Archivi giornalieri: 29 novembre 2012

Notizie esodati

 

Allego il testo di una Circolare del Ministero del Lavoro con alcune precisazioni per i “salvaguardati”.
 
 
 
Alcune informazioni da parte dell’Area Previdenza della CGIL per i “salvaguardati”.
 
 
 
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Notizie dal ministero del lavoro

 

Notizie  
 

28/11/2012

Presentazione di progetti sperimentali da parte delle organizzazioni di volontariato 
Disponibili le linee di indirizzo per il 2012

28/11/2012

I rinnovi delle nomine di competenza del Ministero del lavoro negli di enti privati e pubblici 
Con il Ministro Fornero cresce del 60% la componente femminile

27/11/2012

Approvazione Risoluzione ONU contro le mutilazioni genitali femminili 
Il commento del Ministro Elsa Fornero

27/11/2012

Presentazione di progetti sperimentali da parte delle associazioni di promozione sociale 
Pubblicate le Linee di indirizzo annualità 2012. L’invio delle domande entro il 10 dicembre 2012

27/11/2012

Comunicazione relativa alla chiamata del lavoro intermittente 
Ulteriori istruzioni operative delle modalità di invio

Amianto

Cgil, Cisl e Uil: “Dopo Venezia, il Ministro Balduzzi renda operative le misure sanitarie di lotta all’amianto”



“Valutazione positiva del Sindacato per la emanazione del Piano di lavoro del Ministro della Salute Renato Balduzzi contro l’amianto proposto nell’ambito della “II Conferenza Governativa sull’amianto” tenuta a Venezia nei giorni scorsi. Ma bisogna stringere sui tempi e portare a decisione finale entro dicembre alla conferenza Stato-Regioni il Piano Nazionale Amianto.” E’ quanto affermano in un comunicato congiunto Cgil, Cisl e Uil.

“A Venezia è stato fatto un buon lavoro – affermano le segreterie confederali -. Si poteva fare di più e meglio nel percorso di preparazione e di coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali e delle Associazioni delle Vittime dell’amianto, che hanno sempre appoggiato l’iniziativa del Ministro Balduzzi, ma l’appello finale del Ministro a conclusione della II Conferenza Governativa sull’amianto, per un contributo più unitario lascia ben sperare che anche su questo aspetto del coinvolgimento delle parti sociali si possa fare meglio nel prosieguo dell’iniziativa ministeriale.”

Secondo i sindacati, gli aspetti positivi sono:

1. L’accantonamento e la disponibilità di 23 milioni da parte del Ministero della Salute per la Ricerca clinica terapeutica per la cura delle malattie asbesto correlate, la creazione della rete-coordinamento dei centri di eccellenza di cura, un protocollo base uniformato per la sorveglianza sanitaria, condiviso fra tutte le Regioni con meccanismi di verifica circa l’efficacia degli interventi delle diverse strutture.

2. L’intento di avviare seriamente la ricerca per la cura del mesotelioma con le strutture che già presidiano questa attività di ricerca e di intervento clinico senza arrendersi allo scetticismo dei più circa il raggiungimento a breve di risultati efficacemente terapeutici per i mesotelioma .

3. Lo sviluppo di un’azione internazionale sia a livello dell’Unione Europea che nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non solo sugli aspetti scientifici clinici, ma anche sulla necessità della messa al bando dell’uso dell’amianto su scala mondiale.

4. Il consolidamento e il potenziamento dei COR, Centri Operativi Regionali per la raccolta dati sui tumori dei mesoteliomi con l’apertura al monitoraggio e alla documentazione delle altre patologie tumorali di origine professionale.

5. Una rinnovata azione per una grande operazione di bonifica dell’amianto, che veda un impegno rilevante di risorse pubbliche ma soprattutto un coinvolgimento dell’intera collettività con la messa in sicurezza e la bonifica dei siti con manufatti contenenti amianto con un potenziamento degli strumenti  finanziari e di incentivo fiscale.

6. La chiarezza circa la necessità di realizzare un numero adeguato di discariche distribuite sul territorio che nel pieno rispetto delle norme di corretta gestione ambientale garantiscano un costo contenuto del conferimento dell’amianto, tale da disincentivare i comportamenti delittuosi e malavitosi.

Secondo Cgil, Cisl e Uil “E’ mancata una risposta chiara su una diversa finalizzazione del Fondo Vittime dell’Amianto verso le vittime civili, come pure un maggior contributo tecnico scientifico e finanziario da parte dell’INAIL verso i lavoratori ex esposti all’amianto e la soluzione dei problemi di contenzioso ancora in atto a tratto generale ed in alcune  realtà in modo specifico. Così come deve essere trovata una soluzione al fine di armonizzare il riconoscimento dei benefici previdenziali ai lavoratori esposti all’amianto, con le recenti norme introdotte dalla “Riforma Fornero”.Su questi punti, i sindacati attendono risposte precise dal Governo.

“Il bilancio comunque è positivo, ma bisogna tradurre immediatamente in termini operativi e in atti amministrativi concreti quelle che appaiono delle buone decisioni per l’avvio di un percorso di speranza e di vita per i tanti malati e i tanti che rischiano di esserlo nei prossimi mesi, nei prossimi anni. E’ possibile stimare in oltre 1 milione e mezzo i cittadini italiani, compresi i lavoratori, che più direttamente sono stati esposti alle fibre killer dell’amianto e oltre trentamila le vittime dei prossimi quindici anni a causa delle malattie asbesto correlate. Sono numeri raccapriccianti che meritano l’avvio immediato delle indicazioni e delle decisioni emerse a Venezia.”

“Chiediamo al Ministro di fare presto – concludono Cgil, Cisl e Uil, di presentarci la bozza del Piano entro i prossimi dieci-quindici giorni, di non attendere che tutte le disposizioni siano perfette, ma di avviare subito i primi provvedimenti, quelli già pronti. Non bisogna innamorarsi delle parole come Piano Nazionale, ma si può disporre anche di “ Prime misure urgenti di intervento sanitario per la lotta all’amianto in direzione del Piano Nazionale “.

Il lavoro governativo di ripresa di impegno sulla lotta all’amianto è importante e le Organizzazioni Sindacali chiedono che si proceda immediatamente con prime misure operative in direzione di un piano integrale di lotta all’amianto. A questo fine si chiede al Ministro Balduzzi, lo svolgimento degli incontri di merito per gli eventuali suggerimenti ed integrazioni ed il più rapido dispiego delle pratiche politiche e amministrative della messa in opera delle decisioni.

Infine, le Organizzazioni Sindacali svolgeranno un’azione di sensibilizzazione e di maggior coinvolgimento degli Assessori Regionali alla Sanità affinché agevolino il percorso decisorio nell’ambito della Conferenza Stato Regioni.

Cgil, Cisl e Uil: “Dopo Venezia, il Ministro Balduzzi renda operative le misure sanitarie di lotta all’amianto”

 

“Valutazione positiva del Sindacato per la emanazione del Piano di lavoro del Ministro della Salute Renato Balduzzi contro l’amianto proposto nell’ambito della “II Conferenza Governativa sull’amianto” tenuta a Venezia nei giorni scorsi. Ma bisogna stringere sui tempi e portare a decisione finale entro dicembre alla conferenza Stato-Regioni il Piano Nazionale Amianto.” E’ quanto affermano in un comunicato congiunto Cgil, Cisl e Uil.

“A Venezia è stato fatto un buon lavoro – affermano le segreterie confederali -. Si poteva fare di più e meglio nel percorso di preparazione e di coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali e delle Associazioni delle Vittime dell’amianto, che hanno sempre appoggiato l’iniziativa del Ministro Balduzzi, ma l’appello finale del Ministro a conclusione della II Conferenza Governativa sull’amianto, per un contributo più unitario lascia ben sperare che anche su questo aspetto del coinvolgimento delle parti sociali si possa fare meglio nel prosieguo dell’iniziativa ministeriale.”

Secondo i sindacati, gli aspetti positivi sono:

1. L’accantonamento e la disponibilità di 23 milioni da parte del Ministero della Salute per la Ricerca clinica terapeutica per la cura delle malattie asbesto correlate, la creazione della rete-coordinamento dei centri di eccellenza di cura, un protocollo base uniformato per la sorveglianza sanitaria, condiviso fra tutte le Regioni con meccanismi di verifica circa l’efficacia degli interventi delle diverse strutture.

2. L’intento di avviare seriamente la ricerca per la cura del mesotelioma con le strutture che già presidiano questa attività di ricerca e di intervento clinico senza arrendersi allo scetticismo dei più circa il raggiungimento a breve di risultati efficacemente terapeutici per i mesotelioma .

3. Lo sviluppo di un’azione internazionale sia a livello dell’Unione Europea che nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non solo sugli aspetti scientifici clinici, ma anche sulla necessità della messa al bando dell’uso dell’amianto su scala mondiale.

4. Il consolidamento e il potenziamento dei COR, Centri Operativi Regionali per la raccolta dati sui tumori dei mesoteliomi con l’apertura al monitoraggio e alla documentazione delle altre patologie tumorali di origine professionale.

5. Una rinnovata azione per una grande operazione di bonifica dell’amianto, che veda un impegno rilevante di risorse pubbliche ma soprattutto un coinvolgimento dell’intera collettività con la messa in sicurezza e la bonifica dei siti con manufatti contenenti amianto con un potenziamento degli strumenti  finanziari e di incentivo fiscale.

6. La chiarezza circa la necessità di realizzare un numero adeguato di discariche distribuite sul territorio che nel pieno rispetto delle norme di corretta gestione ambientale garantiscano un costo contenuto del conferimento dell’amianto, tale da disincentivare i comportamenti delittuosi e malavitosi.

Secondo Cgil, Cisl e Uil “E’ mancata una risposta chiara su una diversa finalizzazione del Fondo Vittime dell’Amianto verso le vittime civili, come pure un maggior contributo tecnico scientifico e finanziario da parte dell’INAIL verso i lavoratori ex esposti all’amianto e la soluzione dei problemi di contenzioso ancora in atto a tratto generale ed in alcune  realtà in modo specifico. Così come deve essere trovata una soluzione al fine di armonizzare il riconoscimento dei benefici previdenziali ai lavoratori esposti all’amianto, con le recenti norme introdotte dalla “Riforma Fornero”.Su questi punti, i sindacati attendono risposte precise dal Governo.

“Il bilancio comunque è positivo, ma bisogna tradurre immediatamente in termini operativi e in atti amministrativi concreti quelle che appaiono delle buone decisioni per l’avvio di un percorso di speranza e di vita per i tanti malati e i tanti che rischiano di esserlo nei prossimi mesi, nei prossimi anni. E’ possibile stimare in oltre 1 milione e mezzo i cittadini italiani, compresi i lavoratori, che più direttamente sono stati esposti alle fibre killer dell’amianto e oltre trentamila le vittime dei prossimi quindici anni a causa delle malattie asbesto correlate. Sono numeri raccapriccianti che meritano l’avvio immediato delle indicazioni e delle decisioni emerse a Venezia.”

“Chiediamo al Ministro di fare presto – concludono Cgil, Cisl e Uil, di presentarci la bozza del Piano entro i prossimi dieci-quindici giorni, di non attendere che tutte le disposizioni siano perfette, ma di avviare subito i primi provvedimenti, quelli già pronti. Non bisogna innamorarsi delle parole come Piano Nazionale, ma si può disporre anche di “ Prime misure urgenti di intervento sanitario per la lotta all’amianto in direzione del Piano Nazionale “.

Il lavoro governativo di ripresa di impegno sulla lotta all’amianto è importante e le Organizzazioni Sindacali chiedono che si proceda immediatamente con prime misure operative in direzione di un piano integrale di lotta all’amianto. A questo fine si chiede al Ministro Balduzzi, lo svolgimento degli incontri di merito per gli eventuali suggerimenti ed integrazioni ed il più rapido dispiego delle pratiche politiche e amministrative della messa in opera delle decisioni.

Infine, le Organizzazioni Sindacali svolgeranno un’azione di sensibilizzazione e di maggior coinvolgimento degli Assessori Regionali alla Sanità affinché agevolino il percorso decisorio nell’ambito della Conferenza Stato Regioni.

Censis

Censis – Nel 2011, nove milioni dipersone hanno rinunciato alle prestazioni sanitarie

Tra crisi, tagli al pubblico e riforme delle pensioni, come cambiamo i bisogni e le aspettative delle persone in merito al proprio futuro e alla vecchiaia? Il Censis, come spiega a Labitalia il vicedirettore generale Carla Collicelli, “ha fatto tantissime indagini soprattutto sulla sanità, anche perchè la sanità è l’ambito su cui si concentrano le preoccupazioni delle famiglie italiane negli ultimi decenni, essendo stati superati altri problemi”.

“Le persone si aspettano molto – prosegue Collicelli – ma si rendono anche conto che il servizio pubblico, che pure è universalistico e che quindi in teoria offre ogni prestazione possibile a chiunque, in realtà non ce la fa a coprire tutti questi bisogni, perchè è stato costruito rispetto a un assetto epidemiologico diverso, cioè a una prevalenza di malattie acute e di pazienti relativamente giovani, mentre oggi il quadro è di pazienti anziani con malattie croniche. Questo fa sì che le persone tendano a dover far ricorso sempre di più alle risorse personali, per finanziare prestazioni che il servizio pubblico non è in grado di offrire loro”.

“Abbiamo anche misurato un altro fenomeno preoccupante: nel 2011 – spiega Collicelli – quasi 9 milioni di italiani, secondo la nostra rilevazione, ci hanno detto di aver rinunciato a una qualche prestazione sanitaria per motivi economici o organizzativi. Questo significa che ci sono persone che rimangono escluse di fatto dalla copertura, che pure e’ sancita dalle nostre leggi e dalla Costituzione, e che non fanno gli accertamenti che dovrebbero fare.

Questo vale anche per la prevenzione e in maniera eclatante per la cosiddetta “long term care”, cioè “cura di lungo termine”, per i cronici e non autosufficienti”.

Proprio sulla non autosufficienza, “la situazione è particolarmente carente -sostiene Collicelli- e abbiamo una supplenza delle famiglie che è enorme, e un numero altissimo di badanti che non sempre hanno capacità e competenze per svolgere queste funzioni. Abbiamo anche un sovraccarico delle donne (le madri e le figlie sono quelle che si mettono sempre a disposizione)”.

Anche le politiche governative in Italia hanno cominciato a occuparsi di non autosufficienza “più tardi che in altri Paesi europei”, dice il vicedirettore geenrale del Censis, e quel “piccolo fondo istituito qualche anno fa è stato azzerato da crisi e tagli e forse ora sarà ripristinata una piccola quota che non servirà a fare quasi nulla”. Insomma, sottolinea, “il sistema pubblico è in difficoltà perchè ha tardato e ora non ci sono risorse”. Ed ora è difficlle  spostare risorse da un comparto all’altro”.

Più che “tagliare i posti letto – afferma Collicelli – occorre migliorare l’utilizzazione delle risorse aggiuntive esistenti, il cosiddetto privato. Bisognerebbe aiutare economicamente le famiglie meno abbienti, magari facendo pagare un po’ piu’ di tasse ai più ricchi. E poi si dovrebbe spostare l’asse degli interventi delle mutue sanitarie integrative, che attualmente, in grandissima maggioranza, forniscono le stesse prestazioni del Ssn. Si dovrebbe spostare l’asse sulle prestazioni ‘scoperte’, sostanzialmente l’odontoiatria e l’assistenza agli anziani e non sufficienti”. Inoltre, suggerisce  Collicelli, “un welfare moderno non può più essere settoriale nè tantomeno centrato su grossi interventi di portata nazionale. Sempre più la vita delle persone deve essere tenuta in conto per le esigenze espresse nel luogo dove vivono e anche per tutte le risorse che quel territorio è in grado di offrire”.