Archivi giornalieri: 14 luglio 2009

Infezione ossee

Lavoro e sicurezza

Infezioni ossee, in Sicilia protocollo INAIL a sostegno dei lavoratori

Radigrafia13 luglio 2009. L’Istituto ha avviato una piattaforma operativa con Anio Onlus che offrirà all’infortunato la possibilità di usufruire di consulenze di centri specializzati di ortopedia in ambito nazionale. Nel 2008 nella regione sono state 3.672 le persone affette da patologie di questo tipo, a fronte di 19.380 casi in tutto il Paese

PALERMO – Più tutele e qualità della vita per i malati di infezioni ossee. INAIL Sicilia e Anio Onlus hanno firmato un protocollo d’intesa per l’avvio di una piattaforma operativa che offrirà all’infortunato sul lavoro – nei casi di complicazioni da fratture ossee – la possibilità di usufruire delle consulenze di centri altamente specializzati di ortopedia in ambito nazionale. L’accordo è stato siglato questa mattina presso la direzione regionale INAIL di Palermo dal nuovo direttore di INAIL Sicilia,  Mauro Marangoni, e dal presidente nazionale dell’Anio (Associazione nazionale per le infezioni osteo-articolari),  Girolamo Calsabianca.

Secondo i dati statistici del 2008 il fenomeno delle infezioni ossee in Italia ha riguardato 19.380 mila nuovi casi, 3.672 dei quali in Sicilia. I traumi da infortunio sul lavoro che interessano l’apparato osteo-articolare possono essere aggravati, infatti, da infezioni ossee ed articolari (osteomielite) a causa delle fratture e ferite esposte a contaminazioni batteriche. Finalità del protocollo è fornire agli infortunati l’assistenza necessaria e l’assunzione di ogni utile proposta per realizzare comuni iniziative di studio, ricerca e campagne di informazione per contrastare il dilagare della patologia.

“E’ un accordo che ritengo molto importante perché finalizzato a cercare di alleviare in qualche modo la sofferenza di chi si infortuna e dando nello stesso tempo maggiore garanzia di un inserimento più rapido nel posto di lavoro”, afferma Marangoni. “La collaborazione con l’Anio, che dispone di una grossa banca dati sulla malattia, porterà enormi benefici effetti sia all’assistito che all’intero Istituto”. “Il lavoro che da oggi parte è significativo perché rappresenta l’intento comune grazie alla sensibilità mostrata dall’INAIL di rispondere nella maniera più tempestiva a chi soffre di questa malattia”, Calsabianca. “E’ l’inizio di una cooperazione che propone un futuro di sostegno al malato che prima non c’era. Se una frattura esposta viene curata secondo un iter altamente professionale, si possono raggiungere dei risultati molto positivi”.

Le infezioni dell’apparato scheletrico sono oggi fra le patologie a maggiore impatto sociale per frequenza, costi, lunghezza e difficoltà del trattamento e invalidità residue. La malattia è  soprattutto conseguenza di interventi chirurgici e di eventi traumatici. L’impegno concreto che INAIL Sicilia e l’Anio porteranno avanti sarà quello di migliorare la qualità dei servizi istituzionali da offrire al lavoratore infortunato, al fine di attuare in sinergie politiche sanitarie più efficaci e che sappiano rispondere, al contempo, anche ad esigenze di risparmio della spesa pubblica.

Danni da vaccini

Danni da vaccini. Il Tar contro il criterio unico per i risarcimenti

Il tribunale amministrativo contro il parametro unico ministeriale 

Non è conforme alla legge adottare un parametro uguale per tutti (il 12,5 percento) nel risarcire chi ha subito danni irreversibili da vaccino. Lo ha stabilito il Tar del Lazio accogliendo un ricorso di una ragazza danneggiata in maniera irreversibile dalla vaccinazione obbligatoria.

Dichiarando illegittima la riduzione ministeriale, i giudici hanno stabilito per la ragazza un risarcimento anche per i danni esistenziali, pari al 20 percento delle somme pagate in ritardo o non pagate.

Il 23 luglio scorso, i genitori della ragazza si erano rivolti al Tar chiedendo di annullare la parte del decreto che non prevede una priorità nei pagamenti, né una diversificazione dell’indennizzo decennale in relazione alla gravità dei danni.

I giudici hanno ritenuto che “non appare conforme alla ratio della legge – si legge nella sentenza – adottare un parametro uguale per tutti”, e sottolineato come la diversa rilevanza e gravità dei danni sembra invece essere presa in considerazione da un ulteriore articolo della legge “in funzione della indicazione di una misura massima e quindi sul presupposto di una ragionevole diversificazione”.

“Si tratta di una sentenza di portata innovativa – ha spiegato Marcello Stanca, presidente Amev – in quanto lo Stato, caso unico, è stato condannato a pagare una multa del 20 percento delle somme pagate in ritardo o non pagate; e questo vale per almeno 350 di 700 persone cui sono dovuti 200.000 euro di arretrati”, ha detto l’avvocato Stanca preannunciando una richiesta di risarcimento al ministro della Salute in persona, per tutti i soci Amev ingiustamente e colpevolmente pretermessi”. (ANSA).

Notizie

Indennità INPS per i lavoratori talassemici

Utilità dei periodi maturati in Stati membri dell’Unione Europea, nonché in stati extra-UE convenzionati.

L’indennità  INPS prevista per i lavoratori talassemici, la cui domanda va presentata alla sede INPS competente per il territorio di residenza del richiedente, è erogata se il richiedente ha: 10 anni di anzianità contributiva (pari a 520 settimane), il requisito sanitario attestato da strutture sanitarie pubbliche (ASL), l’età anagrafica pari o superiore a 35 anni.
Il requisito contributivo si perfeziona con contributi derivanti da: lavoro dipendente; lavoro autonomo; lavoro parasubordinato; contribuzione figurativa; versamenti volontari e periodi assicurativi versati da Stati membri della UE o Stati non comunitari legati all’Italia da Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale.
Per quanto riguarda il requisito sanitario, le ASL devono attestare una delle seguenti patologie: talassemia major; drepanocitosi; talasso-drepanocitosi; talassemia intermedia in trattamento trasfusionale o con idrossiurea.
L’importo dell’indennità, erogata dall’INPS per 13 mensilità, é pari all’importo annuale del trattamento minimo. L’indennità, esente IRPEF, può essere cumulata con la retribuzione e con qualsiasi prestazione pensionistica.

Aumento indennizzi

Infortuni sul lavoro: gli aumenti degli indennizzi in Capitale e delle rendite

Con il Decreto del 27 marzo 2009 del Ministero del Lavoro, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 120 del 26 maggio 2009, sono aumentati dell’8,68% gli indennizzi in capitale e le rendite INAIL da danno biologico. A guardare gli aumenti sulla tabella di rivalutazione, pubblicata sul sito dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro, si tratta di incrementi modesti, se raffrontati al bilancio dell’Inail che ha un “tesoretto”, depositato per intero presso la Tesoreria dello Stato, che ammonta ad oltre 13 miliardi di euro. L’Istituto assicuratore, ogni anno, ha un avanzo di bilancio di quasi due miliardi di euro.

Sono quasi 30 mila i lavoratori che ogni anno rimangono invalidi sul lavoro, che molte volte devono avviare ricorsi legali contro l’Inail per vedersi riconosciuti i propri diritti e ottenere una rendita in seguito a infortunio.

Peraltro, l’iter per il riconoscimento dell’invalidità è un percorso difficile che sottopone il lavoratore offeso a continui esami, valutazioni, ricorsi, visite mediche e raccolte di documenti.

Il 24 giugno 2009 l’Inail ha presentato alla Camera dei Deputati, il Rapporto Annuale 2008 sugli infortuni sul lavoro. Secondo l’Istituto assicuratore, sia gli infortuni sul lavoro, che quelli mortali sono diminuiti: per quanto riguarda i decessi, si è passati da 1207 casi del 2007, a 1120 del 2008; gli incidenti invece sono diminuiti da 912419 del 2007, ad 874.940 del 2008.

Nel Convegno Inca-Cgil, che si è tenuto a Roma il 24 giugno 2009 (proprio il giorno di presentazione del Rapporto Annuale Inail), dal titolo “Il lavoro offeso”, dove è stata presentata la ricerca Ires-Cgil e Fillea Cgil, è emerso che i dati ufficiali non danno una rappresentazione reale del dramma.

Franca Gasparri, della Presidenza dell’Inca Cgil, è convinta che ci sia una sostanziale sottovalutazione del fenomeno. “La nostra esperienza ci dice che -spiega- il 30% degli infortuni sul lavoro in Italia non vengono dichiarati come tali. Inoltre c’è una sottostima del problema delle malattie professionali”.
Per Raffaele Minelli, Presidente delI’Inca-Cgil, “gli infortuni sul lavoro sono molti di più; si potrebbe addirittura raddoppiare il dato INAIL, perchè spesso gli incidenti non vengono denunciati e il sistema delle tutele e degli indennizzi così come quello del controllo e della prevenzione è del tutto indadeguato”.

Marco Bazzoni, Rls – Firenze