Archivi giornalieri: 17 maggio 2022

Avvisi bonari: fino a 60 giorni per pagare, emendamento nel Decreto Energia

Avvisi bonari: fino a 60 giorni per pagare, emendamento nel Decreto Energia

Un emendamento del decreto Energia prevede che i termini per pagare gli avvisi bonari, passeranno da 30 a 60 giorni (ma solo per poco).

Nei prossimi mesi il contribuente potrà giovarsi di regole di maggior favore, per quanto riguarda i rapporti con il Fisco. Infatti all’interno del decreto Energia o dl Ucraina bis è stato inserito un emendamento ad hoc, che permette di mettersi in regola e/o pagare gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate in un arco di tempo pari a 60 giorni dalla ricezione della comunicazione, e non 30. Attenzione però: la novità in oggetto si applicherà per un lasso di tempo circoscritto.

Più nel dettaglio, detto emendamento costituisce una delle novità incluse nella legge di conversione del cd. decreto Energia, all’esame del Parlamento in questo periodo. Focalizziamoci allora su quanto appena ricordato, che rappresenta sicuramente una boccata d’ossigeno per non pochi contribuenti – alle prese in questo periodo con non pochi aumenti e scadenze fiscali di vario tipo.

Avvisi bonari: il contesto di riferimento e la novità in arrivo

Ricordiamo che gli avvisi bonari sono di fatto comunicazioni con cui l’Agenzia delle Entrate informa il contribuente del controllo compiuto sulla sua dichiarazione dei redditi; evidenziando eventuali imposte e contributi che non risultano pagati. In altre parole si tratta di una comunicazione di irregolarità, rintracciata grazie ai controlli automatici effettuati dall’Amministrazione finanziaria.

Nessun dubbio a riguardo: oggetto delle novità in arrivo sono le somme che, svolti i controlli automatici, appaiono dovute a titolo d’imposta, ritenute, contributi e premi o di minori crediti già utilizzati, nonché di interessi e di sanzioni per ritardato o omesso versamento.

Il contribuente che riceve l’avviso bonario può scegliere sia di versare le somme con una sanzione abbassata di un terzo rispetto a quella ordinaria, sia di contestare la comunicazione ricevuta – dando le prove a sostegno delle proprie rivendicazioni. Il meccanismo è chiaro: laddove dai controlli automatici sia evidenziato un risultato differente rispetto a quello indicato nella dichiarazione, il contribuente è tempestivamente informato del fatto – in modo che provveda a sanare la situazione.

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La durata limitata dell’emendamento avvisi bonari e il suo scopo

Ebbene, in questo quadro si colloca il menzionato emendamento al decreto Energia, di assoluto rilievo per non pochi contribuenti. Per un periodo limitato varieranno i termini per pagare gli avvisi bonari, che infatti da 30 raddoppieranno a 60 giorni.

La finalità di questa iniziativa non è difficile da scorgere. Per questa via, le forze politiche hanno infatti voluto contribuire a garantire la necessaria liquidità alle famiglie ed alle aziende, a seguito degli effetti negativi legati da un lato alla pandemia, e dall’altro alle conseguenze scaturite dal perdurare del conflitto Russia-Ucraina.

Grazie all’allungamento dei termini avvisi bonari, i contribuenti potranno dunque contare su un maggior tempo per mettersi in regola e versare quanto dovuto – in base alle comunicazioni di irregolarità.

In cosa consiste l’agevolazione sugli avvisi bonari

Abbiamo accennato al fatto che detta novità non sarà introdotta a tempo indeterminato, avendo invece una durata limitata e mirata espressamente ad agevolare cittadini ed imprese, in questa delicata fase a livello socio-economico.

In particolare, i contribuenti interessati dalla novità potranno pagare in 60 giorni esclusivamente nel lasso di tempo sussistente tra l’entrata in vigore della legge di conversione – da approvare entro il 20 maggio – e il 31 agosto di quest’anno. Perciò salvo ulteriori proroghe, a partire dal primo settembre il termine tornerà alla misura ordinaria, ovvero 30 giorni.

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Cosa succede se il contribuente non paga l’avviso bonario nei 60 giorni?

Ricordiamo altresì che – alla luce dell’emendamento sugli avvisi bonari in oggetto – dopo i citati 60 giorni, se il contribuente non si è ancora messo in regola regolarizzando la sua situazione nei confronti del Fisco, gli importi richiesti saranno in via diretta iscritti a ruolo a titolo definitivo. In queste circostanze, egli non potrà più avvalersi del beneficio della riduzione ad un terzo delle sanzioni amministrative di cui all’atto.

Chiaro che con questa linea, i fautori dell’emendamento intendono modificare la tabella di marcia per l’iscrizione a ruolo delle somme dovute e non versate. Con ciò intervenendo di fatto su quanto previsto nel d. lgs. n. 462 del 1997.

Ricordiamo infine che, al fine dell’entrata in vigore della modifica in oggetto, il testo dovrà comunque essere approvato in via definitiva da Senato e Camera. Necessaria perciò la conversione in legge del dl n. 21 del 2022, entro il prossimo 20 maggio.

Bonus 200 euro, a chi spetta e come si ottiene: la nostra guida completa

Bonus 200 euro, a chi spetta e come si ottiene: la nostra guida completa

Chi potrà beneficiare del nuovo bonus 200 euro? Come richiederlo e come gestirlo in busta paga? Spetterà ai pensionati? Ecco la nostra guida.

Il bonus 200 euro si avvicina e sono molti i dubbi che ancora ci sono rispetto a questa misura una tantum di sostegno al reddito pensata da Governo per far fronte all’aumento del costo della vita.

L’esigenza di introdurre misure urgenti contro l’aumento dei prezzi ed in generale per i risvolti economico – sociali dovuti alla recente crisi ucraina ha spinto il Consiglio dei Ministri a discutere in due distinte sedute, rispettivamente tenutesi lunedì 2 e giovedì 5 maggio, un pacchetto di misure in favore di imprese, famiglie e lavoratori, cosiddetto “Decreto Aiuti”. Dalla bozza emerge un’indennità una tantum in favore di lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati e lavoratori autonomi.

Bonus 200 euro, come si ottiene

Nelle intenzioni del decreto la somma per i lavoratori corrisponderà a 200 euro netti, anticipati in busta paga dal datore di lavoro, salvo poi recuperarli in sede di versamento di imposte e contributi con F24. Per tutte le altre categorie (pensionati e disoccupati) saranno l’INPS o i rispettivi enti di previdenza ad occuparsi dell’erogazione (d’ufficio) delle somme. Discorso diverso per i lavoratori autonomi e i professionisti. Per loro i dettagli su criteri e modalità di riconoscimento dell’indennità una tantum saranno definiti con uno o più decreti ministeriali.

In attesa dell’entrata in vigore del “Decreto Aiuti” e di ulteriori chiarimenti sulla platea dei destinatari (ad esempio i beneficiari del Reddito di Cittadinanza e gli iscritti alla Gestione Separata) analizziamo in dettaglio come funziona e a chi spetta il bonus 200 euro.

Bonus 200 euro, come gestirlo in busta paga

Con l’obiettivo di sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti si riconosce un’indennità una tantum pari a 200 euro, da corrispondere in busta paga con la mensilità di luglio 2022.

La somma sarà corrisposta dai sostituti d’imposta (datori di lavoro) di cui agli articoli 23 e 29 del D.P.R. n. 600/1973 in via automatica, salvo verificare in sede di conguaglio (di fine anno o, ipotizziamo, di fine rapporto) l’effettiva spettanza della stessa, in base all’ammontare dei compensi percepiti.

Si perché l’indennità spetta ai lavoratori “di cui all’articolo 1, comma 121, della legge 30 dicembre 2021, n. 234”. Quelli, per intenderci, destinatari della riduzione dello 0,8% dei contributi INPS a carico del lavoratore.

Tali si intendono i lavoratori in possesso di una retribuzione imponibile ai fini previdenziali non eccedente i 35 mila euro annui che, parametrati su base mensile per tredici mensilità, equivalgono a 2.692,00 euro, arrotondati per difetto.

Come si recupera il bonus 200 euro non dovuto dai lavoratori

Il sostituto d’imposta che, in sede di conguaglio, verifica il superamento del limite di 35 mila euro di reddito provvede a recuperare l’indennità una tantum a suo tempo anticipata.

La trattenuta del bonus non spettante sarà effettuata in “otto rate di pari ammontare a partire dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio” (articolo 31 comma 2), di norma coincidente con il cedolino del mese di dicembre.

Come gestire il bonus 200 euro in busta paga?

Ecco come gestire il bonus 200 euro in busta paga. Il datore di lavoro, in sede di elaborazione delle paghe di luglio 2022:

  • Ipotizza (al pari di quanto avviene per detrazioni e trattamento integrativo) quale sarà il reddito complessivo annuo del lavoratore;
  • Se il valore ipotetico è pari o inferiore a 35 mila euro annui, si procede a riconoscere nel medesimo cedolino di luglio 2022 l’indennità una tantum di 200 euro netti, esenti da contributi previdenziali a carico del lavoratore (e dell’azienda) e tassazione IRPEF (le somme in questione, peraltro, non concorrono alla formazione del reddito complessivo ai fini fiscali del beneficiario);
  • L’importo anticipato al dipendente sarà poi recuperato dal sostituto d’imposta in sede di versamento delle imposte e dei contributi con modello F24, mediante l’istituto della compensazione di cui all’articolo 17 del D.lgs. n. 241/1997.

Successivamente, in sede di conguaglio di fine anno / fine rapporto, si dovrà procedere alla verifica del reddito effettivo. Se questo è:

  • Pari o inferiore a 35 mila euro, l’indennità una tantum spetta e il datore di lavoro non dovrà far nulla;
  • Superiore a 35 mila euro, il datore di lavoro dovrà recuperare il bonus anticipato e non spettante, in forma rateale (o quando ciò è impossibile, ipotizziamo) in un’unica soluzione.

Il bonus 200 euro spetta anche a pensionati e disoccupati?

Un’altra domanda molto frequente è se il bonus 200 euro spetta anche a pensionati e disoccupati. Ebbene sì, ma vediamo i dettagli.

Bonus 200 euro ai pensionati

L’articolo 32 della bozza di decreto prevede l’erogazione d’ufficio del bonus per i soggetti titolari di uno o più trattamenti pensionistici, a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione, con decorrenza entro il 30 giugno 2022.

I soggetti citati, in possesso di un reddito personale complessivo non eccedente i 35 mila euro lordi annui, riceveranno l’indennità una tantum con la mensilità di luglio 2022.

Per l’accesso alla misura si tiene conto dei redditi di qualsiasi natura, inclusi quelli esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte o ad imposta sostitutiva. Al contrario non rilevano:

  • Il reddito della casa di abitazione e sue pertinenze;
  • I trattamenti di fine rapporto comunque denominati e le somme arretrate soggette a tassazione separata;
  • L’Assegno al Nucleo Familiare (ANF), gli Assegni Familiari e l’Assegno Unico Universale;
  • L’importo aggiuntivo di cui all’articolo 70 comma 10 della Legge 23 dicembre 2000 numero 388;
  • Gli assegni di guerra, gli indennizzi ai soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati;
  • Le indennità di accompagnamento, le indennità previste per i ciechi parziali e l’indennità di comunicazione per i sordi prelinguali.

Importo netto non tassabile

I 200 euro una tantum, peraltro non:

  • costituiscono reddito ai fini fiscali;
  • sono cedibili, sequestrabili o pignorabili;
  • costituiscono reddito ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali.

Come anticipato, la somma sarà corrisposta d’ufficio, sulla base dei dati disponibili all’INPS al momento dell’erogazione; salvo effettuare un successivo controllo sul rispetto della soglia di 35 mila euro di reddito complessivo annuo lordo

anche attraverso le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’Amministrazione finanziaria e ogni altra amministrazione pubblica che detiene informazioni utili” (articolo 32 comma 4).

L’INPS, una volta effettuata la verifica sulla situazione reddituale del beneficiario, procederà al recupero di quanto eventualmente pagato in eccedenza.

Bonus 200 euro ai disoccupati

L’articolo 32 comma 6 include tra i potenziali destinatari del bonus 200 euro coloro che nel mese di giugno 2022 percepiranno le indennità di disoccupazione:

  • NASpI, riservata ai lavoratori subordinati;
  • DIS – COLL in favore dei collaboratori coordinati e continuativi e degli altri aventi diritto, iscritti alla Gestione Separata.

L’importo una tantum sarà riconosciuto dall’INPS e non concorrerà alla formazione del reddito complessivo ai fini fiscali del beneficiario.

Bonus 200 euro: quali misure per i lavoratori autonomi?

Il testo approvato nel CDM del 5 maggio prevede l’istituzione di un apposito “Fondo per il sostegno del potere d’acquisto dei lavoratori autonomi”.

Scopo del fondo (articolo 33 comma 1) è finanziare l’erogazione, in via eccezionale, di un’indennità una tantum per l’anno 2022, in favore di:

  • Lavoratori autonomi e professionisti iscritti all’INPS;
  • Professionisti iscritti alle casse;

i quali abbiano percepito nel periodo d’imposta 2021 un reddito complessivo non eccedente i 35 mila euro.

La definizione dei criteri e delle modalità di concessione dell’indennità è demandata ad uno o più decreti entro trenta giorni dall’entrata in vigore del D.L.