Archivio mensile:settembre 2021

Assegno temporaneo figli 2021: domanda di arretrati fino al 31 ottobre

Assegno temporaneo figli 2021: domanda di arretrati fino al 31 ottobre

Da luglio a dicembre 2021, in vigore il nuovo assegno temporaneo figli minori per le famiglie senza ANF. Fino al 31 ottobre per gli arretrati.

Le domande di assegno temporaneo figli minori possono essere inviate dal 1° luglio, ma la precedente scadenza del 30 settembre fissata per richiedere anche gli arretrati di luglio, agosto e settembre è slittata al 31 ottobre. Lo ha deciso il Governo in conseguenza dello scarso numero di domande pervenute.

L’assegno ponte, lo ricordiamo, riguarda i soggetti esclusi dalla disciplina degli ANF:

  • lavoratori autonomi,
  • disoccupati,
  • coltivatori diretti,
  • coloni e mezzadri,
  • titolari di pensione da lavoro autonomo,
  • nuclei che non hanno uno o più requisiti per godere dell’ANF.

L’assegno unico “ponte”, è valido dal 1° luglio e fino al 31 dicembre 2021, ed è stato previsto temporaneamente, insieme alla maggiorazione degli ANF, in attesa dell’entrata in vigore del nuovo Assegno Unico (assegno Universale) dal 2022. L’importo del cosiddetto assegno unico per autonomi e disoccupati varia in relazione ai componenti del nucleo familiare e dell’ISEE. Ad esempio, nei nuclei familiari con almeno due figli minori, e con un ISEE fino a 7.000 euro, spetta un importo di 167,50 euro. Gli importi sono maggiorati di 50 euro per ciascun figlio minore con disabilità.

L’Assegno temporaneo per i figli minori è stato varato con il D.L. 79/2021 pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’8 giugno ed entrato in vigore il 9 giugno 2021, recante “Misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori”.

Ecco i dettagli.

Assegno temporaneo figli 2021: come fare domanda

Con il messaggio numero 2371 del 22 giugno 2021 l’INPS ha illustrato le modalità di domanda del contributo temporaneo per i figli minori.

La domanda deve essere presentata in modalità telematica all’INPS ovvero presso gli istituti di patronato, secondo le modalità indicate dall’INPS. Le domande presentate entro il 31 ottobre (prima era il 30 settembre) 2021, sono corrisposte le mensilità arretrate a partire dal mese di luglio 2021.

La domanda va presentata

  • in modalità telematica all’INPS
  • ovvero presso gli istituti di patronato

Resta ferma la decorrenza della misura dal mese di presentazione della domanda stessa. Per le domande presentate entro il 31 ottobre 2021 (scadenza prorogata), sono corrisposte le mensilità arretrate a partire dal mese di luglio 2021.

Erogazione Assegno temporaneo figli 2021

L’erogazione dell’assegno avviene mediante accredito su IBAN del richiedente ovvero mediante bonifico domiciliato. In caso di affido condiviso dei minori, l’assegno può essere accreditato in misura pari al 50% sull’IBAN di ciascun genitore.

L’assegno non concorre alla formazione del reddito.

Assegno temporaneo figli 2021: a chi spetta e come funziona

Dal 1° luglio e fino al 31 dicembre 2021, ai nuclei familiari che non abbiano diritto all’ANF è riconosciuto un assegno temporaneo su base mensile.

Questo aiuto spetta a condizione che al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, siano in possesso congiuntamente dei seguenti requisiti:

  • essere cittadino italiano o di uno Stato membro UE, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente; ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’UE in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo; o in possesso del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale;
  • soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • domiciliato e residente in Italia e avere i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età;
  • residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi; ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

In sostanza fino alla fine del 2021 vi saranno a regime gli assegni per il nucleo familiare per i lavoratori dipendenti e assimilati e l’assegno ponte per tutti gli altri. Dal 2022 entrerà in vigore invece l’assegno universale (assegno unico per i figli a carico) che sarà valido per la generalità delle famiglie con figli minori.

Leggi anche: Dagli ANF all’Assegno Unico: le tappe verso il nuovo assegno per i figli

Decreto-Legge 79-2021 Testo Gazzetta Ufficiale

Alleghiamo il testo dalla Gazzetta Ufficiale del Decreto-Legge 79-2021 recante “Misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori”.

download   Decreto-Legge 79-2021
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Messaggio INPS numero 2371 del 22-06-2021

Il messaggio INPS con le istruzioni sul contributo temporaneo figli minori 2021.

download   Messaggio INPS numero 2371 del 22-06-2021
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Assegno ponte: quanto spetta

L’assegno a favore dei soggetti è determinato in base alla tabella di cui all’Allegato 1 del D.L. n. 79/2021, la quale individua le soglie ISEE e i corrispondenti importi mensili dell’assegno temporaneo per ciascun figlio minore, in relazione al numero dei figli minori.

Gli importi sono maggiorati di 50 euro per ciascun figlio minore con disabilità.

Il beneficio è riconosciuto dall’INPS nel limite massimo complessivo di 1.580 milioni di euro per l’anno 2021.

Compatibilità Assegno temporaneo figli minori con altri sostegni alle famiglie

Il beneficio è compatibile con:

  • il Reddito di cittadinanza;
  • la fruizione di eventuali altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle regioni, province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali.

In caso di variazione del nucleo familiare in corso di fruizione dell’assegno, la dichiarazione sostitutiva unica aggiornata deve essere presentata entro 2 mesi dalla data della variazione.

Dal mese successivo a quello di presentazione della DSU aggiornata, la prestazione decade d’ufficio, ovvero è adeguata nel caso in cui i nuclei familiari abbiano presentato contestualmente una nuova domanda di assegno temporaneo.

Malattia all’estero: cosa fare se il lavoratore dipendente si ammala fuori dall’Italia? La guida dell’INPS

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Malattia all’estero: cosa fare se il lavoratore dipendente si ammala fuori dall’Italia? La guida dell’INPS

Cosa deve fare il lavoratore dipendente? Come funziona il certificato malattia estero? Come funziona la visita fiscale? La Guida dell’INPS

Può capitare che un lavoratore, durante un soggiorno all’estero, viene colpito da un evento di malattia. Cosa bisogna fare in caso di malattia all’estero indennizzata dall’INPS? A spiegare questo particolare caso ci ha pensato direttamente l’Istituto Previdenziale, che con una guida pubblicata sul proprio sito internet affronta la fattispecie dell’assenza dal lavoro per malattia all’estero.

La guida informativa sulla certificato di malattia all’estero ovvero fuori dai confini italiani, distingue sostanzialmente tre casi:

  1. evento di malattia in un paese estero appartenente all’Unione Europea;
  2. malattia sopravvenuta in un paese extra UE che abbia stipulato accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia;
  3. malattia insorta in un paese extra UE che non abbia stipulato accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia.

Vediamo quindi nel dettaglio cosa devono fare i lavoratori aventi diritto all’indennità di malattia INPS che soggiornano temporaneamente fuori dall’Italia e vengono colpiti da un evento morboso.

Malattia all’estero del lavoratore dipendente: spetta l’indennità?

Il primo aspetto da valutare è se il lavoratore in malattia fuori dall’Italia conserva la normale retribuzione. Sul punto, la risposta dell’INPS è positiva. Se si tratta di un lavoratore avente diritto alla tutela previdenziale della malattia da parte dell’INPS, l’indennità economica viene erogata al pari di un lavoratore in malattia in Italia.

È chiaro che per essere indennizzato è necessario produrre idoneo documentazione. Quindi, occorre presentare adeguata certificazione medica contenente tutti i dati ritenuti essenziali ai sensi della normativa italiana, quali:

  • intestazione;
  • dati anagrafici del lavoratore;
  • prognosi;
  • diagnosi di incapacità al lavoro;
  • indirizzo di reperibilità;
  • data di redazione;
  • timbro;
  • e firma del medico.

Visita fiscale estero: orari di reperibilità

Altra cosa importante, e da non dimenticare, è il rispetto degli orari di reperibilità. Anche se si ci trova su territorio estero, bisogna comunque tenere conto della legislazione italiana in tema di visite fiscali.

Si ricorda, al tal fine, che i lavoratori sia del settore privato che pubblico sono tenuti a rispettare le fasce orarie di reperibilità durante la malattia. In altri termini, devono farsi trovare in casa in determinati orari prestabiliti dalla legge affinché il medico accerti la sussistenza dell’evento morboso.

In caso di settore privato, l’orario da rispettare è il seguente:

  • mattina: ore 10.00 – 12.00;
  • pomeriggio: 17.00 – 19.00.

Per quanto riguarda i lavoratori del settore pubblico, invece, le fasce orarie da rispettare sono i seguenti:

  • mattina: ore 09.00 – 13.00;
  • pomeriggio: 15.00 – 18.00.

Leggi anche: Orari Visite Fiscali

Malattia all’estero: cosa fare in caso di malattia in Paese UE?

Se si ci trova all’estero e la malattia insorge in un Paese dell’Unione Europea, i Regolamenti comunitari (Regolamento n. 883 del 2004 ed il Regolamento di applicazione n. 987 del 2009) prevedono che venga applicata la legislazione del Paese dove risiede l’Istituzione competente, ossia quella presso la quale è assicurato il lavoratore.

In termini pratici bisogna:

  1. il primo giorno dell’evento rivolgersi al medico del Paese in cui si soggiorna temporaneamente per ottenere la certificazione dello stato di incapacità lavorativa;
  2. trasmettere il certificato compilato in tutti i suoi dati entro due giorni dal rilascio alla Sede INPS competente, sulla base della residenza in Italia;
  3. trasmettere, sempre entro due giorni, al datore di lavoro l’attestato della malattia (ovvero il certificato privo dei dati relativi alla diagnosi).

Per velocizzare i tempi è possibile in entrambi i casi anticipare la trasmissione del certificato via fax, PEC o e-mail; fermo restando l’obbligo a presentare il certificato originale. Se il termine è festivo, la data è prorogata al primo giorno seguente non festivo.

Malattia all’estero: insorta in Paese extra UE, cosa fare?

Se ci si ammala in un Paese extra UE con il quale l’Italia ha in atto una Convenzione, occorre farsi rilasciare la certificazione di malattia attestante lo stato di incapacità lavorativa. Relativamente ai dati contenuti nel certificato ed alle modalità di trasmissione, valgono le medesime regole appena illustrate.

In tali casi non è richiesta la legalizzazione. O meglio non è richiesta purché sia espressamente previsto negli accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, che la certificazione di malattia rilasciata dall’Istituzione locale competente sia esente da legalizzazione.

Al contrario, se si ci ammala in un Paese extra UE con il quale l’INPS non ha stipulato alcuna Convenzione, la corresponsione dell’indennità di malattia può aver luogo solo dopo la presentazione all’INPS della certificazione originale. Tale certificato deve essere legalizzato a cura della rappresentanza diplomatica o consolare all’estero.

Per “legalizzazione” si intende l’attestazione, da fornire anche a mezzo timbro, che il documento è valido ai fini certificativi secondo le disposizioni del Paese in cui è stato redatto il certificato di malattia. Conseguentemente la sola attestazione dell’autenticità della firma del traduttore abilitato o della conformità della traduzione all’originale non equivale alla legalizzazione e non è sufficiente ad attribuire all’atto valore giuridico in Italia

È possibile andare all’estero durante la malattia?

E se si è già in malattia e si volesse andare all’estero? È possibile farlo? La risposta è affermativa, purché si informi anticipatamente l’INPS del soggiorno all’estero. In tal caso, l’INPS avvia una valutazione medico legale, anche mediante convocazione a visita ambulatoriale preventiva. Ciò servirà per verificare che non vi siano possibili rischi di aggravamento conseguenti al tuo spostamento.

Leggi anche: andare all’estero durante la malattia

Se il Paese di destinazione non appartiene all’UE, l’Istituto deve inoltre verificare la sussistenza di migliori cure e/o assistenza che il lavoratore potrà ricevere nel Paese estero e rilasciare conseguentemente l’apposita autorizzazione. Inoltre, occorre comunicare l’indirizzo estero relativo al cambio di reperibilità, al fine di consentire eventuali visite di controllo nel Paese estero.

Certificato malattia estero: la guida INPS

Di seguito alleghiamo la guida INPS sulla malattia all estero “Certificazione di malattia per i lavoratori aventi diritto alla specifica tutela previdenziale che soggiornano temporaneamente in un Paese estero”.

Bonus pubblicità 2021, domanda dal 1° al 31 ottobre: ecco come fare

Bonus pubblicità 2021, domanda dal 1° al 31 ottobre: ecco come fare

Dal 1° ottobre è di possibile fare domanda di bonus pubblicità, dopo lo slittamento del termine prima fissato al 1° settembre. I dettagli.

Domanda di bonus pubblicità 2021 al via dal 1° ottobre e fino al 31 ottobre. Gli interessati potranno accedere dopo la riapertura del canale web per la comunicazione di accesso al credito d’imposta pubblicità 2021. Siamo quindi al termine dello slittamento dei termini di poco più di quattro settimane reso noto dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria lo scorso 31 agosto in ragione degli interventi di aggiornamento della piattaforma internet ad hoc e a seguito delle novità introdotte dal decreto Sostegni bis.

Pertanto, si apre la ulteriore finestra temporale per la spedizione della comunicazione in formato digitale che sarà compresa nel lasso di tempo 1° ottobre – 31 ottobre 2021.

Vediamo qualche ulteriore dettaglio in proposito.

Bonus pubblicità 2021: nuove scadenze

Come accennato, a comunicare il citato rinvio dello start delle domande per sfruttare il bonus pubblicità 2021 è stato il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, anche con un avviso pubblicato il primo settembre 2021, ossia la data nella quale era in origine previsto l’avvio della fase di trasmissione.

Ricordiamo comunque che per gli investimenti pubblicitari compiuti sui giornali, ma anche su emittenti radio-televisive, il credito d’imposta sarà assegnato nella misura del 50% della somma sostenuta per gli investimenti pubblicitari. Pertanto, il bonus pubblicità in oggetto non sarà dunque calcolato sull’investimento incrementale, ma sul totale della somma sostenuta dall’interessato, nel rispetto del tetto degli stanziamenti per l’agevolazione, fissato a 90 milioni di euro per l’anno 2021.

Si tratta di una finestra straordinaria di cui si trova traccia nel decreto Sostegni bis, provvedimento che ha allargato il regime speciale che assegna il credito d’imposta nella misura del 50% della totale spesa sostenuta – già valevole per gli investimenti pubblicitari compiuti su quotidiani e periodici, cartacei e digitali – anche agli investimenti su emittenti televisive e radiofoniche locali e nazionali, analogiche o digitali, non partecipate dallo Stato.

Rimarchiamo altresì che, con le nuove regole, il regime speciale che assegna il bonus nella misura del 50% dell’intera spesa sostenuta, introdotto nell’anno 2020 dal decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020) è altresì prorogato per gli anni 2021 e 2022.

Bonus pubblicità 2021: come fare domanda

La domanda per questo beneficio può essere presentata da imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali. Il credito di imposta in questione è utilizzabile soltanto in compensazione presentando il modello di pagamento F24.

L’accesso al bonus pubblicità 2021 comporta due specifiche fasi:

  • una prima domanda dovrà essere spedita da inizio ottobre ed entro il 31, a seguito del citato slittamento. Essa corrisponde alla “Comunicazione per l’accesso al credito d’imposta”, con la quale sono resi noti i dati degli investimenti già compiuti o che si vogliono compiere;
  • una seconda domanda dovrà essere fatta pervenire entro il mese di gennaio del 2022 ed è in pratica la “Dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati”, obbligatoria per indicare gli investimenti dichiarati nella Comunicazione che sono stati di fatto realizzati.

Attenzione però: la comunicazione di prenotazione del credito d’imposta deve essere effettuata sfruttando i servizi di cui all’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, ai quali si può accedere con l’identità SPID oppure attraverso le credenziali Entratel o Fisconline; o ancora servendosi della Carta Nazionale dei Servizi. Come accennato, la trasmissione può essere compiuta nel lasso di tempo tra il primo ed il 31 ottobre 2021:

  • direttamente da parte dei soggetti abilitati ai servizi digitali dell’Agenzia delle Entrate;
  • o attraverso gli intermediari abilitati  (essenzialmente professionisti; associazioni di categoria; CAF).

Terminate le due fasi per conseguire il credito d’imposta, interverrà il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria. Ad esso spetterà di pubblicare l’elenco degli ammessi e l’importo del bonus pubblicità concretamente assegnato. Ovviamente ciò entro il limite di spesa corrispondente a 90 milioni per il 2021.

Bonus pubblicità 2021: quanto spetta

Il meccanismo con cui funziona il bonus pubblicità 2021 è molto meno complesso di quanto si possa credere. Detto beneficio, come sopra accennato, corrisponde al 50% del valore d’investimento compiuto; e il calcolo del credito d’imposta sarà svolto nella seguente  modalità:

  • la cd. base di calcolo del credito d’imposta è costituita dal valore dell’intero investimento previsto ed effettuato. E’ importante ribadire che non rileva più dunque il valore incrementale dell’investimento;
  • la percentuale del bonus è fissata nella misura unica del 50%, sia per investimenti sull’informazione cartacea e online, sia per quelli su radio e TV.

Come detto poco sopra, l’assegnazione del bonus pubblicità sarà garantita da un fondo complessivo pari a circa 90 milioni di euro annui. In particolare, 65 milioni sono riservati agli investimenti pubblicitari su giornali quotidiani e periodici, cartacei e online; mentre 25 milioni spettano agli investimenti su emittenti televisive e radiofoniche di livello locale; e nazionale, analogiche o digitali, le quali non devono essere partecipate dallo Stato.

Concludendo, permangono in ogni caso valide le comunicazioni telematiche spedite nel lasso di tempo tra il primo e il 31 marzo 2021. Su di esse cui il calcolo per la determinazione del credito d’imposta sarà automaticamente svolto sulla scorta delle intervenute disposizioni normative relative all’anno 2021.

Bonus computer e tablet 2021 fino a 500 euro in scadenza: cos’è e come funziona

Bonus computer e tablet 2021 fino a 500 euro in scadenza: cos’è e come funziona

Il bonus pc e tablet e internet 2021 è in scadenza. Scade il 1° ottobre la domanda di agevolazione per superare la scarsa digitalizzazione

Bonus pc e internet 2021 fino a 500 euro in scadenza, mancano infatti poche ore alla scadenza fissata al 1° ottobre; il quadro dei bonus ed agevolazioni attive è quanto mai ampio. Lo scopo evidente è quello di sostenere economicamente determinate categorie o fasce di popolazione, che debbono fare i conti con spese talvolta necessarie – e dunque non rinviabili – per poter svolgere le proprie attività quotidiane.

Ci soffermeremo di seguito sul bonus 500 euro per l’acquisto di pc, tablet e connessione internet a banda larga. L’agevolazione erogata per la prima volta nel 2020 è stata riproposta anche per il 2021, ma la domanda è in scadenza il 1° ottobre.

Di seguito ci occuperemo proprio di questa agevolazione – detta anche voucher connettività internet – chiarendo come funziona in concreto e quanto tempo c’è ancora per ottenere il bonus in oggetto. Vediamo i dettagli.

Bonus computer e tablet 2021: cos’è, come funziona e quando scade

Il bonus pc e tablet e internet è nato come incentivo per favorire l’iter di digitalizzazione sul territorio italiano e per garantire un supporto a quei nucleo familiari che non possono sostenere spese consistenti, specialmente in considerazione degli effetti legati alla pandemia da coronavirus.

In considerazione di attività oggi diffuse molto più che nel recente passato, come smart working e didattica a distanza, il bonus PC e tablet rappresenta comunque un’agevolazione di rilievo, essendo di fatto un contributo corrispondente a 500 euro, rivolto a quelle famiglie che hanno un ISEE corrente, alla data della richiesta, non al di sopra dei 20mila euro all’anno.

Leggi anche: Bonus terme, cos’è, come funziona e destinatari

Poche settimane ancora per fare domanda e ottenere il citato bonus pc e tablet: infatti c’è tempo soltanto fino al primo ottobre per fare domanda.

Ricordiamo ancora che il voucher può essere usato per:

  1. usufruire di una connessione internet ultraveloce;
  2. acquistare un pc o un tablet.

In altre parole, il bonus internet in oggetto consente di dotarsi di:

  1. una connessione internet all’avanguardia;
  2. di un pc
  3. o di un tablet

con uno sconto sul totale delle spese, che è di fatto erogato con questa agevolazione.

Bonus pc e internet: a chi spetta

Come accennato, i destinatari della misura sono costituiti dalle famiglie con un reddito Isee non superiore a 20mila euro. Altro requisito per poter sfruttare questo bonus è correlato alla velocità della connessione che il beneficiario intende scegliere, che dovrà essere di almeno 30 Mbit/s in download e 15 Mbit/s in upload.

Bonus internet

Lo ribadiamo per chiarezza: l’incentivo non sarà dato direttamente all’utente (come succede invece per altri tipi di bonus), ma andrà richiesto all’operatore di telefonia in fase di sottoscrizione del contratto internet.

Inoltre, se il beneficiario vive in un’area raggiunta da più di un operatore che offre connessioni veloci, sarà possibile domandare il passaggio alla banda ultralarga sia all’operatore già attivo sia a uno diverso per sfruttare il bonus internet. Si può altresì sfruttare il bonus pc e tablet e poi compiere il passaggio a un altro operatore; sfruttando l’eventuale parte restante del bonus, a condizione che la velocità di connessione sia almeno corrispondente a quella del contratto anteriore. E senza che il recesso da quest’ultimo produca dei costi.

Non solo, per poter godere dell’agevolazione gli operatori devono altresì assicurare che i contratti decadano alla scadenza della durata dell’offerta.

Leggi anche: Bonus pubblicità 2021 con proroga delle domande, ecco le nuove date

Bonus computer: come spenderlo?

Per ottenere il bonus PC e tablet, bisogna dunque firmare un contratto, di minimo un anno, con un operatore telefonico accreditato presso Infratel Italia, giacchè che l’acquisto di PC e tablet deve compiersi contestualmente all’attivazione della rete web.

Attenzione però ai dettagli pratici di funzionamento dell’agevolazione. Infatti, il citato bonus può arrivare fino a un massimo di 500 euro suddivisi in:

  • bonus internet di 200 euro di sconto per la stipula di un contratto o il potenziamento della connessione web;
  • bonus computer e tablet di 300 euro per l’acquisto di un tablet o di un pc.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha rimarcato che  gli apparecchi acquistati con il bonus PC e tablet non sono da intendersi assegnati con la nota formula del comodato d’uso. Sono invece da considerarsi a tutti gli effetti di proprietà dei beneficiari dell’agevolazione in oggetto, per sempre.

Ricordiamo infine che i fondi stanziati sono pari a circa 204 milioni di euro, valevoli fino ad esaurimento dei fondi stessi. Si rimarca altresì che a  maggio 2021 erano stati attivati oltre 137mila voucher ed era stato sfruttato circa il 40,5% dei fondi disponibili in totale.