Archivi giornalieri: 2 febbraio 2022

Pensione ai superstiti in favore del coniuge separato: nuove istruzioni

Pensione ai superstiti in favore del coniuge separato: nuove istruzioni

La legge 21 luglio 1965, n. 903 riconosce il diritto alla pensione, indiretta o di reversibilità, in favore del coniuge superstite. Come già precisato dall’Istituto (circolare INPS 18 novembre 2015, n. 185) anche il coniuge separato ha diritto alla pensione ai superstiti.

Con la circolare INPS 1° febbraio 2022, n. 19, l’Istituto recepisce ora l’orientamento della giurisprudenza della Corte di Cassazione che riconosce il diritto alla pensione ai superstiti anche in favore del coniuge separato con addebito senza assegno alimentare, superando così l’indicazione secondo cui il trattamento era riservato solo al coniuge separato titolare di assegno alimentare.

La circolare fornisce, inoltre, le istruzioni sulla gestione delle domande già presentate o respinte e sulla ricostituzione o revoca delle pensioni già liquidate ad altre categorie di superstiti.

Presentazione del Signore (Festa della Candelora)

 

Presentazione del Signore (Festa della Candelora)


Presentazione del Signore

autore: Francesco Francia anno: 1517 titolo: La presentazione di Gesù Bambino al Tempio e La Purificazione della Vergine luogo: Abbazia di Santa Maria del Monte
Nome: Presentazione del Signore
Titolo: Candelora
Ricorrenza: 2 febbraio
Tipologia: Festa

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele» (Luca 2, 29-31).

Questa festa è chiamata con svariati nomi, ciascuno dei quali ricorda un fatto avvenuto in questa giornata in cui la Sacra Famiglia ci diede l’esempio della più perfetta ubbidienza.

Iddio nell’Antico Testamento aveva prescritto che ogni figlio primogenito fosse consacrato a Lui in memoria del beneficio fatto al suo popolo quando tutti i primogeniti degli Egiziani perirono sotto la spada dell’Angelo sterminatore risparmiando invece gli Ebrei.

Un’altra legge poi ordinava che ogni donna ebrea si presentasse al Tempio per purificarsi, quaranta giorni dopo la nascita del bambino, oppure dopo ottanta, se era una figlia, portando alcune vittime da sacrificarsi in ringraziamento ed espiazione.

Siccome le due cerimonie potevano compiersi tutte due assieme, Giuseppe e Maria portarono Gesù alla città santa, quaranta giorni dopo il Natale.

Benché Maria non fosse obbligata alla legge della purificazione, poiché Ella fu sempre vergine e pura, tuttavia per umiltà ed ubbidienza volle andare come le altre.

Ubbidì poi al secondo precetto di presentare ed offrire il Figlio all’Eterno Padre; ma l’offrì in modo diverso dal come le altre madri offrivano i loro figliuoli. Mentre per le altre madri questa era una semplice cerimonia. senza timore di dover offrire i figli alla morte, Maria offrì realmente Gesù in sacrificio alla morte, poiché Ella era certa che l’offerta che allora faceva doveva un giorno consumarsi sull’altare della croce.

Giunti nel recinto del tempio venne loro incontro un vecchio venerando di nome Simeone, uomo giusto e pio, a cui lo Spirito Santo aveva promesso che non sarebbe morto prima d’aver mirato il Salvatore del mondo. Illuminato dal cielo aveva riconosciuto che il figlio di Maria era appunto l’aspettato delle genti. Presolo fra le braccia nell’entusiasmo della riconoscenza esclamò: « Or lascia, o Signore, che il tuo servo, secondo la tua parola, se ne vada in pace… »: poi benedisse i genitori del Bambino dicendo a Maria: « Ecco Egli è posto a rovina e resurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione; ed anche a te una spada trapasserà l’anima ».

Maria istruita nella Sacra Scrittura aveva già intravvisto tutte le pene che doveva patire il suo Figlio. e nelle parole di Simeone ne ebbe la dolorosa conferma.

Maria a tutto acconsente. e con mirabile fortezza, offre Gesù all’Eterno Padre, ma la sua anima fu in quel momento attraversata da una spada.

Fatta l’offerta come prescritto dalla legge del Signore, Maria e Giuseppe ritornarono nella Galilea, alla loro città di Nazaret. E il Bambino cresceva e si fortificava pieno di sapienza, e la .grazia di Dio era con Lui.

PRATICA Maria per ubbidienza volle adempiere quanto prescriveva la legge, quantunque non vi fosse obbligata. Impariamo anche noi ad ubbidire a tutte le leggi, perchè, come dice la Sacra Scrittura, l’uomo ubbidiente riporterà vittoria.

PREGHIERA Dio onnipotente ed eterno, supplichiamo umilmente la tua maestà, che come l’Unigenito Figlio tuo quest’oggi fu presentato al Tempio nella sostanza di nostra carne, così tu faccia che noi siamo presentati a te con animo purificato.

MARTIROLOGIO ROMANO. Purificazione della beata Vergine Maria, che dai Greci viene chiamata Hypapànte (cioè l’incontro) del Signore.

FILASTROCCA – Per la santa Candelora se nevica o se plora dell’inverno siamo fora; ma se l’è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno

Senato della Repubblica

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I Palazzi – Palazzo Madama

Introduzione

Il terreno sul quale venne edificato palazzo Madama fu ceduto nel 1478 dai monaci dell’Abbazia imperiale di Farfa alla Francia, che cercava un luogo ove ospitare i pellegrini francesi a Roma.

I primi importanti lavori di trasformazione del palazzo furono realizzati quando esso entrò in possesso della famiglia Medici. Il palazzo, infatti, venne restaurato su progetto di Giuliano di Sangallo e vi fu trasferito quello che era rimasto della biblioteca di Giovanni de’ Medici – figlio di Lorenzo il Magnifico e futuro Papa Leone X – dopo la cacciata degli stessi Medici da Firenze.

Alla morte di Leone X, nel 1521, palazzo Madama venne assegnato a suo cugino Giulio de’ Medici, che vi aveva lungamente abitato prima di salire al soglio pontificio come Clemente VII. Nel 1534 l’edificio fu ereditato da Alessandro de’ Medici. Quando questi morì, nel 1537, venne assegnato in usufrutto alla moglie Margherita d’Austria, detta la “Madama” (da cui il palazzo prende il nome), figlia naturale di Carlo V e duchessa di Parma e Piacenza, che vi pose la sua residenza. Il palazzo rimase ai Medici ed ai Granduchi di Toscana fino al XVIII secolo.

Nel Seicento vennero effettuati notevoli lavori di ristrutturazione: una facciata barocca, progettata da Paolo Marucelli e ultimata nel 1642, prese il posto del precedente frontone asimmetrico e l’interno, sotto la direzione di Romano Monanni, si arricchì di soffitti decorati e di fregi.

I Medici, però, non si servirono più del palazzo finché, nel 1725, non andò ad abitarvi Violante di Baviera, cognata di Gian Gastone de’ Medici, ultimo rappresentante della famiglia. Palazzo Madama visse allora un ultimo periodo di splendore, fu teatro di balli e feste e sede dell’Arcadia e dell’Accademia dei Quirini.

Nel 1737, alla morte del Granduca Gian Gastone, il Granducato di Toscana passò dai Medici ai Lorena, e con esso anche palazzo Madama. Quest’ultimo, nel 1755 fu acquistato da Papa Benedetto XIV e divenne palazzo pubblico dello Stato Pontificio. Il palazzo fu interessato da importanti interventi di ristrutturazione: fu aperto un secondo cortile dove oggi c’è l’Aula e fu sistemata la piazza antistante la facciata, affidata a Luigi Hostini.

Negli anni successivi vi furono installati, fra l’altro, gli uffici del tribunale e la sede della polizia. Da tale ultima destinazione del palazzo trae origine il termine dialettale “La madama”, talvolta usato a Roma ancora oggi per definire le forze dell’ordine.

Palazzo Madama ospitò l’ufficio centrale della Repubblica franco-romana nel 1798-99.

Pio IX lo destinò a sede del ministero delle finanze e del debito pubblico e sembra che sulla loggia esterna del palazzo a piazza Madama venissero estratti – a partire dal 1850 – i numeri del lotto (l’estrazione fino ad allora era avvenuta a palazzo Montecitorio). Dal 1851 l’edificio ospitò anche gli uffici delle poste pontificie.

Nel febbraio del 1871 palazzo Madama venne scelto come sede del Senato del Regno. Questo evento rese necessari ampi lavori di adattamento: nello spazio del cortile delle poste pontificie, su progetto dell’ingegner Luigi Gabet, fu realizzata l’Aula dove il Senato del Regno si riunì per la prima volta il 28 novembre 1871.

Attualmente a palazzo Madama hanno sede l’Aula, alcuni Gruppi parlamentari, gli uffici della Presidenza e del Segretariato generale, nonché alcuni servizi ed uffici più direttamente connessi con l’attività parlamentare.

Prima di fare ingresso a Palazzo Madama, è d’obbligo soffermarsi sulla facciata realizzata da Paolo Marucelli, che mostra tre imponenti piani, ognuno con nove finestre, limitati alle estremità da un bugnato angolare. Il maestoso portale centrale che conduce nel Cortile d’onore, ornato da colonne con capitelli ionici, è sormontato da un architrave e da un balcone con finestra a timpano spezzato, mentre le altre otto sono a timpano curvilineo con conchiglia e volti di donna. Al secondo piano vi sono finestre a timpano triangolare contenenti un giglio, mentre l’ultimo piano è caratterizzato da finestre quadrate incorniciate con mascheroni, unite da un fregio con leoni tra putti e panoplie.

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