Archivio mensile:luglio 2009

Decreto anticris

CAMERA DEI DEPUTATI N. 2561

DISEGNO DI LEGGE

PRESENTATO DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

(BERLUSCONI)

E DAL MINISTRO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

(TREMONTI)

DI CONCERTO CON IL MINISTRO DELLA DIFESA

(LA RUSSA)

CON IL MINISTRO DELLINTERNO

(MARONI)

E CON IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

(ALFANO)

Conversione in legge del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78,

recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e

della partecipazione italiana a missioni internazionali

Presentato il 1o luglio 2009

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO

Atti Parlamentari Camera dei Deputati

XVI LEGISLATURA DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI

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Eternit

Eternit: il 10 dicembre inizierà il processo

Un grande e giusto risultato

 

 

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La sentenza di rinvio a giudizio del vertice svizzero-belga della multinazionale Eternit, apre una nuova ed importantissima fase della lotta, nazionale ed internazionale, contro l’amianto e per ottenere giustizia di una strage di enormi dimensioni.

L’accoglimento delle richieste della Procura di Torino, a seguito di un eccezionale ed enorme lavoro d’indagine del procuratore R. Guariniello  e dei suoi collaboratori, rispecchia un disastro inaudito in cui si contano oltre  3.000 lavoratori e cittadini morti ed ammalati per l’esposizione all’amianto nei comuni di  Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli.

Un prezzo altissimo pagato a causa di una politica di sviluppo dell’ Eternit che ha anteposto il dato economico e del profitto alla vita non solo dei propri lavoratori e lavoratrici ma anche  delle popolazioni ignare del pericolo a cui erano sottoposte.

Comunicato

 

 

ASSOCIAZIONE  FAMIGLIARI VITTIME AMIANTO

PIAZZA CASTELLO, 31 – CASALE MONFERRATO

 

 

 

Il 10 dicembre inizierà il processo Eternit

 

UN GRANDE E GIUSTO RISULTATO

 

La sentenza del Giudice Cristina Palmesino di rinvio a giudizio del vertice svizzero-belga della multinazionale Eternit, apre una nuova ed importantissima fase della lotta, nazionale ed internazionale, contro l’amianto e per ottenere giustizia di una strage di enormi dimensioni.

L’accoglimento delle richieste della Procura di Torino “Disastro ambientale doloso permanente”, a seguito di un eccezionale ed enorme lavoro d’indagine del procuratore R. Guariniello  e dei suoi collaboratori, rispecchia un disastro inaudito, una tristissima sofferenza ancora in atto, come purtroppo ci è direttamente ben nota: 3.000 lavoratori e cittadini morti ed ammalati di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli.

 

E’ talmente grande e drammatico questo dato da poter apparire inverosimile. Questo, però, è l’altissimo prezzo che si sta ancora pagando, a causa di una politica di sviluppo dell’ Eternit che ha anteposto il dato economico e del profitto al di sopra della vita delle proprie lavoratrici e lavoratori e di popolazioni anche di altre moltissime località sparse in tutto il mondo.

A dicembre inizierà il processo: per questo obbiettivo si è lavorato tanto, partendo da condizioni molto difficili. Vorremmo quindi ringraziare tutti coloro che hanno contribuito, e sono tanti ed in vario modo,  a sviluppare questa battaglia di civiltà:

 

prima di tutto le migliaia di vittime, ammalati e famigliari che hanno lottato e lottano anche da decenni;

va il ringraziamento di cuore, da parte di tutti noi (anche a nome dei nostri assistiti e patrocinati) ai legali della nostra Associazione e del Sindacato, alla Camera del Lavoro di Casale Monferrato e di Alessandria, alla CGIL ed al Patronato Inca piemontese e nazionale, alla Cisl e Uil di Casale ed Alessandria, alle Camere del Lavoro di Reggio Emilia e Napoli, alle Associazioni ambientaliste e di volontariato ed ai medici impegnati in questa lotta;

ringraziamo altresì i Comuni di Casale Monferrato, Cavagnolo e Rubiera, le province di Alessandria e Torino, le regioni Piemonte e Campania, che con le loro avvocature si sono costituiti parte civile, oltre all’Inail ed all’INPS anche per la loro disponibilità profusa nel riprodurre le documentazioni richieste dalle parti lese.

non possiamo omettere l’importante ruolo delle Associazioni delle Vittime e dei loro legali di altri Paesi, tra i quali Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Olanda, Brasile ecc. come quello svolto dagli organi d’informazione locali e non.

 

GIUSTIZIA, RICERCA, BONIFICA.

Prepariamoci dunque alla massima partecipazione a questo processo, che sarà estremamente impegnativo quanto importante.

Così come occorre continuare a sostenere gli obbiettivi sul fronte Sanità e Ricerca.

Con l’ASL AL e Regione, negli ultimi incontri, si è delineato un programma (che sarà presto reso noto) di concreto miglioramento organizzativo e di nuovi investimenti nell’ospedale di Casale Monferrato nei vari settori sanitari dedicati al mesotelioma, con l’obbiettivo di un Centro d’eccellenza per diagnosi – cura – assistenza anche psicologica ai malati e famigliari e cure sperimentali. Questo con uno stretto rapporto con il Centro Regionale Amianto di Casale M. e la Regione Piemonte (e possibilmente con il Ministero competente) per un nuovo impulso alla ricerca sul mesotelioma.

Sulla Bonifica, ormai oltre al 50% nel territorio Casalese, grosse conquiste si sono ottenute – finanziamenti statali ecc. – grazie all’impegno corale in atto da molti anni di Comune, Provincia, Regione, ASL e Arpa, che fanno di Casale Monferrato (pur con tutti i nostri ritardi) il punto più avanzato della lotta all’amianto anche sul versante molto importante delle bonifiche.

 

A settembre riprenderemo l’iniziativa nei riguardi delle priorità quali il rischio polverino, con un primo incontro con la nuova Amministrazione Comunale di Casale Monferrato.

A tutti un saluto cordiale ed un arrivederci.

 

 

 

Per l’Associazione Famigliari Vittime Amianto il Presidente

Romana Blasotti Presidente

 

Il coordinatore Vertenza Amianto

 

Bruno Pesce

 

 

 

Casale Monferrato, 27 luglio 2009

 

Amianto

amianto1.jpgAmianto – Denuncia lavoratori Bridgestone di Bari

Esposizione al rischio amianto

 

Per l’Inail non ci sarebbe stato alcun “rischio amianto”, ma più di 100 sentenze della sezione Lavoro del Tribunale di Bari avrebbero attestato il contrario. Si basa su questa presunta incongruenza la denuncia-querela depositata alla procura della Repubblica di Bari, al presidente del Tribunale di Bari, alla procura regionale della Corte dei Conti e alla Guardia di finanza da due persone che sino al 2004-2005 sono state dipendenti della Bridgestone Italia spa, ex Firestone Brema di Modugno. Uno dei due lavoratori, in particolare, è stato dal 1980 al 2003 rappresentante della sicurezza dei lavoratori in azienda. I fatti denunciati riguardano il periodo 1992-2008.

L’esposto verte su presunte omissioni nel rispetto delle norme poste a “tutela del diritto alla salute nel luogo di lavoro” e su una presunta “evasione del pagamento del sovrapremio silicosi-asbestosi a titolo di asbestosi”.

Al centro dell’esposto c’è il riconoscimento a fini previdenziali, in favore dei lavoratori esposti all’amianto, dei benefici previsti ex lege 257/92 (norma che mette al bando l’amianto). Numerose consulenze tecniche d’ufficio e sentenze della sezione Lavoro del tribunale di Bari si sono espresse in favore dei lavoratori. L’Inail invece, sostengono i due denuncianti, dopo le relazioni dei suoi organi tecnici (Contarp) ha sempre negato il “superamento della soglia minima” prevista per legge per ottenere i benefici. Almeno fino al gennaio 2008, quando ha riconosciuto il beneficio ad un lavoratore che prestava la propria attività nello stabilimento per conto di una ditta esterna e che è morto nel 2001 per “asbestosi pleurica bilaterale”.

(ANSA)

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NEWS

Amianto – Segnalati 28 casi di insegnanti malati

A scuola di …..amianto

 

Riguarda non solo Torino ma anche altre citta’ italiane l’indagine sugli insegnanti delle scuole pubbliche malati o morti per esposizione all’amianto. Il totale dei casi raccolti dalla procura del capoluogo piemontese è salito a 28 (l’ultimo si e’ aggiunto questa mattina); non tutti riguardano Torino e, per questo, il pm Raffaele Guariniello ha già disposto la trasmissione delle carte ai colleghi delle località interessate.

Gli atti, relativi a sette vicende, saranno inviati a Ivrea (Torino), Ravenna, Como, Messina (uno dei malati, infatti, risulta avere insegnato per quasi l’intera carriera in un liceo scientifico a Milazzo) e altrove.

Le segnalazioni sono raccolte dall’Osservatorio tumori professionali, una struttura allestita a Torino alcuni anni fa per iniziativa della magistratura, sulla base di quanto comunicato da medici e Asl. I pazienti sono stati visitati nel capoluogo piemontese, ma non tutti hanno lavorato nella Regione. Per alcuni casi, secondo quanto si è appreso, il collegamento fra le patologie e l’esposizione all’amianto nelle scuole è già stato accertato.

Umbria Olii – Una tragedia senza fine

Nuovo colpo di scena al processo per la tragedia di Campello sul Clitunno

 

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La Umbria Olii di Campello sul Clitunno (Perugia), l’azienda di raffinazione divenuta tristemente famosa il 25 novembre del 2006 per la morte di quattro lavoratori causata dall’esplosione di un silos pieno di olio e successivamente per la clamorosa richiesta di risarcimento di 35 milioni di euro avanzata dal titolare dell’azienda nei confronti dei parenti delle vittime, torna ancora una volta a far parlare di sé.

Il titolare dell’azienda, l’imprenditore spoletino Giorgio del Papa, è l’unico rinviato a giudizio per la strage, con l’accusa di omicidio colposo plurimo e l’aggravante della colpa cosciente. Secondo l’accusa, infatti, Del Papa avrebbe dovuto avvertire i lavoratori della ditta Manili, impegnati a montare una passerella sui sili pieni d’olio, della pericolosità delle sostanze contenute nei serbatoi (in particolare il gas esano). Un’omissione che sarebbe, secondo i giudici e i periti dell’accusa, alla base dell’incidente, causato dall’utilizzo di saldatori sulla superficie metallica dei sili.

Dopo una serie infinita di peripezie legali nel corso dell’udienza preliminare, il processo vero e proprio dovrebbe iniziare il prossimo 24 novembre, proprio un giorno prima del terzo anniversario della tragedia. Ma il condizionale è d’obbligo perché l’imprenditore e la sua difesa hanno per l’ennesima volta impugnato la decisione del giudice e chiamato in causa la corte di Cassazione (che già in un’occasione ha respinto i ricorsi della difesa). Questo, con buona probabilità, dilaterà ulteriormente i tempi, già lunghissimi, di questo procedimento . Intanto, sul piano civile, la richiesta di risarcimento che aveva scatenato l’indignazione di molti (“richiesta inaccettabile e assurda” avevano detto a suo tempo in una nota unitaria Cgil, Cisl e Uil) era decaduta dopo l’annullamento deciso dal giudice spoletino Augusto Fornaci.

Ma ora il titolare dell’azienda torna all’attacco.I familiari delle vittime e l’unico sopravvissuto alla strage,  si sono visti recapitare un “atto di riassunzione del procedimento civile”. Stavolta però  a chiedere il risarcimento non è la Umbria Olii Spa, ma la “Gestoil Srl, società in liquidazione, già Umbria Olii”, azienda con sede a Roma, rappresentata legalmente dallo stesso Del Papa.

È  questa una novità che desta non poca preoccupazione per due motivi. Prima di tutto perché conferma la volontà di Del Papa di farsi risarcire dai famigliari delle vittime, per i danni causati dall’esplosione dei silos  e quindi di riaffermare il principio della colpevolezza delle vittime stesse. In secondo luogo, ci si interroga sulle conseguenze che la messa in liquidazione dell’azienda potrebbe avere in caso di condanna della stessa al risarcimento dei danni. Insomma, se il giudice deciderà che le famiglie delle vittime dovranno essere risarcite (e non viceversa), chi salderà il debito?

Home Page > News > 01-09-2009

NEWS

Amianto. Benifici previdenziali per i lavoratori marittimi

le modalità per ottenere il curriculum

Con una direttiva inviata il 23 Luglio 2009 al Presidente della Regione Liguria Ing. Claudio Burlando, il ministro Sacconi chiarisce le modalità per ottenere il curriculum lavorativo utile al fine del riconoscimento dei “benefici previdenziali legati all’esposizione da amianto” per i lavoratori marittimi qualora non siano riusciti ad ottenerlo dalle proprie aziende.

La direttiva stabilisce che il lavoratore si deve recare presso la Capitaneria di Porto competente per ottenere la validazione dell’estratto matricolare oppure la validazione del proprio libretto  di navigazione attraverso l’autentico della Capitaneria.

Con tale documentazione  ci si deve recare presso la Direzione Provinciale del Lavoro competente e richiedere l’emissione del proprio curriculum di cui è bene ottenere copia.

A sua volta, la Direzione Provinciale del Lavoro competente deve, dandone comunicazione al lavoratore, trasmettere il documento alla sede dell’IPSEMA competente per consentire l’integrazione della domanda già presentata e l’avvio delle procedure per il riconoscimento dell’esposizione all’amianto e della sua durata.

In base alla vigente normativa, l’IPSEMA dovrà certificare l’avvenuta esposizione e darne notizia al lavoratore attraverso propria certificazione. Qualora tale certificazione ai sensi delle vigenti leggi, consentisse al lavoratore di godere dei benefici previdenziali attesi, egli potrà avviare le pratiche pensionistiche susseguenti.

Si tratta di informazioni importanti, secondo l’Inca, che consentono di avviare  tutte le procedure necessarie per soddisfare la crescente domanda presente tra i lavoratori marittimi.

“Ci piace sottolineare – si legge in una circolare del patronato – come il lavoro svolto da questa sede FILT-CGIL in rapporto  con alcuni Parlamentari Liguri  e con il Presidente della nostra Regione, sia stato capace di superare quegli inadempimenti burocratici che non consentivano ai lavoratori marittimi di poter avviare le pratiche per ottenere il riconoscimento di un diritto da molti anni, e da molti promesso, dovuto”.

 

Infortuni

Infortuni

Processi Eternit e Thyssen. Guariniello: “La gente più vicina alla giustizia”

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28 luglio 2009. Intervista dell’INAIL al procuratore aggiunto che ha condotto le due inchieste: “Oggi c’è più sensibilità ai temi della sicurezza sul lavoro. Entrambi i procedimenti sono stati caratterizzati da un’innovativa impostazione metodologica delle indagini”

ROMA – E’ il magistrato italiano che ha condotto, quest’anno, le due inchieste più eclatanti in materia di infortuni sul lavoro: quella contro Thyssen ed Eternit, ottenendo in entrambe il rinvio a giudizio degli imputati. Raffaele Guariniello, Procuratore aggiunto presso la procura della Repubblica di Torino, analizza in questa intervista concessa all’INAIL i significati di due dibattimenti che, per la loro significatività, sembrano destinati a lasciare un segno nella storia della giustizia italiana.

Procuratore, da un punto di vista giuridico, in cosa caratterizza in modo particolare questi due processi?
“C’è un tema che li accomuna entrambi: la contestazione, sia nell’uno che nell’altro caso, di reati commessi con dolo. Per Thyssen si tratta di un dolo eventuale (una forma indiretta che si ha quando chi agisce pone in essere una condotta nella quale sa esservi concrete possibilità che produca un evento integrante un reato, eppure accetta il rischio di cagionarlo, ndr), per Eternit, invece, di disastro doloso e omissione dolosa. Ciò che caratterizza i due procedimenti non è stata tanto la novità normativa, quanto una sua innovativa applicazione giurisprudenziale ricollegata a una diversa impostazione metodologica delle indagini”.

Ovvero?
“Ovvero, non è che prima di questi due processi il Codice penale non prevedesse questi reati: quello che abbiamo cercato di fare è stato dimostrare se, nella politica aziendale messa in atto da Thyssen ed Eternit, vi fossero degli elementi di fatto che giustificassero le contestazioni di reato. Noi crediamo che tali elementi ci fossero, naturalmente e, se il gup, sia nell’uno che altro caso, ci ha dato ragione, ora bisognerà vedere cosa dirà alla fine il giudice. L’accusa che abbiamo mosso, dunque, è che vi siano dei fattori che dimostrano come le imprese abbiano ‘messo nel conto’ il rischio infortunistico e che non sono state prese le misure per evitarlo”.

In cosa si è tradotta l’impostazione delle indagini?
“L’acquisizione di quegli elementi che, secondo noi, giustificano le contestazioni è stata possibile solo grazie a un approccio completamente diverso. Faccio un esempio: il ricorso alle perquisizioni. Per spiegarmi meglio, se la procura presenta una semplice richiesta di documenti a un’azienda, in generale è molto probabile che ciò che otterrà non potrà mettere davvero in evidenza quella che è stata la reale politica aziendale. Se, invece, viene compiuta una perquisizione – magari andando anche a leggere i messaggi che si sono scambiati i dirigenti mediante i computer – sarà possibile cogliere quello che io chiamo “il foro interno dell’impresa” e comprendere se un infortunio o una malattia professionale siano il possibile esito di una specifica strategia, se vadano considerati degli episodi isolati o si iscrivano nel quadro di una politica precisa. Questo tipo di indagine è stato un approccio comune a entrambi i processi”.

Oggi il tema degli infortuni sul lavoro viene percepito con più sensibilità da parte dell’opinione pubblica rispetto al passato. Questo a cosa è dovuto, secondo lei?
“Che la gente manifesti una consapevolezza più concreta su queste tematiche è, secondo me, una realtà assai positiva e hanno contato, a tale fine, diversi fattori. Il primo dei quali è sicuramente rappresentato dal presidente della Repubblica Napolitano che, con la sua azione, ha portato maggiore attenzione a questo problema, permettendogli di avere un risalto che eventi drammatici successi in passato non hanno avuto. Esiste, poi, un elemento specifico che riguarda il caso Eternit: e, cioè, che a morire non sono stati solo dei lavoratori ma i cittadini, in una tragedia che ha coinvolto tutta la popolazione. Ma vorrei evidenziare anche un altro aspetto: sia il processo Thyssen che quello Eternit sono casi che hanno riavvicinato la gente alla giustizia. In un clima generale caratterizzato in passato – a torto o a ragione – da un sentimento di larga sfiducia, questi procedimenti hanno fatto capire alla gente che la giustizia può ancora, e davvero, servire e che il rapporto tra Stato e cittadino possa essere solido e reale. Non è casuale che in entrambe le udienze in cui c’è stato il rinvio a giudizio degli imputati molte persone mi abbiano aspettato al di fuori del tribunale per esprimere la soddisfazione di avere visto, finalmente, la giustizia dare loro risposta”.

Sia nel processo Thyssen che in quello Eternit l’INAIL si è costituita parte civile, contribuendo in modo importante allo sviluppo delle indagini dei magistrati. Che giudizio dà di questa modalità di rapporto?
“Senza dubbio questi procedimenti hanno comportato un grande e nuovo compito per l’INAIL e credo che l’Istituto, per certi aspetti, debba ancora abituarsi al cambiamento. Si tratta, per gli avvocati, di fare un salto di mentalità: più abituati a fare cause civili, adesso dovranno approcciarsi ai dibattimenti con gli strumenti del penale. E’ un passaggio che richiede una notevole difficoltà e confido, al proposito, nelle leve più giovani che, forse – proprio per la loro carriera ancora relativamente recente – sono più idonee ad acquisire questa nuova mentalità. Certo, per l’INAIL si apre una grande sfida e l’Istituto deve saperla raccogliere, svolgendo in questo tipo di processo un ruolo non solo passivo e non associandosi semplicemente alle conclusioni del pubblico ministero. E’ importante, infatti, che l’INAIL porti al dibattimento quanti più elementi possibile e che sia in grado di contare al massimo grado sulle proprie competenze più autentiche – a partire da quelle garantite dal Contarp – sia di tipo tecnico che medico”.

(ls/roma)

Thyssen, le competenze dell’INAIL al servizio della magistratura

 

2 luglio 2008. Tra i motivi che hanno spinto l’Istituto a costituirsi come parte civile nel processo in corso a Torino anche la possibilità di offrire il proprio supporto tecnico

TORINO – Il contributo dell’INAIL per accertare la verità nel dramma della Thyssen Krupp: la costituzione dell’Istituto come parte civile nel processo che vede imputati, a Torino, sei dirigenti della multinazionale tedesca per il rogo che, lo scorso 6 dicembre, è costato la vita a sette operai, ha una finalità che va oltre la pur legittima obbligatorietà dell’azione di regresso (ovvero, quell’azione che consente all’INAIL di ottenere dal datore di lavoro responsabile dell’incidente il rimborso delle prestazioni erogate agli infortunati o ai loro superstiti: in questo caso quelli dei sette dipendenti morti tra le fiamme).

Il diritto di costituirsi come parte civile, infatti, – storicamente riconosciuto dal legislatore in rispondenza ai principi generali dell’ordinamento dell’INAIL e rafforzato dall’articolo 2 della legge 123/2007 (che introduce l’obbligo per il Pubblico ministero di dare all’Istituto immediata notizia dell’esercizio dell’azione penale) – è motivato in modo sensibile anche dal qualificato contributo di conoscenze tecniche sul fenomeno infortunistico che l’Istituto può mettere al servizio della magistratura. Un contributo che spesso può essere determinante ai fini dell’esito processuale.

Sono tanti, infatti, i casi di infortunio o di malattia professionale in cui la rilevanza di ogni singola violazione in materia di sicurezza emerge in maniera più precisa se adeguatamente contestualizzati rispetto alla loro genesi. Compito che per sua natura l’INAIL è in grado di svolgere.

Ecco, dunque, che la costituzione come parte civile – al di là dell’essere un diritto dell’INAIL in quanto persona offesa dal reato (perché soggetto che contribuisce istituzionalmente alla tutela della integrità psicofisica dei lavoratori) – si qualifica anche come uno strumento attraverso il quale l’Istituto può fornire un importante supporto tecnico ai magistrati. Affermando, al tempo stesso, con pienezza, le proprie funzioni istituzionali. La diffusione della cultura della sicurezza, infatti, trova una delle sue modalità di espressione anche nel contributo alla scoperta della verità dei fatti: un’evidenza che, in un caso emblematico come quello della Thyssen Krupp, ha spinto l’INAIL a muoversi in questa direzione col massimo dell’impegno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Thyssen Krupp. Guariniello: “Sentenza al più presto”

1 luglio 2008. L’udienza preliminare è stata aggiornata al prossimo 23 luglio. Il Gup, Francesco Gianfrotta, ha ascoltato le numerose  richieste di costituzione di parte civile avanzate dall’INAIL, dalla Regione Piemonte, da Provincia e Comune di Torino, dai sindacati e dal Codacons. In aula anche i familiari delle vittime

TORINO – “Stop alla guerra dei padroni – basta morti sul lavoro”: recita così uno degli striscioni appesi  all’esterno del  palazzo di giustizia di Torino, nel giorno dell’avvio del processo alla Thyssen Krupp di Torino per l’ incidente del 6 dicembre scorso, costato la vita a sette operai. A sostenere l’accusa contro sei manager della multinazionale tedesca il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, da oggi procuratore capo vicario di Torino, che rispondendo ai giornalisti ha escluso ogni ipotesi di patteggiamento. “‘Penso non sia nelle cose”, ha detto. Mentre sull’eventualità di una richiesta da parte della difesa del rito abbreviato ha aggiunto: “Per noi va bene farlo con qualsiasi rito. L’importante è arrivare alla sentenza al più presto. Per fortuna abbiamo chiuso le indagini velocemente e così, dopo sette mesi, si è giunti al risarcimento delle famiglie delle vittime. Però per la difesa e anche per l’accusa l’obiettivo del processo è un altro: accertare se ci sono responsabilità per quanto è accaduto”.

La prima sessione dell’udienza preliminare si è svolta questa mattina a porte chiuse ed è durata circa un’ora. Il Gup, Francesco Gianfrotta, ha ascoltato le numerose  richieste di costituzione di parte civile avanzate dall’INAIL (come previsto dalla legge 123/2007 e dal nuovo Testo unico sulla sicurezza), dalla Regione Piemonte, da Provincia e Comune di Torino, dai sindacati (Fim, Fiom e Uilm) e dal Codacons.  Anche 70 tra lavoratori ed ex lavoratori della sede torinese della multinazionale hanno deciso di costituirsi parte civile nel processo, insieme ai sette operai che cercarono di prestare i soccorsi ai loro compagni (e che ora lamentano danni da stress post-traumatico) e a due cognati di una delle vittime che non hanno ricevuto il risarcimento da parte della Thyssen , perchè considerati dall’azienda “non aventi diritto”.

In aula erano presenti anche i familiari delle vittime, che indossavano magliette bianche con la foto dei propri cari morti nell’incidente. “Abbiamo firmato l’accordo per il risarcimento e dunque non possiamo costituirci parte civile, ma speriamo lo stesso in una giustizia esemplare”, ha detto la mamma di uno degli operai deceduti, Roberto Scola. “Sono venuta qui oggi per vedere se c’erano gli imputati, per guardarli negli occhi, ma purtroppo non c’erano. Avrei voluto dire loro tante cose, anche se in momenti come questi non si può dire nulla. Basta solo lo sguardo per far capire cosa una mamma sta provando. Nessuno mi ridarà mio figlio, nessuno di quei ragazzi ritornerà più indietro”. Dopo aver ascoltato tutte le richieste il Gup ha aggiornato l’udienza preliminare al prossimo 23 luglio.

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Thyssen, via al processo. L’INAIL pronta a costituirsi parte civile

30 giugno 2008. Nell’udienza preliminare l’Istituto chiederà l’indennizzo delle prestazioni concesse a favore dei superstiti del rogo del 6 dicembre scorso. I familiari delle sette vittime hanno accettato la transazione offerta dalla multinazionale, rinunciando ai danni in cambio di 13 milioni di euro

TORINO – L’accordo raggiunto questa mattina tra Thyssen Krupp e i familiari delle sette vittime del rogo dello scorso 6 dicembre non cambia comunque la linea d’azione dell’INAIL che, domani, all’apertura dell’udienza preliminare del processo, si costituirà parte civile contro la multinazionale tedesca (insieme a Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, sindacati, un’ottantina di dipendenti dell’azienda e i sei sopravvissuti la notte dell’incidente). L’Istituto, dunque, – secondo quanto previsto dall’articolo 2 della legge n. 123 del 3 agosto 2007 (“Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia”) – chiederà l’indennizzo di quanto fino a ora erogato a titolo di prestazioni a favore dei superstiti.

Questa mattina, negli uffici della direzione provinciale del lavoro di Torino, in un clima di grande commozione, le famiglie degli operai morti tra le fiamme divampate nella linea 5 dello stabilimento della Thyssen – dopo avere avuto dai propri legali l’assicurazione che la transazione non ha alcun effetto sul processo penale – hanno accolto l’offerta avanzata dalla dirigenza. In cambio della rinuncia ai danni, a 33 familiari delle sette vittime andranno circa 12,7 milioni di euro. “Non si tratta di soldi perché niente e nessuno potrà ridarmi mio figlio”, ha dichiarato la signora Isa, madre dell’operaio trentaduenne Roberto Scola. “I nostri avvocati lo spiegano bene, si tratta di diritti da rispettare, e sarà anche così. Ma è vero che molti di noi non erano d’accordo, e che se hanno accettato è stato solo pensando al futuro dei loro bambini”.

 

Assegno al nucleo familiare

 

Trattamenti di famiglia

Assegno al nucleo familiare

L’assegno al nucleo familiare (L.153/88) spetta ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati con trattamenti liquidati nel fondo lavoratori dipendenti.
Per i lavoratori l’assegno al nucleo familiare va richiesto al datore di lavoro e viene corrisposto mensilmente in busta paga. I pensionati devono richiedere il trattamento all’Inps. Entrambe le categorie di cui sopra possono avvalersi della capacità e dell’esperienza dell’Inca-Cgil per assicurarsi che la domanda sia compilata in maniera corretta e che l’ammontare sia quello dovuto.

Condizione fondamentale per la percezione dell’assegno al nucleo familiare è che il reddito familiare complessivo derivi per almeno il 70% da redditi da lavoro dipendente o assimilati. Se nell’anno precedente il nucleo non ha percepito alcun reddito l’assegno viene comunque erogato. Se, invece, il nucleo ha posseduto esclusivamente redditi di natura diversa dal lavoro dipendente, per quanto di modesta entità(ad esempio la casa di abitazione), l’assegno non spetta.

L’importo dell’assegno varia a seconda della composizione del nucleo familiare e del reddito, secondo le apposite tabelle emanate annualmente dall’INPS.

Sono rilevanti tutti i redditi percepiti dal nucleo familiare nell’anno precedente la competenza, quali:

• Redditi imponibili Irpef al netto della sola contribuzione previdenziale
• Redditi a tassazione separata
• Assegno di mantenimento corrisposto dal coniuge separato
• Redditi conseguiti all’estero

Sono rilevanti solo se complessivamente superiori a 1032,91 Euro

• Borse di studio
• Pensioni sociali o assegno sociale
• Pensioni erogate ad invalidi civili
• Interessi di conti correnti, depositi, BOT, CCT etc.
• Proventi da quote di investimento

Sono invece da escludere dal calcolo i seguenti redditi:

• Arretrati di integrazione salariale
• Tfr
• L’assegno al nucleo familiare stesso
• Pensioni di guerra
• Pensioni privilegiate tabellari per infermità contratte in servizio di leva
• Indennità di accompagnamento
• Rendite vitalizie Inail
• Assegni di superinvalidità su pensioni privilegiate dello stato
• Indennità di frequenza

L’assegno deve essere richiesto entro il giugno di ogni anno, in quanto viene erogato da luglio al giugno successivo. Si possono richiedere fino a 5 anni di importi arretrati.

Nella composizione del nucleo rilevano i seguenti familiari:

• Il coniuge, anche non convivente purché non separato
• I figli minorenni legittimi, legittimati ed equiparati, naturali, o anche nati da precedente matrimonio ed affidati al richiedente o al coniuge. I figli, anche maggiorenni, se inabili. Non rientrano nel nucleo rilevante invece i figli maggiorenni non inabili e i figli, anche minorenni, se coniugati.
• Fratelli e sorelle del solo richiedente, se minorenni o maggiorenni inabili.

Sono esclusi dalla composizione del nucleo rilevante ai fini dell’assegno al nucleo i conviventi more uxorio e gli ascendenti, anche se inabili e  a carico.

Con la legge finanziaria 2007 (n° 296/06) sono stati aumentati ed estesi gli assegni al nucleo familiare per le famiglie mono e biparentali con figli a carico(Tabelle 11 e 12, non aggiornate sul sito Inps).

Aran

EVENTI, NOVITA’, COMUNICAZIONI…

01/07/2009

COMUNICATO ARAN : Firmata l’Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – quadriennio normativo 2006 – 2009 e biennio economico 2006 – 2007

In data odierna è stata firmata l’Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – quadriennio normativo 2006 – 2009 e biennio economico 2006 – 2007

 

PCM_Ipotesi CCNL 2006_2009.pdf

 

Uranio impoverito

NEWS

Riconoscimento del danno subito per utilizzo o esposizione all’uranio impoverito

CGIL e INCA a fianco dei militari, civili e cittadini

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Sono indette due assemblee pubbliche: il 28 luglio alle ore 16.00   presso la CGIL di Cagliari, del Sulcis Iglesiente e l’INCA Regionale – Via Umberto 1  – Teulada e il 29 luglio alle ore 10.00 presso la sala consiliare del Comune in Piazza Marconi a Villaputzu  per illustrare il provvedimento legislativo interministeriale, entrato in vigore il 6 maggio 2009, che prevede la possibilità di corrispondere un indennizzo al personale militare e civile e ai cittadini che hanno contratto infermità o patologie tumorali legate all’esposizione di uranio impoverito o di altri metalli radioattivi.

Interessato a ricevere l’indennizzo è il personale  impiegato nelle missioni militari all’estero,  nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, nonché le popolazioni civili abitanti nelle zone adiacenti alle basi militari.

Sono invitati a partecipare all’iniziativa i militari, i civili e i cittadini che devono inoltrare le domande per il riconoscimento del danno subito e  hanno bisogno di una adeguata assistenza amministrativa e medico legale  che viene svolta gratuitamente dal Patronato INCA CGIL.

Amianto

NEWS

Amianto. Rinviati a giudizio i due imputati della Eternit per disastro doloso

Il 10 dicembre comincerà il processo

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Sono stati rinviati a giudizio i due imputati dell’inchiesta sui malati e i morti d’amianto (quasi 3.000 casi) alla Eternit Italia. A dicembre saranno processati a Torino, per disastro doloso e rimozione volontaria di cautele, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean Louis De Cartier De Marchienne.

Un breve applauso, subito smorzato dall’intervento del giudice, ha accompagnato la decisione del Tribunale di Torino. Sorrisi, commozione e lacrime. Così i circa 140 abitanti di Casale Monferrato (Alessandria) presenti nella maxi aula del Palazzo di Giustizia di Torino, tutti con il loro adesivo giallo (“giustizia”) bene in vista sui vestiti.

A Casale, dove la multinazionale elvetica aveva uno dei suoi stabilimenti più importanti, il problema dell’esposizione all’amianto è particolarmente avvertito: i morti conteggiati nel capo d’accusa sono più di 1.350. “Da noi – dice un residente, Tommaso A. – si ammalano quattro persone al mese, e ne muoiono quaranta all’anno. E’ come se un terremoto qualsiasi facesse crollare ogni volta un condominio”.

Con gli occhi lucidi, era presente questa mattina Bruno Pesce, coordinatore dell’associazione familiari delle vittime: “E’ una grande pagina di giustizia. Lo sappiamo, gli scogli più grossi devono ancora arrivare. Ma questa è una tappa importante”. Pietro C., 63 anni, racconta di quando lavorava all’Eternit: “Scaricavano l’amianto blu, il più pericoloso. Di trenta che erano con me, siamo sopravvissuti in due. E adesso quella gente là (gli imputati – ndr) deve andare in galera”.

Il processo, nato da un’inchiesta della procura di Torino, riguarda i casi di esposizione all’amianto lavorato in quattro stabilimenti italiani dell’Eternit (Casale Monferrato, Cavagnolo nel torinese, Ruviera in Emilia e Bagnoli in Campania), si aprirà ufficialmente con la prima udienza fissata il 10 dicembre prossimo.

“E’ stata scritta una pagina importante della tormentata storia dell’amianto in Italia e nel mondo”. Così il procuratore vicario, Raffaele Guariniello, ha commentato i due rinvii a giudizio. “Il giudice – ha aggiunto – ha ritenuto fondata l’impostazione del nostro lavoro, tanto che ha respinto tutte le questioni sollevate dalle difese”.(ANSA).

Cumulo pensione con redditi da lavoro autonomo

NEWS:
Entro il 30 settembre 2009, i titolari di pensione con decorrenza compresa entro il 2008, soggetti – per tale anno – al divieto di cumulo parziale con la pensione con i redditi da lavoro autonomo, devono dichiarare i redditi da lavoro autonomo conseguiti nel corso dell’anno 2008. A tale scopo deve essere utilizzato il modello 503 AUT allegato al messaggio 16380 del 20 luglio 2009. Nello stesso messaggio, inoltre, vengono fornite tutte le necessarie informazioni per una corretta dichiarazione.

Ritorno a Sos Numenes de Logu

getmedia.php.jpgsudI toponimi – sos numene de logu – rappresentano scampoli essenziali della nostra storia, geografia e antropologia, ma segnatamente della nostra lingua. Per troppo tempo sono stati dimenticati quando non sotterrati. È arrivato il momento di disseppellirli per restituirli alla conoscenza, alla fruizione e all’uso da parte di tutti i sardi. Va in questa direzione l’iniziativa presa dall’assessorato regionale della Cultura – presentata e discussa a Orosei l’11 e il 12 luglio scorsi nel Seminario di studi – di dar vita a s’Atlante toponomasticu sardu, affidandone la realizzazione all’Università di Sassari e di Cagliari. Il progetto non è nuovo: è stato avviato nel 2005 ma è rimasto inattuato in qualche cassetto della Regione, non si capisce bene se per mancanza di risorse finanziarie o per altre oblique motivazioni. L’assessore Lucia Baire oggi lo riprende, convintamente, “per portare alla luce i micro e macrotoponimi di tutta l’isola, un enorme patrimonio culturale che racconta della nostra memoria linguistica, non solo riferito a città, paesi, fiumi, monti o pianure di grande importanza ma anche alle dominazioni di piccoli terreni”. È un’iniziativa pregevole soprattutto se si porrà come propedeutica al riordino bilingue di tutta la toponomastica sarda con una nuova segnaletica e cartellonistica, che dia prestigio e visibilità alla Lingua sarda. Il bilinguismo perfetto e l’ufficializzazione del Sardo passa anche attraverso questo fronte: sa limba occorre infatti impararla, ad iniziare dalla scuola, in cui deve essere inserita organicamente come materia curriculare e utilizzata come strumento veicolare; ma poi occorre parlarla, scriverla, leggerla, nei libri come nei giornali; sentirla, ad iniziare dai media: Tv e quant’altro; vederla concretamente nella segnaletica appunto, come nella pubblicità. I trenta giovani ricercatori che “saccheggeranno archivi polverosi e memoria degli anziani” non dovranno partire da zero: abbiamo in Sardegna – su questo versante – ricerche rigorose e scientifiche che è bene prendano in considerazione. A mò di esempio ne voglio ricordare una, molto preziosa: quella di Oliviero Nioi, olzaese, medico per professione (a Nurri) e studioso di cose sarde, per passione e fede culturale e politica, pubblicata dalla casa editrice “Domus de Janas” con il titolo “Logus microtoponimi di Nurri”. Francesco Casula (Storico)

Da “Il Giornale di Sardegna” del 21/07/2009

Appello

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Mobilitiamoci contro l’aumento dell’età pensionabile delle donne

 

Appello contro l’aumento dell’età pensionabile per le donne sottoscritto dalle donne della sinistra.
 Pubblichiamo anche l’appello delle donne Fp Cgil – Fiom Cgil.  Innalzamento dell’età pensionabile nel lavoro pubblico: Fermiamo questa ingiustizia.
Per la prima volta, con una straordinaria solerzia, il Governo accoglie i rilievi e risponde alle sanzioni dell’Unione Europea sull’uguaglianza tra donne e uomini, predisponendo un intervento legislativo che parifica l’età pensionabile delle lavoratrici del lavoro pubblico a quella dei colleghi maschi, passando dai 60 anni attualmente previsti a 65 anni.

Noi donne della FP CGIL e della FIOM CGIL diciamo NO e lanciamo un appello per fermare questo provvedimento perché:

 
– in Italia le donne subiscono ben altre e più gravi discriminazioni: nell’accesso al mercato del lavoro, nelle opportunità di carriera, nella crescente disparità salariale, nelle condizioni di lavoro, nel progressivo aggravarsi del lavoro di cura conseguente ai tagli ai servizi sociali.

-La possibilità di andare in pensione a 60 anni non è un obbligo, ma una libera scelta che le donne possono compiere, così come , se lo desiderano, già oggi possono continuare a lavorare fino a 65 anni e oltre come i loro colleghi maschi.

– siamo convinte che l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del lavoro pubblico sia solo il primo passo di un Governo che vuole mettere mano all’intero sistema previdenziale, peggiorando i trattamenti per tutte le lavoratrici ed i lavoratori italiani, a partire dalla revisione dei coefficienti di trasformazioni. Questo è quanto chiede la Confindustria, che a più riprese ha sottolineato l’urgenza di applicare anche alle lavoratrici dell’industria l’innalzamento dell’età pensionabile prevista per le dipendenti del lavoro pubblico come primo passo per una riforma al ribasso di tutto il sistema pensionistico.

– non accettiamo l’idea che il costo maggiore della crisi lo paghino le donne, tanto più che il provvedimento in discussione non prevede alcuna destinazione dei risparmi che si realizzeranno. Siamo convinte, al contrario, che l’obiettivo del Governo sia quello di fare cassa, semplicemente destinando le risorse a ripianare parte del disavanzo pubblico in continua crescita.

-Le crisi e le ristrutturazioni industriali sempre più frequentemente determinano esuberi, ovvero licenziamenti collettivi, che riguardano proprio lavoratrici e lavoratori cosiddetti anziani (45/50 anni!). Se si allunga l’età per andare in pensione si rende ancora più drammatica la condizione di disoccupazione di chi è considerata troppo vecchia/o per rimanere al lavoro e troppo giovane per andare in pensione.

-L’innalzamento dell’età pensionabile frena l’ingresso delle giovani e dei giovani nel lavoro .

La crisi economica richiede invece che si dia risposta all’impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati con misure volte a:

– garantire l’aumento delle retribuzioni e delle pensioni, cominciando da quelle delle donne, sempre più esposte al rischio della povertà.

– tutelare il diritto ad una pensione dignitosa per tutte le lavoratrici ed i lavoratori che rientrano completamente nel sistema contributivo, migliorando i rendimenti futuri delle loro pensioni in modo da garantire a tutte e tutti una copertura non inferiore al 60% dell’ultima retribuzione.

– definire subito i lavori usuranti che diano diritto a donne e uomini ad andare in pensione anticipata rispetto alle condizioni di anzianità attualmente previste.

– garantire una continuità contributiva ai milioni di giovani lavoratrici e lavoratori precari destinati, senza adeguati interventi, ad un futuro senza diritto ad una pensione dignitosa.

– prevedere una diversa e maggiore valorizzazione contributiva per i periodi di maternità e di congedo parentale.

– sviluppare una vera politica di pari opportunità che investa nei servizi pubblici, che sostenga le donne nel mercato del lavoro, che dia risposte al lavoro di cura, che allevi le donne dal peso di un doppio lavoro obbligato in tutte le fasi della vita.
Le donne della FP CGIL e della FIOM CGIL per questi obiettivi impegneranno le rispettive categorie ad iniziative di mobilitazione.

Firma l’appello e unisciti a noi nel far sentire la tua voce!

Prime firmatarie:

Rossana Dettori, Segretaria Nazionale Fp-Cgil
Rosa Pavanelli , Segretaria Nazionale Fp-Cgil
Franca Peroni, Segretaria Nazionale Fp-Cgil
Laura Spezia, Segretaria Nazionale Fiom-Cgil
Barbara Pettine,  Fiom-Cgil  nazionale
Francesca Re David,  Fiom-Cgil nazionale