Ultime Gazzette Pubblicate
- Serie Generale280 del 30-11-2022
- Corte Costituzionale
- Unione Europea 90 del 28-11-2022
- Regioni 47 del 26-11-2022
- Concorsi ed Esami 94 del 29-11-2022
- Contratti pubblici140 del 30-11-2022
- Parte II139 del 29-11-2022
Ultime Gazzette Pubblicate
Quota 103 per pochi (11.340, per tutti gli altri resta la Legge Fornero), abolita di fatto Opzione donna, nessuna risposta per i giovani, 17 miliardi in meno in 3 anni per la rivalutazione delle pensioni. Christian Ferrari: “Gli slogan elettorali si rivelano ancora una volta pubblicità ingannevole”
Roma, 30 novembre – Nonostante gli impegni assunti dalla Presidente del Consiglio sul coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali e sull’apertura di un confronto di merito e preventivo, con il Ddl Bilancio il Governo interviene in maniera unilaterale anche sul terreno pensionistico. Ma non c’è solo un problema di metodo, ci sono – non meno gravi – le questioni di merito. Le misure previdenziali approvate dal Consiglio dei ministri sono molto limitate, largamente insufficienti e, in alcuni casi, addirittura peggiorative rispetto al quadro normativo vigente. Per rendersene conto basta guardare i numeri nudi e crudi, non dimenticando mai che dietro le cifre ci sono le persone.
Il saldo delle risorse previsto dal governo sul “capitolo pensioni” non mente: nel 2023 a fronte di 726,4 milioni di euro che finanziano i diversi interventi (Quota 103, Opzione donna, Ape sociale e altro), si sottraggono al sistema ben 3,7 miliardi di euro tra taglio della rivalutazione delle pensioni in essere (-3,5 miliardi solo nel 2023) e abrogazione del fondo per l’uscita anticipata nelle PMI in crisi (-200 milioni). Se si considera il triennio, le mancate rivalutazioni ammonteranno a 17 miliardi. In realtà, le risorse che saranno effettivamente spese – sulla base della nostra analisi – saranno poco più di un terzo: 274,3 milioni, con un risparmio di 452,1 milioni.
Se infatti guardiamo le platee interessate dalle misure previste, si comprendono le ragioni di questo risparmio e si chiarisce ancor di più la sostanza reale delle scelte previdenziali del Governo.
Secondo le stime dell’Osservatorio Previdenza di Cgil e Fondazione Di Vittorio – tra “Quota 103” (che consentirà l’uscita a 11.340 persone, di cui 9.355 lavoratori e appena 1.985 lavoratrici, in luogo delle 41.100 annunciate), “Opzione donna” (solo 870 rispetto alle 2.900 previste, che sarebbero già pochissime), conferma dell’Ape sociale (13.405 rispetto alla previsione di 20.000) – nel 2023, la platea reale delle persone che usufruiranno di questi tre istituti sarà di 25.615. Per tutti gli altri c’è la legge Fornero.
Per il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari: “Così non vengono affrontate in alcun modo le criticità presenti nel nostro sistema pensionistico, e men che meno si prefigurano le condizioni per una riforma complessiva del nostro impianto previdenziale. Nessun superamento della legge Fornero, dunque, e nemmeno la possibilità di accedere al pensionamento con 41 anni di contribuzione. Gli slogan e le promesse elettorali, ancora una volta, si configurano come vera e propria pubblicità ingannevole. In sostanza, non solo non c’è alcun miglioramento né allargamento delle tutele e dei diritti previdenziali, ma c’è un intervento regressivo rispetto alla situazione attuale, con una stretta – anche finanziaria – che indica una direzione molto chiara, in perfetta continuità con il recente passato. Prima quota 100, poi quota 102, adesso quota 103: si procede spediti verso un ritorno alla legge Fornero ‘in purezza’”.
“Non si rispetta – prosegue il segretario confederale Cgil – nemmeno la ‘regola’ annunciata dal ministro Giorgetti, per cui gli interventi nei diversi settori si dovrebbero finanziare all’interno di quegli stessi settori. Anzi, sulla previdenza succede esattamente l’opposto: si fa cassa sulle spalle di lavoratori e pensionati per tagliare le tasse a professionisti da 85.000 euro annui. Intanto, nessuna risposta ai giovani, a chi svolge lavori gravosi e, soprattutto, alle donne, che hanno pagato il prezzo più salato delle “riforme” degli ultimi 15 anni. Per quanto riguarda i giovani, del resto, è emblematica la reintroduzione dei voucher, che prevedono versamenti contributivi irrisori. Invece di contrastare la precarietà, che sta condannando le nuove generazioni a un presente ben poco dignitoso e a un futuro da pensionati poveri, la si implementa e la si peggiora, compromettendo l’equilibrio anche finanziario del sistema pensionistico nel suo complesso”.
“Paradigmatica, inoltre, la modifica di “Opzione donna” che – aggiunge Ferrari – nonostante preveda il ricalcolo totalmente contributivo dell’assegno (e costituisca, quindi, solo un anticipo di cassa senza alcun costo aggiuntivo per il bilancio previdenziale) – è oggetto di un intervento così radicale da determinare, attraverso lo svuotamento della platea, un’abrogazione di fatto dell’istituto. Oltretutto – anche rispetto al tavolo, per ora solo annunciato, che in base alle intenzioni del Governo dovrebbe mettere mano ad una riforma previdenziale nel corso del 2024 – da queste prime misure si prefigurano un’impostazione e dei margini finanziari che smentiscono l’obiettivo di una vera riforma strutturale che assicuri sostenibilità sociale e dia risposte alle persone”.
“Per parte nostra – conclude Ferrari – il giudizio sulla strada intrapresa dall’Esecutivo in materia previdenziale è nettamente negativo. Ribadiamo la necessità di una vera riforma del nostro impianto pensionistico, così come indicato nella piattaforma sindacale unitaria, attraverso l’uscita flessibile a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e povere, il riconoscimento del lavoro di cura e della differenza di genere, l’uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età”.
→ lo studio dell’Osservatorio Previdenza Cgil e Fondazione Di Vittorio
Filtra l’elenco delle schede dei deputati per lettera alfabetica
Sono 2656 gli utenti che hanno espresso un’opinione in merito alla demo del nuovo portale INPS.
L’Istituto ha invitato tutti gli utenti a lasciare il proprio parere sulla demo. Perché è solo attraverso l’esperienza dei cittadini che ogni giorno navigano nel sito, per accedere alle informazioni e ai servizi offerti, che il nuovo portale può crescere e riuscire a rispondere alle diverse esigenze degli utenti.
Tra questi, il 71,57% (1901 utenti) ha espresso apprezzamento. Il 14,83% (394 utenti) ha lasciato un commento negativo. Infine, il 13,59% (361 utenti) del totale dei feedback rilevati non ha comunicato una posizione.
Tali dati si riferiscono all’ultima rilevazione effettuata, in data 28 novembre 2022.
L’Istituto, mercoledì 30 novembre, sospenderà l’accesso alla demo all’utenza, per poter dare avvio, a partire dall’analisi dei feedback, alla fase conclusiva di progettazione del nuovo portale che culminerà con la pubblicazione del nuovo sito istituzionale.
L’INPS ha realizzato un punto di accesso unificato per l’invio telematico delle domande di accredito figurativo per cariche elettive e sindacali da parte degli iscritti a tutte le gestioni amministrate dall’Istituto.
La domanda di accredito figurativo per cariche elettive e sindacali può essere presentata tramite:
La circolare INPS 28 novembre 2022, n. 129 fornisce ogni indicazione utile all’utilizzo del servizio.
Dal 1° dicembre 2022 il Contact center verrà gestito tramite INPS Servizi, società in house dell’Istituto, e non più con affidamento a gestori privati esterni.
Per consentire il completamento di tutte le operazioni di passaggio tra i sistemi esterni e quelli in uso all’INPS, che comporteranno da giovedì 1° a domenica 4 dicembre la sospensione del solo servizio telefonico, l’Istituto mette in campo servizi alternativi per l’utenza.
INPS ha attivato, infatti, un servizio di chiamata diretta al personale delle sedi su tutto il territorio nazionale, raggiungibile tramite i numeri dei centralini provinciali (pdf 343Kb). Il servizio è attivo, in lingua italiana, dalle 08.30 alle 16.30.
Si ricorda, inoltre, che i servizi INPS sono sempre raggiungibili anche attraverso il portale e l’app INPS Mobile, oltre che tramite i servizi di prima accoglienza e gli sportelli delle sedi territoriali. Nella sezione “Contatti” del portale sono indicate le ulteriori modalità di accesso ai canali di contatto messi a disposizione dell’utenza.
Dal 5 dicembre il servizio di Contact center, che impiegherà oltre 3.000 persone assunte, riprenderà dal lunedì al sabato con modalità rinnovate che faciliteranno il contatto telefonico diretto con un operatore specializzato.
Attratto dalla sua ispirata parola, Andrea, pescatore di Betsaida, divenne suo discepolo.
Allorché il Battista, vedendo passare il Messia, gridò agli astanti: « Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo », Andrea era presente e segui Gesù Cristo con un suo compagno.
Il Redentore, appena si accorse dei due, si rivolse a loro e disse:
« Chi cercate? ».
« Maestro, risposero quelli, dove abiti? ».
« Venite e vedrete », rispose Gesù.
Ed andarono quei fortunati discepoli, e videro non solo la semplice abitazione del Salvatore, ma furono così bene istruiti che si convinsero d’aver trovato veramente il Messia, come aveva loro annunciato Giovanni.
Un altro giorno Gesù vide Andrea mentre con Pietro suo fratello pescava nel mare di Galilea e disse loro: « Venite dietro di me e vi farò pescatori di uomini »; e quelli lasciate le reti lo seguirono. Da quel giorno il nostro Apostolo non abbandonò più il suo Maestro.
Venuto il giorno della Pentecoste, Andrea ripieno di Spirito Santo andò ad annunciare il nuovo Messia fra i popoli. Passò nella Frigia, nell’Epiro e nella Tracia dovunque le genti accorrevano per ascoltarlo.
Proseguendo il suo apostolato fra pericoli ed ostacoli senza fine, giunse a Patrasso in Acaia, ove sparse in abbondanza la dottrina di Cristo. Ma a contrastare la sua attività sorse il superbo console romano Egea che, geloso del potere e timoroso di spiacere all’imperatore, cominciò a perseguitarlo.
Il Santo non cedette, ma rivoltosi a quel prepotente pagano gli disse: « Tu che sei giudice degli uomini, sappi che sarai il ludibrio del demonio, se non riconosci in Gesù il giudice di tutti ». Preso da sdegno Egea lo fece rinchiudere in un tetro carcere e condannò il grande Apostolo ad essere crocifisso. Somma gioia provò allora Andrea, che alla vista della croce esclamò: « Oh! buona croce, nobilitata dal contatto delle membra del Signore, da me desiderata, amata e lungamente ricercata! toglimi di mezzo agli uomini e rendimi al mio Maestro, affinché per tuo mezzo mi riceva, Egli che in te mi redense! ». Avvinto al rozzo legno per due giorni spasimò tra atroci dolori, esaltando il Signore e predicando Gesù Cristo al popolo. Poi la sua bell’anima volò in Paradiso a ricevere la duplice corona di martire e d’apostolo.
La tradizione vuole che Andrea sia stato crocifisso su una croce a forma di X detta Croce decussata che successivamente prenderà il nome di “Croce di Sant’Andrea”; questa venne adottata per sua personale scelta, dal momento che egli non avrebbe mai osato eguagliare il Maestro nel martirio.
Sant’Andrea è il patrono dei pescatori, non solo perché praticava il mestiere ma anche perché fu colui che davanti alla folla affamata, indicò a Gesù il fanciullo che portava i cinque pani d’orzo e i due pesci, che vennero poi utilizzati nel miracolo della moltiplicazione.
PRATICA. Compiamo con esattezza, giorno per giorno, i doveri del nostro stato.
PREGHIERA. Supplichiamo istantemente la tua maestà, o Signore, affinché, come il tuo beato apostolo Andrea fu predicatore e pastore della tua Chiesa, così sia per noi perpetuo intercessore presso di te.
MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di sant’Andrea, Apostolo: nato a Betsaida, fratello di Simon Pietro e pescatore insieme a lui, fu il primo tra i discepoli di Giovanni Battista ad essere chiamato dal Signore Gesù presso il Giordano, lo seguì e condusse da lui anche suo fratello. Dopo la Pentecoste si dice abbia predicato il Vangelo nella regione dell’Acaia in Grecia e subíto la crocifissione a Patrasso. La Chiesa di Costantinopoli lo venera come suo insigne patrono.