pubblicazione nel Cassetto previdenziale di una copia del modello telematico trasmesso dall’Amministrazione;
  • protocollazione sulla sede di competenza dell’iscritto per tutti quei casi in cui la denuncia da parte del datore di lavoro non arrivi opportunamente dettagliata rispetto alla sede di servizio dell’iscritto.

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I giornalisti passano all’Inps, salvi gli importi delle pensioni

I giornalisti passano all’Inps, salvi gli importi delle pensioni

Dal 1° luglio 2022 giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica saranno iscritti all’Inps

di Matteo Prioschi , Fabio Venanzi

(Adam Radosavljevic - stock.adobe.com)
(Adam Radosavljevic – stock.adobe.com)

3′ di lettura

Dal 1° luglio 2022 giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica saranno iscritti all’Inps. La legge di Bilancio 2022, articolo 1, commi 103-118, disciplina il passaggio all’istituto di previdenza pubblico della gestione sostitutiva Inpgi.
In apposita evidenza contabile, presso l’Inps, saranno iscritti anche i titolari di posizioni assicurative e i titolari di trattamenti pensionistici diretti e ai superstiti, già iscritti presso l’Inpgi. Si tratta della prima parte del trasferimento che dal 1° gennaio 2024 andrà pienamente a regime coinvolgendo le prestazioni non previdenziali, come i trattamenti di disoccupazione e di cassa integrazione guadagni che saranno, nel frattempo, erogati dall’Inps ma secondo le regole Inpgi.

Come cambiano le pensioni successive al 1° luglio 2022

Nulla cambierà per chi già percepisce una pensione o per chi la maturerà entro giugno 2022 perché si applicheranno le regole Inpgi, mentre le pensioni successive al 1° luglio 2022 saranno determinate, nel rispetto del principio del pro rata, uniformemente a quello degli iscritti nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) dell’Inps.

L’importo, quindi, sarà il risultato della somma delle quote di pensione corrispondenti alle anzianità contributive acquisite fino al 30 giugno 2022 calcolate secondo le disposizioni vigenti presso l’Inpgi, e dalla quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive acquisite dal 1° luglio 2022 applicando le disposizioni del Fpld.

Inpgi ha usato il sistema retributivo fino al 2016 e per le annualità successive il sistema contributivo (uguale a quello dell’Inps). Soltanto gli iscritti dal 1° gennaio 2017 si vedono applicare integralmente il sistema di calcolo contributivo, con relativo massimale. Ciò comporta che, come stabilito dal comma 105 della legge di Bilancio, ai giornalisti con primo accredito Inpgi tra il 1996 e il 2016 non si applicherà il massimale contributivo anche sulla quota, contributiva, post giugno 2022.

Di conseguenza, pur passando all’Inps, questi giornalisti, con retribuzioni annue oltre il massimale (103.055 euro nel 2021), verseranno i contributi commisurati all’intero stipendio (invece ai lavoratori che hanno versato il primo contributo in Inps dal 1996 in poi si applica il massimale).

 

Inps

Pensione invalidità: assegno mensile ancora cumulabile coi redditi da lavoro

Pensione invalidità: assegno mensile ancora cumulabile coi redditi da lavoro

La pensione di invalidità torna cumulabile coi redditi da lavoro. Tutti i chiarimenti in una recente circolare Inps.

Recupero soldi dalla pensione, l'Inps autorizzato a procedere ma occhio alla somma: deve essere al netto delle imposte

La pensione di invalidità (assegno mensile) per i disabili torna cumulabile coi redditi da lavoro. Lo comunica l’Inps con messaggio numero 4689 del 28 dicembre 2021 recependo le novità introdotte dalla legge n. 215/2021.

L’assegno mensile era stato eliminato da una recente sentenza della Corte Costituzionale prendendo in esame un cavillo giuridico. Il governo è poi intervenuto correggendo il tiro e ripristinando la situazione precedente.

Torna la pensione di invalidità per chi lavora

Dal prossimo anno, quindi, la pensione di invalidità (assegno mensile) per i disabili in grado di svolgere lavoretti o lavori di breve durata non sarà eliminato.

Nei fatti, i giudici della Corte Costituzionale avevano sentenziato che l’assegno di invalidità può essere erogato solo nel caso in cui risulti la” inattività lavorativa” del soggetto a prescindere dal reddito.

Cosa che aveva mandato su tutte le furie le associazioni, dato che mai nulla di tanto imbarazzante era mai accaduto ai danni di una categoria di lavoratori già di per sé emarginata dal contesto sociale e lavorativo.

Eppure, in punta di diritto, i giudici costituzionali non hanno sbagliato mandando così anche un messaggio al legislatore di fare più attenzione a quello che si scrive nei testi di legge.

I limiti di reddito

Chiuso l’incidente, andiamo a vedere quali erano i limiti di reddito consentiti per non perdere il diritto alla pensione di invalidità. L’importo, come noto, ammonta a 287,09 euro al mese ed è pagato dal Inps alle persone di età compresa fra i 18 e 67 anni. Con una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 74 e il 99%.

Il limite di reddito annuo consentito per mantenere l’assegno di invalidità è di 4.931,29 euro per il 2021.

Pertanto fino a tale soglia di reddito lavorativo (o altro) è possibile continuare a beneficiare del sostegno economico erogato dal Inps.Qualora tale limite fosse superato, anche solo temporaneamente, il beneficiario è tenuto a segnalarlo al Inps che provvederà alla sospensione dei pagamenti. Diversamente, l’Inps incrociando annualmente i dati di reddito con l’Anagrafe Tributaria agirà d’ufficio recuperando anche gli arretrati indebitamente corrisposti.