Archivi giornalieri: 17 dicembre 2021

il manifesto

Lo sciopero generale di Cgil e Uil sfonda il muro del livore politico e mediatico

Il caso. Adesioni alte con medie dell’85% in molte realtà e settori. Ecco i primi numeri dello sciopero nei trasporti, nelle fabbriche, nei cantieri, nel commercio e servizi. L’esercizio della democrazia non si è fatto intimidire da insulti e minacce

La protesta delle lavoratrici e dei lavoratori di AirItaly in piazza del popolo a Roma
La protesta delle lavoratrici e dei lavoratori di AirItaly in piazza del popolo a Roma

Adesioni in media fino all’85% in molte realtà e settori allo sciopero generale di Cgil e Uil nonostante la carovana del nuovo conformismo che ieri ha fatto piovere altri insulti contro i manifestanti: «irresponsabili», «schizofrenici», «vergognosi», «svantaggiosi», «ideologici», «deleteri», «imbarazzanti», «pericolosi». Un florilegio raccolto da stampa, tv e radio. Nessuno è stato «intimidito» ha ricordato ieri il segretario della Uil Bombardieri. Questa è la vecchia storia di chi esce dalla «normalità» basata su paure, profezie e miraggi. La vediamo ogni volta che c’è una manifestazione significativa. Ogni opposizione è derubricata alla voce «disagio» psichico. Accade nei regimi autoritari e in quelli neoliberali «postdemocratici». come il nostro. Non solo per l’etichetta «no vax», ora anche contro Cgil e Uil che hanno ricordato come nel paese con il capitalismo più rapace d’Europa non è tollerato parlare di aumento di salari e redditi, di redistribuzione fiscale o blocco della riforma Fornero. Ci sono partiti come la Lega e i Cinque Stelle che hanno fatto carriera su questo. Ora, al potere, fanno l’opposto. Ieri nelle piazze di Roma, Bari, Palermo e Cagliari, e nella manifestazione a Milano, abbiamo visto invece la più clamorosa smentita delle ipocrisie sulle quali è fondato il Draghistan, il regime istituito in nome del quirinabile presidente del consiglio in carica per riempire la crisi radicale della politica di Palazzo. È anche scattato il classico gioco manifestanti-questure sulle percentuali di adesioni allo sciopero. Nelle aziende affiliate a Confindustria, ha fatto sapere l’organizzazione guidata dall’«intristito» Carlo Bonomi, ci sarebbe stata una partecipazione del «5%». Più credibili sono le fonti sindacali che hanno un altro metro di misura.

TRASPORTI: allo sciopero ha aderito una percentuale di lavoratori superiore al 60%. Molti i voli cancellati nel settore aereo, sui bus nelle principali città un’adesione media oltre il 70% e nella logistica e nel trasporto merci oltre il 60. Ferrovie: buona adesione in RFI, nelle officine di manutenzione, in Italo e negli appalti ferroviari. Metalmeccanici: risposta fortissima, l’80%. Il 70% alle Acciaierie Italia di Genova; alla Electrolux di Pordenone il 70%; il 90% tra gli operai e il 60% tra gli impiegati alla Lamborghini di Bologna. 90% anche alla Ast di Terni e all’Almaviva di Roma, alla Marelli di Napoli adesione al 95%. Agroindustria: 85% alla Parmareggio di Modena e alla Levoni di Mantova, 100% a La Doria di Salerno e nello stabilimento Conserve Italia di Ravenna; 91% alla Pastificio Granoro di Bari, 87% alla Sammontana di Firenze, 85% alla Heinz di Latina. Edili: punte del 100% alla IBL di Alessandria (settore legno), l’Edilcoop di Bologna, la Baraclit di Arezzo e la Ferretto di Rimini. Commercio e servizi: tra il 60 e l’80%, con punte del 90. Alla Coop adesione media del 60%, con punte dell’80; dal 50 al 70 % alla Carrefour; del 40% Zara e del 45% nei fast food Mc Donald. Lavoratori somministrati: il 75% alla Fincantieri di Marghera, il 90% alla Effer di Taranto, 100% al Porto di Genova. Per i somministrati delle Prefetture, delle Questure in media al 60%, con punte al 90% e chiusura degli sportelli. Ieri erano in tutte le piazze anche i navigator, studenti (Rete della Conoscenza, Udu, Reti dei medi), pensionati.

TRANNE Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista e i partiti di sinistra il coro ha continuato la recita irritata del «Non disturbate il manovratore». La sorella d’Italia Meloni che rispetta libertariamente «le scelte, ognuno fa quello che ritiene di dover fare» sostiene il verbo della produzione e del capitale per cui uno sciopero «rallenta l’economia». Quella del precariato di massa. Salvini ha rilanciato il vecchio ritornello contro il sindacato «vecchio che blocca l’Italia», il livore liberista qui è contro la Cgil. Ieri il Pd è rimasto in silenzio. Le altre destre del Draghistan come Italia Viva hanno ribadito le veline sparse ieri sui giornali per cui «la manovra è espansiva». Espansiva per chi avrà vantaggi di 7-800 euro con redditi dai 30 mila euro in su, «6-7» per chi invece è sotto ha ricordato ieri il segretario della Cgil Landini. È la storia di classi dominanti che rifiutano il senso, e la necessità, del conflitto e temono la trasformazione sociale. Sta a chi ieri da Roma ha dichiarato l’«inizio» di una nuova stagione opporsi e cambiare.

 

Il manifesto

Lo Sciopero Generale. Da Roma l’attacco a Bonomi: rispetti chi viene licenziato. «La manovra ignora chi soffre». I segretari di Uil e Cgil: senza memoria chi attacca un diritto costituzionale che sconfisse il fascismo. «Il governo lo ha ammesso: non ha la maggioranza per sciogliere Forza Nuova»

Pierpaolo Bombardieri, Maurizio Landini sul palco di piazza del Popolo per lo sciopero generale
 Pierpaolo Bombardieri, Maurizio Landini sul palco di piazza del Popolo per lo sciopero generale

Una piazza del Popolo rossoblù stracolma e divisa esattamente a metà. Davanti al palco posto sul lato verso il Tevere la parte sinistra è rossa e chiassosa, la divisione davanti all’obelisco centrale per ragioni di distanziamento e telecamere la separa dalla parte destra che è blu Uil e più composta.

Il colpo d’occhio è notevole fin dalle 10 e riscalda umori e animi nel sole romano a nove giorni da natale. Lo sciopero generale porta a Roma centinaia di pullman parcheggiati nella vicina villa Borghese dal centro Italia compresa la Romagna, divisa all’uopo dall’Emilia che invece è stata mandata alla manifestazione di Milano.


Lo striscione “Insorgiamo” dei lavoratori Gkn

SOTTO IL PALCO SPICCANO le lavoratrici di Air Italy nella parte Uil e l’Insorgiamo di Gkn e gli operai della Caterpillar di Jesi con lo striscione «Senza tregua» in quella Cgil. Le presenze politiche si limitano a Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, a Stefano Fassina e alle bandiere di Rifondazione e dei vari partiti comunisti in piazza.

AD ACCENDERE LA PIAZZA è Pierpaolo Bombardieri. Il passaggio più applaudito è l’attacco a Confindustria: «Bonomi ieri ha detto di essere triste per il nostro sciopero e allora noi vogliamo dirgli: lei è triste un giorno solo, qui ci sono lavoratori che hanno perso il posto di lavoro: abbiate rispetto verso di loro e l’esercizio di un diritto costituzionale che viene pagato di tasca propria». Il secondo bersaglio del segretario generale della Uil è Carlo Calenda: «Dove sono i ragazzi che dovevi portare in piazza contro lo sciopero? Vieni a vederli qui – provocando l’urlo sotto lo striscione “Studenti e pensionati uniti nella lotta” portato da Rete degli Studenti e Spi – insieme ai lavoratori delle crisi industriali che dovevi risolvere da ministro», il riferimento è in primis all’Embraco di Riva di Chieri (Torino) i cui 377 operai finiranno la cassa integrazione il 22 gennaio senza speranza di reindustrializzazione.

L’ATTACCO È ALLA POLITICA TUTTA: «Accusano noi sindacati di essere fuori posto e fuori tempo quando non hanno mai incontrato una finta partita Iva o un ragazzo in “fine stage mai”: noi li abbiamo incontrati e ci hanno chiesto di far sentire la loro voce. È un mese che siamo nelle piazze – rivendica Bombardieri – e loro pensavano stessimo facendo una scampagnata. Hanno definito il nostro sciopero in mille modi al limite dello squadrismo – ribasce quanto detto nell’intervista al nostro giornale – e non dobbiamo chiedere scusa per questo perché squadrismo è negare un diritto costituzionale in questo paese». Arriva poi la parte più di merito sulla manovra. «Facciamo l’elenco delle questioni tecniche: sulla riforma degli ammortizzatori sociali c’erano 3 miliardi, grazie a noi sono diventati 4,5 ma ne servivano 8 e dunque a pagare la copertura saranno imprese e lavoratori. Nelle politiche attive non c’è niente per combattere la precarietà così come per la politica industriale se non legata al futuro Pnrr. Sulla riforma fiscale si è partiti da un condono e ora non vi offendete se parliamo di foresta di Sherwood al contrario», ribadisce Bombardieri che ha portato in piazza una decina di uomini vestiti da Robin Hood. La conclusione è sul successo dello sciopero: «Abbiamo già ottenuto un risultato: lavoratori, precari, donne e pensionati che soffrono non sono più fantasmi, li avete dovuti vedere qui in piazza».

Poi tocca a Maurizio Landini chiudere la manifestazione parlando via maxi schermi anche alle piazze di Milano, Bari, Cagliari e Palermo. L’esordio è un sentito «ringraziamento ai lavoratori della sanità che oggi non sono qui con noi: tagliare la sanità ha significato essere in difficoltà all’inizio della pandemia, per questo chiediamo assunzioni e più fondi per la non autosufficienza». L’attacco «al diritto fondamentale di sciopero è il simbolo di un paese senza memoria: è stato il primo ad essere tolto dal fascismo mentre uno sciopero generale nel 1943, fatto rischiando la vita e le fucilazioni, segnò la fine del fascismo». Anche Landini risponde a Bonomi: «La sua uscita mi ha ricordato la canzone “Ho visto un re” di Jannacci, mentre Confindustria dovrebbe imporre ai suoi associati di non fare delocalizzazioni». Il ricordo dell’ultimo sciopero generale è poi l’occasione per una stoccata a Renzi sul tema della precarietà: «Nel 2014 quello che parlava inglese fece il Jobs act spiegandoci che cancellando l’articolo 18 si cancellava la precarietà. E invece oggi abbiamo più precarietà di allora», attacca Landini rilanciando la proposta «di un contratto unico di ingresso nel mondo del lavoro basato su formazione e stabilità futura».

IL RACCONTO DEI GIORNI CONVULSI della rottura con «il presidente del consiglio che prima ci chiama per annunciarci un intervento e poi ci richiama perché battuto dalla maggioranza della sua maggioranza» è il là alla spiegazione del ritardo nel «presentare il maxi emendamento»: «Stanno litigando perché vogliono mettere un altro condono fiscale per la rottamazione delle cartelle esattoriali». La stessa maggioranza non supporta il governo nemmeno nella promessa di mettere al bando Forza Nuova che «ha assaltato la nostra sede»: «il governo l’ha detto a noi e all’Anpi: in parlamento la maggioranza per approvare quel provvedimento non c’è», rivela Landini.

La politica per Landini «dovrebbe ringraziarci per lo sciopero generale perché con il 70% di astensione alle ultime elezioni è un campanello d’allarme pericolosissimo verso una rottura democratica nel paese». La chiusura è un auspicio per una rinnovata unità sindacale in vista dell’incontro sulle pensioni di lunedì: «Alla Cisl auguriamo di riempire la piazza sabato».

Sostenibilità: riapre il bando per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi

Sostenibilità: riapre il bando per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi

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Taxi ibrido in ricarica - Foto di Teerasan da Adobe Stock

Orneli e Lombardi: “Misura strategica per la mobilità sostenibile”. Il bando sarà pubblicato sul Burl regionale martedì 2 novembre e tutte le informazioni sulle modalità di partecipazione saranno consultabili sui siti della Regione Lazio e di Lazio Innova.

“Grande successo di partecipazione all’avviso pubblico sul trasporto sostenibile. Ora riapriamo il bando e portiamo a completo esaurimento l’intera dotazione finanziaria di 10 milioni di euro”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start – Up e Innovazione, Paolo Orneli.

 “Sono 654 le domande risultate utili, per un contributo complessivo di 8,5 milioni di euro richiesto dalle micro, piccole e medie imprese e titolari di licenze taxi e Ncc operanti nel Lazio che, con agli aiuti previsti dal bando sulla mobilità sostenibile, potranno acquistare un nuovo veicolo a basso impatto ambientale.

“Sono molto soddisfatta di questa grande partecipazione, che oltre a sancire il successo del bando testimonia una buona risposta alle politiche regionali per lo sviluppo sostenibileSi tratta di una misura preziosa per portare una mobilità più intelligente e sostenibile nelle nostre città, che s’inserisce in quel percorso composito della transizione ecologica che, dall’energia alla ricerca e formazione, coinvolge in maniera trasversale tutti i settori strategici della nostra società”, dichiara l’assessora regionale alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale, Roberta Lombardi.
Nello specifico con il bando verrà destinato un contributo a fondo perduto a Mpmi e ai titolari di licenza Taxi – Ncc, operanti nel Lazio per l’acquisto di mezzi di trasporto poco impattanti. Il contributo sarà diversificato in base alla tipologia del mezzo di trasporto, furgoni o veicoli elettrici, ibridi o a metano, e andrà da un minimo di 3.000 euro a un massimo di 20.000 euro; il contributo totale massimo che potrà ricevere un beneficiario (in caso si tratti di un’impresa) sarà di 150.000 euro.

Il bando sarà pubblicato sul Burl regionale martedì 2 novembre e tutte le informazioni sulle modalità di partecipazione saranno consultabili sui siti della Regione Lazio e di Lazio Innova.

 

Pagamento pensioni gennaio 2022 in anticipo alle Poste: ecco le possibili date

Pagamento pensioni gennaio 2022 in anticipo alle Poste: ecco le possibili date

Il pagamento delle pensioni gennaio 2022 alle Poste avverrà quasi certamente in anticipo e con le stesse modalità degli ultimi mesi.

Anche le pensioni di gennaio 2022 saranno pagate in anticipo, ma non per tutti: ecco le date aggiornate. Come è ben noto, lo stato di emergenza ha ricevuto la proroga da parte del Governo Draghi fino al 31 marzo 2022, e dunque anche le date di pagamento delle Pensioni saranno anticipate, ma non per tutti. Se non vi è alcun dubbio sul fatto che è anche per il mese prossimo avremo l’anticipo del pagamento pensioni 2022, e in modo analogo sarà anche per febbraio e marzo, purtroppo per gennaio ci sarà una grossa differenziazione per i pensionati. D’altronde le regole di distanziamento sociale impongono una ‘riorganizzazione’ per l’iter del pagamento pensioni in contanti alle Poste; ma per gli accrediti in C/C le regole rimangono invariate. Quindi per le pensioni di gennaio alcuni pensionati riceveranno l’assegno intorno al 27 dicembre, mentre altri lo riceveranno addirittura il 4 gennaio.

Vediamo allora un po’ più da vicino come funzionerà il calendario dei pagamenti delle pensioni di gennaio 2022 alle Poste e in Banca.

Pagamento pensioni gennaio 2022

Molto probabilmente anche le pensioni gennaio 2022 arriveranno con qualche giorno di anticipo – almeno per chi ritira la pensione negli uffici postali; la tabella degli anticipi è stata stabilita dalla Protezione Civile con l’Ordinanza numero 808 del 12 novembre 2021. Le date però arrivano al massimo a dicembre. Vero è quindi che al momento la notizia non è ancora ufficiale; ma tutto fa pensare che anche per il mese prossimo, chi ritira la pensione in contanti presso le Poste, dovrà rispettare l’orine alfabetico. La divisione serve ad evitare assembramenti presso gli uffici e dunque per diminuire i rischi di contagio da coronavirus.

Leggi anche: Decreto Fisco-Lavoro collegato alla legge di Bilancio, c’è il sì anche della Camera

L’accennata ordinanza della Protezione Civile aveva predisposto il pagamento anticipato delle pensioni per i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre di quest’anno. Il provvedimento è stato emesso in coordinamento con le indicazioni espresse dal Governo in merito alla gestione dei rischi di contagio da Covid-19.  Come detto, la proroga dello stato di emergenza al 31 marzo 2022 implica l’alta probabilità di un pagamento anticipato pensioni anche per gennaio 2022. Ne avremo comunque conferma entro brevissimo tempo, ma tutto lascia pensare che anche per gennaio varrà lo stesso meccanismo.

Da sottolineare che il pagamento anticipato delle pensioni 2022 si applica nei confronti di chi ha optato per il ritiro della pensione in contanti in un ufficio postale e attiene anche agli assegni e alle indennità di accompagnamento per gli invalidi civili.

Pagamento delle pensioni di gennaio 2022 alle Poste: le possibili date

Se ci si domanda quali potrebbero essere le date dei pagamenti delle pensioni gennaio 2022 presso gli uffici postali, la risposta è che vi sono elevate probabilità che il calendario sarà strutturato nei termini seguenti:

  • lunedì 27 dicembre per i cognomi dalla A alla C;
  • martedì 28 dicembre per i cognomi dalla D alla G;
  • mercoledì 29 dicembre per i cognomi dalla H alla M;
  • giovedì 30 dicembre per i cognomi dalla N alla R;
  • venerdì 31 dicembre per i cognomi dalla S alla Z.

Insomma, sempre in attesa di conferme ufficiali coloro che hanno scelto ritirare la pensione in contanti, dovranno recarsi agli uffici postali, rispettando la turnazione alfabetica per cognomi, già applicata nei mesi scorsi.

Leggi anche: Limite ai pagamenti in contanti, nuove regole dal 1° gennaio 2022: ecco cosa cambia

Pagamento pensioni gennaio 2022 in Banca: la data di accredito in conto corrente

Come accennato all’inizio, vi è una sostanziale differenza tra chi ritira la pensione alle poste e chi invece ottiene direttamente l’accredito bancario sul proprio conto corrente. Coloro che sfruttano la seconda modalità di pagamento pensioni gennaio 2022, dovranno attendere un tempo oggettivamente molto maggiore. Infatti, la pensione del mese prossimo arriverà non prima del secondo giorno bancabile del mese – e dunque non il primo giorno bancabile, come accade negli altri undici mesi dell’anno.

Pertanto l’accredito sarà effettuato il giorno 4 gennaio 2022 e il motivo è molto semplice: il primo gennaio è festivo, il 2 gennaio è domenica e il secondo giorno bancabile sarà pertanto martedì 4 gennaio 2022.

Analoghe considerazioni valgono anche per assegni e indennità di accompagnamento, versate agli invalidi civili dall’Istituto di previdenza, così come per le rendite vitalizie dell’INAIL, se incassate nel proprio conto corrente.

Delega ai carabinieri per il ritiro della Pensione alla Posta

Infine, ricordiamo altresì che anche per il mese prossimo sarà quasi certamente confermata la possibilità di servirsi della delega ai carabinieri per il ritiro in posta, per tutti gli over 75 che lo ne fanno espressa richiesta.

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Super green pass cos’è, quanto dura e come richiederlo. La guida rapida

Super green pass cos’è, quanto dura e come richiederlo. La guida rapida

Il super green pass è la grande novità di dicembre, in tema di lotta ai contagi da covid. Ma come funziona e quando serve? I dettagli

Presente nelle principali notizie della carta stampata e dei tg, il super green pass consiste in una certificazione verde rafforzata, che trova fondamento nel decreto in vigore dal 6 dicembre. Quest’ultimo ha introdotto di fatto il documento, nella finalità di combattere con maggior forza l’aumento dei casi di contagio da coronavirus e di prevenire rischi di chiusure e limitazioni agli spostamenti, in un mese clou per i consumi come dicembre.

Rimarchiamo subito che l’applicazione della certificazione rafforzata vale esclusivamente per alcune attività sociali, ma non per i luoghi di lavoro in cui rimane obbligatorio il green pass base.

E’ importante fare il punto sul super green pass, per capire di che cosa si tratta, come si ottiene e quali sono le nuove regole che le persone non vaccinate devono seguire. Facciamo chiarezza.

Super green pass: cos’è e come richiederlo

Il super green pass è uno strumento che è utilizzato per escludere i tamponi molecolari e antigenici dai requisiti per conseguire la certificazione verde. Nei luoghi in cui verrà richiesto (ristoranti, bar, università ecc.) si potrà accedere solamente con il certificato che attesta l’avvenuta guarigione o vaccinazione dal coronavirus.

In particolare, il decreto-legge n.172 del 26 novembre scorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha previsto il super green pass o green pass rafforzato. Come accennato, esso è assegnato soltanto a coloro che sono vaccinati o guariti dal Covid-19. Niente super green pass – ma solo green pass base – per coloro che sono in possesso di un tampone negativo, sia esso antigenico o molecolare.

Inizialmente il super green pass era valido fino al 15 gennaio anche in zona bianca, ora il termine è stato esteso. Infatti, cambia la durata della validità della certificazione verde rafforzata: l’anteriore scadenza è stata prorogata al 31 marzo 2022. Per chiarezza, rimarchiamo che il super green pass sarà in vigore fino alla fine di marzo in relazione a quanto deciso dall’Esecutivo, nell’ambito dell’estensione dello stato di emergenza oltre il 31 dicembre 2021.

Leggi anche: green pass rafforzato a lavoro privacy

Super green pass: la differenza rispetto al green pass base

Se ci si chiede qual è la differenza sostanziale tra il super green pass e quello base, è molto semplice rispondere. La certificazione verde rafforzata può essere conseguita solo da chi è vaccinato con una o due dosi o è guarito dal coronavirus.

Si tratta della essenziale differenza rispetto al green pass base, che si ottiene:

  • con un tampone molecolare negativo (con una validità di 72 ore);
  • con un tampone antigenico (48 ore di validità).

Leggi anche: obbligo vaccinale a scuola

Super green pass quanto dura

Vero è che il Governo ha deciso di varare il super green pass, su impulso di vari governatori regionali, i quali hanno chiesto con fermezza nuove restrizioni e divieti per i non vaccinati. E’ del tutto evidente che tramite l’introduzione della forma rafforzata della certificazione verde l’Esecutivo intenda convincere chi non è ancora vaccinato a sottoporsi alla somministrazione del siero, non andando incontro così ad ulteriori restrizioni in un periodo tipicamente dedicato ad acquisti e consumi.

La durata del documento è stata ridotta dagli iniziali 12 mesi a 9 mesi. In particolare, si tratta di 9 mesi dal completamente del ciclo vaccinale primario. Di seguito, il super green pass sarà rinnovato per altri 9 mesi al momento della somministrazione della terza dose del vaccino.

Super green pass: ecco in quali contesti è obbligatorio

Il super green pass che, come accennato, è rilasciato soltanto in ipotesi di guarigione e vaccinazione, sarà necessario per accedere a un’ampia varietà di attività che implicano il contatto con le altre persone: bar; ristoranti; teatri; musei; mostre; spogliatori; cinema; stadi; discoteche. Al fine di di tutelare la ripresa del turismo e in particolare la stagione del turismo invernale, nella lista sono compresi anche gli impianti sciistici.

In zona arancione, il super green pass si applica anche per l’ingresso ad attività per cui è imposto solo il green pass base in zona bianca e gialla. Ci riferiamo ad es. a palestre, centri commerciali, sagre e fiere, congressi.

In particolare, per quanto attiene a bar e ristoranti, se al chiuso, sarà obbligatorio dal 6 dicembre al 31 marzo 2022 il super green pass. Ma attenzione: se si tratta di zone all’aperto o consumazione al banco non sarà imposto il super green pass né il green pass base, a patto che si sia in zona bianca e gialla. Nell’arancione invece ecco l’obbligo di super green pass anche per accedere a questi luoghi.

Per quanto attiene alle discoteche la decisione favorevole al super green pass è legata alla tutela contro il rischio di chiusura, anche in zona gialla. Da rimarcare che al momento per viaggiare sui mezzi di trasporto (bus, treni, tram, aerei) e per avere accesso negli alberghi, occorre il green pass normale, e non quello rafforzato.

Inoltre, il super green pass non sarà richiesto per accedere ai luoghi di lavoro né per entrare nei supermercati e farmacie. Per i luoghi di lavoro, e per le mense, basterà il green pass base, che si ottiene anche con il tampone negativo.

Leggi anche: Assenza ingiustificata del lavoratore senza Green Pass: conseguenze economiche e disciplinari

Obbligo vaccinale dal 15 dicembre per alcuni lavoratori: ecco quali

Non possiamo non ricordare che per alcune categorie di lavoratori, è stato predisposto l’obbligo vaccinale a partire dal 15 dicembre. Ci riferiamo a:

  • personale amministrativo della sanità;
  • docenti e personale amministrativo della scuola;
  • militari;
  • forze di polizia (compresa la polizia penitenziaria);
  • personale del soccorso pubblico.

Concludendo, il super green pass avrà una durata minima confermata fino al 31 marzo del prossimo anno, anche in zona bianca. Tuttavia, va da sé che il dato è provvisorio e l’eventuale proroga dipenderà dall’evoluzione della curva epidemiologica nel corso dei prossimi mesi.

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Ravvedimento operoso saldo IMU: pagamento tardivo, carente o omesso

Ravvedimento operoso saldo IMU: pagamento tardivo, carente o omesso

E’ possibile regolarizzare i carenti od omessi versamenti del saldo IMU 2021 grazie al ravvedimento operoso. Scopri come

Ravvedimento operoso IMU

Ravvedimento operoso saldo IMU: cos’è, come funziona e cosa c’è da sapere? Il 16 dicembre è la data di scadenza del versamento della 2° rata IMU; è corretto parlare di saldo o conguaglio IMU in caso di variazione delle aliquote 2021 rispetto a quelle del 2020. L’acconto, lo ricordiamo, è stato versato in base alle aliquote 2020 quasi nella totalità dei casi e se le aliquote non sono variate, la 2° rata era pari alla prima versata a Giugno. Ad ogni modo, eventuali errori potranno essere sanati in ravvedimento operoso: possono essere oggetto di ravvedimento, omessi o carenti versamenti anche derivanti da un’ eventuale errata applicazione di agevolazioni o esenzioni IMU.

Ecco la guida operativa per sanare le violazioni commesse rispetto alla data del 16 dicembre.

Scadenza versamento IMU 2021

Entro il 16 dicembre 2021, i contribuenti sono stati chiamati alla cassa per pagare il c.d. saldo IMU. Sulla base delle aliquote e regolamenti pubblicati sul sito internet del Dipartimento delle finanze del Ministero dell’economia e delle finanze, entro il 28 ottobre dello stesso anno. In caso di mancata pubblicazione entro il 28 ottobre, si applicano le aliquote e i regolamenti vigenti nell’anno precedente. Ai fini della pubblicazione, il Comune è tenuto a inserire il prospetto delle aliquote (comma 757 Legge 160/2019) e il testo del regolamento, entro il termine perentorio del 14 ottobre dello stesso anno nel portale del federalismo fiscale.

Se le aliquote non sono state pubblicate entro il  28 ottobre, il saldo era pari  alla prima rata pagata a Giugno.

Carenti od omessi versamenti rispetto alla data del 16 dicembre, possono essere oggetto di ravvedimento operoso.

Errori od omissioni sanabili in ravvedimento operoso

Grazie al ravvedimento operoso, ex art.13 del D.Lgs 472/1997, il contribuente può decidere di sanare eventuali violazioni rispetto al pagamento dell’IMU, di sua spontanea volontà. Senza attendere che il Comune si attivi per i controlli, emettendo un accertamento esecutivo.

Anticipando l’azione accertatrice del Comune, il contribuente ha la possibilità di versare l’IMU non pagata al 16 dicembre, versando una piccola sanzione e gli interessi.

Calcolo ravvedimento operoso saldo IMU

Innanzitutto individuiamo la sanzione che deve versare il contribuente.

La sanzione applicata è quella ordinaria del 30%, ex art.13 del D.Lgs 471/1997,  ridotta:

  • al 15% per i versamenti effettuati con un ritardo non superiore a novanta giorni;
  • all’1%, per ciascun giorno di ritardo, per i versamenti effettuati con un ritardo non superiore a quindici giorni.

Alle sanzioni ordinarie fin qui individuate, 30%, 15% e 1%, è possibile applicare delle riduzioni da ravvedimento operoso. A seconda del ritardo con il quale viene effettuato il versamento del tributo, rispetto alla scadenza originaria.

Nello specifico, l’omesso o carente versamento della 2° rata/saldo IMU può essere ravveduto.

A tal fine è possibile distinguere tra:

  • ravvedimento sprint, effettuato entro 14 giorni dalla scadenza originaria, in tale caso la sanzione da versare è pari allo 0,1% per ogni giorno di ritardo ( 1/10 dell’1%);
  • breve, effettuato tra il 15° e il 30° giorno rispetto alla data ordinaria, la sanzione è pari allo’1,5% (1/10 del 15%);
  • medio, per le regolarizzazione avvenute tra il 30° e il 90 gg dalla scadenza, la sanzione è pari all’1,67% (1/9 del 15%);
  • lungo, per le regolarizzazione avvenute entro il termine per presentare la dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione.

Se non è prevista dichiarazione IMU, il versamento in ravvedimento lungo, deve avvenire entro un anno dalla commissione dell’errore.

Con il ravvedimento lungo, la sanzione da versare è pari al 3,75% ossia 1/8 del 30%.

Ravvedimento oltre l’anno

Con il ravvedimento oltre l’anno, alla sanzione del 30%, è possibile applicare le seguenti riduzioni:

  • 1/7 del minimo se la regolarizzazione avviene entro due anni dall’omissione o dall’errore;
  • 1/6 del minimo se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni avviene oltre due anni;
  • 1/5 del minimo se la regolarizzazione avviene dopo la constatazione della violazione ma prima dell’emissione della cartella esattoriale.

Contestualmente vanno versati gli interessi e il tributo dovuto.

Attenzione, la possibilità di ravvedere l’IMU anche dopo un anno dalla violazione, è stata introdotta circa due anni fa. Con l’art.10-bis del D.L. 124/2019. Prima, tale ravvedimento era riservato ai soli tributi amministrati dall’Agenzia delle entrate. Non è ammesso invece il ravvedimento frazionato.

La possibilità di frazionare il ravvedimento ossia di versare gradualmente e per quote tributi e sanzione spetta solo per i tributi amministrati dall’Agenzia delle entrate. Dunque. Irpef, Ires, Iva ecc.

Leggi anche: ravvedimento operoso cos’è e come funziona

Esempio ravvedimento operoso IMU

Ipotizziamo che un contribuente ha la residenza separata rispetto a quella della moglie, in due immobili differenti. Tali immobili sono situati in due comuni differenti. I due coniugi hanno applicato l’esenzione IMU prevista per l’abitazione principale ad entrambi gli immobili. Tale comportamento non è in linea né con quanto previsto dal D.L. 146/2021, c.d decreto fiscale per l’IMU sulla abitazione principale né con quanto disposto dalla Giurisprudenza con alcune recenti ordinanze della Corte di Cassazione. A tal fine, si vedano le ordinanze n. 4166 del 2020 e n. 4170 del 2020.

Detto ciò, ipotizziamo che il saldo IMU non versato per il 2° immobile sia pari a 400 euro e che il contribuente regolarizzi la sua posizione versando il dovuto antro il 20 gennaio 2022.

A tal fine, pagherà:

  • IMU per euro 400;
  • sanzione di € 6,68 (400*1,67% ossia 1/9 del 15%);
  • zero interessi (tasso 0,01, D.M. 11/12/2020).

Il totale dovuto sarà pari a 406,68 euro.

Il versamento avviene in F24 utilizzando il solo codice tributo previsto per l’IMU; infatti con lo stesso codice tributo si versano sia la sanzione che gli interessi, se dovuti.

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Obbligo POS professionisti e autonomi: sanzioni per chi rifiuta i pagamenti tracciati

Obbligo POS professionisti e autonomi: sanzioni per chi rifiuta i pagamenti tracciati

In ottica di lotta al contante, approvata una norma che introduce sanzioni per professionisti ed autonomi che rifiutano pagamenti tramite POS

Obbligo POS professionisti e autonomi

In fase di conversione in legge del D.L. 152/2021, “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”, è stato approvato un emendamento che introduce sanzioni per professionisti, lavoratori autonomi e imprese che non accettano pagamenti tramite POS ossia con carte di credito, bancomat, prepagate ecc. L’obbligo di accettazione dei pagamenti tracciati è già in essere da diversi anni: vige per tutti coloro che vendono beni, servizi, prestazioni: commercianti, artigiani, liberi professionisti (avvocati, notai, negozianti ecc.) ed attività ricettive (hotel, B&B e agriturismi). Tuttavia, ad oggi, non erano previste sanzioni in capo a colui che viola il suddetto obbligo. Si tratta sicuramente di un’importante novità. In tal modo, si darà piena efficacia alla norma che prevede l’obbligo di accettare pagamenti tramite strumenti tracciabili.

Le sanzioni dovrebbero  entrare in vigore entro la fine del mese di dicembre o subito dopo. Tale novità si aggiunge alla stretta sul limite all’uso dei contanti. Infatti, dal 1° gennaio 2022, il limite scenderà a 999,99 euro.

Ecco tutto quello che c’è sapere.

Obbligo POS professionisti e autonomi

L’art. 15 comma 4 del D.L. 179/2012 (Governo Monti) ha previsto che:

a decorrere dal 30 giugno 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito; tale obbligo non trova applicazione nei casi di oggettiva impossibilità tecnica. Sono in ogni caso fatte salve le disposizioni del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231.

Individuate tali disposizioni, un decreto del Ministero dello sviluppo economico avrebbe dovuto individuare le modalità, i termini e l’importo delle sanzioni amministrative pecuniarie applicabili in caso di violazioni del suddetto obbligo. Lo stesso decreto avrebbe potuto prevedere l’estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili.

Da qui, il decreto che individua le sanzioni non è stato mai adottato; anche se in realtà era stato predisposto, ma il Consiglio di Stato aveva espresso parere negativo alla sua adozione (vedi parere 1446/2018).

Successivamente l’obbligo di accettare pagamenti di qualsiasi importo con carta di credito è scattata nel 2020, con il Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (Decreto Legge n. 124/2019).

Obbligo POS professionisti e autonomi: sanzioni

Superando la previsione del suddetto decreto del Mi.SE., con il D.L. 124/2019, il Governo aveva messo nero su bianco le sanzioni in capo a color che non rispettano il suddetto obbligo di accettazione di pagamento tramite strumenti tracciabili. Nello specifico, a partire del 1° luglio 2020, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di credito/debito, si applica  una sanzione amministrativa pecuniaria di importo pari a 30 euro. Aumentata del 4 per cento del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento.

Tuttavia, tale sanzione è rimasta in vigore per circa due mesi. Giusto il tempo che la legge di conversione dello stesso D.L. 124 ne prevedesse l’abrogazione.

Rifacendosi al D.L. 124/2019, in fase di conversione in legge del dl Recovery – D.L. 152/2021 “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”, è stato approvato un emendamento con il quale vengono riproposte le suddette sanzioni.

Dunque, laddove esercenti e professionisti non accetteranno pagamenti tracciati si applicherà la sanzione pari a 30 euro + il 4% del valore della transazione per la quale si rifiuti l’accettazione del pagamento.

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Lavoratori dello spettacolo, nuove tutele per maternità e paternità: circolare INPS

Lavoratori dello spettacolo, nuove tutele per maternità e paternità: circolare INPS

La tutela INPS di maternità e paternità è riconosciuta a tutti i lavoratori iscritti al FPLS. Pronta la circolare con i dettagli.

Lavoratori dello spettacolo tutela maternità e paternità

L’INPS, con la circolare numero 182 del 10 dicembre 2021, alla luce delle novità emerse con il D.L. n. 73/2021 (“Decreto Sostegni-bis”), ha fornito indicazioni operative in relazione alle differenti tutele in materia di maternità e paternità spettanti ai lavoratori dello spettacolo. In particolare è stato specificato che per i rapporti di lavoro subordinato dello spettacolo, sono riconosciute le tutele previste nel T.U. maternità/paternità (D.Lgs. n. 151/2001) per i lavoratori dipendenti. Diversamente, per i rapporti di lavoro autonomo sono riconosciute le tutele di cui al Capo XI del medesimo testo unico.

In base alla novella normativa, la retribuzione media globale giornaliera corrisponde:

  • all’importo ottenuto;
  • dividendo l’ammontare dei redditi percepiti in relazione alle sole attività lavorative nel settore dello spettacolo nei 12 mesi antecedenti l’inizio del periodo indennizzabile;
  • per il numero dei giorni lavoratori, o comunque retribuiti, risultanti nel medesimo periodo.

Lavoratori dello spettacolo tutela maternità e paternità: le novità

L’art. 66, co. 6 del D.L. n. 73/2021 ha inserito l’art. 59-bis al D.Lgs. n. 151/2001, riconoscendo alle lavoratrici e ai lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo il diritto alle tutele previste al Testo unico in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità.

La novella normativa, entrata in vigore il 26 maggio 2021, giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, chiarisce che:

  • per i rapporti di lavoro subordinato dello spettacolo, sono riconosciute le tutele previste nel T.U. maternità/paternità per i lavoratori dipendenti;
  • per i rapporti di lavoro autonomo sono riconosciute le tutele di cui al Capo XI del medesimo testo unico. Il secondo comma del citato articolo 59-bis introduce, inoltre, un nuovo criterio di individuazione della retribuzione media globale giornaliera.

Lavoratori dello spettacolo tutela maternità e paternità: ambito di applicazione

Si ricorda che l’art. 2, co. 1, del D.Lgs 30 aprile 1997, n. 182, ha distinto i lavoratori dello spettacolo, indipendentemente dalla natura autonoma o subordinata del rapporto di lavoro, in tre gruppi, a seconda che prestino:

  • a tempo determinato attività artistica o tecnica, direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli;
  • a tempo determinato attività al di fuori delle ipotesi di cui alla lettera a);
  • attività a tempo indeterminato.

Il nuovo art. 59-bis del D.lgs n. 151/2001 dispone che le tutele della maternità siano riconosciute a tutti i lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, collegando la specifica tutela alla tipologia di rapporto di lavoro (subordinato o autonomo) in essere all’inizio del periodo indennizzabile. Pertanto, dall’applicazione del nuovo articolo 59-bis consegue che:

  • nel caso in cui il periodo indennizzabile di maternità/paternità inizi durante un rapporto di lavoro subordinato, al richiedente sono riconosciute le tutele previste dal citato testo unico per i lavoratori dipendenti;
  • qualora, invece, il suddetto periodo indennizzabile inizi durante lo svolgimento di un rapporto di lavoro autonomo dello spettacolo, trovano applicazione le tutele disciplinate al Capo XI del menzionato testo unico, con le particolarità illustrate nella presente circolare.

Tutela maternità e paternità per i lavoratori subordinati dello spettacolo

L’applicazione delle tutele della maternità previste nel Decreto Legislativo 151/2001 (Testo Unico Maternità-Paternità) per i lavoratori dipendenti comporta, per i datori di lavoro appartenenti al settore dello spettacolo, il divieto di adibire le donne al lavoro durante:

  • i 2 mesi antecedenti la data presunta del parto;
  • i 3 mesi successivi alla data del parto.

Per i menzionati periodi di astensione lavorativa viene riconosciuta quindi un’indennità pari all’80% della retribuzione media globale giornaliera.

Per quanto concerne la tutela della paternità, sono applicabili le disposizioni:

  • contenute nel Capo IV del D.Lgs n. 151/2001;
  • relative al congedo obbligatorio e facoltativo del padre di cui all’art. 4, co. 24, lett. a), della L. 28 giugno 2012, n. 92, e all’art. 1, co. 363, lett. a), della L. 30 dicembre 2020, n. 178 (Legge di Bilancio 2021).

Tutela maternità e paternità per i lavoratori autonomi dello spettacolo

Infine anche ai lavoratori dello spettacolo con rapporto di lavoro autonomo si applica la disposizione di cui all’art. 68 del D.Lgs n. 151/2001 che prevede il riconoscimento di una indennità per:

  • i 2 mesi antecedenti la data del parto;
  • i 3 mesi successivi al parto stesso.

L’indennità, pari all’80% della retribuzione, è corrisposta a prescindere dall’effettiva astensione dall’attività lavorativa, purché sia accertata la sola iscrizione del soggetto richiedente al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo; inoltre il riconoscimento della contribuzione figurativa per i periodi indennizzati concernerà i soli periodi non coperti da contribuzione obbligatoria per effetto dell’astensione della lavoratrice dal lavoro.

In caso di fruizione del congedo parentale durante lo svolgimento di rapporto di lavoro autonomo dello spettacolo, spetta un periodo massimo di 3 mesi, indennizzati al 30% della retribuzione, da fruire entro il primo anno di vita del bambino, previa verifica della sussistenza di un rapporto di lavoro attivo, in quanto la fruizione del congedo parentale prevede l’obbligo di astenersi dall’attività lavorativa.

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