Archivi giornalieri: 27 maggio 2022

Riforma pensioni 2023/ Al tavolo Proietti e Lega Nord: 3 modifiche urgenti da fare

Riforma pensioni 2023/ Al tavolo Proietti e Lega Nord: 3 modifiche urgenti da fare

Sulla riforma pensioni per il 2023 è intervenuto ancora una volta Domenico Proietti. Stavolta il confronto diretto con la Lega, ecco cosa è stato detto

reddito di emergenza

Riforma pensioni 2023: obiettivo, andare oltre la Fornero

Per mettere un punto fermo sulla riforma pensioni per il 2023 al tavolo politico si sono incontrati Matteo Salvini, leader della Lega e Domenico Proietti, nonché segretario confederale Uil responsabile politiche fiscali e previdenziale.

Proietti avrebbe le idee piuttosto chiare, tanto che avrebbe esposto al capo della Lega Nord tutti i cambiamenti affinché la prossima riforma delle pensioni 2023 possa sostituire la riforma Fornero ma soprattutto, trovare un giusto equilibrio tra anni di lavoro ed età di chi desidera uscire dal lavoro.

 

Riforma pensioni 2023: quali sono le idee di Proietti

Il segretario generale dell’Unione Italiana del Lavoro ha chiarito su quali punti vorrebbe lavorare affinché la prossima riforma delle pensioni per il 2023 possa soddisfare i requisiti minimi che ogni lavoratore desidererebbe appena entrato in pensione.

Nello specifico, dinnanzi al responsabile del Dipartimento Lavoro della Lega, ovvero Claudio Durigon, Proietti ha voluto motivare le sue idee, sostenendo quanto segue:

Flessibilità, adeguatezza ed equità. Questi devono essere i tre pilastri su cui costruire i prossimi interventi sulle pensioni. Flessibilità che per noi significa da una parte consentire alle lavoratrici ed ai lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione, consentendo loro l’uscita con il doppio canale, intorno ai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Dall’altra si traduce in una misura che riconosca la differente usura, gravosità ed esposizione al rischio delle diverse mansioni con una pensione usuranti e gravosi stabile e pienamente efficiente. Adeguatezza ed equità che deve esserci per le pensioni in essere e per i futuri pensionati“.

Se pensassimo ai tre pilastri citati da Domenico Proietti, capiremmo che la Quota 100 non può esser sufficiente. Occorrono infatti, delle misure più concrete da attuare. Un esempio? Un sostegno economico sufficiente per chi entra in pensione e per coloro che lavorano.

L’ideale potrebbe essere adeguare un’entrata pensionistica che possa soddisfare il minimo che il carovita richiede, e per i lavoratori offrire la possibilità di avere – stabilmente ed equamente senza distinzione di ruoli – la quattordicesima in busta paga.

Il sistema previdenziale sociale italiano necessita di cambiamenti, su ogni punto di vista. Proietti post colloquio e idee citate in questo articolo, ha sottolineato l’importanza di tornare a parlare come punto focale, della riforma pensioni per il 2023.

 

Pensioni, ipotesi di riforma combinando età e contributi di uscita a quota 100 e 102

Pensioni, ipotesi di riforma combinando età e contributi di uscita a quota 100 e 102

Pensioni, ipotesi di riforma combinando età e contributi di uscita a quota 100 e 102.
Pensioni, ipotesi di riforma combinando età e contributi di uscita a quota 100 e 102.

Riforma pensioni flessibili: con le combinazioni dei requisiti di quota 100 o di quota 102, si consentirebbe l’uscita a 9 ultrasessantenni su 10

Dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro arriva una proposta di riforma delle Pensioni “davvero flessibile” che, se attuata, consentirebbe di combinare i requisiti di uscita dell’età e dei contributi versati per arrivare alla quota 100 (non più in vigore) o alla quota 102.

Le varie combinazioni permetterebbero di mandare in pensione fino a nove ultrasessantenni su dieci con la quota 102 e a guadagnarne sarebbe anche il mercato del lavoro che beneficerebbe di un livello elevato di ricambio generazionale.

Lo studio dei consulenti del lavoro si intitola “Alla ricerca della vera flessibilità: una nuova quota”, proprio a testimonianza del fatto che, combinando diversamente, in maniera flessibile e non più rigida come la normativa previdenziale richiede attualmente, due misure come quota 100 e quota 102, si potrebbe arrivare alla soluzione del problema dei troppi ultrasessantenni ancora presenti nel mondo del lavoro.

 
 

Riforma pensioni con quota 100 e quota 102 più flessibili: chi potrebbe uscire in anticipo dal lavoro?

Sulla base della proposta di riforma delle pensioni elaborata dal Centro Studi dei Consulenti del Lavoro, la platea degli interessati a misure di flessibilità negli anni immediatamente a venire sono gli ultrasessantenni. In particolare, la Fondazione ha preso a riferimento i contribuenti attivi tra i 61 e i 66 anni (circa 1 milione e 472mila lavoratori) di età dunque immediatamente precedente alla minima richiesta per quota 100 e a quella immediatamente prima dei 67 anni necessari per la pensione di vecchiaia.

Nello studio dei consulenti, chi oggi lavora e potrebbe agganciare i vecchi requisiti della quota 100 o quelli attuali della quota 102, ha un’anzianità contributiva insufficiente per lasciare il mondo del lavoro.

 

Superando la rigidità del requisito anagrafico di 62 anni e di quello contributivo di 38 anni per la quota 100, o l’età di 64 anni e i 38 di contributi per la quota 102, si potrebbero mandare in pensione quasi tutti i lavoratori che hanno superato i 62 anni di età.

Pensioni, spunti per la riforma: uscita combinando età e contributi di quota 100 e quota 102

Nel dettaglio, una riforma davvero flessibile delle pensioni potrebbe consentire a chi ha compiuto i 62 anni di età richiesti per la quota 100 ma ha un numero di anni di contributi inferiore a 38, di poter essere aiutato ad anticipare la pensione.

 

Permettendo agli ultrasessantenni di arrivare a quota 100 sommando età e contributi senza vincoli (ad esempio, età di 65 anni e 35 di contributi) si otterrebbe l’81% in più di pensionamenti rispetto alle uscite con le attuali regole.

È evidente che lo stesso risultato flessibile si otterrebbe con lavoratori che hanno superato i 38 anni di contributi ma non hanno compiuto ancora i 62 anni di età (o i 64) per una delle due quote. Prendendo “in prestito” gli anni dai contributi per aggiungerli all’età anagrafica, una siffatta quota 100 “flessibile” permetterebbe di mandare in pensione anticipata i 61enni e i 62enni, le due età che da sole concentrano circa 700mila lavoratori ancora attivi.

 

Pensioni a quota 102: con la flessibilità età-contributi, nel 2022 uscita per 9 lavoratori su 10

A beneficiare di una riforma flessibile delle pensioni sarebbero, in ogni modo, soprattutto i lavoratori che oggi hanno 65 e 66 anni, i quali hanno raggiunto l’età minima richiesta dall’attuale quota 102 (64 anni) ma non hanno gli anni di contributi richiesti (38 anni).

Sulle elaborazioni dei consulenti del lavoro sulla popolazione attiva attuale di ultrasessantenni, con la quota 102 introdotta per le pensioni del 2022 potrebbero uscire nove lavoratori su dieci. Esattamente l’88,7% dei lavoratori, soprattutto di 66 anni, potrebbe andare in pensione con la quota 102 semplicemente con una combinazione vecchiaiaanzianità differente rispetto all’abbinamento 64+38 richiesto ad oggi.

 

In linea di massima, ipotesi di questo tipo consentirebbero soprattutto ai lavoratori più vicini alla pensione di vecchiaia di poter anticipare di uno, due o tre anni l’accesso alla pensione. Attualmente questi lavoratori, pur avendo superato l’età minima per la quota 100 o 102, non possono anticipare l’uscita perché non hanno maturato i requisiti contributivi.

 

Zingaretti: 10 mln per giovani e donne senza lavoro per fare impresa

Zingaretti: 10 mln per giovani e donne senza lavoro per fare impresa

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Avviso pubblico da 10 milioni di euro: “Impresa Formativa. Incentivi per la creazione d’impresa a favore dei giovani e delle donne del Lazio”: fino a 80mila euro a fondo perduto per avviare attività nel Lazio

23/03/2022

Migliorare l’accesso all’occupazione in particolare per i giovani e per le donne senza occupazione e promuovere la partecipazione al mercato del lavoro sotto il profilo di genere, questo in sintesi gli obiettivi dell’Avviso pubblico da 10 milioni di euro: “Impresa Formativa. Incentivi per la creazione d’impresa a favore dei giovani e delle donne del Lazio” presentato questa mattina dal Presidente dalla Regione Lazio, Nicola Zingaretti e dall’Assessore al Lavoro e Nuovi diritti, Scuola e Formazione, Claudio Di Berardino.

L’intervento che si rivolge ai giovani under 35 anni e alle donne in stato di disoccupazione, sostiene attraverso un contributo a fondo perduto, che può arrivare fino al 100% della somma richiesta e a un massimo di 80 mila euro, la costituzione e l’avviamento di attività di micro e piccole imprese con sede operativa nel territorio della Regione Lazio.

Nello specifico la dotazione finanziaria di 10 milioni di euro è così suddivisa: 5 milioni di euro per imprese giovanili (Priorità “Giovani”); e 5 milioni di euro per imprese femminili (Priorità “Occupazione”). Il riconoscimento del contributo a fondo perduto è articolato in questo modo:

  • per investimenti compresi tra 30.000 e 50.000 euro è possibile ottenere il 100% della somma richiesta;
  • per investimenti compresi tra 50.000 e 75.000 euro l’agevolazione è pari al 90% della somma richiesta;
  • per investimenti compresi tra 75.000 e 100.000 euro l’agevolazione è pari all’80% della somma richiesta.

Questo bando si basa sul Modello Lazio costruito in questi anni e che contraddistingue l’attività dell’Amministrazione Zingaretti. Propone una nuova prospettiva per l’accesso ai contributi regionali che si fonda su 3 punti chiave: 1) avere un’idea, 2) inviarla alla Regione Lazio che si rende disponibile a un confronto e alla redazione eventuale di un business plan, 3) la richiesta di finanziamento che una volta approvato viene concesso con la costituzione di una società con sede nel Lazio.

Le idee e i progetti saranno giudicati da un pool formato da esperti in start up di imprese e management aziendale, comunicazione, marketing e sostenibilità finanziaria degli investimenti.

Maggiori informazioni qui a questo link

“La Regione Lazio intende mettere a servizio di questa iniziativa tutti gli strumenti possibili per agevolare i processi di partecipazione dei singoli destinatari – continua Zingaretti – per questo i candidati non saranno lasciati soli nel percorso di attivazione imprenditoriale. Infatti abbiamo previsto un supporto di assistenza e di accompagnamento personalizzato per le future imprenditrici e i futuri imprenditori, tanto nella fase di formulazione dell’idea progettuale e di redazione del business plan quanto nella fase di gestione e di rendicontazione, con l’obiettivo di contribuire a dare concreto avvio e futura sostenibilità alle attività d’impresa finanziate”.

“A volte ciò che manca ai giovani è il capitale iniziale per realizzare il loro obiettivo tra cui quello di avviare una propria impresa – aggiunge Di Berardino – ma altrettanto importante sarà il supporto che la Regione vuole offrire a donne e giovani disoccupati, che sono tra le grandi priorità da affrontare, con reali possibilità occupazionali, agendo in più direzioni, anche attraverso l’attuazione di reti di partenariato con imprese del territorio già esistenti, contribuendo a favorire l’inclusione, il lavoro dignitoso e a superare le disuguaglianze economiche o sociali delle famiglie di provenienza. Proseguiamo così nella nostra strategia di sviluppo che vuole vedere i giovani sempre più protagonisti dell’assetto imprenditoriale, economico e sociale del Lazio. Oltre a dare a tutti i giovani le stesse opportunità per realizzarsi, interveniamo positivamente per il nostro territorio, favorendo la nascita di nuove imprese, nuove progettualità, nuova occupazione in particolare per ciò che riguarda le politiche giovanili e le misure volte a promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e a ridurre la segregazione di genere nel mercato del lavoro”.
 

 

Contributi restauro e digitalizzazione opere cinematografiche: bando aperto fino al 5 giugno

Contributi restauro e digitalizzazione opere cinematografiche: bando aperto fino al 5 giugno

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La dolce vita

Previsto un fondo annuale di € 150.000,00 a fondo perduto, rivolto alle imprese di post-produzione e alle cineteche, per cortometraggi o lungometraggi in pellicola o altri supporti

25/05/2022

C’è tempo fino al 5 giugno per chiedere il contributo previsto dall’Avviso per il restauro e la digitalizzazione delle opere cinematografiche e audiovisive. La Regione Lazio stanzia anche per l’annualità 2022 un fondo di €150.000 di contributi a fondo perduto, concessi in regime de minimis. Il contributo massimo concedibile ad ogni progetto di restauro e digitalizzazione  ammonta ad € 40.000,00 in caso di lungometraggi ed € 20.000,00 per i cortometraggi.

L’Avviso, approvato con determinazione n. G05294 del 3 maggio 2022, è in sintonia con le finalità della Legge Regionale in materia di cinema e audiovisivo (L.R. 2 luglio 2020, n. 5) e del punto 7 del Piano Operativo Annuale del Cinema e dell’Audiovisivo 2022. L’obiettivo è quello di sostenere progetti volti alla conservazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo di interesse regionale.

L’Avviso è rivolto a:

  • imprese di post-produzione di opere cinematografiche e/o audiovisive, con sede legale o operativa nella Regione Lazio;
  • cineteche con sede legale e domicilio fiscale in Italia (paragrafo 2.1).

Le opere ammissibili a contributo sono esclusivamente cortometraggi o lungometraggi, in pellicola o in altri supporti.

I progetti devono concludersi entro il 31 ottobre 2022, e prevedere la digitalizzazione in modo da consentire la fruizione da parte delle persone con disabilità, anche mediante l’utilizzo di sottotitoli e strumenti di audiodescrizione. Devono inoltre includere un dettagliato progetto tecnico/economico, come specificato tra i requisiti di ammissibilità dell’Avviso pubblico (paragrafo 3).

Occorre allegare anche una relazione che illustri il valore culturale del materiale che si intende restaurare e digitalizzare, inclusi eventuali premi e riconoscimenti ottenuti, con espressa indicazione delle tematiche affrontate o dei luoghi, fatti o soggetti coinvolti, nonché dell’eventuale rilevanza regionale dell’opera, intesa come capacità di valorizzare il patrimonio artistico, storico e identitario territoriale del Lazio.

Ogni soggetto può presentare domanda di contributo per 1 sola opera da restaurare;  il contributo non può superare l’80% dei costi ammissibili.

Le domande dovranno pervenire esclusivamente via PEC, all’indirizzo: restauropellicole@regione.lazio.legalmail.it, a partire dalle ore 12.00 del 6 maggio 2022, fino alle ore 12.00 del 5 giugno 2022

Per la corretta finalizzazione dell’istanza è necessaria la firma digitale. La documentazione da presentare è consultabile al paragrafo 6.2 dell’Avviso.

Le richieste di contributo ammissibili a valutazione di merito, a seguito dell’istruttoria formale preventiva, saranno valutate da una apposita Commissione tecnica costituita con decreto del Direttore della Direzione Regionale competente in materia di cultura (per i criteri di assegnazione dei punteggi, si veda il paragrafo 7).

 

PIER PAOLO PASOLINI. NON MI LASCIO COMMUOVERE DALLE FOTOGRAFIE

PIER PAOLO PASOLINI. NON MI LASCIO COMMUOVERE DALLE FOTOGRAFIE

Dal 20 maggio al 10 luglio 2022, il WeGil di Roma, hub culturale della Regione Lazio nel quartiere Trastevere, ospita la mostra Pier Paolo Pasolini. Non mi lascio commuovere dalle fotografie”. Nel centenario della sua nascita, avvenuta a Bologna il 5 marzo 1922, il percorso espositivo, attraverso il mezzo della fotografia, vuole riportare l’attenzione su quello che è stato probabilmente l’intellettuale più intransigente, acuto e scomodo del secondo Novecento italiano e sulle sue principali esperienze personali, culturali e professionali. Il progetto, curato da Marco Minuz e Roberto Carnero, è promosso dalla Regione Lazio e realizzato da LAZIOcrea in collaborazione con Suazes, il Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Genova e il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia.

Nella veste di scrittore, giornalista, opinionista, attivista e regista, Pier Paolo Pasolini ha dispiegato il suo pensiero in una moltitudine di opere e documenti che lo rendono una delle figure cardine del dibattito culturale nazionale e internazionale del secondo dopoguerra. Partendo dall’oggettiva constatazione che Pasolini è stato uno dei personaggi pubblici più fotografati del suo tempo, la mostra raccoglie circa 160 fotografie e documenti d’epoca: un percorso fotografico che nasce dalla volontà di continuare ad alimentare, soprattutto nelle giovani generazioni, un confronto con il lascito intellettuale di Pasolini.

La scelta di esplorare l’opera e il pensiero di Pasolini attraverso la fotografia non è casuale data la sua relazione con il mezzo fotografico piuttosto ambivalente. Se da una parte scriveva “niente come fare un film costringe a guardare le cose”, il suo rapporto con le immagini immobili era differente, come testimoniano le sue parole: “alle fotografie è sufficiente dare una occhiata. Non le osservo mai più di un istante. In un istante vedo tutto”. Eppure, paradossalmente, per tutta la sua vita Pier Paolo Pasolini ha sempre offerto grande disponibilità nel farsi fotografare, anche in momenti privati della sua vita. Ne è testimonianza l’enorme quantità di materiale fotografico dedicato alla sua figura.

Questi scatti, organizzati in sezioni, ognuna delle quali raggruppa un corpus di fotografie dedicate a uno specifico tema, intendono costruire, attraverso un’attenta selezione, un percorso che conduca il visitatore attraverso le principali esperienze che hanno caratterizzato il suo lavoro ma anche la sua sfera privata: la città di Roma, i ragazzi delle borgate romane, il concetto di corpo, la passione per il calcio, le sue frequentazioni, la figura della madre, le abitazioni romane in cui ha vissuto, i ritratti, l’esperienza del cinema, gli anni giovanili, le celebrazioni funebri a Roma e Casarsa della Delizia, luogo dove ha trovato eterno riposo.

“Il volto di Pasolini diventa così ‘la mappa’ per leggere il suo lavoro, la sua personalità, il suo pensiero e le sue scelte - scrive Marco Minuz, che ha curato la selezione fotografica - Metaforicamente la sua pelle, immortalata dal mezzo fotografico, diventa così spazio privilegiato per comprendere, con vicinanza, il percorso professionale di quell’inafferrabile uomo chiamato Pier Paolo Pasolini”.

“Una mostra fotografica su Pasolini è un modo di avvicinarsi alla sua opera, magari per un primo approccio ai suoi testi, attraverso i ‘grandi temi’ che li caratterizzano, e in cui qui è stata organizzata l’esposizione - aggiunge Roberto Carnero, co-curatore del progetto e autore dei testi presenti nel percorso - Sarebbe bello che questa straordinaria occasione potesse essere colta soprattutto dai più giovani, da quei ragazzi a cui Pasolini ha dedicato tante delle sue riflessioni e ai quali continuava, e continua tutt’oggi, a parlare”.

Sono oltre trenta i fotografi e gli archivi coinvolti in questo progetto, tra questi: Letizia Battaglia, Carlo Bavagnoli, Sandro Becchetti, Dario Bellini, Piergiorgio Branzi, Cameraphoto, Elisabetta Catalano, Mimmo Cattarinich, Divo Cavicchioli, Elio Ciol, Mario Dondero, Gabriella Drudi Scialoja, Aldo Durazzi, Claudio Ernè, Toti Scialoja, Archivi Farabola, Federico Garolla, Giovanni Giovannetti, Vittorio La Verde, Massimo Listri, Cecilia Mangini, Domenico Notarangelo, Angelo Novi,  Rodrigo Pais, Angelo Pennoni, Reporter Assocati, Paul Ronald, Salvatore Tomarchio e Roberto Villa. La mostra al WeGil si arricchisce anche di alcune fotografie di Dino Pedriali, fotografo romano recentemente scomparso.

ingresso gratuito, la mostra, dopo la sua prima esposizione al Palazzo Ducale di Genova, rappresenta, dunque, un’opportunità unica per esplorare la dimensione pubblica e privata dell’intellettuale, ma al contempo per riportare alla luce archivi e nuova documentazione che possano raccontare l’uomo Pasolini.


SCHEDA INFO MOSTRA

Titolo mostra Pier Paolo Pasolini. Non mi lascio commuovere dalle fotografie 
Dove WEGILTrastevere – Largo Ascianghi, 5, Roma

 

Inaugurazione 19 maggio 2022
Apertura al pubblico 20 maggio –  10 luglio 2022
tutti i giorni ore 10 – 19
Biglietto Ingresso gratuito
Info www.wegil.itinfo@wegil.it
tel. 334 6841506 (tutti i giorni ore 10 -19)
Facebook /WEGILTrastevere
Instagram/WEGIL
Twitter/wegiltrastevere
Ente promotore Regione Lazio
Organizzazione LAZIOcrea S.p.a.in collaborazione con Suazes, Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova e Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia

 

A cura di  Marco Minuz e Roberto Carnero

Cooperative agricole e consorzi: precisazioni sulla contribuzione 2022

Cooperative agricole e consorzi: precisazioni sulla contribuzione 2022

Dal 1° gennaio 2022, come previsto dalla legge di bilancio, le imprese cooperative e i loro consorzi inquadrati nel settore agricoltura sono tenuti al versamento della contribuzione di finanziamento ASpI per i lavoratori assunti a tempo indeterminato con qualifica di operaio agricolo (OTI) e per quelli assunti a tempo indeterminato con contratto di apprendistato. La misura è stata illustrata dall’Istituto con la circolare INPS 4 gennaio 2022, n. 2.

Gli ulteriori obblighi contributivi di finanziamento della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria e Straordinaria, previsti per i soli lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato, dal 1° gennaio 2022 sono estesi ai lavoratori assunti con contratto di apprendistato di qualsiasi tipologia e, dunque, anche agli apprendisti di primo e terzo livello.

Il messaggio 27 maggio 2022, n. 2225 l’INPS precisa ora la misura degli obblighi contributiviper gli operai a tempo indeterminato e per gli apprendisti che i datori di lavoro, compresi quelli operanti in zone montane e svantaggiate, devono denunciare sul flusso Uniemens , sezione “Datori di lavoro privati”, fermo restando che le contribuzioni relative agli ulteriori obblighi assicurativi ( IVS , malattia, maternità, Fondo di garanzia,) sono riscosse dall’Istituto nell’ambito della contribuzione agricola unificata (circolari INPS 25 febbraio 2022, n. 31 e 10 maggio 2022, n. 56). Nel messaggio sono indicate tutte istruzioni operative e contabili.

Estate INPSieme e corsi lingue all’estero: punteggio ultimo vincitore

Estate INPSieme e corsi lingue all’estero: punteggio ultimo vincitore

Residenze universitarie ex ENAM: accordo INPS, Lazio e Roma Capitale

Residenze universitarie ex ENAM: accordo INPS, Lazio e Roma Capitale

L’INPS ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Regione Lazio e Roma Capitale per la riqualificazione, attraverso i Fondi del PNRR, di due immobili a Ostia, su Lungomare Toscanelli 200 e a Largo delle Sirene 5, di proprietà dell’Istituto, da destinare a residenze universitarie.

Le due strutture, di proprietà del Fondo Assistenza Magistrale ex Enam gestito dall’INPS, saranno gestite dall’Ente per il Diritto allo Studio Universitario della Regione Lazio, DISco che provvederà anche alla riqualificazione della palazzina di Largo delle Sirene.

Le palazzine saranno ristrutturate in modo da ricavare circa 90 stanze e 150 posti letto da destinare a residenze universitarie, con una speciale riserva in favore dei figli degli iscritti al Fondo, che potranno alloggiare e godere gratuitamente di tutti i servizi di studentato. A loro sono riservate 20 stanze, singole e doppie, nella palazzina sul Lungomare Paolo Toscanelli, che l’INPS sta completamente ristrutturando e che potrebbe essere pronta già alla fine del 2022.

Questo partenariato pubblico si inserisce nell’ambito di un progetto di riqualificazione del patrimonio edilizio sociale avviato dall’Istituto, al fine di adeguarne la destinazione d’uso alle mutate necessità dell’utenza.

In particolare l’intervento si situa nell’ambito delle diverse iniziative che l’INPS sta realizzando in favore dei giovani per il sostegno allo studio universitario e all’ingresso nel mondo del lavoro. Tali iniziative hanno trovato una convergenza di interessi pubblici con la Regione Lazio e il Comune di Roma

Estate INPSieme e corsi lingue all’estero: punteggio ultimo vincitore

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Residenze universitarie ex ENAM: accordo INPS, Lazio e Roma Capitale

Residenze universitarie ex ENAM: accordo INPS, Lazio e Roma Capitale

L’INPS ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Regione Lazio e Roma Capitale per la riqualificazione, attraverso i Fondi del PNRR, di due immobili a Ostia, su Lungomare Toscanelli 200 e a Largo delle Sirene 5, di proprietà dell’Istituto, da destinare a residenze universitarie.

Le due strutture, di proprietà del Fondo Assistenza Magistrale ex Enam gestito dall’INPS, saranno gestite dall’Ente per il Diritto allo Studio Universitario della Regione Lazio, DISco che provvederà anche alla riqualificazione della palazzina di Largo delle Sirene.

Le palazzine saranno ristrutturate in modo da ricavare circa 90 stanze e 150 posti letto da destinare a residenze universitarie, con una speciale riserva in favore dei figli degli iscritti al Fondo, che potranno alloggiare e godere gratuitamente di tutti i servizi di studentato. A loro sono riservate 20 stanze, singole e doppie, nella palazzina sul Lungomare Paolo Toscanelli, che l’INPS sta completamente ristrutturando e che potrebbe essere pronta già alla fine del 2022.

Questo partenariato pubblico si inserisce nell’ambito di un progetto di riqualificazione del patrimonio edilizio sociale avviato dall’Istituto, al fine di adeguarne la destinazione d’uso alle mutate necessità dell’utenza.

In particolare l’intervento si situa nell’ambito delle diverse iniziative che l’INPS sta realizzando in favore dei giovaniper il sostegno allo studio universitario e all’ingresso nel mondo del lavoro. Tali iniziative hanno trovato una convergenza di interessi pubblici con la Regione Lazio e il Comune di Roma.

Sant’ Agostino di Canterbury

 

Sant’ Agostino di Canterbury


Nome: Sant’ Agostino di Canterbury
Titolo: Vescovo
Nascita: 13 novembre 534, Roma
Morte: 26 maggio 604, Canterbury, Inghilterra
Ricorrenza: 27 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
 

Volgeva l’anno 596 quando i Sassoni, gli Angli e gli Juti, popoli germanici pagani, cacciati i Bretoni occuparono l’odierna Inghilterra. Angli sunt? Angeli fiant!, disse San Gregorio Magno. Non potendo andarvi lui stesso salito al Pontificato, scelse un gagliardo manipolo di suoi monaci benedettini e li inviò alla conquista dei conquistatori. Capo di questo eroico manipolo era Agostino, priore del monastero di SantAndrea. Giunti in Francia, atterriti dalle relazioni loro fatte, si arrestarono spaventati.

Il Papa, anima grande, li rincorò e quei missionari rianimati, con alcuni francesi per interpreti, approdavano nel 597 all’isola di Thanet in numero di quaranta.

Agostino notificò la sua venuta ad Etelberto, re di Kent, il più potente re dell’eptarchia. Questi andò a visitarli in quell’isola e dopo familiari conversazioni: « I vostri discorsi, disse, sono assai belli, lusimsbiere e magnifiche le promesse, ma sembrano un po’ incerte. Però non sarà permesso che siate molestati; predicate pure liberamente ai miei popoli ». Li condusse nella capitale Canterbury dove li provvide di tutto quanto abbisognavano.

Quegli ardenti figli di San Benedetto si erano preparati alla missione con veglie, austerità, digiuni e ferventi preghiere ed ora erano pronti a suggellare col sangue la loro fede. Alla loro infuocata parola, fecondata dallo Spirito Santo, le genti accorrevano in folla, abbandonavano le loro superstizioni e venivano battezzate. La conversione del re (che poi si fece santo) fu seguita da quella di un’innumerevole moltitudine di sudditi. Nel Natale del 597 diecimila furono i rigenerati alla grazia nelle acque battesimali del Tamigi.

Poco appresso Agostino, invitato dal Papa, passò in Francia per essere consacrato vescovo ad Arles. Nel 601, il Papa gli mandò il pallio e lo costituì metropolita d’Inghilterra.

Agostino scriveva spessissimo a Roma per informare il Papa e consigliarsi in ogni contingenza.

Favorito del dono dei miracoli, attirava le moltitudini alla croce, e la fede progrediva mirabilmente di giorno in giorno. Alla sua prima visita pastorale, fu accolto ovunque con entusiasmo.

Volle pure arrivare ai Bretoni, i quali cacciati dagli invasori, come dicemmo, si erano ritirati sulle montagne del Galles. Essi erano cristiani, però avevano degenerato. Agostino, giunto alla loro frontiera, chiamò a concilio i loro vescovi e sacerdoti: costoro con varie pretese vollero che si convocasse un Sinodo generale: Agostino acconsentì, ma essi si ostinarono nei loro errori, onde Agostino, piangendo, predisse il loro sterminio. Finalmente, estenuato dalle fatiche apostoliche, volava al cielo il 28 maggio del 607.

PRATICA. Tre quarti degli uomini sono ancora nelle tenebre dell’idolatria e della superstizione. Preghiamo e aiutiamo le opere missionarie.

PREGHIERA. O Signore, che con la predicazione e i miracoli del tuo beato confessore e vescovo Agostino, ti sei degnato illuminare della luce della vera fede la Nazione inglese, concedi, te ne preghiamo per la sua intercessione, che i cuori degli erranti ritornino all’unità della vera fede, e noi restiamo fedeli alla tua santa volontà.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Canterbury, in Inghiltérra, sant’Agostino Vescovo e Confessore, il quale, mandato là insieme con altri dal beato Gregório Papa, predicò agli Inglesi il santo Vangelo di Cristo, ed ivi, glorioso per virtù e per miracoli, si riposò nel Signore. La sua festa si celebra il ventotto di questo mese