Archivi giornalieri: 23 novembre 2012

“La lingua dei popoli”

Biella, Sabato 24 novembre 2012: Convegno internazionale “La lingua dei popoli”

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Sabato 24 novembre 2012 – Nel salone della Biblioteca di Su Nuraghe, in via Galileo Galilei, 11, a Biela / Biella, si terrà un nuovo appuntamento linguistico, il Convegno internazionale “La lingua dei popoli”.

Tra gli ospiti quattro Canadesi, di cui un docente esperto in lingue ancestrali e tre capi amerindiani (Cri, Algonchino, Urone), a confronto con Provenzali, Walser, Sardi e Piemontesi. Omaggio a Tavo Burat.


In Italia siamo soliti chiamare “dialetto” ogni parlata che non sia l’italiano. In realtà sotto a questi “dialetti”, come sotto la punta di un iceberg, si nascondono lingue ancestrali millenarie, con diecine di migliaia di termini, cioè tutto il ricchissimo corredo delle parole di un popolo che di quella lingua aveva fatto il suo esclusivo mezzo espressivo per secoli, a volte per migliaia di anni. Ben sapeva questo l’antesignano dei rivitalisti italiani, l’indimenticabile Tavo Burat (Gustavo Buratti), biellese purosangue, che utilizzava con maestria friulano e bretone, provenzale e walserdeutsch, francese e piemontese, setacciando le valli alpine e transalpine con la sua Lambretta all’inizio degli anni Cinquanta (tre, quattro decenni prima dell’avvento del rivitalismo linguistico) nell’infaticabile missione di tenere in vita una o l’altra delle lingue ancestrali italiane ed europee. Più che giusto che si tenga nella sua città, da lui onorata con una meravigliosa raccolta di liriche in cui maneggia con ineguagliata dovizia terminologica la lingua avita, il primo convegno internazionale sulle lingue dei popoli. Giustizia è fatta non solo alla memoria dell’indimenticato Maestro, ma anche alla natura delle lingue dei popoli, quale che ne sia la provenienza, la latitudine o la tipologia.
Non per nulla l’associazione culturale dei sardi di Biella, 
Su Nuraghe, ha convocato presso la propria sede sociale, in via Galilei 11, Provenzali, Walser, Sardi, Piemontesi e ben quattro Canadesi, di cui un docente esperto in lingue ancestrali e tre capi amerindiani (Cri, Algonchino, Urone) per confrontare non solo le rispettive gamme lessicali ed idiomatiche, ma anche le politiche linguistiche di Paesi come la Francia, la Svizzera, il Canada e l’Italia sulle disposizioni in atto per conservare il più prezioso tesoro del genere umano, le lingue dei popoli. Il convegno avrà luogo in francese, inglese e italiano (in presenza di interpreti), ma con frequenti “incursioni” delle lingue germaniche, neolatine e amerindiane, affratellate dal comune intento di trovare intese e strategie per conservarne intatte per i giovani le ricchissime, rispettive eredità. Certo Tavo ne sarebbe orgoglioso, ma lo saranno anche i sardi che da decenni operano strenuamente per conservare, codificare e insegnare la più antica variante linguistica della famiglia neolatina. Dunque tam-tam, mundgiga, zufoli e fisarmoniche a parte, il folclore per una volta assume a Biella il suo vero volto: antiche lingue di antichi popoli che dialogano per l’avvenire di alcune delle settemila lingue tuttora parlate dall’umanità.


Silvana Berra (rivitalizzazione piemontese)

Francesco Casula (lingua sarda)

Davide Filié (lingua dei Walser)

Sergio Gilardino (le lingue ancestrali)

Giuseppe Goria (lingua piemontese)

Karihwakeron Tim Thompson (lingue amerindiane)

Manon Tremblay (lingue amerindiane)

Remi Venture (lingua provenzale)


Sergio Maria Gilardino,
coordinatore scientifico del Convegno

 

Legge di stabilità 2013

Legge di stabilità 2013: il testo approvato dalla Camera

Disegno di legge approvato dalla Camera 22.11.2012

Pubblichiamo il testo della Legge di stabilità 2013 approvato dalla Camera dei Deputati con il voto di fiducia del 22 novembre 2012 .

Nel testo definitivo del ddl, sono saltati sia il taglio del 50% sui permessi previsti dalla legge 104 per i disabili o la cura dei parenti affetti da handicap sia la tassazione Irpef su pensioni e indennità di invalidità (rimangono tassate le pensioni di guerra).

Resta invece l’aumento di un solo punto percentuale dell’aliquota IVA attualmente al 21% (sterilizzato l’aumento dell’iva agevolata che non passa più dal 10% all’11%).

Vedi anche:

Salute e sicurezza

Lavoro: Il governo risponda al richiamo dell’Europa su leggi vigenti in materia di salute e sicurezza

“E meno male che c’è la Commissione europea a richiamare l’Italia al rispetto del diritto alla salute e alla  prevenzione nei luoghi di lavoro”. E’ questo  il commento di Morena Piccinini, presidente Inca alla notizia, secondo la quale l’Europa ha considerato le norme in vigore sulla sicurezza non del tutto conformi alla direttiva europea  n. 391/89.

Nel mirino della Commissione,  il decreto legislativo 106/2009, che ha corretto e modificato il Testo Unico 81/2008, già fortemente criticato, fin dalla sua approvazione, dai sindacati. 

Nella lettera di costituzione in mora, la Commissione europea  rimprovera la Repubblica italiana di non aver imposto al datore di lavoro di valutare tutti i rischi esistenti sul luogo di lavoro; di non aver consentito ai datori di lavoro il ricorso a servizi esterni di protezione dei rischi professionali, in presenza di competenze interne insufficienti; di non aver definito le capacità e le attitudini di cui devono essere in possesso le persone responsabili delle attività di prevenzione e protezione dei rischi professionali. 

Inoltre, una delle obiezioni più delicate, riguarda la “violazione dell’obbligo di disporre di una valutazione dei rischi per le aziende fino a 10 dipendenti”.  “Un punto importantissimo – continua Piccinini – se si considera che il 95 per cento delle imprese italiane è sotto questa soglia. Ora il nostro paese ha due mesi di tempo per rispondere alle osservazioni della Commissione, dopo di che, se permane l’inadempienza  da parte dell’Italia, la vicenda passerà all’esame della Corte di giustizia europea il cui pronunciamento sarà vincolante.” 

“L’auspicio – conclude la Presidente – è che il richiamo dell’Europa verso il nostro paese rappresenti un monito per il Governo italiano che ha messo a punto in questa legislatura altre misure sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, il cui esame parlamentare per fortuna è stato rinviato, di segno altrettanto negativo.” 

“C’è bisogno, quindi, che vengano corrette anche alla luce di questa ultima novità che giunge dalla Commissione europea e che il Governo italiano risponda tempestivamente alle obiezioni mosse dall’Europa sul decreto legislativo 106 del 2009.  Una legge che, come abbiamo più volte dichiarato, ha fortemente ridotto le capacità di controllo e di prevenzione contro gli infortuni e le malattie da lavoro nel nostro paese.” 

23/11/2012 10.35

Gli “invisibili” di Rosarno

Immigrati – Flai Cgil con gli “invisibili” di Rosarno

Prosegue “Gli invisibili delle campagne di raccolta”, il progetto della Flai Cgil, giunto a novembre in Calabria. Dopo la Puglia, i delegati provenienti da tutte le parti d’Italia e le strutture territoriali, dal 21 al 23 novembre, hanno concentrato gli sforzi e l’attività del sindacato di strada proprio a Rosarno, dove è in corso la campagna per la raccolta degli  agrumi. I lavoratori immigrati giunti per la stagione di raccolta sono numerosissimi, oltre 1.000, molti di più’ di quanti erano l’8 e il 9 gennaio 2010, quando a Rosarno esplose la violenza.

“Da allora però qualcosa è cambiato -dicono alla Flai – anche se rimane l’emergenza accoglienza. Un’emergenza alla quale oggi, a differenza del 2010, si sta facendo fronte con la tendopoli di San Ferdinando, e il centro allestito dal Comune di Rosarno con i container della Protezione Civile. Tuttavia, queste soluzioni non riescono ancora coprire l’intero fabbisogno di posti letto e dei servizi”.

Oltre al tema dell’accoglienza, l’altro grande problema su cui il sindacato sta agendo è quello del lavoro nero e dello sfruttamento della manodopera. “Per una giornata di lavoro, dall’alba al tramonto  – spiegano alla Flai – si portano a casa 20-25 euro, anche meno se il caporale di turno chiede di più per il trasporto o l’acqua. Dopo i fatti drammatici del 2010 e il lavoro capillare svolto dalla Flai,  dalla Cgil e dalle tante associazioni presenti, è aumentata anche la  consapevolezza dei lavoratori stranieri di quali siano i propri diritti e come poterli raggiungere”.

Fondazione Eurofound,

In Europa 14 milioni di giovani non studiano né lavorano

Secondo una recente indagine della fondazione Eurofound, in Europa 14 milioni di giovani al di sotto dei 29 anni non studiano, non lavorano e non si preparano a farlo. Sono i cosiddetti NEET (not in education, employment or training).

Le percentuali – rileva l’Eurofund – variano da paese a paese, con tassi che oscillano dal 7% in Lussemburgo e in Olanda, al 17% in Bulgaria, Irlanda, Italia e Spagna.

In Italia i giovani neet, tra i 15-29 anni, sono circa 2 milioni – il 22,7% del totale europeo -, ma si arriva a 3,2 milioni se si calcola anche la fascia fino ai 34 anni. Secondo Eurofound, la perdita economica dovuta al disimpegno dei giovani dal mercato del lavoro è stata nel 2011 pari a 153 miliardi di euro. Sempre in termini economici, gli italiani che non studiano né lavorano costano al paese più del 2% del Pil, al pari di quanto avviene in Bulgaria, Cipro, Irlanda, Lettonia, Polonia e Ungheria.

Ma “le conseguenze di una generazione perduta non sono solo economiche” precisa lo studio. Ci sono anche le ricadute sociali: “Si rischia che tanti giovani rinuncino alla partecipazione democratica nella società”. Nel rapporto vengono quindi analizzate anche le politiche adottate dai vari stati dell’Unione per la formazione dei giovani e per il loro inserimento lavorativo.

www.osservatorioinca.org

Conferenza amianto

Conferenza amianto: per Guariniello serve apposita Procura nazionale

Un appello per una nuova organizzazione giudiziaria con una apposita Procura nazionale su questioni come le patologie da amianto è stato lanciato dal procuratore Raffaele Guariniello, nel corso della giornata d’apertura della seconda Conferenza governativa sull’amianto, a Venezia.

 ”Assistiamo a grandi ingiustizie – ha spiegato – e si diffonde un senso di impunità e di amarezza tra le vittime, per le differenze di trattamento, che vedono alcune di loro risarcite e altre che non ricevono un euro: c’è bisogno di un osservatorio, come quello che abbiamo costituito presso la Procura della Repubblica di Torino, e che resta ancora l’unico, visto che altrove in alcuni casi non arrivano nemmeno le segnalazioni alla magistratura, che raccolga i casi, li studi e faccia i processi in tempo reale”. ”C’è bisogno – ha aggiunto Guariniello – di una nuova organizzazione giudiziaria, di una Procura nazionale che si occupi sistematicamente di queste patologie: un’organizzazione che va creata e che necessita, per passare dalle parole ai fatti, dell’impegno dei quattro ministeri interessati”.

I problemi, nel caso dell’amianto, per Guariniello sono infatti di duplice natura: non solo internazionale, visto che l’amianto, vietato in Italia, non lo è in altri Paesi: ”e stiamo vivendo – ha ricordato – disparità  gravissime di trattamento a seconda della sede dell’insediamento industriale, con alcuni amministratori di società che vengono perseguiti penalmente e altri che agiscono indisturbati in altri Paesi, con un grandissimo problema di giustizia internazionale”.

Ma ci sono problemi anche più strettamente italiani. ”Senza falsi pudori – ha concluso – purtroppo dobbiamo prendere atto che l’azione della magistratura è stata finora largamente insoddisfacente. Come vedo andando in giro per l’Italia, ci sono zone, in cui si sono registrati elevati numeri di morti legate all’amianto, dove i magistrati non fanno nemmeno i processi e altre in cui la lentezza della giustizia è tale da essere vanificata dalla prescrizione”.

ansa