Archivio mensile:novembre 2022

San Giacomo della Marca

 

San Giacomo della Marca


Nome: San Giacomo della Marca
Titolo: Religioso e sacerdote
Nome di battesimo: Domenico Gangala
Nascita: 1 settembre 1393, Monteprandone, Ascoli Piceno
Morte: 28 novembre 1476, Napoli
Ricorrenza: 28 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:NapoliMonteprandone
Protettore:dei bambini
S. Giacomo della Marca nacque a Monteprandone, provincia di Ascoli Piceno, da poveri genitori. Studiò in varie città delle Marche e dell’Umbria e fu maestro di scuola.

A vent’anni, preso dalla bellezza dell’ideale francescano, abbandonò il mondo ed entrò in religione. Il suo primo maestro fu S. Bernardino da Siena. E di tanto padre il nostro Giacomo (al secolo Domenico) sarà degno figlio. Come lui predicatore, lo imitò nello zelo e nella santità.

La sua vita, dal lato umano, è un romanzo d’avventure. Girò l’Europa e specialmente l’Italia, l’Ungheria, l’Austria, la Boemia e in alcuni paesi fondò pure dei conventi. Ovunque predicò e combattè eresie, sempre obbediente alla volontà del Pontefice, che lo spostava da una regione all’altra. Ma il suo principale campo di lotta fu l’Italia, dove combattè la setta dei « Fraticelli », predicò quaresime, illustrò concili e congressi con la sua presenza e l’autorità della sua parola.

All’Aquila, dove era andato per venerare il suo amato maestro S. Bernardino, pregando nel nome di Gesù, ottenne sulla pubblica piazza una sessantina di miracoli. Rimase nascosto per ordine del Vescovo, il quale temeva gli eccessi della folla entusiasta. Andato a Napoli vi morì poco dopo, il 28 novembre 1476.

Per più di trent’anni girò per città e villaggi a predicare, mangiando solo un tozzo di pane, poche fave e qualche cipolla che portava sempre con sè nella bisaccia. S. Bernardino gli raccomandava spesso di nutrirsi e lo esortava a mangiare un poco di minestra, ma lui non se ne dava per inteso e continuava a digiunare ogni giorno. Dormiva pochissimo: un paio d’ore per sera e si levava sempre quando gli altri andavano a riposare. Per dieci anni portò il cilicio sulla nuda carne e ogni notte si batteva con la disciplina.

Durante tutta la sua vita di religioso osservò la castità in modo perfetto, tuttavia fu tormentato per ben trent’anni da forti tentazioni, dalle quali lo liberò la Vergine di Loreto.

Nelle sue molte peregrinazioni fu imprigionato varie volte, assalito e malmenato dagli eretici, ma non desistette mai dai suoi propositi; mai mostrò rancore verso i suoi nemici; sempre li perdonò, pur combattendo strenuamente i loro errori.

Nella vecchiaia fu travagliato da molti mali e acciacchi, tanto che per sei volte gli venne amministrata l’Estrema Unzione. Ma tutto sopportò con rassegnazione e quasi con gioia, per imitare Gesù anche sul Calvario. Edificava sempre chi lo assisteva con la sua umiltà e preghiera.

Nell’ultima malattia, sentendo ormai la morte vicina, chiese i sacramenti e si spense nel nome di Gesù invocando dai presenti il perdono dei suoi falli.

Fu beatificato da Urbano VIII nel 1624 e canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII.

PRATICA. Nell’obbedienza, che è fonte di tante virtù, troveremo una facile via per il Paradiso.

PREGHIERA. O Signore, che ti sei degnato di illustrare la tua Chiesa con i meriti e la predicazione di S. Giacomo, confessore della tua fede, concedi a noi di seguirne gli esempi e di conseguire l’eterno premio.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Nàpoli, in Campània, la deposizione di san Giàcomo della Marca, Sacerdote dell’Ordine dei Minori e Confessore, illustre per l’austerità della vita, per la predicazione apostolica e per molte legazioni compiute a vantaggio della Cristianità. Dal Sommo Pontefice Benedétto decimoterzo fu ascritto nel catalogo dei Santi.

IL MANIFESTO DEL LUNEDI

Iran, il colpo in canna è italiano

MADE IN ITALY. Le cartucce dell’italo-francese Cheddite, fatte tra Livorno e Bourg-lès-Valence, usate a Tehran e in altre città per sparare sulle proteste. Come già in Myanmar e Siria. Nonostante l’embargo
<img src="data:;base64,” alt=”” />Iran, il colpo in canna è italiano
Cartuccia “Cheddite” trovata a Tehran da informatori di France24 dopo una protesta il 3 ottobre – observers.france24.com
 
 
 
 
 

Nuovo!

Un servizio del team investigativo The Observers dell’emittente televisiva internazionale France 24 «ha trovato prove che le cartucce per fucili prodotte dall’italo-francese Cheddite sono state utilizzate nella repressione delle proteste in Iran», confermando così le risultanze di un’inchiesta su quella società che il nostro quotidiano sta conducendo a più riprese dal marzo 2021. I giornalisti della tv francese hanno ottenuto dagli iraniani oltre 100 foto e video delle munizioni esaurite recuperate dopo le proteste scoppiate in seguito alla morte per mano della polizia della 22enne Mahsa Amini il 16 settembre, e represse nel sangue dalle forze di sicurezza iraniane.

NELLE FOTOGRAFIE inviate da cittadini e attivisti iraniani, pubblicate da France 24, tredici cartucce rinvenute a terra dopo le manifestazioni nelle città di Teheran, Yazd, Shiraz, Karaj, Rasht, Sanandaj e Kamyaran sono a marchio Cheddite, tra i più grandi produttori al mondo di questo tipo di munizioni con sedi operative a Livorno e Bourg-lès-Valence (Francia). Circostanza confermata anche dagli esperti in materia interpellati dalla tv. Le foto di 10 cartucce del produttore italo-francese sono state inviate ai giornalisti dell’emittente televisiva da 1500Tasvir, un gruppo di attivisti sceso in campo per documentare le proteste. Ma quelle di altre tre provengono direttamente dagli iraniani scesi in piazza.

«UN MANIFESTANTE ha inviato le fotografie di una cartuccia che ha recuperato nella città centrale di Yazd, dopo che le forze di sicurezza hanno sparato su di lui e altri dimostranti il 28 settembre. Sulla base della munizione è inciso “Cheddite 12” sulla base e “Shahin 2017/24” sull’involucro in plastica verde», riporta il servizio di France 24/The Observer. Un altro partecipante alle proteste «ha inviato fotografie di una cartuccia recuperata nella capitale Teheran il 3 ottobre, dopo che le forze di sicurezza hanno sparato contro i manifestanti. La cartuccia presenta il logo Cheddite “12*12*12*12*” e una custodia di plastica gialla con la scritta “Iran 2020/01”».

Ci sono poi le immagini di «un residente di Mahabad», che mostrano «una cartuccia recuperata dopo che le forze di sicurezza hanno usato fucili per reprimere una protesta il 29 ottobre». In questo caso, l’involucro di plastica verde della cartuccia che contiene i pallini «non aveva scritte», mentre «il logo presentava sulla base il “12*12*12*12*” della Cheddite».

L’AZIENDA franco-italiana «è l’unico produttore noto a utilizzare quella sigla», denunciano ancora i giornalisti di France 24. Un membro della milizia iraniana Basij, «che si è occupato della repressione di queste proteste», ha dichiarato all’emittente televisiva che «l’equipaggiamento standard della sua unità per i fucili sono cartucce a marchio Maham», aggiungendo però che «hanno anche ricevuto cartucce da caccia da usare non contrassegnate, piene di pallini di metallo, che causano “piccole ferite dappertutto” sui corpi delle vittime». Come da almeno oltre un mese mostrano le fotografie che circolano in Rete dei manifestanti sui quali sono state sparate.

LE CARTUCCE da caccia Cheddite vengono utilizzate per la caccia nel Paese degli ayatollah «almeno dal 2011», in «apparente violazione delle sanzioni dell’Ue entrate in vigore quell’anno». Il regolamento del Consiglio dell’Unione europea n. 359/2011, approvato il 12 aprile 2011, «vieta infatti l’esportazione, diretta o indiretta, di attrezzature che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna» in Iran, comprese «armi da fuoco, munizioni e relativi accessori». Cinque esperti di sanzioni hanno dichiarato a France 24 che tale il divieto si estende anche alle cartucce per fucili e ai loro componenti, indipendentemente dall’uso previsto o dalla catena di vendita adoperata.

A PARTIRE dal marzo 2021, un mese dopo colpo di Stato messo a segno dai militari in Myanmar, questo quotidiano aveva dato conto delle cartucce da caccia della Cheddite trovate dai manifestanti birmani in seguito alle proteste pro-democrazia. Una di queste era stata sparata persino contro un’ambulanza intenta a portar via i feriti.

Nei mesi successivi, il manifesto ricostruì anche il possibile percorso che avevano fatto grazie ad una triangolazione con un Paese terzo: in testa ai sospetti la Turchia della Yavascalar YAF (con cui la ditta franco-italiana era in affari), seguita dalla Thailandia. Come confermò in seguito anche il precedente governo Draghi, grazie all’acquisizione da parte delle forze dell’ordine di documenti nella sede della Cheddite a Livorno. «Le forze di sicurezza iraniane usano fucili di fabbricazione turca e gli esperti di sanzioni affermano che la Turchia è nota come punto di riferimento per evitare gli embarghi sulle armi», dice ora France 24. Aggiungendo inoltre che, da quando nel 2011 sono entrate in vigore le sanzioni dell’Ue sulle attrezzature impiegabili per la repressione interna dal 2011, la Turchia ha esportato in Iran cartucce per fucili da caccia per un valore di circa 7 milioni di euro (dati Onu). Mentre l’Italia, nello stesso arco temporale, per ben 85,8 milioni di euro. Cartucce YAF turca/Cheddite erano state precedentemente rinvenute anche durante la guerra in Siria.

LA DITTA franco-italiana allora preferì non rispondere alle domande del manifesto, come anche a quelle rivoltegli ora da France 24. La quale oltre alla sede di Livorno ha contattato anche quella transalpina di Bourg-lès-Valence. Bocche cucite con entrambe le testate anche in Turchia. Foto di munizioni da caccia di produzione italiana calibro 12, stavolta della Rc Eximport di Forlì, sarebbero poi state trovate durante la repressione di manifestazioni nella capitale thailandese da parte del governo militare al potere. Il tutto in un Paese dove, a differenza dell’Iran o della stessa Turchia, la caccia è poco diffusa. A pubblicarle, il 10 agosto 2021, la corrispondente da Bangkok del network asiatico Channel News Asia (Cna), May Wong.

L’Italia è tra gli ultimi stati Ue per tasso di occupazione Europa

L’Italia è tra gli ultimi stati Ue per tasso di occupazione Europa

La quota di persone che lavorano va progressivamente aumentando, ma in Italia l’incremento risulta particolarmente lento. Le regioni del mezzogiorno, soprattutto Sicilia e Campania, registrano nel 2021 i dati più bassi del continente.

 

In un recente approfondimento, ci siamo occupati del tasso di disoccupazione nelle regioni e negli stati dell’Ue. L’Italia nel 2021 si posizionava terza, sotto la Spagna e la Grecia, come paese con il tasso più elevato (9,5%, contro una media del 7%).

Tuttavia per descrivere la partecipazione al mondo del lavoro c’è un altro indicatore importante da considerare: il tasso di occupazione, con cui si intende la percentuale della forza lavoro che ha un impiego nel momento della rilevazione. È importante considerare questo indicatore per capire quanti lavoratori ci sono tra la popolazione attiva.

Occupato è chi svolge un lavoro. Occupati e disoccupati compongono la forza lavoro, cioè la popolazione economicamente attiva. Vai a “Che cosa si intende per occupati, disoccupati e inattivi”

Il tasso di occupazione nei paesi e nelle regioni dell’Ue

Mediamente in Ue nel 2021 risulta occupato il 68,4% della forza lavoro. Una quota che nell’arco di un decennio è cresciuta di circa 6 punti percentuali (nel 2012 si attestava al 62,6%). La situazione appare però fortemente diversificata da paese a paese, e anche a livello regionale.

 

Paesi Bassi registrano la quota più elevata (80,1%). Seguono Germania (75,8%) e Danimarca e Malta (entrambe con il 75,5%). Agli ultimi posti invece Grecia (57,2%), Italia (58,2%) e Romania (61,9%).

A livello regionale, la quota più elevata la riporta la regione finlandese dell’Åland, con un tasso di occupazione pari all’84,2%. Un valore più che doppio rispetto a quello della Sicilia, che detiene invece il record negativo a livello europeo. Seguono per tasso più contenuto la Campania (41,3%), il territorio oltremare francese della Guyana (41,4%) e la Calabria (42%).

41,1% il tasso di occupazione in Sicilia nel 2021, il dato più basso d’Europa.

L’Italia si caratterizza per una marcata disomogeneità da regione a regione. Mentre infatti le regioni del mezzogiorno registrano alcuni dei dati più bassi d’Europa, lo stesso non si può dire per quelle settentrionali, che restano comunque distanti dai dati del nord Europa.

Tra la Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano (che detiene il record italiano) c’è una differenza di quasi 30 punti percentuali. Si tratta però dell’unica regione insieme all’Emilia-Romagna (68,5%) che supera la media europea. Tutte le altre 19 si trovano al di sotto, con 9 regioni, tra cui tutte quelle del mezzogiorno, che non arrivano al 60%.

Cresce l’occupazione, ma non ovunque con lo stesso ritmo

In tutti gli stati membri dell’Unione nell’ultimo decennio il tasso di occupazione è gradualmente aumentato. Ma con intensità diverse da paese e paese. Ad esempio a Malta la quota è cresciuta di oltre 15 punti percentuali, passando dal 59,9% nel 2012 al 75,5% nel 2021. Altri incrementi marcati si sono registrati in Ungheria (+14,5 punti percentuali) e Polonia (+12,3).

Dopo l’Austria (+1 punto percentuale di differenza), l’Italia è, insieme alla Svezia, il paese Ue che ha riportato l’aumento più contenuto, pari ad appena 2,1 punti percentuali.

GRAFICO
DA SAPERE

I dati si riferiscono alla percentuale di persone che lavorano, all’interno della forza lavoro (ovvero la popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni, che comprende anche i disoccupati).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(pubblicati: mercoledì 16 Novembre 2022)

 

In tutti i grandi paesi Ue il tasso di occupazione è lievemente aumentato tra il 2012 e il 2021, pur subendo il temporaneo impatto della pandemia (soprattutto nel caso di Germania e Spagna).

L’Italia riporta il dato più basso nel 2021, mentre la Spagna, che deteneva il record negativo nel 2012, ha registrato l’aumento più marcato (+7 punti percentuali nel corso del decennio). In Francia e Germania si è verificato invece un aumento pari rispettivamente a 2,8 e 3,8 punti percentuali in questo stesso lasso di tempo.

Foto: Christin Hume – licenza

 

18 ottobre 2022 – “COMPENSI PER LA PROFESSIONE FORENSE – DETERMINAZIONE DEI NUOVI PARAMETRI”

18 ottobre 2022 – “COMPENSI PER LA PROFESSIONE FORENSE – DETERMINAZIONE DEI NUOVI PARAMETRI”

Sono disponibili gli aggiornamenti apportati al Decreto 10 marzo 2014, n. 55 – “Regolamento recante la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense, ai sensi dell’articolo 13, comma 6, della legge 31 dicembre 2012, n. 247” dal Decreto 13 agosto 2022, n. 147 – “Regolamento recante modifiche al decreto 10 marzo 2014, n. 55, concernente la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense, ai sensi dell’articolo 13, comma 6, della legge 31 dicembre 2012, n. 247” (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 236 dell’8 ottobre 2022).

Beata Vergine della Medaglia Miracolosa

 

Nome: Beata Vergine della Medaglia Miracolosa
Titolo: Apparizione
Ricorrenza: 27 novembre
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:Taggia
La Beata Vergine Maria della Medaglia Miracolosa dal 1894 si festeggia, al termine d’una novena, il 27 novembre alle ore 17, ovvero, come recita la supplica «proprio nel giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia». La novena perpetua di norma si tiene ogni sabato, o almeno al 27 di ogni mese, con la recita integrale del rosario: tre corone, almeno fino all’introduzione dei misteri luminosi, voluti da Giovanni Paolo II nel 2002, poiché i 15 misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi corrisponderebbero ai 15 anelli che la Madonna portava durante l’apparizione a suor Labouré.

La Madonna apparve a Santa Caterina Labourè presso la Rue du Bac a Parigi il 27 novembre del 1830 vestita di un abito di seta bianca e teneva il mondo tra le mani, stringendolo all’altezza del cuore. L’immagine era racchiusa in una cornice ovale, come se si delineasse il bozzetto di una medaglia, contornata da una scritta in lettere d’oro: «O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi» Poi la cornice ruotò su se stessa e apparve la lettera M sormontata da una croce e, sotto, due cuori: quello di Gesù circondato dalla corona di spine, l’altro di Maria trafitto da una spada.

La Vergine pronunciò le seguenti parole: “Fate coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia… “.

Riguardo i raggi che provengono dalle mani di Maria, la Vergine stessa rispose:

“Sono il simbolo delle Grazie che io spargo sulle persone che me le domandano”.

Pertanto è bene portare la medaglia e pregare la Madonna, chiedendo grazie soprattutto spirituali!

La Vergine Maria le disse: “Desidero che in questi giorni preghiate in modo particolare per la salvezza delle anime. Oggi è il giorno della Medaglia Miracolosa e desidero che preghiate in particolare per la salvezza di tutti coloro che portano la Medaglia. Desidero che la diffondiate e la portiate perché si salvi un gran numero di anime, ma in particolare desidero che preghiate”.

Parigi era allora devastata da un’epidemia di colera. Dopo qualche resistenza, la medaglia fu realizzata da un orafo del posto e furono tante le guarigioni e le grazie di conversione che in pochissimi anni fu necessario coniarne milioni di copie.

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CGIL

Una legge di Bilancio sbagliata

Riportiamo una prima nota di valutazione della Segreteria Nazionale CGIL sulla manovra di bilancio

Il Governo non ci ha ascoltato. La bozza di Legge di bilancio colpevolizza e colpisce i più poveri, accresce anziché contrastare la precarietà, non riduce il divario di genere, premia gli evasori e, con la flat tax, aumenta l’iniquità del sistema fiscale, non interviene strutturalmente sulla pandemia salariale che sta impoverendo tutte le persone che per vivere devono poter lavorare dignitosamente, riduce di fatto le risorse necessarie per sostenere la sanità, la scuola ed il trasporto pubblico, non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, mortificando il ruolo del lavoro pubblico, non modifica la legge Fornero e cambia senza alcun confronto preventivo il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere.

Il nostro Paese e l’Europa vivono uno dei momenti più difficili della loro storia. Proprio per questo nell’incontro avuto nei giorni scorsi con il Governo abbiamo proposto che si avviassero anche con questa legge finanziaria riforme vere costruite con il mondo del lavoro, ispirate dai criteri della solidarietà, della giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali capaci di prospettare un nuovo futuro per il Paese.

Le misure contenute nell’attuale bozza della Legge di Bilancio (in particolare quelle che non si limiteranno a prorogare i provvedimenti in vigore del Governo Draghi) e la strategia e la visione che le ispira vanno in una direzione diversa dai bisogni reali delle persone e delineano un arretramento del nostro Paese.

È il momento di unire e non di dividere le persone ed i territori, come il Governo vuol fare con l’autonomia differenziata. È il momento della responsabilità e della fraternità, non dell’incitamento a far da sé e ad arrangiarsi.

Riservandoci una lettura più attenta ed approfondita del testo definitivo che sarà varato, al momento rileviamo che:

1) l’emergenza salariale non è affrontata. 
Si proroga la decontribuzione fino a € 35.000 già conquistata con il precedente Governo.
Noi avevamo chiesto di portarla dal 2% al 5% (perché c’è almeno una mensilità da recuperare) e di introdurre un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (cosiddetto recupero del drenaggio fiscale), di detassare gli aumenti previsti con i contratti nazionali e di assegnare loro, attraverso la via legislativa, un valore generale sancendo così un salario minimo e diritti normativi per tutte le forme di lavoro.

2) In un Paese in cui le persone in povertà assoluta sono cresciute oltre i 5 milioni, il Governo non trova di meglio, per far cassa, che annunciare il superamento del Reddito di Cittadinanza dal 2024, con una serie di inaccettabili penalizzazioni già nel 2023.

3) Le misure fiscali sono inique: la tassa piatta al 15% per i redditi da lavoro autonomo, fino a 85 mila euro, indica chiaramente la volontà di smantellare la struttura progressiva del nostro sistema fiscale e al tempo stesso rafforza l’iniquità di una misura che vede i lavoratori dipendenti e pensionati tassati il doppio di coloro che hanno redditi tre volte superiori. Inoltre, invece di dichiarare guerra all’evasione fiscale, assistiamo a “tregue” che hanno l’unico scopo di favorire chi le tasse non le ha pagate: uno schiaffo in faccia ai milioni di contribuenti onesti di questo Paese. Si limitano a tassare solo al 35% gli extraprofitti (vuol dire che il 65% non viene redistribuito) e in Italia i salari e le pensioni continuano ad essere tassati di più delle rendite finanziarie.

4) La piaga della precarietà che riguarda in particolare i giovani, le donne ed il Mezzogiorno viene addirittura rafforzata, in settori particolarmente fragili, attraverso la reintroduzione dei voucher, che rappresentano una vera e propria mercificazione del lavoro senza diritti e senza tutele, oltre a riproporre un modello che deprime l’economia.

5) Non ci sono gli investimenti necessari per rafforzare la coesione sociale e contrastare le disuguaglianze a partire dal sistema pubblico e dall’occupazione pubblica. In particolare mancano risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia e sul versante del contrasto alla povertà assoluta, si cancellano strumenti essenziali come il reddito di cittadinanza, in cambio di voucher e social card.

6) Sulle pensioni ci si inventa un’ulteriore quota (stavolta siamo arrivati a quota 103) si peggiora l’”opzione donna” non si allarga l’Ape sociale e non si modifica in nulla la Legge Fornero.
Noi abbiamo proposto al Governo e continuiamo a ritenere necessario: 

  • l’uscita flessibile a partire dai 62 anni 
  • il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori
  • la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere” 
  • il riconoscimento del lavoro di cura 
  • il riconoscimento della differenza di genere 
  • l’uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età.

Inoltre, senza alcun confronto preventivo con le Organizzazioni Sindacali, si interviene sul meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere tagliando così la loro rivalutazione rispetto all’inflazione per destinare 3,5mld così recuperati in favore del lavoro autonomo e per finanziare interventi che aumentano le disuguaglianze.

7) Sono assenti temi sui quali la legge di bilancio dovrebbe confrontarsi: ad esempio le politiche industriali ed energetiche di un Paese che rappresenta la seconda manifattura europea e che deve affrontare la trasformazione digitale e la riconversione verde.

Nei prossimi giorni chiederemo un confronto con tutte le forze politiche e richiederemo al Governo ed al Parlamento modifiche sostanziali. Valuteremo e proporremo a CISL e UIL, tutte le iniziative di mobilitazione necessarie.

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NEL LAZIO CON AMORE

NEL LAZIO CON AMORE

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Nel Lazio con amore

Per il tuo matrimonio o unione civile, la Regione Lazio regala 2.000 euro.

Con 10 milioni di euro aiutiamo le coppie e sosteniamo le imprese dalla filiera del wedding, particolarmente colpite dalla crisi: agenzie di viaggi, ristoranti e catering, fotografi, wedding planner, imprese di eventi, confezioni di abiti da cerimonia, fiorai, servizi alla persona, ecc.
 
Il bando si rivolge alle coppie, italiane e straniere, che si sposano o si uniscono civilmente nel Lazio dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 e che acquistano servizi o prodotti relativi all’evento da imprese laziali.

 

Video Tutorial

10 milioni di euro 
Risorse di cui all’art. 26 del D.L. 41/2021 e al D.P.C.M. 30 GIUGNO 2021 – Fondo nazionale per il sostegno delle attività economiche particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica.

Presentazione delle domande dalle ore 10:00 del 28 febbraio 2022 alle ore 10.00 del 31 gennaio 2023 o fino ad esaurimento risorse.

Obiettivi
La Regione Lazio, al fine di fronteggiare la crisi economica derivante dall’emergenza pandemica, anche nel settore dei matrimoni, concede un bonus di 2.000 euro alle coppie che contraggono matrimonio o unione civile nel Lazio, per effettuare spese presso imprese laziali della filiera del wedding.

Beneficiari
Coppie, italiane e straniere, che contraggono matrimonio o unione civile nel Lazio dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022. Può presentare domanda per ciascuna coppia uno solo dei soggetti, in possesso dei requisiti e delle condizioni indicate dal bando.

Spese ammissibili
Spese effettuate presso imprese del Lazio, pertinenti all’evento del matrimonio o dell’unione civile, tra le quali:

  • acquisto di bomboniere;
  • noleggio auto da cerimonia;
  • acquisto abito e accessori da cerimonia (sposo o sposa);
  • addobbo floreale;
  • servizi di catering e ristorazione (massimo 700 euro);
  • servizi alla persona legati al giorno del matrimonio, quali acconciatura e trucco;
  • viaggio di nozze (massimo 700 euro);
  • affitto sale e location per cerimonia e banchetto;
  • servizi di riprese video e book fotografico;
  • servizi di animazione, intrattenimento, spettacolo;
  • servizio di wedding planner;
  • acquisto fedi nuziali;
  • stampa delle partecipazioni.

Ciascuna coppia può chiedere il rimborso di massimo cinque documenti di spesa.
Ogni spesa, a pena di inammissibilità, deve: 

  • essere sostenuta nel periodo compreso tra il 14 dicembre 2021 e il 31 gennaio 2023, come risultante dai documenti contabili;
  • non essere stata effettuata tramite e-commerce (acquisto on line);
  • essere stata effettuata con sistemi tracciabili (bonifico o pagamento elettronico);
  • essere conforme alla normativa fiscale, documentata attraverso fatture, ricevute o documenti contabili dai quali si evinca il tipo di spesa e la sua pertinenza con il matrimonio o unione civile;
  • presentare causale compatibile con le attività per le quali viene concesso il contributo;
  • essere dimostrata attraverso un documento di pagamento (bonifico, scontrino POS) con importo identico a quello del documento di spesa (fattura, scontrino fiscale); nel caso di discordanza tra l’importo del documento di spesa e quello del documento di pagamento è ammissibile l’importo minore.

Contributo
Il contributo ha un importo massimo di 2.000 euro per ogni coppia in possesso dei requisiti indicati nel bando ed è concesso a rimborso delle spese sostenute. Qualora le spese documentate siano inferiori a 2.000 euro, il contributo è pari all’importo delle spese stesse se ammissibili; qualora le spese documentate ed ammissibili siano superiori a 2.000 euro, il contributo comunque non potrà superare i 2.000 euro.

Presentazione delle domande e assistenza
La domanda, completa di tutti i dati richiesti dall’avviso, deve essere predisposta e presentata, a pena di esclusione, attraverso lo sportello telematico disponibile al sito https://regione.lazio.it/nellazioconamore a partire dal 28 febbraio 2022 alle ore 10.00.
Eventuali problemi in fase di caricamento dati possono essere sottoposti a LAZIOcrea SpA tramite mail all’indirizzo asstecnellazioconamore@laziocrea.it mentre i chiarimenti in merito al contenuto dell’avviso possono essere inviati all’indirizzo chiarimentinellazioconamore@laziocrea.it. È opportuno inserire anche un recapito telefonico. 
Al link Nel Lazio con amore saranno pubblicate le risposte alle domande più frequenti sotto forma di FAQ.

Video tutorial per la compilazione

Applicazione per la compilazione della domanda

FAQ
Nel file delle FAQ sono pubblicate periodicamente le risposte alle richieste di chiarimenti inviati alla mail chiarimentinellazioconamore@laziocrea.it, aggregate per argomento.
Il file viene aggiornato con periodicità settimanale in base alle mail arrivate.

FAQ-risposte ai chiarimenti – aggiornato al 20/09/2022

                         
    Union Jack    FAQ  – Instructions – 

It’s now available the English version of the application – Application

ATTENZIONE!
LA DOMANDA NON PUO’ ESSERE PRESENTATA PRIMA DELLA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO O DELL’UNIONE CIVILE. L’INSERIMENTO NELLA PIATTAFORMA E L’INVIO DI UNA DOMANDA SOTTOSCRITTA IN CUI VIENE DICHIARATA UNA DATA DI CELEBRAZIONE FALSA DETERMINA CONSEGUENZE ANCHE PENALI. IN PARTICOLARE,  L’ART. 75 DEL DPR 445/2000 PREVEDE CHE: “1. Chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. Omissis”.
I controlli sulla veridicità delle dichiarazioni relative alla celebrazione del matrimonio/unione civile vengono effettuati su tutte le domande presentate.

AVVISO
Elenchi di domande ammesse e non ammesse a contributo sono pubblicate nella sezione Link correlati.
Il file delle FAQ è stato aggiornato in merito alla ripresentazione della domanda (FAQ n. 72).