Archivio mensile:febbraio 2012

IL VIZIO COMUNE DI ONESICRITO E NAPOLITANO

QUESTIONE SARDA

4243970561.jpg

 

del 28/02/2012

 

di FRANCESCO CASULA

509429890.jpg

Un certo Onesicrito tra il

332 e il 336 a.c. aveva

visitato l’India al

seguito di Alessandro

Magno, riportandone

descrizioni alquanto fantasiose, che

misero a lungo fuori strada i geografi

dell’epoca. Partiti, sindacati e buona

parte degli studiosi e degli storici –

segnatamente quelli di impronta più

statalista – per decenni ci hanno

dato della “Questione sarda” una

descrizione alquanto “fantasiosa”, –

un po’ come Onesicrito aveva dato

dell’India – riducendola a semplice

frammento della “Questione

meridionale” e in essa affogandola.

C’è di più: è stata considerata

esclusivamente dal punto di vista

economico. La cartina di tornasole

di questa visione della “Questione

sarda” è rappresentata persino dallo

Statuto speciale di Autonomia della

Sardegna, tutto giocato proprio sul

crinale economicistico. Infatti

l’insieme degli aspetti etno-culturali

e linguistici è del tutto assente,

nonostante gli avvertimenti di Lussu

sulla necessità di sancire l’obbligo

dell’insegnamento della Lingua

sarda nelle scuole in quanto “essa è

un patrimonio millenario che

occorre conservare” e nonostante i

consigli di Giovanni Lilliu che

suggeriva ai Costituenti sardi di

rivendicare per la Sardegna

competenze primarie ed esclusive

almeno per quanto riguardava i

“Beni culturali”. È caduto nel vizio di

Onesicrito anche il presidente

Napolitano, quando nella sua

recente visita in Sardegna ha

affermato: “La maggiore

incompiutezza del processo di

unificazione d’Italia è il divario tra il

Nord e il Sud del Paese. Una

questione non solo economica e

sociale ma anche istituzionale,

assolutamente ineludibile”. Nessun

cenno invece alla Sardegna come

minoranza nazionale e linguistica.

Eppure dovrebbe saperlo: una Legge

della Repubblica di cui è Presidente,

la 482 del 15 dicembre 1999,

prevede, per la Sardegna, norme in

materia di tutela delle minoranze

linguistiche storiche dello Stato.

Mentre in occasione del convegno

Osce tenutosi nel maggio 2011 a

Bolzano proprio sul tema della

tutela delle minoranze linguistiche,

ha avuto ben altra sensibilità

sostenendo che “Mentre le nostre

società e le nostre Nazioni

divengono sempre più

interconnesse, la presenza di

minoranze nazionali all’interno dei

singoli Paesi costituisce una

ricchezza da tutelare, uno stimolo

culturale e un’opportunità di

ulteriore crescita economica”.

Perché due pesi e due misure?

INPS: circolari e messaggi


Gentile Cliente,
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

 

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 3204 del 23-02-2012
  Contenuto:  Articolo 12, comma 2, del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201 convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 ? contrasto all?uso del contante in relazione al pagamento delle prestazioni a sostegno del reddito di importo superiore a 1000 euro.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Circolare numero numero 26 del 22-02-2012
  Contenuto:  Convenzione fra l?INPS e la Confederazione dei Produttori Agricoli delle Marche (COPAGRI MARCHE), per la riscossione dei contributi associativi sulle prestazioni di disoccupazione agricola, ai sensi dell?art.2 della legge 27 dicembre 1973, n. 852. Istruzioni operative e contabili. Variazioni al piano dei conti.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Circolare numero numero 25 del 22-02-2012
  Contenuto:  Assegni familiari e quote di maggiorazione di pensione per l’anno 2012. Tabelle dei limiti di reddito familiare da applicare ai fini della cessazione o riduzione della corresponsione degli assegni familiari e delle quote di maggiorazione di pensione. Limiti di reddito mensili da considerare ai fini del riconoscimento del diritto agli assegni familiari.
Tipologia:  CIRCOLARE

.

3087736549.jpg


del 24/02/2012

I pifferai di regimepone.jpg

che suonano

contro Celentano

di Francesco Casula

450051422.jpg



Celentano è un cantante delizioso,

dai testi mai banali e che rifuggono

il sentimentalismo lagrimoso, svenevole

e melenso. Molti sono intensamente

sociali e anticipano, denunciandoli,

fenomeni come l’urbanesi –

mo selvaggio con la cementificazione

e l’asfalto che devastano la natura e

inquinano l’ambiente. A significare

che il personaggio non può essere recintato

nel ghetto della “canzonetta”:

egli infatti pensa, denuncia, protesta.

Da qualche decennio ama anche fare

il “predicatore ”. Come ha fatto nell’ultimo

Festival di Sanremo. Suscitando

vaste e numerose polemiche.

Con i pifferai di regime che si sono

scoperti difensori della libertà di

stampa: quando in realtà sono in genere

i trombettieri di Cesare e del potere.

Sono gli stessi che non biascicano

verbo a proposito della “morte ” di

giornali come il Manifesto, una delle

poche voci libere in Italia. Che magari

plaudono alla “cacciata” dei vari Luttazzi,

Santoro, Dandini. Certo, grammatici

e filologi possono discettare

sulla narrazione e l’eloquio di Celentano.

E trovare limiti ed errori. Probabilmente

quel “Famiglia Cristiana e

l’Avvenire dovrebbero essere chiusi”

è stato un errore. Ma perché guardare

il dito di Celentano e non la luna che

indica? Forse che non è vero che i due

giornali, spesso, rimangono impastoiati

nella politica politicante, negli

interessi partitici, nei giochi di potere?

lion, ovvero il messaggio e il progetto

di Cristo? Come dovrebbero fare giornali

che, programmaticamente. si definiscono

“cristiani ”o sono portavoce

dei Vescovi, come Famiglia Cristiana

appunto e l’Avvenire? Perché non imparano

da Don Gallo, il prete genovese

–ricordato da Celentano –che quel

messaggio cristiano non solo predica

ma pratica fino in fondo, svolgendo il

suo servizio non come un mestiere

ma un ministero evangelico e profetico

di salvezza? Vivendo la Chiesa non

come struttura e istituzione gerarchica,

irrigidita e tesa alla conservazione

del passato e dell’establishement, ma

come comunità aperta, occupandosi

non solo dei fedeli ma di tutti gli uomini

e soprattutto dei diseredati?

 

NEWS Si dalla Camera al dl Milleproroghe Presidente Napolitano avverte che emendamenti fuori tema rischiano di essere eliminati Il decreto Milleproroghe è diventato legge: con 366 voti favorevoli e appena 61 contrari, il dl ha ottenuto il si dell’Aula de

NEWS

Presidente Napolitano avverte che emendamenti fuori tema rischiano di essere eliminati

400990_2807931159050_1281822763_32335761_2147097837_n.jpg Il decreto Milleproroghe è diventato legge: con 366 voti favorevoli e appena 61 contrari, il dl ha ottenuto il si dell’Aula della Camera, ma il presidente Napoletano avverte che emendamenti fuori tema rischiano di essere eliminati e afferma: “Anche in occasione del recente decreto-legge milleproroghe del 29/12/2011, sono stati ammessi e approvati emendamenti che hanno introdotto disposizioni in nessun modo ricollegabili alle specifiche proroghe contenute nel decreto e neppure alla finalità indicata nelle premesse di garantire l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa”.

Mario Monti ha spiegato ieri che il governo non potrà accogliere tutte le modifiche al decreto liberalizzazioni che il Parlamento vorrà introdurre, se rappresentano un arretramento. Tra le misure più importanti del decreto: mini ritocco per i lavoratori precoci e alcuni esodati (solo quanti hanno terminato di lavorare entro il 31/12/12) che saranno esentati dalla riforma della previdenza targata Fornero.

A pagare saranno i fumatori con l’aumento del prezzo delle sigarette; il nuovo aumento delle accise sui tabacchi coprirà anche i 3 milioni in favore dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano; salta il condono delle affissioni politiche abusive, proposto alla Camera e al Senato; prorogati al 16 luglio gli adempimenti fiscali e previdenziali nei territori alluvionati di Liguria e Toscana; proroga dei benefici previdenziali in favore dei lavoratori esposti all’amianto; chiuse le graduatorie per la scuola e sarà istituita una fascia aggiuntiva per limitato personale docente; scadono a fine anno i termini entro i quali le pubbliche amministrazioni possono assumere personale a tempo indeterminato; prorogate anche le graduatorie dei concorsi; proroga alla fine dell’anno gli ammortizzatori sociali per i lavoratori a progetto e delle risorse destinate in via transitoria alla Cig ordinaria.

E ancora, gli immigrati dalla Libia avranno nel 2012 benefici fiscali. Il costo è di 50 milioni, previsto anche aumento dell’Ires per società come l’Eni per garantire gli indennizzi per i profughi italiani dalla Libia anche per il 2012. Ancora un anno di tempo per le impronte digitali sulle carte d’identità e prorogati al 2015 gli sconti fiscali per incentivare il rientro in Italia.

Tra le altre misure: prorogata al 30 giugno 2012 la proroga del termine ultimo per la presentazione delle domande di variazione catastale per il riconoscimento della ruralità dei fabbricati accatastati, ai fini della loro esenzione dall’Ici relativa al 2011.

Pagamento in contanti per le prestazioni a sostegno del reddito

NEWS

Accordo dell’INPS con Poste Italiane

 

Le disposizioni introdotte dalla Legge n. 214/2011 (Salva-Italia) hanno stabilito che a partire dal 7 marzo 2012 sarà ridotta a 1.000 euro (netti) la soglia fino alla quale è ancora possibile per le amministrazioni pubbliche e per gli enti previdenziali il pagamento in contanti. 

Per la corresponsione di stipendi, pensioni o compensi di altra natura superiori a mille euro, la norma prevede inoltre che le pubbliche amministrazioni debbano utilizzare strumenti di pagamento elettronici, disponibili presso il sistema bancario o postale (accredito in conto corrente, libretto postale o su carta ricaricabile).

Nel mese di gennaio, l’Inps ha inviato una lettera ai titolari di pensioni con importo complessivamente superiore al limite fissato, invitando i pensionati a comunicare entro il mese di febbraio la modalità di pagamento preferita, alternativa alla riscossione in contanti allo sportello, scegliendo tra l’accredito in conto corrente, sul libretto postale o su carta ricaricabile. 

Il divieto stabilito dalla norma interessa non solo i trattamenti pensionistici, ma anche tutte le prestazioni a sostegno del reddito, come l’indennità di disoccupazione, la mobilità, la cassa integrazione e i pagamenti diretti a vario titolo come l’indennità di maternità, di malattia, l’assegno al nucleo familiare, le indennità una tantum ecc..

Nel caso di superamento del limite dei mille euro (che generalmente si verifica in caso di pagamenti mensili o “una tantum” per eventuali arretrati o altre prestazioni accessorie), è necessario che gli interessati comunichino alla propria sede Inps di competenza le coordinate (codice IBAN) necessarie per l’accredito in conto corrente bancario o postale, libretto postale o carte prepagate. 

L’Istituto previdenziale al fine di consentire, dopo il 6 marzo, la regolarità dei pagamenti anche nei confronti di soggetti che non abbiano provveduto a modificare la modalità di pagamento, ha concordato con Poste Italiane una procedura che consentirà al beneficiario della prestazione che si recherà allo sportello dell Poste, di aprire contestualmente un libretto postale.Successivamente sarà cura dell’ufficio PT di comunicare all’Inps le coordinate del nuovo  libretto postale.

L’accordo con Poste italiane ha anche previsto che il direttore della sede INPS possa autorizzare il pagamento per delega. Se tuttavia risultano all’ordine pagamenti superiori a 1.000 euro la delega non è sufficiente: occorre una procura notarile, rilasciata per l’Italia da un notaio e per l’estero dal consolato, con l’esplicito mandato  ad aprire il rapporto con Poste. In caso di minori o interdetti occorre un provvedimento del giudice.

Dimissioni in bianco – 800mila le lavoratrici coinvolte

NEWS

 

“Il governo deve intervenire con urgenza per ripristinare lo stato di diritto, come dimostrano questi numeri: fra il 2008 e il 2009 circa 800 mila lavoratrici madri sono state coinvolte dal fenomeno delle dimissioni in bianco”. E’ la denuncia di Serena Sorrentino, segretaria confederale della CGIL, tra le 14 firmatarie dell’appello “188 firme per la legge 188”.
 
“Questi numeri – ha commentato la Sorrentino – si sono registrati a seguito dell’abolizione della legge 188, che tutelava donne, uomini, migranti e precari, e che unificava tutti nel contrasto ad abusi e discriminazioni”. Per Sorrentino è necessario “intervenire sulle regole, lo dicono questi numeri, e il caso Rai dimostra che c’è’ ancora bisogno di quella legge e che il problema esiste”. Per questo, ribadisce Sorrentino, “deve intervenire con urgenza il governo per porre fine ad una pratica aberrante e affinché si ripristini, insieme alla legge 188, lo stato di diritto”.

Immigrazione – Strasburgo condanna per l’Italia per i respingimenti verso la Libia

NEWS

 

“Una sentenza di altissimo valore, la certificazione più autorevole di condanna della politica di razzismo e xenofobia costruita negli anni dai governi di centro destra, che ha provocato dolori immensi ad esseri umani ed esposto l’Italia ad una ennesima figuraccia internazionale€”. Così il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, ha commentato la sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che ha  condannato l’Italia per i respingimenti verso la Libia.

Per la dirigente sindacale “la sentenza dimostra, €œdopo le  innumerevoli denunce, nostre e della gran parte delle associazioni, e degli organismi sovranazionali, di come fosse inaccettabile  la pratica dei respingimenti: un modo indegno di calpestare i diritti umani. Ora quella politica è smontata ed inabissata dal verdetto della Corte Europea: il Governo non si faccia intimidire dalle urla scomposte che vengono dai responsabili di quegli orrori, ed operi concretamente per dare  il segno di un concreto cambiamento”€.

Secondo Lamonica “è il momento di realizzare un’effettiva discontinuità  nelle politiche sull’immigrazione a cominciare dalla revisione del trattato con la Libia, e dalla definizione di una legislazione sul diritto d’asilo che, seppur espressamente previsto dalla Costituzione, non è ancora patrimonio dell’ordinamento del nostro Paese”.

Inca e Cgil – Ricorso al Tar su contributo permessi di soggiorno

NEWS

Comunicato stampa

 

Il 23 febbraio è stato depositato presso il TAR del Lazio il ricorso per chiedere l’annullamento del decreto che istituisce il contributo aggiuntivo per i permessi di soggiorno. Promosso dalla Cgil e dal patronato Inca, il ricorso si fonda su motivazioni che ne mettono in risalto l’ingiustizia e la illegittimità costituzionale.

Il tributo incide sulle persone più deboli ignorandone di fatto la scarsa capacità contributiva, penalizza maggiormente con la sua gradualità di applicazione i lavoratori stagionali e le somme raccolte, solo in minima parte, vanno ad alimentare il miglioramento dei processi amministrativi a vantaggio del fondo rimpatri e delle misure di pubblica sicurezza. I costi delle politiche di contrasto alla immigrazione irregolare vengono così addebitati a chi si impegna e si sforza per rimanere nella regolarità e si è avviato al processo di integrazione.

Il ricorso si spinge a chiedere la sospensione del provvedimento fino al giudizio del Tribunale Amministrativo. Ricorrendo per l’annullamento del decreto 304 del 6 ottobre 2011, la sentenza avrà effetto sulla totalità dei soggetti interessati dalla norma e non, come quando si ricorre per i singoli, sui soli ricorrenti.

Dossier pensioni Inca e Cgil

NEWS

 

L’allarme, lanciato ieri durante la conferenza stampa indetta da Inca e  Cgil,  riguarda decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici che, per colpa della manovra pensionistica Monti Fornero, rischiano di trovarsi senza reddito, senza ammortizzatori e senza pensioni, ha scatenato un vero e proprio tam tam sui vari blog di internet.

Ne pubblichiamo solo alcuni, che però sono indicativi di come i lavoratori stanno vivendo quella che è stata considerata ieri da Morena Piccinini, presidente del patronato Inca, una vera e propria lotteria dei diritti.

“…siamo almeno 5.000 dipendenti postali vittime del decreto Monti-Fornero. Siamo persone in carne e ossa, cittadini, lavoratori che si sentono trattati come scorie. Adesso però abbiamo uno strumento (dossier Inca Cgil n.d.r.) in più per far sentire la nostra voce.Usiamolo con intelligenza”.

“… Caos previdenza – Esodati, allarme rosso –
Esodati senza pace. Maltrattati dal Milleproroghe, snobbati dal ministro del Lavoro Fornero («affrontiamo il problema in un altro provvedimento», ha detto), sono rimasti al centro di un’emergenza previdenziale che non è ancora rientrata, nonostante l’appoggio delle forze politiche… ma la Cgil non molla con il dossier pensioni…  Non solo esodati, ma anche la «ricongiunzione onerosa» per il sindacato è un problema, tanto da poter scatenare «un’emergenza sociale»”.

….”Nemmeno l’organizzazione sindacale è riuscita a calcolare con esattezza questo numero, ma ritiene che potrebbe comprendere anche diverse centinaia di migliaia di lavoratori. Insomma una schiera di cittadini (e di famiglie) che si trovano in grande difficoltà e sui quali destini pesa l’incognita delle risorse stanziate dal Governo per coprire i costi di una norma ad hoc, che consentirebbe a costoro di accedere al pensionamento con le vecchie regole…”.

… “Un «furto legalizzato», ma anche «il delirio di un folle». Si sta parlando degli effetti concreti della prodigiosa «riforma delle pensioni» approvata in pochi giorni dal governo Monti. L’Inca Cgil ha voluto limitare la sua denuncia soltanto a due «effetti diretti» di quel provvedimento, nel timore  che i giornalisti si perdessero negli infiniti meandri di  una «riforma» fatta secondo criteri che ricordano il tracciamento coloniale dei confini di certi paesi sahariani: con la riga e la squadra, senza guardare chi cadeva dentro o fuori…”.

….”Questa manovra scellerata ed improvvisa sta facendo pagare sulla pelle dei più deboli gli errori dei politicanti e delle banche che non si rendono conto (o forse sì, ma non gliene frega nulla) che questi sono soldi estorti ai lavoratori e in più si obbliga, chi aveva già raggiunto il requisito, a restare in servizio nonostante le aziende non li vogliano più (scatenando quindi conflitti enormi!) ….”. 

Tutti i casi presentati:

Casi Conferenza Stampa 21Feb12.pdf

Ricongiunzione onerosa.pdf

Dieci storie italiane.pdf

Auser -II indagine nazionale sulla condizione sociale degli anziani

NEWS

 

“Danno di più e ricevono di meno”

 anziano.jpg

Peggiorano  sensibilmente le condizioni sociali ed economiche degli anziani nel nostro Paese.  La crisi prima, le manovre effettuate dai governi nel 2010 e 2011 poi, hanno pesato sulle  fasce d’età anziane peggiorandone  le condizioni di vita e facendo crescere i fenomeni di esclusione sociale.  E’ quanto emerge dai dati della II Indagine nazionale sulla condizione sociale degli anziani, presentata oggi a Roma dall’Auser nazionale nel corso di una Conferenza Stampa.

“Gli anziani, insieme alle donne ed ai giovani  sono fra le categorie di cittadini  che più di altri stanno soffrendo gli effetti della crisi e delle manovre economiche – ha detto il presidente nazionale Auser Michele Mangano-  Il potere d’acquisto delle loro pensioni si è ridotto del 30% negli ultimi anni con la conseguenza di una drastica riduzione dei consumi, difficoltà se non impossibilità ad affrontare le spese impreviste, e tante rinunce purtroppo  spesso legate alla tutela della propria salute ed alla prevenzione”.

“La parola scomparsa è Equità – ha proseguito Mangano – chiediamo al Governo di non puntare solo sulla Social Card e di dare maggior peso alla  questione sociale. Le risorse si possono trovare, soprattutto dalla lotta alla corruzione e all’evasione fiscale”.

La riforma delle pensioni e la lotteria dei diritti

NEWS

Conferenza stampa Inca e Cgil

 
Ci sono voluti solo 15 giorni per scrivere e approvare la manovra sulle pensioni, targata Monti-Fornero, e dopo neppure due mesi Cgil e Inca fanno il primo bilancio sui danni che la stessa sta provocando e continuerà a provocare se non saranno apportati correttivi.

In una conferenza stampa, che si è svolta questa mattina, la Confederazione di corso d’Italia e il patronato della Cgil sono partiti dai casi concreti per far emergere le numerose incongruenze della legge n. 214/11 che sta generando un grado altissimo di sofferenza tra lavoratori e lavoratrici.

In particolare, si fa riferimento a tutti coloro, definiti con un pessimo neologismo “esodati”, che per effetto delle nuove norme sul pensionamento rischiano di trovarsi senza pensione, senza stipendio e senza alcun ammortizzatore sociale.

Si tratta di dipendenti di aziende che, avendo sottoscritto accordi dopo il 4 dicembre 2011 e non avendo risolto il proprio rapporto di lavoro entro la fine dell’anno scorso, si ritrovano a dover fare i conti con il brusco innalzamento dell’età pensionabile, imposto dalla legge Monti-Fornero.

“Non è dato sapere quanti potrebbero essere – spiega Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil – perché la platea è molto ampia e va ben al di là di coloro che sono in mobilità. La stessa stima, fornita dall’Inps in un primo momento di 65 mila persone, è parziale perché fa riferimento ai soli accordi sulla mobilità”.

A spanne potrebbero essere anche diverse centinaia di migliaia di persone, avvertono i promotori della conferenza stampa.  Sul destino di questi lavoratori pesa l’incognita delle risorse stanziate dal governo per coprire i costi di una norma sui “derogati” che consentirebbe loro di accedere al pensionamento con le vecchie regole.

“Lo stanziamento è stato fatto sulla base della stima fornita dall’Istituto previdenziale, perciò è chiaro che senza risorse finanziarie aggiuntive – avverte Lamonica – sarà una vera e propria lotteria del diritto”.

Un vero e proprio gioco al massacro è anche la norma sulla ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori; già introdotta dal precedente governo Berlusconi, che non è stata cancellata dall’attuale esecutivo. A tutti quei lavoratori che hanno versato i contributi obbligatori in Inps e in Indap si chiede di pagare cifre importanti, che oscillano dai 30-40 mila euro fino a 300 mila, per avere la possibilità di avere un’unica pensione.

Un’operazione che prima del 2010 era gratuita. Si tratta di lavoratori che hanno lavorato sia nel settore privato che in quello pubblico, costretti a pagare all’Inps una ricongiunzione che prima dell’entrata in vigore della legge n. 122/010 era possibile gratuitamente.

“Di fatto si chiede loro – spiega Morena Piccinini, presidente Inca – di pagare una seconda volta contributi che hanno versato per tutta una vita.  Lasciando loro l’unica alternativa di rinunciarvi e attendere per altri 6 o 7 anni l’ora del pensionamento”.

Nel concreto si tratta, per esempio, di persone alle quali è stata cambiata la ragione sociale dell’azienda per cui hanno lavorato per l’intera carriera. Si pensi per esempio agli insegnanti di scuole private, per i quali l’ente previdenziale di riferimento era l’Inps, poi passate agli istituti pubblici, e quindi, ai versamenti obbligatori verso l’Inpdap; o ai dipendenti di aziende municipalizzate, che hanno subito la stessa sorte.

La beffa della ricongiunzione onerosa è ancor più dolorosa se si considera che è stata concepita contro le donne durante il governo Berlusconi per scoraggiare la richiesta delle lavoratrici del pubblico impiego (alle quali era stato imposto l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni) di trasferimento gratuito dei contributi all’Inps, per poter andare in pensione prima, avvalendosi delle regole più favorevoli del settore privato.

“Una fuga, però, che non c’è mai stata”, chiarisce Maria Luisa Gnecchi, della commissione lavoro della Camera. Nonostante ciò la norma è stata confermata e per la sua abrogazione ora l’Inps presenta un conto salato di un miliardo e 470 mila euro allo Stato.

“Una cifra totalmente sballata – spiega Piccinini – considerando che nella legge del 2010 non era previsto alcun risparmio, trattandosi appunto semplicemente di una norma tesa soltanto a  disincentivare il ricorso al ricongiungimento gratuito da parte delle lavoratrici del pubblico impiego,  che non c’è stato”.  

Inail il contact center di Superabile si trasforma

NEWS

 

Quest’oggi è stata presentata la nuova piattaforma multimediale di ”SuperAbile”, il contact center integrato creato dall’Inail nel 2000, che offre informazioni e opportunità di partecipazione alle persone disabili.

Ma ad integrare la nuova piattaforma è nato anche un  magazine che racconta la disabilità nei vari aspetti della vita sociale e lavorativa. “’Un nuovo prodotto cartaceo – ha detto il direttore della rivista, Stefano Trasatti – che è stato richiesto da 1.700 utenti in un solo mese, a dimostrazione di quanto questo mondo abbia bisogno di buona comunicazione”.

E, appunto sulla comunicazione è intervenuto anche il presidente del Civ dell’Inail, Franco Lotito, che ha sottolineato come lo strumento comunicativo è utile proprio per contrastare la cattiva pubblicistica che periodicamente torna ad “aggredire” la disabilità. E’ necessario – ha proseguito Lotito – esercitare rigore contro i falsi invalidi , ma per proteggere i veri invalidi perché questo è un dovere civico prima ancora che la difesa dei conti dell’Inps.

E’ necessario combattere l’attacco indiscriminato contro le invalidità – ha detto Lotito –  perché si tenta di farle passare come un contenitore di parassitismo sociale, di privilegio, di corruzione. Il presidente del Civ ha inoltre auspicato una prossima iniziativa proprio sulle invalidità, per fare il punto su un meccanismo volutamente farraginoso nella concessione delle prestazioni, sul sistema di controllo, sulle revoche, sulle soccombenze perché – ha proseguito – bisogna respingere il concetto che l’invalidità venga considerata un gravame sociale per la collettività.

Il presidente del Civ ha inoltre sottolineato che il bilancio dell’Istituto, approvato lo scorso dicembre, ha riconfermato la centralità  sia delle politiche sanitarie che della prevenzione e fra i futuri impegni qualificanti  dell’Istituto vi è la predisposizione dei livelli integrativi di assistenza, lo sviluppo nel campo della protesica, l’impegno verso il tema della riabilitazione con la creazione di 1-2 centri di eccellenza dedicati e l’impegno sui temi della ricerca (protesica e ex Ispesl).