Archivi giornalieri: 25 novembre 2022

Quota 100. Dalla Corte Costituzionale la beffa, addio pensione (sentenza di ieri)

Quota 100. Dalla Corte Costituzionale la beffa, addio pensione (sentenza di ieri)

La Corte Costituzionale si è pronunciata sulla non cumulabilità della pensione anticipata cd Quota 100 con i redditi da lavoro

pensioni

La Corte costituzionale ha esaminato la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Giudice del lavoro di Trento sul Decreto-legge n. 4 del 2019 (articolo 14, comma 3) che prevede la non cumulabilità della pensione anticipata cd Quota 100 con i redditi da lavoro, fatta eccezione per quelli da lavoro autonomo occasionale entro
il limite di 5.000 euro lordi annui.

La questione di legittimità è stata esaminata con la sentenza n. 234 del 24 novembre 2022.

Le notizie che arrivano dalla Corte Costituzionale non sono delle migliori.

Quota 100. L’incumulabilità con i redditi da lavoro

Quota 110 così come quota 102, salvo quanto previsto per il personale sanitario,  è incompatibile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui.

Rilevano ai fini dell’incumulabilità della pensione: i compensi percepiti per l’esercizio di arti; i redditi di impresa connessi ad attività di lavoro, nonché le partecipazioni agli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione nei casi in cui l’apporto è costituito dalla prestazione di lavoro (cfr.

il messaggio n. 59 del 12 marzo 1997); diritti di autore; brevetti.Ai fini della verifica dell’incumulabilità, si tiene conto dei redditi percepiti nel periodo compreso tra la data di decorrenza del trattamento pensionistico e la data di compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia.

Cumulabilità quota 100 con redditi da lavoro. La sentenza della Corte Costituzionale

La Corte costituzionale ha esaminato  la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Giudice del lavoro di Trento sul Decreto-legge n. 4 del 2019 (articolo 14, comma 3) che prevede la non cumulabilità della pensione anticipata cd Quota 100 con i redditi da lavoro, fatta eccezione per quelli da lavoro autonomo occasionale entro il limite di 5.000 euro lordi annui.

Si veda a tal fine il comunicato stampa dell’ufficio Comunicazione e Stampa della Corte Costituzionale.

La norma è stata censurata per violazione dell’articolo 3, primo comma, della Costituzione, là dove non prevede identica esenzione per i redditi da lavoro dipendente fino a 5.000 euro lordi annui. Secondo il Giudice di Trento, il differente trattamento previsto per il reddito da lavoro dipendente (nel caso specifico, si trattava di una prestazione di lavoro intermittente) non sarebbe giustificato.

Con la sentenza, Corte Costituzionale, n° 234-2022, la Corte ha dichiarato non fondata la questione poiché le situazioni di cui si discute non sono comparabili. Il lavoro autonomo occasionale entro il limite di 5.000 euro lordi annui non dà luogo, infatti, a obbligo contributivo. La preclusione assoluta di svolgere lavoro subordinato, che la disciplina del pensionamento anticipato “Quota 100” impone, si giustifica perché la richiesta agevolata di uscire
anticipatamente dal lavoro entrerebbe in netta contraddizione con la prosecuzione di una prestazione di lavoro.

Difatti, viene pienamente confermata l’incompatibilità di quota 100 con i redditi da lavoro, nei termini sopra analizzati.

 

Manovra, Spi-Cgil: con taglio rivalutazione -1200 euro per 4mln pensionati

Manovra, Spi-Cgil: con taglio rivalutazione -1200 euro per 4mln pensionati

Una perdita media pro-capite di oltre 1.200 euro all’anno per 4,3 milioni di pensionati. Sono questi i primi calcoli effettuati dallo Spi-Cgil del taglio alla rivalutazione delle pensioni sopra quattro volte il trattamento minimo, allo studio del governo.

L’adeguamento delle pensioni al costo della vita subirebbe così una drastica riduzione in particolare per quei pensionati che hanno lavorato e versato i contributi per 40 anni e oltre e che non percepiscono affatto un assegno alto ma di 1.800 netti al mese.

Stiamo sostanzialmente parlando di pensioni di lavoratori dipendenti, frutto di una vita di lavoro e che ora rischiano di avere una rivalutazione di gran lunga inferiore a quella che dovevano percepire secondo la legge in vigore.

Il governo si appresta quindi a compiere l’ennesimo danno ai pensionati italiani utilizzandoli come bancomat per recuperare risorse e negando loro la possibilità di recuperare una parte del loro potere d’acquisto.

Si tratta di una scelta iniqua e scellerata, oltretutto assunta senza alcun confronto con i sindacati.

 

Le infrastrutture per ricaricare le auto elettriche Innovazione

Le infrastrutture per ricaricare le auto elettriche Innovazione

La sostituzione dei veicoli inquinanti con quelli a basse emissioni è considerata fondamentale per la transizione ecologica, ma presenta alcuni ostacoli. Ad esempio le infrastrutture per ricaricare i veicoli, a oggi ancora diffuse in modo disomogeneo tra nord e sud.

 

Gli obiettivi climatici europei e le auto a basse emissioni

Uno degli obiettivi del green deal europeo, il piano comunitario per raggiungere la neutralità climatica, è quello di ridurre l’impatto dei trasporti, una delle attività umane più inquinanti ma allo stesso tempo imprescindibili.

-90% le emissioni dal settore dei trasporti entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990, uno degli obiettivi del green deal europeo.

Una delle modalità previste è la graduale sostituzione dei veicoli inquinanti (alimentati con carburanti fossili) con veicoli “a basse emissioni”. Tra questi, le vetture elettriche o ibride, che già oggi vantano una diffusione notevole in alcune aree del continente.

Secondo la European environmental agency (Eea), nel 2021 la quota di veicoli elettrici in Europa era pari al 17,8%. Con un aumento molto marcato rispetto agli anni precedenti: si attestava infatti al 10,7% nel 2020 e appena al 2,9% nel 2019. In Italia, è elettrico (o ibrido) il 9,3% dei veicoli.

Le infrastrutture di ricarica, una sfida per le auto elettriche

È importante evidenziare che però anche le auto a basse emissioni presentano degli ostacoli. Ad esempio il problema dello smaltimento delle batterie esauste, visto che esse contengono a loro volta materiali inquinanti. Ma anche la questione della ricarica, le cui infrastrutture sono ancora scarse in Europa, e mal distribuite. Una criticità che ha rilevato la stessa corte dei conti europea.

L’Ue è tuttora molto lontana dall’ambizioso valore-obiettivo stabilito nel Green Deal di un milione di punti di ricarica entro il 2025 e non dispone di una tabella di marcia strategica generale per la mobilità elettrica.

L’obiettivo comunitario sarebbe quello di disporre di un milione di punti di ricarica entro il 2025, ma la realtà è ben distante. Come ricostruisce la corte dei conti, per colmare questo deficit sarebbe necessario istallare 150mila nuovi punti di ricarica ogni anno, ovvero circa 3mila a settimana. Nel 2020 se ne contano infatti appena 250mila in totale, in Ue e nel Regno Unito.

Secondo la European alternative fuels observatory (Eafo), sarebbero circa 33mila i punti di ricarica in Italia, alla fine del 2022.

Stando invece alle analisi di Istat, che rileva quante sono le colonnine accessibili al pubblico specificamente nei territori dei comuni capoluogo di provincia e nelle città metropolitane, nel 2020 (l’ultimo dato disponibile) sarebbero 3.293 le infrastrutture esistenti in ambito urbano, nel nostro paese.

GRAFICO
DA SAPERE

I dati si riferiscono al numero di colonnine ogni 10 chilometri quadrati di territorio, sono riferiti esclusivamente alle città metropolitane, e indicano le infrastrutture (colonnine) di ricarica per veicoli elettrici presenti e funzionanti sul territorio comunale con libero accesso al pubblico (a pagamento, a titolo gratuito e del servizio di car sharing).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(pubblicati: lunedì 4 Luglio 2022)

 

Torino è la prima tra le città metropolitane per entità delle infrastrutture per auto elettriche, con circa 47 colonnine ogni 10 kmq di territorio. Seguono Milano (31) e Firenze (17). Mentre l’ultima è Venezia, con appena 0,17 torrette ogni 10 kmq, seguita da Reggio di Calabria e Roma, entrambe con meno di 2.

Ma, sempre secondo le rilevazioni Istat, solo a Torino e a Genova sarebbero presenti colonnine alimentate da fonti rinnovabili, rispettivamente 170 (circa il 28% del totale) e 1 colonnina.

Anche in numeri assoluti Torino è la prima, con 609 torrette disponibili. Segue Milano con 564. A distanza invece la capitale, con appena 215 strutture.

Aumenta la disponibilità, ma prevalentemente al nord

Nel complesso in tutto il paese è aumentata la disponibilità di infrastrutture per ricaricare le auto elettriche, una tendenza certamente positiva. Tuttavia, l’aumento è stato significativamente più marcato nei capoluoghi del nord.

Considerando i capoluoghi, dal 2016 al 2020 il numero di colonnine è aumentato in tutte le macro aree. Mentre però al sud e soprattutto al centro l’incremento è stato contenuto (rispettivamente +286 e +244 strutture), al nord ha quasi raggiunto il 250%, passando da 632 nel 2016 a 2.190 nel 2020.

Foto: Michael Fousert – licenza

Chiesa di Santa Caterina

 

Chiesa di Santa Caterina


Nome: Chiesa di Santa Caterina
Titolo: Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria
Indirizzo: Piazza Bellini, 33 – Palermo

La Chiesa di Santa Caterina delle suore domenicane di clausura, sorge fra le due piazze Bellini e Pretoria con prospetto principale sulla prima, provvisto di scalinata dopo il 1864 per l’abbassamento della quota della piazza, e con prospetto laterale sulla piazza Pretoria alla quale fa da fondale, parallelamente alla via Maqueda, mentre il monastero con le sue logge si protendeva verso il rinnovato Cassano (corso Vittorio Emanuele), «prospettiva principale della restaurata scena controformista» (V. Di Giovanni).

La chiesa con diverso orientamento rispetto a quella ivi preesistente di San Matteo, viene edificata dopo il 1566 sotto il priorato di Maria del Carretto, nobildonna palermitana, occludendo «la strada che da Sant’Antonio saliva alla casa del Pretore» (V. Di Giovanni).

Chiostro Chiesa di Santa Caterina

Il chiostro

Considerato il più ricco e nobile per essere dimora delle figlie delle più nobili famiglie della città, il monastero contiguo alla chiesa, dotato di chiostro al suo interno, era stato fondato per testamento di Benedetta Mastrangelo dopo il 1312 e quindi ingrandito per volontà di Maria del Carretto. Il «terrapieno naturale» sul quale è fondato l’intero complesso (oggi isolato a causa degli sbancamenti progressivi), che raggiunge una quota ancora più elevata in corrispondenza del chiostro, è stato ritenuto «l’unico resto dell’antico sperone roccioso su cui era costruita la Neapoli» (G. Lanza Tomasi); mentre in Corrispondenza della «torre» sono stati individuati i resti di una delle antiche porte arabe (V Di Giovanni).

Nel chiostro, addossato alla chiesa, con portico colonnato ad archi, di pianta romboidale a lati diseguali, si affacciano le celle di clausura lungo un ballatoio continuo; al centro è una fonte su basamento circolare a gradini, che sembra riprendere il motivo della aulica Fontana pretoria, sormontata dalla statua di San Domenico, di Ignazio Marabitti (1781), mentre una torre per l’innalzamento dell’acqua in un angolo del chiostro è singolarmente nascosta sotto le forme di una piramide egizia.

Interno Chiesa di Santa Caterina

L’interno

La pianta della chiesa, a croce latina, presenta alquante analogie con la chiesa del Gesù di Vignola (anche se iniziata pressoché contemporaneamente e terminata nel 1586); della chiesa gesuitica riprende le tre cappelle laterali divise da pilastri, la ridotta profondità dei bracci del transetto. Ma le cappelle non sono fra loro comunicanti ne comunicano con il transetto, e la zona presbiteriale è molto più profonda così come quella dell’ingresso, con il portico della cantoria a tre campate e con colone tortili.

Trionfo di Santa Caterina

Trionfo di Santa Caterina

Tutte le superfici intonacate sono dipinte e chiesa presenta volta a volte affrescata da Filippo Randazzo nel 1744 con il Trionfo di Santa Caterina e la Gloria delle Sante Martiri dell’Ordine, presbiterio con affreschi di Antonio e Paolo Filocamo del 1728, con una Anima in gloria che ascende in Paradiso, cupola su peducci affrescata da Vito D’Anna nel 1751, con l’Apoteosi di San Domenico, sottocoro affrescato Francesco Sozzi e Alessandro D’Anna nel 1759 con il Trionfo di Santa Caterina e le virtù.

Un motroneo corre tutto intorno alla chiesa nello spessore della muratura al di sopra delle aperture ad archi delle cappelle, affacciandosi sulla nave con finestre protette da gelosie.

Sulla serena orditura strutturale, che nella sequenza di archi e pilastri e di pieni e vuoti conserva memoria della applicazione proporzionale rinascimentale, si distende per tutte le superfici il più tardo rivestimento marmoreo di marmi in pannelli figurativi e a tarsie, che hanno fatto considerare la chiesa una delle «manifestazioni più tipiche del Barocco siciliano» anche in virtù del fatto che «le linee principali dell’architettura(…) impongono un loro ordine all’esuberanza dei motivi coloristici e scultorei» (A. Blunt)

Famosi, nella zona basamentale dell’ordine di paraste che inquadra le cappelle, i pannelli in marmo di Giona inghiottito dalla balena, dell’Albero della Vita o i pannelli prospettici con sezioni architettoniche (M. C. Ruggieri). La facciata, a due ordini, ha quello inferiore tripartito da paraste e quello superiore in corrispondenza di quello centrale, raccordato da modiglioni alla cornice intagliata con motivi definiti «popolareschi». Anche per il prospetto si è visto riecheggiare «il tipo corrente in chiese romane della Controriforma»

(A. Blunt). In una nicchia sopra il portale è situata la statua di Santa Caterina ivi collocata nel 1685.

Altare Maggiore Chiesa di Santa Caterina

L’altare maggiore

L’altare maggiore è realizzato in pietre dure, agate grigie e verdi, con ornamenti in rame dorato su progetto di Andrea Palma, paliotto in pietre dure con sepolcro della madre badessa suor Maria del Carretto del 1598, colei che promosse i lavori di rinnovamento. Ai lati sono presenti due splendidi angeli lignei dorati con vesti e ali laminate in argento.

ORARI

festivo 09:30 – 18:00
dal lunedì al sabato 10:00 – 18:00

3€ Ingresso standard visita Chiesa
2€ Ingresso ridotto visita chiesa per possessori di biglietto del Circuito del Sacro e gruppi superiori a 10 persone
1€ Ingresso ridotto visita chiesa per ragazzi tra i 7 e i 17 anni e gruppi con guida turistica e scolaresche

VISITA IN TRE DIMENSIONI

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Indennità 200 euro: misura estesa ai lavoratori in mobilità in deroga

Indennità 200 euro: misura estesa ai lavoratori in mobilità in deroga

L’INPS, con il messaggio 23 novembre 2022, n. 4231, comunica che l’indennità una tantum di 200 euro sarà riconosciuta d’ufficio anche ai percettori di trattamenti di mobilità in deroga o di indennità di importo pari alla mobilità, che ne abbiano fruito nel mese di giugno 2022. I pagamenti avverranno a dicembre 2022.

Il bonus di 200 euro è stato introdotto dal decreto Aiuti (decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50) per i lavoratori dipendenti che, nel mese di giugno 2022, risultino titolari delle indennità di disoccupazione NASpI DIS-COLL.

Il successivo parere del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali consente di interpretare le disposizioni in maniera estensiva, includendo tra i destinatari della misura anche i percettori di trattamenti di mobilità in deroga o di indennità di importo pari alla mobilità, sempre con riferimento al mese di giugno 2022.

Santa Caterina d’Alessandria

 

 


Santa Caterina d'Alessandria

autore: Caravaggio anno: 1595-1596 titolo: Santa Caterina d’Alessandria luogo: Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid
Nome: Santa Caterina d’Alessandria
Titolo: Martire
Nascita: 287, Alessandria, Egitto
Morte: 305, Alessandria, Egitto
Ricorrenza: 25 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Memoria facoltativa
Nata da stirpe reale, fu dotata dalla natura di un ingegno e di una bellezza così rara, che era stimata la più fortunata giovane della città.

Ammaestrata in tutte le scienze, ma soprattutto nella filosofia dai più celebri retori, seppe innalzare il suo intelletto al disopra delle cose materiali, e dalle creature ascendere al Creatore.

Perciò, appena senti parlare della religione di Cristo, il suo acuto ingegno aiutato dalla grazia di Dio comprese che essa era la vera dottrina, e l’avrebbe abbracciata subito, se alcuni legami terreni non le avessero impedito il passo decisivo. Ma il Signore, che la voleva sua sposa, affrettò il suo ingresso nello stuolo delle candide colombe a lui consacrate.

Compresa dell’amore che il Signore nutriva per lei, si fece battezzare, dedicandosi totalmente alla beneficenza ed alla istruzione dei pagani. E tanto crebbe la fama della sua carità e del suo sapere, che giunse alle orecchie dello stesso imperatore Massimino, uomo tristemente celebre per la sua ferocia.

Egli fece chiamare Caterina alla sua presenza, per avere notizie più certe di ciò che di lei udiva e per conoscere più da vicino colei che tanto si celebrava.

Ma appena seppe dalla bocca stessa della Santa che era cristiana, subito con minacce ed imprecazioni ordinò che rinunciasse a quel culto da lui odiato, e sacrificasse a Giove.

Non si sgomentò il virile animo di Caterina a quelle parole, ma prontamente rispose ch’era risoluta di rimanere nella religione che professava, e incominciò a parlare della vanità degli Dei e della verità dell’unico vero Dio con parole così ardenti che l’imperatore medesimo rimase sconcertato.

Fu quindi affidata ad alcuni filosofi pagani perché la convincessero d’errore, ma ella riuscì a condurli alla vera religione.

A tale smacco il feroce imperatore condannò a morire sul rogo quei nuovi convertiti, e presa Caterina, dopo villanie e disprezzi, comandò che il suo corpo fosse legato ad una ruota e poscia con uncini le fossero strappate le carni.

La Santa non si intimorì per simile supplizio, ma felice di dar la vita per il suo Sposo, si apprestò a morire fra quei tormenti. Appena quel corpo verginale fu a contatto con lo strumento del suo martirio, questo si spezzò fragorosamente, producendo gran panico fra i carnefici. Non si piegò l’animo di Massimino, e comandò che la Santa fosse immediatamente condotta fuori della città e le fosse reciso il capo.

Giunta al luogo del martirio, le furono bendati gli occhi ed il carnefice con un colpo staccò il capo di Caterina, ma da quella ferita sgorgò abbondante latte, ultima testimonianza della sua innocenza.

Il suo corpo venne dagli stessi Angeli trasportato sul monte Sinai e quivi seppellito. Sul suo sepolcro fu poi edificato un sontuoso tempio ed un grandioso monastero che resero imperitura la memoria di questa vergine di Cristo.

PRATICA. Recitiamo un atto di fede.

PREGHIERA. O Dio, che desti la legge a Mosè sul Monte Sinai e nello stesso luogo per mezzo dei tuoi Angeli collocasti miracolosamente il corpo della tua santa vergine e martire Caterina, fa’ che per intercessione di lei possiamo giungere al monte eterno che è Cristo.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Alessandria santa Caterina, Vergine e Martire, la quale, messa in prigione per la confessione della fede cristiana sotto l’Imperatore Massimino, e poi lunghissimamente tormentata cogli scorpioni, finalmente decapitata compì il martirio. Il suo corpo, miracolosamente trasportato dagli Angeli sul monte Sinai, vi è religiosamente venerato dal numeroso concorso di Cristiani.

PROVERBIO. Da Santa Caterina, il freddo si avvicina