Archivi giornalieri: 21 maggio 2022

OpenPNRR, il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienza #OpenPNRR

OpenPNRR, il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienza #OpenPNRR

Da oggi è online OpenPNRR, la piattaforma di monitoraggio del piano nazionale di ripresa e resilienza. Un progetto di Fondazione Openpolis in collaborazione con il Gran Sasso Science Institute.

 

La realizzazione del Pnrr è un passaggio cruciale per il futuro del nostro paese. Iniziative di monitoraggio sono quindi fondamentali, sia per verificare la gestione di queste ingenti risorse da parte del governo (circa 235 miliardi di euro), sia per fare divulgazione. Obiettivi perseguibili solo attraverso i dati.

Italia domani dovrebbe essere la fonte da cui reperirli, tuttavia il portale di iniziativa governativa presenta diverse lacunePer questi motivi, parallelamente alla creazione di OpenPNRR – che consente di seguire nel dettaglio la realizzazione del piano nazionale di ripresa e resilienza – abbiamo presentato una richiesta di accesso agli atti (Foia).

In risposta alla nostra iniziativa, lo scorso 13 maggio il governo ha messo a disposizione su Italia domani una serie di informazioni ulteriori e importanti – ne abbiamo parlato nel nostro ultimo articolo. Lo consideriamo un riscontro positivo, ai fini di una maggiore trasparenza sul Pnrr. Tuttavia, le carenze di Italia domani sono ancora molte e desta non poche preoccupazioni il fatto che il governo abbia dichiarato di aver pubblicato, con quest’ultimo aggiornamento, tutti i dati a sua disposizione. Un elemento che rende ancora più importante, il ruolo della piattaforma che presentiamo oggi.

Trasparenza, informazione, monitoraggio e
valutazione del PNRR

Il tuo accesso personalizzato
al Piano nazionale di ripresa e resilienza

Accedi e monitora

 

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Che cos’è OpenPNRR

OpenPNRR ha lo scopo di monitorare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza. Offre informazioni di qualità sulla gestione, da parte del governo, delle risorse che l’Unione europea ha destinato all’Italia nell’ambito del Next generation Eu.

I nostri dati sul PNRR, per divulgare e monitorare l’attività di governo.

Il progetto – di Fondazione Openpolis in collaborazione con il Gran Sasso Science Institute – si pone come punto di osservazione indipendente rispetto agli annunci delle istituzioni coinvolte. Crediamo infatti che iniziative di questo tipo siano essenziali per valutare l’efficacia degli interventi, controllarne la realizzazione effettiva, contrastare il rischio di sprechi e corruzione.

346 le misure previste dal Pnrr, di cui 63 sono riforme normative e 283 investimenti economici.

Per alimentare la piattaforma, raccogliamo dati sempre aggiornati, incrociando numerose fonti dirette e indirette, che ci permettono di analizzare ogni aspetto del piano:

  • calcoliamo la percentuale di realizzazione di riforme e investimenti, attraverso i nostri indicatori originali, grazie al monitoraggio dell’avanzamento di ogni scadenza, dall’avvio al completamento;
  • approfondiamo le questioni e i temi su cui il piano progredisce e quelli su cui riscontra ritardi o criticità;
  • monitoriamo il raggiungimento di macro obiettivi trasversali a più investimenti;
  • consideriamo quante e quali organizzazioni sono coinvolte e con che ruolo;
  • analizziamo la distribuzione degli investimenti tra i territori;
  • valutiamo quali misure impattano sulle priorità trasversali e in che modo.

A ognuno di questi elementi è dedicata una sezione del sito e navigando è possibile innanzitutto avere una visione d’insieme. Non solo, chiunque potrà registrarsi creando un account personale e scegliere quali misure, temi, priorità e territori monitorare, per ricevere ogni aggiornamento a riguardo. Dall’avanzamento delle scadenze alla pubblicazione di documenti rilevanti, fino all’assegnazione di risorse ai territori di interesse.

Monitoriamo insieme il piano nazionale di ripresa e resilienza

Con questo progetto, vogliamo fare luce su un tema complesso e articolato e porlo all’attenzione del dibattito pubblico.

Promuoviamo il riutilizzo dei nostri dati per altre iniziative di monitoraggio e valutazione.

Il flusso di dati generato dalla piattaforma potrà infatti essere utilizzato come base per la realizzazione di analisi e contenuti giornalistici multimediali. A partire dai nostri approfondimenti di data journalism dedicati al Pnrr, nel magazine online di openpolis.

Questo permetterà a pubblici differenti di seguire, su canali diversi, gli sviluppi del piano. Una produzione costante di dati e di contenuti per alimentare e promuovere un dibattito consapevole e informato. Non solo: un altro aspetto decisivo per il progetto è cercare di coinvolgere il mondo della ricerca, delle associazioni e le comunità territoriali, per generare processi diffusi di monitoraggio e valutazione civici e indipendenti e di data activism.

In sintesi, il progetto prevede una serie di attività: l’aggiornamento costante della piattaforma, una rubrica settimanale di approfondimento, ma anche il rilascio di open data riutilizzabili gratuitamente, una newsletter dedicata e contenuti di data journalism per i nostri canali social. Sono attività che necessitano di risorse continue. Per questo abbiamo lanciato una campagna di tesseramento mirata a raccogliere sostegno, energie ma anche idee nuove. Solo con il contributo di tutti sarà possibile far crescere e migliorare il progetto.

 

La necessità di una piattaforma indipendente rispetto a quella governativa

OpenPNRR non vuole porsi in contrapposizione con Italia domani, il portale realizzato dal governo, ma rappresentare la richiesta alle istituzioni, condivisa da numerose realtà della società civile, di una maggiore disponibilità di dati: in formato aperto, accessibili e riutilizzabili.

Come abbiamo visto in precedenza, a seguito di una nostra richiesta di accesso agli atti (Foia), il governo ha pubblicato ulteriori informazioni utili al monitoraggio, dichiarando di aver condiviso tutti i dati a sua disposizione. Tuttavia, evidenziamo ancora diverse mancanze. Il nostro impegno è quello di cercare di colmarle con la nostra piattaforma e, allo stesso tempo, di continuare a sollecitare le istituzioni affinché migliorino il loro livello di monitoraggio e di trasparenza.

     
Realizzazione delle misure Indica solo se le misure sono completate, senza fornire i dettagli del processo Monitora la realizzazione delle misure, a partire dal raggiungimento delle scadenze associate
Stato di avanzamento delle scadenza Fornisce un elenco degli obiettivi e dei traguardi previsti, ma non ne aggiorna l’avanzamento Offre un quadro dettagliato del processo di avanzamento delle scadenze fino al loro completamento
Priorità trasversali Fornisce l’indicazione di quali misure sono associate alle priorità strategiche del PNRR: parità di genere, parità generazionale e riduzione dei divari di cittadinanza Dà la possibilità di consultare quali misure sono indirizzate alla parità di genere, alla parità generazionale e alle priorità secondarie che le compongono
Approfondimenti a scopo divulgativo È presente una raccolta di comunicati stampa e documenti messi a disposizione dai vari soggetti coinvolti Presenta articoli di approfondimento e divulgazione a cura della redazione di Openpolis
Organizzazioni titolari delle misure Solo per una parte delle misure viene fatto riferimento alle organizzazioni che in qualche modo sono coinvolte Fornisce un’indicazione specifica delle organizzazioni titolari dei singoli interventi
Open data Misure e risorse del PNRR e del fondo complementare
/ Elenco delle scadenze del PNRR e del fondo complementare, senza aggiornamenti sul loro stato di avanzamento
Misure e risorse del PNRR e del fondo complementare con ripartizione degli importi per anno / Elenco delle scadenze del PNRR e del fondo complementare con aggiornamenti sul loro stato di avanzamento

 
 

La biodiversità, un bene da tutelare Ambiente

La biodiversità, un bene da tutelare Ambiente

La perdita di biodiversità, causata dal cambiamento climatico e capace di acuirne gli effetti avversi, è un problema molto sentito, soprattutto tra i più giovani. Per tutelarla, è importante monitorare non solo le singole specie ma anche lo stato dei loro habitat.

 

Per via del suo gradiente altitudinale, la sua estensione da nord a sud e la sua complessità geologica e ortografica, l’Italia è un area con elevati livelli di diversità biologica. Un hot spot di biodiversità, in termini tecnici. Ma la presenza antropica, in modo diretto e non, ha messo e continua a mettere a rischio molte specie e numerosi habitat.

Si tratta di un problema molto sentito, soprattutto tra i più giovani. Per contrastarlo, è importante monitorare non solo lo stato delle singole specie, ma soprattutto quello degli habitat che le ospitano.

L’importanza della biodiversità

Con biodiversità si fa riferimento alla varietà delle specie (e all’interno delle singole specie) che abitano la Terra. Si tratta di una rete, plasmata da oltre 3,5 miliardi di anni di evoluzione, di cui anche l’essere umano costituisce parte integrante.

La vita umana dipende fortemente dagli equilibri naturali.

Proprio perché anche noi siamo parte di questo sistema, ogni incrinatura del suo equilibrio può avere ripercussioni significative anche sulla nostra vita. È quindi nel nostro interesse tutelare la biodiversità. Come evidenzia la Convention of biological diversity (2000), tutte le risorse da cui dipendiamo sono infatti in un modo o nell’altro naturali, dagli alimenti che consumiamo alle medicine ai materiali con cui costruiamo le nostre case.

Protecting biodiversity is in our self-interest. Biological resources are the pillars upon which we build civilizations. Nature’s products support such diverse industries as agriculture, cosmetics, pharmaceuticals, pulp and paper, horticulture, construction and waste treatment. The loss of biodiversity threatens our food supplies, opportunities for recreation and tourism, and sources of wood, medicines and energy. It also interferes with essential ecological functions.

Oltre al fatto che molti ecosistemi e specie possono dare un contributo enorme alla lotta al cambiamento climatico, attenuandone gli effetti nocivi ad esempio producendo ossigeno o assorbendo carbonio.

Tutelarla instaurerebbe in questo senso un circolo virtuoso, visto che il cambiamento climatico è anche la principale causa della perdita di varietà biologica. In primis, l’aumento delle temperature e l’inquinamento, che rendono invivibili molti ecosistemi. Oltre ad altri processi causati dall’essere umano, come il consumo di suolo (ovvero la sostituzione di terreno naturale con terreno artificiale, come nel caso dell’asfaltatura e della cementificazione) e il sovrasfruttamento delle risorse.

La perdita di biodiversità

Per via della sua importanza per la vita umana e per il contrasto del cambiamento climatico, tutelare la biodiversità è stato identificato come uno dei punti chiave dell’agenda 2030 delle Nazioni unite e ne costituisce uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.

Proteggere, ripristinare e incentivare l’uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica.

Anche l’Unione europea, in particolare con la strategia Ue sulla biodiversità per il 2030, si è mossa negli ultimi anni in questa direzione.

Secondo l’International union for conservation of nature (Iucn), sono infatti molte le specie a rischio nel continente europeo.

11,1% delle specie presenti in Europa sono a rischio di estinzione, secondo le stime Iucn.

Parliamo di un totale di 15.060 specie, di cui 1.677 attualmente a rischio. Una quota che si alza, fino a toccare quasi il 60%, nel caso degli alberi endemici europei e, nel mondo animale, per i molluschi di acqua dolce.

Alcune di queste specie sono poi particolarmente importanti per l’equilibrio generale. È questo ad esempio il caso degli impollinatori, fondamentali per la riproduzione delle piante e conseguentemente per l’approvvigionamento alimentare, e da cui, secondo la Fao, dipende circa il 75% di tutte le colture alimentari del globo. Oggi, le specie di questo tipo risultano a rischio in gran parte del continente.

Si tratta inoltre di un problema molto sentito, in Italia come nel resto d’Europa.

25,7% degli italiani si dichiara preoccupato per la perdita di biodiversità (2021).

Secondo le rilevazioni Istat, la preoccupazione a riguardo è diffusa soprattutto tra le fasce più giovani, generalmente più consapevoli delle problematiche ambientali e più mobilitati.

Le quote di persone che si dichiarano preoccupate varia dal 34,6% nel caso degli adolescenti, di età compresa tra i 14 e i 19 anni, al 16,7% nel caso delle persone di più di 75 anni. In tutti i casi comunque si è registrato un considerevole aumento nel 2021 rispetto al 2016, il primo anno in cui è stata fatta questa rilevazione.

Misurare la biodiversità

Ma come si può valutare lo stato della biodiversità? In primis, la Iucn elabora delle “liste rosse” delle specie a seconda del livello di pericolo cui sono esposte e la loro localizzazione, sia a livello europeo che italiano.

La principale minaccia alla biodiversità è l’alterazione degli habitat naturali.

Ma come evidenziato dalla Convention on biological diversity, l’aspetto cruciale non è tanto la scomparsa di alcune specie individuali, nonostante l’effetto che l’estinzione di una specie può avere sulla nostra percezione. A essere veramente dannoso è piuttosto il danneggiamento degli ecosistemi che ospitano le specie, che nel lungo termine inevitabilmente le mette a rischio. Come ad esempio nel caso della barriera corallina.

30% delle aree terrestri e marine dell’Ue dovrebbero essere protette entro il 2030.

Strumento cruciale in questo senso è Natura 2000, una rete di aree protette, sia terrestri che marine, nei paesi membri dell’Ue e che oggi rappresenta la più grande rete coordinata di aree protette del mondo.

Rispetto al 2013, nel 2020 in Ue la superficie terrestre protetta è aumentata di appena 4mila kmq, passando da una superficie complessiva di 760mila a una di 764mila kmq. Un aumento quindi pari allo 0,5%. Un andamento simile e anzi leggermente inferiore lo ha registrato l’Italia (+0,3%).

Diversa è invece la situazione della superficie marina. La quota protetta da Natura 2000 è aumentata di circa l’85% in questo stesso lasso di tempo. In Italia poi l’incremento è stato anche superiore alla media, attestandosi a circa il 219%. Con due momenti particolarmente positivi nel passaggio tra il 2018 e il 2019, in cui la superficie protetta è più che raddoppiata, e tra il 2019 e il 2020.

+80,3% la superficie marina protetta da Natura 2000 in Italia, nel passaggio tra il 2019 e il 2020.

Nel 2019, erano 39 le aree marine protette nel nostro paese, per un totale di oltre 307mila kmq. Ad averne il numero più elevato erano la Sardegna e la Sicilia (7 l’una). L’estensione maggiore la registra la Sardegna, con circa 90mila kmq di aree protette.

 

Le elezioni comunali e le spese per il trasporto pubblico locale Bilanci dei comuni

Le elezioni comunali e le spese per il trasporto pubblico locale Bilanci dei comuni

La mobilità è fondamentale per il funzionamento delle città. Valutare le spese delle amministrazioni in questo ambito è importante, anche in vista del voto di giugno.

 

Il diritto alla mobilità è un tema centrale per le comunità. A livello locale, godere di un sistema di trasporto pubblico urbano efficiente è rilevante per il funzionamento delle città, per il benessere dei cittadini e per garantire una sufficiente sostenibilità ambientale. 

I comuni, che sono le principali istituzioni responsabili per la mobilità urbana, assumono un ruolo centrale, potendo allocare spese nei bilanci.

Con le limitazioni agli spostamenti dovute alla pandemia, l’utilizzo dei mezzi pubblici urbani è diminuito. Secondo Istatil valore registrato nel 2020 è il più basso degli ultimi dieci anni.

22% della popolazione di almeno 14 anni ha utilizzato il trasporto pubblico locale almeno una volta nel 2020.

A due anni di distanza, l’indagine sulla mobilità degli italiani rileva che tra aprile e giugno 2022 il 18,4% degli intervistati utilizzerà per gli spostamenti i mezzi pubblici, tra i quali è incluso anche il trasporto pubblico locale.

Generalmente, le preferenze di trasporto non cambiano. L’87,4% di chi ha risposto ha affermato che non varierà la frequenza di utilizzo dei mezzi pubblici. Considerando le singole aree, i risultati sono piuttosto omogenei con un valore leggermente maggiore per l’aumento della fruizione del trasporto pubblico nel Mezzogiorno.

Tra le motivazioni che spingono a un cambiamento della fruizione dei mezzi pubblici, vi sono l’aumento dei prezzi dei carburanti (37,7%) e il contenimento dell’emergenza sanitaria (29,7%).

Il trasporto pubblico viene gestito a vari livelli governativi. Per quel che riguarda la mobilità urbana, i comuni possono prevedere degli interventi che vengono poi messi a bilancio.

La spesa per trasporto pubblico locale

All’interno della missione dedicata alla mobilità, c’è una voce specifica per il trasporto pubblico locale. Sono incluse le spese di costruzione e manutenzione delle infrastrutture per le tratte urbane ed extraurbane di competenza comunale. Sono considerati i trasporti su gomma, metropolitano, autofiloviario, tranviario e funiviario. Da questa voce si escludono gli interventi per il servizio ferroviario.

Sono anche incluse le uscite per i contratti di servizio con aziende pubbliche o municipalizzate che hanno lo scopo di gestire il trasporto pubblico locale. A queste, si aggiungono anche le spese per le attività di controllo e di monitoraggio della qualità del servizio.

Andiamo ora ad analizzare le uscite riportate in questa voce di spesa per i comuni che andranno al voto alle amministrative di giugno. Queste elezioni vedranno coinvolti 979 comuni per un totale di 10,27 milioni di residenti. Saranno 26 i capoluoghi di provincia che rinnoveranno giunta e consiglio, di questi 4 sono capoluoghi di regione: Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo. Queste amministrative non sono solo importanti per le comunità ma anche per le forze politiche che possono sfruttare questa occasione come banco di prova per le elezioni nazionali del prossimo anno.

Considerando i capoluoghi di provincia al voto, quello che ha la spesa maggiore per trasporto pubblico locale è Rieti con 552,76 euro pro capite, seguito da Taranto (142,02) e Padova (124). Al contrario, spendono di meno Como (4,87), Piacenza (2,40) e Monza (1,41). Tra i capoluoghi di regione, le uscite maggiori sono riportate da L’Aquila (121,85 euro pro capite). Seguono Palermo (121,51), Genova (75,26) e Catanzaro (6,55).

Due dei capoluoghi di regione al voto hanno aumentato le spese tra 2016 e 2020. Sono Palermo (+19,16%) e L’Aquila (+10,76%). Le due città hanno incrementato le uscite rispettivamente di 19,54 e 11,84 euro pro capite. Gli altri due capoluoghi invece hanno riportato nello stesso periodo una riduzione delle spese. Nel dettaglio, Catanzaro ha speso il 40,45% in meno mentre Genova il 76,69%.

 

Considerando i quasi mille comuni al voto, quello che riporta le somme più ampie per questa voce di spesa è il già citato Rieti a cui seguono Cortina d’Ampezzo (Belluno, 336,73), Castelnuovo Parano (Frosinone, 258,2) e Druogno (Verbano-Cusio-Ossola, 236,59). Se invece si prendono in esame tutte le amministrazioni comunali italiane, quella che spende di più è Sestriere (Torino, 1.872,32 euro pro capite) seguita da Gerola Alta (Sondrio, 999,38), Pigra (922,00) e Milano (869,41).

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto credit: Andrea Ferrario – licenza

 

Gli investimenti del Pnrr per l’agricoltura #openPNRR

Gli investimenti del Pnrr per l’agricoltura #openPNRR

La modernizzazione del settore agro-alimentare rappresenta un elemento strategico per il rilancio dell’economia italiana. Per questo nel Pnrr si prevedono diversi investimenti in questo settore.

 

Il rilancio e la valorizzazione del “Made in Italy” rappresenta un fattore strategico affinché il nostro paese possa ripartire dopo l’esplosione della crisi economica dovuta al Covid. Per far questo però è importante investire nella modernizzazione dei processi produttivi con l’obiettivo di renderli più efficienti e allo stesso tempo limitarne l’impatto ambientale.

In questo contesto un posto di primo piano è occupato dal settore agro-alimentare. Un ambito di fondamentale importanza che però negli ultimi anni ha registrato andamenti altalenanti. Da questo punto di vista il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede una serie di investimenti con l’obiettivo di modernizzare e rilanciare il settore.

€ 4,9 mld le risorse del Pnrr e fondo complementare di competenza del ministero dell’agricoltura.

Sono diversi i soggetti coinvolti da questo punto di vista: dal ministero delle infrastrutture a quelli del lavoro e della transizione ecologica (di cui ci siamo già occupati in questo approfondimento), oltre a comuni, province e regioni. Ma un ruolo di primo piano è certamente rivestito dal ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) guidato da Stefano Patuanelli (M5s).

In questo articolo approfondiremo le misure affidate alla diretta responsabilità di questo dicastero, con uno sguardo particolare alla mole di investimenti previsti e al loro stato di attuazione.

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Le misure di competenza del Mipaaf

Per quanto riguarda gli interventi relativi al mondo dell’agricoltura, il Mipaaf è titolare di 4 misure per un totale di 4,9 miliardi di euro. Tale cifra corrisponde a circa il 2% dei fondi stanziati, considerando anche le risorse del fondo complementare e dell’iniziativa React-Eu.

Questo dicastero si pone dunque all’undicesimo posto nella classifica dei soggetti titolari della quota più ingente di risorse, tra il ministero della cultura e quello della giustizia.

La misura più significativa per quanto riguarda l’ammontare degli investimenti previsti è dedicata alla logistica a cui sono destinati oltre 2 miliardi di euro. Il secondo investimento più consistente è invece destinato alla produzione di energia pulita con particolare riguardo al potenziamento e ampliamento delle installazioni di impianti fotovoltaici. A questa misura sono assegnati circa 1,5 miliardi di euro.

Infine circa 880 milioni saranno investiti per la manutenzione e il potenziamento dei sistemi irrigui mentre 500 milioni saranno destinati all’introduzione di macchinari e sistemi innovativi legati ai processi produttivi. Vediamo adesso più nel dettaglio quali sono gli interventi previsti da queste misure.

Logistica

Nel Pnrr viene fatto esplicito riferimento alle carenze delle infrastrutture logistiche italiane. Nel documento infatti viene riportata una classifica stilata dal World economic forum nel 2019 che vedeva il nostro paese al diciottesimo posto per la competitività delle infrastrutture. Considerando esclusivamente i paesi europei beneficiari dei fondi del Next generation Eu l’Italia risulta comunque al nono posto.

L’inefficienza del settore logistico ha un impatto negativo anche sull’agricoltura. Per questo motivo è stata prevista una specifica misura (M2C1I2.1 – Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo) che punta a superare queste lacune. Obiettivo dell’investimento in generale è quello di incoraggiare la riduzione delle emissioni mediante l’utilizzo di veicoli elettrici, promuovendo la digitalizzazione del settore e il ricorso alle energie rinnovabili.

Gli investimenti in logistica puntano anche a contrastare lo spopolamento delle aree interne.

Ciò dovrà avvenire attraverso programmi di investimento integrati su tutto il territorio nazionale attraverso lo strumento dei contratti di filiera e di distretto. In tutti i settori di intervento si punta a potenziare le relazioni intersettoriali lungo le catene di produzione, trasformazione e commercializzazione, attraverso l’aggregazione dei produttori e la creazione di responsabilità solidale tra le imprese della filiera.

Tra gli obiettivi vi sarebbe inoltre quello di facilitare la partecipazione degli operatori dislocati in aree rurali o marginali ai processi di aggregazione al fine di contrastare lo spopolamento di queste zone.

Parchi agrisolari

Secondo i dati riportati nel Pnrr l’Italia risulta essere tra i paesi europei con il più alto consumo diretto di energia per la produzione alimentare, superata solamente da Francia e Germania. Le spese per energia rappresentano in media oltre il 20% dei costi variabili per aziende agricole, con dati anche superiori in alcune specifiche nicchie produttive.

La creazione di nuovi impianti per la produzione di energia pulita dovrà avvenire senza consumo di suolo.

Per questo nel piano italiano è stato inserito anche l’investimento M2C1I2.2 – Parco agrisolare del valore complessivo di 1,5 miliardi di euro. Questa misura prevede il sostegno agli investimenti nelle strutture produttive del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale, al fine di rimuovere e smaltire i tetti esistenti e costruirne nuovi isolati, creare sistemi automatizzati di ventilazione e/o di raffreddamento e installare pannelli solari e sistemi di gestione intelligente dei flussi e degli accumulatori. Il tutto ristrutturando le aree già in uso, evitando il consumo di nuovo suolo.

Innovazione e meccanizzazione

Tra gli obiettivi del Pnrr, come già detto, vi è anche quello di ridurre l’impatto ambientale anche per quanto riguarda il ciclo della produzione agricola. A tale scopo interviene la misura M2C1I2.3 – Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare. Questo investimento punta a sostenere l’ammodernamento del parco automezzi attraverso contributi in conto capitale. L’investimento prevede anche incentivi che permettano l’introduzione di soluzioni innovative alternative all’uso dei pesticidi. Ciò con l’obiettivo di ridurne l’utilizzo di una percentuale del 25%-40% a seconda dei settori.

Inoltre, in un’ottica di economia circolare, l’investimento punta anche a sostenere  l’ammodernamento della lavorazione, dello stoccaggio e del confezionamento di prodotti alimentari. Ciò con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre (o anche eliminare) la generazione di rifiuti e favorire il riutilizzo a fini energetici.

Gli agricoltori devono trasformare più rapidamente i loro metodi di produzione e utilizzare al meglio nuove tecnologie, in particolare attraverso la digitalizzazione, per ottenere migliori risultati ambientali, aumentare la resilienza climatica e ridurre e ottimizzare l’uso dei fattori produttivi.

Tali finanziamenti saranno indirizzati con particolare riguardo verso il processo di trasformazione dell’olio d’oliva, settore strategico per l’industria agroalimentare italiana. Da questo punto di vista un decreto direttoriale pubblicato il 31 marzo ha definito le spese ammissibili al finanziamento dei frantoi. Per questo specifico settore sono stati riservati 100 milioni di euro (il 20% circa del totale previsto per questa misura).

Investimenti nel sistema irriguo

L’ultima misura del Pnrr di competenza del Mipaaf è la M2C4I4.3 – Investimenti nella resilienza dell’agro-sistema irriguo per un migliore gestione delle risorse idriche. L’obiettivo di questo intervento è aumentare l’efficienza dei sistemi irrigui attraverso lo sviluppo di infrastrutture innovative e digitalizzate, anche come risposta ai cambiamenti climatici. Gli interventi principali saranno mirati alla riduzione delle perdite e, più in generale, a rendere il sistema più efficiente. Ciò dovrà avvenire attraverso l’installazione di tecnologie quali contatori e sistemi di controllo a distanza.

In questo particolare settore una relazione della corte dei conti pubblicata nel marzo del 2022 e riferita all’anno 2019 evidenzia ancora una volta le carenze dell’infrastruttura idrica, con particolare riferimento al meridione. Quest’area del paese infatti oltre ad avere infrastrutture meno efficienti rispetto alle altre regioni (water service device) si distingue anche per la scarsa disponibilità di dati inviati dagli operatori. Dove le informazioni sono disponibili però si evidenzia che al sud le perdite dovute alla carenza di manutenzione dell’infrastruttura idrica sono comprese tra il 45% e il 55% se non addirittura superiori (in questi casi le perdite sono considerate “non conformi” agli standard richiesti).

1.765 giorni totali di riduzione o sospensione dell’erogazione di acqua potabile registrati in 11 capoluoghi meridionali nel 2020.

I ritardi del servizio idrico nel mezzogiorno sono ancora più evidenti se si prendono in considerazione le interruzioni del servizio di fornitura dell’acqua potabile. La relazione infatti cita i dati di Istat in base ai quali in 11 capoluoghi di provincia meridionali (Pescara, Avellino, Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Catania, Ragusa, Enna, Reggio Calabria e Cosenza) nel 2020 si sono registrate misure di razionamento nell’erogazione dell’acqua potabile. In questi capoluoghi, sono stati documentati oltre 1.700 giorni di riduzione o sospensione dell’erogazione su tutto o su parte del territorio comunale.

Il quadro delle scadenze

Dopo aver descritto le misure di competenza del ministero dell’agricoltura vediamo adesso qual è il loro stato di avanzamento. Complessivamente le scadenze di rilevanza europea (cioè quelle su cui si baseranno le verifiche dei tecnici di Bruxelles) sono 13. Si tratta quasi esclusivamente di target fatta eccezione per due milestone.

La misura che ne conta di più è quella relativa agli investimenti per il sistema irriguo (5) seguita da quella sugli investimenti per il parco agrisolare (4). Le scadenze più ravvicinate sono due che dovranno essere completate entro la fine di quest’anno. Si tratta in particolare della pubblicazione della graduatoria finale sugli incentivi alla logistica. E l’assegnazione di almeno il 30% delle risorse indirizzate agli investimenti in agrisolare. Una quota che entro la fine del 2023 dovrà arrivare al 50% del totale (750 milioni di euro). Inoltre è prevista entro questa data anche l’aggiudicazione di tutti gli appalti per quanto riguarda l’agro-sistema irriguo.

Alcune iniziative però sono già state realizzate. Per quanto riguarda gli investimenti in agrisolare, il 25 marzo il ministro Patuanelli ha firmato un decreto che, oltre al riparto delle risorse, delinea anche i soggetti beneficiari dei finanziamenti, le spese ammissibili e i criteri sulla base dei quali individuare l’entità dell’aiuto. Come già anticipato, un decreto simile è stato già pubblicato anche per quanto riguarda gli interventi per l’innovazione e la meccanizzazione dei frantoi.

Per quanto riguarda invece gli investimenti nei sistemi irrigui, il 30 settembre del 2021 il Mipaaf ha pubblicato un decreto con cui veniva approvato l’elenco dei progetti ammissibili a ricevere i fondi del Pnrr. Tale atto peraltro è stato fonte di polemiche a causa dell’esclusione di tutte le proposte presentate dalla Sicilia (ne abbiamo parlato in questo articolo). Non tutti i progetti dichiarati ammissibili però saranno effettivamente finanziati. Da questo punto di vista la procedura è ancora in corso e un decreto ministeriale ha definito il piano di attuazione per l’avvio delle verifiche sui progetti candidati al finanziamento.

Relativamente ai contratti di filiera, come abbiamo già detto, la cifra complessiva dei finanziamenti supererà i 2 miliardi di euro. Questi fondi però non saranno messi a disposizione del ministero tutti insieme. Da questo punto di vista un primo intervento è avvenuto lo scorso 15 febbraio, quando una delibera del Cipe ha assegnato al Mipaaf una prima tranche di fondi da 900 milioni.

Con queste risorse saranno finanziate in parte le proposte già presentate nell’ambito del bando 2015-2020 e in parte nuovi progetti. Per far questo però sarà necessaria la pubblicazione di nuovi bandi ad hoc. In base a quanto pubblicato sul sito del ministero, è stato emanato un decreto che definisce i criteri, le modalità e le procedure per l’attuazione dei contratti di filiera. Un atto definito come “propedeutico” alla pubblicazione del bando vero e proprio. La graduatoria finale dei progetti ammessi a finanziamento dovrà essere pubblicata entro la fine dell’anno.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Unsplash Carl Beech – Licenza

 

Santa Rita da Cascia

 

 

Santa Rita da Cascia


Nome: Santa Rita da Cascia
Titolo: Vedova e religiosa
Nascita: 1381, Roccaporena
Morte: 22 maggio 1457, Cascia
Ricorrenza: 22 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:CasciaBorgocarbonara

Nacque Rita a Rocca Porena, paesello nei pressi di Cascia nell’Umbria, l’anno 1381.

Sotto la vigile cura dei genitori la bimba cresceva giudiziosa e pia, come un fiore di serra, con particolar tendenza alla solitudine ed alla preghiera.

Era suo vivo desiderio di consacrare a Dio la sua verginità, ma i genitori vollero che si sposasse. Lo sposo era burbero e collerico, ma Rita, armata di pazienza, tutto seppe sopportare, ricambiando bene per male, senza che in diciott’anni di matrimonio la concordia venisse infranta in quella casa.

Uomini pessimi le trucidarono il ‘consorte. Ella, anzichè pensare a farne vendetta, pregava Dio per quegli infelici, non solo, ma si studiava di istillare nei suoi due figliuoli l’eroismo del perdono cristiano. Scorgendo che crescevano tuttavia bramosi della vendetta pregò istantemente il Signore che li volesse prendere in cielo prima che avessero tempo a macchiarsi di sangue. Dio l’esaudì.

Libera da ogni cura di famiglia, pregò di essere accolta nel monastero delle Agostiniane. Per ben due volte ricevette un brusco diniego, finché il Signore volle appagare il suo desiderio con un prodigio.

Stando nel cuore della notte in orazione, le comparvero S. Giovanni Battista, S. Agostino e S. Nicola da Tolentino, che le rivolsero parole di conforto, la invitarono a seguirli e miracolosamente la introdussero nel monastero. Quelle vergini, ammirate e commosse, non esitarono più a riceverla per loro consorella.

Non tardò molto la buona vedova a divenire lo specchio di ogni virtù. Ubbidiva colla semplicità di una fanciulla; la Superiora le ordinò un giorno di innaffiare un legno secco ed ella non esitò un istante a farlo.

Rita era l’innamorata del Crocifisso. La passione di Gesù era la sua meditazione prediletta e ne rimaneva così infiammata da versar abbondanti lacrime.

Un giorno, mentre pregava con più intenso fervore e supplicava l’amato Gesù ad associarla alla sua passione, un raggio di luce partì dal Crocifisso, si riflettè sul capo di Rita, poi una spina si staccò dal capo adorabile di Gesù e venne a trafiggere la sua fronte; vi produsse una profonda ferita seguita da un’insanabile piaga, che rimase fino alla morte; piaga che oltre ad acuti dolori esalava un grande fetore, per cui ella per non infastidire le sorelle amava restare solitaria e conversare con Dio.

Gesù la faceva davvero patire a sua imitazione. L’ultima sua malattia durò quattro anni: anni di acuto e lento martirio, che fornirono la misura della sua eroica pazienza e insaziabile brama di patire. Gesù, con un miracolo, mostrò quanto gli fosse caro il suo patire.

Era un rigidissimo inverno; il gelo e la neve erano abbondanti. Rita pregò una donna di Rocca Porena che andasse al suo antico orto e le portasse ciò che v’era di maturo e di fiorito. Si credette scherzasse: però, passando di là, quella signora scorse due freschi fichi ed una bella ed olezzante rosa era un regalo del suo Gesù.

Vicina a morire udì Gesù e la sua santa Madre che la invitavano alla celeste dimora, alla quale volò il 22 maggio del 1439.

I fedeli la chiamano la « Santa degli impossibili ».

PRATICA. Gesù comanda ad ogni cristiano di perdonare e pregare per i propri nemici: ecco il vero eroismo!

PREGHIERA. O Signore, che ti sei degnato di conferire a Rita tanta grazia da amare i suoi nemici e da portare nel cuore e in fronte i segni della tua carità e della tua passione, deh! concedici per l’intercessione e i meriti di lei di amare i nostri nemici e contemplare dolori della tua santa passione, così che conseguiamo il premio promesso agli amanti.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Càscia, in Umbria, santa Rita Vedova, Monaca dell’Ordine degli Eremiti di sant’Agostino, la quale, dopo le nozze del secolo, amò unicamente l’eterno sposo Cristo.

PROVERBIO. Per Santa Rita ogni rosa è fiorita.

SUPPLICA A SANTA RITA

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O’ eccelsa Taumaturga del mondo cattolico, o’ gloriosa S. Rita da Cascia, come sale bel la a te, dal nostro cuore, la preghiera in questo giorno, dedicato dalla Chiesa, alla tua solennità.

In quest’ora solenne in cui, mille e mille cuori, a te si rivolgono fidenti e pieni di santa speranza nella tua celeste protezione, anch’io unisco la mia umile preghiera perché dal Cuore Sacratissimo di Gesù, per i meriti della sua Madre Immacolata, mi ottenga le grazie di cui ho bisogno.

O gran Santa della Chiesa di Dio, non sarà possibile che la mia fiducia, nel tuo patrocinio, resti delusa! Non sei tu che i popoli chiamano la Santa degli impossibili, l’Avvocata dei casi disperati? Ed io appunto mi trovo in tante infelici condizioni per le mie colpe! Tu non vorrai allontanare da me il tuo sguardo: non sarà per me chiuso il tuo cuore; che anzi sono certo che sperimenterò la tua potente intercessione. Capisco, che ne sono indegno per i miei peccati; ebbene si rifulgerà la tua celeste carità, il tuo grande amore, ottienimi la salvezza dell’anima mia.

È questa la grazia che principalmente domando a Dio, per la tua intercessione in questo giorno sacro al tuo Natale in Paradiso; e con questa le altre grazie necessarie al mio stato.

O buona Santa Rita, appaga i miei voti, ascolta i miei gemiti, asciuga le mie lacrime, ed anche io proclamerò al mondo, che chi vuol grazia e la domanda a Dio, per mezzo di Santa Rita da Cascia, sicuramente sarà esaudito.

In questo giorno di gloria, in cui maggiore e più viva si ridesta la comune fiducia nel tuo patrocinio, ti prego di ottenere da Dio la benedizione, che imploro su me, sui presenti, sul Vicario di Gesù Cristo, sul cattolico Episcopato e Sacerdozio, sui tuoi Religiosi Confratelli e Consorelle, che formano l’eletta figliolanza del grande Sant’Agostino, sui benefattori del tuo Monastero di Cascia, sui promotori del tuo culto, sugli infermi, sui poveri, sui derelitti, sui peccatori, su tutti ed anche sulle Anime sante del Purgatorio.

O Santa Rita, Sposa amabilissima di Gesù Crocifisso, dal quale avesti in dono una delle spine della sua sacratissima corona, in questo giorno del tuo trionfo, aiutami e la tua protezione non mi venga mai meno nella vita e nel punto della mia morte. Amen.

Tre Padre nostro, Ave e Gloria.
D) Segnasti o Signore, la Tua serva Rita.
R) Col suggello della tua carità e della tua passione.

Orazione

O Dio, che Ti degnasti elargire a Santa Rita tanta grazia da amare i nemici, e da portare in cuore e in fronte i segni della Tua carità e passione, per l’intercessione ed i meriti di lei, Ti preghiamo concedici di perdonare i nostri nemici, e di meditare i dolori della Tua passione così che noi otteniamo il premio promesso ai miti e piangenti. Amen.

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San Vittorio di Cesarea

Santo del Giorno

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San Vittorio di Cesarea


Nome: San Vittorio di Cesarea
Titolo: Martire
Morte: Cesarea di Cappadocia
Ricorrenza: 21 maggio
Tipologia: Commemorazione
La tradizione vuole che sia stato un soldato romano che ha subito il martirio a Cesarea di Cappadocia con Polieuto e Donato.

La Chiesa cattolica lo venera il 21 maggio: era presente nel Martirologio Geronimiano, che lo citava al 21 maggio insieme agli altri due martiri Polieuto e Donato, è da lì è passato nel Martirologio Romano, senza che tuttavia si sappia altro della sua vita.

Il suo culto ebbe grande diffusione in Italia, perché fu il nome di diversi sovrani e principi di Casa Savoia.

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