Archivio mensile:novembre 2012

Convegno

 

riferisce Maria Adelasia Divona

 

Sabato 1 dicembre 2012 alle ore 17.30 presso la sede del circolo “Montanaru” si terrà il convegno LIMBA>LENGHE II “Letterature della Sardegna e del Friuli si incontrano”. 

Saranno presenti: Vittorio Umberto COCCO del Direttivo “Casa Gramsci”, Maria Antonietta PIGA Direttrice dell’Ufficio per la lingua sarda della Provincia di Nuoro, Francesco CASULA Storico della letteratura sarda e Michele PINNA Presidente Istituto “Camillo Bellieni”. 
Sarà anche l’occasione per presentare, a cura della professoressa Anna Bogaro, il libro 

“Limba/Lenghe – dialogo tra le letterature della Sardegna e del Friuli” a cui seguirà un buffet con prodotti tipici Sardi e Friulani. Per concludere la serata, alle ore 20.30 si esibiranno in concerto i TENORES DI BITTI Remunnu ‘e Locu. 

-SA LIMBA SARDA EST “GREZZA”?


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La Letteratura sarda a Udine

 

Relazione al Convegno LIMBA>LENGHE

“Letterature della Sardegna e del Friuli si incontrano”.  

Udine 1 dicembre 2012

 

La letteratura in lingua sarda

di Francesco Casula

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Scrive Giovanni Lilliu, il più grande intellettuale sardo degli ultimi 50 anni, archeologo di fama, storico, membro dell’Accademia dei Lincei: L’umore esistenziale del proprio essere sardo, come individui e come gruppo, in ogni momento, nella felicità e nel dolore delle epoche vissute, ha reso i Sardi costantemente resistenti, antagonisti e ribelli, non nel senso di voler fermare, con l’attaccamento spasmodico alla tradizione, il movimento della vita e della loro storia, ma di sprigionarlo il movimento, attivandolo dinamicamente dalle catene imposte dal dominio esterno.

Ebbene, pur in presenza di forti elementi di integrazione e di assimilazione, nella società, nell’economia e nella cultura tale “umore”continua a segnare profondamente, sia pure con gradazioni diverse, oggi come ieri, l’intera letteratura in lingua sarda, che risulta così, autonoma, distinta e diversa dalle altre letterature. E dunque non una sezione o, peggio, un’appendice di quella italiana: magari gerarchicamente inferiore e comunque da confinare nella letteratura “dialettale”. Il sistema linguistico e letterario sardo infatti, come sistema altro rispetto a quello italiano, è sempre stato, come tale, indipendente e contiguo ai vari sistemi linguistici e letterari che storicamente si sono avvicendati nell’Isola, da quello latino a quello catalano e castigliano, e, per ultimo, a quello italiano, con tutte le interferenze e le complicazioni e le contaminazioni che una simile condizione storica comporta. Una situazione ricca e complessa, propria di una regione-nazione dell’Europa e del mediterraneo.

Nasce anche da qui l’esigenza di un’autonoma trattazione delle vicende letterarie sarde: ad iniziare da quelle scritte in Lingua sarda. Da considerare non “dialettali” ma autonome, nazionali sarde, vale a dire.

A questa stessa conclusione arriva, del resto, un valente critico letterario (e cinematografico) italiano come Goffredo Fofi, che nell’Introduzione a Bellas Mariposas di Sergio Atzeni (edito dalla Biblioteca dell’Identità-Unione sarda, pag.18-19) scrive:Sardegna, Sicilia. Vengono spontanei paragoni che indicano la diversità che è poi quella dell’insularità e delle caratteristiche che, almeno fino a ieri, ne sono derivate, di isolamento e di orgoglio. E’ possibile fare una storia della letteratura siciliana o una storia della letteratura sarda, mentre, per restare in area centro-meridionale- non ha senso pensare a una storia della letteratura campana, o pugliese, o calabrese, o marchigiana, o laziale…

Il mare divide e costringe: La letteratura siciliana e la letteratura sarda possono essere studiate  come “Letterature nazionali”. Con un loro percorso, una loro ragione, loro caratteri e segni”.

Ciò almeno per due motivi:

1.Il sardo non può essere considerato un dialetto, è una lingua;

2. Difficilmente la Sardegna a causa della sua posizione decentrata e della sua peculiarissima storia, specifica e dissonante rispetto alla coeva storia  europea, segnata com’è dall’incontro con diverse culture, può essere integrata in un discorso di storia italiana.

 Da una analisi attenta della letteratura sarda potremmo vedere che dalle origini del volgare sardo fino ad oggi, non vi è stato periodo nel quale la lingua sarda non abbia avuto una produzione letteraria.

Del resto a riconoscere una Letteratura sarda è persino  un viaggiatore francese dell’800, il barone e deputato Eugene Roissard De Bellet che dopo un viaggio nell’Isola, in La Sardaigne à vol d’oiseau nel 1882 scriverà :”Si è diffusa una letteratura sarda, esattamente  come è avvenuto in Francia del provenzale, che si è conservato con una propria tradizione linguistica”

Certo, qualcuno potrebbe obiettare, che essa, rispetto ad altre lingue romanze, ha prodotto pochi frutti. E’ questa  – per esempio – la posizione dello stesso Gramsci, che dopo aver detto una sacrosanta verità “ il sardo non è un dialetto, ma una lingua a sé”, afferma che esso non ha prodotto “ una grande letteratura”.

In realtà Gramsci non conosce la letteratura sarda: e per molti versi, non poteva neppure conoscerla, dati i tempi e le condizioni storiche – e personali – in cui viveva e operava. E non la conosciamo appieno neppure oggi tanto che è urgente una grande operazione di scavo e di recupero del nostro patrimonio letterario, molto del quale è ancora inedito, numerosissimi testi sono ancora ignorati dagli stessi critici o sepolti in biblioteche e in archivi privati e pubblici. E occorre tener conto non solo dei testi scritti ma anche di quelli orali – abbondantissimi – quando ne siano recuperate le testimonianze.

Faccio solo un’esempio: abbiamo potuto conoscere Giovanni Matteo Garipa,  – non lo conosceva neppure Wagner – solo recentemente, grazie alla ripubblicazione della sua opera su Legendariu de Santas Virgines et Martires de Jesu Cristu (1627) da parte dalla casa editrice Papiros di Nuoro nel 1998 con l’introduzione di Diego Corraine e la presentazione di Heinz Jürgen Wolf  e Pasquale Zucca. Eppure si tratta del più grande scrittore in lingua sarda del secolo XVII  (1575/1585-1640). Eppure molti motivi avrebbero dovuto spingere gli studiosi a conoscere e valorizzare il Garipa, ma soprattutto due:

1.la tesi del sacerdote orgolese, oggi quanto mai attuale, della necessità dell’insegnamento della lingua sarda – definita “limba latina sarda” –  come prerequisito per il corretto apprendimento, da parte degli studenti, anche delle altre lingue;

2.la sua convinzione che fosse urgente dotare la Sardegna di una tradizione letteraria «nazionale» sarda, ossia, come si direbbe oggi, di una lingua letteraria uniformemente usata in tutto il territorio dell’Isola e sorretta da un repertorio di testi in grado di competere con quelli delle altre lingue europee.

E’ stato anche obiettato che la lingua sarda ha prodotto “cultura bassa”. Rispetto a questa accusa occorrerebbe finalmente iniziare a liquidare certi equivoci gerarchici sulla cultura e sulle sue forme, per cui ci si attarda ancora a parlare di cultura “alta” e cultura “bassa”, di cultura “materiale” (miniere, artigianato, agricoltura, pastorizia, turismo) inferiore e subordinata alla cultura “immateriale” (lingua, letteratura, arte, musica, diritto ecc. ecc) o di cultura orale inferiore alla cultura “scritta” e dunque meno degna di essere conosciuta e studiata. La cultura, senza gerarchie, deve essere intesa in senso antropologico, ovvero nei valori sottostanti alle scelte collettive e individuali e quindi agli ideali che orientano i comportamenti, con particolare riferimento a quelli sociali.

Anche il termine “letteratura”, secondo il dettato dei più moderni e aggiornati orientamenti di studi, va inteso nel senso di scrittura o produzione di opere di cultura che occupano spazi non tradizionali quali gli atti giuridici, le costituzioni politiche, la poesia e la tradizione orale e finanche le opere di carattere didascalico o divulgativo per le quali veniva usata la lingua sarda al fine comunicare meglio con il popolo. Penso ai Catechismi come ai Manuali medici-scientifici (ricordo a questo proposito Brevis lezionis de ostetricia po usu de is levatoras de su regnu de su rettori chirurgu collegiali Efis Nonnis).

Ma anche dato e non concesso che la lingua sarda abbia prodotto poco, si poteva pensare che un cavallo per troppo tempo tenuto a freno, legato  imbrigliato e impastoiato potesse correre e correre velocemente? La lingua sarda, certo, deve crescere, e sta crescendo: ha soltanto bisogno che le vengano riconosciuti i suoi diritti, che le venga proprio riconosciuto il suo “status” di lingua, e dunque le opportunità per potersi esprimere, oralmente e per iscritto, come avviene per la lingua italiana.

La Lingua sarda, dopo essere stata infatti lingua curiale e cancelleresca nei secoli XI e XII, lingua dei Condaghi e dellaCarta De Logu, con la perdita dell’indipendenza giudicale, viene infatti ridotta al rango di dialetto paesano, frammentata ed emarginata, cui si sovrapporranno prima i linguaggi italiani di Pisa e Genova e poi il catalano e il castigliano e infine di nuovo l’italiano.

Contrariamente a ciò che comunemente si dice e si pensa da parte degli stessi sardi, la letteratura in Sardo che l’isola ha espresso nei secoli, oltreché variegata nei diversi generi, è ricca di opere e di autori anche quando superata la fase esaltante del medioevo, all’indomani della sconfitta del regno di Arborea, mancando un centro politico indipendente, le lingue dominanti (catalano, castigliano e infine italiano) assunsero via via il ruolo di lingue ufficiali accolte in toto dal ceto dirigente isolano. La lingua sarda restò praticata dai cantori che diedero vita a una lunga tradizione poetica orale, ma anche da scrittori con riflessi di tipo colto. 
Nei secoli si succedettero tentativi, da parte degli intellettuali sardi più vicini al popolo (in particolare uomini di Chiesa), di normalizzare l’uso scritto della lingua. Uno sforzo ancora oggi attuale, nel momento in cui, per effetto di una nuova coscienza linguistica, si è assistito alla nascita della prosa narrativa in lingua sarda.

Occorre comunque sottolineare che è soprattutto a partire dall’ultima metà del Novecento che i poeti e gli scrittori in lingua sarda hanno offerto risultati non solo quantitativamente ma anche qualitativamente risultati di grande rilievo.

Recentemente sono stati censiti, in modo rigoroso – vediAntoni Arca (in Benidores, Literatura, limba e mercadu culturale in Sardigna, Condaghes editore, Cagliari 2008) i libri di narrativa in lingua sarda pubblicati in meno di 30 anni: fra cui più di 1000 romanzi: in tutte le varianti e anche in Limba sarda comuna: ricordo fra tutti Sa losa de Osana(La stele di Osana) del compianto Gianfranco Pintore, scomparso recentemente.

Ebbene nei primi dieci anni (1980-1989) le pubblicazioni sono state 22, fra cui 11 romanzi.

Nei secondi dieci anni (1990-1999) le pubblicazioni sono più che raddoppiate: dalle 22 del primo decennio passano a 57.

Nei terzi dieci anni (2000-2007) le opere narrative in sardo sono ben 107. E da quell’anno sono ancora cresciute enormemente.

Certamente ci sono anche opere modeste e persino mediocri – come in tutte le lingue! – ma molte sono di spessore e di gran vaglia. Segnatamente quando gli autori esprimono una condizione specifica sarda, per ottica e palpitazioni, perweltanschaung, per il modo con cui intendono e contemplano la vita e per tante altre cose, razionali e irrazionali, che derivano dai misteri e dalle iniziazioni dell’arte, compresa la nostalgia, che, a dispetto dei politici«realisti», come dice Borges, è la relazione migliore che un uomo possa avere con il suo paese.

Ovvero quando la produzione letteraria esprime una specifica e particolare sensibilità locale, “una appartenenza totale alla cultura sarda, separata e distinta da quella italiana” diversa dunque e “irrimediabilmente altra”, come scrive il critico sardo Giuseppe Marci.

O ancora – come scrive Antonello Satta – quandogli autori sappiano andare per il mondo con pistoccu in bertula, perché proprio in questo andare per il mondo, mostrano le stimmate dei sardi e, quale che sia lo scenario delle loro opere, vedono la vita alla sarda

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DOCUMENTAZIONE
Novit normative 
Atti parlamentari
Circolari
INPS INAIL ISTAT

MINISTERO DEL LAVORO
Interpelli 
Circolari

L’importanza dell’integrazione tra tutela individuale e collettiva

“La Conferenza dei servizi che abbiamo organizzato in Sardegna è il nostro laboratorio di sperimentazione perchè oltre alla richiesta di 
tutela collettiva, con la crisi sta aumentando la richiesta di tutela individuale”. Lo ha detto Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil e responsabile dell’organizzazione che ha concluso oggi ad Olbia la Conferenza dei servizi della Cgil della Sardegna.

“Il fatto che una delle regioni più martoriate dalla crisi economica affronti il tema dei servizi per i lavoratori – spiega Scudiere – dimostra quanto sia importante integrare i temi della tutela collettiva 
con quelli della tutela individuale potenziando e allargando la diffusione della Cgil nei territori e per questa via costruire attività integrate che rilancino il tema dell’intervento sulla condizione di 
lavoro e sulla condizione sociale. Un’attività  che si realizza sia attraverso modelli contrattuali efficaci, sia attraverso i servizi della Cgil”.

Alla conferenza dei servizi della Cgil (alla quale hanno partecipato anche Morena Piccinini, presidente nazionale Inca, Mauro Soldini, presidente Consorzio Caaf ed Enzo Costa, segretario generale della Cgil Sardegna) si è affrontato il tema del rinnovamento del 
sistema e della stessa missione sindacale che, sempre secondo Vincenzo Scudiere, “deve puntare a superare i compartimenti stagni e rilanciare con la confederalità  i temi della solidarietà  e dell’uguaglianza come i veri tratti distintivi dell’azione sindacale”.

“In questo contesto -“ ha concluso Scudiere – la Cgil non può che scegliere di diffondere sempre di più la sua presenza nel territorio e nei luoghi 
di lavoro e da questo punto di vista la discussione svolta in questi due giorni dalla Cgil Sardegna rappresenta davvero una sorta di laboratorio 
da assumere come riferimento per altre esperienze di carattere nazionale”.

Lavoro di notte e tumore del seno

Lavoro di notte e tumore del seno: risultati di due recenti studi

Il tumore del seno, prima causa di mortalità per neoplasia nelle donne, colpisce ogni anno nei paesi sviluppati  100 donne ogni 100.000 e ogni anno sono diagnosticati più di 1,3 milioni nuovi casi. Negli ultimi mesi, proprio su questa patologia,  sono stati pubblicati due importanti studi, uno danese ed uno francese, che mettono in evidenza come, basandosi anche su dei lavori sperimentali ed epidemiologici dello IARC, le alterazioni del ritmo circadiano (veglia-sonno) possono essere elementi classificabili  come “probabili cancerogeni”.

Nello studio danese sono presentati i risultati di una indagine che ha coinvolto 141 donne che lavoravano o che avevano lavorato nell’esercito danese colpite da tumore del seno. Dal campione individuato  (141 donne) è emerso che le donne che avevano lavorato di notte avevano un maggiore rischio del 40% che era superiore del 50%  per le donne che avevano lavorato di notte al meno 3 volte alla settimana per un periodo di 6 anni.
 
Una delle ipotesi formulate dai ricercatori concerne la mancanza di sole e di vitamina D con cui si confrontano i lavoratori che svolgono turni di notte. 
L’altra  tesi si impernia sulla deregolazione dell’orologio biologico indotta dal lavoro di notte.

I dati rilevati dallo studio francese confermano che il rischio di tumore del seno è aumentato nelle donne che hanno lavorato di notte. I ricercatori sono pervenuti a questo risultato confrontando i percorsi professionali di 1.200 donne affette da tumore del seno nel periodo 2005- 2008 con quello di 1.300 sane.

n 34° 2012 numero newsletter.doc

Disoccupazione

Istat –  a livelli record, a ottobre + 11,1%

L’Istat ha reso noto che nel mese di ottobre 2012 il tasso di disoccupazione si attesta all’11,1%, in aumento dello 0,3% rispetto a settembre e del 2,3% nei dodici mesi. Il numero di disoccupati, pari a 2 milioni 870 mila, aumenta del 3,3% rispetto a settembre (+93 mila unità). La crescita della disoccupazione riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Su base annua si registra una crescita del 28,9% (+644 mila unità).

Secondo quanto riportato dall’Istat, nel terzo trimestre 2012 il numero degli occupati rimane sostanzialmente stabile su base annua. Il risultato sintetizza il nuovo calo dell’occupazione maschile (-149.000 unità), a fronte del protrarsi del positivo andamento di quella femminile (153.000 unità). L’aumento dell’occupazione più adulta, con almeno 50 anni, si contrappone al persistente calo di quella più giovane e dei 35-49enni.

Si accentua la riduzione degli occupati nelle costruzioni (-5,8%, pari a -107.000 unità). Il terziario registra una significativa variazione positiva (+1,5%, pari a 230.000 unità), dovuta alla crescita delle posizioni lavorative sia dipendenti sia autonome.

Gli occupati a tempo pieno continuano a diminuire (-2%, pari a -398.000 unità). La caduta tendenziale interessa soprattutto l’occupazione dipendente a carattere permanente e il Mezzogiorno. Gli occupati a tempo parziale aumentano nuovamente in misura sostenuta (+11,6%, pari a 401.000 unità), ma si tratta in gran parte di part-time involontario.

Il numero dei disoccupati manifesta un ulteriore forte aumento su base tendenziale (+30,6%, pari a 581.000 unità). L’incremento, diffuso su tutto il territorio nazionale, interessa entrambe le componenti di genere e in oltre la metà dei casi persone con almeno 35 anni. La crescita è dovuta in un caso su due a quanti hanno perso la precedente occupazione.

Nell’insieme dell’Unione europea la disoccupazione ad ottobre è stata registrata al 10,7% (10,6% rispetto al mese precedente. A ottobre 2011 era al 9,9%.

Il tasso è cresciuto in 16 paesi, ma è calata in nove, mentre è rimasto stabile in Slovenia (8,6%) e in Austria, che con il 4,3% di senza lavoro ha il record di maggiore occupazione nella Ue. Il primato assoluto nel continente è della Norvegia (3,0%).

Tra i nove paesi con la disoccupazione in calo, i decrementi più vistosi sono stati registrati in Estonia (da 11,5% al 9,6%). I disoccupati sono diminuiti anche in Germania) da 5,7% a 5,4% nei 12 mesi) e nell’Irlanda sotto programma di aiuto (era al 15,0% a ottobre 2011, è passata al 14,7%).

La Spagna continua ad avere il triste primato europeo di disoccupati, con dati in costante crescita: 26,2% a ottobre (con il 55,9% dei giovani fino a 25 anni senza lavoro).   

Nella Ue a 27 i giovani senza lavoro sono 5,67 milioni (+279mila in un anno), dei quali 3,6 milioni nell’Eurozona (+350mila in 12 mesi). 

Donne

Valorizzare le donne conviene

Il 4 dicembre p.v. presso la sede del Cnel si terrà il seminario “Valorizzare le donne conviene” organizzato dalla Commissione istruttoria per le politiche del lavoro e dei sistemi produttivi e dalla Consulta per le pari opportunità di genere del Cnel.

Il seminario si pone come un momento pubblico di riflessione e confronto nel quadro delle attività che il Cnel porta avanti sul tema delle opportunità di genere, intendendo restituire centralità, nel dibattito economico, sociale e politico del Paese, al tema dell’adeguata valorizzazione e qualificazione delle donne il cui ingresso nel mercato del lavoro genera maggiore occupazione, aumento dei redditi, dei consumi, delle entrate fiscali.

Il seminario vedrà, fra gli altri, anche la partecipazione del CESER (Conseil Economique Sociale et Environnemental) di Francia da sempre all’avanguardia sul tema delle politiche di conciliazione e , più in generale, delle politiche di genere.

Nuovo orizzonte per l’immigrazione


L’Italia nel giro di dieci anni è diventata il quarto paese per accoglienza di immigrati nell’ambito Ue. Prima ci sono solo Spagna, Germania e Regno Unito. A confermarlo sono i dati citati al convegno del Cnel e del ministero del Welfare “Nuovo orizzonte per l’immigrazione”.

In un decennio la presenza dei migranti è passata dal 2,2% al 7,5% della popolazione, due milioni e mezzo di lavoratori, che rappresentano un decimo del totale degli occupati, e che contribuiscono al 6% del Pil e promuovono il 7,4% delle imprese,. La presenza degli stranieri è poi caratterizzata da una crescente stabilità delle comunità, con una quota del 52% di soggiornanti di lungo periodo, centomila ricongiungimenti familiari all’anno, e circa un milione di minori, di cui 756 mila iscritti nelle scuole.

‘La presenza di stranieri è inevitabilmente elevata. Di contro – ha sottolineato Natale Forlani, direttore generale per l’immigrazione del ministero del Welfare – il dibattito è ancora concentrato sui flussi, risentendo di un retaggio del passato. Il paese su questi temi ha invece bisogno di cambiare l’agenda, parlando di integrazione e lavoro, che è qualificante nel promuovere la mobilità sociale interna”.

Ci sono dei problemi, però dovuti alla crisi economica in atto. Per la prima volta, infatti, l’offerta di lavoro da parte degli immigrati supera la domanda e bisogna fare i conti aspirazioni crescenti. Negli anni della crisi – spiega il Cnel – c’è stato un incremento della disoccupazione di oltre 5 punti percentuali (arrivata al 12%), che segna un cambiamento rispetto agli anni passati.

Queste novità “invitano a spostare l’attenzione dalla programmazione dei flussi alle politiche di integrazione basate su una maggiore capacita’ di favorire la mobilita’ interna del lavoro”, spiegano al Cnel, migliorando la qualità all’accesso scolastico, abitativo, linguistico e lavorativo dei cittadini migranti in Italia.

“Abbiamo assistito a scelte indirizzate ad ottenere consensi in una parte del paese, piuttosto che per guardare al futuro”, dice invece Mario Morcone, capo di gabinetto del ministero dell’Integrazione, e in primo luogo “il tema delle seconde generazioni è una questione alla quale non possiamo sottrarci”.

n. 546 del 29 novembre 2012

                                                                                                                                                                               

NEWSLETTER LAVORO

n. 546 del 29 novembre 2012

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

  Le Novità in materia di Lavoro                                        

29-11 Min.Lavoro: ulteriori istruzioni operative per la comunicazione del lavoro intermittente

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato la nota prot. 16639 del 26 novembre 2012, con ulteriori istruzioni operative per l’effettuazione della comunicazione per il lavoratore intermittente.

 

29-11 INAIL: cir.64 – aspetti retributivi e contributivi per i lavoratori intermittenti

L’INAIL illustra le modifiche intervenute al lavoro intermittente da parte della Legge n. 92/2012, ciò al fine di meglio individuare le fattispecie di riferimento per l’applicazione del premio Inail, tenuto conto, peraltro, della progressiva diffusione di questa tipologia contrattuale.

 

29-11 Funzione Pubblica: parere in materia di abrogazione delle ferie non godute

Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha fornito un parere in merito alla possibilità di ritenere escluse dall’ambito di applicazione del divieto di corresponsione di trattamenti economici sostitutivi delle ferie, permessi e riposi non fruiti, le ipotesi in cui la mancata fruizione si sia determinata in occasione di cessazioni del servizio conseguenti a periodi di malattia…

 

27-11 Min.Lavoro: risorse alle Regioni per interventi urgenti a sostegno dell’occupazione – anno 2012

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il D.M. del 5 novembre 2012, con la ripartizione, tra le Regioni e Province Autonome, delle risorse ex Legge n. 236/93, art. 9, recante interventi urgenti a sostegno dell’occupazione , annualità 2012.

 

27-11 Min.Lavoro: costo medio per il personale dipendente da imprese esercenti servizi postali in appalto

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il D.M. del 13 novembre 2012, con la Determinazione del costo medio giornaliero del lavoro per il personale dipendente da imprese esercenti servizi postali in appalto, a decorrere dal mese di agosto 2012.

 

27-11 DPL Modena: la pagina dedicata ai Flussi di ingresso 2012 per lavoratori non comunitari

DPL Modena ha creato una pagina dedicata ai Flussi di ingresso non stagionale 2012, per lavoratori non comunitari. La pagina verrà aggiornata con le indicazioni di volta in volta fornite dalle Istituzioni competenti.

 

27-11 INPS: cir.132 – aziende agricole, addizionale INAIL per la copertura del danno biologico anno 2011

L’INPS informa che, in qualità di ente preposto alla riscossione dei contributi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, provvederà al recupero del contributo dovuto dalle aziende agricole assuntrici di manodopera nella misura del 0,71% del contributo assicurativo dovuto per l’anno 2011.

 

27-11 Min.Lavoro: cir.26 – le indicazioni per i flussi di ingresso dei lavoratori non comunitari – anno 2012

Il Ministero del Lavoro, congiuntamente con il Ministero dell’Interno, ha pubblicato la circolare n. 26 del 26 novembre 2012 con le indicazioni operative circa la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro non stagionale ne territorio dello Stato Italiano per l’anno 2012.

 

27-11 Contratti: rinnovato contratto impiegati agricoli

E’ stato sottoscritto, in data 20 novembre 2012, l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale per i quadri e gli impiegati agricoli.

 

27-11 Tribunale di Milano: verifica numero dipendenti per applicazione art. 18

Il Tribunale del Lavoro di Milano, con ordinanza del 26 novembre 2012, ha ritenuto non applicabile il nuovo rito accelerato previsto per l’articolo 18 in tutte quelle ipotesi in cui il lavoratore…

 

26-11 Min.Lavoro: procedura di accesso ai benefici per i lavoratori c.d. “salvaguardati”

Il Ministero del Lavoro ha emanato la nota n. 71196/2012, con la quale fornisce, ai propri uffici periferici, ulteriori istruzioni operative finalizzate ad un uniforme svolgimento della procedura di accesso ai benefici per i lavoratori c.d. “salvaguardati”.

 

26-11 Federalberghi: accordo sulla disciplina della successione dei contratti a tempo determinato nel settore turismo

Federalberghi, FIPE, FIAVET, FAITA e la Confcommercio Imprese per l’Italia hanno sottoscritto con le Organizzazioni sindacali di settore, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs.-Uil, hanno sottoscritto l’accordo sulla disciplina della successione dei contratti a tempo determinato nel settore turismo.

 

26-11 Federturismo: riduzione dello “stop and go” tra contratti a termine nel settore turismo

Federturismo Confindustria e l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi insieme alle Organizzazioni sindacali di settore, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, hanno sottoscritto l’accordo sulla riduzione degli intervalli temporali intercorrenti tra un contratto a termine e il successivo, utilizzando cosi la delega legislativa prevista dalla legge n.92/2012 come modificata dalla legge n. 134/2012.

 

26-11 Produttività: applicazione temporale del nuovo art. 18

E’ stato sottoscritto il 21 novembre 2012 l’accordo collettivo finalizzato al rafforzamento della contrattazione di secondo livello ed agli sgravi salariali strettamente correlati alla produttività.

 

26-11 Tribunale di Milano: applicazione temporale del nuovo art. 18

Il Tribunale del Lavoro di Milano, con ordinanza del 14 novembre 2012, ha affermato che il nuovo articolo 18, come ridefinito dalla legge n. 92/2012, non trova applicazione ai licenziamenti intimati prima del 18 luglio 2012 (data di entrata in vigore della nuova disposizione), pur se l’impugnazione sia avvenuta dopo tale data.

 

26-11 Governo: decreto flussi transitorio anno 2012

E’ stato pubblicato il DPCM 16 ottobre 2012 con il quale è stata prevista la programmazione transitoria per i flussi d’ingresso per lavoratori extra comunitari non stagionali per l’anno 2012. Si tratta di un’anticipazione per un numero di 13.850 unità.

 

26-11 Min.Lavoro: la sezione interpelli in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro

E’ stato pubblicato il DPCM 16 ottobre 2012 con il quale è stata prevista la programmazione transitoria per i flussi d’ingresso per lavoratori extra comunitari non stagionali per l’anno 2012. Si tratta di un’anticipazione per un numero di 13.850 unità.

 

26-11 Consulta: maternità ridotta per le libere professioniste che adottano un bimbo

La Corte Costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’articolo 64, comma 2, del decreto legislativo n. 151/2001 nella parte in cui, relativamente alle lavoratrici iscritte alla gestione separata che abbiano adottato o avuto in affidamento preadottivo un minore, prevede l’indennità di maternità per un periodo di tre mesi anziché di cinque mesi.

 

per accedere alle notizie               

  Le Sentenze della Corte di Cassazione                  

> Intervalli contratti a tempo determinato – previsioni contrattuali

> Comunicazione periodica contratti di somministrazione

>

Intervalli contratti a tempo determinato – previsioni contrattuali

per accedere alle notizie            

  Gli Approfondimenti                                             

> La successione nei contratti a termine nel settore turismo (Candido)

per accedere alle notizie     

Notizie esodati

 

Allego il testo di una Circolare del Ministero del Lavoro con alcune precisazioni per i “salvaguardati”.
 
 
 
Alcune informazioni da parte dell’Area Previdenza della CGIL per i “salvaguardati”.
 
 
 
Siamo consapevoli che e-mail indesiderate sono oggetto di disturbo quindi ti preghiamo di accettare le nostre scuse se la presente non è di tuo interesse. A norma del DLgs n. 196/2003 il tuo indirizzo e-mail è stato inserito nel nostro database perché ti sei rivolto ai nostri servizi. Questi messaggi non possono essere considerati SPAM poiché, a richiesta dell’interessato, saranno evitati ulteriori invii. Pertanto, qualora non desideri ricevere ulteriori comunicazioni ti preghiamo di inviare una risposta all’indirizzo esperto.pensioni@spi.cgil.it con oggetto CANCELLAMI.
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Notizie dal ministero del lavoro

 

Notizie  
 

28/11/2012

Presentazione di progetti sperimentali da parte delle organizzazioni di volontariato 
Disponibili le linee di indirizzo per il 2012

28/11/2012

I rinnovi delle nomine di competenza del Ministero del lavoro negli di enti privati e pubblici 
Con il Ministro Fornero cresce del 60% la componente femminile

27/11/2012

Approvazione Risoluzione ONU contro le mutilazioni genitali femminili 
Il commento del Ministro Elsa Fornero

27/11/2012

Presentazione di progetti sperimentali da parte delle associazioni di promozione sociale 
Pubblicate le Linee di indirizzo annualità 2012. L’invio delle domande entro il 10 dicembre 2012

27/11/2012

Comunicazione relativa alla chiamata del lavoro intermittente 
Ulteriori istruzioni operative delle modalità di invio