Archivi giornalieri: 6 novembre 2012

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

24 OTTOBRE 2012 – “SVILUPPO “

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 18 ottobre 2012, n. 179.

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12 OTTOBRE 2012 – “ENTI LOCALI”

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 10 ottobre 2012, n. 174.

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9 OTTOBRE 2012 – “PROTEZIONE DEI MINORI”

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dalla Legge 1 ottobre 2012, n. 172.

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5 OTTOBRE 2012 – “CREDITO AI CONSUMATORI”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto Legislativo 19 settembre 2012, n. 169.

Esodati

Cgil – Su esodati serve norma generale di tutela

Quanto sta avvenendo sugli esodati ha dell’€™incredibile. Nella legge di stabilità  va definita una norma generale di tutela€. E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, in merito allo stop all’emendamento alla legge di stabilità , che ampliava le garanzie per i lavoratori esodati, in commissione Bilancio della Camera.

Secondo la dirigente sindacale €œil Governo, dopo tante sceneggiate sui numeri, non può fare a meno di riconoscere che il tema degli esodati va affrontato. Però ritiene di procedere con la logica delle elemosine, dei 10.000 in più, che costituiscono pur sempre un risultato positivo della mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici, ma sono – continua – un voler proseguire nella logica della lotteria che non risolve il problema e con criteri di inclusione/esclusione sempre più ingiusti e incomprensibili€.

La Cgil, aggiunge Lamonica, €œriconferma la richiesta al Governo e al Parlamento che nella legge di stabilità  venga definita una norma generale di tutela, individuando un meccanismo di finanziamento alimentabile anno per anno sulla base dei fabbisogni, e coprendo subito almeno tutti coloro che vanno garantiti nel 2013 e 2014€.

06/11/2012 15.52

L’Italia viola le norme UE

L’Italia viola le norme UE sui licenziamenti collettivi

La Commissione europea deferisce l’Italia alla Corte di giustizia per aver escluso i dirigenti dal campo di applicazione delle regole di informazione e consultazione in caso di licenziamenti collettivi.

La direttiva 98/59/CE fa obbligo infatti ai datori di lavoro che prevedono di effettuare licenziamenti collettivi di procedere a consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori al fine di giungere a un accordo. Nelle consultazioni devono essere esaminate le possibilità di evitare i licenziamenti collettivi o di ridurre il numero di lavoratori interessati, nonché di attenuare le conseguenze dei licenziamenti ricorrendo a misure sociali di accompagnamento intese in particolare a facilitare la riqualificazione e la riconversione dei lavoratori licenziati.

La legislazione e la giurisprudenza italiana escludono invece i dirigenti dalle garanzie procedurali legate all’informazione e alla consultazione dei rappresentanti dei lavoratori sul posto di lavoro. Secondo la Commissione, questa esclusione costituisce una discriminazione ingiustificata contro i dirigenti stessi che può anche, in certi casi, determinare un indebolimento ingiustificato della tutela di altre categorie di lavoratori. In particolare, essa può rendere più difficile raggiungere la soglia di licenziamenti richiesta dalla legge per attivare la procedura di informazione e consultazione.

Al fine di assicurare un’adeguata attuazione della direttiva, la definizione di “lavoratori” non può essere lasciata alla discrezione degli Stati membri. Al contrario, i ‘lavoratori’ devono essere definiti in modo uniforme in tutta l’UE, in linea con gli obiettivi della direttiva, con il principio di parità e con la carta dei diritti fondamentali dell’UE. 

www.osservatorioinca.org

Amianto: giustizia dimezzata

Ridotte in Appello le pene per gli ex dirigenti Fincantieri

La sesta sezione della Corte d’Appello di Palermo ha ridotto le condanne inflitte in primo grado a tre ex dirigenti della Fincantieri di Palermo per omicidio colposo e lesioni gravissime nei confronti di oltre sessanta persone per inalazione di fibre di amianto.

La Corte, dichiarando l’intervenuta prescrizione di alcuni capi d’imputazione per fatti precedenti al 1997, ha condannato gli ex dirigenti a pene che vanno da un minimo di 2 anni e 8 mesi ad un massimo di 7 anni e 6 mesi. Confermati i risarcimenti milionari nei confronti dell’Inail, costituita parte civile.

Al centro del processo la morte di 37 operai deceduti per tumore ai polmoni determinati dall’inalazione delle fibre di amianto e le lesioni riportate da altri 24 dipendenti che hanno contratto la malattia. I giudici avevano condannato gli imputati a risarcimenti milionari anche nei confronti della Camera del Lavoro, di Legambiente e della Fiom. Oltre 50 i familiari e le vittime costitute parte civile.   

La Corte, infine, ha dichiarato non doversi procedere per tre ex legali rappresentanti di ditte dell’indotto di Fincantieri  per intervenuta prescrizione delle accuse a loro contestate: entrambi rispondevano di lesioni gravissime.

ansa

Con la legge di Stabilità

Cgil, governo cambi rotta su politiche sociali

 il governo deve cambiare rotta nel campo delle politiche sociali, facendo di queste una priorità , investendo le risorse che ha a disposizione per finanziare il Fondo nazionale per le politiche sociali e i fondi a sostegno della non autosufficienza, dell’infanzia, della famiglia, dell’inserimento degli immigrati€. E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, in merito all’iter di approvazione del ddl stabilità .

€œLa commissione Affari sociali della Camera ha votato emendamenti che vanno in questa direzione – prosegue -. La commissione Bilancio deve individuare, nell’ambito delle compatibilità  di bilancio, le priorità  economiche e politiche del paese. Le politiche sociali sono una delle priorità  da riconoscere sia per affrontare i gravi problemi delle persone e delle famiglie colpite dalla crisi, sia per investire risorse che creano occupazione, inclusione e concorrono a far uscire il paese dalla recessione€.

Pertanto, continua Lamonica, €œle risorse del Fondo disponibile presso la Presidenza del Consiglio devono essere interamente utilizzate per rifinanziare le politiche che hanno subito consistenti e sciagurati tagli negli ultimi anni, come richiesto dalla Cgil nel corso della audizione sulla legge di stabilità  e come rivendicato dall’imponente presidio effettuato alcuni giorni fa dalla Rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia”€. La Cgil, inoltre, conclude, €œseguirà  con attenzione la sperimentazione della nuova carta acquisti e si mobiliterà affinchè la sperimentazione porti alla definizione e al finanziamento di una legge nazionale per combattere la povertà  e l’esclusione sociale€.

 

Possibilità di pensionamento con i requisiti previgenti

Diritto alla pensione contributiva di vecchiaia e diritto di opzione per il sistema contributivo dopo il 31 dicembre 2011

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In merito all’efficacia dell’esercizio dell’opzione al sistema contributivo effettuata  in data successiva al 31 dicembre 2011, al  fine di mantenere il diritto a pensione contributiva con i requisiti previgenti  la legge n.214/2011, sono scaturiti molti dubbi in apecial modo dopo la pubblicazione della circolare dell’Inps n. 35/2012 nella parte in cui si afferma che ai soggetti che optano per la liquidazione del trattamento pensionistico esclusivamente con le regole di calcolo del sistema contributivo si applicano i nuovi requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia (le nuove età anagrafiche con almeno 20 anni di contribuzione).

La Direzione centrale dell’INPS,  in risposta  ad un nostro  quesito ha chiarito che “per la salvaguardia del diritto alla pensione contributiva con l’applicazione della disciplina previgente all’entrata in vigore della legge n. 214 del 2011, è necessario che il soggetto alla data del 31 dicembre 2011 abbia perfezionato sia i requisiti amministrativi (ivi compreso l’importo della pensione non inferiore ad 1,2 volte l’assegno sociale se di età inferiore a 65 anni) per la pensione di vecchiaia nonché quelli per l’esercizio della facoltà di opzione (15 anni) ancorché eserciti la predetta facoltà successivamente al 31 dicembre 2011”.

Per coloro, dunque, che a partire dal 1 gennaio 2012 intendano esercitare la facoltà di opzione per il sistema di calcolo contributivo, dovendo individuare la disciplina applicabile per il diritto alla pensione di vecchiaia contributiva (se nuovi o previgenti requisiti), occorrerà verificare se, alla data del 31 dicembre 2011, sussistevano i requisiti di legge per conseguire la pensione contributiva in base alla vecchia normativa.

L’INPS chiarisce che alla stessa data dovevano sussistere anche tutte le condizioni per l’esercizio dell’opzione: 
– anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995,
– anzianità contributiva complessiva non inferiore a 15 anni di cui almeno 5 maturati dopo il 31 dicembre 1995.
Le sedi dell’Inca dislocate su tutto il territorio nazionale sono comunque a disposizione dei cittadini per maggiori e più approfondite informazioni.