Archivio mensile:maggio 2022

Il Muto di Gallura

Il Muto di Gallura: tra storia, romanzo e leggenda

Il “Muto di Gallura” è ancora oggi uno tra i personaggi più carismatici e misteriosi della Sardegna e la sua storia, portata alla luce dalla penna dello scrittore sassarese Enrico Costa, ha alimentato continue leggende dal momento in cui, forse nel 1856, il bandito scomparve nel nulla.

C’era un tempo non molto lontano in cui la Sardegna era funestata da lotte fratricide che insanguinavano le famiglie, mettendole le une contro le altre. A comandare era una legge non scritta, ma efficace al punto tale da sostituirsi alla legge stessa e regolare i conti tra gli uomini. I banditi erano detentori di un potere che trascendeva la giustizia e scriveva da sè il codice di comportamento, basato sull’onore e sul rispetto a qualsiasi costo, soprattutto quello della vendetta.

Il contesto storico

I germi di queste faide sono da rintracciare in una Sardegna che usciva a fatica dal feudalesimo e versava in una situazione di abbandono, degrado e anarchia. Il malgoverno dei regnanti era una questione ormai consolidata, ma i pochi tentativi di rivolta furono sempre soffocati nel sangue, tanto dagli spagnoli quanto dai piemontesi in tutte le parti dell’isola. Ma l’apice fu raggiunto nel 1823, con la pubblicazione del famoso Editto delle Chiudende ad opera del re Vittorio Emanuele. Il provvedimento ridisegnava i confini delle proprietà terriere e avvantaggiava i potenti, ripristinando, di fatto, l’usura e mettendo fine alla libera proprietà e alla regolare e secolare turnazione tra pastori e contadini nell’utilizzo delle terre.


Campagna sarda al tramonto con un pastore e il suo gregge nel dipinto di Antonio Ballero, “L’appello serale”, datato 1904 e conservato al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Atzara.

Sebbene l’editto mirasse a favorire la modernizzazione e lo sviluppo dell’agricoltura locale, che versava in gravi condizioni di arretratezza, conteneva, di fatto, l’autorizzazione a privatizzare la proprietà pubblica.

“Qualunque proprietario potrà  liberamente chiudere di siepe, o di muro, o vallar di fossa, qualunque suo terreno non soggetto a servitù di pascolo, di passaggio, di fontana, o d’abbeveratoio.

L’effetto negativo fu risentito in modo particolare nelle zone della Barbagia e della Gallura in quanto la privatizzazione dei terreni, che da sempre erano la risorsa primaria del territorio, mise in enorme difficoltà l’attività della pastorizia, la principale dell’area, dato che i pastori si trovarono improvvisamente privati di un diritto che avevano sempre esercitato. Si svilupparono, pertanto, numerose inimicizie che avevano come scontro privilegiato le campagne e, considerato che il Governo era assolutamente assente per assicurare la giustizia, queste sfociavano spesso nella vendetta personale. Lo storico Pietro Martini racconta che, secondo la legge, veniva concessa la nobiltà gratuita a tutti coloro che avessero piantato quattromila ulivi, con lo scopo di incentivare la coltivazione delle terre ed impedirne l’abuso, introducendo la pena di morte per chiunque avesse trasgredito, abbattendo o valicando siepi e muretti a secco.
In questa situazione di crisi, parallelamente alla lotta fratricida tra pastori, si svilupparono parallelamente attività di contrabbando con la vicina Corsica, soprattutto nel caso dei cereali. Intorno agli anni Venti e Trenta dell’Ottocento le calette in prossimità delle Bocche di Bonifacio, oggi splendide località di turismo balneare, diventarono punti strategici per i traffici illeciti tra l’una e l’altra isola.

li scalitti badesi
Spiaggia di Badesi, loc. “Li Scalitti”, uno tra i principali punti di approdo dei contrabbandieri fin dal Settecento.

A questo si aggiungeva l’indole ribelle dei pastori, refrattari all’accettazione passiva dell’autorità laddove questa prometteva pochi diritti e imponeva troppi doveri.
In un contesto così teso e disperato gli episodi di violenza erano all’ordine del giorno, affollando le pagine della cronaca nera dalla fine del Settecento fino ad esplodere nella seconda metà dell’Ottocento.

Il romanzo di Enrico Costa

A cogliere l’essenza più viva e romantica di questo periodo sono stati intellettuali come Sebastiano SattaGrazia DeleddaAntonio BalleroFrancesco CiusaPietro Martini ed Enrico Costa, per citarne solo alcuni.
Allo scrittore sassarese Enrico Costa, tuttavia, spetta il merito di aver scritto “Il muto di Gallura”, pubblicato nel 1884. Il romanzo racconta le vicende relative alla faida tra le due famiglie galluresi dei Vasa e dei Mamia che si svolsero tra il 1849 e il 1856.

Ma chi era il Muto di Gallura?

Si tratta di Sebastiano Rassu Addis Tansu, tra i più temuti e feroci banditi del suo tempo. Nato e vissuto ad Aggius, paese epicentro del banditismo sardo fin dal XVI secolo, Sebastiano, o semplicemente Bastiano, com’era conosciuto, era sordomuto dalla nascita, ma di bell’aspetto, acuto ed intelligente. Nonostante il suo linguaggio sgraziato dai toni gutturali e spasmodici, riusciva a farsi capire molto bene, accompagnando i suoni con la gestualità delle mani. A causa del suo difetto, molte persone lo consideravano figlio del diavolo, soprattutto perché la sua incapacità di esprimersi compiutamente lo aveva portato ad imporsi su un piano fisico. Gli stessi parenti che avevano accolto in casa lui e suo fratello Michele dopo la morte dei genitori, erano soliti schernirlo e picchiarlo, impedendogli di accudire il bestiame.


Pastore sardo dipinto da Antonio Ballero nell’opera “Il padrone della tanca” del 1928 e custodito presso la Camera di Commercio di Nuoro.

Ma Bastiano non era sempre stato un bandito, lo diventò col tempo, a causa degli eventi e della sua emarginazione sociale. Ma fu soprattutto l’omicidio dell’amato fratello Michele, l’unico a dimostrargli affetto e complicità, a sconvolgerlo al punto tale da spingerlo alla vendetta. Tutto cominciò con il fidanzamento nelle campagne di Aggius tra Pietro Vasa, suo cugino, e Mariangiola Mamia. Ma quella promessa non fu l’inizio di un momento felice per le famiglie dei futuri sposi, rappresentando invece l’inizio di una sanguinosa faida destinata a durare quasi dieci anni. Anton Pietro Mamia, padre della futura sposa, aveva chiesto al futuro genero di interrompere l’ostilità con la famiglia Pilleri (parente dei Mamia) in vista del matrimonio imminente. I Vasa e i Pilleri erano entrati in conflitto tempo addietro per una vicenda legata allo sconfinamento di alcune capre nella proprietà di una delle due famiglie. Pietro, però, per non far torto ai propri parenti, rifiutò di andare incontro alle richieste del futuro suocero e, in tutta risposta, sciolse il fidanzamento gettando disonore su Mariangela, destinata a portare l’onta del rifiuto. Fu allora che le due famiglie Pilleri-Mamia, accomunate dal vincolo di parentela e dal disonore per le mancate nozze, decisero di vendicarsi con l’uccisione di colui che aveva generato l’onta di tradimento: Pietro Vasa. Ma quest’ultimo riuscì a scamparla. A quel punto, però, anche il tentato omicidio richiedeva giustizia. Fu così che entrò in gioco Michele Tansu, fratello di Bastiano il “muto”, che però rimase ucciso a sua volta. A questo punto fu guerra aperta. Seguì infatti la morte del fratello di Mariangela, anch’egli di nome Michele, ucciso che era ancora un ragazzino. Fu descritto come un bellissimo angelo biondo, colpito sotto il caldo sole di Ferragosto.

Aggius
Scorcio di Aggius

A sparargli, si diceva, fu proprio Bastiano, deciso più che mai a vendicare la morte del fratello. Ma la morte di un bambino, anche in uno scenario così crudo, era considerata un fatto tanto grave da dover essere lavato solo con un altro omicidio dello stesso tenore: l’uccisione di un altro bambino oppure quella di una donna. Arrivò così il turno della madre di Pietro Vasa. Seguì ancora la morte di Anton Pietro Mamia in un agguato a cui parteciparono venti sicari, trasformando Aggius e le zone limitrofe in un teatro di crudeltà senza precedenti. In pochi anni si contarono oltre settanta omicidi, in ragione dei quali la giustizia ebbe ragione di intervenire.

bastiano tansu
Bastiano Tansu in un disegno di Piero Masia tratto dal libro di Franco Fresi “Banditi di Sardegna”

Si arrivò ad un “armistizio” il 26 Maggio 1856, quando nelle campagne di San Sebastiano, alle porte di Tempio Pausania, ogni componente delle famiglie coinvolte si radunò su un palco, all’ombra di un maestoso crocifisso e alla presenza di autorità civili e religiose. Da una parte i Vasa, dall’altra i Pileri-Mamia. Per l’occasione arrivò da Sassari il padre scolopio Carboni e la cerimonia fu presieduta dal giudice aggese Celestino Concas. Terminato il lungo sermone che invitava le famiglie alla resa nel nome di Cristo, le due fazioni si andarono incontro ed ognuno dei componenti abbracciò e baciò chi aveva davanti.
Bastiano Tansu non partecipò a quella festa, ostile più che mai ad ogni manifestazione di resa, soprattutto se falsa e per niente sentita. Ma in Gallura si parlò di quell’evento per molti anni a venire nei paesi limitrofi, da Luras a Calangianus. Ma era una situazione destinata a durare poco.
Bastiano viveva da latitante, essendo il principale sicario di Pietro Vasa, e ogni tanto si stabiliva in uno stazzo di proprietà  della sua famiglia, poco distante da quello di Anton Stefano Pes. La famiglia Pes si mostrò ospitale nei suoi confronti, sia perché Bastiano offriva protezione sia perché si dilettava a fare piccoli lavoretti artigianali, tra cui impagliare le sedie e lavorare il cuoio. Il sodalizio con la famiglia Pes sembrava destinato a durare felicemente e Sebastiano sentiva che la sua vita poteva avere finalmente un senso. Tra quelle montagne affacciate sul mare e tra le mura dello stazzo, trovò l’amore della giovane Francesca, figlia di Anton Stefano, che all’epoca aveva quindici anni. Francesca si mostrò sempre gentile con il bandito e ne ricambiava i sentimenti, al punto che si scambiarono un pegno d’amore: un cordoncino di seta con appesa una medaglietta raffigurante la Madonna col bambino. La madre della ragazza era solita scherzare sul fatto che quando Francesca fosse cresciuta, sarebbe potuta andargli in sposa, alimentando false speranze in entrambi, che ogni volta in cui si separavano, erano soliti promettersi fedeltà eterna.
Ma quando Bastiano si trattenne fuori più a lungo e fece ritorno allo stazzo dei Pes, apprese che la famiglia aveva già destinato in sposa Francesca a Giovanni Antonio Mannu. Ancora una volta il “muto” era stato messo da parte per la propria disabilità che lo aveva portato a perdere la donna che aveva scelto di amare. Sconvolto, questi lasciò il pegno d’amore sul davanzale della camera da letto di Francesca e si allontanò. Alcuni giorni dopo Anton Stefano morì, colpito al petto da una pallottola. L’omicidio inaugurò la ripresa delle ostilità tra le famiglie Mamia-Pilleri e Vasa e alla morte di Anton Stefano Pes seguì immediatamente quella di Pietro Vasa.

Ma quale fu la fine del “muto di Gallura”?

Come per tutti i personaggi che si rispettino, anche nel caso di Bastiano Tansu non esiste una verità  certa. Sulla sua fine sono fiorite tante leggende in relazione al fatto che il suo corpo non fu mai ritrovato.
Secondo alcuni Giovanni Antonio Mannu, temendo rappresaglie per questioni di gelosia, lo fece uccidere da alcuni sicari, chiedendo come prova dell’avvenuto omicidio il naso del bandito, il quale aveva una cicatrice inconfondibile. Altri ancora parlano di una morte suicida per l’amore impossibile verso Francesca. Altri ancora dichiarano che fu ucciso per mano di un altro latitante, un certo Macciaredda, nell’altopiano di Santa Barbara, nell’attuale comune di Trinità d’Agultu.

Aggius banditi
Parete con foto e descrizione di alcuni banditi sardi nel Museo del Banditismo di Aggius

Quale che fu la vera fine di Sebastiano Tansu, rimane una sola certezza: quella di una Sardegna costretta a credere nella figura di anti-eroi, persone emarginate perché vittime di una società che escludeva i più deboli e li trasformava in “diversi”. Diversi che spesso imboccavano una cattiva strada.

Nel bene e nel male le vicende del Muto di Gallura sono ancora oggi il simbolo di un contesto sociale gretto ed ostile in cui vige la legge del più forte, dove nessuno vince e tutti perdono.

Il Museo del Banditismo di Aggius

L’omicidio, la faida e la vendetta sono oggi il filo conduttore del Museo del Banditismo di Aggius, che fa parte del sistema museale che comprende anche il Museo Etnografico più grande della Sardegna, il MEOC. Il Museo del banditismo si propone di compiere ricerche sulle testimonianze materiali legate al banditismo, analizzate da un punto di vista storico, antropologico e sociale. Allestito nel palazzo della vecchia Pretura, è situato nella zona più antica del paese. E proprio nei vicoli attigui a questo edificio, più di un secolo fa, furono commessi numerosi omicidi. Il percorso espositivo si articola in 4 sale che accolgono una bella documentazione e oggetti che vale la pena di vedere. Una teca è dedicata proprio al bandito Sebastiano Tansu, il Muto di Gallura, l’antieroe moderno di una Sardegna arcaica.

Un sentito ringraziamento va a Piero Suelzu, che mi ha aiutato a comprendere i fatti realmente accaduti alla luce del romanzo. Per conoscere la vera storia del Muto di Gallura, ogni riferimento è al suo sito: http://mutodigallura.blogspot.com/

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Riferimenti Bibliografici

  • E. Costa, Il muto di Gallura
  • G. M. Lisai, I delitti della Sardegna
  • G. M. Lisai, Sardegna giallo e nera
  • F. Fresi, Banditi di Sardegna
  • R. Carta Raspi, Storia della Sardegna
  • E. Braga, Storia dei sardi e della Sardegna

Ulteriori riferimenti

PARLAMENTO

Ultimi Decreti-Legge esaminati

Decreti-Legge in corso di conversione

Decreto Legge 17 maggio 2022, n. 50

“Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”

Pubblicazione: G.U. n. 114 del 17 maggio 2022

Iter e lavori preparatori
C.3614   18 maggio 2022:
assegnato (non ancora iniziato l’esame)
Decreto Legge 4 maggio 2022, n. 41

“Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall’articolo 75 della Costituzione da tenersi nell’anno 2022, nonchè per l’applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto”

Pubblicazione: G.U. n. 103 del 4 maggio 2022

Iter e lavori preparatori
C.3591   26 maggio 2022:
in corso di esame in commissione
Decreto Legge 2 maggio 2022, n. 38

“Misure urgenti in materia di accise e IVA sui carburanti”

Pubblicazione: G.U. n. 101 del 2 maggio 2022

Iter e lavori preparatori
S.2599   3 maggio 2022:
assegnato (non ancora iniziato l’esame)
Decreto Legge 30 aprile 2022, n. 36

“Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”

Pubblicazione: G.U. n. 100 del 30 aprile 2022

Iter e lavori preparatori
S.2598   30 maggio 2022:
in corso di esame in commissione

Decreti-Legge approvati dal 28 febbraio 2022 a oggi

Decreto Legge 24 marzo 2022, n. 24

“Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza”

Pubblicazione: G.U. n. 70 del 24 marzo 2022
Legge di conversione: Legge 19 maggio 2022, n. 52 , G.U. n. 119 del 23 maggio 2022
Testo coordinato: G.U. n. 119 del 23 maggio 2022

Iter e lavori preparatori
C.3533   5 maggio 2022:
approvato
S.2604   18 maggio 2022:
approvato definitivamente. Legge
Decreto Legge 21 marzo 2022, n. 21

“Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”

Pubblicazione: G.U. n. 67 del 21 marzo 2022
Rettifica: G.U. n. 69 del 23 marzo 2022
Legge di conversione: Legge 20 maggio 2022, n. 51 , G.U. n. 117 del 20 maggio 2022
Testo coordinato: G.U. n. 117 del 20 maggio 2022

Iter e lavori preparatori
S.2564   12 maggio 2022:
approvato
C.3609   19 maggio 2022:
approvato definitivamente. Legge
Decreto Legge 1 marzo 2022, n. 17

“Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali”

Pubblicazione: G.U. n. 50 del 1 marzo 2022
Rettifica: G.U. n. 87 del 13 aprile 2022
Legge di conversione: Legge 27 aprile 2022, n. 34 , G.U. n. 98 del 28 aprile 2022
Testo coordinato: G.U. n. 98 del 28 aprile 2022

Iter e lavori preparatori
C.3495   13 aprile 2022:
approvato
S.2588   21 aprile 2022:
approvato definitivamente. Legge
Decreto Legge 25 febbraio 2022, n. 14

“Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina”

Pubblicazione: G.U. n. 47 del 25 febbraio 2022
Legge di conversione: Legge 5 aprile 2022, n. 28 , G.U. n. 87 del 13 aprile 2022
Testo coordinato: G.U. n. 87 del 13 aprile 2022

Iter e lavori preparatori
C.3491   17 marzo 2022:
approvato
S.2562   31 marzo 2022:
approvato definitivamente. Legge
Decreto Legge 17 febbraio 2022, n. 9

“Misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana (PSA)”

Pubblicazione: G.U. n. 40 del 17 febbraio 2022
Legge di conversione: Legge 7 aprile 2022, n. 29 , G.U. n. 90 del 16 aprile 2022
Testo coordinato: G.U. n. 90 del 16 aprile 2022

Iter e lavori preparatori
S.2533   30 marzo 2022:
approvato
C.3547   6 aprile 2022:
approvato definitivamente. Legge
Decreto Legge 27 gennaio 2022, n. 4

“Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico”

Pubblicazione: G.U. n. 21 del 27 gennaio 2022
Rettifica: G.U. n. 34 del 10 febbraio 2022
Legge di conversione: Legge 28 marzo 2022, n. 25 , G.U. n. 73 del 28 marzo 2022 (suppl.ord.)
Testo coordinato: G.U. n. 73 del 28 marzo 2022 (suppl.ord.)

Iter e lavori preparatori
S.2505   17 marzo 2022:
approvato
C.3522   24 marzo 2022:
approvato definitivamente. Legge
Decreto Legge 7 gennaio 2022, n. 1

“Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore”

Pubblicazione: G.U. n. 4 del 7 gennaio 2022
Rettifica: G.U. n. 7 dell’11 gennaio 2022
Legge di conversione: Legge 4 marzo 2022, n. 18 , G.U. n. 56 dell’8 marzo 2022
Testo coordinato: G.U. n. 56 dell’8 marzo 2022

Iter e lavori preparatori
C.3434   24 febbraio 2022:
approvato
S.2542   2 marzo 2022:
approvato definitivamente. Legge

Decreti-Legge con esito diverso dall’approvazione, dal 28 febbraio 2022 a oggi

Decreto Legge 28 febbraio 2022, n. 16

“Ulteriori misure urgenti per la crisi in Ucraina”

Pubblicazione: G.U. n. 49 del 28 febbraio 2022

Iter e lavori preparatori
C.3492   29 aprile 2022:
decreto legge decaduto
Decreto Legge 25 febbraio 2022, n. 13

“Misure urgenti per il contrasto alle frodi e per la sicurezza nei luoghi di lavoro in materia edilizia, nonché sull’elettricità prodotta da impianti da fonti rinnovabili”

Pubblicazione: G.U. n. 47 del 25 febbraio 2022
Errata corrige: G.U. n. 49 del 28 febbraio 2022

Iter e lavori preparatori
S.2545   26 aprile 2022:
decreto legge decaduto
Decreto Legge 4 febbraio 2022, n. 5

“Misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività nell’ambito del sistema educativo, scolastico e formativo”

Pubblicazione: G.U. n. 29 del 4 febbraio 2022

Iter e lavori preparatori
C.3457   5 aprile 2022:
decreto legge decaduto
Decreto Legge 21 gennaio 2022, n. 2

“Disposizioni urgenti per consentire l’esercizio del diritto di voto in occasione della prossima elezione del Presidente della Repubblica”

Pubblicazione: G.U. n. 16 del 21 gennaio 2022

Iter e lavori preparatori
S.2501   22 marzo 2022:
decreto legge decaduto
Decreto Legge 30 dicembre 2021, n. 229

“Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria”

Pubblicazione: G.U. n. 309 del 30 dicembre 2021

Iter e lavori preparatori
S.2489   28 febbraio 2022:
decreto legge decaduto

Pensione sociale – Assegno Sociale

Pensione sociale – Assegno Sociale

SCHEDE
QUESITI
NORMATIVA

Pensionati: il cedolino di pensione di giugno 2022

Pensionati: il cedolino di pensione di giugno 2022

Il cedolino della pensione, accessibile tramite servizio online, è il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare.

Si riportano di seguito le informazioni sul cedolino della pensione di giugno 2022.

La data di pagamento

Il pagamento avverrà con valuta 1° giugno.   

Trattenute fiscali: addizionali regionali e comunali, conguaglio 2020 e tassazione 2021

Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, sul rateo di pensione di giugno, oltre all’ IRPEF mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2021. Queste trattenute sono effettuate, infatti, in 11 rate nell’anno successivo a quello cui si riferiscono. 

Continua a essere applicata anche la trattenuta per addizionale comunale in acconto per il 2022, avviata a marzo, che proseguirà fino a novembre 2022. 

Prosegue, inoltre, sul rateo di pensione del mese di giugno il recupero delle ritenute IRPEF relative al 2021 laddove le stesse siano state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua. 

Infatti, nel caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18.000 euro, per il quali il ricalcolo dell’ IRPEF ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, legge 122/2010).  

Per i redditi di pensione annui di importo superiore a 18.000 euro e per quelli di importo inferiore a 18.000 euro con debito inferiore a 100 euro il debito d’imposta è stato applicato sulle prestazioni in pagamento alla data del 1° marzo, con azzeramento delle cedole laddove le imposte corrispondenti siano risultate pari o superiori alle relative capienze. 

Le somme conguagliate sono state certificate nella Certificazione Unica 2022.

Visitazione della Beata Vergine Maria

 

Visitazione della Beata Vergine Maria


Visitazione della Beata Vergine Maria

autore: Frans Francken II anno: 1618 titolo: La visita di Maria ad Elisabetta luogo: Chiesa di San Paolo, Anversa
Nome: Visitazione della Beata Vergine Maria
Titolo: Visita di Maria a Elisabetta
Ricorrenza: 31 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa

Quando la Vergine seppe dall’Arcangelo Gabriele che era prossima a divenire madre del Precursore, fu stimolata interiormente dallo Spirito Santo a recarsi alla casa di sua cugina S. Elisabetta, in dolce attesa del Giovanni Battista, per apportarvi i primi frutti della redenzione. Il viaggio da Nazareth, dove abitava la SS. Vergine, fino alla città di Ebron dove stava Elisabetta era di 69 miglia circa. Le montagne e la cattiva stagione rendevano più incomodo tale percorso. Tuttavia la B. Vergine si pose in cammino con sollecitudine, come nota il Vangelo, spinta da quella grande carità che ardeva nel suo cuore. Ella incominciava allora la sua missione di dispensiera di tutte le grazie.

Giunta alla casa di Elisabetta, Maria fu la prima a porgere il saluto alla cugina, ed apportò in quella casa grazie straordinarie: S. Giovanni Battista fu liberato dal peccato originale, Zaccaria riebbe la parola, S. Elisabetta ricevette l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo ed alla vista della Vergine esclamò: « Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto ».

Maria, in risposta, pronunciò lo stupendo cantico del Magnificat, la più degna lode che Dio ricevesse dalla bocca della sua santa Madre, e che la Chiesa fa recitare ogni giorno ai sacerdoti nell’Ufficio divino.

Magnificat Visitazione

L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.continua >>

 

Con questo cantico Maria loda Iddio di averla arricchita di tali privilegi; predice la sua gloria nell’avvenire: profetizza che il Salvatore del mondo umilierà i superbi ed esalterà gli umili e spanderà la sua misericordia in tutti i secoli fino alla fine del mondo.

Secondo il S. Vangelo, Maria si trattenne per tre mesi nella casa di S. Elisabetta. In questo tempo Ella prestò alla cugina tutti i più umili servizi, con una bontà che solo la madre di Dio poteva avere.

Come fu ripiena di grazia la famiglia di Elisabetta alla visita di Maria, così può chiamarsi beata l’anima devota di Maria. Maria non solo protegge i suoi devoti, ma, come dice un santo, li serve. Dove vi è l’amore a Maria vi è ogni bene, perché Ella porta con sé Gesù, vera pace dell’anima.

PRATICA. Sull’esempio di Maria proponiamo di essere umili e caritatevoli verso il prossimo.

PREGHIERA. Deh! Signore, accorda ai tuoi servi il dono della grazia celeste, affinché come il parto della B. Vergine fu loro principio di salvezza, così la solennità della sua Visitazione aumenti la loro pace.

MARTIROLOGIO ROMANO. Visitazione della beata Vergine Maria ad Elisabétta.

ICONOGRAFIA

Nell’iconografia della Visitazione viene sempre raffigurate il momento in cui la Vergine che, come descritto nei Vangeli, incontra Elisabetta. Le due donne tradizionalmente si vendono salutarsi con un inchino formale e una stretta di mano, a volte salutarsi da lontano, o ancora abbracciarsi, oppure santa Elisabetta può inginocchiarsi davanti a Maria. In gran parte delle opere le donne sono sole, accompagnate dai mariti o anche da altri personaggi tra cui le due donne che assisteranno la Vergine durante il parto. Elisabetta è di norma effigiata come una donna anziana, in contrasto con la giovane Maria. Malgrado le parole del Vangelo, la scena è raffigurata il più delle volte all’aperto.

La Visitazione

titolo La Visitazione
autore Raffaello Sanzio anno 1517

Uno delle più celebri opere dedicate alla Visitazione è senza dubbio quella di Raffaello Sanzio. Il pittore marchigiano ritrae la figura monumentale di sant’Elisabetta che incede verso Maria incinta. La prima è anziana e nella sua concitazione si legge tutta la sorpresa per la miracolosa gravidanza che l’ha riguardata in età così avanzata. La scena è ambientata in un luminoso paesaggio, con il Battesimo di Cristo sullo sfondo, corredato da una sfolgorante apparizione del Creatore tra angeli.

Visitazione

titolo Visitazione
autore Lagrenée il primogenito anno XVIII sec

Bellissima anche la tela di Lagrenée, Louis-Jean-François, pittore francese del XVIII sec, dove raffigura Elisabetta con la Vergine e probabilmente Zaccaria e San Giuseppe.

Visitazione

titolo Visitazione
autore Federico Barocci anno 1583

Nella splendida tela di Federico Barocci, pittore nativo di Urbino attivo a Roma per gli Oratoriani della Chiesa di Santa Maria in Vallicella, viene raffigurata l’atmosfera domestica, questa volta sotto un portico, dove l’artista traduce, in un tono facile e comprensibile, quella felice occasione che è familiare per le due donne. Federico Barocci aveva studiato diligentemente la sua creazione: dalla prospettiva e dal brano architettonico che sotto ad un arco sfonda su un paesaggio suggestivo, alla modulazione morbida e cangiante dei colori e dei rapporti chiaroscurali, quindi alle fisionomie gaie e ai gesti naturali e spontanei.

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autore Francisco Rizi anno circa 1663

Un altro elemento che viene spesso rappresentato nella scena è l’asino che san Giuseppe cercò in prestito per portare tutto il bagaglio e la sua santissima sposa, Regina dell’intero creato. L’animali è ben visibile nella meravigliosa tela di Francisco Rizi, artista spagnolo del XVII, dove sono presenti anche San Giuseppe e Zaccaria. Nell’opera Elisabetta abbraccia affettuosamente la vergine per ringraziare Maria della visita.

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Le ultime novità dell’Inps sulle pensioni nel 2023, a quanti anni si smetterà di lavorare?

Le ultime novità dell’Inps sulle pensioni nel 2023, a quanti anni si smetterà di lavorare?

Pixabay
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In attesa che entri nel vivo il confronto tra governo sindacati sulla riforma delle pensioni, l’Inps ha fatto ulteriore chiarezza sui requisiti per le pensioni di vecchiaia nel 2023. Ecco tutte le ultime novità per capire a che età si potrà smettere di lavorare.

Una recente circolare dell’Inps ha fornito lo scenario delle ultime novità in tema di pensioni 2023, chiarendo le motivazioni che hanno stabilito che i requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione di vecchiaia rimarranno invariati, anche il prossimo anno potranno uscire dal mondo del lavoro i lavoratori che abbiano compiuto 67 anni.

Per le pensioni anticipate nel 2023, ad oggi, vengono confermati i requisiti di 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne). L’Inps non ha fatto altro che ribadire quanto specificato nel decreto del ministero dell’Economia e di quello del Lavoro di ottobre, in cui viene riportato il rilevamento Istat che porta a 65 anni il dato sulla speranza di vita (ridotto nel 2020 di tre mesi a causa del covid).

Le ultime novità in tema di pensioni chiariscono anche che i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia potranno essere rivisti dal 1º gennaio 2025 (e dal 2027 per quella anticipata) in attesa di una convergenza sulla riforma delle pensioni.