Archivio mensile:marzo 2024

Pasqua di Risurrezione del Signore

 

Pasqua di Risurrezione del Signore


Domenica di Pasqua

autore: Noël Coypel anno: 1700 titolo: La resurrezione di Cristo luogo: Museo delle Belle Arti, Francia
Nome: Domenica di Pasqua
Titolo: Risurrezione del Signore
Ricorrenza: 31 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità
Patrono di:
Cherasco
Alla sera del venerdì, appena Gesù aveva reso lo spirito un soldato per assicurarsi che era veramente morto gli aveva passato il cuore con una lancia. Giuseppe d’Arimatea, nobile decurione, e Nicodemo chiesero a Pilato il corpo adorabile di Gesù e, ottenutolo, lo avvolsero in una sindone con aromi e lo deposero in un sepolcro nuovo, scavato nel vivo sasso. Il giorno seguente i Principi dei Sacerdoti, ricordandosi che Gesù aveva detto che dopo tre giorni sarebbe risuscitato, domandarono a Pilato che ne facesse custodire il sepolcro per tre giorni, affinchè, dicevano essi, non vengano i suoi discepoli a rapirne il corpo, e poi dicano ch’è risorto. Pilato acconsentì, e furono posti i soldati a guardia del sepolcro, e venne suggellata la pietra. Al terzo giorno, di buon mattino, si sentì un gran terremoto; un Angelo sfolgoreggiante di luce discese dal cielo, rovesciò la pietra del sepolcro e vi sedette sopra. Gesù vincitore della morte e dell’inferno era risorto come aveva promesso. Le guardie sbigottite caddero come morte, ma poi riavutesi, corsero in città a dar l’avviso dell’accaduta ai Principi dei Sacerdoti. Questi però diedero loro del denaro, affinchè dicessero che mentre esse dormivano erano venuti i discepoli, e ne avevano portato via il corpo.

Al mattino presto (le donne) si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».

È ancora buio e le donne si recano al sepolcro di Gesù, le mani cariche di aromi. Vanno a prendersi cura del suo corpo, con ciò che hanno, come solo loro sanno. Sono quelle donne che l’avevano seguito dalla Galilea, sostenendolo con i loro beni in ciò che era necessario. Con lui avevano assaporato la ricchezza del «più che necessario», giorni di libertà felice, germogli di un mondo nuovo. Sono quelle che stavano sotto la croce. L’avevano guardato morire. E nessuno a soccorrerlo. Ora vanno al sepolcro: ciò che le muove non è un atto di fede nella divinità di Gesù, non una speranza segreta, ma un atto d’amore. Lo amano ancora, semplicemente, ma è ciò che rimette in marcia la vita: «non è possibile amare la divinità di Cristo se non amando prima la sua umanità» (Heidewick di Anversa).

Il racconto di Luca è di estrema sobrietà: «entrarono e non trovarono il corpo del Signore». Tutto si blocca, l’assenza del corpo di Gesù entra dolorosamente in loro come uno smarrimento, un vuoto pieno solo di domande. E alla desolazione si aggiunge paura: due uomini vestiti di lampi. Come è contrastata la fede di Pasqua! Quasi fossero doglie di parto. Si innesta su di una ferita, su di una assenza patita dolorosamente, su di una perdita.

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Voi state cercando il vostro tesoro perduto, avete fame di colui che vi ha riempito di senso le vite.

Perché cercate colui che è vivo?

Bellissimo nome di Gesù: Lui è il vivente. Non solo è vivo adesso, come uno che non è più un morto, ma è il vivente, colui che continuamente vive, cui appartiene il vivere, l’autore della vita: la sua missione, la sua azione è germinare vita, fiorire vita.

Non è qui, è risuscitato, si è alzato.

I Vangeli raccontano la risurrezione di Gesù con i due verbi del mattino dell’uomo, svegliarsi e alzarsi. Come se i nostri giorni fossero una piccola risurrezione quotidiana, e la Pasqua un giorno senza più tramonto. Ma la tomba vuota non basta, gli angeli non bastano perché la fede venga alla luce: Ricordatevi come vi parlò: bisogna che io sia crocifisso e risorga… ed esse ricordarono le sue parole.
Adesso tutto esplode. Le donne ricordano, credono perché ricordano, credono non per le parole degli angeli, ma per la parola di Gesù. Credono prima di vedere. Non sono le apparizioni che fanno credere, né le vesti sfolgoranti, ciò che fa credere è sempre la sua Parola, Vangelo custodito anche nei giorni della perdita e dell’assenza. Le donne hanno conservato quelle parole perché le amano, perché nell’uomo si imprime e persiste solo ciò che ci sta davvero a cuore. Principio di ogni incontro con il Vivente è, anche per noi, la custodia amorosa della sua Parola.

MASSIMA. Il nostro Agnello pasquale, Cristo, è stato immolato. Perciò facciam festa non col vecchia lievito della malizia, ma con gli azimi della parità e della verità. S. Paolo ai Corinti.

PRATICA. La solennità di tutte le solennità che la Provvidenza ha voluto assegnarvi in questo mese, sollevi al cielo il vostro spirito, la mente ed il cuore: tutto quello che non è pel cielo, è tutto perduto. O Adamo, felice il tuo peccato Che un sì gran Redentor ci ha meritato!

MARTIROLOGIO ROMANO. In questo giorno, che il Signore ha fatto, solennità delle solennità e nostra Pasqua: Risurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo secondo la carne.

ICONOGRAFIA

L’iconografia della Resurrezione di Cristo vanta di tantissime opere d’arte quasi sempre raffiguranti il Cristo che risorge dal sepolcro con una bandiera crociata simbolo della resurrezione, insieme a lui in basso quasi sempre troviamo i soldati che erano di guardia al sepolcro, in molte rappresentazioni sono presenti anche le donne che portarono gli aromi sulla tomba del Signore, Maria Maddalena, Maria di Cleofa e Giovanna la Mirofora o Maria Solome. Una delle più celebri rappresentazioni della resurrezione è sicuramente quella di Raffaello che con i suoi meravigliosi colori esalta la forza e la bellezza della scena dove oltre ai tipici soggetti sono visibili anche due splendidi angeli che sono i primi testimoni e gli interpreti del Risorto e che aprono la strada all’annuncio di vittoria sulla morte e avranno un ruolo importante nell’incontro con le Tre Marie

Resurrezione di Crist

titolo Resurrezione di Crist
autore Raffaello anno 1501-1502

Anche la magnifica opera di Piero della Francesca conservata nel Museo Civico di Sansepolcro è una grande rappresentazione della scena con i soldati che sono addormentati.

Resurrezione

titolo Resurrezione
autore Piero Della Francesca anno 1458-1474

Anche la celebre opera di Peter Paul Rubens conservata a Palazzo Pitti di Firenze rappresenta come Cristo si leva trionfante, reggendo il vessillo crociato, con un angelo che lo scopre e due putti che gli reggono la corona di spine.

Resurrezione di Cristo

titolo Resurrezione di Cristo
autore Pieter Paul Rubens anno 1616 circa

Di notevole fascino anche l’opera di Domenico Ghirlandaio artista del XV sec

Resurrezione di Cristo

titolo Resurrezione di Cristo
autore Domenico Ghirlandaio anno 1490-1498

Sabato Santo

 

Sabato Santo


Sabato Santo

autore: Domenico Beccafumi anno: 1530-1535 titolo: Discesa di Cristo al Limbo luogo: Pinacoteca nazionale, Siena
 
 
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Nome: Sabato Santo
Titolo: La discesa agli inferi
Ricorrenza: 30 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità
 

Il terzo giorno del Triduo Pasquale è il Sabato santo che commemora la discesa agli inferi di Nostro Signore Gesù. Gesù resta negli inferi per un breve tempo compiendo la sua vittoria sulla morte e sul diavolo, liberando le anime dei buoni e giusti morti prima di lui apre loro le porte del Paradiso.

Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Adamo fu il primo ad incontrare Gesù e percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: « Sia con tutti il mio Signore ». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: « E con il tuo spirito ».

E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.

Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.

Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.

Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.

Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli »

Compiuta tale missione, l’anima di Gesù si ricongiunge al corpo nel sepolcro: e ciò costituisce il mistero della risurrezione, centro della fede di tutti i cristiani, che verrà celebrato nella seguente domenica di Pasqua.

Questo giorno è dunque incentrato sull’attesa dell’annuncio della risurrezione che avverrà nella solenne veglia pasquale. Viene professato da alcuni Simboli antichi e tuttora dalla preghiera eucaristica, quale annuncio di salvezza per ogni uomo: nessuno è escluso dalla salvezza che Dio ha preparato per gli uomini in Cristo, nessuno è smarrito, Dio si fa solidale anche nella morte.

Per quanto le tradizioni delle Chiese siano unanimi nel ritenere per fede questo aspetto della Pasqua, si tratta di un articolo del Simbolo sovente trascurato. Introducendo la celebrazione comunitaria dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi del mattino o come breve omelia, questo mistero può essere adeguatamente presentato quale tesoro di fede della Chiesa.

La Chiesa cattolica considera degno di lode protrarre il digiuno ecclesiastico e l’astinenza dalla carne anche per tutto il sabato santo, tuttavia non ne fa un obbligo per i fedeli.

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Oggi 30 marzo si venera:

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Risurrezione del SignoreCristo è risorto e questo giorno sarà senza più tramonto.

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Oggi 30 marzo nasceva:

San Guido Maria Conforti

San Guido Maria Conforti
Fondatore dei Miss. SaverianiDalla sua aveva una volontà di ferro, una passione travolgente per la diffusione del Vangelo e tanti sogni che illuminavano le sue giornate, ma non la salute. Nelle sue condizioni soffriva di epilessia…

Oggi 30 marzo si recita la novena a:

– Sant’ Ugo di Grenoble
O ammirabile Sant’Ugo, quando hai accusato la tua età e la malattia come motivi per andare in pensione, papa Onorio II ha risposto che l’autorità e l’esempio dei malati farebbero più bene alla diocesi…
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I. O glorioso s. Francesco, che, miracolosamente risanato dalla cecità portata dal seno materno, fino dalla più tenera infanzia faceste vostra gioia la pietà la più soda, la penitenza la più austera, e…
– San Vincenzo Ferreri
I. Pietosissimo s. Vincenzo, che fin dai primi anni faceste vostra delizia il sovvenire alle miserie dei vostri prossimi, intercedete dal Signore la grazia di aver sempre verso dei poveri un eguale spirito…
– San Pietro da Verona
I. Glorioso martire s. Pietro, che vi teneste sempre saldo nella confessione della fede, malgrado tutti gli sforzi dei vostri stessi parenti per farvi abbracciar l’eresia, ottenete a noi tutti la grazia…
 
 
 

Venerdì Santo

 

Venerdì Santo


Venerdì Santo

autore: Pieter Paul Rubens anno: 1620 titolo: Gesù in croce tra i due ladroni luogo: Museo reale di belle arti, Anversa
Nome: Venerdì Santo
Titolo: La passione del Signore
Ricorrenza: 29 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
La Chiesa con la meditazione della passione dei Cristo e con l’adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco del Signore, che sulla croce intercede per la salvezza di tutto il mondo. In questo giorno non si celebra l’Eucaristia. Il sacerdote e i ministri si recano all’altare in silenzio, senza canto né musica, fatta la riverenza all’altare, si prostrano in terra; questa prostrazione, come rito proprio di questo giorno, assume il significato di umiliazione dell’uomo terreno e partecipazione alla sofferenza di Cristo.

La Croce è al centro di questo giorno e della celebrazione: la Croce, infatti, è narrata nella liturgia della Parola, mostrata e celebrata nell’adorazione del Legno e ricevuta, quale mistero di salvezza, nella Comunione eucaristica.

La celebrazione della passione di Cristo fa emergere proprio questa ricchezza del simbolo della Croce: morte e vita, infamia e gloria.

Tre aspetti, tra gli altri, possono essere oggetto di particolare cura:
la Liturgia della Parola di questo giorno ci fa capire come il Venerdì santo non è un giorno di lutto, ma di amorosa contemplazione dell’amore del Dio Padre, per purificare e rinnovare nel suo sangue l’alleanza sponsale. Nella prima lettura ascoltiamo il IV canto del servo del Signore, disprezzato e reietto dagli uomini. Ma è più di tutto nel racconto della Passione del Signore secondo il Vangelo di Giovanni che emerge la glorificazione di Cristo, la sua esaltazione sulla croce, il compimento dell’Ora in cui la nuova alleanza viene sancita in modo definitivo da Dio nel sangue del vero Agnello pasquale.

la Preghiera Universale in forma tradizionale «per il significato che essa ha di espressione della potenza universale della passione del Cristo, appeso sulla croce per la salvezza di tutto il mondo». La salvezza per l’uomo credente, tribolato ed oppresso, è proprio il frutto che pende dall’albero della croce.

l’Adorazione della Croce da svolgersi «con lo splendore di dignità che conviene a tale mistero della nostra salvezza». In questa articolata sequenza rituale la Croce è al centro dell’attenzione: non è semplicemente un’immagine da guardare, ma in quanto portata, velata e velata, contemplata e baciata, entra in contatto con i corpi e i vissuti dei fedeli. Un’esecuzione veloce e maldestra di questo momento impedirebbe quel coinvolgimento totale della persona che si qualifica come autentica professione di fede, espressa nella pluralità dei linguaggi

La Via Crucis

Versione tradizionale

Versione del 1991 di Giovanni Paolo II

GESÙ NEL GETSEMANI

Prima Stazione Gesù nel campo degli ulivi

* dal vangelo secondo Luca. 22, 39-46
Gesù se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

GESÙ TRADITO DA GIUDA

Seconda Stazione Gesù tradito da Giuda

* dal Vangelo secondo Luca. 22, 47-53
Mentre Gesù ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a lui per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l’orecchio, lo guarì . Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre».

GESÙ È CONDANNATO DAL SINEDRIO

Terza Stazione Gesù è condannato dal sinedrio

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 66-71
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma da questo momento starà il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza di Dio». Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

GESÙ RINNEGATO DA PIETRO

Quarta Stazione Gesù rinnegato da Pietro

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 54-62
Dopo averlo preso, condussero via Gesù e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente.

GESÙ È GIUDICATO DA PILATO

Quinta Stazione Gesù è giudicato da Ponzio Pilato

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 13-25
Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: «Mi avete portato quest’uomo come sobillatore del popolo; ecco, l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.

GESÙ È FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE

Sesta Stazione Gesù flagellato e coronato di spine

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 63-65
Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». E molti altri insulti dicevano contro di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 2-3
I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

GESÙ È CARICATO DELLA CROCE

Settima Stazione Gesù è incaricato della croce

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 20
Dopo averlo schernito, spogliarono Gesù della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Ottava Stazione è aiutato dal cireneo a portare la croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 26
Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.

GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Nona Stazione Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 27-31
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

GESÙ È CROCIFISSO

Decima Stazione Gesù è crocifisso

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 33-38
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.
Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

GESÙ PROMETTE IL SUO REGNO AL BUON LADRONE

Undicesima Stazione Gesù promette il suo regno al buon ladrone

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 39-43
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: « In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

GESÙ IN CROCE, LA MADRE E IL DISCEPOLO

Dodicesima Stazione Gesù in croce, la madre e il discepolo

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 25-27
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

GESÙ MUORE SULLA CROCE

Tredicesima Stazione Gesù muore sulla croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 44-47
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest’uomo era giusto».

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Quattordicesima Stazione Gesù è deposto nel sepolcro

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 50-54
C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato.

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Il percorso dell’INPS per la promozione della parità di genere

Il percorso dell’INPS per la promozione della parità di genere

Adottato il Piano operativo per l’attuazione delle linee guida in materia di “Politica della parità di genere in INPS”.

Pubblicazione: 29 marzo 2024

L’Istituto adotta il Piano operativo per l’attuazione delle linee guida in materia di “Politica della parità di genere in INPS”. Si tratta di un documento fondamentale per realizzare il Sistema di gestione della parità di genere nell’Istituto, che identifica gli ambiti della parità di genere nei processi organizzativi, dichiara gli obiettivi di parità, definisce gli indicatori, le relative modalità di monitoraggio e di aggiornamento degli stessi nel tempo.

Il Piano delinea il percorso per attuare i propositi espressi attraverso la politica di parità dell’Istituto con l’impegno a realizzare, monitorare, misurare e valutare i risultati raggiunti, declinati in ottica di parità di genere, sui seguenti temi: assunzioni e carriera, equità salariale, genitorialità e cura, conciliazione lavoro-vita privata, prevenzione di abusi e molestie.

“Un ulteriore decisivo passo per un impegno a lungo termine dell’INPS nel monitoraggio sistematico delle azioni a favore della parità, per intervenire e superare eventuali criticità, favorire un ambiente di lavoro sempre più equo e inclusivo. Questi sono i presupposti per proseguire il percorso già avviato verso la certificazione di parità di genere dell’Istituto”, dichiara il Direttore Generale Vincenzo Caridi.

Adottato il Piano operativo per l’attuazione delle linee guida in materia di “Politica della parità di genere in INPS”.

Pubblicazione: 29 marzo 2024

L’Istituto adotta il Piano operativo per l’attuazione delle linee guida in materia di “Politica della parità di genere in INPS”. Si tratta di un documento fondamentale per realizzare il Sistema di gestione della parità di genere nell’Istituto, che identifica gli ambiti della parità di genere nei processi organizzativi, dichiara gli obiettivi di parità, definisce gli indicatori, le relative modalità di monitoraggio e di aggiornamento degli stessi nel tempo.

Il Piano delinea il percorso per attuare i propositi espressi attraverso la politica di parità dell’Istituto con l’impegno a realizzare, monitorare, misurare e valutare i risultati raggiunti, declinati in ottica di parità di genere, sui seguenti temi: assunzioni e carriera, equità salariale, genitorialità e cura, conciliazione lavoro-vita privata, prevenzione di abusi e molestie.

“Un ulteriore decisivo passo per un impegno a lungo termine dell’INPS nel monitoraggio sistematico delle azioni a favore della parità, per intervenire e superare eventuali criticità, favorire un ambiente di lavoro sempre più equo e inclusivo. Questi sono i presupposti per proseguire il percorso già avviato verso la certificazione di parità di genere dell’Istituto”, dichiara il Direttore Generale Vincenzo Caridi.

Avvio sperimentazione piattaforma intermediari prestazioni individuali

Avvio sperimentazione piattaforma intermediari prestazioni individuali

Dal 1° aprile 2024 sarà avviata la fase di sperimentazione della nuova piattaforma dedicata agli intermediari, per l’erogazione delle prestazioni individuali.

Pubblicazione: 28 marzo 2024

Con il messaggio 27 marzo 2024, n. 1277, l’Istituto comunica l’avvio della fase sperimentale del progetto “Piattaforma intermediari per l’erogazione delle prestazioni individuali”, per l’invio delle domande di prestazione in ambito pensioni, attraverso il portale dell’Istituto con mandato di patrocinio digitale. L’applicazione della piattaforma verrà progressivamente estesa a nuove prestazioni.

Fondo Telecomunicazioni: servizio Assegno di integrazione salariale

Fondo Telecomunicazioni: servizio Assegno di integrazione salariale

La domanda di Assegno di integrazione salariale può essere presentata dal 28 marzo per eventi decorrenti dal 31 gennaio 2024.

Pubblicazione: 28 marzo 2024

Con il messaggio 27 marzo 2024, n. 1274 l’Istituto comunica che dal 28 marzo è disponibile il servizio per presentare la domanda di Assegno di integrazione salariale (AIS) erogato dal Fondo di solidarietà bilaterale per la filiera delle telecomunicazioni (Fondo TLC) .

L’Assegno di integrazione salariale (AIS) è riconosciuto ai lavoratori dipendenti del settore delle telecomunicazioni per eventi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa decorrenti dal 31 gennaio 2024.

Gli utenti potranno presentare la domanda tramite la piattaforma OMNIA IS accedendo all’area tematica “Accesso ai servizi per aziende e consulenti”, selezionando “CIG e Fondi di solidarietà” e, infine, scegliendo la voce “CIG e Fondi di solidarietà”.

Fondo servizi ambientali: domanda assegno integrativo alla NASpI

Fondo servizi ambientali: domanda assegno integrativo alla NASpI

Le modalità di presentazione delle domande di prestazioni integrative alla NASpI erogate dal Fondo servizi ambientali.

Pubblicazione: 28 marzo 2024

Con il messaggio 28 marzo 2024, n. 1281, l’Istituto illustra le modalità per la presentazione delle domande di accesso all’assegno integrativo erogato dal Fondo bilaterale di solidarietà per il sostegno del reddito del personale del settore dei servizi ambientali.

L’assegno garantisce una tutela aggiuntiva, in termini di importo e durata, rispetto alle prestazioni previste dalla legge in caso di cessazione del rapporto di lavoro (NASpI).

I datori di lavoro dovranno presentare la domanda in via telematica, al Comitato amministratore del Fondo, tramite la struttura territoriale dell’INPS competente per la matricola di accentramento contributivo o presso la sede principale dell’azienda.

Il servizio per l’invio telematico della domanda è disponibile sul portale selezionando la voce “Accesso ai servizi per aziende e consulenti”, scegliendo “CIG e Fondi di solidarietà” e, infine, cliccando sulla voce “Assegno emergenziale”.

Video guida interattiva per invalidità civile: le nuove funzioni

Video guida interattiva per invalidità civile: le nuove funzioni

Online la video guida personalizzata e interattiva aggiornata, dedicata ai destinatari di verbali sanitari di invalidità civile e sordità.

Pubblicazione: 28 marzo 2024

Con il messaggio 29 dicembre 2023, n. 4698, l’Istituto ha descritto ai destinatari di verbali di invalidità civile e sordità il servizio di video guida personalizzata e interattiva, che segnala tempestivamente l’emissione del verbale sanitario e a cui si accede attraverso i canali digitali web e mobile dell’Istituto, selezionando “Il tuo verbale sanitario” nell’area riservata “MyINPS”.

Questa video guida mette a disposizione degli utenti le informazioni relative al giudizio medico-legale espresso e i dati più importanti riportati nel verbale sanitario, comprese le prestazioni economiche riconosciute e le agevolazioni fiscali previste dalla legge.

Con il messaggio 27 marzo 2024, n. 1271 l’INPS comunica ai destinatari la possibilità di scaricareinviare via email o mostrare dal proprio smartphone il QRcode per attestare lo status di invalidità civile, al fine di richiedere le agevolazioni previste dalla legge, in base al giudizio medico-legale e alla percentuale di invalidità riconosciuta nel verbale, ancora prima di ricevere tramite raccomandata A/R il verbale cartaceo, o di poterlo scaricare dalla Cassetta postale online.

Nell’ultima scena della video guida aggiornata, sono stati evidenziati i link per i seguenti servizi:

Le finestre di approfondimento chiariscono gli importi delle prestazioni economiche previste e le incompatibilità definite per legge.

Il messaggio comunica, inoltre, che è stata estesa la platea dei destinatari della video guida, con la possibilità di accedervi anche dall’area riservata MyINPS da coloro che richiedono l’accertamento sanitario nelle regioni e nelle province autonome convenzionate con l’INPS.

Tre casi clamorosi di opere letterarie in lingua sarda sepolte per secoli

Tre casi clamorosi di opere letterarie in lingua sarda sepolte per secoli

29 Marzo 2024

[Francesco Casula]

Tre opere letterarie in lingua sarda per interi secoli sono state interrate e, dunque sconosciute e dimenticate.

La prima è Su Legendariu de Santas Virgines et Martires de Jesu Cristu di Giovanni Matteo Garipa, il più grande scrittore in prosa nel ‘600. Garipa, orgolese, pubblica l’opera nel 1627. Poi di fatto scompare. Per secoli. Tanto che anche gli studiosi non la conoscono e continueranno a ripetere il luogo comune che la lingua sarda, per bene che vada, nella sua storia ha prodotto poesia ma non prosa.

Noi conosciamo oggi l’opera grazie alla Casa editrice Papiros di Nuoro che la ripubblica nel 1998. con l’introduzione di Diego Corraine e la presentazione di Heinz Jürgen Wolf e Pasquale Zucca, il più grande studioso del Garipa. Il libro di Garipa è importante non solo perché testimonia l’utilizzo della lingua sarda – e siano nel 1600! – anche nella prosa, ma per altri 4 motivi fondamentali:

Sostiene la tesi, oggi quanto mai attuale, della necessità dell’insegnamento della lingua sarda – definita “limba latina sarda” – come prerequisito per il corretto apprendimento, da parte degli studenti, anche delle altre lingue;

Esprime la convinzione che fosse urgente dotare la Sardegna di una tradizione letteraria «nazionale» sarda, ossia, come si direbbe oggi, di una lingua letteraria uniformemente usata in tutto il territorio dell’isola e sorretta da un repertorio di testi in grado di competere con quelli delle altre lingue europee;

Afferma la necessità di pubblicare libri in lingua sarda: ecco testualmente cosa scrive nel Prologo all’opera: est sufficiente motiuu pro iscrier in Sardu, vider, qui totas sas nationes iscrien, & istampan libros in sas proprias limbas naturales in soro, preciandesi de tenner historias, & materias morales iscritas in limba vulgare, pro qui totus si potan de cuddas aprofetare

Prende atto che la lingua sarda è chiara e comprensibile, a patto che si scriva e si pronunci correttamente: Et pusti sa limba latina Sarda est clara & intelligibile (iscrita, & pronunciada comente conuenit).

La seconda è Comedias (La Natività, La Passione, La Deposizione) scritte da Fra Antonio Maria da Esterzili nel 1668. Anche quest’opera, come quella di Garipa, di fatto viene sepolta. Questa volta per volontà dei Frati Cappuccini cui Fra Antonio appartiene: ha commesso un crimen turpissimum (una relazione sessuale con un confratello che abitava con lui nel Convento?) e, dunque deve essere “dimenticato” e sottoposto alla damnatio memoriae.

Fra Antonio con la sua opera fonda in Sardegna il teatro religioso, la sacra rappresentazione da cui la Chiesa stessa attingerà a piene mani, senza mai nominarlo, soprattutto in occasione delle feste liturgiche della Settimana Santa e della Pasqua di resurrezione. Solo nel secolo XIX si inizierà a parlare di lui, grazie a Giovanni Siotto Pintor, storico e letterato sardo, che ne scriverà nella sua Storia letteraria di Sardegna (vol. IV), ma tratto in inganno dal frontespizio del manoscritto, cadde in un grossolano errore, affermando che si trattava di opere in castigliano.

Infatti, nel frontespizio in alto del manoscritto – che si trova attualmente presso la Biblioteca universitaria di Cagliari – è scritto in castigliano, con grossi caratteri: “Libro de Comedias escripto por Fray Antonio Maria de Estercyly sacerdote capuchino en Sellury 9bre a 18 año 1688” (Libro di Commedie scritto da Fra Antonio Maria di Esterzili, sacerdote cappuccino in Sanluri il 18 Novembre 1668). In realtà le sue “Comedias” (Commedie, drammi) contenute nel manoscritto sono scritte in una bel sardo-campidanese con le didascalie in castigliano, la lingua dominante e ufficiale dell’epoca, in Sardegna.

Il manoscritto che conserviamo contiene: La Natività, La Passione, La Deposizione, più 550 versi, prevalentemente ottonari ed endecassillabi, strutturati in quartine e ottave, intitolati Versos que se rapresentan el Dia de la Resurrection (Versi che rappresentano il giorno della Resurrezione). Vi è inoltre un frammento, costituito dal Prologo e dall’incipit del primo atto di un’altra rappresentazione intitolata Comedia grande sobre la Assumption de la virgen Maria señora nuestra als çielos (Grande commedia sull’Assunzione di Maria vergine nostra Signora nei cieli).

Bene, per conoscere le “Commedie” di Fra Antonio dovremmo aspettare il 1959 quando, a cura di Raffaele G. Urciolo. le Edizioni della Fondazione “Il Nuraghe”, di Cagliari, pubblicheranno una parte delle Commedie stesse contenute nel manoscritto, la Passione. Però per secoli gli stessi studiosi hanno continuato a parlare di mancanza di testi teatrali in lingua sarda!

La terza è Sa Congiura iscoberta de sos Trojanos madamizantes di Padre Luca Cubeddu di Pattada. Secondo lo studioso Angelo Carboni Capiali la Commedia fu scritta tra il 1793 (anno delle stragi della Vandea) ed il 1804, anno in cui il parroco di Bantine, Muredda di Orotelli, citato nella commedia lasciò il paese. Venne pubblicata alla fine del 1800, ma, a quanto pare, non c’è traccia neanche nella Biblioteca Nazionale di Firenze, alla quale era doveroso inviare una copia di tutti i libri stampati, ed è sconosciuta ai più, dispersa nell’indifferenza e nel dimenticatoio. Dispersa e persa.

Una copia viene però “scoperta” e ritrovata proprio dallo stesso Carboni Capiali, rovistando in una mansarda, un vecchio quaderno, malridotto, come un oggetto dimenticato. Ritrovata e poi dallo stesso Carboni Capiali pubblicata in Riu Toltu, (Editrice democratica Sarda, Sassari, 2016).

In seguito nel 2019, un brillante giovane laureando, Luca Mauritziu Atzori di Palmas Arborea (Or) anche su mio consiglio, studierà a fondo la Commedia, facendola oggetto della sua tesi di laurea nell’Università di Cagliari. Consulterà la versione parziale della commedia riportata da Angelo Carboni nel suo libro Riu Toltu, constatando che si trattava però di una versione incompleta: quella integrale riuscirà ad averla tramite un file pdf della commedia stessa dalla Germania, grazie alla preziosa collaborazione della Biblioteca “Giordano Bruno” di Cagliari. Verrà inoltre a sapere che della Commedia esistono solo tre copie complete al mondo: una si trova in Germania, una in Spagna e una a Chicago.

La commedia di padre Luca, brillante ironica divertente e spassosa, arricchisce e completa la sua opera e illumina ulteriormente la sua figura di uomo oltre che di poeta.

Ma tant’è, sono ancora molti in Sardegna, a blaterare di assenza di opere teatrali in lingua sarda.