Archivio mensile:febbraio 2022

Assegno Unico ai nonni per i nipoti a carico, quando spetta e cosa fare

Assegno Unico ai nonni per i nipoti a carico, quando spetta e cosa fare

Assegno Unico è riconosciuto ai nonni per i nipoti a carico, a quali condizioni spetta? Quali adempimenti sono richiesti? Analisi completa

Assegno Unico nonni nipoti

L’Assegno Unico spetta anche ai nonni per i nipoti a carico? Questo è uno dei dubbi più frequenti in vista della partenza dell’assegno unico e universale da marzo 2022.

Il nome stesso della prestazione (assegno unico figli) potrebbe trarre in inganno, ma andando più a fondo possiamo comprendere come questa misura, al pari dei vecchi assegni per il nucleo familiare, può essere richiesta anche dai nonni, per i propri nipoti, ma solo a determinate condizioni.

Ecco i dettagli.

Assegno Unico ai nonni per i nipoti a carico: ecco il motivo

Il Decreto Legislativo 29 dicembre 2021 numero 230, con cui si è introdotto nell’ordinamento italiano dal 1° marzo 2022 prevede all’articolo 2 comma 1 che la prestazione sia diretta ai nuclei familiari per:

  1. ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza;
  2. ciascun figlio con disabilità a carico, senza limiti di età;
  3. ciascun figlio maggiorenne a carico fino al compimento dei 21 anni di età, per il quale ricorra una delle seguenti condizioni:
    • Frequenti un corso di formazione scolastica o professionale ovvero un corso di laurea;
    • Svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa, con un reddito complessivo inferiore a 8 mila euro annui;
    • Sia registrato come disoccupato ed in cerca di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
    • Svolga il servizio civile universale.

Il successivo comma 2 stabilisce che l’assegno spetta, nell’interesse del figlio, a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale.

Proprio su quest’aspetto è intervenuta la Circolare INPS del 9 febbraio 2022 numero 23, con cui sono stati forniti ulteriori chiarimenti sull’Assegno Unico, dopo il Messaggio del 31 dicembre 2021 numero 4748.

Nella Circolare l’Istituto sottolinea che, tenuto conto di quanto previsto dal citato articolo 2 del D.Lgs. numero 230, il diritto alla prestazione è esteso ai nonni per i nipoti, esclusivamente:

  • In presenza di un formale provvedimento di affido;
  • In alternativa, nelle ipotesi di collocamento o accasamento etero familiare (condizione equiparata all’affidamento ai sensi della Legge 5 maggio 1983 numero 184).

Fatta questa premessa vediamo in dettaglio in quali condizioni e cosa deve fare il nonno / nonna per avere diritto all’Assegno Unico.

Assegno Unico ai nonni per i nipoti, quali sono i requisiti soggettivi

I requisiti soggettivi che il richiedente deve possedere al momento della domanda e per tutta la durata del beneficio attengono cittadinanza, residenza e domicilio, assoggettamento all’imposta sul reddito in Italia.

Requisito di cittadinanza

Il richiedente l’AUU dev’essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea ovvero un suo familiare titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente.

Hanno altresì diritto all’Assegno i cittadini di uno Stato extra-UE in possesso di permesso:

  • di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo;
  • unico di lavoro per cui si è autorizzati a svolgere l’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi;
  • di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi.

Sono inclusi:

  • Stranieri apolidi, rifugiati politici e titolari di protezione internazionale equiparati ai cittadini italiani;
  • I titolari di Carta blu quali “lavoratori altamente qualificati”;
  • I lavoratori di Algeria, Marocco e Tunisia, per i quali gli accordi euro-mediterranei tra l’UE e i paesi citati prevedono la parità di trattamento con i cittadini europei;
  • Lavoratori autonomi titolari di permesso di soggiorno di cui all’articolo 26 del Testo Unico, per i quali l’inclusione tra i potenziali beneficiari dell’AUU è motivata dall’esigenza di non discriminare il lavoro autonomo da quello dipendente.

Imposte pagate in Italia, residenza e domicilio

Il soggetto richiedente dev’essere:

  • Soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • Residente e domiciliato in Italia;
  • Residente o esser stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a termine di durata almeno semestrale.

Assegno Unico ai nonni per i nipoti, quanto spetta

L’ammontare mensile dell’Assegno Unico è:

  • Corrisposto da marzo a febbraio dell’anno successivo;
  • Parametrato in base all’ISEE del nucleo familiare ove è inserito il figlio beneficiario della prestazione.

Questo significa che l’AUU spettante al nonno / nonna è legato all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, calcolato tenendo conto di tutti i componenti il nucleo:

  • Per ciascun nipote minorenne a carico (articolo 4 comma 1 del D.Lgs. n. 230/2021) è riconosciuto un importo pari a 175 euro mensili, spettante in misura piena per chi ha un ISEE pari o inferiore a 15 mila euro, ridotto poi gradualmente, secondo gli importi definiti nella tabella 1 di cui al Decreto Legislativo, sino ad arrivare a 50 euro mensili per coloro che hanno un ISEE pari o superiore a 40 mila euro;
  • Nel caso in cui il nipote sia maggiorenne (età inferiore a ventuno anni compiuti, articolo 4 comma 2 D.Lgs. n. 230/2021) l’AUU ammonta a 85 euro mensili (ISEE pari o inferiore a 15 mila euro) somma ridotta secondo la citata tabella 1 sino all’importo di 25 euro mensili previsto per chi ha un ISEE pari o superiore a 40 mila euro.

Trattandosi di una misura universalistica, l’Assegno Unico spetta anche in assenza di ISEE aggiornato ma viene erogato secondo l’importo minimo appena citato (corrispondente a chi ha un ISEE pari o superiore a 40 mila euro). Quanto detto vale anche per le eventuali maggiorazioni, previste sempre all’articolo 4 commi da 4 a 8.

Assegno Unico ai nonni per i nipoti, tabelle ISEE

Per non rischiare di ottenere l’Assegno Unico nella misura – base, il richiedente deve innanzitutto inoltrare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) al fine di ottenere l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) aggiornato, valido sino al 31 dicembre successivo. Valore, quest’ultimo, che esprime la condizione economico – patrimoniale del nucleo familiare, con l’obiettivo di stabilire il diritto o meno ad una serie di prestazioni agevolate (si pensi al Reddito di Cittadinanza).

La DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) raccoglie i dati necessari per calcolare l’ISEE, tra cui:

  • Dati anagrafici (componenti il nucleo familiare);
  • Casa di abitazione;
  • Patrimonio mobiliare (depositi e conti correnti bancari e postali, obbligazioni, conti deposito, azioni etc.);
  • Patrimonio immobiliare;
  • Redditi e trattamenti da dichiarare ai fini ISEE;
  • Assegni periodici per coniuge e figli;
  • Autoveicoli ed altri beni durevoli;
  • Redditi dichiarati all’Agenzia Entrate;

e può essere presentata a:

  • Ente che eroga la prestazione sociale agevolata;
  • Comune;
  • Centro di Assistenza Fiscale (CAF);
  • INPS, attraverso l’apposita piattaforma online.

Per agevolare l’invio della DSU, l’INPS ha introdotto la possibilità di trasmettere un modello precompilato, con una serie di informazioni precaricate e prelevate dagli archivi INPS – Agenzia Entrate oltre ai dati provenienti da banche e istituti finanziari (si pensi al patrimonio mobiliare rappresentato da conti correnti, obbligazioni, azioni etc.).

Come precisato dall’INPS nella Circolare numero 23/2022, l’ISEE di riferimento è quello del nucleo in cui è presente il minore / maggiorenne beneficiario, in particolare:

  • In presenza di minorenni si terrà conto dell’Indicatore calcolato ai sensi dell’articolo 7 del D.P.C.M. n. 159/2013 (ISEE minorenni) e dell’articolo 9 del medesimo decreto (ISEE minorenni corrente);
  • Per i maggiorenni il riferimento sarà all’ISEE di cui agli articoli da 2 a 5 del D.P.C.M. n. 159/2013 (ISEE ordinario) e all’articolo 9 del medesimo decreto (ISEE ordinario corrente).

Assegno Unico ai nonni per i nipoti, come fare domanda

Una volta ottenuto l’ISEE in corso di validità, l’interessato può presentare domanda di Assegno Unico, attraverso il portale “inps.it – Prestazioni e Servizi – Prestazioni – Assegno unico e universale per i figli a carico” in possesso delle credenziali SPID, CIE o CNS.

In alternativa è possibile:

  • Chiamare il Contact center dell’Istituto al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) o lo 06.164.164 (da rete mobile);
  • Rivolgersi agli enti di patronato.

E’ bene ricordare che le domande di Assegno Unico inviate entro il 30 giugno dell’anno di riferimento, conferiscono il diritto alla prestazione a decorrere dal mese di marzo del medesimo anno.

Al contrario, le richieste inviate a partire dal 1° luglio comportano l’erogazione del sussidio a decorrere dal mese successivo quello di presentazione della domanda.

Con riferimento all’anno 2022, pertanto:

  • Chi che presenterà la domanda entro il 30 giugno prossimo avrà diritto al sussidio a decorrere dal 1° marzo 2022;
  • Al contrario, le istanze presentate dal 1° luglio 2022 comporteranno il diritto all’AUU a partire dal mese successivo quello di invio della domanda.

Leggi anche: domanda assegno unico universale

Assegno Unico ai nonni per i nipoti, come e quando arrivano i pagamenti

L’Assegno Unico è corrisposto dall’INPS al soggetto richiedente (fatte salve le ipotesi di fruizione ripartita) utilizzando la modalità di pagamento scelta in sede di invio della domanda o successivamente variata, tra:

  • Accredito su uno strumento dotato di coordinate IBAN, in particolare conto corrente bancario, conto corrente postale, carta di credito o di debito dotata di IBAN, libretto di risparmio dotato di IBAN;
  • Bonifico domiciliato presso gli uffici postali;
  • Accredito sulla cosiddetta “Carta RdC” rilasciata da Poste Italiane ai beneficiari di Reddito e Pensione di Cittadinanza.

In merito alle tempistiche di pagamento, l’Istituto ha chiarito nelle FAQ pubblicate sul portale “inps.it – Prestazioni e servizi – FAQ Domande frequenti – Assegno unico e universale” che:

  • I pagamenti avranno luogo dalla seconda metà di marzo 2022 per le domande inoltrate a gennaio e febbraio;
  • Per le domande trasmesse dal 1° marzo 2022 in poi, il pagamento avverrà entro la fine del mese successivo quello di presentazione della domanda.

Gli importi percepiti dai nonni / nonne a titolo di Assegno Unico saranno, peraltro, esenti da trattenute INPS e tassazione IRPEF, oltre a non concorrere alla formazione del reddito imponibile ai fini fiscali del beneficiario.

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Vjačeslav Michajlovič Molotov

Vjačeslav Michajlovič Molotov

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Vjačeslav Molotov
Вячеслав Молотов
Vyacheslav Molotov Anefo2.jpg

Presidente del Consiglio dei commissari del popolo dell’URSS
Durata mandato 19 dicembre 1930 –
6 maggio 1941
Predecessore Aleksej Ivanovič Rykov
Successore Iosif Stalin

Commissario del Popolo per gli affari esteri dell’URSS
dal 1946 Ministro degli Affari Esteri
Durata mandato 3 maggio 1939 –
4 maggio 1949
Predecessore Maksim Maksimovič Litvinov
Successore Andrej Januar’evič Vyšinskij

Durata mandato 5 marzo 1953 –
1º giugno 1956
Predecessore Andrej Januar’evič Vyšinskij
Successore Dmitrij Trofimovič Šepilov

Primo Vicepresidente del consiglio dei commissari del popolo dell’URSS
dal 1946 Primo vicepresidente del consiglio dei ministri dell’URSS
Durata mandato 16 agosto 1942 –
29 giugno 1957
Predecessore Nikolaj Alekseevič Voznesenskij
Successore Nikolaj Aleksandrovič Bulganin

Deputato del Soviet dell’Unione del Soviet Supremo dell’URSS
Legislature I, II, III, IV
Circoscrizione Mosca

Segretario responsabile del Partito Comunista Russo (bolscevico)
Durata mandato marzo 1921 –
aprile 1922
Predecessore Nikolaj Nikolaevič Krestinskij
Successore Stalin (come segretario generale)

Secondo Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica
Durata mandato aprile 1922 –
dicembre 1930
Predecessore carica istituita
Successore Lazar’ Kaganovič

Dati generali
Partito politico Partito Operaio Socialdemocratico Russo
fazione bolscevica
(1906-1918)
Partito Comunista dell’Unione Sovietica
(1918-1962; 1984-1986)
Università Saint Petersburg Polytechnic Institute
Firma Firma di Vjačeslav Molotov Вячеслав Молотов

Vjačeslav Michajlovič Molotov (in russoВячеслав Михайлович Молотов?Kukarka9 marzo 1890 – Mosca8 novembre 1986) è stato un politicodiplomatico e rivoluzionario sovietico.

Nato come Vjačeslav Michajlovič Skrjabin e datosi in seguito il nome di battaglia di Molotov, fu l’unico tra i principali rivoluzionari bolscevichi a sopravvivere alle Grandi purghe staliniane degli anni trenta. Attivo nella diplomazia sovietica a cavallo tra le due guerre come ministro degli esteri dell’URSS, rimane famoso per l’accordo con la Germania nazista noto come Patto Molotov-Ribbentrop (dal nome del suo co-firmatario, il ministro tedesco Joachim von Ribbentrop) e, in seguito, per il ruolo svolto nei negoziati di Jalta con Regno Unito e Stati Uniti d’America e nella successiva formazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

 

La firma del Patto Molotov-Ribbentrop

Molotov nacque a Kukarka (oggi Sovetsk) presso Vjatka (dal 1934 Kirov), in Russia, come Vjačeslav Michajlovič Skrjabin (Скря́бин); suo zio fu probabilmente Aleksandr Skrjabin, compositore e pianista vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento: tuttavia Simon Sebag Montefiore, nella sua biografia di Stalin, afferma che nonostante l’omonimia Molotov non era affatto imparentato con il compositore[1].

Nel 1906 si unì al Partito Operaio Socialdemocratico Russo e prese lo pseudonimo Molotov (dal russo molot, martello): arrestato a San Pietroburgo nel 1909, fu esiliato per due anni in Siberia. Al ritorno entrò nel comitato di redazione della Pravda (Verità), l’organo clandestino della fazione bolscevica allora diretto da Stalin[2]. Arrestato nuovamente nel 1913, fu deportato a Irkutsk, ma nel 1915 evase e ritornò nella capitale, dove nel 1916 entrò nel comitato cittadino del partito bolscevico (separatosi dai menscevichi nel 1912).

Fu, assieme ad Aleksandr Gavrilovič Šljapnikov, il dirigente bolscevico di più alto rango a Pietrogrado all’epoca della Rivoluzione di febbraio, mentre personaggi come Lenin erano ancora in esilio. Oltre che direttore del quotidiano Pravda, fece parte del Comitato militare rivoluzionario che pianificò la Rivoluzione d’ottobre, durante la quale divenne uno stretto alleato di Stalin[3].

Nel 1918, allo scoppio della guerra civile, fu inviato in Ucraina, dove nel 1920 divenne segretario del comitato centrale del partito bolscevico ucraino. Richiamato a Mosca (la nuova capitale) da Lenin nel 1921 come membro del comitato centrale e addetto alla segreteria del partito, nel 1922, eletto Stalin segretario generale del partito bolscevico, divenne il vice segretario de facto[1]. Durante le lotte di potere seguite alla morte di Lenin nel 1924, Molotov fu sempre un leale sostenitore di Stalin, che lo premiò nel 1926 facendolo entrare nel Politburo del partito[4].

La sua immagine grigiamente burocratica, che portava gli avversari a sottovalutarlo, celava un grande talento amministrativo e una mente penetrante. Dal 19 dicembre 1930 al 9 maggio 1941 fu Presidente del Consiglio dei commissari del popolo, ruolo in base al quale agì come formale capo dell’esecutivo dell’Unione Sovietica[5]. In questa veste, diresse la collettivizzazione forzata dell’agricoltura contro i kulaki, in seguito – assieme al commissario del popolo all’industria Lazar Kaganovič (anche lui fedele alleato di Stalin) – il primo, il secondo e il terzo Piano quinquennale di industrializzazione, inclusa l’industria degli armamenti, che si sarebbe rivelata decisiva nella seconda guerra mondiale[6].

 

Molotov (a sinistra) e Stalin a Jalta

Le purghe degli anni trenta (dal 1934 al 1938), in cui fu giustiziata la maggior parte dei dirigenti bolscevichi della generazione di Stalin, vide Molotov attivamente coinvolto (in totale adesione alla linea staliniana) come membro del Politburo, ma non come capo dell’esecutivo[7]Dopo le purghe fu opinione comune che Molotov fosse il vice di Stalin e il suo successore; Molotov, temendo per la sua vita, fu molto attento a non incoraggiare queste ipotesi, che avrebbero potuto indispettire il dittatore.[senza fonte]

Il 3 maggio 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale, divenne Commissario del popolo agli Affari Esteri (cioè Ministro degli Esteri). Si ritiene che venne nominato a questo incarico, perché il suo predecessore, Maksim Litvinov, oltre ad essere ebreo, e quindi avrebbe potuto offendere i nazisti rivestendo quel ruolo nei negoziati, si era sbilanciato troppo nel cercare un’alleanza a tre con Gran Bretagna e Francia, mentre queste ultime due avevano snobbato i suoi sforzi: tale politica aveva reso Litvinov inviso alle autorità naziste[8]. Molotov negoziò in parallelo sia con l’Occidente che con i tedeschi per assicurare il maggior guadagno territoriale all’Unione Sovietica.

Dopo che i colloqui russo-franco-britannici dell’agosto 1939 fallirono, egli negoziò il Patto Molotov-Ribbentrop con la sua controparte tedesca, Joachim von Ribbentrop[9]. Il successivo 5 ottobre telefonò all’ambasciatore finlandese a Mosca, Aarno Yrjö-Koskinen, chiedendo un incontro urgente con il ministro degli esteri finlandese Eljas Erkko per avere uno scambio di vedute su “questioni politiche concrete” con la richiesta di modifiche strategiche di confine sulla costa baltica a favore dell’URSS contro la cessione di territori interni al confine nella Carelia orientale. La proposta venne infine rigettata e il 30 novembre le truppe sovietiche attaccarono la Finlandia iniziando la guerra d’inverno; i soldati finlandesi battezzarono scherzosamente la bomba Molotov con il suo nome.

Durante il periodo precedente allo scoppio della guerra tra l’Unione Sovietica e la Germania, nel 1941, irritò immancabilmente i tedeschi con la sua tenacia pragmatica durante i negoziati, insistendo nel preservare o migliorare gli interessi sovietici in Europa orientale[10] e senza farsi ingannare dalle oziose promesse tedesche di concessioni in altre distanti parti del mondo, come l’India (in un’occasione, quando Ribbentrop, a seconda guerra mondiale iniziata da tempo, stava discutendo in un rifugio antiaereo a Berlino con il Commissario agli Esteri sovietico, la divisione delle spoglie dell’Impero britannico “prossimo alla conquista”, Molotov rispose chiedendogli perché, se il Regno Unito era finito, stavano tenendo dei negoziati in un rifugio antiaereo[11]).

In seguito, si confrontò anche con il Presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt riguardo tali argomenti, durante la guerra[12].

Ore dopo l’avvio dell’invasione tedesca, il 22 giugno 1941, diede un famoso e incoraggiante discorso radiofonico al popolo sovietico, spiegando la situazione ed enfatizzando il fatto che l’URSS non aveva fatto niente per provocare la guerra, ma avrebbe combattuto fino alla vittoria finale, ora che era iniziata[13]. Lo scoppio della guerra segnò anche il passaggio di mano della guida dell’esecutivo sovietico da Molotov a Stalin. Molotov divenne vice primo ministro e soprattutto continuò a gestire la politica estera, visitando fra l’altro Londra (1941) e Washington (1942) al fine di concludere il trattato di alleanza anglo-sovietico e convincere gli anglo-americani ad aprire il “secondo fronte” in Europa[14]. Accompagnò Stalin alle conferenze di Teheran (1943), Jalta (1945) e Potsdam (1945) e rappresentò l’Unione Sovietica alla conferenza di San Francisco che creò l’Organizzazione delle Nazioni Unite[15]. In tutte queste occasioni confermò la sua fama di duro negoziatore.

Molotov servì come commissario agli Esteri fino al 1949 (quando venne rimpiazzato da Andrej Vyšinskij) e quindi ancora dal 1953 al 1956[15]. Negli ultimi anni del regime staliniano la sua posizione si indebolì: ad esempio nel dicembre 1948 non fu in grado di evitare l’arresto della moglie Polina Žemčužina per “tradimento”, dalla quale divorziò e che poté rivedere solo dopo la morte di Stalin[16]. Nel 1952, al 19º congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, fu eletto al Presidium ma venne escluso dal comitato permanente di questo, il vero erede del Politburo. Poco prima di morire, Stalin pensava ad una purga per eliminare gli ultimi suoi coetanei, tra i quali appunto Molotov, a favore della generazione successiva. A seguito della morte di Stalin e della esecuzione di Berija, nel 1953, la posizione di Molotov sembrò rafforzarsi, tanto da riacquistare il Ministero degli esteri[17].

Tuttavia Molotov si trovò in disaccordo con le politiche riformiste del successore di Stalin, Nikita Chruščёv, e si oppose duramente alle denunce di quest’ultimo contro Stalin al 20º congresso del Partito (febbraio 1956), che di fatto attaccavano anche Molotov come vice di Stalin negli anni trenta e quaranta. Rimosso dal ministero degli esteri nel giugno 1956, nel 1957[18] – assieme ad altri esponenti stalinisti come Kaganovič – tentò un colpo interno al partito per estromettere Chruščёv[19]. Il tentativo fu denunciato da Chruščёv in giugno e fallì; ciò fornì al leader sovietico il pretesto per espellere Molotov dal Presidium e dal Comitato Centrale del Partito, senza giustiziarlo ma affidandogli una serie di incarichi sempre più irrilevanti: prima come ambasciatore in Mongolia (19571960)[20] e quindi come delegato permanente dell’URSS all’Agenzia internazionale per l’energia atomica di Vienna (19601961)[21].

Nel 1962, dopo che nel gennaio aveva sofferto di un infarto, venne completamente privato di ogni carica ed espulso dal Partito[22]. Molotov non rinnegò mai le sue scelte nell’era staliniana[23] (tanto che condivideva le accuse di “revisionismo” che Mao Zedong rivolse a Chruščёv) e fu informalmente riabilitato dopo la caduta di Chruščёv ad opera di Leonid Il’ič Brežnev[24]. Molti anni dopo, nel 1984, a Molotov venne permesso di rientrare nel Partito, ma questo fu un gesto puramente simbolico,[24] e che ebbe come unica conseguenza la pubblicazione di una raccolta di interviste fatte a Molotov intitolata Molotov Remembers: Inside Kremlin Politics. All’epoca della sua morte, avvenuta all’età di 96 anni a Mosca l’8 novembre 1986, era l’ultimo sopravvissuto tra i principali partecipanti agli eventi del 1917 dopo lo stesso Kaganovič, morto nel 1991[23].

Riabilitazione, morte, credenze ed eredità[modifica | modifica wikitesto]

I primi segni di una riabilitazione si videro durante il governo di Leonid Il’ič Brežnev quando le informazioni su di lui furono nuovamente incluse nelle enciclopedie sovietiche. Il suo collegamento, il supporto e il lavoro nel cosiddetto gruppo antipartito furono menzionati nelle enciclopedie pubblicate nel 1973 e nel 1974, ma scomparvero del tutto al metà degli anni Settanta. Il leader sovietico Konstantin Ustinovič Černenko riabilitò ulteriormente Molotov e quest’ultimo venne riammesso nel partito nel 1984. Una collezione di interviste di Molotov dal 1985 fu pubblicata nel 1994 da Felix Chuev come: Ricordi di Molotov: Dentro la Politica del Cremlino.

Molotov morì, durante il governo di Michail Gorbačëv, l’8 novembre 1986; aveva 96 anni al tempo del suo decesso e fu sepolto nel Cimitero di Novodevičij a Mosca. Molotov, come Stalin, era patologicamente diffidente degli altri e proprio per questo molte informazioni cruciali scomparvero. Come disse una volta Molotov: “Bisogna ascoltarli, ma è necessario verificare su di loro. L’ufficiale dell’intelligence può arrivare a una posizione molto pericolosa… Ci sono molti provocatori qui, là ed ovunque.” La sua diffidenza si palesò durante la sua visita a Berlino a novembre del 1940, quando prima dei pranzi il suo seguito faceva addirittura sterilizzare le posate che sarebbero state utilizzate.[25]

Molotov continuò a sostenere in una serie di interviste pubblicate che non vi sia mai stato un accordo territoriale segreto tra Stalin e Hitler all’interno del Patto Molotov-Ribbentrop[26]. Come Stalin, egli non ha mai riconosciuto la guerra fredda come un evento internazionale, ma piuttosto come un conflitto quotidiano tra comunismo e capitalismo. Egli divise i paesi capitalisti in due gruppi: gli “intelligenti e pericolosi imperialisti” e i “pazzi”.

Prima del suo ritiro, Molotov propose di istituire una confederazione socialista con la Repubblica Popolare Cinese (RPC); credette che stati socialisti dovessero far parte di una più grande entità sovranazionale. In pensione, Molotov criticò Nikita Chruščëv, considerandolo un “deviazionista di destra”. Il nome di “Molotov” venne utilizzato dai soldati finlandesi per indicare il bersaglio delle bombe incendiarie durante la guerra d’inverno[27].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Eroe del lavoro socialista - nastrino per uniforme ordinaria Eroe del lavoro socialista
   
Ordine di Lenin (4) - nastrino per uniforme ordinaria Ordine di Lenin (4)
  — 1945
Ordine del distintivo d'onore - nastrino per uniforme ordinaria Ordine del distintivo d’onore
   
Medaglia per la difesa di Mosca - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia per la difesa di Mosca
   
Medaglia per la vittoria sulla Germania nella grande guerra patriottica 1941-1945 - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia per la vittoria sulla Germania nella grande guerra patriottica 1941-1945
   
Medaglia al merito del lavoro durante la grande guerra patriottica del 1941-1945 - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia al merito del lavoro durante la grande guerra patriottica del 1941-1945
   
Medaglia commemorativa per l'800º anniversario di Mosca - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa per l’800º anniversario di Mosca
   

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Salta a:a b Simon Sebag-Montefiore, Stalin: The Court of the Red Tsar, Vintage Books, 2005, p. 40
  2. ^ Geoffrey Roberts, Molotov: Stalin’s Cold Warrior, Washington, Potomac Books, 2012, p. 5.
  3. ^ Geoffrey Roberts, Molotov: Stalin’s Cold Warrior, Washington, Potomac Books, 2012, p. 6.
  4. ^ Simon Sebag-Montefiore, Stalin: The Court of the Red Tsar, Vintage Books, 2005, p. 36
  5. ^ Simon Sebag-Montefiore, Stalin: The Court of the Red Tsar, Vintage Books, 2005, pp. 63-64
  6. ^ Simon Sebag-Montefiore, Stalin: The Court of the Red Tsar, Vintage Books, 2005, p. 225
  7. ^ Archie Brown, The Rise & Fall of Communism, Bodley Head, 2009, p. 71
  8. ^ Winston Churchill, The second world war, Volume I The gathering storm, 20º capitolo The soviet enigma, Cassel & Company LTD, Londra, 1964
  9. ^ Testo integrale del trattato in inglese
  10. ^ Germania e URSS nell’inverno 1940
  11. ^ “Se è così, come mai ci ritroviamo in questo rifugio e di chi sono le bombe che stanno cadendo?”, così osservò Molotov al supponente Ribbentrop. William L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Giulio Einaudi Editore, IV edizione, 1963, p. 876
  12. ^ ROOSEVELT MOLOTOV MEETING MAY 30, 1942. OFFICIAL TRANSCRIPT, worldfuturefund.org
  13. ^ Robert Service, History of Modern Russia: From Tsarism to the Twenty-first Century, Penguin Books Ltd, 2003, p. 261
  14. ^ AA.VV., Germany and the second world war, vol. VI: the global war, Oxford university press, 2001, p. 31
  15. ^ Salta a:a b Vjaceslav Michajlovic Scrjabin Molotov, archivio ‘900
  16. ^ Shimon Redlich, Kirill Michailovich Anderson e I. Altman, War, Holocaust and Stalinism, 1995, ISBN 978-3-7186-5739-1, p. 149
  17. ^ Simon Sebag-Montefiore, Stalin: The Court of the Red Tsar, Vintage Books, 2005, p. 662
  18. ^ Archie Brown, The Rise & Fall of Communism, Bodley Head, 2009, p. 245
  19. ^ Simon Sebag-Montefiore, Stalin: The Court of the Red Tsar, Vintage Books, 2005, pp. 666-667
  20. ^ Archie Brown, The Rise & Fall of Communism, Bodley Head, 2009, p. 252
  21. ^ Simon Sebag-Montefiore, Stalin: The Court of the Red Tsar, Vintage Books, 2005, pp. 668
  22. ^ A.P. van Goudoever, The limits of destalinization in the Soviet Union: political rehabilitations in the Soviet Union since Stalin, Taylor & Francis, 1986, p. 100
  23. ^ Salta a:a b Simon Sebag-Montefiore, Stalin: The Court of the Red Tsar, Vintage Books, 2005, pp. 669
  24. ^ Salta a:a b A.P. van Goudoever, The limits of destalinization in the Soviet Union: political rehabilitations in the Soviet Union since Stalin, Taylor & Francis, 1986, p. 108
  25. ^ Memorie del Terzo Reich di Albert Speer edizioni Mondadori pag.227
  26. ^ Chuev Felix, Molotov Remembers: Inside Kremlin Politics – Conversations with Felix Cheuv, Chicago, IL, 1993, p. 84.
  27. ^ Tunisia: giornale per bambini pubblica istruzioni per costruire molotovAdnkronos, 10 ottobre 2014

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Predecessore Presidente del consiglio dei commissari del popolo dell’URSS Successore Flag of the Soviet Union.svg
Aleksej Ivanovič Rykov 19 dicembre 1930 – 6 maggio 1941 Iosif Stalin  
Predecessore Commissario del popolo per gli Affari Esteri dell’Unione Sovietica Successore Flag of the Soviet Union.svg
Maksim Maksimovič Litvinov 3 maggio 1939 – 15 marzo 1946 Lui stesso
Ministro degli Esteri
 
Predecessore Ministro degli Esteri dell’Unione Sovietica Successore Flag of the Soviet Union.svg
Lui stesso
Commissario del popolo
19 marzo 1946 – 1949 Andrej Januar’evič Vyšinskij  
Predecessore Ministro degli Esteri dell’Unione Sovietica Successore Flag of the Soviet Union.svg
Andrej Januar’evič Vyšinskij marzo 1953 – giugno 1956 Dmitrij Trofimovič Šepilov  
Controllo di autorità VIAF (EN112059678 · ISNI (EN0000 0001 2148 0072 · LCCN (ENn85305122 · GND (DE11873461X · BNF (FRcb12174411s (data) · BNE (ESXX1723664 (data) · NLA (EN35353190 · NDL (ENJA00524517 · WorldCat Identities (ENlccn-n85305122
 

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Liberi professionisti: rateizzazione domande di ricongiunzione 2022

Liberi professionisti: rateizzazione domande di ricongiunzione 2022

Il pagamento della ricongiunzione dei periodi assicurativi ai fini previdenziali per i liberi professionisti può essere effettuato a rate con la maggiorazione di un interesse annuo composto.

Ogni anno vengono pubblicate le tabelle con i coefficienti da utilizzare per i piani di ammortamento degli oneri di ricongiunzione relativi alle domande presentate nel corso dello stesso anno, aggiornati in base al tasso di variazione dell’indice dei prezzi al consumo (ISTAT).

Con la circolare INPS 24 febbraio 2022, n. 30 si forniscono:

  • le istruzioni per il corretto uso delle tabelle (allegato 1);
  • la tabella I/2022, relativa all’ammontare della rata mensile costante posticipata per ammortizzare al tasso annuo composto dell’1,9% il capitale unitario da 2 a 120 mensilità (allegato 2);
  • la tabella II/2022 relativa ai coefficienti per la determinazione del debito residuo in caso di sospensione del versamento delle rate mensili prima dell’estinzione del debito al tasso annuo dell’1,9% (allegato 3).

San Romano di Condat

 
 

San Romano di Condat


San Romano di Condat

 
 
Nome: San Romano di Condat
Titolo: Abate
Nascita: 390, Francia
Morte: 463, Francia
Ricorrenza: 28 febbraio
Tipologia: Commemorazione
 

Il monachesimo fu uno dei più larghi e fecondi movimenti religiosi, che producessero effetti di spirituale perfezione e insieme di civile progresso.

Per questo la schiera dei Santi monaci è quasi sterminata. Riempie di luce i secoli più bui del Medioevo; lievita la vita di quella società che sembrava oppressa dalla più torva barbarie.

San Romano fa parte della grande famiglia dei monaci francesi, perché la Francia, subito dopo l’Italia, fu la terra propizia al monachesimo.

E ciò si spiega col fatto che il monachesimo, per quanto movimento squisitamente cristiano, s’innestava sulla parte migliore della romanità, accogliendo quegli elementi di civiltà latina, che i barbari distruggevano ovunque, ma che non riuscivano a cancellare nell’ambito di quella grande casa romana costituita dal monastero.

Ecco perché il monachesimo si propagò e attecchì facilmente nei paesi più fedeli alla tradizione romana.

Il Santo di oggi, per quanto francese, fu Romano di nome e di spirito.

Entrò giovane nell’abbazia d’Ainay, presso Lione, ma poco dopo ne uscì, con l’autorizzazione dell’Abate.

Non che gettasse, come si suol dire, il saio all’ortiche. Uscì dal monastero per desiderio di maggiore perfezione spirituale. Infatti si ritirò solitario sui monti del Giura, dove sperò di passare i suoi giorni nella penitenza e nella preghiera.

Ma la luce fa lume, e la fama del monaco Romano condusse a lui altre anime aspiranti alla perfezione.

Il primo fu suo fratello Lupicino, che lo raggiunse sui monti. A lui si unirono altri fuggiaschi dal monda, ma non dalla vita spirituale.

Nacque così la celebre abbazia di Condat, che presto s’empì di monaci.

San Romano fu costretto a fondare un altro monastero, a Leucone, poi un terzo, che prese il nome di Saint Romain de la Roche.

In questi monasteri si ebbe la novità di una specie di diarchia, perché San Romano volle dividere il governo dell’Abbazia col fratello Lupicino.

Egli era troppo dolce, per reggere con fermezza il pastorale dell’Abate. Aveva bisogno del soccorso del fratello Lupicino, più severo e rigoroso.

La devozione dei due Santi fratelli, oltre che nell’istruzione e formazione dei discepoli e nella fondazione di nuovi monasteri, si manifestava nei loro frequenti pellegrinaggi verso i santuari dei Martiri.

Una volta, recandosi insieme ad Agaunio, per pregare sulla tomba di San Maurizio e dei suoi militi dell’eroica Legione Tebea, giunti nel territorio di Ginevra, si fermarono, per trascorrere la notte, in una capanna abbandonata.

Dopo poco però, giunsero due poveri lebbrosi, che erano stati a raccogliere la legna. La capanna era il rifugio di quegli infelici, reietti dal mondo e schivati da tutti.

Passata la prima, reciproca sorpresa, si vide il monaco Romano abbracciare con affettuoso trasporto i due sofferenti, fratelli in Cristo. E accanto a loro, Romano e Lupicino trascorsero la notte.

Solo quando si furono allontanati, la mattina dopo, i due lebbrosi si accorsero con gioia di essere stati mondati dal loro male, e tutta la città di Ginevra, quando il fatto venne risaputo, tributò commossi onori ai due pellegrini.

La diarchia, cioè la collaborazione tra i due fratelli nel governo dei monasteri da loro fondati, si sciolse soltanto con la morte di San Romano, avvenuta alla fine del V secolo, quando egli aveva settant’anni, e quando ormai le montagne del Giura erano letteralmente cosparse di Abbazie nelle quali, insieme con la fede, si salvava la civiltà occidentale.

MARTIROLOGIO ROMANO. Sul massiccio del Giura in Francia, deposizione di san Romano, abate, che, seguendo il modello degli antichi monaci, per primo condusse in quel luogo vita eremitica, divenendo poi padre di moltissimi monaci.

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Domande Frequenti

  • Quando si festeggia San Romano di Condat?

     

  • Quando nacque San Romano di Condat?

     

  • Dove nacque San Romano di Condat?

     

  • Quando morì San Romano di Condat?

     

  • Dove morì San Romano di Condat?

     

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San Romano di Condat

– San Romano di Condat
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I. Per quel miracoloso splendore e per quei suoni festivi onde il cielo illustrò la vostra nascita, o glorioso s. Giovanni, impetrate a noi tutti la grazia di mettere ogni nostra compiacenza nel risplendere…

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Quirinale

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Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19

Pubblicazione:

G.U. n. 41 del 18 Febbraio 2022

Testo coordinato:

G.U. n. 41 del 18 Febbraio 2022

Iter e lavori preparatori
10 febbraio 2022:
approvato
17 febbraio 2022:
approvato definitivamente. Legge
Legge 21 Gennaio 2022 n. 3

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, recante misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali

Pubblicazione:

G.U. n. 19 del 25 Gennaio 2022

Testo coordinato:

G.U. n. 19 del 25 Gennaio 2022

Iter e lavori preparatori
12 gennaio 2022:
approvato
20 gennaio 2022:
approvato definitivamente. Legge
Legge Costituzionale n. 1 del 11 Febbraio 2022

Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente

Pubblicazione:

G.U. n. 44 del 22 Febbraio 2022

Iter e lavori preparatori
09 giugno 2021:
approvato in testo unificato
12 ottobre 2021:
approvato
03 novembre 2021:
approvato
08 febbraio 2022:
approvato definitivamente. Legge