Archivi giornalieri: 10 luglio 2009

Lavoro e sicurezza

Lavoro e sicurezza

“L’imprenditore è responsabile anche in presenza dell’addetto alla sicurezza”

Sentenza10 luglio 2009. Sentenza della Cassazione: nei cantieri edili l’incaricato deve essere una persona tecnicamente preparata e la sua nomina deve risultare da precisi documenti aziendali. Senza questi requisiti minimi, il titolare è sempre chiamato a rispondere in caso di incidenti di un suo operaio

MILANO – Non basta la nomina di un addetto alla sicurezza sui cantieri per cancellare tutte le responsabilità del datore di lavoro in caso di infortunio. Con la sentenza decalogo n. 27819/2009 in materia di obblighi degli imprenditori, la Cassazione ha confermato la condanna della Corte d’Appello di Milano nei confronti del titolare di una società di opere stradali accusato di omicidio colposo per la morte di un operaio. I giudici della quarta sezione penale hanno sottolineato, infatti, che la presenza in cantiere del responsabile della sicurezza non è di per sé motivo sufficiente per esonerare il titolare dell’azienda dalle colpe di un eventuale incidente.

In particolare, se è vero che l’imprenditore può delegare ad altri i suoi doveri di “osservanza e sorveglianza” delle norme anti-infortuni, tuttavia questo incarico non può essere affidato a chiunque. Deve invece trattarsi di una “persona tecnicamente capace dotata delle necessarie cognizioni tecniche e dei relativi poteri decisionali e di intervento”. In sostanza: se l’incaricato non possiede dei “requisiti minimi”, la sua attività è come se non ci fosse e le responsabilità restano interamente a carico del proprietario della ditta. La delega, inoltre, deve risultare da un documento chiaro e formalmente accettato dal destinatario. Nel caso specifico che ha motivato il giudizio, il cantiere stradale non era segnalato in modo da “garantire l’incolumità dei lavoratori”: un omissione che, secondo i giudici, fu la causa del travolgimento di un operaio da parte di un camion.

La Suprema Corte ha sottolineato, ancora, una serie di disposizioni che riguardano i compiti del datore di lavoro. Essendo questi titolare di una posizione di garanzia, deve istruire il personale circa i rischi inerenti all’attività svolta, adottando nel contempo le opportune misure precauzionali. Le disposizioni, poi, devono essere sempre da lui controllate e osservate per evitare trascuratezze e, tanto meno, disapplicazioni. Il “capo” ha l’obbligo, infine, di controllare in maniera continua ed effettiva che la strumentazione professionale venga utilizzata correttamente e che i processi di lavoro si svolgano senza problemi.

Umbria Olii: presidio della CGIL al processo

La strage infinita

Martedì 24 novembre prende finalmente il via il processo per una delle stragi sul lavoro più dolorose della recente storia italiana, quella che ha visto la morte di 4 lavoratori di una ditta esterna alla Umbria Olii di Campello sul Clitunno (Pg), il 25 novembre del 2006.

Martedì, tre anni dopo la tragedia, la CGIL sarà davanti al tribunale di Spoleto, dove si celebrerà il processo, insieme ai familiari delle vittime, all’associazione Articolo21, all’onorevole Antonio Boccuzzi, operaio sopravvissuto alla strage della Thyssen di Torino, ad alcune forze politiche del territorio e a tutti i cittadini che vorranno essere presenti per chiedere con forza che il processo all’amministratore delegato dell’azienda, Giorgio Del Papa, possa finalmente partire davvero.

Nel frattempo la CGIL dell’Umbria, quella di Perugia e la Fiom CGIL provinciale hanno formalizzato la loro costituzione di parte civile nel processo Umbria Olii.

“Quello che è successo recentemente a Gubbio dimostra che è necessario mantenere altissima la vigilanza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, perché c’è un forte rischio di allentamento dovuto anche alla crisi – ha affermato Mario Bravi, segretario generale della CGIL di Perugia – Purtroppo però – ha proseguito – dobbiamo registrare un atteggiamento di Governo e Confindustria del tutto inaccettabile, che punta ad una deresponsabilizzaizione delle imprese, come si è visto con lo smantellamento del Testo Unico per la sicurezza. Da questo punto di vista – conclude Bravi – la vicenda Umbria Olii è una battaglia emblematica che intendiamo portare avanti con tutte le nostre forze, perché i familiari dei 4 operai uccisi possano avere giustizia”.

La CGIL torna anche a chiedere a tutti i soggetti istituzionali e a tutte le forze sociali, a partire dalla Confindustria, di “prendere le distanze dall’atteggiamento tenuto sin qui dall’imputato, Giorgio Del Papa, che oltre ad aver avanzato l’inaccettabile richiesta di 35 milioni di euro di risarcimento ai parenti delle vittime, ha anche tentato in tutti i modi di dilazionare i tempi della giustizia e di sottrarsi al giudizio della magistratura. E’ ora di dire basta”.

Infine, la CGIL ricorda che mercoledì 25 novembre, a tre anni esatti dalla tragedia, si terrà presso il Comune di Campello sul Clitunno un’iniziativa promossa dallo stesso Comune insieme ai sindacati e all’associazione Articolo21, per ricordare Maurizio Manili, Tullio Mottini, Giuseppe Coletti e Vladimir Todhe e per chiedere che per loro sia fatta giustizia.

Notizie

Immigrazione. In Senato emendamento bipartisan per sanatoria

Sono 360 mila i lavoratori extracomunitari esclusi dai flussi

Un disegno di legge bipartisan, trasformato in un emendamento da veicolare nel ddl 1167 (lavoro privato e pubblico, all’esame già della prima Commissione) è stato presentato in Senato per mettere in regola i circa 360 mila lavoratori extracomunitari “incapienti”, cioè quelli rimasti esclusi dai decreti flussi del 2007 e 2008 allorché vennero presentate 740 mila domande di assunzione di fronte a una disponibilità che i decreti stabilivano in circa 320 mila posti.

In calce al sub-emendamento ci sono le firme dei senatori Emma Bonino e Pietro Ichino (Pd) e Mario Baldassarri (PdL). Nel ddl originario ci sono le firme di Anna Finocchiaro e Maura Leddi (Pd), Gianpiero D’Alia (Udc), Luigi Compagna, Barbara Contini Ferruccio Saro (PdL).

L’obiettivo del provvedimento, hanno spiegato Emma Bonino, Pietro Ichino e Mario Baldassarri in una conferenza stampa, è di portare all’assoluta regolarità la situazione di persone che ne hanno tutti i requisiti.

“Crediamo che ci sia la necessità di regolarizzare tutti quei migranti irregolari che sul territorio nazionale lavorano per le nostre famiglie e le nostre imprese: sono persone che  fanno le badanti, le colf, le baby sitter, ma anche che lavorano nelle fonderie e nelle imprese agricole in tante parti del Mezzogiorno”. Lo chiede Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato che ha firmato l’emendamento bipartisan che punta a risolvere il caso sollevato dall’ introduzione del reato di clandestinità nella legge sulla sicurezza, varata il 2 luglio.

“Questi lavoratori – sottolinea Anna Finocchiaro –  non possono essere regolarizzati attraverso i decreti sui flussi. Come sanno tutte le famiglie italiane che hanno in casa un collaboratore domestico  e che hanno cercato di regolarizzarlo scontrandosi con problemi burocratici e con questa impossibilità, i decreti sui flussi riguardano  solo coloro che risiedono all’estero e che vengono chiamati nominativamente in Italia per lavorare”.

Dunque, gli irregolari che già lavorano per le nostre famiglie e le nostre aziende – precisa Finocchiaro – rischiano di diventare non solo soggetti senza alcun diritto, ma anche persone invisibili perché non hanno il diritto di esistere dal punto di vista anagrafico”.

“Anche nelle file del centrodestra, al di là della propaganda, – osserva Finocchiaro riferendosi al fatto che l’emendamento è firmato anche da esponenti della maggioranza – c’è qualcuno che comincia a capire che questo è un problema che va risolto anche per il bene delle famiglie italiane”.

Sui benefici che l’emersione dal nero porterebbe alle casse dell’erario, che potrebbe rimpinguarle con quasi 1 miliardo di euro, si è invece soffermato il senatore del Pd Pietro Ichino.

Per emma Bonino”L’emendamento presentato al ddl 1167 offre la possibilità ai datori di lavoro di regolarizzare tutti quei lavoratori in regola con i documenti nel 2007, ma rimasti nel limbo e mandati all’inferno dalla nuova legge sulla sicurezza”. “Ci sarebbe tempo fino a dicembre – ha specificato – per presentare le domande, poi le questure avrebbero due mesi di tempo per verificare la correttezza della documentazione, poi un altro mese per convocare il richiedente e consegnargli il nulla osta per il contratto di lavoro”.

“Qualora non lo facessero – ha concluso Bonino -, lo stesso presentatore della domanda potrebbe utilizzare una sorta di silenzio assenso e richiedere il nulla osta”. (ANSA)