Archivi giornalieri: 22 novembre 2022

Gestione Postelegrafonici: online il bando dei Sussidi scolastici

Gestione Postelegrafonici: online il bando dei Sussidi scolastici

È stato pubblicato il bando di concorso “Sussidi scolastici Gestione Postelegrafonici” per gli orfani dei dipendenti del Gruppo Poste Italiane SpA e degli ex-IPOST, sottoposti alla trattenuta mensile dello 0,40% (di cui all’art. 3, legge 27 marzo 1952, n. 208), deceduti in attività di servizio o nello stesso mese del collocamento a riposo.

Per l’anno scolastico e accademico 2021-2022, il concorso offre i seguenti sussidi scolastici:

  • 5 sussidi per l’iscrizione e la frequenza di asili nido, scuola dell’infanzia e scuola primaria (elementari);
  • 10 sussidi per l’iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di primo grado (media);
  • 30 sussidi per l’iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo grado (media superiore);
  • 35 sussidi per l’iscrizione e la frequenza di corsi universitari di laurea triennale o magistrale o a ciclo unico, di Conservatorio o Istituti musicali parificati e Accademie di Belle Arti, o corrispondenti a corsi di studio all’estero legalmente riconosciuti.

La domanda dovrà essere inviata entro il 31 dicembre 2022.

Assegni di frequenza e contributi formativi 2021-2022: online il bando

Assegni di frequenza e contributi formativi 2021-2022: online il bando

È stato pubblicato il bando di concorso “Assegni di frequenza e contributi formativi 2021-2022″ per l’erogazione di 85 assegni di frequenza, in favore di orfani ed equiparati di iscritti alla Gestione Magistrale, e 170 contributi formativi, in favore di figli o orfani ed equiparati di iscritti alla Gestione Magistrale, portatori di handicap.

La domanda di partecipazione al concorso deve essere trasmessa dalle 12 del 23 novembre fino alle 12 del 30 dicembre 2022.

Nel bando tutte le informazioni sui requisiti di ammissione, i dati da fornire nella domanda e le incompatibilità tra i benefici.

3. L’esperienza politica dei membri dell’esecutivo

3. L’esperienza politica dei membri dell’esecutivo

Nell’ultimo capitolo del report La XIX legislatura e gli equilibri del nuovo parlamento abbiamo analizzato l’esperienza politica dei nuovi deputati e dei nuovi senatori.

Una verifica che risulta forse ancora più interessante se applicata ai membri dell’esecutivo.

40% gli esponenti dell’esecutivo che avevano già ricoperto incarichi di governo.

L’esperienza dei partiti di governo

Un dato che non stupisce anche perché la prima forza politica del nuovo esecutivo è Fratelli d’Italia (FdI), ovvero un partito che non è mai stato al governo. Certo molti esponenti di FdI hanno un percorso politico che, nella maggior parte dei casi, è passato prima da Alleanza Nazionale e poi dal Popolo delle libertà.

Nonostante questo però FdI resta il partito di governo con la quota più bassa di esponenti che hanno già avuto incarichi di governo (27,6%).

Nessun esponente di governo di Fratelli d’Italia è mai stato al vertice di un ministero prima d’ora.

Inoltre tra gli 8 esponenti di FdI che hanno maturato in passato questo tipo di esperienza, solo 2 avevano ricoperto l’incarico di ministro, mentre gli altri erano stati nominati sottosegretari o tutt’al più viceministri. Si tratta in particolare della stessa presidente Meloni, ministra della gioventù nel quarto governo Berlusconi, e di Raffaele Fitto, ministro per i rapporti con le regioni dello stesso esecutivo. In entrambi i casi comunque si trattava di ministri senza portafoglio.

Una quota leggermente maggiore di politici esperti l’ha portata al governo Forza Italia, ovvero il 30,8%. Un dato comunque piuttosto basso se si considerano i molti governi di cui ha fatto parte negli anni questa forza politica, incluso quello il cui incarico è appena cessato. Inoltre solo 1 ministro di Forza Italia su 4 aveva ricoperto in passato un ruolo di vertice, ovvero Anna Maria Bernini. Anche in questo caso peraltro l’incarico era senza portafoglio, ovvero ministra per gli affari europei, sempre nel quarto governo Berlusconi.

Dei 2 sottosegretari di Noi moderati invece 1 aveva già ricoperto lo stesso incarico, nello stesso ministero. Ovvero Vittorio Sgarbi (sottosegretario alla cultura) nel secondo governo Berlusconi.

Il partito di governo con maggiore esperienza dunque risulta la Lega, che d’altronde ha preso parte a 2 dei 3 esecutivi della scorsa legislatura. Sono l’81,3% infatti i suoi esponenti con esperienza di governo alle spalle, ovvero 13 su 16, un numero decisamente alto. Di questi poi in 4 hanno ricoperto il ruolo di ministri: 2 con portafoglio (Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti) e due senza (Roberto Calderoli e Alessandra Locatelli).

Il percorso politico in parlamento, nelle regioni e negli enti locali

La questione ovviamente cambia se invece che alle esperienze di governo si guarda a quelle parlamentari. Anche in questo caso in effetti FdI resta il partito di governo con più esponenti senza un’esperienza di questo tipo. Ma si tratta solo di 3 componenti, ovvero il ministro della giustizia ed ex magistrato Carlo Nordio, la sottosegretaria alle imprese e al made in Italy Fausta Bergamotto e il sottosegretario alla cultura Gianmarco Mazzi.

Forza Italia e Lega invece hanno un esponente ciascuno senza esperienza né parlamentare né di governo. Nel primo caso si tratta del sottosegretario alle infrastrutture Tullio Ferrante, mentre nel secondo del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara.

Non stupisce invece che, come anche in parlamento, la Lega rappresenti la forza di governo con più esponenti con un passato nella politica locale o regionale, ovvero l’81,2%. Segue Fratelli d’Italia con il 62%, unica tra le forze di maggioranza ad aver portato al governo anche un ex presidente di regione, il ministro della protezione civile e del mare Nello Musumeci. Solo 2 invece gli esponenti di Forza Italia con un percorso nella politica sul territorio (15,4%).

Ministri d’area indipendenti dai partiti

Come abbiamo visto nei precedenti capitoli 5 ministri di questo governo possono essere considerati indipendenti. Con questo non si vuole intendere che si tratta di figure neutrali o tecniche, visto che comunque hanno accettato di prendere parte a un governo chiaramente politico. Quanto piuttosto che non sono direttamente ricollegabili a uno specifico partito della maggioranza.

Con queste premesse appare normale, anche se non necessario, che questi non abbiano ricoperto in passato incarichi politici. Non vuol dire però che non sia utile conoscere il loro percorso precedente.

Tra questi si trova ad esempio il ministro della salute Orazio Schillaci, medico dall’importante curriculum e da ultimo rettore dell’Università Torvergata di Roma.

Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano invece viene dal mondo del giornalismo. Tra le altre cose è stato direttore del quotidiano Roma e da ultimo del Tg2.

La ministra del lavoro Marina Elvira Calderone invece viene dal settore della consulenza del lavoro e dal 2005 fino alla nomina a ministro ha presieduto il relativo ordine.

Infine il ministro dell’interno Matteo Piantedosi che, rispetto ai precedenti, è sicuramente la figura che nella sua carriera è stata a più stretto contatto con il mondo politico. Prefetto di Bologna tra il 2017 e il 2018 è diventato poi capo di gabinetto del ministro dell’interno Matteo Salvini e, per circa un anno, della ministra Lamorgese che lo ha poi nominato prefetto di Roma.

L’esperienza negli organi di governo

Nonostante gli indipendenti ricoprano tutti l’incarico di ministro, è proprio tra questi che si registra la quota più alta di figure con esperienza di governo, ovvero il 56%, contro il 30% tra i sottosegretari e i viceministri.

Guardando ai ministeri invece quello con la quota maggiore di politici con esperienza di governo è il dicastero del turismo (100%). Tuttavia in questa struttura l’unica politica presente è la ministra Daniela Santanché (FdI), già sottosegretaria del quarto governo Berlusconi.

Al secondo posto il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (66%, 2 su 3), con la viceministra Vannia Gava (Lega), già sottosegretaria del primo governo Conte e del governo Draghi, e il ministro Gilberto Pichetto Fratin (viceministro di Forza Italia del governo Draghi).

Segue la presidenza del consiglio (58,8%, 10 su 17). Qui ad aver già avuto responsabilità di governo sono stati la presidente Meloni6 ministri senza portafoglio su 9 (Alessandra Locatelli, Eugenia Maria Roccella, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Raffaele Fitto, Roberto Calderoli e Nello Musumeci) e 3 sottosegretari su 7 (Alfredo Mantovano, Giuseppina Castiello e Alessandro Morelli).

Hanno invece esperienza di governo esattamente la metà dei politici con un incarico presso i ministeri delle infrastrutture e dei trasporti, della cultura, delle imprese e del made in Italy e dell’università. Nel caso del dicastero della cultura però sono solo i sottosegretari, e non il ministro ad avere esperienza.

In tutti gli altri dicasteri la quota di politici esperti scende sotto il 50%. Nonostante questo è comunque da sottolineare la notevole esperienza di alcuni dei ministri alla guida di queste strutture. Tra questi il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti (Lega) che da ultimo ha ricoperto il ruolo di ministro dello sviluppo economico del governo Draghi e quello della difesa Guido Crosetto (FdI), già sottosegretario nello stesso ministero nel quarto governo Berlusconi.

Ma anche i ministri dell’intero e della giustizia Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, pur essendo al loro primo incarico politico hanno svolto tutta la loro carriera nel ministero che ora dirigono o a stretto contatto con questo.

i ministeri in cui nessun rappresentate politico ha esperienza di governo.

Da segnalare infine come in 4 ministeri nessun esponente politico abbia avuto prima responsabilità di questo tipo.

Certo è vero che il ministro degli esteri Antonio Tajani, per quanto in una funzione diversa, negli anni ha comunque accumulato un’importante esperienza internazionale come presidente del parlamento europeo.

Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara invece ha negli anni lavorato in varie occasioni con il ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca, da ultimo come capo del dipartimento Formazione superiore e ricerca. Struttura che tuttavia ora ricade sotto la responsabilità di un diverso ministero, quello dell’università.

Infine sia il ministro della salute Orazio Schillaci che quella del lavoro Marina Elvira Calderone, hanno avuto una lunga esperienza nei settori di competenza dei loro dicasteri, non però, a quanto risulta, all’interno di questi o altri ministeri.

Certo aver già avuto esperienze ministeriali non è una condizione necessaria per svolgere bene il proprio compito e i ministri avranno tempo di dimostrarlo con il loro lavoro. È utile tenere a mente comunque che conoscere una materia e avere la responsabilità politica di un dicastero sono due cose molto diverse.

Foto: governo.it

 

Lavora un giorno dopo la pensione: l’INPS gli chiede 20.000 euro

Lavora un giorno dopo la pensione: l’INPS gli chiede 20.000 euro

Un giorno di lavoro davvero costoso per un signore emiliano

Lavora un giorno dopo la pensione: l’INPS gli chiede 20k euro

Credits: Getty Images

Il protagonista di questa storia è un pensionato di Faenza, vicino Ravenna. L’uomo era andato in pensione anticipata nel 2019 con quota 100 e nel 2020 aveva svolto un solo giorno di lavoro per una ditta agricola di Bagnacavallo, nelle vicinanze. Per quelle ore di lavoro aveva ricevuto regolarmente 59,68 euro di paga. Questo “reddito” era bastato all’Inps per ritenere indebita tutta quell’annualità di pensione per un totale di quasi 20 mila euro. 

Il problema nasce dal fatto che chi è andato in pensione con Quota 100 ha il il divieto di cumulo tra pensione e reddito da lavoro. Queste persone non possono lavorare finché non raggiungono i 67 anni, età in cui si raggiunge la pensione di vecchiaia. Chi non rispetta questo divieto subisce la sospensione del trattamento pensionistico e deve restituire l’assegno percepito nei mesi in cui ha lavorato. Ma esiste un’eccezione. Chi è andato in pensione con Quota 100 può prestare il proprio lavoro occasionalmente, ma la retribuzione non deve superare i 5.000 euro lordi l’anno.

Fortunatamente in tribunale chi doveva decidere le sorti dell’uomo non ha visto la situazione allo stesso modo. Il giudice Dario Bernardi della sezione lavoro del Tribunale di Ravenna ha ora dato ragione al pensionato sessantottenne, stabilendo “l’inesistenza dell’indebito pensionistico per il 2020” e condannando “l’Inps alla restituzione di tutte le rate trattenute”.  Alla luce della “particolarità della questione”, tanto che sul punto non esiste un “orientamento giurisprudenziale consolidato”, il giudice ha diviso tra le parti le spese di lite. 

Insomma quei 59 euro di “stipendio” non possono sostituire un annualità di pensione, anche se si tratta di reddito dipendente. “Ovviamente dovrà tenersi conto di quanto effettivamente lavorato e non di quanto programmato”, recita la sentenza. La somma ricevuta dall’ex operaio “va qualificata come reddito da lavoro dipendente e tuttavia – per l’assoluta occasionalità ed eccezionalità, anzi l’unicità che la caratterizza – non può qualificarsi come ‘reddito’ da porsi in contrapposizione al godimento della pensione anticipata ex quota 100″. Tutto è bene quel che finisce bene!

 

Pensioni

 

Avvocato Dequo

 
22 Gen 2022
PENSIONI

Pensione minima INPS: rivalutazione importi e calcolo assegno mensile

Quali sono i requisiti per ottenere la pensione minima INPS, l’importo che si può ricevere, i limiti di età e gli anni di contributi previsti dalla Legge per averne diritto.

Il termine pensione minima, che è stata introdotta nel nostro Paese con la legge 638/1983, indica la pensione che si ha il diritto di ricevere al fine di poter condurre una vita dignitosa.

Ci sono, infatti, diverse situazioni reddituali che non consentono alle famiglie di arrivare a fine mese e per le quali è previsto un aumento della pensione al fine di raggiungere la quota minima fissata per legge.

A quanto ammonta l’importo della pensione minima INPS? Quali sono i requisiti per accedervi? A chi spetta, che età si deve raggiungere e quanti anni di contributi? Quali sono i redditi da escludere per il calcolo dell’integrazione minima?

In questa guida troverai le risposte tutte queste domande e informazioni sulle novità introdotte per quanto riguarda la pensione minima INPS 2022.

Cos’è e come funziona

I titolari di una pensione molto bassa, ovvero coloro i quali hanno difficoltà ad arrivare a fine mese e a sostenere tutte le spese previste, possono usufruire del trattamento previdenziale che viene erogato dall’INPS.

La pensione minima è, nella pratica, un assegno sociale che si rivolge ai pensionati i quali ricevono, al momento, importi mensili inferiori rispetto ai limiti che sono stati fissati dalla legge.

L’importo relativo al trattamento minimo INPS varia di anno in anno, poiché è direttamente collegato alla variazione dell’indice ISTAT che mette in relazione la soglia minima e il costo della vita.

Tutti coloro che si ritrovano in pensione, ma hanno a propria disposizione una cifra inferiore al limite attuale riceveranno dall’INPS un assegnato integrativo in modo tale da raggiungere la soglia minima prevista dalla pensione minima INPS. Il calcolo dell’importo dipende dal proprio reddito e dallo stato personale – varia infatti in relazione all’essere single o coniugati.

pensione minima

Aumento pensione minima INPS

Per il 2022 sono previsti degli aumenti sugli importi della pensione minima, in relazione all’adeguamento ISTAT e all’inflazione registrata nel 2021, che saranno applicati con il metodo a scaglioni.

In particolare sarà prevista una rivalutazione pari all’1,7% per gli assegni più bassi, portando il trattamento minimo a un importo mensile di 523,83 euro (lo scorso anno era pari a 515,58 euro). I pensionati che hanno diritto alle maggiorazioni sociali potranno poi ricevere fino a un massimo di 660,27 euro al mese.

Leggi anche: “Chi va in pensione nel 2022?“.

Importo pensione minima INPS 2022

La pensione minima, che come abbiamo anticipato è disciplinata dalla L. n. 638/1983, garantisce ai pensionati il diritto di ricevere un assegno mensile sufficientemente adeguato a condurre una vita dignitosa.

Se, dunque, nonostante il versamento dei contributi, la pensione si trova al di sotto di una determinata soglia, il pensionato otterrà un assegno integrativo della pensione.

La pensione minima INPS 2022 ammonta a 523,83 euro, distribuiti su 13 mensilità. Il trattamento minimo annuo per il 2022 ammonterà, dunque, a 6.809,79 euro (ovvero 523,83 euro x 13 mensilità).

Non tutte le pensioni potranno essere integrate al minimo. Vi rientrano:

Non sono invece incluse le pensioni interamente calcolate con il sistema contributivo, fatta eccezione per Opzione donna.

Pensione minima: a chi spetta

Per capire a quanto ammonta l’integrazione prevista per la pensione minima, bisogna considerare due casi distinti:

  • quello dei pensionati single;
  • quello dei pensionati sposati.

Un pensionato single può avere diritto all’integrazione totale della pensione fino a 523,83 euro se non supera il reddito annuale di 6.809,79 euro. Per quanto riguarda il reddito di un pensionato sposato, si ha diritto all’integrazione totale se non si superano i 26.810.16 euro all’anno.

Ci sono dei casi nei quali si riceve, invece, soltanto un’integrazione parziale: vediamo come funziona per i pensionati single e per quelli coniugati.

Pensione minima: requisiti per i single

I pensionati single con un reddito compreso tra i 6.809,79 e i 13.619,58 euro hanno diritto a un’integrazione parziale. Chi supera i 13.619,58 euro l’anno non ha diritto all’assegno sociale. Come funziona il calcolo dell’integrazione parziale?

Supponiamo che un pensionato riceva una pensione di 300 euro ogni mese, ma abbia poi altri redditi per un valore di 10.700 euro annui. In totale disporrà di un reddito annuo di 11.000 euro. L’integrazione si calcola sottraendo dalla soglia massima fissata dall’INPS il reddito percepito, e dividendo il risultato per tredici mensilità.

In questo caso si avrà: 13.619,58 – 11.000 = 2.619,58 euro. Dividendo tale cifra per 13 mensilità si avrà la somma di 201,50 euro, che sono quelli da aggiungere ai 300 euro di pensione mensile.

Pensione minima: requisiti per i coniugati

I pensionati coniugati con un reddito compreso tra i 20.429,37 e i 27.239,16 euro hanno diritto a un’integrazione parziale. Chi supera i 27.239,16 euro l’anno non ha diritto all’assegno sociale.

Il reddito considerato è quello soggetto a tassazione IRPEF, quindi non comprende pensioni di invalidità, case di proprietà, rendita INAIL, TFR.

In questo caso l’integrazione scatta solo se si supera un doppio sbarramento, ovvero nel caso in cui sia il limite reddituale personale sia quello coniugale non superino i valori massimi fissati per legge.

Si avrà pertanto che:

  • il proprio reddito personale dovrà essere compreso tra i 6.809,79 e i 13.619,58 euro
  • il reddito coniugale dovrà essere compreso tra i 20.429,37 e i 27.239,16 euro.
pensione minima

Esempio calcolo integrazione pensione minima INPS

Facciamo un esempio:

  • il proprio reddito personale è di 11.000 euro, quindi si deve eseguire la sottrazione seguente: 13.619,58 – 11.000 = 2.619,16 euro;
  • il reddito coniugale è di 25.000 euro, quindi si deve eseguire la sottrazione seguente: 27.239,16 – 25.000 euro = 2.239,16 euro.

Chi ha diritto alla pensione minima INPS?

L’assegno integrativo per ricevere la pensione minima è valido soltanto per gli assicurati prima del 31 dicembre del 1995. Coloro che si sono iscritti all’INPS dopo tale data, in pratica, non possono più accedere all’integrazione al minimo nel momento in cui vanno in pensione.

I giovani pensionati hanno però la possibilità di fare richiesta, se rientrano in determinati requisiti legati all’ISEE, della cosiddetta pensione di cittadinanza.

Quanti anni di contributi?

La pensione minima INPS non è legata al numero di anni di contributi versati né al lavoro che si faceva prima di andare in pensione: a prescindere che i contributi versati siano pari a 10, 15 o 20 anni, l’integrazione al minimo si riceve se si è titolari di pensione, ma non si raggiungono i valori minimi che sono stati fissati dalla legge.

Chi non ha versato contributi e non può ricevere né la pensione né l’integrazione, ha diritto all’assegno sociale, così come tutti i cittadini stranieri che sono legalmente residenti in Italia da almeno 10 anni.

Leggi anche: “10 anni di contributi, ho diritto alla pensione?

Redditi da escludere

Quali sono i redditi da escludere nel calcolo del reddito previsto per richiedere la pensione minima? Si tratta:

  • dei redditi esenti da IRPEF, come per esempio le pensioni di guerra, le rendite INAIL, le pensioni di invalidità civile;
  • dei redditi della casa in cui si vive;
  • delle pensioni da integrare al minimo;
  • degli arretrati soggetti a tassazione separata.

Pensioni minima INPS – Domande frequenti

Qual è il trattamento minimo di pensione?

La pensione minima INPS viene stabilita di anno in anno: scopri a quanto ammonta nel 2022.

A chi spetta la pensione minima INPS?

La pensione minima è un importo che viene riconosciuto ai pensionati che hanno un reddito da pensione inferiore a un importo minimo stabilito dalla legge.

Chi non può fare domanda all’INPS per la pensione minima?

Tutti coloro che hanno un reddito individuale o un reddito coniugale superiore ad alcuni importi: scopri quali sono.

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Santa Cecilia

 

Santa Cecilia


Santa Cecilia

autore: Simon Vouet anno: 1626 titolo: Santa Cecilia luogo: Museo di Arte Blanton, Austin
Nome: Santa Cecilia
Titolo: Vergine e martire
Nascita: II Secolo, Roma
Morte: 22 novembre 230, Roma
Ricorrenza: 22 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Memoria liturgica
Sotto l’impero di Alessandro Severo era stata proibita ogni persecuzione contro i cristiani e la Chiesa godette un periodo di tranquillità e di pace. Ma a turbare il mite gregge di Cristo sorse presto il tristo prefetto di Roma, Almachio.

Essendosi assentato l’imperatore dalla capitale, egli ne approfittò per sfogare il suo odio contro i cristiani scatenando contro di loro una terribile persecuzione.

Fra le sue vittime più illustri, va ricordata S. Cecilia, nobilissima vergine romana. Nacque ella da ricchissima famiglia alle falde del Gianicolo, e quivi fra agi e comodità fu educata dai più rinomati maestri di Roma.

Fattasi segretamente cristiana, andava ogni giorno più distaccando il suo cuore dalle cose terrene.

Estasi di Santa Cecilia
autore: Bernardo Cavallino anno: 1645
titolo: Estasi di Santa Cecilia

Costretta a sposarsi, durante le feste del matrimonio, mentre tutti l’attorniavano per festeggiarla e cantavano inni pagani, essa in cuor suo cantava un cantico di amore al suo mistico e vero sposo, Gesù Cristo. Quando fu sola con Valeriano gli disse: « Sappi che io sono cristiana e già da molto tempo ho consacrato a Gesù tutto il mio cuore… Egli solo è il mio sposo, e tu devi rispettare il mio corpo, perché io ho sempre vicino a me un Angelo del Signore che mi custodisce e mi difende ».

Valeriano rispose: « Io crederò a quanto mi dici e farò quello che tu desideri, se potrò vedere questo Angelo che ti custodisce ». E Cecilia: « Nessuno può vedere l’Angelo del Signore, se non è battezzato. Va’ dunque dal santo vescovo Urbano, fatti istruire nella religione cristiana, fatti battezzare, e poi ritorna e vedrai quanto desideri ». Valeriano andò, si fece istruire ed il Vescovo, vedendo le sue buone disposizioni e la mirabile trasformazione che la grazia aveva operato in lui, lo battezzò.

Santi Cecilia e Valeriano
autore: Lelio Orsi anno: XVI sec
titolo I Santi Cecilia e Valeriano

Ritornato presso la sua santa sposa, entrando nella stanza, vide un Angelo di bellissimo aspetto, che teneva in mano due corone intrecciate di rose e di gigli. A tale vista Valeriano comprese che una di quelle corone era preparata per lui se fosse rimasto sempre fedele a Gesù Cristo.

Quindi non solo promise di custodire intatta la purezza della sua castissima sposa, ma si fece ferventissimo cristiano ed istruì e fece battezzare anche suo fratello Tiburzio. Continuava intanto la persecuzione: Valeriano ed il fratello Tiburzio furono decapitati, mentre Cecilia fu condannata a morire asfissiata nella sua stessa camera da bagno.

I soldati eseguirono l’ordine, ma aperta la camera dopo un giorno e una notte trovarono la Santa sana e salva come se avesse respirata aria purissima. Comandò allora Almachio che un littore le troncasse il capo. Andò il littore, vibrò ben tre colpi, ma non riuscì a staccare completamente la testa dal busto, per cui terrorizzato si allontanò lasciando la Santa in una pozza di sangue.

Martirio di Santa Cecilia
autore: Orazio Riminaldi anno: 1620-1625
titolo Martirio di Santa Cecilia

I fedeli accorsi, raccolsero con pannolini il sangue della Martire, come preziosa reliquia e soccorsero Cecilia che visse ancora tre giorni, pregando ed incoraggiando gli astanti ad essere forti nella fede.

Finalmente, consolata dal Papa Urbano a cui donò la propria casa affinchè fosse trasformata in chiesa, placidamente spirò, e andò a cantare eternamente le lodi al suo amato sposo Gesù.

PRATICA. Facciamo qualche atto di riparazione per le numerose bestemmie contro Dio.

PREGHIERA. O Dio, che ci allieti con l’annua solennità della tua beata Cecilia vergine e martire, fa’ che, mentre la veneriamo, ne seguiamo anche i santi esempi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di santa Cecilia, vergine e martire, che si tramanda abbia conseguito la sua duplice palma per amore di Cristo nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Il suo nome è fin dall’antichità nel titolo di una chiesa di Roma a Trastevere.

Approfondimento

Santa Cecilia è nota per essere la patrona della musica un’affiliazione che le è stata attribuita grazie ad un brano della Passio nel quale, descrivendo il suo matrimonio si dice: Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar che tradotto sarebbe: «Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa». Fu così che da questo canto le venne attribuito l’appellativo di patrona della musica.

Già nel celebre dipinto di Raffaello L’estasi di Santa Cecilia, una volta posto nella Chiesa di San Luigi dei Francesi poi trasferito nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, la vergine martire veniva raffigurata con un organo portativo in mano e con ai piedi «sparsi per terra instrumenti musici, che non sono dipinti, ma vivi e veri si conoscono».

Santa Cecilia
autore: Raffaello Sanzio anno: 1514 circa
titolo Estasi di santa Cecilia

L’AUDIO-VIDEO

Lascia un pensiero a Santa Cecilia

Alcune dedicazioni a Santa Cecilia

Basilica di Santa Cecilia in Trastevere

Basilica di Santa Cecilia in Trastevere
Chiesa di Santa CeciliaNello stesso luogo in cui oggi sorge la basilica di S. Cecilia, vi era, nel II secolo, la casa di un certo Valeriano, promesso sposo a una fanciulla di…

Domande Frequenti

  • Quando si festeggia Santa Cecilia?

  • Quando nacque Santa Cecilia?

  • Dove nacque Santa Cecilia?

  • Quando morì Santa Cecilia?

  • Dove morì Santa Cecilia?

  • Di quali comuni è patrona Santa Cecilia?


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Papa e martireNacque circa l’anno 30 dell’era volgare in Roma da genitori oriundi della Palestina. Trascorse la giovinezza nella più fedele osservanza della religione paterna; ma quando l’apostolo Pietro venne in questa…
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SacerdoteNacque il 22 novembre 1851 a Torri del Benaco, sul Lago di Garda, da Antonio Nascimbeni e Amedea Sartori e venne battezzato con il nome di Giuseppe. Studiò presso il seminario diocesano di Verona e fu…
Oggi 22 novembre si recita la novena a:

– Beata Vergine della Medaglia Miracolosa
O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta parte prendi alle nostre pene e quanto di adoperi per stornare da noi i…
– Sant’ Andrea
I. Per quel ammirabile prontezza onde voi, o glorioso s. Andrea, vi deste a seguir Gesù Cristo, appena lo sentiste qualificato da s. Giovanni per l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, indi a…
– Santa Caterina d’Alessandria
I. O gloriosa s. Caterina, che, arricchita dalla natura e dalla grazia di tutte le prerogative che possono promettere una gran fortuna nel mondo, non vi compiaceste mai in altro che in osservare esattamente…
– San Giacomo della Marca
19 NOVEMBRE – In mezzo a pericoli e difficoltà, spesso privi di aiuto e di conforto, innalziamo la nostra fervida preghiera a Te, o nostro protettore San Giacomo. Tu che sei così caro a Dio, ottienici…
– Santa Felicita e sette figli
I. O gloriosa s. Felicita, che, rimasta vedova del primo consorte in età ancor giovanile, vi consacraste talmente al Signore da diventar il perfetto modello di tutte le vedove cristiane, rinunziando per…