Archivi giornalieri: 4 maggio 2022

Sindacato Pensionati Italiani (Spi)

 Chi siamo

Il Sindacato Pensionati Italiani (Spi) organizza e riunisce tutti i pensionati, le pensionate e le persone anziane aderenti alla Cgil. Il nostro obiettivo principale, la nostra missione, è tutelare tutte quelle persone che, terminata l’attività lavorativa, hanno bisogno di supporto, di aiuto e di continuare a essere rappresentate. Siamo comunità, siamo combattivi, siamo confederali: i nostri iscritti provengono da tutte le diverse categorie dal lavoro e questo fa di noi un sindacato completo, aperto, allargato, ma soprattutto pronto a rispondere a qualsiasi tipo di esigenza.
Proporre, aggregare, contrattare, mobilitare e quando serve protestare: questo è il nostro impegno quotidiano per essere sempre al fianco di ogni pensionato e pensionata. Ci occupiamo tanto della tutela collettiva quanto di quella individuale.

Lavoriamo ogni giorno per una società senza privilegi o discriminazioni, in cui siano sempre riconosciuti i diritti fondamentali di ogni persona. La solidarietà e l’uguaglianza fra uomini e donne e tra le diverse generazioni sono i nostri valori fondativi.

Abbiamo più di due milioni e mezzo di iscritti, e questo fa di noi la più grande organizzazione sociale d’Europa. Siamo una comunità, una rete, con decine di migliaia di attivisti e volontari a disposizione su tutto il territorio nazionale: in Italia abbiamo venti strutture regionali, due di province autonome, 109 strutture territoriali e più di 1.500 leghe dove accogliamo chiunque abbia bisogno di supporto.
La sede centrale è a Roma, e ha compiti di direzione politica e organizzativa. All’estero siamo presenti in diciannove paesi, in rappresentanza degli anziani con pensione italiana, e promuoviamo le nostre azioni politiche in Europa grazie all’affiliazione con la Ferpa (la Federazione europea pensionati e anziani).

Gli organi di direzione politica sono la Segreteria nazionale, l’Assemblea generale (che elegge il segretario generale e la segreteria, discute e delibera le linee programmatiche e di indirizzo sindacale) e il Comitato direttivo (che delibera su materie come piattaforme contrattuali, bilanci, regole di funzionamento interne).

  • SEGRETERIA
  • STATUTO

IVAN PEDRETTI
Segretario generale

Nasce a Gardone Val Trompia il 30 settembre 1954 da una famiglia umile e operaia. A soli 15 anni abbandona gli studi per andare a lavorare in un piccolo laboratorio artigiano alla produzione di colt e winchester per i film western. È il 1969, un anno particolarmente significativo per i metalmeccanici e per tutto il movimento sindacale. Successivamente trova lavoro in un’altra azienda, dove entra con l’ambizione di imparare il mestiere di tornitore. Ma all’epoca è già impegnato in politica: porta L’Unità in fabbrica e cerca di avvicinare i suoi colleghi al sindacato. Il datore di lavoro non gradisce e lo sposta alla produzione di carabine a gas destinate ai luna park.
Nel 1973, in pieno boom economico e come tanti giovani della sua generazione, viene assunto alla Mival-Beretta. Lavora a cottimo e sotto la pressione del tempista. È qui che diventa delegato della Fiom e decide di dedicare la propria vita al sindacato.

Nel 1982 lascia la fabbrica e viene chiamato per un’esperienza a Roma alla Fiom nazionale, categoria che lo ha profondamente segnato nella sua identità. Successivamente a Verona è prima Segretario generale della Fiom e poi della Camera del Lavoro.
Dal 1996 entra invece nella Segreteria della Cgil Veneto e dal 2002 è Segretario generale dello Spi Cgil Veneto. È membro della Segreteria nazionale del Sindacato dei pensionati dal 2010. Il 3 febbraio 2016 l’Assemblea generale nazionale lo elegge segretario generale dei pensionati.

DANIELA CAPPELLI
Segretaria nazionale

Nata a Monteroni d’Arbia (Siena) nel 1957 inizia a lavorare poco più che ventenne per l’azienda farmaceutica Sclavo Spa. Si iscrive alla Cgil e diventa delegata sindacale.
Dal 1992 al 2003 a Siena è prima nella Segretaria della Filcea e poi Segretaria generale della Filtea e della Filcams. Entra successivamente nella Segreteria confederale con la delega al mercato del lavoro e poi alle politiche socio-sanitarie.
Dal 2003 al 2011 è nella Segreteria della Cgil Toscana inizialmente con la delega alle politiche socio-sanitarie e alla sicurezza nei luoghi di lavoro e poi alle politiche organizzative.
Dal 2011 al 2019 è Segretaria generale dello Spi-Cgil della Toscana.

MINA CILLONI
Segretaria nazionale

Nata a Scandiano (Reggio Emilia) nel 1952, inizia a lavorare nel 1970 come tecnico di laboratorio nel settore ceramico e poi come maestra elementare.
Inizia il suo percorso in Cgil nel 1977 nell’apparato tecnico presso la Camera del Lavoro di Scandiano. Nel 1981 entra nella segreteria della Cgil di Reggio Emilia come responsabile provinciale delle donne. Nel 1983 passa alla segreteria provinciale della Filtea di Reggio Emilia.
Nel 1994 entra nella segreteria provinciale dello Spi Cgil di Reggio Emilia e diventa membro del Comitato direttivo dello Spi Cgil nazionale.
Nel 2004 passa alla segreteria regionale dello Spi Cgil Emilia Romagna e nel 2010 inizia la sua attività al Coordinamento Donne dello Spi Cgil nazionale.
Dopo aver ricoperto per 3 anni l’incarico di Segretaria generale dello Spi Cgil Sardegna, nel 2016 entra nella Segreteria nazionale dei pensionati Cgil.

STEFANO LANDINI
Segretario nazionale

Nato a Legnano (Milano) nel 1956 entra giovanissimo come operaio alla Franco Tosi diventando presto coordinatore del consiglio di fabbrica.
Ricopre il primo incarico sindacale come Segretario generale della Fiom di Legnano. Dal 1987 al 1989 passa prima alla direzione della Fiom di Varese e poi a quella del nuovo comprensorio confederale di Legnano (Ticino-Olona).
Candidato sindaco della sua città nel 1992 lascia per un periodo l’attività sindacale.
Nel 2000 diventa Segretario generale della Fnle di Milano e dal 2002 Segretario generale della Filcea di Milano.
Dal 2003 al 2008 è nella Segreteria della Camera del Lavoro di Milano.
Dal 2008 al 2013 è invece nella Segreteria della Cgil Lombardia con la delega alle politiche organizzative.
Dal 2013 al 2019 è Segretario generale dello Spi-Cgil della Lombardia.

LORENZO MAZZOLI
Segretario nazionale

Classe 1956, originario di Senigallia. Diploma di maturità Liceo scientifico e Diploma di Infermiere Professionale. Ha percorso una lunga carriera sindacale nella Funzione Pubblica della Cgil, dapprima nelle Marche nel proprio posto di lavoro, successivamente in Segreteria Provinciale e poi Segretario Generale di Ancona e dal 1995 Segretario Generale Regionale. Dal 2000 al 2009 è segretario nazionale, viene poi eletto segretario generale della Funzione Pubblica della Cgil di Roma e del Lazio carica che ricopre fino al 2013 per poi passare al Dipartimento Organizzazione della Cgil nazionale. Nel 2016 diventa responsabile del dipartimento organizzazione presso lo Spi Cgil Nazionale. L’11 Aprile 2019 viene eletto alla Presidenza Nazionale dell’Auser. Dal 2014 è presidente della sezione Anpi Adele Bei presso la Cgil Nazionale.

ANTONELLA PEZZULLO
Segretaria nazionale

 

Notizie dalle ACLI

CAS.SA.COLF: €300,00 PER I RIFUGIATI DELL’UCRAINA

3 Maggio 2022

 

Per aiutare gli sfollati che stanno giungendo nel territorio italiano la CAS.SA.COLF ha stanziato fino a € 300,00 una tantum, per i lavoratori domestici che sostengono le spese di mantenimento dei loro parenti in fuga dal terribile conflitto che si sta svolgendo in Ucraina. Vediamo insieme come chiedere il contributo.

Chi può chiedere il rimborso? 

Il contributo di € 300,00 può essere richiesto dagli iscritti alla CAS.SA.COLF che ospitano presso il proprio domicilio/residenza parenti entro il terzo grado oppure affini entro il secondo grado, sfollati dall’Ucraina a causa della guerra.  

Per accedere alla domanda il lavoratore deve dimostrare il versamento dei contributi CAS.SA.COLF (la cui somma non deve essere inferiore a € 8,00) per i due trimestri precedenti a quello per il quale si sta effettuando la richiesta.  

Quali spese possono essere rimborsate? 

I lavoratori possono chiedere il rimborso per tutte le spese sostenute per la fornitura di prodotti e beni alimentari, farmaceutici, vestiario o materiali scolastici. L’importo di € 300,00 non è ripetibile e prescinde dal numero dei parenti ospitati. 

Come presentare la domanda? 

I lavoratori possono presentare domanda dal 1 maggio 2022 fino al 30 aprile 2023. E’ sufficiente compilare ed inviare all’indirizzo email praticheucraina@cassacolf.it il modello dedicato (clicca qui per scaricare il modello).  

Alla domanda bisogna allegare:  

  • copia del documento d’identità del lavoratore richiedente; 
  • copia del passaporto delle persone ospitate o certificato d’identità rilasciato dal Consolato ucraino territoriale; 
  • copia del permesso di soggiorno per protezione temporanea rilasciato dalla Questura competente alle persone ospitate ove non fosse ancora rilasciata la ricevuta di richiesta del permesso di soggiorno per protezione temporanea; 
  • copia delle ricevute di avvenuto pagamento dei contributi Inps/ CAS.SA.COLF relativi ai 2 trimestri antecedenti il momento della richiesta; 
  • copia della documentazione attestante l’avvenuto acquisto dei materiali e dei beni rimborsabili. 

I rimborsi verranno effettuati esclusivamente con accredito su conto corrente bancario postare o su carta ricaricabile intestata al richiedente 

Per una corretta gestione 

Per una corretta gestione del vostro contratto di lavoro domestico rivolgiti allo sportello Mondo Colf del Patronato Acli a te più vicino. 

Donatella Raggi  

Trasferimento previdenza INPGI a INPS: presentazione domanda online

Trasferimento previdenza INPGI a INPS: presentazione domanda online

La legge di bilancio 2022 ha disposto che la funzione previdenziale svolta dall’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola” (INPGI), è trasferita all’INPS dal 1° luglio 2022, limitatamente alla gestione sostitutiva.

Dal 1° luglio 2022, quindi, sono iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti:

  • i giornalisti professionisti, i pubblicisti e i praticanti iscritti all’Albo, titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica;
  • i titolari di posizioni assicurative e i titolari di trattamenti pensionistici diretti e ai superstiti già iscritti – alla data del 30 giugno – alla gestione sostitutiva dell’INPGI.

Con il messaggio 4 maggio 2022, n. 1886 l’Istituto informa che è stato implementato il servizio Prestazioni pensionistiche – Domande per consentire ai soggetti interessati di inviare le domande di prestazioni pensionistiche che saranno liquidate dall’INPS.

Il Ministro Renato Brunetta

Il Ministro Renato Brunetta

RENATO BRUNETTA

Economista, politico, saggista.

  • Da febbraio 2021 è Ministro per la Pubblica Amministrazione, XVIII legislatura, governo Draghi.
  • Parlamentare di Forza Italia, eletto a marzo 2018 alla Camera dei deputati nel collegio uninominale di San Donà di Piave, per la XVIII legislatura.
  • Professore Ordinario di Economia del Lavoro presso l’Università degli Studi di Roma, Tor Vergata.
  • Da marzo 2013 a marzo 2018 è stato Presidente del Gruppo parlamentare Forza Italia-PDL-Berlusconi Presidente alla Camera dei Deputati, per la XVII legislatura.
  • Da gennaio 2012 a marzo 2013 è stato Coordinatore dei dipartimenti e Responsabile del programma del Popolo della Libertà.
  • Da maggio 2008 a novembre 2011 è stato Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, XVI legislatura, governo Berlusconi IV.
  • Parlamentare alla Camera dei Deputati da aprile 2008, eletto nel collegio Veneto II, nella lista del Popolo della Libertà, per la XVI legislatura.
  • Dal 2007 al 2008 è stato Vice Coordinatore Nazionale di Forza Italia.
  • Da luglio 1999 ad aprile 2008 è stato Deputato al Parlamento Europeo, eletto nelle liste di Forza Italia ed iscritto al gruppo PPE-DE, dove ha ricoperto l’incarico di Vice Presidente della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia, per la V e la VI legislatura.
  • Dal 1998 è stato Responsabile del settore programma e nel 2007-2008 Vice Coordinatore nazionale di Forza Italia.
  • Dal 1980 al 1996 ha svolto la propria attività come Segretario generale della Fondazione Brodolini. In quegli stessi anni ha diretto la rivista trimestrale di politica economica e relazioni industriali “Economia & Lavoro”.
  • Dal 1987 ad oggi è Direttore della rivista trimestrale “Labour”, Review of Labour Economics and Industrial Relations, edita dalla Basil Blackwell.
  • Negli anni ottanta e novanta ha collaborato, in qualità di consigliere economico, con i governi Craxi, Amato e Ciampi. È stato consigliere economico del Presidente del Consiglio Berlusconi negli anni 2003-2006. È stato Vicepresidente del Comitato Manodopera e Affari Sociali dell’OCSE (Parigi, 1985-1989). Dal 1983 al 1987 è stato responsabile, presso il Ministero del Lavoro, di tutte le strategie per l’occupazione e la politica dei redditi.
  • Nella sua attività accademica è autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di volumi in tema di economia del lavoro e relazioni industriali, in particolare: “Microeconomia del lavoro. Teoria e analisi empiriche” (Marsilio Editori, 1987), “Disoccupazione, isteresi e irreversibilità. Per una nuova interpretazione del Mercato del lavoro” (ETAS libri, 1992), “La fine della società dei salariati” (Marsilio Editori, 1994), “Economia del lavoro” (UTET, 1999).
  • Editorialista di Affari Italiani, Huffington Post, Il Corriere della Sera, Il Dubbio, Il Foglio, Il Gazzettino, Il Giornale, Il Giorno, Il Resto del Carlino, Il Rifomista, Il Sole 24 Ore, La Nazione, Libero, Milano Finanza.
  • Dal 2006 al 2008 ha curato, insieme a Vittorio Feltri e poi con Maurizio Belpietro, la collana di successo “Manuali di conversazione politica” edita da Libero e Free Foundation.
  • Dal 2009 ad oggi ha pubblicato: “Sud. Un sogno possibile” (Donzelli Editore, 2009), “Rivoluzione in corso” (Mondadori, 2009), “La mia politica” (Marsilio Editori, 2011), “L’occasione della crisi” (Rubbettino, 2011), “Il grande imbroglio” (Marsilio Editori, 2012), “Il grande imbroglio 2” (Marsilio Editori, 2013), “Il grande imbroglio 3” (Marsilio Editori, 2014), “La mia utopia. La piena occupazione è possibile” (Mondadori, 2014), “Berlusconi deve cadere. Cronaca di un complotto” (Il Giornale, 2014), Cronache economico politiche dalla pandemia (Free, 2020).
  • Nel corso della sua carriera ha ricevuto molteplici riconoscimenti: nel 1988 il “Premio Saint Vincent” per l’economia; nel 1992 il “Premio Tarantelli” per la migliore opera di economia del lavoro; nel 1995 il “Premio Scanno” per la migliore opera di relazioni industriali; nel 2000 il “Premio Internazionale Rodolfo Valentino” per l’economia, la finanza e la comunicazione; nel 2009 il “Premio Capalbio 2009” nella sezione ‘Politica’ per il libro ‘Rivoluzione in corso’; nel 2015 il premio giornalistico “Lucio Colletti” per l’autonomia e l’indipendenza intellettuale nella comunicazione; nel 2018 premio Leone d’Oro per la Pace, riconoscimento speciale alla carriera.
  • Presidente della Fondazione Ravello nel triennio 2011/2014.
  • Membro del Consiglio di Presidenza della Fondazione Querini Stampalia da luglio 2018 a marzo 2021.
  • Renato Brunetta è nato a Venezia il 26 maggio del 1950.

Speciale Riforma Pensioni

Speciale Riforma Pensioni

 

 

Nel 2022 è prevista una nuova riforma delle pensioni con la revisione del sistema previdenziale italiano, dopo le prime formule di pensione anticipata introdotte con la Legge di Bilancio in sostituzione della Quota 100, dopo la Quota 102 (64 + 38) e la proroga di Opzione Donna e APE Sociale (con ampliamento della platea dei beneficiari che rientrano nella categoria dei lavori gravosi). Previsto anche anche scivolo pensione PMI a 62 anni per dipendenti di imprese in crisi. Nel medio termine è previsto un ritorno alla Legge Fornero ma l’impegno del Governo è di mettere a punto una riforma pensioni che vada verso il contributivo, con interventi previdenziali, giuslavoristici e per il mercato del lavoro, così da evitare distorsioni del passato come gli esodati con conseguenze economiche e sociali su quelle che sono le pensioni oggi.

Ultime notizie

 

Riforma Pensioni 2022-2023

Garantire la flessibilità di uscita dal mondo del lavoro, mantenendo attiva l’opzione agevolata riservata alle donne e alle categorie svantaggiate con una uscita graduale da Quota 100 grazie a Quota 102: è l’obiettivo chiave per la Riforma Pensioni, avviata con la Legge di Bilancio 2022 ma da completarsi nel corso dell’anno.

L’obiettivo è arrivare ad una Riforma Pensioni condivisa, dopo le proroghe inserite nella Legge di Bilancio 2022 per quanto concerne APe Social ed Opzione Donna.

In cima alla lista delle priorità ci sono anche i giovani: l’esigenza è di assicurare un inserimento nel mondo del lavoro stabile, così da evitare carriere discontinue e stipendi bassi, con effetti sulle future pensioni. Da ripensare anche temi legati al reddito dei pensionati (14esima, rivalutazione assegni ecc.) e alla pensione complementare.

Su PMI.it tutte le novità, le regole e le proposte migliorative che si sono avute negli anni successivi: guide ed esempi di calcolo, quali i requisiti minimi per l’accesso alle agevolazioni, le controversie sulla legge sulle pensioni, le ultime notizie sulle pensioni, rivalutazione e potere d’acquisto.

governo sindacati

Pensioni, fisco, crisi: un tavolo permanente tra Governo e Sindacati

Il Governo invita i Sindacati a un confronto permanente su lavoro, caro prezzi, pensioni e fisco: nuovo vertice con le imprese dopo Pasqua.

Pensioni FAQ

Pensioni 2022: tutte le risposte ai dubbi più frequenti

Tutte le risposte alle domande più frequenti in tema di pensioni: dal calcolo dell’importo a quando si può andare in pensione anticipata.

Calcolo pensione

Quanto prenderò di pensione: come si calcola l’assegno per età e contributi

Come calcolare l’importo della pensione futura conoscendo il montante contributivo e i coefficienti di trasformazione: guida completa e aggiornata al 2022.

 

LA GAZZETTA UFFICIALE

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Gazzetta Ufficiale

Elenco delle Gazzette Ufficiali pubblicate negli ultimi 30 giorni:

Archivio completo delle Gazzette Ufficiali in formato “testuale” ed in formato “PDF” (con le Gazzette Ufficiali in formato “PDF” dal 1861):

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Il 25 aprile: la data fondante della nuova Italia democratica

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Il 25 aprile: la data fondante della nuova Italia democratica

ULTIMO AGGIORNAMENTO 0:03

 

Il 22 aprile del 1946 a un anno quasi esatto dall’entrata vittoriosa e festante delle brigate partigiane a Milano, il governo presieduto da Alcide De Gasperi, con un decreto firmato dal Luogotenente del Regno, Umberto di Savoia, stabilisce che “a celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile è dichiarato festa nazionale”. A distanza di tre anni, con la legge 260 del 27 maggio 1949 (Disposizioni in materia di ricorrenze festive) – presidente del Consiglio sempre Alcide De Gasperi, ma una maggioranza di governo dalla quale, nel maggio del 1947, sono stati estromessi il Partito comunista e il Partito socialista – la ricorrenza del 25 aprile è confermata solennemente come festa nazionale assieme al 2 giugno del 1946, giorno memorabile della vittoria della Repubblica nel referendum istituzionale.

Il 25 aprile è divenuto, dunque nel tempo, giorno di vacanza a scuola, di astensione dal lavoro, di cerimonie celebrative ufficiali e anche d’incontri e manifestazioni popolari, esaltate dalla prossimità temporale e tematica con le ricorrenze del Primo Maggio e della festa della Repubblica. Si ricorda e si riflette in primo luogo sulla fine in Italia di una guerra lunga e sanguinosa, per la prima volta nella storia, totale, mondiale, che provoca ben 50 milioni di vittime, delle quali oltre la metà civili, oltre che immani distruzioni d’infrastrutture e abitazioni civili.

 

Una guerra che si configura come scontro politico militare e ideale, con un nuovo ricorso massiccio alla propaganda che sfrutta anche le straordinarie capacità suggestive del cinema, che vede contrapposti l’universo degli Stati democratici parlamentari assieme all’Unione Sovietica contro la Germani nazista, l’Italia fascista e il Giappone, compartecipi del terrificante progetto di un “ordine nuovo”, europeo e mondiale, fondato sull’asservimento di popoli ritenuti inferiori, come gli Slavi in Europa e i Cinesi in Asia, sullo sterminio di minoranze come egli Ebrei e dei Rom e Sinti e, in generale su modelli di Stati ostili e sprezzanti nei confronti delle istituzioni parlamentari e dei diritti delle persone e delle comunità.

La festa del 25 aprile ricorda in Italia, quindi, la finale liberazione dagli occupanti tedeschi e dai loro subalterni collaboratori della mussoliniana Repubblica sociale, dispregiativamente denominati “repubblichini”, che nel rigidissimo inverno del 1944-45 avevano inasprito la repressione della Resistenza armata e della società civile nelle regioni del Centro nord. In questo senso il 25 aprile è da considerarsi, ancor più del 2 giugno, come la data fondante della nuova Italia democratica.

Eppure il 25 aprile non è mai pienamente divenuto festa civile nazionalpopolare sul modello, per fare degli esempi comparativi, del 14 luglio in Francia, per ricordare la presa della Bastiglia, del Giorno del ringraziamento negli Stati Uniti, il quarto giovedì di novembre, per ricordare lo sbarco dei Padri pellegrini o, anche, del Giorno della vittoria della Grande guerra patriottica, il 9 maggio 1945, nell’Unione Sovietica fino al 1991 e della Federazione Russa successivamente.

Per il vero nella storia d’Italia unita diverse altre ricorrenze, in momenti diversi istituite come feste nazionali, non sono riuscite ad assurgere a questo ruolo: non il giorno della proclamazione del Regno d’Italia, 5 maggio 1861, non la presa di Porta Pia, 20 settembre 1870, non la vittoria della Prima guerra mondiale, 4 novembre 1918, né tantomeno la Marcia su Roma, 28 ottobre1922 o la firma dei Patti Lateranensi, 11 febbraio 1929.

Un dato di fondo della storia del nostro paese è stato sempre, infatti, la limitata maturazione di una identità nazionale diffusa e interiorizzata: il “paese reale”, per usare un’espressione pregnante del cattolicesimo intransigente ottocentesco, coniata da padre Carlo Maria Curci della Civiltà Cattolica, rimane separato e diffidente, talvolta addirittura ostile nei confronti del “paese reale”.  In decenni a noi più vicini, Pier Paolo Pasolini, del quale quest’anno celebriamo il centenario della nascita, ha inventato la fortunata metafora del “palazzo”, lontano dagli interessi e dai bisogni della gente per constatare il perdurare del fenomeno.

Eppure la Resistenza, la cui moralità è non compromessa ma esaltata, qualora la si rivisiti non retoricamente come “Secondo Risorgimento”,  bensì, partendo dal vissuto degli Italiani, come un complesso precipitato di guerra nazionale di liberazione, lotta di classe e anche penosa guerra civile, è la stagione storica nella quale forte e sentita è stata la partecipazione alla vita politica del nostro paese e anche la convinzione di poter contare e decidere.

La Resistenza, secondo i più documentati e maturi studi – primo fra tutti la magistrale volume, del 2006, di Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza, non si esaurisce nella lotta armata, nella quale, in ogni caso si sempre rigorosamente attenti a evitare il coinvolgimento della popolazione civile in feroci rappresaglie; riguarda anche la “resilienza” popolare – le donne in primo luogo – che accompagna e sostiene i partigiani combattenti: Arrigo Boldrini, il geniale inventore della lotta partigiana in pianura, ha calcolato che ogni partigiano in armi necessitava del sostegno attivo e non privo di rischi, di almeno cinque civili. Ancor più, nelle campagne come nelle città, di fronte alle devastazioni, alle rappresaglie, alle ripetute stragi e, soprattutto, alle penose, perduranti condizioni di scarsi approvvigionamenti alimentari e di interruzione dei servizi essenziali, la resilienza popolare permette di conservare e anche estendere creative forme diffuse di solidarietà, evitando la caduta in spirali di cannibalismo sociale.

Il modo più corretto e proficuo di ricordare e dare valore attuale al 25 aprile, che comportò la liberazione per tutti compresi i fascisti, è quello di riviverlo come fondamento di una storia comune che non annulla i contrasti ma neppure interpella continuamente una storia giustiziera, che possa insomma servire a costruire un nuovo più maturo e moderno lessico civile.

Nel tempo presente, infine, di una nuova tragica e sanguinosa guerra nel cuore dell’Europa, nella martoriata Ucraina, di fronte alla martellante campagna dei media che solleticano pericolose pulsioni belliciste, occorre ricordare che, in Italia, in Europa e in Asia, nella Resistenza contro il Nazifascismo e il feroce militarismo giapponese, milioni di civili furono costretti a impugnare le armi per porre fine a regimi oppressivi e inumani e, sulle loro rovine, costruire un mondo di giustizia e di pace per “salvare le future generazioni dal flagello della guerra” come recita la Carta delle nazioni Unite. Nel nostro paese, in particolare, la riflessione comune sulla tragica esperienza vissuta spinse i padri e le madri costituenti a sancire solennemente nell’articolo 11 della Costituzione che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

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Bonus internet veloce per le famiglie: cos’è e come funziona

Bonus internet veloce per le famiglie: cos’è e come funziona

Nuovo step per il piano banda larga con il bonus internet veloce per le famiglie fino a 300 euro gestito da Infratel per il MISE.

Il quadro dei bonus internet e computer continua ad essere molto ricco ed articolato e a beneficiarne sono ovviamente i privati e le imprese. In particolare, nell’ambito del percorso verso la sempre più ampia diffusione della rete web ultra-veloce, ecco il cosiddetto bonus internet veloce per le famiglie, o bonus banda larga – da non confondere con gli altri bonus computer e internet per le famiglie e voucher connettività per le imprese; anche se tutte fanno parte dello stesso fondo voluto dal MISE. Si tratta certamente di una nuova ed interessante iniziativa, che comporta uno sconto – senza limiti Isee – per l’attivazione dei servizi ad almeno 30 Mbps di velocità in download.

Vediamo allora più da vicino le sue caratteristiche chiave, come funziona in concreto e come fare per ottenerlo.

Bonus internet veloce per le famiglie: cos’è e come funziona

In arrivo dunque un voucher pari al valore di 300 euro, che rappresenta un sostanziale intervento a favore delle famiglie per quanto attiene all’attivazione di servizi di ambito tecnologico. Di seguito le caratteristiche chiave dell’iniziativa:

  • il voucher in oggetto consente di attivare servizi ad almeno 30 Mbps di velocità massima in download;
  • l’agevolazione varrà come sconto sul prezzo di attivazione (se presente) e sull’importo dei canoni di erogazione del servizio fino a due anni;
  • vale un unico contributo per ogni nucleo familiare presente nella stessa unità abitativa;
  • il voucher comprenderà la fornitura dei relativi apparati elettronici.

Non soltanto. Nell’ambito della misura in oggetto sarà applicato il principio per cui, se in un’unità immobiliare è presente più di una opzione di connettività a banda ultralarga, il voucher potrà essere erogato soltanto per la sottoscrizione dell’offerta più performante disponibile allo specifico indirizzo civico. Ciò dunque ha specifica rilevanza laddove a servizio dell’unità immobiliare sia presente più di un’infrastruttura a banda ultralarga.

Leggi anche: bonus moto 2022, ecco cos’è, come funziona, requisiti, destinatari e vantaggi

Bonus internet veloce, chi sono i beneficiari?

Detto voucher potrà essere ottenuto dalle famiglie che non possono contare su alcun servizio di connettività. Finalità dell’iniziativa è altresì quella di spingere al salto di qualità, in riferimento a tutte le connessioni al momento al di sotto dei 30 Mbps; per passare alla tecnologia più performante disponibile a livello locale. In altre parole, le famiglie residenti sul territorio nazionale potranno avvalersi del bonus internet veloce, anche a fronte del passaggio da servizi con connettività inferiore a 30 Mbps a servizi con connettività ad almeno 30 Mbps.

Tuttavia in base alle norme delineate riguardo al bonus in oggetto, si sa che l’agevolazione non varrà laddove il potenziale beneficiario già abbia un contratto ad almeno 30 Mbps di velocità massima in download.

Garantita inoltre libertà di scelta ai beneficiari, in quanto essi potranno aderire all’iniziativa del bonus internet veloce:

  • aderendo ad offerte del proprio attuale fornitore del servizio, stipulando un nuovo contratto o modificando quello esistente;
  • stipulando un contratto con un nuovo operatore.

Il valore del bonus corrisponde, come detto sopra, a 300 euro (sulla scorta di un stima dei prezzi delle offerte al momento sul mercato). In particolare si stima di coprire mediamente fino alla metà delle spese di un contratto con almeno 30 Mbps.

Come viene pagato il voucher internet

Le regole in materia di bonus internet veloce rimarcano altresì un altro rilevante aspetto. Per non incidere sulla concorrenza di mercato, non vi è obbligo da parte del destinatario del voucher, di restare vincolato all’operatore oggetto del bonus.

Che cosa significa in concreto? Ebbene, laddove il beneficiario scelga di cambiare operatore, permarrà il suo diritto ad usare l’ammontare rimanente del voucher per la sottoscrizione di un nuovo contratto. Attenzione però, in quanto i livelli di connettività – in dette circostanze – dovranno continuare ad essere almeno quelli in base a cui il beneficiario aveva ottenuto a suo tempo il bonus internet veloce.

Inoltre vale la pena ricordare che almeno 30 giorni prima della data di scadenza del contratto, l’operatore che fornisce il servizio è obbligato ad informare il cliente della facoltà di rinnovare il contratto – secondo termini che non dovranno essere peggiorativi rispetto a quelli legati al contratto sottoscritto con il voucher connettività.

Perchè la fase 2 del bonus internet per famiglie

Come sopra accennato, siamo dunque prossimi all’avvio del piano voucher Famiglie Fase 2, che include 300 euro per l’attivazione di abbonamenti a internet ultraveloce senza limiti Isee. La fase 1 fu avviata a cominciare dal mese di novembre 2020, e ha avuto come beneficiarie le famiglie meno abbienti (fascia ISEE entro i 20mila euro), senza alcun servizio di connettività, o con servizi di connettività con velocità inferiore a 30 Mbit/s. Per detti nuclei familiari l’agevolazione è stata assegnata per il passaggio alla migliore velocità disponibile presso le rispettive abitazioni. Mentre una distinta fase di intervento, rivolta alle micro, piccole e medie imprese, è stata avviata lo scorso primo marzo.

Concludendo, non vi sono dunque dubbi sulla prosecuzione del percorso verso la diffusione della banda ultralarga in Italia. È stata Infratel, società del Ministero dello Sviluppo economico che gestisce le operazioni, a fornire i chiarimenti circa le nuove misure in arrivo – con una consultazione pubblica pubblicata sul proprio sito web. A copertura della fase 2 di diffusione della banda larga lo stanziamento supera i 400 milioni di euro, suddivisi tra le singole regioni.

 

Decreto Aiuti, ecco le principali misure fiscali e gli aiuti economici previst

Decreto Aiuti, ecco le principali misure fiscali e gli aiuti economici previsti

Il 2 maggio il Governo ha approvato il decreto Aiuti: si va dal bonus 200 euro, al bonus bollette, alla proroga del 110 per le villette.

Nella giornata di ieri il Governo ha approvato il cosiddetto Decreto Aiuti 2022: il provvedimento contiene diverse misure fiscali e agevolazioni. Il Governo ha infatti messo sul piatto circa 14 miliardi da destinare a imprese e contribuenti.

Si parte con l’incremento del bonus bollette, che sarà rideterminato sulla base delle nuove risorse messe a disposizione dallo Stato. Un’altra importante misura è il bonus 200 euro, ossia un contributo una tantum che verrà riconosciuto a lavoratori e pensionati. Finalmente arriva anche la proroga del superbonus 110 per le villette e gli edifici unifamiliari.

Decreto Aiuti, misure fiscali e aiuti economici

Ecco un elenco delle principali misure contenute Decreto Aiuti 2022.

1. Nuovo bonus bollette

La prima misura agevolativa prevista nel decreto Aiuti è sul bonus bollette, energia elettrica e gas.

Infatti, per il termo trimestre 2022, il bonus che è riconosciuto direttamente in bolletta sulla base dell’Isee, verrà rideterminato dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente con delibera da adottare entro il 30 giugno. Ciò avverrà nel limite delle risorse disponibili nel bilancio della Cassa per i servizi energetici e ambientali per l’anno 2022.

A tal proposito, già con il Decreto-Legge 17/2022, cosiddetto decreto bollette, era stata prevista una misura operativa in tal senso.

Detto ciò, nel decreto Aiuti viene introdotto un meccanismo che permette di ottenere il bonus anche per chi ha già pagato le bollette e che rispetta le condizioni per ottenere il bonus, come da Isee ottenuto solo successivamente al pagamento.

In tali casi, il bonus sarà ottenuto:

  • in compensazione da effettuare nelle bollette immediatamente successive, ovvero qualora questa non sia possibile,
  • con  rimborso automatico.

2. Bonus 200 euro lavoratori, autonomi e pensionati

Una misura tanto attesa dai contribuenti è il cosiddetto bonus 200 euro.

Si tratta di un assegno una tantum riconosciuto in favore dei lavoratori dipendenti ed autonomi e dei pensionati. Potranno beneficiarne coloro che prestano un reddito complessivo fino a 35.000 euro.

I pensionati riceveranno il bonus sulla pensione di giungo mentre i lavoratori dipendenti direttamente in busta paga tra giugno e luglio. Per gli autonomi è probabile che l’accredito avverrà direttamente sul conto corrente.

Come detto si tratta di un bonus riconosciuto solo per una volta. Non è un bonus mensile. Dunque è bene non essere troppo entusiasti. Con l’aumento del costo delle bollette e della benzina 200 euro rappresentano un piccolo contentino.

Leggi anche: bonus 200 euro

3. Proroga Superbonus villette e edifici unifamiliari

Arriviamo alla proroga del superbonus 110 per gli edifici e le villette unifamiliari. Nello specifico la proroga riguarda la data del 30 giugno, termine entro il quale i lavori devono raggiungere uno stato di avanzamento pari almeno dal 30%. Percentuale che potrà essere valutata rispetto all’intervento complessivo. Dunque anche considerando i lavori non ammessi al 110. Nel testo del decreto in nostro possesso, il fatto di dover considerare anche i lavori non 110 è indicato come possibilità e non come obbligo. Vedremo come sarà articolato il testo definitivo.

Dunque nel complesso:

  • il superbonus  110% spetta anche, in relazione agli interventi su unità immobiliari effettuati da persone fisiche (edifici unifamiliari), per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022,
  • a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo.

Dunque, niente superbonus per edifici e villette unifamiliari nel 2023.

4. Le altre misure fiscali previste

Il decreto prevede anche altre misure agevolative.

Infatti, in base al comunicato stampa del governo pubblicato nella giornata di ieri, è disposto il rafforzamento dei crediti d’imposta in favore delle imprese per energia elettrica e gas:

  • il credito d’imposta riconosciuto per il secondo trimestre 2022 alle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale per l’acquisto di gas naturale (decreto-legge n. 21/2022): dal 20 al 25%;
  • il credito d’imposta riconosciuto per il secondo trimestre 2022 alle imprese a forte consumo di gas naturale (decreti-legge nn. 4 e 17/2022): dal 20 al 25%.

Passa dal 12% al 15% il bonus riconosciuto per il secondo trimestre 2022 alle imprese dotate di contatori di potenza disponibile pari a superiore a 16,5 kW, diverse da quelle a forte consumo di energia elettrica (decreto-legge n. 21/2022).

Credito d’imposta per gli autotrasportatori

Il decreto prevede un bonus anche per gli autotrasportatori. Si tratta della categoria che negli ultimi mesi ha maggiormente subito il caro petrolio. Nello specifico, il decreto prevede un credito d’imposta nella misura del 28% delle spese sostenute nel primo trimestre 2022 per l’acquisto del gasolio.

Il bonus spetta autotrasportatori utilizzatori di  veicoli di peso superiore a 7,5 tonnellate, di categoria euro 5 o superiore.

Credito d’imposta beni strumentali e formazione 4.0.

Il decreto rafforza anche altri crediti d’imposta ossia quello previsto per l’acquisizione di nuovi beni strumentali e per la formazione 4.0.

Nello specifico:

  • per investimenti in beni immateriali 4.0, l’aliquota del credito d’imposta previsto dalla legge n. 178/2020 è aumentata, sino 31 dicembre 2022 o 30 giugno 2023 se è stato effettuato un pagamento in acconto pari almeno al 20% del valore dei beni, dal 20 al 50%;
  • per formazione 4.0: le aliquote del credito d’imposta previsto dalla legge n. 160/2019 per le spese di formazione del personale dipendente finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze tecnologiche sono aumentate dal 50 al 70% (per le piccole imprese) e dal 40 al 50% (per le medie imprese).

Nuovi contributi a fondo perduto

Infine, il decreto tiene conto del Conflitto Russo-Ucraina e della conseguente crisi che si trovano a fronteggiare le imprese che nel mercato Russo concentravano gran parte della loro domanda di prodotti o servizi.

A tal fine, è istituito un fondo per  il sostegno alle imprese danneggiate dalla crisi ucraina. Sono stanziati 200 milioni di euro per il 2022 per l’erogazione di contributi a fondo perduto in favore delle imprese che

  • abbiano perduto fatturato a causa dalla contrazione della domanda a seguito della crisi ucraina,
  • abbiano registrato l’interruzione di contratti e progetti esistenti,
  • siano state coinvolte nella crisi delle catene di approvvigionamento.

Con decreto del Ministro dello sviluppo economico saranno definite le modalità attuative della misura.