Archivi giornalieri: 23 settembre 2021

Osservatorio CIG: i dati di agosto 2021

Osservatorio CIG: i dati di agosto 2021

È stato pubblicato l’Osservatorio sulle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni con i dati di agosto 2021.

Ad agosto sono state autorizzate 180.251.738 ore; il dato registra un incremento del 1,5% rispetto alle ore autorizzate a luglio 2021.

Le ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria autorizzate ad agosto 2021 sono state 31.439.872. A luglio 2021 erano state autorizzate 79.119.149 ore: di conseguenza, la variazione congiunturale è – 60,3%.

Gli interventi di CIG in Deroga sono stati pari a 59.343.386 ore autorizzate. La variazione congiunturale registra ad agosto 2021, rispetto al mese precedente, un aumento del 263,4%.

Il numero di ore autorizzate nei fondi di solidarietà è pari a 89.468.480 e registra un aumento rispetto al mese precedente pari al 8,9%.

Per le ore autorizzate specificatamente per emergenza sanitaria si rimanda al report mensile “ Cassa integrazione guadagni e Fondi di Solidarietà – Ore autorizzate per emergenza sanitaria – agosto 2021” (pdf 543KB).

Recupero crediti: casi di intervento dell’INPS

Con il messaggio del 22 settembre 2021, n. 3187, l’INPS fornisce chiarimenti in merito alla propria legittimazione a effettuare trattenute sulle prestazioni erogate, nei casi di recupero crediti.

In particolare, l’Istituto fornisce informazioni in merito al recupero crediti in favore di soggetti terzi mediante trattenute su pensioni e al recupero crediti erariali su sentenze di condanna della Corte dei Conti.

Nel primo caso, l’attribuzione all’Istituto del potere impositivo, per effetto del quale viene eseguito il prelievo su pensione, deve sempre trovare la propria fonte in disposizioni di legge o deve essere effettuato in attuazione di provvedimenti dell’Autorità giudiziaria.

Nel secondo caso, vengono indicate le modalità di riscossione del credito e le indicazioni relative al recupero crediti per danno all’erario azionato dall’Amministrazione o Ente creditore da parte dell’INPS.

Pensionati: il cedolino di pensione di ottobre 2021

Pensionati: il cedolino di pensione di ottobre 2021

Il cedolino della pensione, accessibile tramite servizio online, è il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare. Si riportano di seguito le informazioni sul cedolino della pensione di ottobre 2021.

La data di pagamento

Il pagamento avverrà con valuta 1° ottobre. Sulla base dell’ordinanza n. 787 del 23 agosto 2021 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, anche a ottobre per coloro che riscuotono presso Poste Italiane SpA è prevista l’anticipazione del pagamento che, rispetto alle normali scadenze, sarà distribuito su più giorni.

Il pagamento presso Poste verrà effettuato dal 27 settembre al 1° ottobre.

Nel caso di riscossione allo sportello, Poste Italiane ha scaglionato le presenze dei pensionati in base alle iniziali del cognome del titolare della prestazione, secondo il seguente calendario:

• A-C, lunedì 27 settembre;

• D-G, martedì 28 settembre;

• H-M, mercoledì 29 settembre;

• N-R, giovedì 30 settembre;

• S-Z, venerdì 1° ottobre.

Trattandosi esclusivamente di un’anticipazione del pagamento, il diritto al rateo di pensione si matura comunque il primo giorno bancabile del mese.

Di conseguenza, nel caso in cui, dopo l’incasso, la somma dovesse risultare non dovuta, l’INPS ne richiederà la restituzione.

Trattenute fiscali: addizionali regionali e comunali, conguaglio 2020 e tassazione 2021

Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, sul rateo di pensione di ottobre, oltre all’ IRPEF mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2020.

Si ricorda che queste trattenute sono infatti effettuate in 11 rate nell’anno successivo a quello cui si riferiscono.

Continua a essere applicata anche la trattenuta per addizionale comunale in acconto per il 2021, avviata a marzo, che proseguirà fino a novembre 2021.

Prosegue, inoltre, sul rateo di pensione del mese di ottobre il recupero delle ritenute IRPEF relative all’anno 2020, laddove le stesse siano state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua.

Infatti, nel caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18.000 euro, per il quali il ricalcolo dell’ IRPEF ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, legge 122/2010).

Per i redditi di pensione annui di importo superiore a 18.000 euro e per quelli di importo inferiore a 18.000 euro con debito inferiore a 100 euro il debito d’imposta è stato applicato sulle prestazioni in pagamento alla data del 1° marzo, con azzeramento delle cedole laddove le imposte corrispondenti siano risultate pari o superiori alle relative capienze.

Le somme conguagliate sono state certificate nella Certificazione Unica 2021.

Maggiorazione degli importi dell’Assegno per il Nucleo Familiare

L’articolo 5, decreto-legge 8 giugno 2021, n. 79 riconosce agli aventi diritto all’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF) una maggiorazione dell’assegno stesso. Le disposizioni si applicano, per il solo periodo dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2021, a tutte le pensioni per le quali sussiste il diritto all’Assegno per il Nucleo Familiare di cui all’articolo 2, decreto-legge 13 marzo 1988, n. 69, convertito, con modificazioni, in legge 13 maggio 1988, n. 153.

Gli incrementi sono pari a:

  • 37,50 euro per ciascun figlio, per nuclei fino a due figli;
  • 55 euro per ciascun figlio, per nuclei con almeno tre figli.

La maggiorazione non viene riconosciuta se, sulla base delle disposizioni vigenti in relazione alla composizione e numerosità del nucleo familiare, ai livelli reddituali e alla composizione del reddito complessivo del nucleo stesso, l’importo ANF spettante non sia superiore a zero.

La maggiorazione sarà corrisposta, se dovuta, anche sulla mensilità del mese di ottobre 2021.

Pensioni delle gestioni pubbliche: attribuzione per l’anno 2021 delle provvidenze in favore dei grandi invalidi

Anche sul rateo di ottobre 2021 è stato messo in pagamento l’assegno sostitutivo dell’accompagnatore militare.

Come noto, l’efficacia della legge 7 febbraio 2006, n. 44 è stata estesa agli anni 2020, 2021 e 2022 e anche per il 2021, come già per il 2020, sono stati prolungati gli effetti delle domande già prodotte.

Sulla scorsa mensilità di settembre 2021 è stato pertanto disposto il pagamento dell’assegno sostitutivo dell’accompagnatore militare riferito sia al mese di settembre che agli arretrati relativi al periodo 1 gennaio 2021 – 31 agosto 2021.

Il pagamento proseguirà fino al rateo di dicembre 2021.

L’assegno sostitutivo dell’accompagnatore è pari a:

  • 900 euro mensili per i pensionati affetti dalle invalidità di cui alla lettera A), numeri 1), 2), 3), 4), secondo comma e A-bis della tabella E allegata al d.p.r. 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni;
  • 450 euro mensili per i pensionati affetti dalle invalidità di cui alla lettera B) numero 1); C); D) ed E), numero 1 della tabella E.

Assistenza fiscale: conguagli da modello 730/2021

Proseguono anche sulla mensilità di ottobre le operazioni di abbinamento delle risultanze contabili di cui ai modelli 730 per i pensionati/contribuenti che abbiano optato per INPS quale sostituto di imposta e i cui flussi siano pervenuti da Agenzia delle Entrate dopo il 30 giugno.

Sul rateo di pensione di ottobre si procede:

  • al rimborso dell’importo a credito del contribuente;
  • alla trattenuta, in caso di conguaglio a debito del contribuente. Si ricorda che la eventuale rateazione degli importi a debito risultanti dalla dichiarazione dei redditi deve obbligatoriamente concludersi entro il mese di novembre per cui, qualora la risultanza contabile sia stata ricevuta dall’Istituto nei mesi successivi a quello di giugno non sarà possibile garantire il numero di rate scelto dal dichiarante per il versamento dei debiti d’imposta.

I contribuenti che hanno indicato l’INPS quale sostituto d’imposta per l’effettuazione dei conguagli del modello 730/2021 possono verificare le risultanze contabili della dichiarazione e i relativi esiti attraverso il servizio online “Assistenza fiscale (730/4): servizi al cittadino“, disponibile anche tramite l’app INPS Mobile.

Sospensione delle prestazioni collegate al reddito anni 2017 e 2018

Sulla mensilità del mese di ottobre 2021 si provvede alla restituzione delle somme trattenute per mancata comunicazione del reddito ai sensi dell’articolo 35, comma 10 bis, decreto-legge 207/2008 nei mesi di agosto e settembre 2021. Le somme restituite saranno individuate con la voce di cedolino “restituzione trattenuta per mancata com. reddito art.35 c. 10 bis d.l. 207/2008”.

 

Super Ape Sociale al posto di Quota 100

Super Ape Sociale al posto di Quota 100: nuovi lavori gravosi nella Riforma Pensioni

Super Ape Sociale, una riforma pensioni soft in sostituzione di Quota 100. Elenco dei nuovi lavori gravosi che potrebbero essere inclusi.

Per il 2022 potrebbe arrivare la Super Ape Sociale, una sorta di pensione anticipata “Social” e agevolata destinata ad una platea più ampia di lavori gravosi, in sostituzione di Quota 100. Ci si avvicina infatti lentamente alla fine del 2021 e al termine dell’esperienza di quota 100. Governo, Parlamento e parti Sociali stanno discutendo da molto tempo su quale futuro dare al mondo previdenziale, cercando di individuare i capisaldi di una riforma pensioni davvero strutturale, e che tarda però ad arrivare.

Secondo le ultime indicazioni, pare che se all’orizzonte vi sarà una riforma nel settore, non sarà certo di grande respiro. Di fatto mancano le coperture: il Governo sta insomma sì progettando una riforma, ma dai contenuti limitati e non in grado di mutare radicalmente il sistema; e farlo evolvere a beneficio di tutti i cittadini. O almeno ciò al momento non è possibile, per ragioni legate ai fondi disponibili.

Dal punto di vista pratico, per superare quota 100, che scade alla fine del 2021, si punta a rafforzare l’Ape Sociale; ma vero è che, per il resto, il ritorno alle regole della Fornero pare davvero all’orizzonte. E su questo ultimo punto, di certo non sono mancate – e non mancheranno – le critiche degli osservatori.

Ne abbiamo già parlato in precedenza in diversi nostri articoli: ci sarebbero le soluzioni rappresentate da quota 101; quota 41 e altre che per tutta la stagione estiva sono state studiate e valutate. Ma sembrano non convincere il Governo. Per un semplice motivo: lo Stato non può più spendere denaro che non ha per pagare le pensioni anticipate.

Ecco dunque palesarsi la necessità di una riforma pensioni soft, che sia fronteggiabile a livello di conti pubblici. In particolare, l’obiettivo è quello di allargare e potenziare una misura come la citata Ape Sociale. Vediamo qualche dettaglio in proposito.

Super Ape Sociale al posto di Quota 100: platea più ampia di lavoratori coinvolti

La commissione sui quelli che sono chiamati “lavori gravosi” ha chiuso l’istruttoria per rendere più corposo l’elenco delle professioni considerate pesanti e usuranti: in particolare, si passa da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni. I lavori della commissione, istituita nel 2018, ma operativa soltanto dall’ultima primavera, saranno di seguito vagliati e valutati dai ministeri dell’Economia e del Lavoro. Insomma, se è vero che la lista elaborata dalla commissione è un punto di riferimento, è altrettanto vero che sarà l’Esecutivo ad avere l’ultima parola su quali nuove categorie includere.

Detta lista dei lavori gravosi è stata redatta sulla scorta dei criteri INAIL che applicano ai mestieri del mansionario Istat tre indici specifici:

  • frequenza degli infortuni rispetto alla media;
  • numero di giornate medie di assenza per infortunio;
  • numero di giornate medie di assenza per malattia.

La platea di coloro che svolgono lavori gravosi si allargherebbe così a circa mezzo milione di lavoratori.

In sostanza, la riforma pensioni non sarà davvero strutturale – o almeno non lo sarà a breve – ma mirerà piuttosto ad allargare l’Ape Sociale per includere molti lavoratori che non potranno contare sul meccanismo di quota 100, ormai sulla via del tramonto.  La finalità è consentire a più persone di anticipare la pensione – con il mezzo rappresentato dall’indennità ponte “Ape sociale”, al massimo 1.500 euro lordi al mese – a 63 anni con 36 anni di contributi regolarmente versati. Questi ultimi sono infatti i requisiti per l’Ape Sociale. Ma attenzione: ciò a condizione di aver svolto una mansione gravosa per 6 anni negli ultimi 7 o 7 negli ultimi 10.

In altre parole, la volontà del governo attuale è quella di favorire la pensione anticipata al compimento dei 63 anni di età a più soggetti attualmente non ricompresi negli aventi diritto all’Ape Sociale.

Super Ape Sociale 2022: nuovi lavori gravosi

Se è vero che su cosa succederà dopo la fine di quota 100, le formazioni politiche non sembrano aver trovato una soluzione comune, è pur vero che l’attività dei tecnici va avanti. All’orizzonte l’ipotesi Super Ape Sociale si fa più concreta. Ciò ovviamente in attesa dell’ok finale del Governo.

Insomma, si tratta di una novità che potrebbe trovare spazio nella prossima manovra di bilancio. E di fatto, avremmo innanzi – con l’estensione della platea dei lavoratori che compiono “attività gravose” – più soggetti che possono rientrare nell’Ape sociale – come accennato, il cd. ‘assegno ponte’ dell’Inps – che scatta ed è assegnato al compimento dei 63 anni di età, con almeno 36 anni di contributi, fino al conseguimento della pensione di vecchiaia; oppure fino all’ottenimento della pensione anticipata o di un trattamento comunque anteriore rispetto all’età per la vecchiaia.

Si è andati ben oltre le 15 categorie previste finora (che includono ad es. facchini, operai edili, macchinisti, facchini, addetti alle pulizie): la citata commissione ne ha individuate molte altre, che presentano un indice combinato di malattie professionali e infortuni sopra la media. Tanto da imporre l’inclusione nella categoria ‘lavori usuranti e gravosi’.

Nell’elenco redatto dalla commissione, troviamo lavori del tutto nuovi.

Tra essi ad esempio vi sono:

  • falegnami;
  • saldatori;
  • panettieri;
  • tassisti;
  • commessi e cassieri;
  • bidelli;
  • conduttori di autobus e tranvieri;
  • benzinai;
  • macellai;
  • portantini;
  • forestali;
  • insegnanti di scuole elementari.

Tutte queste categorie, come accennato, saranno attentamente vagliate dal Ministero dell’Economia e da quello del Lavoro.

Concludendo, sapremo presto quale sarà l’esito della discussione sulla possibile uscita anticipata dal lavoro con la novità Super Ape Sociale o Ape Sociale ‘rinforzata’. L’ultima parola – come accennato – sarà dell’Esecutivo, il quale deciderà quali di queste categorie includere di fatto nel meccanismo di fruizione di questa indennità-ponte, anche tenendo conto di quelli che saranno i fondi disponibili.

Messaggio_numero_3154_del_21-09-2021 (7)

Modello RED INPS 2021: istruzioni sul cumulo pensione e lavoro autonomo

 

Modello RED INPS 2021: istruzioni sul cumulo pensione e lavoro autonomo

I pensionati, che svolgono anche lavoro autonomo, devono inviare la dichiarazione reddituale all’INPS (modello RED) per la cumulabilità

Arrivano, come di consueto, le istruzioni dell’INPS sull’invio della dichiarazione dei redditi (Modello RED INPS 2021) per il cumulo per i pensionati che hanno altresì redditi da lavoro autonomo. L’INPS fornisce annualmente le modalità operative in favore dei pensionati che svolgono attività di lavoro autonoma, per procedere alla dichiarazione reddituale (mod. RED). Si ricorda, infatti, che ai sensi dell’art. 10, del D.Lgs. n. 503/1992, per i pensionati vige una parziale incumulabilità (50%) con i redditi derivanti dallo svolgimento di lavoro autonomo. L’Istituto Previdenziale, quindi, per operare le dovute trattenute sul cedolino mensile deve sapere quanto il pensionato abbia ricevuto nell’arco dell’anno da tale attività.

Per fare ciò, l’INPS si serve del menzionato modello RED che deve essere inviato entro la data di scadenza della dichiarazione dei redditi. Quindi per i titolari di pensione con decorrenza compresa entro l’anno 2020, soggetti al divieto di cumulo parziale della pensione con i redditi da lavoro autonomo, devono inviare la dichiarazione entro il 30 novembre 2021. Tali redditi devono essere dichiarati al netto dei contributi previdenziali e assistenziali e al lordo delle ritenute erariali.

Vediamo quindi nel dettaglio quando, come e chi deve inviare il modello reddituale per ottemperare all’obbligo di legge.

Modello RED 2021: soggetti esclusi

Innanzitutto, sono esclusi dall’obbligo di dichiarazione, in quanto non soggetti al divieto di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo, i titolari di pensione:

  • e assegno di invalidità avente decorrenza compresa entro il 31 dicembre 1994;
  • di vecchiaia;
  • di vecchiaia liquidata nel sistema contributivo, in quanto dal 1° gennaio 2009 tale pensione è totalmente cumulabile con i redditi da lavoro;
  • anzianità e di trattamento di prepensionamento a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive ed esclusive della medesima, in quanto dal 1° gennaio 2009 tali prestazioni sono totalmente cumulabili con i redditi da lavoro;
  • o assegno di invalidità a carico dell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, delle forme di previdenza esonerative, esclusive, sostitutive della medesima, delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi con un’anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni.

Quando non si applica il divieto di cumulo

Il D.Lgs n. 503/1992 all’art. 10 individua alcuni casi particolari in cui non si applica l’incumulabilità con i redditi da lavoro autonomo. In particolare, non vige il divieto di incumulabilità per:

  • i titolari di pensione di invalidità dalla cui attività, dipendente o autonoma, derivi un reddito complessivo annuo non superiore all’importo del trattamento minimo del Fpld relativo al corrispondente anno;
  • i redditi derivanti da attività svolte nell’ambito di programmi di reinserimento degli anziani in attività socialmente utili promosse da enti locali ed altre istituzioni pubbliche e private;
  • le indennità percepite per l’esercizio della funzione di giudice di pace;
  • indennità e i gettoni di presenza di cui all’art. 82, co. 1 e 2, del TUEL percepiti dagli amministratori locali;
  • indennità comunque connesse a cariche pubbliche elettive.

Quali redditi dichiarare nel Modello RED

I redditi da lavoro autonomo devono essere dichiarati:

  • al netto dei contributi previdenziali e assistenziali;
  • al lordo delle ritenute erariali.

Inoltre, il reddito d’impresa deve essere dichiarato al netto anche delle eventuali perdite deducibili imputabili all’anno di riferimento del reddito.

Modalità di presentazione del Modello RED INPS 2021

Il pensionato può accedere alle prestazioni e ai servizi dell’Istituto tramite il sito www.inps.it utilizzando:

  • il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID);
  • la Carta Nazionale dei Servizi (CNS);
  • la Carta di Identità Elettronica (CIE).

Il pensionato, una volta autenticatosi con le proprie credenziali sul sito www.inps.it, può accedere all’elenco “Prestazioni e servizi” e selezionare la voce “Dichiarazione Reddituale – RED Semplificato” (per la dichiarazione RED).

I pensionati in possesso delle predette credenziali potranno rendere la dichiarazione reddituale anche attraverso il Contact Center Multicanale, raggiungibile:

  • al numero 803 164 (gratuito da rete fissa);
  • al numero 06 164 164 (da rete mobile con costi variabili in base al piano tariffario del proprio gestore telefonico).

Quali sanzioni sono previste

Attenzione però: i titolari di pensione che omettano di produrre la dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo andranno incontro a una specifica sanzione. In tali casi, infatti, i titolari di pensione sono tenuti a versare all’Ente previdenziale di appartenenza una somma pari all’importo annuo della pensione percepita nell’anno cui si riferisce la dichiarazione medesima.

Messaggio 21 settembre 2021, n. 3154

Alleghiamo il testo del Messaggio INPS in oggetto.

PENSIONI OGGI

Super Ape Sociale al posto di Quota 100: nuovi lavori gravosi nella Riforma Pensioni

Super Ape Sociale, una riforma pensioni soft in sostituzione di Quota 100. Elenco dei nuovi lavori gravosi che potrebbero essere inclusi.

Per il 2022 potrebbe arrivare la Super Ape Sociale, una sorta di pensione anticipata “Social” e agevolata destinata ad una platea più ampia di lavori gravosi, in sostituzione di Quota 100. Ci si avvicina infatti lentamente alla fine del 2021 e al termine dell’esperienza di quota 100. Governo, Parlamento e parti Sociali stanno discutendo da molto tempo su quale futuro dare al mondo previdenziale, cercando di individuare i capisaldi di una riforma pensioni davvero strutturale, e che tarda però ad arrivare.

Secondo le ultime indicazioni, pare che se all’orizzonte vi sarà una riforma nel settore, non sarà certo di grande respiro. Di fatto mancano le coperture: il Governo sta insomma sì progettando una riforma, ma dai contenuti limitati e non in grado di mutare radicalmente il sistema; e farlo evolvere a beneficio di tutti i cittadini. O almeno ciò al momento non è possibile, per ragioni legate ai fondi disponibili.

Dal punto di vista pratico, per superare quota 100, che scade alla fine del 2021, si punta a rafforzare l’Ape Sociale; ma vero è che, per il resto, il ritorno alle regole della Fornero pare davvero all’orizzonte. E su questo ultimo punto, di certo non sono mancate – e non mancheranno – le critiche degli osservatori.

Ne abbiamo già parlato in precedenza in diversi nostri articoli: ci sarebbero le soluzioni rappresentate da quota 101; quota 41 e altre che per tutta la stagione estiva sono state studiate e valutate. Ma sembrano non convincere il Governo. Per un semplice motivo: lo Stato non può più spendere denaro che non ha per pagare le pensioni anticipate.

Ecco dunque palesarsi la necessità di una riforma pensioni soft, che sia fronteggiabile a livello di conti pubblici. In particolare, l’obiettivo è quello di allargare e potenziare una misura come la citata Ape Sociale. Vediamo qualche dettaglio in proposito.

Super Ape Sociale al posto di Quota 100: platea più ampia di lavoratori coinvolti

La commissione sui quelli che sono chiamati “lavori gravosi” ha chiuso l’istruttoria per rendere più corposo l’elenco delle professioni considerate pesanti e usuranti: in particolare, si passa da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni. I lavori della commissione, istituita nel 2018, ma operativa soltanto dall’ultima primavera, saranno di seguito vagliati e valutati dai ministeri dell’Economia e del Lavoro. Insomma, se è vero che la lista elaborata dalla commissione è un punto di riferimento, è altrettanto vero che sarà l’Esecutivo ad avere l’ultima parola su quali nuove categorie includere.

Detta lista dei lavori gravosi è stata redatta sulla scorta dei criteri INAIL che applicano ai mestieri del mansionario Istat tre indici specifici:

  • frequenza degli infortuni rispetto alla media;
  • numero di giornate medie di assenza per infortunio;
  • numero di giornate medie di assenza per malattia.

La platea di coloro che svolgono lavori gravosi si allargherebbe così a circa mezzo milione di lavoratori.

In sostanza, la riforma pensioni non sarà davvero strutturale – o almeno non lo sarà a breve – ma mirerà piuttosto ad allargare l’Ape Sociale per includere molti lavoratori che non potranno contare sul meccanismo di quota 100, ormai sulla via del tramonto.  La finalità è consentire a più persone di anticipare la pensione – con il mezzo rappresentato dall’indennità ponte “Ape sociale”, al massimo 1.500 euro lordi al mese – a 63 anni con 36 anni di contributi regolarmente versati. Questi ultimi sono infatti i requisiti per l’Ape Sociale. Ma attenzione: ciò a condizione di aver svolto una mansione gravosa per 6 anni negli ultimi 7 o 7 negli ultimi 10.

In altre parole, la volontà del governo attuale è quella di favorire la pensione anticipata al compimento dei 63 anni di età a più soggetti attualmente non ricompresi negli aventi diritto all’Ape Sociale.

Super Ape Sociale 2022: nuovi lavori gravosi

Se è vero che su cosa succederà dopo la fine di quota 100, le formazioni politiche non sembrano aver trovato una soluzione comune, è pur vero che l’attività dei tecnici va avanti. All’orizzonte l’ipotesi Super Ape Sociale si fa più concreta. Ciò ovviamente in attesa dell’ok finale del Governo.

Insomma, si tratta di una novità che potrebbe trovare spazio nella prossima manovra di bilancio. E di fatto, avremmo innanzi – con l’estensione della platea dei lavoratori che compiono “attività gravose” – più soggetti che possono rientrare nell’Ape sociale – come accennato, il cd. ‘assegno ponte’ dell’Inps – che scatta ed è assegnato al compimento dei 63 anni di età, con almeno 36 anni di contributi, fino al conseguimento della pensione di vecchiaia; oppure fino all’ottenimento della pensione anticipata o di un trattamento comunque anteriore rispetto all’età per la vecchiaia.

Si è andati ben oltre le 15 categorie previste finora (che includono ad es. facchini, operai edili, macchinisti, facchini, addetti alle pulizie): la citata commissione ne ha individuate molte altre, che presentano un indice combinato di malattie professionali e infortuni sopra la media. Tanto da imporre l’inclusione nella categoria ‘lavori usuranti e gravosi’.

Nell’elenco redatto dalla commissione, troviamo lavori del tutto nuovi.

Tra essi ad esempio vi sono:

  • falegnami;
  • saldatori;
  • panettieri;
  • tassisti;
  • commessi e cassieri;
  • bidelli;
  • conduttori di autobus e tranvieri;
  • benzinai;
  • macellai;
  • portantini;
  • forestali;
  • insegnanti di scuole elementari.

Tutte queste categorie, come accennato, saranno attentamente vagliate dal Ministero dell’Economia e da quello del Lavoro.

Concludendo, sapremo presto quale sarà l’esito della discussione sulla possibile uscita anticipata dal lavoro con la novità Super Ape Sociale o Ape Sociale ‘rinforzata’. L’ultima parola – come accennato – sarà dell’Esecutivo, il quale deciderà quali di queste categorie includere di fatto nel meccanismo di fruizione di questa indennità-ponte, anche tenendo conto di quelli che saranno i fondi disponibili.