L’ASTENSIONISMO? LO PRODUCONO I PARTITI
e il sistema elettorale maggioritario.
di Francesco Casula
L’astensionismo c’è sempre stato. E’ un dato fisiologico. Ma era minimo: soprattutto nella repubblica incipiente, dopo il crollo del Fascismo e la cacciata dei tiranni sabaudi, ma anche nell’intero trentennio (1946-1976) quando la partecipazione elettorale era elevatissima e stabile.
Ancora nelle elezioni politiche del 1976 l’astensionismo è stato del 6,6%. Aumenterà enormemente invece nel ventennio 1979-99: sia nelle elezioni politiche che in quelle regionali e locali e, persino nelle consultazioni referendarie.
Ma ancor più si accentuerà, arrivando a percentuali colossali (oggi siamo a circa il 50%) nell’ultimo ventennio.
Le cause: due in modo particolare: la trasformazione del sistema politico e dei Partiti e l’introduzione dei sistemi elettorali basati sul maggioritario.
I Partiti, segnatamente negli ultimi venti/trent’anni si sono ridotti a ectoplasmi. A comitati elettorali (quando non comitati d’affari). Lontani dai bisogni della gente e dei territori: specie dei più periferici. Viepiù omologhi fra di loro. Tanto che qualche anno fa i due “poli” di centro-destra e di centro-sinistra si scambiarono reciproche accuse di plagio dei programmi. E negli ultimi anni si sono addirittura organicamente alleati, prima con il governo Monti e poi con quello di Draghi: in nome, si è sostenuto,della governabilità e della stabilità, considerata alla stregua di una vera e propria finalità politica.
A tutto ciò aggiungasi i sistemi elettorali – a livello statale come a livello regionale – i vari Porcelli (nomen omen!) basati sostanzialmente sul maggioritario, la cui fascistissima legge elettorale Acerbo,del 1923, in confronto, era ultrademocratica!
Sistemi elettorali – come quello attualmente ancora in vigore in Sardegna per le elezioni regionali – che producono disastri e devastazioni infliggendo colpi mortali alla democrazia; alla stessa libertà elettorale; al diritto all’ esistenza politica delle minoranze “fastidiose” per l’establishment: che lasciano senza rappresentanza istituzionale decine e decine di migliaia di elettori: com’è successo nel 2014 con Michela Murgia, Pili, Devias e Sanna (con più di 130 mila sardi senza rappresentanza in Regione, il 17% ), nel 2019 con Maninchedda, Pili e Andrea Murgia (con più di 56 mila, circa l’8%) e oggi con Soro e Chessa (con più di 70 mila, 9.6%) .
Abbiamo così cittadini di serie A: il cui voto conta. E cittadini di serie Z, il cui voto non conta.
Possiamo tollerare simil infamia? E per quanto tempo ancora? E poi ci si stupisce se il 50% degli elettori, semplicemente a votare non vanno? E saranno loro gli irresponsabili e non chi produce tale vergogna?