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il manifesto

22 agosto 2016: Renzi con Merkel e Hollande a Ventotene, sullo sfondo l'isolotto di Santo Stefano
 22 agosto 2016: Renzi con Merkel e Hollande a Ventotene, sullo sfondo l’isolotto di Santo Stefano

Sull’isola pontina di Ventotene, terra di esili e confini dai tempi di Augusto imperatore fino a quelli di Benito Mussolini, soffia una brezza insolita e minacciosa. L’ultimo atto, almeno per adesso, riguarda un’indagine per abuso d’ufficio, abuso edilizio e falso in atto pubblico a carico del sindaco Gerardo Santomauro, con alcuni consiglieri di maggioranza e funzionari dell’amministrazione comunale. Tutto parte dall’esposto dell’ex vicesindaco Modesto Sportiello che sostiene che la vita politica e amministrativa dell’isola negli ultimi tre anni è stata puntellata da illeciti e favori. Tutto ovviamente è ancora da verificare. Ma per capire come possa essere accaduto che l’isola dell’arcipelago tirrenico che sorge a metà tra Ischia e Ponza e che è sempre stata un’oasi di pace e natura rispetto alle frenetiche attività di ricezione e intrattenimento turistico di queste ultime, sia finito in questa vicenda bisogna tornare appunto a qualche anno fa. A prima ancora che l’attuale sindaco venisse eletto sotto le insegne della lista civica Buona Onda.

SI ERA NEL GENNAIO del 2016, quando l’allora presidente del consiglio Matteo Renzi stanziò la cifra-monstre di 70 milioni di euro per recuperare il vicino isolotto di Santo Stefano, in quanto luogo di nascita dell’Europa unita (e federale). Fu qui, in effetti, che il confinato Altiero Spinelli insieme ad Ernesto Rossi scrisse ottant’anni fa, era il 1941, il Manifesto di Ventotene. Nell’agosto dello stesso anno, Renzi si presentò a Ventotene con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande. Atterrarono sull’isola in elicottero, visitarono la tomba di Spinelli che si trova nel cimitero che sorge esattamente nella collina dove era stata costruita la villa di Giulia, figlia ventunenne dell’imperatore romano Augusto che due anni prima della nascita di Cristo venne spedita in esilio per adulterio, tradimento e per aver complottato contro il suo stesso padre. Quando Renzi salto dall’elicottero sull’isola si era all’indomani della Brexit e l’Europa tentennava a dare risposte comuni di fronte alla crisi dei migranti. Il presidente del consiglio italiano utilizzò la location per presentarsi come punto d’incontro tra i due leader di Francia e Germania.

NON EBBE IL TEMPO di realizzare le sue ambizioni: cento giorni dopo, e siamo a dicembre del 2016, perdette il referendum sulla riforma costituzionale e dovette dimettersi. Le sorti dei 70 milioni stanziati su Ventotene passarono al governo retto da Paolo Gentiloni. Per spenderli, la sottosegretaria alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi diede vita al contratto istituzionale di sviluppo tra Palazzo Chigi, ministero dell’ambiente, Agenzia del demanio, Regione Lazio, comune di Ventotene e la Riserva naturale delle Isole di Ventotene e Santo Stefano. Come soggetto attuatore venne chiamata Invitalia, agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti che ha la forma legale di una società per azioni partecipata al 100% dal ministero dell’economia. Il contratto prevedeva il restauro, la valorizzazione e la messa in funzione dell’ex carcere borbonico. I primi investimenti, in effetti, calarono sui vulcani emersi dal mare che costituiscono riserva naturale sotto forma di cemento. Invitalia staccò il primo assegno da un milione e cinquecento mila euro per costruire un eliporto sull’isola di Santo Stefano. Il pezzo di terra in mezzo al mare e 500 metri di diametro è peraltro privato per il 90% dei suoi 27 ettari di superficie totale. Il possidente è un signore di Napoli di nome Orazio Ciardo, che ha ereditato dal padre, imprenditore del settore immobiliare. I tentativi di esproprio sono ancora in corso.

DOPO LA COSTRUZIONE dell’eliporto, restavano ancora molti quattrini da spendere. A Ventotene cominciarono a spuntare associazioni che assomigliavano cordate di lobby, costituite spesso da soggetti esterni al territorio. Professionisti noti in tutto il paese e spesso in rapporti con i palazzi e i grandi media, giornalisti e docenti universitari con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dell’isola, che conta meno di 800 residenti e ha quindi una base elettorale molto ristretta. Roberto Sommella, responsabile delle relazioni esterne dell’Autorità antitrust e attuale direttore del quotidiano MilanoFinanza, dà vita all’associazione Nuova Europa, «per la diffusione dei valori solidali nell’Ue» e progetta la sua Scuola d’Europa sotto l’egida della Rappresentanza del Commissione Europea in Italia. A Sommella, Santomauro riconosce la cittadinanza onoraria di Ventotene.

QUANDO IL NOTAIO con possedimenti e attività sull’isola Santomauro venne eletto, nel 2017, i suoi oppositori denunciarono tra quelli che fecero la differenza i voti sospetto di almeno trenta cittadini di origine rumena ormai da tempo emigrati in altri lidi. Nulla di tutto questo si riuscì a dimostrare in sede giuridica. Gli anni successivi sono quelli finiti sotto la lente della procura di Cassino. Si parla della realizzazione di strutture edilizie prive di autorizzazione da parte alcuni familiari del sindaco, di manovre che avrebbero consentito a Santomauro di controllare la maggior parte delle strutture ricettive dell’isola. Una manna in vista dei grandi eventi progettati dalle filiere che hanno messo gli occhi sui fondi in attesa a Ventotene.

IL SINDACO, ipotizzano i magistrati, avrebbe girato la testa dall’altra parte ed evitato di vigilare. L’opposizione sospetta che Santomauro voglia anche sistemare beghe di abusivismo legate alla sua famiglia allargata. «Non ha mai risposto a nessuna delle trenta interrogazioni che gli abbiamo rivolto in consiglio comunale», racconta il capogruppo della lista di opposizione in consiglio comunale Raffaele Sanzo. Il quale riferisce anche di segnalazioni «di rilevanza penale» fatte nel corso degli anni al prefetto e al ministero dell’interno, che non hanno sortito alcun effetto.

LA DEAD LINE per utilizzare i 70 milioni di euro stanziati era fissata al febbraio del 2021. Un anno prima l’ex deputata, europarlamentare e vicepresidente della Regione Lazio Silvia Costa venne nominata commissaria per l’attuazione del progetto, che in effetti subì un’accelerata. «Il problema non è tanto trovare le risorse e fare i progetti – andava dicendo il sindaco Santomauro – ma districarsi dai lacci della burocrazia e raggiungere l’obiettivo». Questo tentativo di «districarsi», di recente è divenuto oggetto di un’interrogazione parlamentare al Senato a firma di Loredana De Petris e alla Camera di Rossella Muroni. La senatrice di Leu si rivolge ai ministri della transizione ecologia Roberto Cingolani e della cultura Dario Franceschini, ricordando loro che proprio il comune di Ventotene, in base al decreto che nel 1999 aveva dichiarato il posto riserva naturale e marina, aveva il compito di gestire tale patrimonio eppure ha preso decisioni di carattere urbanistico ed edilizio che «dovrebbero essere considerate illegittime». «In questo contesto – prosegue De Petris – appare ancor più grave che siano stati approvati i progetti inerenti al progetto straordinario ‘per il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano’, finanziato nel 2016 per 70 milioni» e fa una denuncia molto grave che allarga il quadro della vicenda: «Tutti i soggetti istituzionali del tavolo – dice De Petris – hanno disatteso il loro mandato nel verificare che le decisioni assunte dal Contratto istituzionale di sviluppo rispettassero le leggi, provocando in tal modo gravi danni all’erario dello Stato attraverso l’autorizzazione di spese non ammissibili». Di fronte ad uno scenario del genere, le indagini sull’amministrazione locale di Ventotene appaiono davvero solo la punta dell’iceberg.

San Nicola di Bari

 

San Nicola di Bari


Nome: San Nicola di Bari
Titolo: Vescovo
Nascita: III secolo , Pàtara, Turchia
Morte: IV secolo, Licia, Turchia
Ricorrenza: 6 dicembre
Tipologia: Memoria liturgica
Luogo reliquie:Basilica di San Nicola

San Nicola fu uno dei più illustri santi che fiorirono nella Chiesa orientale nel secolo IV. Nativo di Pataro nella Licia, dimostrò fin da bambino di essere predestinato a grandi cose. Prestissimo si innamorò della vita religiosa, e si ritirò in un monastero nelle vicinanze di Mira.

Mirabili furono quivi i suoi slanci d’amore al Signore ed il progresso quotidiano nella virtù. Praticava la carità materiale e spirituale verso il prossimo, e di lui rimase celebre il seguente fatto.

Morte e ascensione di san Nicola

autore Gentile da Fabriano anno 1425 circa titolo San Nicola lancia tre palline d’oro nella stanza di tre povere ragazze

Trovandosi tre giovanette in grave pericolo di perdere l’innocenza, non potendo a causa della loro povertà trovare un onesto collocamento, per tre notti consecutive Nicola si portò vicino a quella casa, ed ogni volta vi gettò dalla finestra una borsa contenente il necessario per la dote di una figlia.

La sua grande devozione lo spinse a visitare la Terra Santa. Durante il viaggio, quando la nave su cui era montato si trovava in alto mare, si scatenò una tempesta tale che i marinai disperavano della salvezza.

Ma Nicola, rassicuratili, si mise in ginocchio: ed il mare divenne calmo e si arrivò felicemente in porto. Ritornato dal pellegrinaggio, trovò vacante la sede episcopale di Mira, capitale della Licia. Nicola, già celebre per i suoi miracoli e per la sua vita esemplare, fu eletto ad occupare quella sede, e la resse sapientemente per molti anni. Fu grande benefattore dei poveri, padre degli orfani, sostegno delle vedove.

Durante la persecuzione di Diocleziano, fu deportato e confinato. Restituita la libertà alla Chiesa, il santo vescovo ritornò tra il suo popolo. Partecipò al Concilio Ecumenico di Nicea ed ebbe parte assai attiva nella confutazione di Ario.

Morte e ascensione di san Nicola

autore Beato Angelico anno 1437 titolo Morte e ascensione di san Nicola

Il Signore lo preavvisò della prossima sua morte ed il Santo, raccomandatosi alle preci del suo buon popolo, radunò il clero, e prese a recitare il salmo: In te Domine, speravi, fino al versetto: In manus tuas, commendo spiritum meum, e col sorriso sulle labbra, spirò. Era l’anno 342.

Il suo corpo si conserva a Bari, nella Basilica del suo nome.

PRATICA. Perdoniamo le offese e preghiamo per coloro che ci fanno soffrire.

PREGHIERA. O Signore, che hai voluto onorare il tuo vescovo Nicola con insigni miracoli, fa’ che per la sua intercessione siamo liberati dalle pene del fuoco eterno.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Nicola, vescovo di Mira in Licia nell’odierna Turchia, celebre per la sua santità e la sua intercessione presso il trono della grazia divina.

Approfondimento

I protestanti, come si sa, non ammettono il culto dei santi. Tuttavia, c’è un santo che è popolare anche e soprattutto nei paesi protestanti, benché non tutti sian capaci di riconoscere, sotto le fattezze e l’abbigliamento del bonario Babbo Natale, uno dei santi più celebri della Chiesa cattolica: San Nicola.

San Francesco

Ma non c’è dubbio. Il cappuccio foderato di pelliccia del nordico Babbo Natale, non è altro che la mitria del barbuto vescovo orientale. Infatti, in Germania e in Svizzera, Babbo Natale si chiama Nikolaus, e il 6 dicembre è festa grande per i ragazzi. Nikolaus, con la gerla colma di doni, ha varcato l’Oceano sulle navi dei coloni olandesi, e in America è diventato ” Santa Claus”, re della tradizione natalizia, e anche pubblicitaria del Nuovo Mondo.

E dall’America, Santa Claus è rimbalzato con nuova fortuna in Europa; ma pochi l’hanno riconosciuto per San Nicola. San Nicola da Bari, il secolare amico degli scolaretti e di tutti i bambini.

Questo non è l’unico segno della popolarità di San Nicola, uno dei santi più venerati in Oriente e in Occidente. Per tutto l’alto medioevo, egli è stato, per la sua delicata carità, qualcosa di simile a ciò che San Francesco è stato ed è ancora per l’evo moderno. E spesso appare vicino a San Francesco nelle pitture delle chiese francescane.

Per la storia, San Nicola fu vescovo di Mira, nella Licia, ai tempi di Costantino. A Mira le sue reliquie furono venerate finché non sopraggiunse l’invasione turca. Allora vennero poste in salvo da 62 soldati, devoti corsari della città di Bari. E il 9 maggio del 1087, con immensi onori, furono poste nella celebre, vetusta cattedrale del grande porto pugliese, e Bari, dopo una vivace contesa con Benevento, divenne il centro del culto di San Nicola, patrono, tra l’altro, della Russia.

Numerose leggende narrano i particolari della sua vita: “Niccolaio trasse il suo nascimento da ricche e sante persone. Il primo die che fue bagnato, stette per se medesimo ritto nel bacino, e due dì della settimana, cioè il mercoledì e il venerdì, solamente una volta per die prendeva il latte. E. fatto giovane, schifava le dissoluzioni e le vanità e usava la chiesa maggiormente”. Non seguì però la carriera ecclesiastica. Salì alla cattedra vescovile per soprannaturale ispirazione dei vescovi riuniti in Concilio, che decisero di eleggere il primo che entrasse in chiesa e avesse il nome di Nicola. Fu presto noto per i suoi prodigi: “Uno die, alquanti marinai pericolavano nel mare. Feciono questa orazione con lacrime: `Niccolaio, servo di Dio, se vere sono le cose le quali udiamo di te, piacciati che noi ora le proviamo’. Incontanente apparve e disse: ‘Ecco, io sono presente’, e cessò la tempesta”.

Perciò i marinai lo considerano loro protettore, ma soprattutto è patrono degli scolari. Tra le molte leggende è infatti celebre quella dei tre scolaretti che un feroce macellaio di Mira aveva sgozzato e messo in salamoia, come porcellotti. Il Santo compì la strepitosa resurrezione dei tre fanciulli, convertendo, per giunta, anche il macellaio.

L’episodio ha dato origine a canti popolari, poco noti ma spesso suggestivi, dei quali citiamo quello raccolto e riportato da Gerard de Nerval nelle Figlie del fuoco

I tre bambini resuscitati

San Nicola resuscita tre fanciulli messi in salamoia

autore Gentile da Fabriano anno 1425 circa titolo San Nicola resuscita tre fanciulli messi in salamoia (Storie di S. Nicola di Bari)
C’erano una volta tre bambini
che andavano a spigolare in un campo.
Arrivano una sera da un macellaio
“Macellaio, potresti ospitarci?”
“Entrate, entrate, piccoli,
c’è posto senz’altro.”

Erano appena entrati,
che il macellaio li ha ammazzati,
li ha fatti a pezzettini,
li ha messi a salare come maialini.

San Nicola dopo sette anni,
San Nicola arrivò in quel campo.
Se ne andò dal macellaio
“Macellaio, potresti ospitarmi?”

“Entrate, entrate, San Nicola,
posto ce n’è, non ne manca davvero”
Era appena entrato,
che chiese da cena.

 

 

San Nicola e i tre bambini

 

 


“Volete un pezzo di prosciutto?”
“Non ne voglio, mi sembra brutto”
“Volete un pezzo di vitello?”
Non ne voglio, non è bello!
Voglio proprio il salamino,
che sta a salare da sette anni!
Quando il macellaio lo senti,
fuori dalla porta se ne fuggi.

“Macellaio, macellaio, non fuggire,
pentiti, Dio ti perdonerà.”
San Nicola posò tre dita
sull’orlo del salatoio.

Il primo disse: “Ho dormito bene!”
Il secondo disse: “lo pure!”
Rispose il terzo: “Credevo d’esser già in paradiso!”

san Nicola

Ancor più suggestivi sono gli innumerevoli episodi di carità del Santo. “Un suo vicino” narra la Legenda Aurea “pervenuto a grandissima povertà, tre sue figliole vergini ordinò di mettere al peccato, acciò che di quella vituperosa mercatantia potesse nutricare sé e le sue figliuole. Per la qual cosa, sentendo il Santo Niccolaio così scellerata intenzione, mosso da zelo di pietade, tolse una massa d’oro, e così legata in un panno, di notte tempo gittolla segretamente per la finestra, e partissi di celato”.

L’uomo poté così maritare la prima figlia, e il misterioso dono si ripete finché tutte e tre le ragazze furono onestamente accasate. Solo allora, il padre, appostatosi, poté riconoscere in San Nicola lo sconosciuto benefattore. In tempo di carestia, ottiene dai marinai delle navi frumentarie dell’imperatore una parte del carico, e distribuisce il grano ai bisognosi, senza che poi gli esattori possano riscontrare nessuna mancanza. Appare in sogno a Costantino e impedisce l’esecuzione di tre ufficiali ingiustamente condannati. Ma più spesso, San Nicola è il protettore dei bambini, sempre pronto ad esaudire le preghiere dei genitori a lui devoti.

Doni preziosi; episodi di carità: fanciulli beneficiati. Ecco ciò che spiega l’universale popolarità di San Nicola, e perché lo si ritrovi oggi con le sembianze di Babbo Natale: per ricordare, oltre tutte le apparenze superficiali, il dovere delle carità e il comandamento dell’amore, quell’Amore che nel Natale la sua espressione più alta.