Archivi giornalieri: 8 maggio 2022

Madonna del Rosario di Pompei

 

Madonna del Rosario di Pompei


Nome: Madonna del Rosario di Pompei
Titolo: Apparizione
Ricorrenza: 8 maggio
Tipologia: Commemorazione
Sito ufficiale:www.santuario.it
Il culto della Beata Vergine del Rosario di Pompei, o, più semplicemente, della Madonna di Pompei, nasce alla fine del 1800 ad opera di Bartolo Longo, oggi Beato Bartolo Longo, il quale, si narra che, mentre si trovava nei campi, udì la Madonna dirgli: “Se propagherai il Rosario sarai salvo” . Il giovane Bartolo Longo, rimase scosso da questo messaggio che la Madonna gli affidava, tanto da abbandonare gli ambienti satanici che frequentava, e iniziare la propria opera di diffusione della preghiera del Rosario.

Tuttavia i primi tentativi di diffusione del Rosario non ottennero grandi risultati, e per questo si recò a Napoli, per acquistare un dipinto affinché il popolo di Pompei potesse più facilmente convertirsi a questa preghiera. La sorte volle che, una volta giunto a Napoli, Bartolo Longo incontri il proprio confessore, che gli suggerisce di rivolgersi a Suor Maria Concetta del convento di Porta Medina, la quale custodiva un dipinto della Madonna del Rosario, che lo stesso confessore gli aveva affidato anni prima.

La tela era in pessime condizioni, danneggiata dalle tarme e con intere parti di colore mancante, tanto che Bartolo Longo non voleva accettarlo. Ma, di fronte alle insistenze della suora, non potè rifiutare il dono e con questo si diresse verso Pompei, su di un carretto utilizzato solitamente per il trasporto del letame.

Il quadro, così come era, non poteva essere esposto alla cittadinanza, sia per lo stato di degrado, che per un errore nel dipinto, che ritraeva Santa Rosa, al posto di Santa Caterina da Siena, come colei che riceveva il rosario, e dunque ponendo l’immagine a rischio di interdetto. Fu così che Bartolo Longo decise di affidare alle mani di un restauratore il quadro e, contemporaneamente, diede inizio alla costruzione di una nuova chiesa nella quale esporre il dipinto: la edificazione di questa chiesa sarà resa possibile dalla contessa Marianna De Fusco, futura sposa dello stesso Bartolo Longo, che fece cospicue donazioni, e, le successive elargizioni dei fedeli fecero in modo che ben preso la chiesa si trasformasse nella attuale Basilica Pontificia della Beata Vergine del Rosario di Pompei.

Il dipinto della Madonna di Pompei, o della Beata Vergine del Rosario di Pompei, che dir si voglia, infatti, venne venerato fin dalla prima esposizione pubblica: infatti, già il 13 Febbraio 1876, quando appunto venne mostrato per la prima volta il dipinto, si verificò il primo miracolo, ovvero la guarigione a Napoli di una ragazzina che malata di epilessia inguaribile. In ben poco tempo iniziarono a giungere a Pompei migliaia di fedeli, ciascuno chiedendo una grazia alla Madonna, tanto che ai giorni nostri si stima che più di 4 milioni di persone ogni anno si rechino in pellegrinaggio, facendo così, di quello di Pompei, uno dei santuari mariani più visitato al mondo.

La importanza della Basilica di Pompei, per il mondo cattolico, è testimoniata anche dal fatto che per ben 4 volte è stata visitata da un papa: in particolare sia papa Giovanni Paolo II, sia papa Benedetto XVI che papa Francesco si sono recati in visita al Santuario e, in occasione della visita di San Giovanni Paolo II venne recitata la Supplica.

SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI

si recita l’8 maggio / prima domenica di ottobre

Nel mentre i fedeli giungevano al Santuario, Bartolo Longo cominciò a diffondere preghiere e pie devozioni, componendo, poi, nel 1883, anche la Supplica. Questa è una preghiera, inizialmente intitolata “Atto d’amore alla Vergine” ma poi ribatezzata “Supplica alla potente Regina del SS.mo Rosario di Pompei”. Il testo ha avuto nel tempo vari ritocchi, prima della formula attuale, che facciamo seguire.

La Supplica viene recitata solennemente due volte l’anno, l’8 maggio e la prima domenica di ottobre. L’otto maggio del 1915, la preghiera fa il suo ingresso in Vaticano: alle 12.00 di quel giorno, Benedetto XV e i dignitari vaticani la recitarono nella cappella Paolina. Da allora la tradizione è continuata con i Pontefici successivi.

Beata Vergine Maria del Rosario di Pompei

O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.continua >>

Novena alla Madonna di Pompei

PER IMPETRARE GRAZIE NEI CASI PIU’ DISPERATI

(si inizia il 29 aprile, 26 settembre o quando si vuole e va recitata per intero tutti i giorni)
Si ponga la prodigiosa immagine in luogo distinto e, potendo si accendano due candele, simbolo della fede che arde nel cuore del credente. Prima di cominciare la Novena, pregare Santa Caterina da Siena che si degni di recitarla insieme con noi.
(da ripetere per nove giorni consecutivi)

O Santa Caterina da Siena, mia Protettrice e Maestra, tu che assisti dal cielo i tuoi devoti allorché recitano il Rosario di Maria, assistimi in questo momento e degnati di recitare insieme con me la Novena alla Regina del Rosario che ha posto il trono delle sue grazie nella Valle di Pompei, affinché per tua intercessione io ottenga la desiderata grazia. Amen.continua >>

PREGHIAMO O Dio, il tuo unico Figlio ci ha acquistato con la sua vita, morte e risurrezione i beni della salvezza eterna: concedi anche a noi che, venerando questi misteri del Santo Rosario della Vergine Maria, imitiamo ciò che contengono e otteniamo ciò che promettono. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

ORAZIONE
O Santo sacerdote di Dio e glorioso Patriarca San Domenico, che fosti l’amico, il figliuolo prediletto e il confidente della celeste Regina, e tanti prodigi operasti per virtù del S. Rosario; e tu, Santa Caterina da Siena, figliuola primaria di quest’ordine del Rosario e potente mediatrice presso il trono di Maria e presso il Cuore di Gesù, da cui avesti cambiato il cuore: voi, Santi miei cari, guardate le mie necessità e abbiate pietà dello stato in cui mi trovo. Voi aveste in terra il cuore aperto ad ogni altrui miseria e la mano potente a sovvenirla, ora in Cielo non è venuta meno né la vostra carità, né la vostra potenza. Pregate per me la madre del Rosario ed il Figliuolo Divino, giacchè ho gran fiducia che per mezzo vostro ho da conseguire la grazia che tanto desidero. Amen.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

In pensione prima di compiere i 62 anni nel 2023 presentando domanda già adesso per chi fa questo lavoro

In pensione prima di compiere i 62 anni nel 2023 presentando domanda già adesso per chi fa questo lavoro

Non c’è più quota 100. E con la sua fine, introdotta lo scorso 31 dicembre 2021, è sparita la possibilità di andare in pensione a 62 anni. Ma ci sono lavoratori che grazie ad altre misure non subiranno gli effetti di questo cambiamento. Infatti, potranno lasciare il lavoro anche prima rispetto a quota 100. Ma occorre presentare una particolare domanda. Una domanda che andava presentata già entro lo scorso primo maggio, ma presentandola adesso si limitano danni, perché si perde solo un mese di pensione.

In pensione prima di compiere i 62 anni nel 2023 presentando domanda già adesso per chi fa questo lavoro

Il metronotte, o guardia particola giurata è un tipico esempio di lavoratore notturno. Chi svolge la propria attività lavorativa sempre tra le 24:00 e le 05:00 del mattino, o se una parte della giornata lavorativa ricade in questo arco temporale, ha diritto ad una uscita anticipata. L’età anagrafica utile è pari a 61 anni e 7 mesi. Per i contributi invece, servono 35 anni. Ma occorre pure completare la Quota 97,6. La somma di età e contributi, comprese le frazioni di anno, devono portare al completamento della Quota. Chi raggiungerà questi requisiti nel corso del 2023, deve adoperarsi subito. Deve presentare quanto prima, istanza di certificazione del diritto all’INPS. Istituto che dovrà ufficializzare il diritto allo scivolo di Quota 97,6 per questi lavoratori.

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Cosa serve per la certificazione del diritto

Per ottenere la certificazione del diritto, il metronotte deve fornire all’INPS i documenti necessari. Documenti con cui il proprio datore di lavoro attesta che si tratta di un lavoratore che ha svolto lavoro notturno per gran parte dell’anno. Infatti, lo scivolo è fruibile dal lavoratore che ha svolto per la metà della vita lavorativa o per 7 degli ultimi 10 anni:

  • da 64 a 71 turni di notte all’anno (63,7 anni di età, 35 anni di contributi e Quota 99,6);
  • da 72 a 77 turni di notte all’anno (62,7 anni di età, 35 anni di contributi e Quota 98,6);
  • a partire dai 78 turni di notte all’anno (61,7 anni di età, 35 anni di contributi e Quota 96,7).

L’azienda deve fornire al lavoratore la certificazione del Ministero del Lavoro col riepilogo dei turni di notte anno per anno e per almeno gli ultimi 10 anni. Solo con la documentazione esatta ed in regola, andare in pensione prima di compiere i 62 anni resterà una cosa fattibile per questi lavoratori notturni. Necessario che l’Inps certifichi questo diritto per tempo. Infatti, non tutte le guardie particolari giurate svolgono lavori notturni o non sono in servizio esclusivamente di notte. E se si posticipa la richiesta all’INPS, producendola magari nel 2023,oltre a perdere 3 mesi di pensione, si rischia di finire al di fuori delle risorse disponibili. La misura è finanziata ogni anno con fondi non infiniti. E la decorrenza della prestazione non scatta a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si maturano i requisiti nel caso di domanda ritardata.

Approfondimento

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Flat Tax, cos’è e come funziona

Flat Tax, cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la Flat Tax e quali vantaggi ci sono per le famiglie rispetto agli scaglioni IRPEF? Ecco la guida con esempi pratici.

Tra le proposte di modifica del sistema fiscale ne esiste una contenuta in un Disegno di legge presentato di recente in Senato che mira ad introdurre per famiglie e imprese la cosiddetta “Flat Tax” o “tassa piatta”. La misura ha lo scopo di ridurre il peso fiscale sui contribuenti, contrastare l’evasione fiscale e razionalizzare il sistema delle detrazioni d’imposta attraverso l’introduzione, a regime, di un’aliquota unica, a prescindere dal reddito.

Attualmente l’IRPEF, Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, è governata dagli scaglioni d’imposta, quattro per la precisione. Questo significa che le singole porzioni di reddito sono soggette ad aliquote differenti (23, 25, 35 e 43%) direttamente proporzionali all’aumentare del reddito. Il Ddl sulla Flat Tax mira ad eliminare il sistema degli scaglioni in favore di un’aliquota unica al 15%.

In realtà il sistema della tassa piatta non è nuovo in Italia. Lo stesso già esiste per imprese e professionisti interessati dal regime forfettario. Analizziamo in dettaglio cos’è e come funziona questo sistema fiscale non progressivo, basato su un’aliquota fissa e quali novità sono all’orizzonte con la delega fiscale attualmente in discussione alla Camera.

Cos’è la Flat Tax?

La Flat Tax detta anche “tassa piatta” si caratterizza per essere un sistema di tassazione alternativo a quello attuale con quattro scaglioni d’imposta.

L’intento è quello di introdurre, a regime, un’aliquota unica, sostitutiva di IRPEF, IRAP ed addizionali a beneficio di contribuenti e imprese pari al 15%.

In sostanza, i contribuenti potrebbero optare per l’applicazione di una tassazione unica, a prescindere dal reddito, in luogo di quella per scaglioni d’imposta, in cui il carico fiscale è direttamente proporzionale alla situazione reddituale: a redditi bassi corrispondono aliquote ridotte, e così via.

A chi spetterebbe la Flat Tax?

Stando alla proposta di legge, nel corso della “Fase II” la Flat Tax spetterebbe a tutti i contribuenti della “famiglia fiscale” che, nell’anno precedente, hanno totalizzato un reddito familiare non eccedente i:

  • 30 mila euro per la famiglia mono – componente;
  • 55 mila euro per la famiglia mono – reddito;
  • 70 mila euro per la famiglia bi – reddito.

Nel corso della successiva “Fase III” (decorrente dal 1° gennaio 2023) la Flat Tax sarebbe al contrario diretta a tutti i componenti della famiglia fiscale.

Cosa si intende per famiglia fiscale?

Nel concetto di “famiglia fiscale” rientrano:

  • Famiglia mono – componente, formata da un unico contribuente senza coniuge né familiari a carico;
  • mono – reddito, composta da un solo contribuente e da (almeno) il coniuge a carico o un familiare a carico;
  • bi – reddito, caratterizzata da due coniugi contribuenti, a prescindere dalla presenza di familiari a carico.

Come si calcola Flat Tax?

Il Disegno di legge d’iniziativa dei senatori Siri, Salvini, Romeo prevede, dopo una prima fase in cui si è introdotta la Flat Tax per le partite IVA, le Fasi II e III, caratterizzate da un’applicazione progressivamente più ampia dell’imposta sostitutiva.

Partiamo dall’analizzare il calcolo della Flat Tax nella “Fase II”.

Reddito familiare

Per calcolare la Flat Tax si prende innanzitutto a riferimento il reddito familiare, rappresentato dalla “somma dei redditi complessivi di ciascun contribuente della famiglia fiscale” (articolo 3 del Ddl), senza considerare i redditi soggetti a:

  • Tassazione separata;
  • Imposta sostitutiva (eccezion fatta per il regime forfettario che, come vedremo, è stato introdotto dalla Legge di bilancio 2015 per imprese e professionisti).

Deduzioni

Una volta calcolato il reddito familiare, da questo devono essere sottratte le deduzioni, disciplinate al successivo articolo 4.

Le deduzioni sono differenziate in base alla composizione e al reddito della famiglia fiscale, come descritto nella tabella riepilogativa al termine dell’articolo.

Reddito imponibile

Il risultato dell’operazione reddito familiare – deduzioni corrisponde al reddito imponibile, su cui applicare l’aliquota della Flat Tax.

In particolare, sulla parte di reddito:

  1. Riferibile all’esercizio di attività di impresa, arti o professioni è applicata un’imposta sostitutiva di IRPEF, IRAP, addizionali regionali e comunali;
  2. Riferibile a tutti gli altri redditi diversi da quelli derivanti da attività di impresa, arti o professioni, è applicata un’imposta sostitutiva dell’IRPEF, mentre operano le addizionali regionali.

L’imposta sostitutiva, in entrambi i casi, è pari al 15% dell’imponibile, in presenza di redditi familiari fino a:

  • 26 mila euro, per la famiglia mono – componente;
  • 50 mila euro, per la famiglia mono – reddito;
  • 65 mila euro, per la famiglia bi – reddito.

In presenza di redditi eccedenti i limiti sopra citati, l’aliquota è aumentata linearmente, per ogni 1.000 euro di incremento reddituale fino a:

  • 30 mila euro, di 1 punto percentuale, per le famiglie mono – componente;
  • 55 mila euro, di 3 punti percentuali per le famiglie mono – reddito;
  • 70 mila euro, di 1,5 punti percentuali per le famiglie bi – reddito.

Fase III

Il Disegno di legge prevede l’abrogazione del sistema fiscale appena citato per i redditi realizzati a decorrere dal 1° gennaio 2023, nell’ambito della cosiddetta “Fase III”.

Quest’ultima si caratterizza per l’applicazione tout court di un’imposta sostitutiva di IRPEF, IRAP, addizionali regionali e comunali, con aliquota fissa al 15%, da calcolarsi sul reddito familiare al netto delle deduzioni (i cui importi sono identici a quelli della “Fase II”).

Un esempio di calcolo della Flat Tax

Ipotizziamo il caso di un nucleo con reddito pari a 25 mila euro. La deduzione, senza applicare i criteri di cui al Ddl, equivale a 2.500,00 euro.

Di conseguenza, il reddito imponibile su cui applicare l’aliquota al 15% è pari a 25.000,00 – 2.500,00 = 22.500,00.

Da qui si ricava la Flat Tax a carico del contribuente pari a 22.500,00 * 15% = 3.375,00 euro.

Come funziona la Flat Tax per le partite IVA?

Un esempio di Flat Tax attualmente in vigore è quello riconosciuto agli esercenti attività di impresa, arti o professioni, introdotto con la Legge 23 dicembre 2014 numero 190 (Manovra 2015).

Il regime forfettario è riservato alle realtà di piccole dimensioni che, nell’anno di inizio dell’attività (presunzione) o nell’anno precedente quello di adozione del regime stesso:

  • Ottengono ricavi non superiori a 65 mila euro;
  • Sostengono spese non eccedenti i 20 mila euro per lavoratori dipendenti, collaboratori coordinati e continuativi, prestazioni di lavoro accessorio, borse di studio, di assegno / sussidio o di addestramento professionale, utili da partecipazione erogati agli associati che apportano solo lavoro (per i contratti in essere al 25 giugno 2015), prestazioni effettuate dall’imprenditore o dai suoi familiari.

Al ricorrere dei requisiti, gli interessati possono beneficiare di un’imposta sostitutiva di IRPEF, IRAP, addizionali regionali e comunali pari al:

  • 5% per i primi 5 anni di attività (in caso di mancato rispetto delle condizioni e comunque trascorsi 5 anni l’imposta passa al 15%);
  • 15% per le attività già esistenti.

Flat Tax 2022: quali sono le riforme in cantiere

Dalla discussione alla Camera sul Disegno di legge per la delega al Governo in materia di riforma fiscale, emergono iniziative di modifica all’impianto della Flat Tax per le partite IVA.

In particolare, tra i ritocchi proposti dal MEF al testo in Commissione Finanze di Montecitorio, come reso noto da “Il Sole 24 Ore” figura uno scivolo di due anni per chi abbandona il regime forfettario per quello ordinario. Una misura che avrebbe lo scopo di favorire il ricorso al regime forfettario e, di conseguenza, l’emersione dei redditi imponibili ed il contrasto all’evasione fiscale.

Tabella riepilogativa deduzioni

Famiglia fiscale Reddito familiare Deduzione Per quale familiare

Mono – componente

Fino a 14 mila euro 14 mila euro Famiglia fiscale
Superiore a 14 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 30 mila euro di reddito familiare Famiglia fiscale

Mono – reddito

Fino a 20 mila euro 13 mila euro Famiglia fiscale
Superiore a 20 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 33 mila euro di reddito familiare Famiglia fiscale
Fino a 22 mila euro 3 mila euro Coniuge a carico
Superiore a 22 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 40 mila euro di reddito familiare Coniuge a carico
Fino a 23 mila euro 4 mila euro Primo familiare a carico
Superiore a 23 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 43 mila euro di reddito familiare Primo familiare a carico
Fino a 26 mila euro 5 mila euro Secondo familiare a carico
Superiore a 26 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 48 mila euro di reddito familiare Secondo familiare a carico
Fino a 29 mila euro 6 mila euro Terzo familiare a carico e successivi
Superiore a 29 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 55 mila euro di reddito familiare Terzo familiare a carico e successivi

Bi – reddito

Fino a 28 mila euro 14 mila euro Famiglia fiscale
Superiore a 28 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 55 mila euro di reddito familiare Famiglia fiscale
Fino a 28 mila euro 13 mila euro Secondo contribuente
Superiore a 28 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 60 mila euro di reddito familiare Secondo contribuente
Fino a 40 mila euro 4.500 euro Primo familiare a carico
Superiore a 40 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 65 mila euro di reddito familiare Primo familiare a carico
Fino a 50 mila euro 5 mila euro Secondo familiare a carico
Superiore a 50 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 75 mila euro di reddito familiare Secondo familiare a carico
Fino a 50 mila euro 6 mila euro Terzo familiare a carico e successivi
Superiore a 50 mila euro Decrescente sino ad annullarsi a 75 mila euro di reddito familiare Terzo familiare a carico e successivi

 

 

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