Archivi giornalieri: 13 febbraio 2022

La Svizzera nel raffronto internazionale

La Svizzera nel raffronto internazionale

Per molto tempo, nel raffronto internazionale la Svizzera è stata in ritardo rispetto agli altri Stati sociali. In termini di costi, oggi si colloca al di sopra della media di Paesi simili. Peculiarità dello Stato sociale svizzero sono l’importanza del federalismo e della previdenza individuale, l’influsso degli istituti privati e l’esiguità del finanziamento della sicurezza sociale attraverso il gettito fiscale.

Data la natura altamente complessa dei sistemi sociali, è difficile mettere in atto un raffronto internazionale tra gli Stati sociali. La comparazione può avvenire in base a diversi punti di vista, ognuno con relativi vantaggi e svantaggi: il raffronto quantitativo si concentra sulla spesa sociale, quello qualitativo su determinate caratteristiche del sistema e quello storico sulle particolarità che ne hanno segnato lo sviluppo.

Raffronto della spesa sociale

In molti casi lo sviluppo della sicurezza sociale in termini quantitativi è misurato in base al tasso delle prestazioni sociali (la sicurezza sociale in cifre), che confronta il totale delle uscite complessive delle assicurazioni sociali (p. es. le rendite dell’AVS, dell’AI o delle casse pensioni), delle prestazioni sociali legate ai bisogni (p. es. le prestazioni complementari all’AVS o quelle dell’aiuto sociale) e dei sussidi (concessi in particolare agli ospedali o alle istituzioni per disabili) con il livello del prodotto interno lordo (PIL). Stando ai calcoli dell’OCSE, nel 2015 la Svizzera ha utilizzato il 19,6 per cento del proprio PIL in spese sociali, piazzandosi poco sotto la media del 21 per cento dei Paesi dell’OCSE accanto a Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Polonia, Repubblica Slovacca e Stati Uniti. Il rapporto tra spese dello Stato e spese sociali in Svizzera è rimasto invariato dagli anni 1980 ad oggi. Se però si considerano le epoche precedenti, il nostro Paese risulta in ritardo per quanto concerne la spesa sociale, ben al di sotto della media europea. Tassi delle prestazioni sociali più alti si registrano in particolare in Germania, Regno Unito e Svezia, mentre lo sviluppo nel corso del 20o secolo delle uscite in Svizzera corrisponde a quello di Paesi come Francia e Paesi Bassi.

Il raffronto tra Stati sociali basato sul tasso delle prestazioni sociali fornisce spesso un quadro incompleto poiché per molto tempo non ha preso in considerazione la spesa sociale privata, una risorsa da sempre al di sopra della media in Svizzera, in particolare nei settori delle casse pensioni e delle casse malati. Per questa ragione risulta maggiormente significativo un raffronto della net social expenditures (rete delle spese sociali), che comprende appunto anche la spesa sociale privata. In questa banca dati dell’OCSE i dati sulla Svizzera (rilevati solo dal 2009) si collocano al di sopra della media nel raffronto internazionale.

Differenze qualitative

Nel quadro delle scienze sociali, gli Stati sociali sono spesso suddivisi secondo caratteristiche ricorrenti. Una classificazione molto diffusa è quella delineata da Gosta Esping-Andersen negli anni 1990, che suddivide gli Stati in socialdemocratici, conservatori e liberali e si basa su una combinazione tra funzione della spesa (in che misura le prestazioni delle assicurazioni sociali accordano autonomia dal mercato del lavoro) e funzione della ripartizione (che ruolo riveste la solidarietà e/o la ripartizione nel sistema di sicurezza sociale). Esping-Andersen classifica la Svizzera tra i Paesi di tipo liberale, dato che il mercato riveste una funzione importante nel suo sistema sociale, sebbene presenti anche caratteristiche del tipo socialdemocratico come il sistema universale dell’AVS e del tipo conservatore come l’assicurazione contro la disoccupazione basata sul principio della conservazione patrimoniale.

Il valore della classificazione di Esping-Andersen e di modelli simili è tuttavia limitato: esso è infatti implicitamente guidato dal giudizio normativo, secondo il quale gli Stati sociali scandinavi sono maggiormente evoluti rispetto a casi liberali come gli Stati Uniti. Inoltre, nella maggior parte dei casi una classificazione dice poco della dimensione storica in cui si è sviluppato uno Stato sociale: nel caso della Svizzera quest’ultimo è stato influenzato da diversi modelli, uno sviluppo che difficilmente può essere tratteggiato in una classifica.

Peculiarità storico-istituzionali

Un raffronto storico dello Stato sociale svizzero permette di identificare le peculiarità dello sviluppo in termini di istituzioni e organizzazione del suo sistema di sicurezza sociale. Tra i fattori determinanti per la Svizzera figurano in particolare gli strumenti della democrazia diretta e il federalismo marcato.

Per quanto concerne gli strumenti della democrazia diretta, questi hanno avuto un effetto di rallentamento sull’evoluzione dello Stato sociale svizzero. Infatti permettono agli aventi diritto di partecipare direttamente alle decisioni riguardanti questioni fondamentali e punti deboli di politica sociale: a livello federale è il caso per esempio del voto popolare sull’introduzione nella Costituzione di una base legale per un nuovo sistema di sicurezza sociale. Lo strumento del referendum facoltativo permette inoltre agli aventi diritto di esprimersi alle urne anche in merito a nuove leggi sociali, come successo per l’assicurazione contro le malattie e gli infortuni nel 1900 e per l’assicurazione per la vecchiaia nel 1930. Gli strumenti della democrazia diretta possono però avere anche un effetto di accelerazione, quando per esempio un’iniziativa popolare dà il via alla genesi di una legge o la influenza.

Le difficoltà politiche incontrate nel corso dell’istituzione delle assicurazioni sociali hanno portato il Consiglio federale a scavalcare la procedura federalista, promuovendo iniziative di politica sociale dei Cantoni o di attori privati come casse pensionicasse malatisocietà assicurative e società di mutuo soccorso. Questo tipo di strategia è stato impiegato per esempio nel caso dell’assicurazione malattie oppure della previdenza della vecchiaia (con la promozione delle casse pensioni). Una volta creati sistemi alternativi del genere, viene a mancare l’urgenza di trovare soluzioni nazionali e si instaura una pluralità istituzionale che continua a coesistere anche quando viene infine istituito un sistema nazionale. In compenso le istituzioni del sistema federalista fungono in molti casi da modello per lo Stato sociale.

Un’altra caratteristica del sistema sociale svizzero è costituita dalla quota relativamente elevata di partecipazione degli assicurati, in particolare nell’ambito dell’assicurazione malattie. Le riforme attuate negli ultimi decenni hanno aumentato tendenzialmente questa partecipazione (i cosiddetti contributi out of pocket come l’aliquota percentuale nell’assicurazione di base). Oggi la partecipazione degli assicurati attraverso i premi assicurativi, la franchigia e l’aliquota percentuale ammonta a oltre due terzi dei costi della salute.

Tra gli aspetti più recenti che caratterizzano il sistema sociale svizzero figura l’intensa attivazione dello Stato sociale, che trova applicazione per la prima volta nell’ambito dell’assicurazione contro la disoccupazione. Dalla riforma, nel 1994, dell’assicurazione contro la disoccupazione e dei servizi di collocamento pubblici, i beneficiari di indennità di disoccupazione sono stati fortemente responsabilizzati attraverso meccanismi di obbligo e incentivazione, allo scopo di accelerarne il rientro nella vita professionale. Propositi simili sono attualmente in corso nell’ambito dell’assicurazione invalidità per attivare i beneficiari di prestazioni. 

Literatur / Bibliographie / Bibliografia / References: Jens Alber, Vom Armenhaus zum Wohlfahrtsstaat. Analysen und Entwicklung der Sozialversicherungen in Westeuropa, Francoforte s. M 1982; Herbert Obinger, Klaus Armingeon et al., «Switzerland. The marriage of direct democracy and federalism», in H. Obinger, S. Leibfried et al. (a c.), Federalism and the welfare state: New World and European experiences, New York 2005, pagg. 263-306; Walter Schmid, «Besonderheiten der Schweizer Sozialpolitik», in A. M. Riedli et al. (a c.), Handbuch Sozialwesen Schweiz, Berna 2013, pagg. 419-427

Vivere in Russia in Pensione: Vantaggi e Svantaggi

Vivere in Russia in Pensione: Vantaggi e Svantaggi

Se sei un lavoratore che sta andando in pensione, dovresti considerare la Russia quando scegli dove andare dopo la pensione.

A cavallo tra Europa e Asia, il paese ha un carattere nazionale unico e un ricco patrimonio culturale, oltre a spettacolari meraviglie naturali. La Russia è il paese più grande del mondo con un ampio margine – si estende su nove fusi orari – ed è pieno di attrazioni e attività per i pensionati. Tra le città urbane a ovest, le montagne a est, le località del Mar Nero a sud e un sacco di cielo blu in mezzo, ce ne sono più che sufficienti per tenere occupati i pensionati.
Tra le difficoltà di una vita da pensionato in Russia sottolineiamo subito il fatto di avere un visto che deve essere rinnovato ogni anno e la conoscenza della lingua russa o di una guida, in quanto l’inglese non è molto diffuso e la burocrazia piuttosto complicata.

 

Qual’è la moneta in Russia?

La Russia non è un membro dell’UE, quindi utilizza ancora il rublo come unità di valuta .

Quindi puoi utilizzare la valuta locale dopo aver effettuato la mossa, ti consigliamo di aprire un conto bancario subito dopo il tuo arrivo.

I tassi di cambio aumentano e diminuiscono, quindi vale la pena tenere d’occhio il mercato per sapere quali saranno i tuoi soldi in Russia. Puoi sempre ottenere le cifre più aggiornate utilizzando un convertitore di valute online , ma al momento, qui ci sono alcune cifre generali e arrotondate per darti una comprensione di base: attualmente, a metà dell’anno 2017, il rublo è negoziato per i seguenti importi:

  • $ 1,7 US cent
  • $ 2,2 centesimi australiani
  • € 1,5 centesimi di euro ( 1 euro = 72 rubli)
  • £ 1,3 pence britannica

Costo della vita in Russia

Per anni Mosca è stata regolarmente elencata come una delle città più costose del mondo, e il russo è uno dei primi paesi nel complesso in termini di immigrazione totale. Mosca – e la Russia nel suo insieme – sono diventate più accessibili negli ultimi anni poiché il valore del rublo è diminuito a causa del crollo dei prezzi del petrolio. Sebbene il tenore di vita sia diminuito per il russo medio, ciò ha reso la Russia più attraente per gli immigrati, compresi i pensionati in pensione. Nondimeno, la Russia può ancora essere un paese costoso in cui vivere, soprattutto in termini di costi di alloggio e vestiti. D’altra parte, se stai cercando di vivere a basso costo, gli elementi essenziali come la spesa, i trasporti pubblici e il gas sono relativamente poco costosi.

Parte del cibo che gli occidentali vedono come prelibatezze, come il caviale e il pesce affumicato, è meno costoso nel paese che nelle esportazioni, mentre i cibi e le bevande freschi e di alta qualità sono relativamente più costosi. Come in altri paesi, per i pensionati con un budget, è meglio vivere come un locale. Non dare la caccia ai marchi occidentali e mangiare i cibi che tutti intorno a te mangiano. Mentre gli ingredienti premium possono essere costosi, il “cibo contadino” russo (non essere gettato dal nome!) È sano, abbondante ed economico. Impara a preparare e ad amare piatti come gnocchi, zuppe e insalate di verdure.

Una parola per i saggi, i russi sono noti a volte caricare gli espatriati di più per determinati beni e servizi, quindi prova a costruire un social network e abbandona la tua atmosfera di outsider il prima possibile.

L’acquisto di proprietà a Mosca o San Pietroburgo è fuori dalla portata di coloro che non sono ricchi, quindi se vuoi comprare e non affittare, guarda oltre le due più grandi città del paese verso le città più piccole, come Sochi, Tyumen, o Ekaterinburg.

La seguente tabella elenca i prezzi medi dei beni comuni a Mosca, la grande capitale degli Urali di Ekaterinburg, e la città di Sochi, località turistica del Mar Nero. Questo dovrebbe darti un’idea più chiara dei costi giornalieri della vita in diverse regioni del paese.

Vivere in Russia in Pensione: Vantaggi e Svantaggi

 Costo della vita in Russia

Mosca

Ekaterinburg

Sochi

Affitto (appartamento con una camera da letto nel centro della città) € 850 € 312 € 314
Affitto (appartamento con tre camere da letto nel centro città) € 1.775 € 537,50 € 371
Prezzo per piede quadrato nel centro città € 450 € 117 € 161
Utilità (per appartamento di 915 m²) € 107 € 97 € 91
Internet € 5,50 € 5,62 € 5,76
latte € 3,50 € 2,80 € 2.81
Pasto per due (ristorante di fascia media) € 37 € 24,50 € 30
Gas (un gallone) € 2.18 € 2,02 € 2.23
Bottiglia di vino (gamma media) € 7,50 € 7,50 € 4,50
Auto (Volkswagen Golf) € 18.000 € 17.400 € 18.455
Biglietto di sola andata (trasporto pubblico) € 0,75 € 0,39 € 0,28
Un paio di jeans (costo medio) € 80 € 75 € 76

Quanti soldi ho bisogno di andare in pensione in Russia?

La tua capacità di ritirarti comodamente in Russia dipende in gran parte da dove scegli di vivere, ma dato che è un paese costoso in cui vivere, avere un reddito mensile fisso di oltre $ 3.000 è la cosa migliore per poter vivere comodamente. Se ti limiti a un budget e vivi fuori dal centro città, è possibile vivere in una città con un modesto stipendio o pensione. Se vuoi vivere a basso costo, puoi comprare una proprietà nel paese, iniziare un giardino e vivere con poche centinaia di euro al mese.

Che dire delle tasse e dell’assistenza sanitaria in Russia?
Come molti paesi occidentali, la Russia ha avuto un servizio sanitario nazionale che offre ricoveri ospedalieri gratuiti e assistenza medica, nonché prescrizioni economiche, chiamate Fondo federale di assicurazione medica obbligatoria, dal 1996. Gli ospedali pubblici hanno problemi con lunghi tempi di attesa, sovraffollamento e bassi qualità, inefficienza delle cure (a differenza delle nazioni occidentali che hanno anche servizi sanitari nazionali, l’aspettativa di vita è in calo in Russia). Gli ospedali pubblici possono anche essere difficili da trovare al di fuori delle grandi città. Dato lo stato del sistema sanitario russo, potresti voler acquistare un’assicurazione privata in Russia o una polizza di assicurazione sanitaria internazionale.

Sei considerato residente se trascorri più di sei mesi all’anno in Russia. Anche se tutte le tue entrate provengono dall’estero, dovrai comunque presentare una dichiarazione dei redditi annuale con la Russia e sono tassate al 13%. Quando depositano le tasse, agli espatriati può essere richiesto di compilare ulteriori documenti e di essere soggetti a specifici requisiti di segnalazione. Le normative fiscali variano da paese a paese, quindi consulti un commercialista per consigli su come mantenere la conformità fiscale a casa e nel tuo nuovo paese.

Come si vive in Russia?

La Russia è un paese settentrionale e ha anche parti significative del suo territorio al di sopra del Circolo polare artico. Gli inverni sono lunghi e rigidi in molte regioni del paese, specialmente a Mosca, San Pietroburgo e nelle altre grandi città dove vive la maggior parte della gente. Le temperature medie invernali possono variare tra -50 ° C (-58 ° F) e 5 ° C (41 ° F). Le estati sono soleggiate e adorabili, comunque. La temperatura media estiva di Mosca, ad esempio, varia da 24 ° C (75 ° F) a 28 ° C (82 ° F). L’area più calda del paese si trova a sud, vicino al Mar Nero. La città turistica di Sochi, ad esempio, ha un clima mite subtropicale.

I russi sono concentrati sulla famiglia, e tipicamente tornano a casa subito dopo il lavoro per trascorrere del tempo con i propri cari e cucinare la cena invece di uscire. In quanto tale, potrebbe volerci del tempo per formare un circolo sociale. Ma una volta entrato, sei dentro

I russi amano lo sport, puoi vedere numerosi eventi sportivi in TV o di persona, e “club sportivi”, dove puoi bere un drink e guardare l’hockey con fan entusiasti, sono centri sociali popolari.

Il paese è culturalmente ricco e le città hanno molti musei d’arte, gallerie e spettacoli di opera e sinfonia per gli anziani. I russi sono orgogliosi del loro contributo alla civiltà e amano discutere dei grandi pittori, romanzieri e compositori classici che provengono da lì.

Ci sono molti festival musicali, festival invernali – come il famoso festival White Night – durante tutto l’anno, la maggior parte dei quali ha ingresso gratuito, quindi c’è quasi sempre qualcosa da fare e da fare.

Mentre potresti scoprire che i russi non sono i più simpatici per strada, hanno una reputazione per l’ospitalità e il calore, e probabilmente sarai invitato per un po ‘di tempo sociale a casa di qualcuno. Sappi solo che è consuetudine che gli ospiti portino fiori o vino quando visitano una casa per la prima volta.

Quali sono i posti migliori dove andare in Pensione in Russia?

Scoprirai che le grandi città hanno i migliori servizi, servizi e negozi adatti ai gusti occidentali. Quindi, probabilmente è meglio vivere in uno di loro e occasionalmente viaggiare in campagna.

Mosca è la città più grande del paese e, in effetti, la più grande città d’Europa. La vivace capitale è stata recentemente conosciuta per una fiorente scena del ristorante che enfatizza gli ingredienti locali e le interpretazioni moderne di piatti tradizionali russi e una vivace vita notturna. Ma per un pensionato che cerca un ritmo di vita più lento, ci sono siti storici da vedere come il Cremlino, la Piazza Rossa e la Cattedrale di San Basilio. Ci sono anche numerose escursioni a piedi, così come numerosi musei d’arte, acquari, parchi colorati, negozi di antiquariato e case di famosi artisti e scrittori russi che sono stati trasformati in musei ..

San Pietroburgo è stata recentemente nominata la migliore destinazione di viaggio in Europa per il secondo anno consecutivo dai World Travel Awards. La metropoli del porto baltico fu costruita da Pietro il Grande per essere la città dell’Impero russo di fronte all’Occidente, e ha la sensazione più europea di qualsiasi città del paese. La città imperiale vanta una splendida architettura decorata e contiene l’Hermitage, considerato uno dei più grandi musei d’arte del mondo, nonché i palazzi e i giardini di Peterhof, a volte chiamato “Versailles russa”. San Pietroburgo offre arte, musei , cibo delizioso, vita notturna e molto altro per tenere occupato un pensionato in uscita. Inoltre, qui puoi trovare un costo della vita più conveniente rispetto a Mosca.

Se l’accesso all’assistenza sanitaria è una preoccupazione, stabilirsi a Mosca o nei dintorni. Ha l’assistenza sanitaria di altissima qualità nel paese.

In ogni città, l’alloggio migliore (e la più alta qualità di costruzione) sarà vicino a università, stazioni della metropolitana e centri commerciali.

La qualità dell’alloggio può variare notevolmente e il mercato immobiliare può essere difficile da gestire per un nuovo arrivato, soprattutto se non parla russo. Se stai cercando di acquistare una proprietà, è la soluzione migliore per trovare un buon agente immobiliare quando ti trasferisci in una città e lascia che ti guidino.

Potrebbe non essere necessario acquistare una macchina. Mosca, San Pietroburgo e Ekaterinburg dispongono di ampi sistemi di metropolitana di alta qualità, nonché di autobus, tram e carrelli, che facilitano l’accesso a queste metropoli. Mosca ha uno dei più grandi sistemi di metropolitana del mondo, e molte stazioni sono esse stesse grandi opere d’arte. Ci sono anche spesso linee di autobus tra città.

Mosca e San Pietroburgo hanno tassi di criminalità più elevati rispetto a molte città occidentali, quindi è importante istruirsi sulle aree più ad alto rischio da evitare e trovare abitazioni in zone più sicure della città. Il traffico può anche essere pericoloso e alcune strade possono avere buche non contrassegnate, quindi prestare attenzione quando si attraversano le strade. Se sei in grado di ritirarti comodamente in Russia, puoi scegliere di vivere in una gated community, che offre maggiore sicurezza.

Se vuoi evitare il freddo il più possibile, trova una casa nel sud del paese, in particolare intorno al Mar Nero. Ad esempio, la città turistica di Sochi (dove Putin possiede una grande dacia) consente l’accesso alle attività acquatiche e ai frutti di mare freschi.

Se stai cercando di avere un pensionamento attivo e vuoi approfittare delle attività invernali, prendi in considerazione l’insediamento a Ekaterinburg, la grande città al di fuori dei monti Urali. Lì puoi approfittare di sci, escursioni in motoslitta, escursioni e altri hobby sulla neve.

Quali sono i requisiti per il visto per me?

I cittadini statunitensi, britannici e australiani devono avere un passaporto valido e richiedere un visto con largo anticipo (almeno sei mesi, anche se un anno o due non farebbero male) di viaggiare in Russia per avere accesso al sistema sanitario. Se sei un cittadino statunitense con un visto scaduto, le autorità russe non ti permetteranno di lasciare il paese. Potresti non essere in grado di lasciare il Paese per 20 giorni mentre aspetti che il governo ti conceda un visto di uscita. Le leggi sui visti possono cambiare rapidamente e le modifiche non sono sempre ampiamente e chiaramente comunicate. Poiché i cittadini che non rispettano le leggi sui visti sono soggetti a multe, arresti e / o espulsioni, è importante essere consapevoli degli attuali statuti.

La Russia non offre un visto per la pensione. I pensionati dovrebbero richiedere un visto di soggiorno temporaneo, che dura tre anni, ma deve essere riattivato ogni anno.

La patente speciale con obbligo di adattamenti e le agevolazioni fiscali per l’acquisto di un veicolo: semplificazioni o complicazioni?

La patente speciale con obbligo di adattamenti e le agevolazioni fiscali per l’acquisto di un veicolo: semplificazioni o complicazioni?

Il Testo del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121 coordinato con la legge di conversione 9 novembre 2021, n. 156  recante: «Disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali.», ha introdotto l’art. 1 bis.

In particolare, il comma 1 di detto articolo stabilisce che una persona con disabilità in possesso di patente speciale con obbligo di adattamenti alla guida, può acquistare una vettura con agevolazioni fiscali presentando la sola copia della patente di guida ove essa contenga l’indicazione di adattamenti, anche di serie, per il veicolo agevolabile da condurre, prescritti dalle commissioni mediche locali.

Provvede poi a demandare al Ministero dell’Economia e delle Finanze di adottare, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge, un decreto attuativo della norma che modifichi il Decreto Ministeriale del 1986.

Il decreto attuativo è stato pubblicato il 29 gennaio 2022.

A prima vista, l’introduzione dell’art. 1 bis sembra una notevole semplificazione per l’acquisto di autovetture con agevolazioni, ma in realtà si nasconde un problema di non poco conto.

Quale?

Il vecchio Decreto Ministeriale 16 maggio 1986 recante: “Disposizioni per l’assoggettamento dell’imposta sul valore aggiunto dei veicoli adattati ad invalidi” stabiliva che coloro i quali, titolari di patente F per ridotte o impedite capacità motorie, volevano usufruire di applicazioni di aliquote ridotte per l’acquisto di veicoli, dovevano produrre:

  1. fotocopia della patente di guida;
  2. certificato rilasciato da una delle commissioni mediche provinciali attestante le ridotte o impedite capacità motorie, ovvero copia del predetto certificato rilasciato in occasione del conseguimento o della conferma della validità della patente di guida;
  3. atto notorio attestante che nel quadriennio anteriore alla data di acquisto del veicolo non era stato effettuato alcun acquisto o importazione di altro veicolo con applicazione dell’aliquota agevolata.

Il nuovo Decreto Ministeriale invece, attuativo come detto della Legge 9 novembre n. 156, prevede che: “all’art. 1, del decreto del Ministro delle finanze del  16 maggio 1986, dopo il primo comma, è aggiunto il seguente: «In sostituzione della documentazione di cui al primo comma, lettere a) e b), ( e cioè fotocopia della patente di guida e certificato rilasciato dalle commissioni mediche provinciali attestante le ridotte o impedite capacità motorie) i soggetti ivi indicati possono produrre copia semplice della patente posseduta, ove essa contenga l’indicazione di adattamenti, anche di serie, per il veicolo agevolabile da condurre, prescritti dalle commissioni mediche locali di cui all’art. 119, comma 4, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 28, fermo restando l’obbligo di presentazione dell’atto notorio di cui al primo comma, lettera c).».

E qui nasce il problema.

Facciamo un esempio: una persona con disabilità, forte della semplificazione apparente dettata dal nuovo D.M., si presenta in una concessionaria per acquistare un veicolo con la sola copia della patente di guida; deve dichiarare al venditore che lui è persona riconosciuta con “Ridotte o impedite capacità motorie permanenti”?

A norma del nuovo D.M. parrebbe di no, ma ricordiamo che il presupposto fondamentale per il diritto alle agevolazioni fiscali per l’acquisto di un veicolo è proprio il riconoscimento delle ridotte o impedite capacità motorie così come previsto dall’art. 8 comma 1 della Legge 449/1997che il D.L. 2021 non ha modificato.

Inoltre vi è anche un ulteriore problema: in mancanza di un certificato medico non vi è alcun modo di desumere le ridotte o impedite capacità motorie e se queste siano permanenti o solo temporanee; esse infatti riguardano lo stato di salute della persona che ricordiamo, non può essere auto-certificato ma deve, invece, essere dimostrato tramite idonea documentazione medica.

Il Venditore, essendo sostituto d’imposta e quindi responsabile dell’applicazione dell’IVA agevolata al 4% non può, al momento, accettare la sola copia semplice della patente posseduta in quanto, correttamente, l’Agenzia delle Entrate richiederà poi al Venditore, se quel suo cliente è persona con “Ridotte o impedite capacità motorie permanenti di cui all’art. 8 della Legge 449/97 e di cui alla Legge 97/86”.

È ovvio che se il Venditore non potrà dimostrare quanto sopra, ed è di tutta evidenza che l’Agenzia delle Entrate avrà tutto il diritto di richiedere l’IVA evasa al Concessionario venditore e l’IRPEF (nel caso che la persona con disabilità porti in detrazione questa spesa) alla persona con disabilità.

Pur avendo evidenziato la criticità presso le sedi competenti, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la nuova “GUIDA ALLE AGEVOLAZIONI” ed ha inserito questa “semplificazione” senza però modificare i presupposti che danno diritto alla agevolazione fiscale.

Al momento siamo a conoscenza che la questione è in discussione e si attendono circolari interpretative in tal senso, ma riteniamo che la cosa più semplice sia quella di emendare l’articolo 1-bis e rivedere la normativa vigente in maniera più fluida ed organica.

 

Bonus revisione auto e moto: cos’è e come funziona. La guida rapida

Bonus revisione auto e moto: cos’è e come funziona. La guida rapida

Il bonus revisione auto e moto serve a far fronte all’aumento delle tariffe dall’1 novembre 2021. Ecco a chi spetta e come fare domanda.

Bonus revisione auto e moto

Dopo un mese dall’attivazione della piattaforma ad hoc per l’ottenimento del bonus revisione auto e moto è boom richieste. Sono infatti già giunte più di 40mila richieste che riguardano revisioni compiute tra il primo novembre e il 31 dicembre 2021. Più di 20mila invece i rimborsi in corso di erogazione da parte della Motorizzazione civile. Si tratta dei dati forniti in un recente comunicato del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.

Ricordiamo che dopo le varie proroghe dovute all’emergenza epidemiologica da covid-19, le revisioni sono tornate obbligatorie e seguono le normali cadenze. Quindi molti automobilisti potrebbero trovarsi con la revisione scaduta senza saperlo e precisiamo che le sanzioni per le auto senza revisioni sono molto pesanti!

Quello su citato è un ulteriore contributo ideato al preciso fine di compensare gli aumenti delle tariffe che sono scattati dall’1 novembre 2021 ed è da rimarcare subito che i citati aumenti attengono alla revisione di mezzi a quattro ruote (fino a 35 quintali); motoveicoli; ciclomotori e minibus (fino a 15 posti) presso le officine autorizzate. A cominciare dal primo marzo sarà possibile domandare il bonus revisione 2022 per quelle effettuate dal primo gennaio. Ecco di seguito qualche ulteriore dettaglio.

Bonus revisione auto e moto: il contesto di riferimento

Prima di vedere più da vicino il bonus revisione auto e moto, appare opportuno ricordare che cos’è la revisione. Ebbene, quest’ultima altro non che è un obbligo previsto dalla legge, proprio come per la Rc Auto. Non bisogna infatti dimenticare che tutti i mezzi in circolazione devono essere controllati in maniera periodica, per la garantire la sicurezza degli automobilisti e l’incolumità dei pedoni.

In concreto, la revisione auto comporta un approfondito monitoraggio del mezzo in circolazione, da compiersi con cadenza prestabilita e sulla scorta dell’anzianità del veicolo. I controlli attengono al funzionamento meccanico, con specifico riferimento ai freni, alle sospensioni, alle emissioni di gas, alle luci, alla frizione. Rispettare l’obbligo di revisione periodica della propria macchina o moto significa rispettare una misura di tutela sociale, che si fonda sul concetto di sicurezza comune e di difesa dell’ambiente. Infatti, non bisogna dimenticare che i veicoli a motore sono in varia misura inquinanti, anche a livello sonoro.

Leggi anche: bonus barriere architettoniche 2022, cos’è e come funziona

Da notare altresì che per tutti i mezzi nuovi la prima revisione deve aversi a distanza di quattro anni, rispettando il mese nel quale l’auto è stato immatricolata. In seguito la cadenza è invece biennale e fa sempre riferimento al mese indicato sul bollino che è apposto sulla carta di circolazione. Nella prassi l’officina nella quale è stata svolta l’ultima revisione auto invia un avviso scritto per tempo, in maniera tale che i proprietari dei mezzi da revisionare possano organizzarsi onde non rischiare di superare la scadenza.

Ed attenzione: la revisione va fatta anche ai ciclomotori, agli autocaravan e ai mezzi che oltrepassano i 3500 kg. Discorso diverso per i mezzi del trasporto pubblico, come ad es. gli autobus: in dette circostanze la revisione è da intendersi annuale.

Bonus revisione: importo e margine di applicazione

Lo abbiamo accennato all’inizio del nostro articolo: oggi fare la revisione costa di più e in un periodo di rincari generalizzati come quello che stiamo vivendo, di certo non può far piacere ai milioni di automobilisti e possessori di un mezzo a due ruote, che ogni giorno utilizzano il proprio veicolo per spostarsi sul territorio. Secondo la Cgia, l’aumento risponde alla necessità di garantire sia la sostenibilità economica dei centri di controllo; sia la conservazione di un elevato standard qualitativo del servizio revisioni il quale – lo rimarchiamo – ha la finalità principale di garantire la sicurezza stradale e la tutela di tutti gli utenti della strada.

Il bonus revisione copre di fatto l’aumento della spesa per quest’attività presso le officine autorizzate. In buona sostanza, fare il periodico controllo dell’automobile costa circa una decina di euro in più, ma vero è che grazie a questa misura dello Stato, detto incremento di spesa sarà di fatto coperto. La tariffa standard presso i centri privati convenzionati è oggi pari a 79,02 euro, mentre per chi va alla Motorizzazione civile la spesa è di 54,95 euro. Di fatto l’aumento è stato pari a 9,95 euro, ma nei centri convenzionati o strutture private deve tenere conto anche dell’Iva ed è dunque un po’ più alto.

Come accennato, il bonus revisione vale sull’aumento previsto dall’Esecutivo, ma non può applicarsi a tutte i mezzi a due e quattro ruote. Infatti, per fare un esempio veloce, se un privato è proprietario di due moto e una macchina, il bonus revisione potrà essere ottenuto soltanto per uno dei mezzi a lui intestati. Insomma, detto bonus revisione è concesso ai proprietari per un solo mezzo e per una sola volta.

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Come richiedere ed ottenere il bonus revisione auto e moto?

Il diritto al rimborso in oggetto è certificato in seguito alla verifica della regolarità della richiesta ad hoc. Per richiedere il citato bonus revisione – peraltro accreditato direttamente sul c/c dell’avente diritto – i cittadini interessati dovranno eseguire il login alla piattaforma ‘Bonus veicoli sicuri’, tramite l’identità digitale Spid e compilare il modulo ad hoc. Si tratta infatti dell’unico strumento con cui inviare la richiesta di rimborso.

Ribadiamo infine che a partire dal primo marzo sarà possibile chiedere ed ottenere il bonus revisioni per quelle svolte dal primo gennaio di quest’anno. Infatti, il rimborso sarà possibile per tutti coloro che revisioneranno il proprio veicolo tra il 2021 e il 2023.

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Caro bollette

Caro bollette luce e gas, come risparmiare? Dai bonus al pagamento a rate

In tema di rincari bollette luce e gas, il Governo è recentemente intervenuto con misure idonee a ridurre l’impatto dei costi sugli italiani.

Il caro bollette luce e gas – che si somma agli aumenti dei prezzi per una grande varietà di beni anche non di prima necessità – sta colpendo famiglie ed imprese e, almeno per il momento, le prospettive per i prossimi mesi di certo non fanno essere ottimisti. Tuttavia, dopo settimane di pressing a favore di una nuovo intervento contro il caro energia, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha recentemente annunciato un nuova manovra, mirata a ridurre i costi delle bollette.

I tecnici al servizio del Governo sono in queste ore impegnati per raccogliere le risorse per il varo di un nuovo pacchetto di misure, che dovrebbe giungere – secondo le previsioni degli osservatori – entro il Consiglio dei Ministri della prossima settimana. Da notare che queste nuove misure andrebbero ad aggiungersi a quanto già previsto con l’ok al decreto Sostegni ter, ora all’esame del Parlamento. In gioco vi sarebbe una cifra pari ad ulteriori 5-7 miliardi di aiuti economici a sostegno di famiglie ed imprese.

Vero è però che, in uno scenario incerto e assai gravoso per i propri risparmi, esistono degli accorgimenti e delle misure che aiutano a risparmiare qualcosa. Faremo di seguito il punto sul caro bollette, bonus e pagamento a rate, in modo tale da indicare entro quali margini è possibile ridurre la spesa.

Bollette luce e gas, come funziona il pagamento a rate

Oltre ai bonus sociali – che molto probabilmente saranno rafforzati dai prossimi provvedimenti dell’Esecutivo – forse non tutti sanno che il Governo ha pensato a distinte misure per agevolare i consumatori, ed in particolare alla possibilità di rateizzare le bollette luce e gas. Ma attenzione: ricordiamo subito che per accedere a queste misure di supporto contro i rincari, esistono moduli e procedure distinte, in base al fornitore scelto dall’utente.

Leggi anche: bonus biciclette 2022 cos’è e come funziona

In linea generale, si può ottenere la rateizzazione di una bolletta, soltanto se l‘importo dovuto è al di sopra dei 50 euro ed entro 10 giorni da una scadenza. Inoltre, non bisogna dimenticare che è consentito servirsi della rateizzazione anche laddove:

  • la bolletta includa un ricalcolo per consumi effettivi e oltrepassi del 150% l’addebito medio su consumi stimati degli ultimi 12 mesi (250% per clienti non domestici);
  • sia stato acclarato il malfunzionamento del contatore e siano stati compresi pagamenti di consumi non registrati;
  • il fornitore non abbia rispettato la periodicità prevista per l’emissione;
  • si sia titolari di bonus elettrico;
  • vi sia costituzione in mora per il mancato versamento di una o più bollette.

Da rimarcare che il Governo ha introdotto la possibilità di rateizzazione dal 1 al 30 aprile – fino a dieci rate senza interessi – e non stupisce che l’obiettivo delle istituzioni sia e resti intervenire su più fronti; in quanto il rincaro delle bollette energetiche attiene ad una vastissima pluralità di utenti, a partire dalle famiglie, in particolare le più deboli, ma anche le imprese e gli enti territoriali.

In ogni caso, ricordiamo che è possibile consultare il sito web ufficiale di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) per ogni ulteriore chiarimento e delucidazione.

Bollette luce e gas a rate: alcune precisazioni sui destinatari

E’ opportuno rimarcare che i beneficiari delle regole di rateizzazione saranno milioni e milioni di cittadini, sia le famiglie – vale a dire circa 29 milioni – sia le piccole aziende, come ad esempio negozi e attività artigianali, caratterizzate da una fornitura di elettricità non al di sopra dei 16,5 kW.

Arera ha il compito di chiarire nel dettaglio tutte le varie modalità tecniche della rateizzazione, avendo anche il ruolo di definire gli anticipi da versare alle imprese fornitrici di gas e luce, al fine di compensare le rate. I fondi disponibili sono pari a circa un miliardo di euro.

Come sopra accennato, le modalità (app dedicata, store sul territorio, servizio clienti) per rateizzare il pagamento variano da bolletta a bolletta; e dunque sono diverse in base al fornitore prescelto per il servizio luce e gas.

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Caro bollette luce e gas: bonus e sconti attivi

Oltre all’azzeramento degli oneri di sistema per luce e gas naturale per tutte le utenze, è prevista altresì l’agevolazione o sconto fino a 177 euro sulle bollette luce, rivolto esclusivamente ad alcune categorie di soggetti:

  • famiglie con Isee al di sotto dei 8.265 euro annui;
  • famiglie con almeno 4 figli e con Isee fino a 20mila euro all’anno;
  • titolari di reddito o pensione di cittadinanza;
  • soggetti in condizioni di salute precarie che usano apparecchiature elettromedicali.

Sul piano degli importi dello sconto, ricordiamo che essi sono variabili nei termini che seguono:

  • 128 euro per nuclei familiari con massimo 2 membri;
  • 151 euro per le famiglia con non più di 4 membri;
  • 177 euro per nuclei con quattro o più componenti.

Mentre per quanto attiene alle bollette del gas metano per usi civili e industriali, esse saranno ad Iva ridotta al 5% fino al prossimo marzo. Da notare che questi sconti saranno applicati in automatico da Arera.

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Bonus mamma domani, chi ne ha ancora diritto nel 2022

Bonus mamma domani, chi ne ha ancora diritto nel 2022

È ancora possibile usufruire del bonus mamma domani o premio alla nascita anche per il 2022 a determinare condizioni. Ecco quali

bonus mamma domani

Bonus mamma domani 2022: come noto, dal 1° marzo 2022, arrivano i primi assegni unici universali per figli a carico che incorpora e sostituisce una serie di agevolazioni a tutela delle famiglie, come ad esempio il bonus mamma domani o premio alla nascita.

Quindi, dal 1° gennaio 2022, data a partire dalla quale subentra il predetto assegno unico, non è più possibile richiedere il premio alla nascita di 800 euro. Ma non è proprio così: esiste, infatti, un caso specifico al verificarsi del quale è ancora possibile fare domanda per ottenere il bonus di 800 euro, così come spiega l’INPS, con la Circolare n. 23 del 9 febbraio 2022.

In particolare, le domande di premio alla nascita in relazione all’evento “nascita avvenuta” potranno essere acquisite per i nati fino al 28 febbraio 2022. Potranno altresì essere acquisite le domande relative all’evento “compimento del 7° mese di gravidanza” a condizione che il settimo mese di gravidanza si sia concluso entro il 31 dicembre 2021. Allo stesso modo, saranno acquisite le domande in relazione alle adozioni e affidamenti perfezionati entro il 31 dicembre 2021.

Assegno unico per i figli: prestazioni abrogate

Come noto, l’assegno unico universale per figli a carico ha sostituito – a decorrere dal 1° gennaio 2022 – tantissime prestazioni, tra cui anche il “Bonus mamma domani”. Da notare, però, che non tutte le prestazioni a sostegno della genitorialità sono state abrogate, ad esempio, rimangono fuori: il bonus nido e l’assegno di maternità dei comuni, ma non solo.

Quindi, l’assegno unico assorbe le seguenti prestazioni:

  • il premio alla nascita o all’adozione (Bonus mamma domani);
  • l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori;
  • gli assegni familiari ai nuclei familiari con figli e orfanili;
  • l’assegno di natalità (cd. Bonus bebè);
  • le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.

Leggi anche: domanda assegno unico

Assegno unico e bonus mamma domani: periodo di compatibilità

Considerata l’entrata in vigore dell’assegno unico universale, con relativa abrogazione delle predette prestazioni, l’INPS ha previsto una sorta di periodo transitorio. Ad esempio, nel caso dell’assegno di natalità (bonus bebè) potranno essere acquisite domande riferite a eventi (nascite/adozioni/affidamenti) avvenuti nell’anno 2021.

Mentre sono prorogate, per gennaio 2022 e febbraio 2022, le misure introdotte in materia di assegno temporaneo per figli minori.

Il periodo transitorio, dunque, esiste anche per il “bonus mamma domani” stabilendo principalmente tre punti fondamentali:

  • le domande relazione all’evento “nascita avvenuta” potranno essere acquisite per i nati fino al 28 febbraio 2022;
  • possono essere acquisite anche le domande relative all’evento “compimento del 7° mese di gravidanza” a condizione che il settimo mese di gravidanza si sia concluso entro il 31 dicembre 2021;
  • sono accettate le adozioni e affidamenti perfezionati entro il 31 dicembre 2021.

Bonus mamma domani 2022: come e quando fare domanda

Infine, si ricorda che la domanda “bonus mamma domani” può essere presentata:

  • dopo il compimento del settimo mese di gravidanza (inizio ottavo mese);
  • a nascita avvenuta o a seguito di uno degli altri eventi previsti dalla legge: adozione e affidamento preadottivo.

La domanda deve essere presentata all’INPS tramite una delle seguenti modalità:

  • servizi telematici accessibili direttamente dalla richiedente, attraverso il servizio dedicato;
  • Contact Center (numero verde INPS 803 164, gratuito da rete fissa, oppure 06 164 164 da rete mobile);
  • enti di patronato, tramite i servizi telematici offerti dagli stessi.
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Sante Fosca e Maura

 

Sante Fosca e Maura


Nome: Sante Fosca e Maura
Titolo: Martiri
Ricorrenza: 13 febbraio
Tipologia: Commemorazione
Patroni di:DuevilleFrisanco
Luogo reliquie:Chiesa di Santa Fosca
Nei dintorni di Venezia, una delle località più malinconicamente suggestive è Torcello, la più antica, e per molti secoli la più splendida città della laguna veneta. Nacque nel V secolo, quando la popolazione di Altinum fuggì davanti al cavallo di Attila.

Altinum era stata cinta di mura turrite. In ricorda dell’antica, la nuova città fu perciò chiamata Turricellum, poi Torcello. Quando, al tempo dei Longobardi, anche il Vescovo Paolino vi trapiantò il pastorale, Torcello si estese e prosperò. Divenne un « grande emporio di traffici e di lavoro », per decadere poi con lo sviluppo della vicina Venezia, finché la malaria e l’insabbiamento della laguna completò l’opera di abbandono. Gli antichi e mirabili edifici della città solcata dai canali, cedettero allora sulle fondazioni marce, sprofondarono nella melma lagunare, furono spogliati. Oggi sopravvivono soltanto due, bellissimi. Uno è la chiesa che fu cattedrale, snella come un alto vascello, alberata da uno squadrato campanile. L’altro è la chiesa di Santa Fosca, più tarda, ma ancor più interessante nella sua architettura circolare, con cupola e portici ai lati in questa chiesa che si conservano le reliquie di Santa Fosca e di Santa Maura, martiri del III secolo, non di Torcello, che ancora non esisteva, ma di Ravenna, allora municipio romano.

Fosca aveva quindici anni, nel 250, quando l’Imperatore Decio ordinò la persecuzione. La sua famiglia era pagana ma la fanciulla sentì nascere in cuore una strana pietà. Si confidò perciò alla sua affezionata nutrice, chiamata Maura, cioè Mora, forse perché d’origine africana.

Maura incoraggiò i propositi della fanciulla. E fece di più, unendosi a lei nella conversione. Le due donne furono battezzate insieme, Avuta la notizia della conversione, il padre di Fosca fremé d’ira e di sdegno. Tentò ogni mezzo permessogli dalla sua autorità di pater familias per far recedere la figlia dalla sua decisione. Si potrebbe pensare che fosse spinto a ciò dall’affetto, temendo per la fanciulla i rigori della persecuzione. Poi egli stesso denunciò Fosca e Maura al governatore Quintiliano.

La leggenda, quasi per render tangibile la virtù delle due donne, racconta che i soldati incaricati di arrestarle, non osarono avvicinarsi, scorgendo due Angioli che si tenevano al loro fianco. Fosca e Maura si presentarono da sole in tribunale; sostennero l’accusa, professarono la fede. Nei processi contro i Cristiani, l’ultima risorsa per spingere all’apostasia era la tortura. Ma la fede di Fosca e di Maura non vacillò sotto la flagellazione. Furono tutt’e due messe a morte con la spada.

Santa Maura è considerata il modello delle nutrici cristiane, per avere, oltre al latte della vita corporale, istillato nella fanciulla il latte della vita eterna. Perciò è venerata come patrona delle balie. E il suo nome è sempre unito nella devozione a quello di Santa Fosca, sua figlia di latte e di spirito, come unite sono le loro reliquie.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Ravénna santa Fosca Vergine e santa Maura sua balia, le quali, al tempo deU’Imperatore Décio, avendo sofferto molti tormenti sotto il Preside Quinziàno, alla fine, trafitte da spada, compirono il martirio.