Archivi giornalieri: 26 novembre 2022

CGIL

Una legge di Bilancio sbagliata

Riportiamo una prima nota di valutazione della Segreteria Nazionale CGIL sulla manovra di bilancio

Il Governo non ci ha ascoltato. La bozza di Legge di bilancio colpevolizza e colpisce i più poveri, accresce anziché contrastare la precarietà, non riduce il divario di genere, premia gli evasori e, con la flat tax, aumenta l’iniquità del sistema fiscale, non interviene strutturalmente sulla pandemia salariale che sta impoverendo tutte le persone che per vivere devono poter lavorare dignitosamente, riduce di fatto le risorse necessarie per sostenere la sanità, la scuola ed il trasporto pubblico, non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, mortificando il ruolo del lavoro pubblico, non modifica la legge Fornero e cambia senza alcun confronto preventivo il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere.

Il nostro Paese e l’Europa vivono uno dei momenti più difficili della loro storia. Proprio per questo nell’incontro avuto nei giorni scorsi con il Governo abbiamo proposto che si avviassero anche con questa legge finanziaria riforme vere costruite con il mondo del lavoro, ispirate dai criteri della solidarietà, della giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali capaci di prospettare un nuovo futuro per il Paese.

Le misure contenute nell’attuale bozza della Legge di Bilancio (in particolare quelle che non si limiteranno a prorogare i provvedimenti in vigore del Governo Draghi) e la strategia e la visione che le ispira vanno in una direzione diversa dai bisogni reali delle persone e delineano un arretramento del nostro Paese.

È il momento di unire e non di dividere le persone ed i territori, come il Governo vuol fare con l’autonomia differenziata. È il momento della responsabilità e della fraternità, non dell’incitamento a far da sé e ad arrangiarsi.

Riservandoci una lettura più attenta ed approfondita del testo definitivo che sarà varato, al momento rileviamo che:

1) l’emergenza salariale non è affrontata. 
Si proroga la decontribuzione fino a € 35.000 già conquistata con il precedente Governo.
Noi avevamo chiesto di portarla dal 2% al 5% (perché c’è almeno una mensilità da recuperare) e di introdurre un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (cosiddetto recupero del drenaggio fiscale), di detassare gli aumenti previsti con i contratti nazionali e di assegnare loro, attraverso la via legislativa, un valore generale sancendo così un salario minimo e diritti normativi per tutte le forme di lavoro.

2) In un Paese in cui le persone in povertà assoluta sono cresciute oltre i 5 milioni, il Governo non trova di meglio, per far cassa, che annunciare il superamento del Reddito di Cittadinanza dal 2024, con una serie di inaccettabili penalizzazioni già nel 2023.

3) Le misure fiscali sono inique: la tassa piatta al 15% per i redditi da lavoro autonomo, fino a 85 mila euro, indica chiaramente la volontà di smantellare la struttura progressiva del nostro sistema fiscale e al tempo stesso rafforza l’iniquità di una misura che vede i lavoratori dipendenti e pensionati tassati il doppio di coloro che hanno redditi tre volte superiori. Inoltre, invece di dichiarare guerra all’evasione fiscale, assistiamo a “tregue” che hanno l’unico scopo di favorire chi le tasse non le ha pagate: uno schiaffo in faccia ai milioni di contribuenti onesti di questo Paese. Si limitano a tassare solo al 35% gli extraprofitti (vuol dire che il 65% non viene redistribuito) e in Italia i salari e le pensioni continuano ad essere tassati di più delle rendite finanziarie.

4) La piaga della precarietà che riguarda in particolare i giovani, le donne ed il Mezzogiorno viene addirittura rafforzata, in settori particolarmente fragili, attraverso la reintroduzione dei voucher, che rappresentano una vera e propria mercificazione del lavoro senza diritti e senza tutele, oltre a riproporre un modello che deprime l’economia.

5) Non ci sono gli investimenti necessari per rafforzare la coesione sociale e contrastare le disuguaglianze a partire dal sistema pubblico e dall’occupazione pubblica. In particolare mancano risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia e sul versante del contrasto alla povertà assoluta, si cancellano strumenti essenziali come il reddito di cittadinanza, in cambio di voucher e social card.

6) Sulle pensioni ci si inventa un’ulteriore quota (stavolta siamo arrivati a quota 103) si peggiora l’”opzione donna” non si allarga l’Ape sociale e non si modifica in nulla la Legge Fornero.
Noi abbiamo proposto al Governo e continuiamo a ritenere necessario: 

  • l’uscita flessibile a partire dai 62 anni 
  • il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori
  • la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere” 
  • il riconoscimento del lavoro di cura 
  • il riconoscimento della differenza di genere 
  • l’uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età.

Inoltre, senza alcun confronto preventivo con le Organizzazioni Sindacali, si interviene sul meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere tagliando così la loro rivalutazione rispetto all’inflazione per destinare 3,5mld così recuperati in favore del lavoro autonomo e per finanziare interventi che aumentano le disuguaglianze.

7) Sono assenti temi sui quali la legge di bilancio dovrebbe confrontarsi: ad esempio le politiche industriali ed energetiche di un Paese che rappresenta la seconda manifattura europea e che deve affrontare la trasformazione digitale e la riconversione verde.

Nei prossimi giorni chiederemo un confronto con tutte le forze politiche e richiederemo al Governo ed al Parlamento modifiche sostanziali. Valuteremo e proporremo a CISL e UIL, tutte le iniziative di mobilitazione necessarie.

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NEL LAZIO CON AMORE

NEL LAZIO CON AMORE

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Nel Lazio con amore

Per il tuo matrimonio o unione civile, la Regione Lazio regala 2.000 euro.

Con 10 milioni di euro aiutiamo le coppie e sosteniamo le imprese dalla filiera del wedding, particolarmente colpite dalla crisi: agenzie di viaggi, ristoranti e catering, fotografi, wedding planner, imprese di eventi, confezioni di abiti da cerimonia, fiorai, servizi alla persona, ecc.
 
Il bando si rivolge alle coppie, italiane e straniere, che si sposano o si uniscono civilmente nel Lazio dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 e che acquistano servizi o prodotti relativi all’evento da imprese laziali.

 

Video Tutorial

10 milioni di euro 
Risorse di cui all’art. 26 del D.L. 41/2021 e al D.P.C.M. 30 GIUGNO 2021 – Fondo nazionale per il sostegno delle attività economiche particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica.

Presentazione delle domande dalle ore 10:00 del 28 febbraio 2022 alle ore 10.00 del 31 gennaio 2023 o fino ad esaurimento risorse.

Obiettivi
La Regione Lazio, al fine di fronteggiare la crisi economica derivante dall’emergenza pandemica, anche nel settore dei matrimoni, concede un bonus di 2.000 euro alle coppie che contraggono matrimonio o unione civile nel Lazio, per effettuare spese presso imprese laziali della filiera del wedding.

Beneficiari
Coppie, italiane e straniere, che contraggono matrimonio o unione civile nel Lazio dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022. Può presentare domanda per ciascuna coppia uno solo dei soggetti, in possesso dei requisiti e delle condizioni indicate dal bando.

Spese ammissibili
Spese effettuate presso imprese del Lazio, pertinenti all’evento del matrimonio o dell’unione civile, tra le quali:

  • acquisto di bomboniere;
  • noleggio auto da cerimonia;
  • acquisto abito e accessori da cerimonia (sposo o sposa);
  • addobbo floreale;
  • servizi di catering e ristorazione (massimo 700 euro);
  • servizi alla persona legati al giorno del matrimonio, quali acconciatura e trucco;
  • viaggio di nozze (massimo 700 euro);
  • affitto sale e location per cerimonia e banchetto;
  • servizi di riprese video e book fotografico;
  • servizi di animazione, intrattenimento, spettacolo;
  • servizio di wedding planner;
  • acquisto fedi nuziali;
  • stampa delle partecipazioni.

Ciascuna coppia può chiedere il rimborso di massimo cinque documenti di spesa.
Ogni spesa, a pena di inammissibilità, deve: 

  • essere sostenuta nel periodo compreso tra il 14 dicembre 2021 e il 31 gennaio 2023, come risultante dai documenti contabili;
  • non essere stata effettuata tramite e-commerce (acquisto on line);
  • essere stata effettuata con sistemi tracciabili (bonifico o pagamento elettronico);
  • essere conforme alla normativa fiscale, documentata attraverso fatture, ricevute o documenti contabili dai quali si evinca il tipo di spesa e la sua pertinenza con il matrimonio o unione civile;
  • presentare causale compatibile con le attività per le quali viene concesso il contributo;
  • essere dimostrata attraverso un documento di pagamento (bonifico, scontrino POS) con importo identico a quello del documento di spesa (fattura, scontrino fiscale); nel caso di discordanza tra l’importo del documento di spesa e quello del documento di pagamento è ammissibile l’importo minore.

Contributo
Il contributo ha un importo massimo di 2.000 euro per ogni coppia in possesso dei requisiti indicati nel bando ed è concesso a rimborso delle spese sostenute. Qualora le spese documentate siano inferiori a 2.000 euro, il contributo è pari all’importo delle spese stesse se ammissibili; qualora le spese documentate ed ammissibili siano superiori a 2.000 euro, il contributo comunque non potrà superare i 2.000 euro.

Presentazione delle domande e assistenza
La domanda, completa di tutti i dati richiesti dall’avviso, deve essere predisposta e presentata, a pena di esclusione, attraverso lo sportello telematico disponibile al sito https://regione.lazio.it/nellazioconamore a partire dal 28 febbraio 2022 alle ore 10.00.
Eventuali problemi in fase di caricamento dati possono essere sottoposti a LAZIOcrea SpA tramite mail all’indirizzo asstecnellazioconamore@laziocrea.it mentre i chiarimenti in merito al contenuto dell’avviso possono essere inviati all’indirizzo chiarimentinellazioconamore@laziocrea.it. È opportuno inserire anche un recapito telefonico. 
Al link Nel Lazio con amore saranno pubblicate le risposte alle domande più frequenti sotto forma di FAQ.

Video tutorial per la compilazione

Applicazione per la compilazione della domanda

FAQ
Nel file delle FAQ sono pubblicate periodicamente le risposte alle richieste di chiarimenti inviati alla mail chiarimentinellazioconamore@laziocrea.it, aggregate per argomento.
Il file viene aggiornato con periodicità settimanale in base alle mail arrivate.

FAQ-risposte ai chiarimenti – aggiornato al 20/09/2022

                         
    Union Jack    FAQ  – Instructions – 

It’s now available the English version of the application – Application

ATTENZIONE!
LA DOMANDA NON PUO’ ESSERE PRESENTATA PRIMA DELLA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO O DELL’UNIONE CIVILE. L’INSERIMENTO NELLA PIATTAFORMA E L’INVIO DI UNA DOMANDA SOTTOSCRITTA IN CUI VIENE DICHIARATA UNA DATA DI CELEBRAZIONE FALSA DETERMINA CONSEGUENZE ANCHE PENALI. IN PARTICOLARE,  L’ART. 75 DEL DPR 445/2000 PREVEDE CHE: “1. Chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. Omissis”.
I controlli sulla veridicità delle dichiarazioni relative alla celebrazione del matrimonio/unione civile vengono effettuati su tutte le domande presentate.

AVVISO
Elenchi di domande ammesse e non ammesse a contributo sono pubblicate nella sezione Link correlati.
Il file delle FAQ è stato aggiornato in merito alla ripresentazione della domanda (FAQ n. 72).

 

Scuola; Di Berardino: “Bando da 3 mln per iniziative sportive e culturali”

Scuola; Di Berardino: “Bando da 3 mln per iniziative sportive e culturali”

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Palestra - Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/stefan_schranz-594890/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=538078">Stefan Schranz</a> da <a href="https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=538078">Pixabay</a>

Vogliamo proseguire nel fornire un’opportunità agli studenti e alle studentesse, anche alle categorie più fragili. Coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado e degli enti di formazione accreditati

06/10/2022

Pubblicato sul sito della Regione Lazio il bando da tre milioni di euro “Per la realizzazione di iniziative sportive e culturali per gli studenti del sistema scolastico e del sistema IeFP del Lazio”.

“Dopo il successo della prima edizione – spiega l’assessore al Lavoro e nuovi diritti, Formazione e Scuola della Regione Lazio, Claudio Di Berardino – vogliamo proseguire nel fornire un’opportunità agli studenti e alle studentesse, anche alle categorie più fragili, per lo sviluppo di iniziative integrative dell’offerta formativa di natura sportiva, sociale e culturale, con uno stanziamento da tre milioni di euro nell’ambito della nuova programmazione Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+).

Lo sport e la cultura – continua Di Berardino – sono strumenti educativi e di prevenzione del disagio sociale e psicofisico, di recupero e di socializzazione, di sviluppo e di inclusione sociale, e questo bando prevede l’organizzazione di eventi sul territorio regionale che vedono il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado e degli enti di formazione accreditati nell’ambito dell’obbligo formativo e la partecipazione di soggetti dell’associazionismo territoriale.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare le studentesse e gli studenti e rafforzare la loro consapevolezza sugli argomenti come la violenza giovanile e i comportamenti discriminatori in generale. Vogliamo accrescere il bagaglio esperienziale e culturale delle ragazze e dei ragazzi e creare maggiori occasioni di socialità, partecipazione e confronto tra gli studenti”.

“Quest’avviso pubblico – conclude l’assessore – si inserisce nell’ambito delle azioni per contrastare il fenomeno della violenza giovanile e, più in generale, ogni comportamento discriminatorio in ambito sessuale, politico, religioso, sociale ed etnico”.

 

Welfare: oltre 54 milioni per la disabilità grave e gravissima

Welfare: oltre 54 milioni per la disabilità grave e gravissima

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disabilità grave gravissima

Oltre 34 milioni per garantire l’erogazione dei servizi e degli interventi sociali da parte dei Distretti sociosanitari in favore delle persone con disabilità grave e gravissima. Troncarelli: “Interveniamo a sostegno delle persone non autosufficienti assicurando la continuità nell’erogazione dei servizi”

14/11/2022

Sono oltre 54 i milioni finalizzati dalla Regione Lazio per garantire la continuità dell’erogazione dei servizi e degli interventi sociali da parte dei Distretti sociosanitari in favore delle persone con disabilità grave e gravissima. A darne notizia è l’Assessore alle Politiche Sociali Welfare, Beni Comuni e ASP Alessandra Troncarelli.

Le risorse sono quelle del Fondo Nazionale per le non autosufficienze e sono impiegate per: il finanziamento dei piani distrettuali Alzheimer da assegnare ai sovrambiti; il sostegno delle persone con disabilità gravissima, che può realizzarsi con il ricorso al servizio di assistenza domiciliare oppure con il riconoscimento di un assegno di cura o un contributo di cura; il potenziamento dei Leps (livelli essenziali delle prestazioni sociali) in favore di disabili gravi.

“Vogliamo garantire la continuità della presa in carico delle persone più fragili, tutelando il loro benessere quotidiano e offrendo una prospettiva di futuro quanto più possibile autonoma – spiega l’Assessore regionale alle Politiche Sociali, Welfare, Beni Comuni e Asp Alessandra Troncarelli -. Allo stesso tempo, sosteniamo anche le famiglie che ogni giorno si prendono cura di un parente vulnerabile, evitando che tutto il nucleo familiare si senta marginalizzato o isolato rispetto alla comunità di riferimento”.

“Con tali risorse, inoltre, potenziamo i Leps previsti nei piani sociali di zona dei distretti sociosanitari, per un sistema di servizi in grado di assicurare pari opportunità ed equità nell’accesso alle prestazioni socio-assistenziali. Potranno così essere incrementati servizi come quello dell’Assistenza domiciliare, promuovendo processi di deistituzionalizzazione in modo da privilegiare la permanenza a domicilio della persona in condizioni di disabilità, quello del Servizio Sociale professionale, con operatori specializzati che si prendono cura dei cittadini in una logica di integrazione di risorse e di coesione sociale, o quello del Pronto intervento sociale per una valutazione puntuale e tempestiva se della singola situazione di bisogno, in modo da poter pianificare una misura precisa e concreta”.

La Deliberazione è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio.
 

 

Transizione ecologica: Lombardi, via la centrale a carbone con piano transizione Civitavecchia

Transizione ecologica: Lombardi, via la centrale a carbone con piano transizione Civitavecchia

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Oltre 3mila nuovi posti di lavoro previsti in tre anni con il Distretto delle Energie Rinnovabili. Interventi anche nei settori del turismo sostenibile e nuovi poli produttivi e innovativi 

15/11/2022

Via la centrale a carbone di Civitavecchia e spazio al primo Distretto di Energie Rinnovabili del Lazio, composto da un parco eolico offshore di 270 MW, il primo d’Italia e del Mediterraneo, batterie per 36 GWh, impianti a idrogeno H2 di 113 MW e impianti fotovoltaici di 655 MW complessivi. È quanto prevede, per il settore energia, il Piano per la Transizione Ecologica di Civitavecchia 2022-2026 della Regione Lazio, approvato dalla Giunta e presentato oggi dall’assessora regionale alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale, Roberta Lombardi, a Civitavecchia presso la sede dell’Autorità portuale.

“Si tratta di un progetto che, abbiamo stimato, potrà generare complessivamente oltre tremila nuovi posti di lavoro per i tre anni di impianti, circa 1800 annui, di cui 1.200 per la produzione e 601 per la loro installazione, cui vanno ad aggiungersi per gli anni successivi quelli derivanti da tutto l’indotto”. Dichiara l’Assessora regionale alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale, Roberta Lombardi.

“Un intervento strategico, e allo stesso tempo simbolico – spiega Lombardi –  in quanto rende giustizia ad un territorio che ha pagato a caro prezzo l’impatto su ambiente, salute ed economie locali di 80 anni di servitù energetica.

È la nostra risposta per ridisegnare il futuro di un territorio, basato su sostenibilità e innovazione, che può fare da apripista alla riconversione energetica e produttiva di tutto il Lazio. Una sfida globale di prossimità, per realizzare gli obiettivi salva-clima, e le relative opportunità, a casa nostra. Ma il settore energia include solo una parte degli interventi previsti. Il Piano per la Transizione Ecologica di Civitavecchia, un documento di oltre 300 pagine redatto in collaborazione con Sapienza Innovazione a partire da un ampio processo partecipativo avviato oltre un anno fa, prevede infatti quali assi strategici d’intervento: la trasformazione dell’area portuale, il nuovo distretto energetico, turismo sostenibile e nuovi poli produttivi e innovativi.

Tra le altre misure previste, relative al turismo sostenibile, superare l’attuale vocazione prettamente crocieristica proiettando il porto verso una pianificazione basata su un’offerta più ampia delle attrattive del territorio, che oltre al collegamento con Roma, includa le altre bellezze regionali, dal Viterbese ai laghi centrali fino al litorale laziale. Per quanto riguarda invece la parte dei nuovi poli produttivi e innovativi, è stato analizzato e definito il ruolo della città nell’ambito industriale e d’innovazione dell’economia del mare, a partire dal progetto del porto verde. Per realizzare tutto ciò, come Regione Lazio abbiamo già approvato una serie di provvedimenti propedeutici alla realizzazione di questo Piano, come ad esempio la Zona di interesse strategico per il settore Energia al largo di Civitavecchia, nell’ambito della definizione dei Piani di Gestione dello Spazio Marittimo, andando così a ritagliare il perimetro in cui dovrà essere collocato il parco eolico, e la Zona Logistica Semplificata, per una programmazione d’insieme sotto il profilo infrastrutturale e trasportistico in grado di creare una forte interconnessione tra i porti e i comuni interni del territorio” conclude Lombardi.

 

Quasi 2 milioni per unioni comuni e comunità montane

Quasi 2 milioni per unioni comuni e comunità montane

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comunità montane enti locali

Pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regionale del Lazio l’avviso pubblico per l’accesso ai contributi a sostegno delle spese per l’erogazione di servizi in forma associata per l’anno 2021, rivolto alle Unioni di Comuni e alle Comunità Montane del Lazio

16/11/2022

“È stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regionale del Lazio l’avviso pubblico per l’accesso ai contributi a sostegno delle spese per l’esercizio di funzioni e l’erogazione di servizi in forma associata per l’anno 2021, rivolto alle Unioni di Comuni e alle Comunità Montane del Lazio“.

Così in una nota Valentina Corrado, assessore al Turismo e agli Enti Locali della Regione Lazio, che prosegue: “Per presentare domanda, gli enti destinatari dovranno essere attivi alla data di pubblicazione dell’avviso e aver svolto nel 2021 le funzioni e i servizi per le quali richiedono il contributo. Le spese ammesse sono quelle riportate nella scheda 1 e 2 dell’avviso e, a mero titolo esemplificativo, inerenti l’organizzazione generale dell’amministrazione, dei servizi pubblici di interesse generale, catasto, pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale, pianificazione di protezione civile, organizzazione e gestione dei servizi di raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti, progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali, edilizia scolastica per la parte non di competenza delle province, polizia locale, tenuta dei registri di stato civile, servizi anagrafici e servizi in materia di statistica. La Regione, a tal fine, prevede uno stanziamento di quasi due milioni di euro”.

Questo provvedimento, continua Corrado, “testimonia ulteriormente la vicinanza e l’attenzione che, come Assessore, ho voluto riservare ai Comuni del Lazio – e a coloro che, tra essi, che hanno inteso associarsi – e ai cittadini che vi abitano, per offrire servizi sempre più di prossimità e di qualità alla popolazione. Le domande dovranno essere inoltrate tramite PEC entro il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione sul B.U.R. nelle modalità meglio esplicitate nel bando”, conclude.

 

Convenzione tra Regione Lazio e Città Metropolitana per trasferimento funzioni in materia di formazione professionale

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Convenzione

Leodori: “Lavoro e formazione sono stati al centro della nostra azione di governo, con un occhio puntato soprattutto verso i giovani e verso quelle categorie che hanno difficoltà nel trovare un’occupazione stabile o rientrare nel mondo del lavoro”

21/11/2022

Sottoscritta tra Regione Lazio e Città Metropolitana la Convenzione che disciplina le modalità di organizzazione e gestione delle funzioni non fondamentali in materia di formazione professionale delegate dalla Regione Lazio alla Città Metropolitana di Roma Capitale. Quest’ultima si occuperà della gestione degli Enti che svolgono attività di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) sia a gestione diretta che in regime convenzionale, della realizzazione della formazione di base e trasversale nell’ambito dei contratti di apprendistato professionalizzante.

“Lavoro e formazione sono stati al centro della nostra azione di governo, con un occhio puntato soprattutto verso i giovani e verso quelle categorie che hanno difficoltà nel trovare un’occupazione stabile o rientrare nel mondo del lavoro. Con questo accordo lavoreremo insieme alla Città Metropolitana di Roma proprio per tutte quelle ragazze e quei ragazzi che vogliono formarsi e qualificarsi al meglio”, così il Presidente Vicario, Daniele Leodori.

“La Convenzione è il risultato di un proficuo lavoro di collaborazione istituzionale tra Regione Lazio e Città Metropolitana che risponde all’esigenza di rilanciare il ruolo sociale della formazione professionale. Il sistema dei percorsi di IeFP rappresenta una importante e concreta opportunità di formazione e successivamente di sbocco occupazionale per tanti giovani, e di contrasto alla dispersione scolastica, soprattutto in quelle aree dove è più elevato il rischio di emarginazione sociale, economica e psicologica. La collaborazione istituzionale con Città Metropolitana permette di intervenire in modo funzionale e rendere il sistema degli IeFP più efficiente, promuovendo l’inclusione di tutte e tutti, senza lasciare nessuno indietro”. Così l’assessore al Lavoro e Nuovi diritti, Scuola e Formazione della Regione Lazio, Claudio Di Berardino.

“Questa Convenzione tra CMRC e Regione Lazio sul tema della formazione professionale, rappresenta un passo decisivo verso il rafforzamento del sistema dalle attività di specializzazione nei territori della Città metropolitana, con particolare attenzione nei confronti dei minori in obbligo scolastico e formativo e delle aziende che utilizzano l’apprendistato professionalizzante. Il lungo processo che ha portato a definire l’accordo tra le due amministrazioni, che ritengo epocale, presenta degli aspetti innovativi, poiché spazia dal settore dell’Obbligo scolastico a quello dell’Apprendistato professionalizzante, mettendo sempre di più CMRC nella condizione di attivare la professionalità maturata nell’ultimo ventennio, fornendo soluzioni ai cittadini ed alle imprese. Grazie alla proficua intesa con l’Assessore Claudio Di Berardino e con il Vice Presidente Daniele Leodori, avremo una gestione diretta che ci consentirà di programmare la didattica e il reperimento delle risorse umane per una migliore organizzazione interna. La nuova formula di organizzazione del personale, che prevede, sia il distacco funzionale del personale regionale, sia la possibilità per CMRC di rafforzare gli organici, nei limiti, ovviamente autorizzati dalla Regione Lazio, garantirà una programmazione per la manutenzione dei centri di formazione per garantire migliore comfort e sicurezza”, così Daniele Parrucci, Consigliere Delegato alla Formazione della CMRC

 

Lazio Cinema International: pubblicato il bando dell’edizione 2022

Lazio Cinema International: pubblicato il bando dell’edizione 2022

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Pubblicato il nuovo Avviso Lazio Cinema International a supporto delle coproduzioni cinematografiche internazionali con compartecipazione delle imprese dell’audiovisivo laziali; le domande potranno essere presentate a partire dal 7 dicembre.

24/11/2022

“Con questo bando offriamo un nuovo sostegno di 5 milioni di euro al comparto del cinema e dell’audiovisivo con il primo obiettivo sostenere le imprese di produzione cinematografica del Lazio. Un aiuto che in questi anni non abbiamo mai fatto mancare a un settore che è nuovamente in ripresa dopo l’inevitabile stop dovuto alla crisi economica”, commenta il Vice Presidente Vicario della Regione Lazio, Daniele Leodori.
 “La Regione conferma dunque il suo impegno a favore del settore del cinema e dell’audiovisivo per sostenere la competitività delle imprese di produzione cinematografica e per dare maggiore visibilità alle attrazioni turistiche del Lazio, regione leader in Italia per investimenti nel cinema e nell’audiovisivo”, hanno dichiarato Giovanna Pugliese, Delegata Cinema Regione Lazio e Paolo Orneli, assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Startup e Innovazione. 

I destinatari –Il bando ha una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro di cui la metà riservati a Opere Audiovisive di interesse regionale. L’aiuto previsto è a fondo perduto e commisurato ai costi ammessi e sostenuti; l’importo massimo sarà di 500.000 euro e non potrà superare il 35% dei costi ammissibili.
I destinatari – PMI, Coproduttori e Produttori Indipendenti con codice ATECO 2007 59.1 iscritti al Registro delle Imprese (o equivalente registro di uno Stato Membro della UE) con residenza fiscale in Italia e una sede operativa nel Lazio con “capacità finanziaria” e operativa necessari a realizzare l’opera audiovisiva.
Le opere finanziabili – L’intervento sostiene la realizzazione di opere audiovisive internazionali con quota italiana ed estera di compartecipazione, opere in regime di coproduzione internazionale o produzione internazionale e opere audiovisive diverse da quelle cinematografiche cui è riconosciuta la nazionalità italiana.
La novità – A partire da questa edizione la procedura di selezione sarà a graduatoria; saranno finanziate le opere ammissibili ritenute idonee dalla Commissione Tecnica di Valutazione, in ordine di punteggio fino a esaurimento della dotazione e tenuto conto della riserva per le Opere di Interesse Regionale.
Le richieste andranno inviate esclusivamente tramite piattaforma GeCoWeb Plus di Lazio Innova dalle ore 12 del 7 dicembre 2022 fino alle ore 18 del 12 gennaio 2023.
Tutte le informazioni qui: https://www.regione.lazio.it/documenti/79156

 

Io Non Odio: online il nuovo portale del progetto di sensibilizzazione sulle tematiche di genere

Io Non Odio: online il nuovo portale del progetto di sensibilizzazione sulle tematiche di genere

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Io Non Odio

“Io Non Odio”, al via la quarta edizione del progetto contro ogni forma di violenza. La campagna di sensibilizzazione approda sul web con un portale per i giovani e le scuole

24/11/2022

“Io Non Odio” sbarca sul web.

È online il nuovo portale del progetto di sensibilizzazione sulle tematiche di genere, promosso dall’assessorato alle Pari opportunità della Regione Lazio in collaborazione con Lazio Innova. Una piattaforma di contenuti digitali sui temi privilegiati dalla campagna: il contrasto a ogni forma di violenza e discriminazione. Uno spazio virtuale dedicato ai giovani, che parla nei linguaggi e con i mezzi a loro più congeniali e a cui le ragazze e i ragazzi potranno accedere liberamente.

Il portale è la novità più significativa della quarta edizione del progetto, così come riformulato e arricchito per la nuova annualità è il fulcro di questa nuova edizione di “Io Non Odio”, lo strumento che permetterà di raccogliere un’offerta per la prima volta così vasta e di renderla disponibile a quanti più giovani possibile. La nuova piattaforma è attiva da oggi con i primi contenuti multimediali già fruibili; mano a mano che il progetto andrà avanti si arricchirà con nuove risorse legate ai temi promossi dalla campagna: film, serie tv, documentari, playlist musicali, ebook, masterclass; e ancora le iniziative create ad hoc dai partner del progetto o quelle già in essere per le quali i partner vorranno cedere i diritti. Gli studenti e le studentesse, le loro famiglie, il corpo docente e le istituzioni scolastiche aderenti potranno fruire di tutti i contenuti presenti sul portale gratuitamente, ma potranno anche mettersi alla prova e produrne di propri.

Presentato quest’oggi a Roma, presso lo Spazio Rossellini, nel corso di un evento organizzato, non a caso, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: in platea studentesse e studenti di scuola superiore per i quali è stato messo in scena lo spettacolo teatrale “Reborn”, ispirato alla storia di Valentina Pitzalis, sopravvissuta nel 2011 al tentato femminicidio da parte dell’ex marito. La donna, divenuta simbolo della lotta alla violenza di genere, dopo aver assistito allo spettacolo, ha parlato della battaglia legale che ha dovuto sostenere contro la famiglia dell’ex compagno che l’accusava di omicidio colposo, incendio doloso e istigazione al suicidio e ha ringraziato le ragazze, i ragazzi e i docenti dell’ISISS Teodosio Rossi di Priverno autori della rappresentazione.

L’evento ha di fatto aperto la nuova edizione di “Io Non Odio” che, dopo due anni di limitazioni imposte dalla pandemia, torna tra i banchi degli istituti e nei luoghi delle città del Lazio con iniziative in presenza oltre che digitali. Il progetto conserva l’obiettivo per cui è nato tre anni fa: coinvolgere le giovani generazioni in un percorso di riflessione sui temi dell’inclusione e del contrasto alla violenza, agli stereotipi di genere, al bullismo e al cyberbullismo, all’hate speech e a qualsiasi comportamento discriminatorio, di odio e di intolleranza. 

Violenza di genere, da domani parte la campagna di comunicazione della Regione Lazio.
 

Nel corso dell’evento è stata presentata anche la campagna di comunicazione istituzionale sul contrasto alla violenza di genere, promossa dalla Regione Lazio in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Sarà una campagna crossmediale che viaggerà su più mezzi contemporaneamente: outdoor, radio, web, social network.

Avrà inizio domani per proseguire sino a fine dicembre. E dalla metà di gennaio sarà diffusa, grazie alla sensibilità della Presidente Amalia Colaceci, da Cotral che metterà in circolazione nei mesi successivi 1 milione di biglietti.

Sempre in occasione della ricorrenza del 25 novembre, per dire “no” alla violenza contro le donne, il palazzo della Regione in via Cristoforo Colombo si colorerà di arancione. L’illuminazione, realizzata con la collaborazione di Acea, durerà per tutto il weekend.

La campagna e il progetto “Io Non Odio” sono solo le ultime iniziative in ordine di tempo messe in campo dalla Regione sul tema della parità di genere e il contrasto alle violenze. A presentarle l’assessora regionale all’Agricoltura e alle Pari Opportunità, Enrica Onorati.

Insieme a Giulia Migneco, responsabile comunicazione di Avviso Pubblico, l’assessora ha ricordato anche il progetto “Donne e Antimafia, tra storia e attualità”, realizzato con l’associazione e l’Osservatorio regionale per la legalità e la sicurezza della Regione Lazio: un ciclo di incontri dedicati al ruolo delle donne nella lotta contro la criminalità organizzata e dai quali è nata una pubblicazione edita da BeccoGiallo, in libreria dal 4 novembre scorso.

Siamo orgogliosi del progetto Io Non Odio, alla sua quarta edizione, che in questi anni ha formato e dialogato con migliaia di ragazze e di ragazzi del Lazio, lavorando in maniera profonda, attenta e sensibile sulle tematiche del contrasto alla violenza, in ogni sua possibile forma, e dell’educazione sentimentale delle nuove generazioni. Oggi Io Non Odio si presenta con una nuova veste, digitale e innovativa, per arrivare in maniera sempre più diretta ed efficace ai giovani, attraverso il loro linguaggio, proponendo contenuti che possano riscuotere il loro interesse ed essere spunto di riflessione. E questo penso sia il valore più prezioso di questo progetto, insieme al coinvolgimento della scuola primaria, per cui ringrazio Lazio Innova, tutto il team di lavoro, i nostri importanti partner ATCL, Explora, FareXbene e MAXXI, e l’agenzia Marketing Espresso che cura la comunicazione. È una emozione avere con noi Valentina Pitzalis, che generosamente ha condiviso la sua terribile esperienza per evitare che altre donne possano subire lo stesso tipo di violenza, e vedere la rappresentazione teatrale della sua storia ideata e messa in scena dalla scuola Teodosio Rossi di Priverno, che ringrazio per la sensibilità mostrata. Infine, abbiamo voluto presentare oggi, alla presenza di così tante ragazze e ragazzi, la campagna di comunicazione della Regione Lazio contro la violenza di genere. La violenza maschile sulle donne non è solo quella indegna che si vede e che lascia i segni sulla pelle, ma è anche quella che lascia cicatrici nella vita e nell’anima. Con questa campagna, vogliamo invitare tutte e tutti ad alzare gli occhi e guardare, ma soprattutto a porgere aiuto. Il 1522 è il numero nazionale antiviolenza e stalking, attivo 24h, 7 giorni su 7. Chiamate e fate chiamare in caso di bisogno. La campagna vedrà anche la collaborazione di Cotral grazie alla sensibilità della sua presidente Amalia Colaceci, con la quale condividiamo l’impegno e il lavoro su questi temi” ha dichiarato nel corso dell’iniziativa l’Assessora alle Pari Opportunità della Regione Lazio Enrica Onorati.

La nuova piattaforma a disposizione di tutti.

Il portale web è il fulcro di questa nuova edizione di “Io Non Odio”, lo strumento che permetterà di raccogliere un’offerta per la prima volta così vasta e di renderla disponibile a quanti più giovani possibile. La nuova piattaforma è attiva da oggi con i primi contenuti multimediali già fruibili; mano a mano che il progetto andrà avanti si arricchirà con nuove risorse legate ai temi promossi dalla campagna: film, serie tv, documentari, playlist musicali, ebook, masterclass; e ancora le iniziative create ad hoc dai partner del progetto o quelle già in essere per le quali i partner vorranno cedere i diritti. Gli studenti e le studentesse, le loro famiglie, il corpo docente e le istituzioni scolastiche aderenti potranno fruire di tutti i contenuti presenti sul portale gratuitamente, ma potranno anche mettersi alla prova e produrne di propri.

Io non Odio arriva sui banchi delle scuole primarie.

Il coinvolgimento delle scuole primarie è un’altra novità della campagna per quest’anno. Il target di riferimento si amplia alla fascia d’età 6-11 anni grazie alla collaborazione con “Explora – Il Museo dei bambini”. Gli alunni e le alunne delle scuole elementari che aderiranno a “Io Non Odio” potranno fruire dei contenuti prodotti o condivisi nell’ambito del progetto, partecipare a iniziative ludico-didattiche o formative loro dedicate, fare visite guidate presso il museo romano.  

Cresce la rete dei partner a supporto del progetto

“Io Non Odio” ha ampliato la sua offerta sul territorio e sul web anche grazie alle collaborazioni strette con alcune importanti realtà già attive sulle tematiche oggetto della campagna e nel coinvolgimento dei giovani in età scolare. Sono partner del progetto: ATCL circuito multidisciplinare del Lazio, FARE X BENE, Explora – Il Museo dei bambini, il MAXXI.

ATCL circuito multidisciplinare del Lazio

L’Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, che si occupa della promozione e distribuzione dello spettacolo dal vivo nella regione, attiverà nelle province del Lazio laboratori di teatro, danza e musica sui temi legati alla campagna con la collaborazione di artiste e artisti impegnati sul fronte del contrasto alla violenza di genere. I laboratori termineranno con la realizzazione di un prodotto audiovisivo che verrà caricato sul portale e presentato in un evento finale di condivisione dei percorsi seguiti.

FARE X BENE

L’Associazione, già attiva nelle scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia, coinvolgerà studentesse, studenti e i loro adulti di riferimento in una serie di attività di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto alla violenza di genere, al bullismo e al cyberbullismo. Attraverso questi percorsi i giovani saranno formati al ruolo di Peer Educator, dando vita a sportelli di ascolto e sostegno presso i loro istituti e realizzando contenuti e materiali che saranno visibili sul portale e invitando coetanee e coetanei a inviare a loro volta proposte e contributi per la pubblicazione.

Explora, il Museo dei bambini

Explora proporrà una serie d’iniziative rivolte agli alunni e alle alunne delle scuole primarie. In particolare, in una prima fase avvierà una formazione online con un corso completo di video lezioni, schede di approfondimento, interviste a esperti ed esercitazioni, volte a promuovere una riflessione sugli stereotipi e sulla comunicazione inclusiva. A seguire, coinvolgerà le classi, a scuola e al Museo, con attività didattiche e manuali pensate per riflettere sulla capacità di stare in relazione e promuovere un atteggiamento attento e responsabile stimolando crescita e autostima. Progettato e realizzato dal Museo anche il kit didattico, che dedicato alla percezione delle emozioni, permetterà a bambine e bambini di svolgere attività in classe e riflettere sul valore di esprimersi e rispettare le proprie e le altrui emozioni.

MAXXI

Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo lavorerà su due aree di intervento. Da una parte proporrà agli istituti superiori delle visite guidate con gli educatori del Museo a due mostre che, per contenuti e artisti protagonisti, portano un contributo immediato sui temi dell’accoglienza e della tolleranza: una è dedicata alla figura di Pier Paolo Pasolini in occasione del centenario della sua nascita; l’altra è una retrospettiva su Bob Dylan con oltre cento sue opere tra dipinti, sculture, canzoni e materiale video. La seconda operazione consisterà nel condividere una serie di materiali audiovisivi collezionati dal museo, relativi ad attività ed esposizioni passate. Verranno individuati contenuti e prodotti di artisti e artiste in linea con le tematiche della campagna e messi a disposizione attraverso il portale.

Per maggiori informazioni: www.iononodio.net

 

Che cosa sono le unioni di comuni

Che cosa sono le unioni di comuni

Sono enti formati da due o più comuni, per gestire in modo congiunto alcune funzioni e risorse dei comuni partecipanti.

Definizione

L’unione è una forma di associazione tra comuni confinanti. Non prevede la fusione tra amministrazioni ma la gestione condivisa di alcune funzioni e servizi, mantenendo la propria autonomia negli altri aspetti. A livello legislativo, il funzionamento di questo ente è stabilito dall’articolo 32 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali.

L’unione è un ente vero e proprio dotato di statuto e degli organi rappresentativi necessari per svolgere le funzioni con stabilità. La sua istituzione avviene a livello di consiglio comunale su promozione regionale, la quale può anche erogare dei contributi specifici per questo tipo di procedure. Oltre a favorire l’associazionismo, la regione individua gli ambiti che possono essere condivisi dai comuni.

Al momento, i comuni possono unirsi per gestire in modo congiunto uno o più ambiti senza alcun vincolo legislativo particolare. Il decreto legge 78/2010 prevede però la gestione associata obbligatoria delle funzioni fondamentali dei comuni che non superano i 5.000 abitanti (limite che si abbassa a 3.000 per comuni che fanno o hanno fatto parte di comunità montane). Si lascia alle amministrazioni la libertà di scegliere tra l’unione e la convenzione, le due forme associative considerate.

L’entrata in vigore della gestione obbligatoria è stata stata prorogata più volte. Ultimamente con il decreto legge 228/2021 il termine è stato spostato al 31 dicembre 2022. Nel 2019 è intervenuta la corte costituzionale, affermando che l’obbligo non può essere tassativo. Nel dettaglio, viene richiesta l’introduzione di una modalità di esonero nei casi in cui è dimostrato che le unioni non generano vantaggi in termini economici e di efficienza.

Dati

Il numero di questi enti è in continuo cambiamento. Al novembre 2022le unioni presenti in Italia sono 559. La regione che in termini assoluti registra il maggior numero di enti è il Piemonte (116) seguito da Lombardia (75) e Sicilia (50). Le due aree con il numero minore sono l’Umbria (4) e la provincia autonoma di Trento (2). Mediamente, in Italia le unioni comprendono 5 comuni.

La regione che invece registra la quota più ampia di comuni che aderiscono a un’unione è la Sicilia. Il 12,8% delle sue amministrazioni figura all’interno di un ente di questo tipo. Seguono Emilia-Romagna (12,4%) e Valle d’Aosta (10,8%). In fondo si trovano sempre Umbria (2,2%) e provincia autonoma di Trento (1,2%).

L’unione con il maggior numero di abitanti è la rete metropolitana nord Sardegna, in provincia di Sassari, con 2.323.800. Quella che invece comprende più comuni è l’Unione montana Alta Langa, a Cuneo, con 35 amministrazioni incluse.

Analisi

La realizzazione delle unioni può portare a dei vantaggi in termini economici. Possono infatti consentire dei risparmi dovuti alle economie di scala. Vi sono costi fissi che con l’unione possono essere ripartiti tra gli enti. Non sempre questo è vero, ed è infatti in questa direzione che è intervenuta nel 2019 la corte costituzionale.

Al contrario della fusione, viene mantenuta un’autonomia da parte dei singoli comuni, dal momento che sono solo alcune le funzioni gestite dall’unione. Questo aspetto potrebbe essere funzionale per tutti quei comuni che si trovano in territori geograficamente complessi. Numerosi piccoli comuni sono situati infatti nelle cosiddette aree interne e molto spesso si tratta di territori montani.

Per quel che riguarda nello specifico questi ultimi, numerose unioni presenti (denominate unioni montane) sono l’esito della cessazione del contributo statale alle comunità montane deciso con la legge 191/2009. Alcune regioni hanno previsto dopo questa legge la cessazione delle comunità con promozione delle unioni.

 

A chi sono andati i fondi del Pnrr per la cultura #OpenPNRR

A chi sono andati i fondi del Pnrr per la cultura #OpenPNRR

A giugno il ministero della cultura ha diffuso le graduatorie relative a diversi bandi dedicati alla tutela e valorizzazione del nostro patrimonio artistico e architettonico. Vediamo come sono stati distribuiti i fondi.

 

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dedica diversi investimenti per la tutela e la valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico, architettonico e culturale del nostro paese. Una risorsa che, oltre a rappresentare un’importante fonte di arricchimento umano, contribuisce in maniera significativa alla crescita economica italiana. Per questo motivo, il rilancio del settore, uno dei più colpiti dalla pandemia, è strategico.

Gli investimenti del Pnrr per questi aspetti si possono suddividere in due filoni: da un lato i sostegni alle imprese che operano nel settore turistico, dall’altro quelli dedicati specificamente a interventi di manutenzione, restauro e valorizzazione dei beni culturali. Questo secondo filone di investimenti è affidato alla titolarità del ministero della cultura, chiamato a gestire complessivamente 5,74 miliardi di euro circa. Di una parte consistente di questi fondi è già possibile conoscere la destinazione finale.

I bandi Pnrr promossi dal ministero della cultura

A fine giugno era attesa la pubblicazione, da parte del Mic, delle graduatorie di una serie di bandi che facevano riferimento a 5 diverse misure del Pnrr. Nello specifico:

L’ultima misura in particolare comporta alcune criticità. Infatti in molte regioni i termini dei bandi sono stati riaperti poiché non era stato presentato un numero di domande sufficienti a esaurire i fondi disponibili. Di conseguenza, per molti territori la graduatoria con i progetti ammessi a finanziamento non è ancora stata pubblicata. Questo peraltro incide sul raggiungimento della scadenza M1C3-13 che il governo invece ha dichiarato come completata.

Anche nel caso del Mic, ci sono scadenze il cui effettivo completamento è poco chiaro.

Non si tratta dell’unico caso di questo tipo che abbiamo riscontrato in questi mesi attraverso la nostra attività di monitoraggio sullo stato di avanzamento del Pnrr. Ciononostante, la commissione europea ha valutato che queste mancanze non siano così significative da inficiare il via libera all’erogazione della seconda tranche di fondi al nostro paese. Quella prevista per il raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi fissati per giugno 2022.

La valutazione sul rispetto degli impegni presi è più politica che tecnica Vai a “Come l’Ue verifica l’attuazione dei Pnrr negli stati membri”

Al di là di queste osservazioni però il dato di fatto è che, a oggi, le informazioni su questa misura sono incomplete. Motivo per cui nei prossimi paragrafi ci concentreremo sugli esiti dei bandi legati ai primi quattro investimenti che abbiamo elencato.

I fondi assegnati a ogni regione

Le risorse assegnate dal ministero della cultura con le graduatorie pubblicate a giugno ammontano a oltre un miliardo e mezzo. Gli investimenti più consistenti (circa 762 milioni di euro) riguardano l’attrattività dei borghi.

Tale misura può essere ulteriormente suddivisa in due distinte linee di investimento. La “linea A” prevede il finanziamento di progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono o abbandonati. I progetti ammissibili al finanziamento erano al massimo uno per ogni regione e provincia autonoma. Per ciascuna proposta sono stati assegnati circa 20 milioni di euro. La “linea B” mira invece alla realizzazione di progetti di rigenerazione urbana e sociale per almeno 229 borghi storici. In questo secondo caso le risorse potevano essere assegnate sia ai comuni che a operatori del settore che intendono svolgere la loro attività nel borgo oggetto dell’intervento.

1,54 miliardi €  le risorse del Pnrr assegnate dal ministero della cultura di cui già si conosce la ripartizione territoriale. 

Anche gli investimenti sui luoghi di culto possono essere suddivisi in due distinti filoni. Alla messa in sicurezza e adeguamento sismico di chiese, torri e campanili sono stati assegnati in totale 240 milioni. Mentre al restauro del patrimonio culturale gestito dal fondo edifici di culto spettano altri 250 milioni circa. Quasi 289 milioni complessivi infine sono stati assegnati per l’efficientamento energetico di musei, cinema e teatri.

Purtroppo le graduatorie di questi bandi non hanno tutte lo stesso formato. In alcuni casi manca, ad esempio, l’indicazione del comune in cui è ubicato il bene oggetto dell’intervento. Per questo motivo, al fine di consentire un confronto omogeneo sulla ripartizione delle risorse nei vari territori, dobbiamo fermarci al livello regionale.

In base ai dati disponibili possiamo osservare che la regione che riceverà la maggior quota di risorse è la Sicilia (175 milioni circa). Seguono la Campania (poco meno di 167 milioni) e il Lazio (quasi 134 milioni). Agli ultimi posti invece Molise (11,8 milioni), Valle d’Aosta (21,8 milioni) e Friuli Venezia Giulia (35,7 milioni).

È interessante notare che in questo caso la “quota sud” prevista dal Pnrr è stata rispettata. Alle regioni del meridione infatti andrà all’incirca il 45,7% delle risorse messe a bando tra quelli presi in esame.

Quanti e quali progetti finanziati

Finora ci siamo soffermati sulla ripartizione territoriale delle risorse assegnate dal Mic. Ma quanti e quali sono i progetti che saranno finanziati? Da questo punto di vista possiamo osservare che le proposte che beneficeranno delle risorse del Pnrr sono 1.512. La maggior parte riguarda l’efficientamento energetico di cinema, teatri e musei (742 progetti finanziati). Sono invece 543 gli interventi previsti per i luoghi di culto e 227 quelli per i borghi.

Campania e Sicilia si confermano al primo posto anche per numero di progetti finanziati (rispettivamente 186 e 160) mentre al terzo posto in questo caso l’Emilia Romagna (149) precede il Lazio (125).

Passare in rassegna tutti i progetti ammessi a finanziamento sarebbe impossibile. Ci limitiamo quindi a segnalare qualche caso particolarmente interessante, rimandando all’elenco completo nella tabella qui sotto.

Tra i 348 teatri che beneficeranno dei fondi del Pnrr per l’efficientamento energetico ne troviamo alcuni tra i più rinomati del nostro paese. Tra cui il teatro alla Scala e il teatro degli Arcimboldi di Milano; il Sistina e il Globe theatre di Roma; il teatro Regio di Parma, La Fenice di Venezia, il teatro de Maggio musicale fiorentino, il gran teatro Giacomo Puccini di Viareggio, il San Carlo di Napoli e il Teatro massimo di Palermo.

Tra i musei oggetto di intervento troviamo invece il Museo archeologico nazionale di Matera; la Galleria Borghese e il parco archeologico del Colosseo a Roma; i parchi archeologici di Ercolano e dei Campi Flegrei a Napoli; il Castello Svevo di Trani; il parco archeologico di Ostia antica e il Cenacolo vinciano a Milano.

Per quanto riguarda invece gli interventi finanziati nell’ambito della valorizzazione di parchi e giardini storici possiamo osservare che riceveranno fondi del Pnrr la Reggia di Caserta; il Real bosco di Capodimonte (Vt); il parco di Pinocchio a Collodi (Pt); il parco del Castello reale di Moncalieri (To) e il parco e giardino storico nel contesto del Parco reale di Monza.

Citiamo infine alcuni tra gli interventi legati ai luoghi di culto. Tra questi la messa in sicurezza del campanile della chiesa di santo Stefano a Venezia; della chiesa di san Domenico a Matera; del duomo di Gerace (Rc); della basilica di san Domenico e della chiesa di san Giacomo maggiore a Bologna; della chiesa dello spirito santo e del convento dei cappuccini di Galatina (Le).

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Facebook – Teatro alla Scala

 

Con l’emergenza sanitaria aumenta l’aiuto gonfiato Cooperazione

Con l’emergenza sanitaria aumenta l’aiuto gonfiato Cooperazione

Nel 2021 l’Ue è ancora lontana dall’obiettivo di destinare lo 0,70% Aps/Rnl alla cooperazione entro il 2030. Inoltre rispetto all’anno precedente si è ridotto l’aiuto genuino mentre è aumentato quello gonfiato, anche a causa della politica sui vaccini.

 
Progetto


La pandemia ha portato, secondo le stime Onu, a un aumento dell’indice di povertà globale, passato dall’8,3% al 9,2% tra 2019 e 2020. Le disuguaglianze sono aumentate e per questo l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) è diventato uno strumento ancora più importante. Tuttavia, anziché creare le condizioni per una maggiore solidarietà a livello internazionale, l’emergenza sanitaria ha prodotto piuttosto l’effetto contrario. Lo mostra l’ultimo report Aidwatch di Concord Europa.

Da diversi anni Concord, la confederazione che riunisce oltre 2.600 Ong europee di 28 paesi europei, pubblica il rapporto AidWatch in cui viene analizzata la quantità e la qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) delle istituzioni europee e degli stati membri dell’Unione.

Dalle analisi relative al 2021 emerge che nel corso di un’emergenza sanitaria di proporzioni globali, molti stati europei hanno dato priorità ai loro interessi nazionali, e che è aumentata quella componente dell’Aps che Concord definisce aiuto gonfiato, cioè le risorse che rimangono all’interno del paese donatore, senza raggiungere alcun paese beneficiario. Complessivamente i paesi dell’Unione europea sono ancora distanti dall’obiettivo previsto dall’Agenda dell’Onu per il 2030, ovvero di raggiungere un rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) e reddito nazionale lordo pari allo 0,70%, e alcuni, tra cui l’Italia, sono ancora più indietro.

L’aiuto europeo nel 2021

Nel 2021 gli stati membri dell’Ue hanno donato più di 65 miliardi di euro in aiuto pubblico allo sviluppo, ovvero le risorse destinate ad attività e progetti di cooperazione nei paesi a più basso tasso di sviluppo. Complessivamente si tratta del 43% dei contributi totali, il che rende l’Ue il primo donatore a livello globale.

65,5 mld € l’Aps europeo nel 2021.

Tuttavia questo importo equivale solo allo 0,48% del reddito nazionale lordo (Rnl) dell’Ue, una cifra ben lontana dall’obiettivo di destinare a questo settore lo 0,70% Aps/Rnl entro il 2030. A questo ritmo però, secondo le stime di Concord, l’Unione raggiungerà l’obiettivo nel 2037.

Sono solo quattro i paesi Ue che nel 2021 hanno raggiunto l’obiettivo: Lussemburgo, Svezia, Germania e Danimarca. Altri quattro del gruppo Ue-14 (che comprende i paesi membri da prima del 2004), tra cui l’Italia, registrano quote inferiori allo 0,30%.

Nel complesso sono 11 gli stati che hanno aumentato i propri contributi nel 2021 di oltre il 5% rispetto all’anno precedente e l’Italia rientra in questa categoria, registrando un aumento pari al 27%. Tuttavia, come approfondiremo più avanti, si è trattato di aiuto gonfiato.

Un altro obiettivo che non è stato raggiunto è quello dei fondi da dedicare specificamente ai paesi a più basso tasso di sviluppo. La quota Aps/Rnl indirizzata a questi paesi dovrebbe attestarsi tra lo 0,15% e lo 0,20%, ma nel 2020 (l’ultimo dato consolidato) ha raggiunto solo lo 0,12%.

Diminuisce l’aiuto genuino, aumenta quello gonfiato

In ogni caso l’Aps dei paesi europei si è ridotto nel 2021 rispetto all’anno precedente. Inoltre, come se non bastasse, a diminuire è stato in particolare l’aiuto genuino, mentre al contempo è cresciuto l’aiuto gonfiato.

L’aiuto gonfiato consiste nelle risorse contabilizzate come aiuto pubblico allo sviluppo che però non prevedono un effettivo trasferimento di fondi verso paesi in via di sviluppo. Vai a “Che cosa si intende per aiuto genuino e aiuto gonfiato”

Si tratta di una categoria che comprende una serie di voci di spesa tra cui quella per i rifugiati nel paese donatore e per gli studenti internazionali. Ma anche gli interventi di cancellazione del debito, gli interessi passivi sui debiti e gli aiuti cosiddetti “legati”, cioè vincolati – ad esempio all’acquisto di beni nel paese donatore, che Concord considera più vantaggiosi per i donatori che per i beneficiari e quindi di fatto un freno per lo sviluppo. A queste voci nel 2021 se n’è aggiunta una nuova, che approfondiremo più avanti: i vaccini anti-Covid in eccesso.

A differenza dell’aiuto cosiddetto genuino, l’aiuto gonfiato è destinato a progetti che non sono direttamente orientati alla cooperazione allo sviluppo. La voce principale è quella relativa alla spesa per rifugiati nel paese donatore.

In Ue, nel 2021 l’aiuto gonfiato ammonta, secondo Concord, al 16% del totale. Al suo interno, il 38% rientra nella voce “spesa per rifugiati nel paese donatore”. Osservando i dati, vediamo che nel passaggio dal 2020 al 2021 è diminuito l’aiuto genuino (in rapporto al Rnl) mentre è aumentato quello gonfiato.

GRAFICO
DA SAPERE

Da diversi anni Concord, la confederazione che riunisce oltre 2.600 Ong europee, pubblica il rapporto AidWatch in cui viene analizzata la quantità e la qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) delle istituzioni europee e degli stati membri dell’Unione. L’Aps per definizione prevede che flussi di risorse raggiungano paesi inseriti nella lista ufficiale dei riceventi. Tuttavia nel totale complessivo vengono conteggiati anche soldi che in realtà non varcano i confini dal paese donatore, oppure soldi che provengono da operazioni di anni precedenti, e che dunque non sono realmente addizionali. Si tratta di quello che il rapporto definisce aiuto gonfiato. I calcoli si basano sul metodo di calcolo “Net Disbursements” piuttosto che sul “Grant equivalents”.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Aidwatch
(consultati: mercoledì 9 Novembre 2022)

 

L’aumento dell’aiuto gonfiato è stato particolarmente marcato in Italia. Infatti a un primo sguardo il 2021 può essere considerato un anno molto positivo per la cooperazione italiana, con un aumento del rapporto Aps/Rnl che passa dallo 0,23% allo 0,29% (usando il metodo di calcolo “Net Disbursements”, 0,28% usando il “Grant equivalents”).

Allo stesso tempo però l’aiuto genuino è rimasto fermo allo 0,22%, la componente dell’aiuto ad essere cresciuta è quella gonfiata, passata dallo 0,01% Aps/Rnl allo 0,07%.

GRAFICO
DA SAPERE

Da diversi anni Concord, la confederazione che riunisce oltre 2.600 Ong europee, pubblica il rapporto AidWatch in cui viene analizzata la quantità e la qualità dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) delle istituzioni europee e degli stati membri dell’Unione. L’Aps per definizione prevede che flussi di risorse raggiungano paesi inseriti nella lista ufficiale dei riceventi. Tuttavia nel totale complessivo vengono conteggiati anche soldi che in realtà non varcano i confini dal paese donatore, oppure soldi che provengono da operazioni di anni precedenti, e che dunque non sono realmente addizionali. Si tratta di quello che il rapporto definisce aiuto gonfiato. I calcoli si basano sul metodo di calcolo “Net Disbursements” piuttosto che sul “Grant equivalents”.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Aidwatch
(consultati: mercoledì 9 Novembre 2022)

 

Una quota considerevole di questi importi deriva dalla cancellazione di un debito in Somalia – una componente che Concord considera impropriamente catalogata come aiuto pubblico allo sviluppo. Allo stesso tempo però sono in crescita anche le risorse destinate alla voce di spesa “rifugiati nel paese donatore” e quelle per le azioni multilaterali per il contrasto alla pandemia.

La cooperazione e una politica fallimentare sui vaccini

Analizzando i dati del 2021 si può quindi notare un generalizzato peggioramento rispetto al 2020 e un allontanamento rispetto agli obiettivi di riferimento. L’Italia non è un’eccezione vista la situazione stagnante dell’aiuto genuino.

Ma quest’anno ci sono state delle specificità. Concord rileva in particolare un fallimento sul fronte dei vaccini anti-Covid. I vaccini sono stati un elemento cruciale nella gestione della pandemia e le istituzioni internazionali hanno evidenziato l’importanza di vaccinare almeno il 70% della popolazione in tutti i paesi del mondo. Per una questione di giustizia sanitaria ma anche per prevenire l’emergere di nuove varianti, che potrebbero potenzialmente rendere inutili i vaccini esistenti. Ciononostante, dei 2,5 miliardi di persone ad oggi non vaccinate, 2,3 miliardi vivono in paesi a basso reddito.

Gli stati Ue hanno accumulato più vaccini del necessario.

Nonostante l’impegno a donare dosi di vaccino ai paesi a basso reddito, l’Europa non ha centrato gli obiettivi. A febbraio 2022 era stato effettivamente consegnato solo un terzo delle dosi. Inoltre l’Ue non ha perseguito la strada di un vaccino come bene comune, svincolato dalle regole che tutelano la proprietà intellettuale. E soprattutto gli stati dell’Ue hanno accumulato dosi: 3,5 volte quelle necessarie per vaccinare la propria popolazione. Una parte è stata poi donata ai paesi a basso reddito, ma una parte molto piccola, e comunque tardi, spesso senza un calendario di consegne concordato con i paesi beneficiari e limitata a lotti con scadenze troppo ravvicinate per permettere ai paesi con sistemi sanitari fragili di mettere tempestivamente in campo campagne vaccinali efficaci e diffuse.

La donazione di vaccini in eccesso può essere catalogata come Aps e secondo le analisi di Concord questo sarebbe alla radice dell’aumento dell’aiuto gonfiato nel 2021.

1,5 mld € le dosi di vaccino in eccesso categorizzate come Aps nel 2021.

In alcuni paesi ha costituito una quota molto significativa dell’aiuto gonfiato totale, ad esempio in Croazia (100%), ma anche in Romania, dove ha superato il 90%. Solo in 5 paesi (Bulgaria, Finlandia, Grecia, Belgio e Paesi Bassi) non ha avuto nessun peso, mentre in Italia è stata inferiore al 20%. Ma si tratta di un elemento che secondo Concord non dovrebbe rientrare nell’Aps, non da ultimo perché si tratta di una conseguenza collaterale, più che un contributo pensato specificamente per i paesi a basso tasso di sviluppo.

A questo si aggiunge il fatto che molti stati hanno considerato l’aiuto pubblico allo sviluppo una priorità meno pressante, anche a causa della pandemia. Ciononostante, come mostra l’Eurobarometro di giugno 2022, i cittadini Ue danno molta importanza alla cooperazione internazionale come strumento per ridurre la povertà globale.

L’articolo è stato redatto grazie al progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda”, finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le opinioni espresse non sono di responsabilità dell’Agenzia.

Foto: Oms Rdc