Archivi giornalieri: 3 dicembre 2021

Ape social, un comma salva la vita

Ape social, un comma salva la vita

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La Fillea ai parlamentari: per gli edili serve portare da 36 a 30 gli anni necessari. Genovesi: “I lavori non sono tutti uguali, quello edile è faticoso e discontinuo. Dobbiamo far scendere i nonni dalle impalcature”

Portare da 36 a 30 gli anni necessari per accedere, con 63 anni di età, all’ape Social per gli operai edili. La richiesta è contenuta nella lettera-appello inviata nelle scorse settimane a tutti i parlamentari italiani dalla Fillea Cgil..

In base ai lavori della Commissione del ministero del Lavoro, i lavoratori dell’edilizia, gi edili sono risultati i più esposti ad usura, a malattie professionali, ad incidenti sul lavoro, compresi, purtroppo, quelli gravi e mortali. I dati dell’Inail parlano chiaro: il 3 0% degli infortuni nei cantieri coinvolge lavoratori over 50, il 13% coinvolge lavoratori over 55. Il 70% delle malattie professionali colpisce lavoratori tra i 50 e i 64 anni, l’11% gli over 65, e un incidente mortale su quattro riguarda gli over 55.

A questo, scrive la Fillea, si aggiunge il fatto che il lavoro edile inizia e termina con lo specifico cantiere: “È strutturalmente discontinuo, sottoposto agli eventi stagionali, diverse volte anche con periodi di lavoro non totalmente regolari e che quindi i 36 anni di contributi come requisito siano praticamente un ‘muro insormontabile’. La lettera riporta poi due dati: “Mediamente un’edile a 63 anni ha una carriera previdenziale media che oscilla tra i 26 e i 30 anni di contributi e tra il 2017 ed oggi solo 1.296 lavoratori edili hanno potuto accedere all’Ape social, così come attualmente prevista.”

“È pacifico che i lavori non sono tutti uguali, così come la loro gravosità e pericolosità -dice il segretario degli edili Cgil Alessandro Genovesi, ma è evidente che serve riconoscere in termini strutturali tali differenze e tutelare i soggetti più deboli. Pur facendo i lavori più faticosi, infatti, non possono certo essere condannati a stare sulle impalcature o in galleria fino ai 65 o 67 anni di età. È giunto il momento di far scendere i nonni dalle impalcature, fare un atto di giustizia e favorire indirettamente anche un ricambio generazionale che è e sarà sempre più anche un ricambio professionale, con giovani più preparati sulle nuove tecniche costruttive, i nuovi materiali, l’efficienza energetica come richiesto anche da una domanda sempre più attenta alla sostenibilità e alla qualità”.

“Per tutte queste ragioni – conclude il segretario Fillea – chiediamo a tutte e tutti i parlamentari di intervenire in fase di approvazione della Legge di Bilancio. La  ‘super Ape social’, così come noi chiamiamo la richiesta di portare per gli edili da 36 anni a 30 il requisito per accedervi, non solo rappresenta un atto di giustizia, ma rappresenta anche un pezzo della strategia più generale del sindacato confederale per far riconoscere che i lavori non sono tutti uguali e che quindi servono strumenti di flessibilità e di riequilibrio rispetto alla rigidità della riforma Fornero”.

Stanno intanto arrivando le prime risposte da parte die parlamentari. Per leggerle cliccare qui.

Bollette con consumi più vecchi di due anni non vanno pagati: c’è la prescrizione biennale. Come controllare la bolletta

Bollette con consumi più vecchi di due anni non vanno pagati: c’è la prescrizione biennale. Come controllare la bolletta

8 Ottobre 2021

Torniamo a parlare della prescrizione biennale per le bollette di luce, gas e acqua che riportano consumi vecchi di più di due anni dalla data di emissione della fattura. Lo spunto arriva da un comunicato dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha avviato 5 istruttorie e 7 moral suasion nei confronti di alcune società dei servizi idrici, che non hanno applicato le regole della prescrizione biennale. Vediamo nel dettaglio.

Che cos’è la prescrizione biennale e come funziona

La misura della prescrizione biennale è stata messa a punto dalla Legge Bilancio del 2020 per arginare l’annoso problema delle maxi-bollette con maxi conguagli di luce, gas e acqua. Con la prescrizione biennale, nel caso l’azienda invii una bolletta riguardante consumi più vecchi di 2 anni (sia componenti fisse che variabili), il consumatore può contestare la bolletta e non pagare quei consumi.

I venditori e i gestori hanno l’obbligo di riportare nelle bollette l’informativa sulla prescrizione biennale, anche nelle comunicazioni di messa in mora collegate e nelle risposte ai reclami scritti presentati dagli utenti. Devono inoltre mettere  a disposizione un modulo per comunicare la volontà di non pagare e i recapiti a cui inviarlo.

Nel caso, invece, ci sia una responsabilità da parte del cliente il gestore la deve motivare e fornire al consumatore le in formazioni su come e a chi inviare il reclamo.

Perché i provvedimenti dell’Antitrust

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato 5 istruttorie per presunte pratiche commerciali scorrette per il mancato accoglimento delle istanze di prescrizione sui crediti presenti in bolletta e anche l’omessa informativa nelle bollette degli stessi crediti prescrivibili. L’Autorità ha anche inviato 7 moral suasion invitando le società interessate “ad adottare iniziative dirette a rimuovere le omissioni informative rilevate in modo da fornire agli utenti la possibilità di eccepire la prescrizione di tali importi o di chiederne il rimborso qualora siano stati già pagati

Per saperne di più, clicca qui

Cosa fare

Nel caso di consumi prescrivibili, verifica se è presente l’informativa relativa a tali crediti e se il gestore ti ha inviato il modulo per contestarli.

Segnala ad Adiconsum, tramite i suoi sportelli territoriali, l’eventuale mancato rispetto di tali disposizioni, anche in caso di mancato accoglimento dell’istanza di prescrizione da te inviata.

Quirinale

 

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

 «Il percorso intrapreso in questi anni per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, sulla base anche dei principi contenuti nella Convenzione delle Nazioni Unite in materia, ha consentito, con il prezioso aiuto delle famiglie, delle associazioni e delle strutture preposte, il raggiungimento di traguardi di autonomia importanti. Le persone con disabilità hanno potuto in questi anni migliorare la loro realizzazione nel lavoro, nell’arte, nella musica, nel teatro, nello sport e in ogni ambito della vita sociale. Abbattere ogni barriera, che limita ed esclude, contribuisce ogni giorno a sottolineare il valore positivo delle diversità.

Purtroppo, la crisi sanitaria, che ancora ci costringe, ha compromesso in molti casi le occasioni di socialità delle persone con disabilità, rendendole più vulnerabili. Si sono prodotte situazioni di vero e proprio isolamento ed esclusione sociale di giovani e adulti i quali hanno sofferto particolarmente per le misure di contenimento della pandemia. Le istituzioni sono state chiamate a sostenere i nuclei familiari che convivono con la disabilità, gravati spesso da problemi economici e lavorativi, al fine di non lasciare nessuno da solo nell’affrontare un problema, quello della tutela della dignità umana, che è responsabilità di tutti.

È con questo spirito che va affrontata la ripresa, come sfida per la costruzione di una società più inclusiva, in cui il problema della disabilità non risulti un carico per i singoli, ma sia oggetto di attenzione e di intervento da parte dell’intera collettività. Così come alleviare la preoccupazione delle famiglie per il “dopo di noi” deve trasformarsi in un impegno per tutti quanti rivestono ad ogni livello posizioni di responsabilità.

È necessario superare limiti e diffidenze per consentire alle persone con disabilità di vedere nel nostro Paese un esempio di altruismo e di appartenenza. La piena inclusione è il fine da perseguire con forza e determinazione, per porre le fondamenta di una società autenticamente democratica, aperta e senza ostacoli».

 Roma, 03/12/2021

Pace fiscale, proroga rottamazione-ter e saldo e stralcio al 9 dicembre

Pace fiscale, proroga rottamazione-ter e saldo e stralcio al 9 dicembre

In fase di conversione in legge del Dl fiscale, approvati numerosi emendamenti: fra cui la proroga al 9 dicembre della rottamazione-ter.

Proroga nell’ambito della Pace Fiscale: le rate della rottamazione-ter e del saldo e stralcio passano dal 30 novembre al 9 dicembre. Lo slittamento arriva in fase di conversione in legge del D.L. 146/2021 decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022, con uno degli emendamenti approvati dalle commissioni Finanze e Lavoro del Senato nella seduta del 30 novembre 2021.

Ulteriori novità riguardano la rimessione in bonis per i pagamenti degli avvisi bonari sospesi per Covid dal Dl 34/2020, decreto Rilancio, l’allungamento del termine di pagamento delle cartelle esattoriali e l’IMU. Con altri emendamenti, si interviene anche sui contratti di amministrazione e sugli assegni di invalidità.

Ecco in chiaro tutte le principali novità del Decreto Fiscale in fase di conversione in legge.

Pace fiscale: mini-proroga per rottamazione-ter e saldo e stralcio

La prima novità approvata in fase di conversione in legge del decreto Fiscale è la proroga della rottamazione-ter e del saldo e stralcio. Non c’è tanto da essere contenti però. Infatti, la proroga è solo di 9 giorni. Dunque si passa dal termine del 30 novembre a quello del 9 dicembre.

Entro tale data andranno pagate:

  • le rate della “Rottamazione-ter” e della “Definizione agevolata delle risorse UE” scadute il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2020 e 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2021;
  • le rate del “Saldo e stralcio” scadute il 31 marzo, 31 luglio del 2020 e 31 marzo, 31 luglio del 2021.

Anche per il pagamento entro questo nuovo termine, sono ammessi i cinque giorni di tolleranza di cui all’articolo 3, comma 14-bis, del DL n. 119 del 2018. Pertanto, il pagamento potrà essere effettuato entro mercoledì 15  dicembre 2021.

Avvisi bonari

Il decreto interviene anche in materia di avvisi bonari. In particolare riprende la previsione di cui all’art.144 del D.L. 34/2020, in base alla quale, è stata disposta una rimessione in termini dei versamenti da effettuare tra l’8 marzo e il 18 maggio (giorno antecedente l’entrata in vigore del Dl “Rilancio”) sia una sospensione di quelli dovuti tra il 19 e il 31 maggio. Tali versamenti sarebbero dovuti essere essere eseguiti, senza applicazione di sanzioni e interessi, in unica soluzione entro il 16 settembre 2020. Ovvero in quattro rate mensili di pari importo con scadenza nei giorni 16 settembre, 16 ottobre, 16 novembre e 16 dicembre.

Grazie al D.L. fiscale, post conversione in legge, i suddetti versamenti potranno essere effettuati entro il 16 dicembre 2021. Senza l’applicazione di sanzioni ed interessi. I versamenti possono essere effettuati anche a rate. In quattro rate mensili di pari importo a decorrere da gennaio 2022 con scadenza il 16 di ciascun mese. Non si procede al rimborso di quanto già versato.

Pagamento cartelle esattoriali

Il decreto fiscale prevedeva che per le cartelle notificate dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021, il pagamento degli importi richiesti dall’Agente delle riscossione, potesse essere effettuato entro 150 giorni dalla notifica. Uno specifico emendamento già approvato, porta il termine a 180 giorni.

Attenzione, dal 1° gennaio 2022, si ritorna al termine ordinario di 60 giorni.

IMU

Il decreto fiscale interviene anche in materia di IMU; nello specifico, i coniugi che hanno due case in due comuni diversi potranno scegliere per quale dei due immobili far valere l’esenzione prevista per l’abitazione principale.

IRAP

Sono prorogati dal 30 novembre 2021 al 31 gennaio 2022, i termini di pagamento senza sanzioni e interessi, dell’Irap non versata causa errata applicazione dell’esonero, previsto dall’articolo 24 del decreto legge n. 34/2020. Errata applicazione derivante dalla superamento dei limiti e delle condizioni previsti dalla comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19” e successive modifiche.

L’esonero riguardava saldo Irap 2019 e primo acconto Irap 2020

Assegno di invalidità

L’assegno di invalidità è riconosciuto anche a chi svolge un’attività lavorativa dalla quale deriva un reddito annuale uguale o inferiore a 4.931,29 euro.

Contratti di somministrazione

Un emendamento interviene anche sull’art.11 del D.L. fiscale in materia di contratti di somministrazione. In particolare, l’art.11, comma 15, prevede a regime, che qualora il contratto tra agenzia di somministrazione e lavoratore sia a tempo indeterminato, non trovano applicazione i limiti di durata complessiva di 24 mesi della missione (o delle missioni) a tempo determinato presso un soggetto utilizzatore. Senza che cio’ determini in capo all’utilizzatore stesso la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il lavoratore somministrato.

L’esclusione di tali limiti di durata, è subordinata alla condizione che l’agenzia abbia comunicato all’utilizzatore la sussistenza del rapporto a tempo indeterminato tra la medesima agenzia e il lavoratore.

L’emendamento in esame dovrebbe dare operatività alla deroga del termine dei 24 mesi fino al 30 settembre 2022. Eliminando dunque il carattere di permanenza alla norma introdotta con il testo pre-conversione in legge del D.L. fiscale.

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Lavoratori disabili: novità su prospetto informativo e contributo esonerativo

Lavoratori disabili: novità su prospetto informativo e contributo esonerativo

Adeguata la sanzione per mancato invio del Prospetto informativo disabili e l’importo del contributo esonerativo. I dettagli.

Novità dal Ministero del Lavoro per i lavoratori disabili: gli adeguamenti giungono tramite due Decreti Ministeriali pubblicati in Gazzetta Ufficiale del 30 novembre; il primo DM n. 194 del 30 settembre 2021 riguarda le sanzioni per mancato invio del prospetto Informativo disabili, ossia il documento che fotografa la situazione occupazione dei disabili nell’azienda. Dal 1° gennaio 2022, infatti, è stata adeguata la sanzione amministrativa in caso di mancato invio. Ma a quanto ammonta la sanzione? Essa sarà pari a 702,43 euro, maggiorata di 34,02 euro per ogni giorno di ulteriore ritardo.

Con il secondo Decreto Ministeriale n. 193 del 30 settembre 2021 il Ministero del Lavoro adegua anche l’importo del contributo esonerativo di cui all’art. 5, co. 3 e 3 bis, della L. 12 marzo 1999, n. 68. Quest’ultimo, sempre a decorrere dal 1° gennaio 2022, sarà di importo pari a 39,21 euro, per ogni giorno lavorativo per ciascun lavoratore con disabilità non occupato.

Ecco i dettagli.

Prospetto informativo disabili: cos’è, come funziona e le sanzioni

Il Prospetto informativo è una dichiarazione che i datori di lavoro con 15 o più dipendenti devono presentare. Esso indica la propria situazione occupazionale rispetto agli obblighi di assunzione di personale disabile e/o appartenente alle altre categorie protette, insieme ai posti di lavoro e alle mansioni disponibili.

La finalità è quella di condividere con l’ufficio collocamento mirato tutte le informazioni utili ad attuare quanto previsto dalla legge a proposito di inserimenti lavorativi adeguati alle necessità e caratteristiche delle aziende e delle persone destinatarie.

Leggi anche: collocamento mirato disabili: cos’è e come funziona

Nel prospetto informativo disabili bisogna indicare:

  1. il numero complessivo dei lavoratori occupati;
  2. di quelli computabili e il numero di quelli, invece, non computabili nella base di calcolo della quota di riserva;
  3. dei lavoratori appartenenti alle categorie protette computabili ai fini dell’assolvimento della quota d’obbligo e le mansioni disponibili per le eventuali ulteriori assunzioni obbligatorie ancora da effettuare fino alla completa copertura della quota stessa;
  4. eventuali provvedimento di compensazione, sospensione, esonero parziale o convenzione;
  5. eventuali posti di lavoro e mansioni disponibili per tale categoria di lavoratori.

L’art. 40, co. 4 del D.L. n. 112/2008, come convertito dalla L. n. 133/2008, ha introdotto l’obbligo di trasmissione esclusivamente per via telematica del Prospetto Informativo disabili. Il modulo deve essere inviato esclusivamente mediante i servizi informatici resi disponibili dai servizi competenti individuati dalle Regioni.

Si tratta di un adempimento obbligatorio e di estrema importanza, poiché il ritardato invio del prospetto annuale sulla forza lavoro aziendale per il calcolo e l’assolvimento della quota di riserva comporta una sanzione di 702,43 euro, maggiorata di 34,02 euro per ogni giorno di ulteriore ritardo.

Contributo esonerativo: importo

Le aziende che hanno chiesto ed ottenuto un provvedimento di esonero parziale dall’obbligo di assumere lavoratori disabili, sono tenute a versare un apposito contributo, ossia il “contributo esonerativo”.

La somma, da corrispondere al Fondo regionale per l’occupazione dei disabili, è attualmente pari a 30,64 euro per ciascun soggetto non occupato e per tutti i giorni lavorativi.

Il Decreto in commento eleva il contributo esonerativo a 39,21 euro a decorrere dal 1° gennaio 2022.

Ricordiamo che l’esonero parziale può essere chiesto dalle sole realtà con più di 35 dipendenti che a causa delle seguenti caratteristiche:

  • la prestazione lavorativa richiesta è faticosa;
  • la tipologia di attività svolta è pericolosa;
  • l’attività lavorativa presenta particolari modalità di svolgimento;

L’esonero, da richiedere al Servizio per il collocamento dei disabili competente in base al luogo in cui è ubicata la sede legale, non può comunque eccedere il 60% della quota di riserva, valore elevato all’80% per chi opera nei settori sicurezza, vigilanza e trasporto privato.

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Reddito di cittadinanza, pagamenti di dicembre 2021: le date da segnare

Reddito di cittadinanza, pagamenti di dicembre 2021: le date da segnare

Il reddito di cittadinanza sarà pagato in anticipo a dicembre? Proviamo a fare il punto della situazione, esponendo le ipotesi in gioco.

Reddito di cittadinanza, ecco le prossime date dei pagamenti di dicembre 2021. La sempre discussa misura del RdC, peraltro riconsiderata e rivista dall’attuale Governo, vede nel mese di dicembre 2021 l’ultimo pagamento del sussidio dell’anno.

Al momento non c’è ancora certezza circa le date degli accrediti del sussidio di cittadinanza nel mese di dicembre 2021: in molti auspicano che lo Stato conceda un anticipo, come quello avvenuto a novembre, anche per poter sostenere con una certa tranquillità le tipiche spese per le feste di Natale.

Non solo: vero è che con legge di Bilancio 2022 reddito e pensione di cittadinanza molto probabilmente cambieranno fisionomia, con la conseguenza che questo potrebbe essere l’ultimo versamento del RdC, nella forma utilizzata finora. Cerchiamo comunque di fare il punto e di capire come potranno essere articolati i pagamenti di questo importante aiuto per disoccupati.

Reddito di cittadinanza, pagamenti di dicembre 2021: le date da segnare

Sarà l’Istituto di previdenza sociale a prendere una decisione sulle tempistiche dei nuovi accrediti. Fondamentalmente, le possibili strade sono due: o avremo un anticipo anche per dicembre 2021 – come già successo per lo stesso mese dell’anno scorso – oppure i pagamenti RdC saranno erogati entro fine mese, così come è nella prassi.

Laddove l’Inps disponga i pagamenti come nel 2020, potremo avere la seguente situazione:

  • per coloro che ricevono il sussidio per la prima volta, la data di accredito è dal 15 dicembre;
  • per tutti gli altri, il pagamento del reddito di cittadinanza si avrebbe nel lasso di tempo dal 21 al 24 dicembre.

Leggi anche: Bonus genitori separati e divorziati, ecco l’importo dell’assegno mensile

Le regole in tema di reddito di cittadinanza prevedono infatti due tipi di beneficiari:

  • coloro che aspettano il primo pagamento dopo aver fatto domanda di RdC e coloro  che hanno provveduto a rinnovare il reddito di cittadinanza (versamento a metà mese);
  • coloro che ottengono gli accrediti già da almeno 2 mesi perché attendono quelle che sono anche chiamate “rate ordinarie”, versate a fine mese.

Da rimarcare che lo scorso anno, l’Istituto ha cominciato a compiere gli accrediti con un certo anticipo. Perciò anche quest’anno – al fine di favorire la ripresa economica, gli acquisti e i consumi – l’ipotesi più concreta è quella di una ricarica in anticipo. D’altronde, Inps – sin dal primo anno di erogazione della prestazione di sostegno contro la povertà, ovvero dal 2019 – ha sempre proceduto così.

Perciò appare marginale l’ipotesi per la quale la mensilità del reddito di cittadinanza sarà versata dal 27 dicembre 2021. Il pagamento delle rate ordinarie (cioè quelle che vanno dalla seconda alla diciottesima) si è già compiuto più volte verso la fine del mese e normalmente a cominciare dal 27. Ma come accennato, la prassi dell’Inps per il mese di dicembre varia rispetto a quella del resto dell’anno.

Leggi anche: Riforma aliquote Irpef 2022: ultime notizie

Reddito di cittadinanza: come controllare l’accredito

Tenendo conto del fatto che siamo in attesa di una comunicazione ufficiale INPS che indichi le effettive date di pagamento del reddito di cittadinanza, appare utile ricordare in quale modo si può controllare lo stato dell’accredito.

I percettori di RdC hanno vari strumenti a loro disposizione per verificare le disposizioni di pagamento e il saldo. Bisogna per prima cosa verificare la carta per il Reddito di Cittadinanza. In particolare, per conoscere i dettagli sul sussidio, sarà necessario sfruttare uno dei seguenti canali:

  • accesso al sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, sezione “Prestazioni e Servizi / Prestazioni / Reddito di Cittadinanza e Pensione di Cittadinanza”;
  • accesso al sito del Governo dedicato al reddito di cittadinanza;
  • chiamata al numero verde del reddito di cittadinanza;
  • richiesta informazioni alle Poste;
  • controllo del saldo via ATM.

Rimarchiamo inoltre che laddove si scelga di controllare l’accredito con i canali telematici – ossia sito INPS oppure sito del governo – è obbligatorio, per avere accesso alle piattaforme, essere in possesso alternativamente di SPID, CIE oppure CNS. Questa è una ulteriore tappa del processo di digitalizzazione dei servizi pubblici.

Tredicesima Reddito di Cittadinanza

Concludendo, se ci si domanda di una eventuale tredicesima inclusa nel reddito di cittadinanza, la risposta da darsi è negativa.

Infatti, non esiste tredicesima per chi incassa il reddito di cittadinanza. Il motivo è molto semplice. Per sua natura, la tredicesima è una mensilità extra che è assegnata esclusivamente ai lavoratori a cui è pagato mensilmente uno stipendio; o a chi ha lavorato e ora riceve la pensione.

Pertanto, per i percettori del Rdc, non vi è alcun bonus extra di fine anno, giacché la natura assistenziale impedisce di ricollegare ad esso il versamento di una tredicesima di qualsiasi ammontare.

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Demopolis

Risultati dei sondaggi Demopolis

 
 
 

A. Barometro Politico dell’Istituto Demopolis: il peso dei partiti e la fiducia nei leader
B. L’elezione del nuovo Presidente della Repubblica nell’opinione degli italiani
C. L’Italia delle disparità di genere
D. Gli italiani, la scuola e la povertà educativa minorile: la dura “lezione” del Covid

Barometro Politico dell’Istituto Demopolis: il peso dei partiti e la fiducia nei leader

Se si votasse oggi per la Camera, il PD otterrebbe il 21%, superando Fratelli d’Italia al 20,3% e tornando, sia pur di misura, dopo 7 anni primo partito. La Lega, in lieve calo, si ritroverebbe al terzo posto con il 19,2%; il Movimento 5 Stelle avrebbe il 15,8%; Forza Italia il 7,4%. È la fotografia odierna sul consenso ai partiti scattata dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento. 

Colpisce, analizzando il trend Demopolis dalle Europee del 2019 ad oggi, la crescita di 14 punti del partito della Meloni che beneficiando del ruolo di quasi unica opposizione, ha ormai da settimane completato la lunga rincorsa su Salvini e supera di poco più di un punto la Lega. 

In questo scenario – secondo il sondaggio Demopolis – le figure più apprezzate dagli italiani restano, con il 67%, il Capo dello Stato Sergio Mattarella e, con il 62%, il Premier Draghi. Al terzo posto, con il 41%, il presidente dei 5 Stelle Giuseppe Conte, seguito al 38% da Giorgia Meloni. Sale al quinto posto il segretario del PD Enrico Letta, mentre si conferma al 33% la fiducia in Roberto Speranza. Un’ultima curiosità: dopo molti anni, Silvio Berlusconi affianca Matteo Salvini al 31% nel giudizio degli italiani. 

L’elezione del nuovo Presidente della Repubblica nell’opinione degli italiani

In gennaio il Parlamento in seduta comune sarà chiamato ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. 6 italiani su 10 vorrebbero al Colle una figura politica o istituzionale di grande esperienza; un terzo opterebbe invece per una personalità di prestigio estranea alla politica. 

Anche se si tratta di un’ipotesi non presa in considerazione dall’attuale Capo dello Stato, la maggioranza assoluta degli italiani, il 56%, vedrebbe positivamente una riconferma al Quirinale di Sergio Mattarella: non è un caso, visto che si tratta della figura istituzionale che – secondo il Barometro Politico Demopolis – gode oggi del maggior grado di fiducia dei cittadini. 

Quali fattori, secondo l’opinione pubblica, saranno determinanti nella scelta del nuovo Capo dello Stato? Per il 45% degli italiani, intervistati da Demopolis, prevarrà la volontà dei parlamentari di evitare il rischio di ritorno alle urne, mantenendo Draghi a Palazzo Chigi. Oltre 4 su 10 ritengono decisiva la disponibilità di Draghi di fronte all’eventuale duplice opzione; di parere diverso il 25%, convinto che l’elezione al Colle di Draghi potrebbe essere incentivata anche dalla voglia di elezioni anticipate di alcuni partiti. 

La complessa partita per il Quirinale vedrà sicuramente come assoluto protagonista l’attuale Premier Mario Draghi, posto da mesi dal mondo politico dinanzi ad un bivio tra Palazzo Chigi ed il Colle. Nel complesso scenario odierno, il 53% degli italiani preferirebbe che Draghi restasse oggi alla guida del Governo. Il 24% dei cittadini lo vorrebbe, invece, da febbraio nuovo Presidente della Repubblica. Un quinto in nessuno dei due ruoli. 

L’Italia delle disparità di genere

L’81% degli italiani dichiara di riconoscere l’importanza della parità di genere. Un dato rilevante sebbene inferiore a quello dei più vicini Paesi europei: Spagna (84%), Francia e Germania (90%).

L’Italia deve ancora impegnarsi per il pieno raggiungimento dell’obiettivo: appena un quarto dei cittadini ritiene che sia stata raggiunta nel nostro Paese la parità di genere nel mondo del lavoro, con un dato ampiamente inferiore alla media UE e che scende al 14% nel segmento femminile del campione. Si tratta di una meta ancora lontana nella percezione del 68% dei cittadini intervistati da Demopolis. 

E ci sono settori più ostili di altri, soprattutto per le donne nei ruoli decisionali. Nella percezione dell’opinione pubblica, si salva, in parte, il mondo dei mass media: per il 70% degli intervistati, si dimostra infatti più equo di altri nella presenza di donne anche nelle postazioni di comando. Appena un terzo ritiene che le donne in Italia siano equamente rappresentate ai vertici della politica. Il dato scende al 25% per il mondo d’impresa.

Gli italiani, la scuola e la povertà educativa minorile: la dura “lezione” del Covid

Le conseguenze della pandemia fra i bambini e gli adolescenti italiani, ben oltre la dimensione sanitaria, iniziano a tratteggiarsi con evidenza, mettendo in luce anche i limiti del ruolo della scuola nella crescita delle nuove generazioni.

Nella percezione di 2 cittadini su 3, nell’ultimo biennio a seguito dell’emergenza Covid, sono aumentate le disuguaglianze tra i minori, estremizzando le fragilità dei più piccoli.  Sono molti – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento –  i problemi di bambini e ragazzi che si sono accentuati in quasi 2 anni di pandemia: dalla crescita della dipendenza da smartphone e tablet, indicata dal 78%, alla regressione degli apprendimenti e del metodo di studi, segnalato dai 2/3 degli italiani, sino al rischio di esclusione per i più fragili.

Anche perché appena l’8% crede che la scuola italiana garantisca oggi opportunità eque per tutti. Per il 64% le opportunità dell’istruzione hanno livelli di qualità differenti, e con forti divari, anche in seno ai medesimi contesti regionali ed urbani; il 25% dichiara siano garantite solo per alcuni.
La scuola, con i suoi problemi, regge, ma non può farcela da sola. Matura la convinzione, in quasi 8 italiani su 10, che la responsabilità della crescita dei minori debba essere di tutta la comunità.

La ricerca focalizza i bisogni individuali e collettivi in tema di infanzia e adolescenza affiorati dopo l’emergenza Coronavirus, l’onda lunga della crisi pandemica sui più giovani, le percezioni dell’opinione pubblica sulla diffusione della povertà educativa, tema della cui importanza l’opinione pubblica appare sempre più consapevole: dopo la dura “lezione” del Covid, che ha estremizzato le fragilità e la sofferenza sociale, il 57% degli italiani ritiene che l’azione di contrasto alla povertà educativa minorile sia oggi ancora più importante rispetto a due anni fa.

2 dicembre 2021

 
 
 
 

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26/10/2021

Pubblicato l’Avviso da sei milioni di euro rivolto ai nuclei familiari della Regione Lazio per il pagamento delle rette degli asili-nido. Il bando è diretto alle famiglie residenti nella regione con un ISEE fino a un massimo pari o inferiore a 60mila euro e prevede l’erogazione di buoni di massimo 400 euro al mese per l’accoglienza dei bambini da 3-36 mesi negli asili-nido, che si trovano nel Lazio, per il periodo che va dal 1° settembre 2021 al 31 luglio 2022. 

“Con questo intervento vogliamo continuare a stare accanto ai minori e alle loro famiglie, puntando ad aumentare la fruibilità del servizio degli asili nido – commenta l’Assessora alle Politiche Sociali Welfare, Beni Comuni e ASP Alessandra Troncarelli -. In particolare, vogliamo intercettare quella fascia di utenza che non riesce ad accedere al servizio pubblico, per mancanza di posti disponibili, per assenza del servizio o per inconciliabilità rispetto alle esigenze di vita quotidiana dei genitori, dovendo, conseguentemente, far ricorso ai servizi privati supportandone i relativi costi”.

Può presentare domanda chi ha la responsabilità genitoriale di un minore iscritto a un asilo-nido accreditato o che abbia effettuato richiesta di accreditamento nel territorio della Regione Lazio. 
Saranno ammesse domande riferite a un bambino iscritto a una struttura non ancora accreditata unicamente se quest’ultima ha presentato richiesta di accreditamento entro la data del 31 dicembre 2021. Nel caso in cui si intenda usufruire dei buoni servizio per più di un minore, il richiedente dovrà formulare una domanda per ciascuno di essi e al momento della presentazione dell’istanza dovrà essere in possesso dei seguenti requisiti: essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione Europea o di uno stato non facente parte dell’Unione Europea in possesso di regolare permesso di soggiorno; essere residente o domiciliato in uno dei comuni della Regione Lazio; avere la responsabilità genitoriale del minore destinatario del servizio per l’infanzia; essere la persona che sostiene il pagamento delle spese relative all’asilo nido frequentato dal minore.

“Il nostro obiettivo è quello di assicurare le migliori condizioni educative, di socializzazione, di gioco e di inclusione dei bambini, aiutandoli a relazionarsi in modo sano e costruttivo con i loro coetanei – conclude l’assessore -. Inoltre, allo stesso tempo, vogliamo supportare le famiglie aiutandole nella conciliazione delle esigenze private con le aspirazioni professionali e occupazionali, consentendo di mantenere o migliorare la propria condizione formativa e promuovendo in particolar modo la partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Si tratta di un aiuto pratico e tangibile che può rappresentare una boccata di ossigeno per i tanti nuclei familiari che si trovano ad affrontare un momento di particolare difficoltà, anche in conseguenza della crisi socio-economica legata alla diffusione del Covid-19”.

I richiedenti devono presentare domanda di partecipazione ai sensi del presente avviso, redatta esclusivamente on-line, accedendo all’apposita piattaforma efamily al seguente indirizzo http://buoninido2122.efamilysg.it; si potrà procedere all’inoltro della richiesta a partire a partire dalle ore 14:00 del giorno 28/10/2021 ed entro le ore 23:59 del 30/06/2022.

L’elenco degli asili nido accreditati è consultabile sul portale regionale S.I.R.S.E Lazio, al seguente indirizzo https://sirse.regione.lazio.it/sinselazio/ (selezionando “Download Elenco Nidi Accreditati”).

Il presente avviso è consultabile al seguente link 
 

Casa: oltre 22 mln per sostegno a locazione, nessuno venga lasciato solo

Casa: oltre 22 mln per sostegno a locazione, nessuno venga lasciato solo

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Zingaretti: “È’ così che le istituzioni dimostrano con i fatti vicinanza a chi ha sofferto e soffre ancora la crisi economica, affinché nessuno si senta lasciato solo”. Valeriani: “Un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà con il pagamento dell’affitto”

“Oltre 22 milioni euro per offrire un sostegno all’affitto alle famiglie in difficoltà.
Sono risorse che stanziamo ancora una volta per andare incontro alle esigenze  dei cittadini di tutto il Lazio, un intervento concreto per tendere una mano a chi non riesce a fare fronte alle spese di locazione dell’appartamento in cui vive a causa di una situazione economica precaria e comunque più labile.
È’ così che le istituzioni dimostrano con i fatti vicinanza a chi ha sofferto e soffre ancora la crisi economica, affinché nessuno si senta lasciato solo”, così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti che annuncia l’approvazione da parte della giunta regionale di una delibera per il sostegno alla locazione relativo all’annualità 2021 con un finanziamento di 22,4 milioni di euro. I fondi vengono messi a disposizione dei Comuni del Lazio per poi essere assegnati alle famiglie in difficoltà con il pagamento dell’affitto. In particolare, 12,3 milioni vengono destinati al Comune di Roma e i restanti 10,1 milioni agli altri enti locali: tutte le amministrazioni interessate potranno decidere di proseguire con lo scorrimento delle graduatorie del bando 2020 o al contrario bandire un nuovo procedimento se non lo hanno fatto lo scorso anno.

Potranno accedere ai contributi per il sostegno all’affitto i cittadini con ISEE non superiore a 35 mila euro e una perdita del 25% del reddito oppure con ISEE fino a 14 mila euro e una spesa di locazione superiore al 24% dell’ISEE. Inoltre nessun componente del nucleo familiare può essere proprietario di casa nel comune di residenza, non deve essere assegnatario di casa popolare o in edilizia agevolata/convenzionata e non deve percepire il reddito di cittadinanza.

Nel biennio 2019/2020 la Regione Lazio aveva già trasferito oltre 74 milioni di euro, di cui oltre 43 milioni assegnati al Comune di Roma, per sostenere le persone in difficoltà con il pagamento dell’affitto, soprattutto in seguito alle criticità economiche legate anche alla pandemia da Covid-19. Ora con questo nuovo finanziamento sarà possibile scorrere le graduatorie per soddisfare quante più richieste possibile.

Negli ultimi tre anni l’Amministrazione Zingaretti ha messo a disposizione dei Comuni del Lazio quasi 100 milioni di euro per il sostegno alla locazione, di cui oltre 55 milioni destinati alla città di Roma: si tratta di un grande aiuto concreto per migliaia di cittadini della nostra regione nel pagamento dell’affitto. Resta fondamentale, però, l’impegno delle amministrazioni locali, che devono assegnare in tempi rapidi queste risorse alle persone che ne hanno diritto”, conclude Massimiliano Valeriani, assessore regionale alle Politiche abitative.