Archivi giornalieri: 25 febbraio 2022

Ucraina

Ucraina, Informativa del Presidente Draghi alla Camera dei Deputati

Venerdì, 25 Febbraio 2022

 

Signor Presidente,
Onorevoli Deputati,

Nella notte tra mercoledì e giovedì la Federazione Russa ha lanciato un’offensiva imponente nei confronti dell’Ucraina. 
L’aggressione è avvenuta subito dopo un messaggio con cui il Presidente Putin ha annunciato un’“operazione speciale mirata” in Ucraina orientale, ed è stata preceduta da un attacco cibernetico capillare che ha paralizzato i siti governativi ucraini.
L’invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente. 
Le forze terrestri russe sono entrate in territorio ucraino da nord-est, nord, sudest e dalla costa sud, ed è stato chiuso alla navigazione il Mar d’Azov, isolando i porti di Mariupol e Berdiansk.

Abbiamo registrato esplosioni diffuse, anche nella regione di Leopoli, la più vicina alla frontiera con l’Unione Europea.
Forze anfibie russe sono sbarcate a Odessa, la principale città portuale, dove vi sono notizie di almeno una ventina di vittime.
L’esercito russo prosegue con lanci di missili sulle principali città, anche quelle dell’Ucraina centro-occidentale.
Una pioggia di missili è caduta la scorsa notte su Kiev, mentre l’esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città.
L’esercito russo ha preso il controllo della zona della centrale nucleare di Chernobyl.
L’Ucraina conta finora 137 soldati uccisi e 316 feriti dall’inizio dell’attacco e parla di 800 uomini persi dalle forze russe, che invece non hanno ancora fornito dati sulle vittime dell’invasione.

L’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina: il Ministero dell’Interno ucraino registra vittime civili.
Le immagini a cui assistiamo – di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane – sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea.
Si registrano lunghe file di auto in uscita da Kiev e da altre città ucraine, soprattutto verso il confine con l’UE.
È possibile immaginare un ingente afflusso di profughi verso i Paesi europei limitrofi.

Il Presidente ucraino Zelensky ha affermato la determinazione delle autorità ucraine a resistere e a rispondere al fuoco russo, e a rompere le relazioni diplomatiche con Mosca.
Ieri sera ha emanato un decreto che dispone una “mobilitazione generale” di tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni di età, ai quali è stato fatto divieto di lasciare il Paese. 
Le operazioni rischiano di prolungarsi fino alla distruzione del sistema difensivo ucraino. 
Il governo russo ha avanzato la proposta di trattative dirette con il governo ucraino, e confermato che l’obiettivo è neutralizzare e demilitarizzare l’Ucraina.
Non risulta al momento un riscontro ucraino.

L’Ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. 
L’Ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione.
Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro.
Ai circa 2000 connazionali presenti è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle Autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese.
Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell’Unione Europea un’evacuazione in condizioni di sicurezza. 
Voglio ringraziare l’Ambasciatore Pier Francesco Zazo e tutto il personale dell’Ambasciata per la professionalità, la dedizione, il coraggio che stanno dimostrando in queste ore. 
E voglio ringraziare il Ministro Di Maio, i diplomatici e tutto lo staff della Farnesina, per il loro incessante impegno.

L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. 
L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei.
Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky.
Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato. 
L’Italia ha reagito subito, e ha convocato già nella mattinata di ieri al Ministero degli Affari Esteri l’Ambasciatore della Federazione Russa.
Abbiamo richiamato Mosca a cessare l’offensiva, a ritirare le forze in modo incondizionato, e abbiamo ribadito il pieno sostegno italiano all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina
Sempre nella mattinata di ieri, ho parlato con il Presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco Scholz, il Presidente del Consiglio Europeo Michel, la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen.
Con loro ho condiviso la ferma condanna di un attacco “ingiustificato e non provocato” ai danni dell’Ucraina.

Nel primo pomeriggio, ci siamo riuniti insieme agli altri leader del G7, e abbiamo adottato una Dichiarazione di ferma condanna dell’aggressione russa e di richiamo alla cessazione delle ostilità e di ritorno alle trattative.
Ieri, in serata, ho partecipato a un Consiglio europeo straordinario, a cui ha preso parte anche il Presidente Zelensky, in cui l’Unione Europea ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bielorussia. È stato un momento veramente drammatico quello della connessione con il Presidente Zelensky. E’ nascosto in qualche parte di Kiev. Ha detto che lui non ha più tempo, che l’Ucraina non ha più tempo, che lui e la sua famiglia sono l’obiettivo delle forze di invasione russa. E’ stato un momento drammatico che ha colpito tutti i partecipanti al Consiglio europeo. Oggi, stamattina prima di venire qua, mi ha cercato prima di venire qua, abbiamo fissato   un appuntamento telefonico, per le 9.30, ma non è stato possibile poi fare la telefonata perché il Presidente Zelensky non era più disponibile.
Nel pomeriggio di oggi parteciperò a un Vertice della NATO per coordinare il rafforzamento del fianco orientale e ribadire i principi alla base della nostra posizione. 
Per quanto riguarda il piano bilaterale, stiamo definendo un pacchetto da 110 milioni di euro di aiuti finanziari all’Ucraina a scopi umanitari e di stabilizzazione macro-finanziaria. 
Nell’ambito della Difesa, si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione. 
Il Governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. 
Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile.
Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile.
La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati.
Dal punto di vista militare, la NATO si è già attivata. 
Ieri si è riunito il Consiglio Nord-Atlantico sulla base di quanto previsto dall’articolo 4 del trattato di Washington e ha approvato cinque piani di risposta graduale che, in questa prima fase puntano a consolidare la postura di deterrenza a est. 
Le fasi successive, vincolate ad un’evoluzione dello scenario, prevedono l’assunzione di una postura di “difesa” e, in seguito di “ristabilimento della sicurezza”. 
I piani prevedono due aspetti fondamentali: l’incremento delle forze dispiegate in territorio alleato, con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del Comandante Supremo Alleato in Europa;
e l’utilizzo di regole d’ingaggio predisposte per un impegno immediato. 
Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni – circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania;
e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. 
Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili.
Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della NATO e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini.
L’Italia e la NATO vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea.
Voglio ringraziare il ministro Guerini e le nostre forze armate per la loro prontezza e la loro preparazione.

Per quanto riguarda le sanzioni, l’Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell’Unione Europea, primi tra tutti Francia e Germania. 
Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi.

Mercoledì sono state formalmente approvate le prime misure restrittive verso la Russia, in relazione alla decisione di riconoscere l’indipendenza dei territori di Donetsk e Lugansk.
Queste misure consistono nel bando alle importazioni e alle esportazioni da entità separatiste, sul modello di quanto fatto nel 2014 in risposta all’annessione illegale della Crimea; 
in sanzioni economiche e finanziarie alla Russia, come il divieto di rifinanziamento del debito sovrano sul mercato secondario e il congelamento di asset di tre istituti bancari; 
sanzioni mirate nei confronti di individui e entità, come gli oltre 300 membri della Duma che hanno proposto il riconoscimento dei territori separatisti e che hanno votato a favore.

In seguito all’invasione russa degli scorsi giorni, nel Consiglio Europeo di ieri abbiamo approvato misure molto più stringenti e incisive, che erano in preparazione da settimane.
I relativi atti legislativi sono discussi in queste ore a Bruxelles, e per questo non posso renderne conto in modo esaustivo.
Saranno finalizzati e adottati in tempi rapidissimi. 
Martedì ritornerò sul tema.
Queste sanzioni includono misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, e il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell’Unione Europea;
misure sul settore dell’energia, mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate, usate soprattutto per la raffinazione del petrolio;
misure sul settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni, le tecnologie, i servizi destinati al settore aereo;
un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo delle esportazioni; 
la sospensione degli accordi di facilitazione dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi.
Prevediamo inoltre un secondo “pacchetto” che includa membri della Duma non ancora sanzionati.

In questi giorni, l’Unione Europea ha dato prova della sua determinazione e compattezza.
Siamo pronti a misure ancora più dure se queste non dovessero dimostrarsi sufficienti.

Le sanzioni che abbiamo approvato, e quelle che potremmo approvare in futuro, ci impongono di considerare con grande attenzione l’impatto sulla nostra economia. 
La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa.
Le vicende di questi giorni dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni.
In Italia, abbiamo ridotto la produzione di gas da 17 miliardi di metri cubi all’anno nel 2000 a circa 3 miliardi di metri cubi nel 2020 – a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante tra i 70 e i 90 miliardi circa di metri cubi. 
Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità e evitare il rischio di crisi future. 
Il Governo monitora in modo costante i flussi di gas, in stretto coordinamento con le istituzioni europee.
Abbiamo riunito diverse volte il Comitato di emergenza gas, per regolamentare e analizzare i dati operativi e gli scenari possibili. 
Gli stoccaggi italiani beneficiano dell’aver avuto, a inizio inverno, una situazione migliore rispetto a quello di altri Paesi europei, anche grazie alla qualità delle nostre infrastrutture. 
Il livello di riempimento aveva raggiunto il 90% alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri Paesi europei erano intorno al 75%. 
Gli stoccaggi sono stati poi utilizzati a pieno ritmo e nel mese di febbraio hanno già raggiunto il livello che hanno generalmente a fine marzo.
Questa situazione, che sarebbe stata più grave in assenza di infrastrutture e politiche adeguate, è simile a quella che vivono altri Paesi europei tra cui la Germania. 
La fine dell’inverno e l’arrivo delle temperature più miti ci permettono di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi, ma dobbiamo intervenire per migliorare ulteriormente la nostra capacità di stoccaggio per i prossimi anni. 
L’Italia è impegnata inoltre a spingere l’Unione Europea nella direzione di meccanismi di stoccaggio comune, che aiutino tutti i Paesi a fronteggiare momenti di riduzione temporanea delle forniture. 
Ci auguriamo che questa crisi possa accelerare finalmente una risposta positiva sul tema.

Il Governo è comunque al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica. 
Ci auguriamo che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati.
Le misure di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale, e regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico, dove pure esistono misure di riduzione del carico.

Il Governo è al lavoro inoltre per aumentare le forniture alternative.
Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti.
Il Presidente americano, Joe Biden, ha offerto la sua disponibilità a sostenere gli alleati con maggiori rifornimenti, e voglio ringraziarlo per questo. 

Tuttavia, la nostra capacità di utilizzo è limitata dal numero ridotto di rigassificatori in funzione.
Per il futuro, è quanto mai opportuna una riflessione anche su queste infrastrutture.

Il Governo intende poi lavorare per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico – come il TAP dall’Azerbaijan, il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia, il GreenStream dalla Libia.  
Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato.

Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario. Sì, è necessario.

Per il futuro, la crisi ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica, e a ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture.
Voglio ringraziare il Ministro Cingolani per il lavoro che svolge quotidianamente su questo tema così importante per il nostro futuro.

Ho parlato del gas, ma la risposta più valida nel lungo periodo sta nel procedere spediti, come stiamo facendo, nella direzione di un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili, anche e soprattutto con una maggiore semplificazione delle procedure per l’installazione degli impianti.
A questo proposito vorrei notare che gli ostacoli a una maggiore speditezza su questo percorso non sono tecnici, non sono tecnologici, ma sono solo burocratici.
Ma il gas resta essenziale come combustibile di transizione.
Dobbiamo rafforzare il corridoio sud, migliorare la nostra capacità di rigassificazione e aumentare la produzione nazionale a scapito delle importazioni.
Perché il gas prodotto nel proprio Paese è più gestibile e può essere meno caro.
La crisi di portata storica che l’Italia e l’Europa hanno davanti potrebbe essere lunga e difficile da ricomporre, anche perché sta confermando l’esistenza di profonde divergenze sulla visione dell’ordine internazionale mondiale che non sarà facile superare.
Il Governo intende lavorare senza tregua, in stretto coordinamento con gli alleati, per dare ai cittadini le risposte che cercano in questo momento di grave incertezza.
Per farlo, è essenziale il vostro appoggio – della maggioranza e dell’opposizione.
In queste ore mi sono arrivate dichiarazioni di sostegno da tutti i gruppi politici e dai loro leader.
Vorrei ringraziarli tutti.
Vi sono sinceramente grato, perché il Parlamento è il centro della nostra democrazia, la casa di tutti gli Italiani e la sua vicinanza esprime la vicinanza del Paese. 
Davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti, per essere uniti con l’Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti fra noi.
Grazie.

Ecosistemi forestali: 2 mln euro per nuovo bando del PSR dedicato alla pianificazione forestale

Ecosistemi forestali: 2 mln euro per nuovo bando del PSR dedicato alla pianificazione forestale

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ecosistemi-forestali

L’aiuto prevede un contributo fino al 100% nel caso di ente pubblico, ridotto all’80% nel caso di privati, del costo totale dell’investimento ammissibile pari a 100.000 euro

02/02/2022

È stato pubblicato sul BURL un nuovo bando del Programma di Sviluppo Rurale, dedicato alla misura 8.5.1 b, che destina due milioni di euro alla pianificazione forestale nel Lazio.

“Parliamo di investimenti finalizzati all’ adempimento di impegni a scopi ambientali – dichiara l’Assessora Enrica Onorati – all’offerta di servizi ecosistemici, alla valorizzazione in termini di pubblica utilità delle aree forestali, al rafforzamento della capacità degli ecosistemi di mitigare i cambiamenti climatici, alla corretta gestione degli ecosistemi forestali mediante la redazione dei piani di gestione e di assestamento forestale, intervenendo sia su boschi, aree protette, parchi e Siti Natura 2000, sia sul patrimonio storico-culturale e architettonico regionale.

In una epoca in cui il cambiamento climatico è sempre più evidente con pericolose conseguenze sull’ecosistema e sulla biodiversità, nell’ambito anche delle importanti politiche che la Regione persegue con il progetto Ossigeno, questo bando assume una importanza strategica a 360° nella politica di sviluppo rurale che intendiamo perseguire e sostenere, attraverso una efficace e efficiente pianificazione: tutela dell’ambiente, razionalizzazione delle risorse, mitigazione dei cambiamenti climatici, innovazione in tema ambientale e green economy”.

Lo dichiara in una nota l’Assessora all’Agricoltura, foreste, promozione della filiera e della cultura del cibo, pari opportunità della Regione Lazio, Enrica Onorati.

“La misura prevede l’attivazione nel territorio regionale di interventi che contribuiscano a migliorare la gestione del patrimonio forestale in un’ottica di valorizzazione ambientale, economica e sociale sulle superfici agro-silvo-pastorali del Lazio. Possono presentare domanda soggetti pubblici e privati, singoli, associati o consorziati. Nello specifico: soggetti pubblici proprietari o gestori di superfici boscate e loro consorzi; soggetti privati proprietari o gestori di superfici boscate e loro consorzi; enti di diritto privato o persone fisiche. L’aiuto prevede un contributo fino al 100% nel caso di ente pubblico, ridotto all’80% nel caso di privati, del costo totale dell’investimento ammissibile pari a 100.000 euro”, conclude Onorati.

Il bando, che scade alle 23.59 del 28 aprile, sarà pubblicato su LazioEuropa.

Discoteche e sale da ballo: in arrivo secondo bando per ristori

 

Discoteche e sale da ballo: in arrivo secondo bando per ristori

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Discoteca sala da ballo

Rivisti i criteri per l’erogazione del nuovo contributo, ora più favorevoli rispetto al primo bando. Ulteriore stanziamento di 740.000 euro. Orneli: “Diamo un nuovo sostegno a un settore che ha sofferto in modo rilevante durante l’emergenza pandemica”

22/02/2022

Parte il secondo Bando Ristoro Lazio Discoteche per contributi a fondo perduto a favore delle micro, piccole e medie imprese operanti nel settore delle discoteche, sale da ballo e locali assimilati.

La Regione Lazio ha stabilito un ulteriore stanziamento di 740.000 euro per sostenere le attività imprenditoriali particolarmente colpite dalla situazione emergenziale come discoteche e sale da ballo.

Per ampliare la platea e venire incontro alle richieste della categoria, sono stati rivisti i criteri per l’erogazione del nuovo contributo, ora più favorevoli rispetto al primo bando.

A beneficiare delle misure, oltre alle imprese del Lazio classificate come discoteche e sale da ballo (codice ATECO 93.29.10) saranno comprese anche quelle in possesso di Autorizzazione Permanente di trattenimento danzante che nel 2020 abbiano subito un calo di fatturato pari almeno al 30% rispetto al 2019.

Sono escluse le imprese che nel 2021 sono state sottoposte a provvedimenti di chiusura per violazione delle regole sul contenimento del contagio.

L’importo del contributo si articolerà in tre fasce secondo il fatturato del 2019:

  1. 8.000 euro alle imprese con meno di 500.000 di fatturato;
  2. 12.000 euro alle imprese con fatturato compreso tra 500.000 e 1 milione di euro;
  3. 15.000 euro alle imprese con fatturato superiore a 1 milione di euro.  

“Diamo un nuovo sostegno a un settore che ha sofferto in modo rilevante durante l’emergenza pandemica. Con questo secondo bando ampliamo la platea proprio per raggiungere più imprese possibili, un segnale importante per chi in questi mesi ha subito perdite e chiusure significative”, ha dichiarato Paolo Orneli, assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Startup e Innovazione.

Contratti di lavoro in regime di codatorialità, le istruzioni dell’INL

Contratti di lavoro in regime di codatorialità, le istruzioni dell’INL

Le reti di imprese devono eseguire le comunicazioni contratti di lavoro in regime di codatorialità tramite un’impresa referente

Contratti di lavoro in regime di codatorialità, come comunicare assunzioni, proroghe, trasformazioni e licenziamenti? Quali sono gli adempimenti obbligatori per i lavoratori assunti in codatorialità? A far il punto è l’INL con la Nota n. 315 del 22 febbraio 2022, che ha fornito importanti indicazioni operative in relazione al D.M. 205/2021.

In particolare, l’Ispettorato del lavoro ha specificato che – a decorrere dal 23 febbraio 2022 – le imprese aderenti a un contratto di rete devono effettuare le comunicazioni mediante l’impresa referente. Quest’ultima, infatti, risulta incaricata alle comunicazioni previste e avrà cura di allegare il contratto di rete, comprensivo delle regole di ingaggio che disciplinano la codatorialità.

In relazione ai rapporti di lavoro in codatorialità già in essere al 23 febbraio 2022, sarà, invece, possibile effettuare le comunicazioni entro il 24 marzo 2022 compreso.

Ecco i dettagli.

Contratti di lavoro in regime di codatorialità: nuovo Modello Unirete Assunzione

Le comunicazioni di inizio, trasformazione, proroga e cessazione della codatorialità nell’ambito di un contratto di rete sono effettuate attraverso il modello “Unirete. Tali comunicazioni sono da effettuarsi a far data dal 23 febbraio 2022. In relazione ai rapporti di lavoro in codatorialità già in essere alla predetta data, sarà invece possibile effettuare le comunicazioni entro il giorno 24 marzo 2022.

Gli adempimenti comunicativi dovranno essere effettuati da un’unica impresa retista, ossia il referente del contratto di rete.

Modello Unirete Assunzione: i dati da comunicare

Con il Modello Unirete Assunzione l’impresa referente comunica i dati relativi ai nuovi rapporti di lavoro avviati a seguito dell’attivazione del regime di codatorialità.

Diversamente, per i lavoratori neoassunti in regime di codatorialità dovrà essere individuato un datore di lavoro di riferimento, il quale ha i seguenti obblighi:

  • obblighi di registrazione delle prestazioni lavorative sul Libro unico del Lavoro;
  • adempimenti previdenziali e assicurativi.

I dati richiesti sono i medesimi previsti nel modello Unilav di instaurazione del rapporto di lavoro, con la specifica ulteriore delle “mansioni” svolte dal lavoratore. Il contratto collettivo di lavoro applicato al lavoratore sarà quindi quello del datore di lavoro individuato nella comunicazione.

Per i rapporti di lavoro preesistenti all’attivazione del regime di codatorialità, l’impresa referente provvederà a compilare il medesimo modello Unirete Assunzione. In tal caso, bisogna indicare quale co-datore di riferimento, il datore di lavoro originario presso il quale il lavoratore risulta in forza al momento della sua messa a fattor comune tra le imprese aderenti alla rete.

Modello Unirete Trasformazione: cosa indicare

Il Modello Unirete Trasformazione dovrà essere compilato nei seguenti casi:

  • trasformazione del rapporto di lavoro;
  • trasferimento del lavoratore e di distacco del lavoratore.

In particolare, con riferimento all’istituto del distacco, andrà specificato nell’apposito campo se:

  • l’invio del lavoratore sia verso imprese non appartenenti alla rete;
  • se avvenga verso imprese retiste, non rientranti tra i soggetti co-datori.

Modello Unirete Proroga e Cessazione: i dati da valorizzare

Il Modello Unirete Proroga dovrà essere utilizzato solo se il rapporto di lavoro è a termine, allorché lo stesso venga prorogato oltre il termine stabilito inizialmente.

Mentre il Modello Unirete Cessazione troverà utilizzo nelle ipotesi in cui venga meno il regime di codatorialità per cessazione della rete. In tal caso, l’impresa referente comunicherà la chiusura di tutti i rapporti dei lavoratori in codatorialità; quindi, cesseranno quelli relativi ai lavoratori assunti e messi direttamente a fattor comune.

Aspetti previdenziali nel regime di codatorialità: indicazioni dall’INL

Il lavoratore, benché in codatorialità, deve essere adibito presso ciascun co-datore alle mansioni:

  • per le quali è stato assunto;
  • corrispondenti all’inquadramento superiore che abbia successivamente acquisito;
  • riconducibili allo stesso livello e categoria legale di inquadramento.

Ciò detto, il trattamento previdenziale del lavoratore posto in codatorialità risulta quindi determinato in ragione del CCNL applicabile all’impresa individuata come co-datore di riferimento nella comunicazione UniRete.

Soliderietà nel regime di co-datorialità: i ruoli

La stipula del contratto di rete e dell’accordo di co-datorialità, implica l’insorgenza in capo ai lavoratori coinvolti dell’obbligo di rendere la prestazione lavorativa nei confronti di tutti i co-datori. Questi ultimi, invece, hanno l’obbligo di corrispondere la retribuzione dovuta e di provvedere ai versamenti previdenziali dovuti.

Ne consegue che l’adempimento degli obblighi connessi al rapporto di lavoro potrà essere richiesto, per l’intero, a ciascuno dei co-datori.

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Nuovo Cassetto Previdenziale INPS, dal 1° marzo addio alla vecchia area riservata

Nuovo Cassetto Previdenziale INPS, dal 1° marzo addio alla vecchia area riservata

Cassetto previdenziale INPS, dal 1° marzo 2022 stop al vecchio servizio, si passa al Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente.

Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente

Cassetto previdenziale INPS, dal 1° marzo 2022 stop al vecchio servizio, si passa al Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente e al servizio di Comunicazione Bidirezionale 2.0. Lo comunica lo stesso Istituto, con il messaggio n. 771 del 16 febbraio 2022. La nuova area è già attiva dal dicembre 2020, ma finora si potevano usare entrambe le soluzioni.

La nuova versione del Cassetto INPS dispone di un menu Multi-Gestione, dinamico, modulare e facilmente configurabile. Inoltre, ogni nuova applicazione può essere aggiunta nel sistema, configurandola senza dover sviluppare ulteriori servizi di integrazione. Inoltre, l’Istituto ha semplificato e automatizzato i processi di back-office e il miglioramento complessivo della qualità dei servizi.

Il nuovo sistema garantisce la presenza di tutte le attuali applicazioni esistenti nei cassetti riferiti alle varie gestioni e permette di lavorare con tutte le tipologie di posizioni contributive. Il manuale utente del “Nuovo cassetto Previdenziale del Contribuente” è consultabile tramite il collegamento all’HELP disponibile sul menu principale. L’applicazione è raggiungibile dalla sezione “Servizi per le Aziende e Consulenti” tramite SPID, CNS o CIE 3.0

Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente INPS: come funziona?

Il Cassetto previdenziale del contribuente permette la verifica delle principali informazioni sulla posizione contributiva tramite un unico canale di accesso. Tale strumento consente, quindi, di eseguire una effettiva “navigazione” per la:

  • ricerca dei dati utili;
  • ricerca in successione di singoli elementi di interesse;
  • stampa dell’intero fascicolo (con la raccolta di tutte le caratteristiche aziendali rinvenibili nei vari archivi disponibili dell’Istituto).

Cassetto Previdenziale del Contribuente: funzionalità presenti

Sul punto, l’INPS ha comunicato il rilascio del “Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente”. Ad oggi, accedendo al nuovo Cassetto, ogni nuova applicazione può essere aggiunta, configurandola senza dover sviluppare ulteriori servizi di integrazione.

Il nuovo sistema garantisce la presenza di tutte le attuali applicazioni esistenti nei cassetti riferiti alle varie gestioni e permette di lavorare con tutte le tipologie di posizioni contributive. Il riepilogo con i dati sintetici è attivabile su richiesta.

Il menu è creato dinamicamente in base alla profilazione dell’utente connesso e alla tipologia della posizione contributiva. L’applicazione, si ricorda, è raggiungibile dalla sezione “Servizi per le Aziende e Consulenti” nel sito internet istituzionale.

Comunicazione Bidirezionale 2.0: come funziona

L’INPS ha da tempo avviato anche un radicale processo di trasformazione nella gestione delle proprie attività di Citizen relationship management (CRM), promuovendo:

  • la disponibilità dei servizi attraverso canali diversi;
  • l’erogazione di una più efficace assistenza e consulenza specialistica;
  • la semplificazione ed automazione dei processi di back-office;
  • il miglioramento complessivo della qualità dei servizi.

Nuovo “Cassetto Previdenziale” e “Comunicazione Bidirezionale 2.0”

La funzionalità “Comunicazione Bidirezionale 2.0” del “Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente” consente di:

  • inviare alla Struttura territorialmente competente una richiesta o una comunicazione specifica, relativa ad un ben definito ambito tra quelli presenti nel Cassetto Previdenziale;
  • allegare alla richiesta la documentazione a supporto;
  • visualizzare lo stato della propria richiesta (aperta, in carico, chiusa) coerentemente con lo stato del rispettivo quesito di back-office;
  • visualizzare eventuali commenti inseriti dagli operatori di Sede al momento della modifica dello stato del quesito e l’esito finale;
  • ricevere comunicazioni in tempo reale tramite e-mail e SMS della protocollazione e smistamento alla Struttura territorialmente competente e della successiva chiusura del quesito di back-office;
  • accedere allo storico delle proprie richieste, ricercandole tramite opportuni parametri e visualizzandone il dettaglio.

Comunicazione Bidirezionale: interventi di back-office

Al riguardo, l’INPS informa che sono stati effettuati alcuni interventi sulla piattaforma di Comunicazione Bidirezionale, sia lato “Cassetto previdenziale” che back-office. Tali interventi sono volti a migliorare il livello di servizio offerto.

In particolare, è stata prevista la possibilità di effettuare richieste per posizioni contributive afferenti anche ad altre gestioni la cui visibilità è legata al possesso di una delega attiva su tali posizioni.

In sede di primo rilascio è possibile operare solamente per posizioni afferenti ad Aziende UniEMens. Successivamente, saranno attivate anche le altre gestioni.

Infine, l’“Agenda Appuntamenti” è stata predisposta con la possibilità di prenotare appuntamenti anche per posizioni contributive afferenti ad altre gestioni previdenziali. Al riguardo, analogamente a quanto sopra rappresentato, in sede di primo rilascio, è possibile operare solamente per posizioni afferenti ad Aziende UniEMens.

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Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: la novità del Milleproroghe

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: la novità del Milleproroghe

In virtù di quanto previsto nella conversione in legge del Milleproroghe, i concorsi pubblici 2022 potranno concludersi senza prove orali.

concorsi pubblici

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022, l’ok finale della Camera dei deputati al disegno di legge di conversione del Decreto Milleproroghe è giunto nel pomeriggio del 22 febbraio 2022. Opportuno notare che nel decreto-legge che comporta “Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi“, è inclusa la proroga al 2022 di varie scadenze originariamente previste per la fine del 2021. Vero è che la Camera aveva già confermato la fiducia nella giornata di lunedì, ed ora il testo passerà al Senato per l’approvazione definitiva.

Nel provvedimento sono incluse distinte disposizioni che attengono alle assunzioni nella PA, ma viene anche esteso al 31 marzo di quest’anno il termine per il ritorno in servizio dei medici pensionati per la lotta alla pandemia. Infatti non bisogna dimenticare la decisione di prorogare dello stato di emergenza fino alla fine del mese prossimo.

Da rilevare altresì che, in fase di conversione in legge sono giunte ulteriori novità, come ad es. l’aumento a 2mila euro del tetto massimo per i pagamenti con denaro contante e l’ok al bonus psicologo.

Soprattutto, vale la pena qui soffermarsi sulla scelta di semplificare i concorsi pubblici per tutto il 2022. Di ciò si ha chiara indicazione nel testo del Milleproroghe. I dettagli.

Concorsi pubblici 2022, l’esame orale è solo eventuale e non obbligatorio

Come appena accennato, il decreto Milleproroghe da convertire in legge (manca ancora l’ok del Senato atteso nei prossimi giorni) include anche novità sui concorsi pubblici 2022. Infatti essi si svolgeranno in modalità semplificata e dunque più rapida, senza obbligo di prevedere la prova orale, oltre a quella scritta. Ciò significa che le amministrazioni pubbliche potranno assumere personale soltanto con una prova scritta – ed anche in forma digitale. Mentre la prova orale sarà una mera eventualità.

D’altronde si tratta di una linea che trova l’appoggio del Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta: la semplificazione dei concorsi pubblici 2022 è necessaria ad accelerare i tempi delle selezioni, dalla pubblicazione dell’avviso, fino all’entrata in servizio dei vincitori. Il tempo stimato dovrebbe essere corrispondente ad un centinaio di giorni in totale. Dunque molto meno rispetto alle tempistiche tradizionali.

Leggi anche: concorso Guardia di Finanza per 1175 allievi marescialli, i dettagli

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: le ragioni alla base dello snellimento dell’iter di selezione

La volontà di accorciare l’iter attraverso il quale assumere nuove persone si fonda sul bisogno di un effettivo turn-over e sulla necessità di avvalersi di nuove risorse debitamente formate e specializzate, onde poter contare su una PA più snella, preparata e vicina alle richieste delle persone. E d’altronde servono procedure concorsuali più semplici e veloci, in quanto occorre affrettarsi ad assumere i vincitori delle prove e portare avanti i progetti del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

In particolare, la deroga agli orali e la procedura semplificata si riferiscono:

  • ai concorsi già banditi al primo aprile 2021, in cui entrò in vigore la normativa emergenziale (ma per i quali non è stata ancora svolta alcuna attività);
  • a tutti i nuovi bandi di concorsi pubblici 2022, pubblicati fino alla fine dello stato di emergenza.

Concorsi pubblici 2022: più di 100mila posti in palio nella PA

La novità dell’esame orale solo eventuale si aggiunge a quella, altrettanto significativa, già introdotta nel 2021. Ci riferiamo ovviamente alla decentralizzazione delle prove di selezione, con svolgimento delle stesse ‘a distanza’, attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e digitali. La finalità di quella novità era rappresentata dalla tutela della salute in una fase in cui la pandemia era una grave minaccia dal punto di vista sanitario.

La sospensione dell’esame orale, ovvero la sua previsione solo eventuale, è fondata – come sopra accennato – sulla necessità di garantire uno svolgimento dei concorsi più semplice e veloce. D’altronde vi sono più di 100mila posti di lavoro da assegnare nella PA – a tempo indeterminato; perciò sbloccare i relativi bandi appare una mossa assolutamente comprensibile. E a ciò si aggiungono alcune decine di migliaia di posti, con contratti a tempo, previsti proprio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ben si comprende l’ottica dello snellimento e della sburocratizzazione delle selezioni.

Leggi anche: aumento stipendio statali da marzo 2022, cifre e destinatari

Quali sono le maggiori selezioni per cui la prova orale non è prevista?

A questo punto, facciamo chiarezza circa i maggiori concorsi pubblici per i quali non è prevista la prova orale:

  • Concorso Ministero Giustizia, 5410 posti;
  • Ripam, 2293 diplomati;
  • Ispettorato del Lavoro, 1249 assunzioni;
  • Ufficio del Processo, 1000 funzionari;
  • Ordinario Scuola Secondaria;
  • docenti educazione motoria;
  • docenti religione cattolica, 5116 posti;
  • Inps, 385 posti.

Ribadiamo infine che fino al 31 dicembre basterà la prova scritta per poter procedere all’assunzione dei vincitori, la prova orale sarà parte della procedura di selezione, a mera discrezione di ogni bando.

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Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: la novità del Milleproroghe

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: la novità del Milleproroghe

In virtù di quanto previsto nella conversione in legge del Milleproroghe, i concorsi pubblici 2022 potranno concludersi senza prove orali.

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022, l’ok finale della Camera dei deputati al disegno di legge di conversione del Decreto Milleproroghe è giunto nel pomeriggio del 22 febbraio 2022. Opportuno notare che nel decreto-legge che comporta “Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi“, è inclusa la proroga al 2022 di varie scadenze originariamente previste per la fine del 2021. Vero è che la Camera aveva già confermato la fiducia nella giornata di lunedì, ed ora il testo passerà al Senato per l’approvazione definitiva.

Nel provvedimento sono incluse distinte disposizioni che attengono alle assunzioni nella PA, ma viene anche esteso al 31 marzo di quest’anno il termine per il ritorno in servizio dei medici pensionati per la lotta alla pandemia. Infatti non bisogna dimenticare la decisione di prorogare dello stato di emergenza fino alla fine del mese prossimo.

Da rilevare altresì che, in fase di conversione in legge sono giunte ulteriori novità, come ad es. l’aumento a 2mila euro del tetto massimo per i pagamenti con denaro contante e l’ok al bonus psicologo.

Soprattutto, vale la pena qui soffermarsi sulla scelta di semplificare i concorsi pubblici per tutto il 2022. Di ciò si ha chiara indicazione nel testo del Milleproroghe. I dettagli.

Concorsi pubblici 2022, l’esame orale è solo eventuale e non obbligatorio

Come appena accennato, il decreto Milleproroghe da convertire in legge (manca ancora l’ok del Senato atteso nei prossimi giorni) include anche novità sui concorsi pubblici 2022. Infatti essi si svolgeranno in modalità semplificata e dunque più rapida, senza obbligo di prevedere la prova orale, oltre a quella scritta. Ciò significa che le amministrazioni pubbliche potranno assumere personale soltanto con una prova scritta – ed anche in forma digitale. Mentre la prova orale sarà una mera eventualità.

D’altronde si tratta di una linea che trova l’appoggio del Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta: la semplificazione dei concorsi pubblici 2022 è necessaria ad accelerare i tempi delle selezioni, dalla pubblicazione dell’avviso, fino all’entrata in servizio dei vincitori. Il tempo stimato dovrebbe essere corrispondente ad un centinaio di giorni in totale. Dunque molto meno rispetto alle tempistiche tradizionali.

Leggi anche: concorso Guardia di Finanza per 1175 allievi marescialli, i dettagli

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: le ragioni alla base dello snellimento dell’iter di selezione

La volontà di accorciare l’iter attraverso il quale assumere nuove persone si fonda sul bisogno di un effettivo turn-over e sulla necessità di avvalersi di nuove risorse debitamente formate e specializzate, onde poter contare su una PA più snella, preparata e vicina alle richieste delle persone. E d’altronde servono procedure concorsuali più semplici e veloci, in quanto occorre affrettarsi ad assumere i vincitori delle prove e portare avanti i progetti del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

In particolare, la deroga agli orali e la procedura semplificata si riferiscono:

  • ai concorsi già banditi al primo aprile 2021, in cui entrò in vigore la normativa emergenziale (ma per i quali non è stata ancora svolta alcuna attività);
  • a tutti i nuovi bandi di concorsi pubblici 2022, pubblicati fino alla fine dello stato di emergenza.

Concorsi pubblici 2022: più di 100mila posti in palio nella PA

La novità dell’esame orale solo eventuale si aggiunge a quella, altrettanto significativa, già introdotta nel 2021. Ci riferiamo ovviamente alla decentralizzazione delle prove di selezione, con svolgimento delle stesse ‘a distanza’, attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e digitali. La finalità di quella novità era rappresentata dalla tutela della salute in una fase in cui la pandemia era una grave minaccia dal punto di vista sanitario.

La sospensione dell’esame orale, ovvero la sua previsione solo eventuale, è fondata – come sopra accennato – sulla necessità di garantire uno svolgimento dei concorsi più semplice e veloce. D’altronde vi sono più di 100mila posti di lavoro da assegnare nella PA – a tempo indeterminato; perciò sbloccare i relativi bandi appare una mossa assolutamente comprensibile. E a ciò si aggiungono alcune decine di migliaia di posti, con contratti a tempo, previsti proprio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ben si comprende l’ottica dello snellimento e della sburocratizzazione delle selezioni.

Leggi anche: aumento stipendio statali da marzo 2022, cifre e destinatari

Quali sono le maggiori selezioni per cui la prova orale non è prevista?

A questo punto, facciamo chiarezza circa i maggiori concorsi pubblici per i quali non è prevista la prova orale:

  • Concorso Ministero Giustizia, 5410 posti;
  • Ripam, 2293 diplomati;
  • Ispettorato del Lavoro, 1249 assunzioni;
  • Ufficio del Processo, 1000 funzionari;
  • Ordinario Scuola Secondaria;
  • docenti educazione motoria;
  • docenti religione cattolica, 5116 posti;
  • Inps, 385 posti.

Ribadiamo infine che fino al 31 dicembre basterà la prova scritta per poter procedere all’assunzione dei vincitori, la prova orale sarà parte della procedura di selezione, a mera discrezione di ogni bando.

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Agenzie di viaggio e tour operator, dal 4 marzo le domande di bonus digitalizzazione

Agenzie di viaggio e tour operator, dal 4 marzo le domande di bonus digitalizzazione

Il bonus digitalizzazione agenzie di viaggio e tour operator è stato istituito allo scopo di contribuire al rilancio del settore turismo

Bonus digitalizzazione agenzie di viaggio e tour operator

Bonus digitalizzazione agenzie di viaggio e tour operator, l’articolato quadro delle agevolazioni previste per il 2022 si arricchisce grazie al lancio di questo nuovo incentivo che si potrà richiedere dal 4 marzo. Anche a questa agevolazione di potrà accedere soltanto a determinate condizioni.

Ecco di seguito una sintetica panoramica sul beneficio economico, onde sgomberare il campo da possibili dubbi e non correre il rischio di perdere l’occasione di sfruttarlo.

I dettagli.

Bonus digitalizzazione agenzie di viaggio e tour operator: di che si tratta

Il bonus in oggetto consiste in un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per comprare software e attrezzature – ossia per attività di sviluppo digitale – fino all’importo massimo di 25mila euro. Di questa agevolazione si trova traccia nell’art. 4 del Dl n. 152 del 2021, che include disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Tra le spese per le quali si può ottenere il credito d’imposta abbiamo, ad esempio, quelle legate all’ottimizzazione del sito web dell’agenzia; all’acquisto di programmi e sistemi informatici per la vendita diretta di servizi e pernottamenti; alla presenza di spazi e pubblicità per promuovere e commercializzare online servizi e pernottamenti turistici, e quelle correlate alla formazione del titolare o del personale dipendente.

Ogni soggetto beneficiario potrà presentare una sola richiesta di autorizzazione alla fruizione del credito d’imposta, che può essere usato soltanto in compensazione attraverso modello F24 dall’anno posteriore a quello nel quale gli interventi sono stati compiuti (senza applicazione dei limiti per l’utilizzo dei crediti di imposta).

Leggi anchebonus revisione auto e moto, cos’è e come funziona

Bonus agenzie di viaggio, quanto spetta

Al fine di consentire l’accesso al bonus digitalizzazione turismo, le risorse stanziate corrispondono a circa 18 milioni di euro per il 2022. In totale i fondi disponibili arrivano a 98 milioni di euro per i prossimi anni, ed è prevista una riserva del 40% rivolta agli interventi da compiersi nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. E’ chiara la finalità di contribuire al rilancio di un settore come quello del turismo, gravemente danneggiato dalle conseguenze dell’accoppiata pandemia-restrizioni.

In base a quanto si apprende, è sicuro che detto bonus digitalizzazione sarà accessibile agli interessati ed aventi anche nei prossimi anni, fino al 31 dicembre 2024. Tuttavia rimarchiamo che la scadenza di cui tener conto, onde accedere ai benefici nel corso di quest’anno, è fissata al 4 aprile.

Chi sono i destinatari dell’incentivo

Opportuno inquadrare nel dettaglio coloro che possono aver accesso al bonus digitalizzazione in oggetto, giacché ricorrono specifici requisiti. Ebbene, detta agevolazione potrà essere domandata da agenzie di viaggi e dai tour operator con codice ATECO 79.1, 79.11, 79.12, ma non solo. Dette realtà dovranno avere e conservare per il quinquennio successivo all’ottenimento del bonus i requisiti che seguono:

  • regolare iscrizione al Registro delle imprese;
  • essere in regola rispetto alla verifica della regolarità contributiva (DURC) ovvero non essere obbligato alla regolarità contributiva;
  • non essere in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di concordato preventivo ovvero sottoposti ad altre procedure concorsuali;
  • essere in regola con gli obblighi legati al versamento delle imposte e tasse in base alle norme vigenti;
  • in ipotesi di imprese estere, avere una sede operativa nel nostro paese già attiva presso il Registro delle imprese alla data della domanda.

Come si può notare, si tratta di condizioni ben precise, a cui ogni possibile interessato a questo bonus fiscale dovrà fare riferimento.

Come fare domanda per ottenere il bonus digitalizzazione

Tutti i soggetti interessati a conseguire il bonus debbono sapere che le relative istanze dovranno essere trasmesse attraverso la piattaforma informatica accessibile dal sito web di Invitalia, facendo riferimento alle modalità applicative, di cui all‘avviso pubblico del ministero del Turismo, pubblicato lo scorso 18 febbraio.

Le agenzie di viaggio e tour operator interessate a beneficiare del credito d’imposta, e aventi i suddetti requisiti, hanno la possibilità di richiedere e conseguire l’agevolazione a partire dalle ore 12 del 4 marzo, servendosi del canale ad hoc, attivato sul portale web Invitalia. Da notare altresì che sarà possibile fare domanda entro le ore 17,00 del 4 aprile 2022. I citati contributi saranno assegnati fino all’esaurimento delle risorse disponibili.

In particolare, il Ministero del Turismo procederà alla concessione del credito d’imposta, sulla scorta dell’ordine cronologico di ricezione delle domande.

L’accesso al portale, e l’utilizzo della piattaforma, sarà ammesso secondo le ormai consuete credenziali, ossia SPID; CIE, carta d’Identità Elettronica; CNS, Carta Nazionale dei Servizi.

Leggi anche: bonus psicologo, cos’è, come funziona e destinatari

Cosa indicare nella domanda e documenti necessari?

L’interessato deve inserire nella domanda:

  • i dati anagrafici di colui che richiede l’agevolazione;
  • la tipologia degli investimenti;
  • il costo totale degli interventi, l’ammontare delle spese ammissibili;
  • data di inizio e di conclusione degli interventi previsti.

La richiesta  – e gli allegati – dovranno essere firmati digitalmente dal legale rappresentante del soggetto beneficiario, il quale peraltro dovrà essere in possesso di una casella di posta elettronica certificata (PEC).

Ricordiamo infine che il bonus digitalizzazione per agenzie di viaggio e tour operator rientra tra i cd. aiuti di Stato e non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi né del valore della produzione netta ai fini IRAP.

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Domanda di disoccupazione: come fare e documenti necessari

Domanda di disoccupazione: come fare e documenti necessari

Come richiedere la disoccupazione? La domanda di disoccupazione va presentata online o tramite patronato: come fare e documenti necessari

Domanda di disoccupazione

Come fare domanda di disoccupazione? Dove si richiede? Quali sono i documenti necessari? Quando si presenta la domanda? Ecco le istruzioni dettagliate alla domanda di NASpI sul sito, oppure tramite patronato o numero verde INPS, i requisiti da rispettare e i documenti necessari fra cui la DID e il Patto di servizio Personalizzato o quelli facoltativi tipo il modello MV10. Una novità riguarda l’abolizione del modello SR163 che non va più allegato alla domanda di assegno di disoccupazione. Altre novità sono l’abolizione del PIN INPS dal 1° ottobre 2021 e il nuovo servizio NASpI – servizio personalizzato e interattivo.

Pubblichiamo questa guida per venire incontro alle esigenze di chi si trova a perdere involontariamente il lavoro, ossia nei casi in cui il lavoratore venga licenziato per riduzione di personale, per fine contratto o per qualsiasi altra motivazione. Allo stesso tempo questa guida vale anche per chi da le dimissioni per giusta causa o nei periodi tutelati.

Ma prima di vedere quali sono gli step per fare la domanda di sussidio di disoccupazione, vediamo in breve quali sono i requisiti per averne diritto.

Domanda di disoccupazione, quali sono i requisiti

Ricordiamo, come detto in premessa, che uno dei presupposti della disoccupazione NASpI è la perdita involontaria dell’occupazione; oltre a questo requisito inoltre il lavoratore deve rispettare:

  1. il requisito contributivo: il lavoratore deve poter far valere, nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, almeno tredici settimane di contribuzione
  2. il requisito lavorativo: il lavoratore deve poter far valere trenta giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione.

Detto ciò passiamo a vedere, una volta constatato di avere i requisiti necessari, come fare domanda di disoccupazione.

Dove chiedere la disoccupazione

Verificate quindi le condizioni di cui sopra, vediamo ora dove richiedere la disoccupazione. Per richiedere il sussidio di disoccupazione, si può optare per una di queste tre modalità:

  1. domanda di Naspi online direttamente dal sito www.inps.it se in possesso del PIN dispositivo INPS (abolito dal 1° ottobre 2021). Oppure di SPID (o CNS o Carta d’identità elettronica);
  2. domanda di disoccupazione attraverso l’ausilio di un patronato;
  3. richiesta di disoccupazione tramite Contact Center Multicanale INPS, chiamando da rete fissa il numero gratuito 803164 oppure da cellulare il numero 06164164.

Mentre la prima e la terza opzione sono completamente gratuite, nel caso di domanda tramite patronato questo non potrà richiedere alcun onorario in fase di invio della domanda; ma lo stesso ha la facoltà di trattenere una quota percentuale mensilmente su tutta la durata della disoccupazione.

Ecco perchè anche senza assistenza è molto meglio presentare la domanda autonomamente per risparmiare il più possibile. Ora che abbiamo visto quali sono i requisiti e dove chiedere la disoccupazione, ci concentreremo quindi sulla domanda di NASpI online effettuata direttamente dal disoccupato.

Come fare la domanda di disoccupazione

Come richiedere la disoccupazione? Dove si fa la domanda? Se non si vuole andare dal patronato si può procedere personalmente; in tal caso l’unica via è quella di fare domanda di disoccupazione NASpI online.

Per prima cosa, se non già in possesso, è necessario richiedere SPID. Dal 1° ottobre 2021 il PIN INPS non funziona più per il cittadino, che viene sostituito progressivamente e definitivamente dallo SPID.

Ad oggi quindi solo se si ha SPID si potrà operare direttamente sul sito. Si potrà comunque accedere all’area riservata e presentare la domanda autonomamente anche tramite Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o Carta d’identità elettronica.

N.B. Dal 1° ottobre 2021 il PIN non è più operativo e si può accedere ai vari servizi solo con SPID, CIE 3.0 o CNS. Oppure si può fare una delega SPID servizi INPS.

INPS disoccupazione on line: dove si trova il servizio

Come fare la domanda di disoccupazione online: essendo abilitati a procedere si deve eseguire il login nell’area dei Servizi online del sito INPS (tramite SPID) e seguire questo percorso:

  1. servizi per il cittadino;
  2. selezionare l’opzione “invio domande di prestazioni a sostegno del reddito”;
  3. cliccare sulla dicitura NASPI che comparirà sulla barra di sinistra, quindi nella sotto sezione “Indennità di NASPI” e compilare la domanda.

La domanda di disoccupazione NASpI online si compone di 6 sezioni e i dati da inserire sono ovviamente anagrafici e lavorativi. Viene caricata automaticamente la posizione contributiva del soggetto richiedente e nelle schermate successive bisogna indicare informazioni specifiche. Riferite ad esempio alla ricezione o meno del periodo di preavviso oppure a periodi di lavoro svolti all’estero.

Nella nuova schermata proposta è necessario dichiarare il possesso del requisito delle 30 giornate di effettivo lavoro nei 12 mesi precedente. Contestualmente se si svolge attività lavorativa in forma autonoma dal quale derivi un reddito compatibile al mantenimento dello stato di disoccupazione (4.800 euro annui).

Gli ultimi passaggi riguardano la scelta di applicare le detrazioni familiari sull’importo derivante dall’assegno di NASPI (MV10 INPS) e se si vogliono percepire gli assegni familiari.

Sussidio di disoccupazione e assegni familiari (ANF)

Non tutti sanno che anche durante la ricezione del sussidio di disoccupazione è possibile percepire gli assegni per il nucleo familiare (anche detti assegni familiari o ANF). In questo caso sarà direttamente l’INPS a erogarli insieme alla disoccupazione.

L’importante è compilare la domanda di ANF mentre si presenta la domanda di disoccupazione online. Anche se ci si dimentica di presentare la domanda di ANF contestualmente a quella di NASpI nulla andrà perduto, infatti si potrà aggiungere la richiesta anche in un secondo momento, e addirittura anche dopo che la NASpI è terminata e si avrà diritto agli arretrati (fino a 5 anni dopo il diritto).

Leggi anche: assegni familiari ANF su NASpI, ecco come funziona

NASpI e detrazioni da lavoro dipendente e per familiari a carico

Per ottenere una indennità di disoccupazione più alta altro aspetto da non dimenticare sono le detrazioni da lavoro dipendente e per familiari a carico. In fase di invio della domanda infatti la procedura chiederà se si ha diritto alle detrazioni fiscali; oltre alle detrazioni da lavoro dipendente si potranno ottenere:

  1. le detrazioni per figli a carico;
  2. detrazioni per moglie a carico.

Modello mv10

Il modulo da compilare in questo caso si chiama modello MV10 e come nel caso degli ANF può essere presentato anche in fase successiva. Da notare inoltre che se non sono state richieste le detrazioni anche se spettanti, queste non vanno perse; infatti si potranno usare in fase di conguaglio nella dichiarazione dei redditi 730 dell’anno successivo.

Occhio comunque a questo aspetto: quando si termina un lavoro e in corso di anno si percepisce la NASpI è sempre obbligatorio l’anno successivo presentare la dichiarazione dei redditi, proprio perchè si sarà in presenza di due o più Certificazioni Uniche (ex CUD) e quindi i redditi e le detrazioni andranno necessariamente conguagliate.

NASPI e DID online

La domanda a questo punto è quasi compilata interamente, rimane solo la parte riguardante lo stato di disoccupazione: requisito fondamentale per poter accedere alla prestazione.

Nel caso in cui il disoccupato non si sia recato presso il centro per l’impiego per sottoscrivere la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, questa può essere completata nella sezione 5/6 della domanda on-line di NASPI, velocizzando così i tempi.

Giunti all’ultima schermata, 6/6, non resta che impegnarsi a comunicare all’INPS una serie di dati richiesti che possano inficiare l’efficacia della domanda e dichiarare la veridicità dei dati inseriti, ricontrollare attentamente quanto inserito ed inviare.

Documenti per disoccupazione: cosa allegare alla domanda di NASPI

Quali sono i documenti per la disoccupazione? Vi è la possibilità di allegare documenti alla domanda di NASpI. Sebbene nelle istruzioni non venga riportato l’obbligo di alcun allegato, è consigliabile inviare l’Unilav chiedendolo al datore di lavoro, evitando così eventuali ritardi dovuti a controlli legati alle motivazioni della richiesta di indennità di NASPI.

Come detto sopra inoltre è consigliabile allegare il modello mv10 al fine del calcolo delle detrazioni fiscali spettanti (da lavoro dipendente e familiari a carico).

Avendo a questo punto terminato la compilazione della domanda, rimane un ultimo aspetto da analizzare: il pagamento del sussidio di disoccupazione.

Domanda disoccupazione documenti necessari: modello SR163 abolito

Fra i documenti necessari alla domanda di NASpI occhio al modello SR163. L’INPS ha infatti chiarito che al fine di ricevere i pagamenti relativi alle prestazioni a sostegno del reddito, tra cui, come in questo caso la NASpI, non è più obbligatorio compilare e spedire il modulo SR163.

Il controllo sull’IBAN sarà effettuato autonomamente dall’INPS. Occhio però perchè il conto corrente deve essere obbligatoriamente intestato al richiedente dell’assegno di disoccupazione.

Leggi anche: modello SR163

INPS disoccupazione on line: quando si presenta la domanda di disoccupazione

È bene fare attenzione alle tempistiche nel caso di richiesta di assegno di disoccupazione NASPI.

Infatti la domanda deve essere presentata entro il termine di decadenza di 68 giorni che decorre:

  • data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro;
  • allorché nel corso dei sessantotto giorni si verifichi un evento di maternità, malattia o infortunio indennizzabile, il termine rimane sospeso per un periodo pari alla durata dell’evento e riprende a decorrere al termine dello stesso per la parte residua;
  • data di definizione della vertenza sindacale o dalla data di notifica della sentenza giudiziaria;
  • dalla data di fine del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate;
  • dal trentesimo giorno successivo alla data di cessazione per licenziamento per giusta causa.

Uniche eccezioni riguardano il periodo di emergenza da COVID-19. In questo periodo infatti i tempi per presentare la domanda sono variati: vi invitiamo a contattare un patronato o direttamente l’INPS per sapere le tempistiche attuali.

NASpI e Patto di servizio personalizzato

Entro 15 giorni dalla presentazione in via telematica della domanda di prestazione a sostegno del reddito, il disoccupato deve sottoscrivere presso il Centro per l’Impiego il “Patto di Servizio Personalizzato”.

Questa sorta di contratto serve quindi sia per ricevere il pagamento dell’indennità sia per far partecipare il disoccupato ad attività di politica attiva consistente in corsi di formazione e riqualificazione professionale al fine di ottenere un nuovo inserimento nel mondo del lavoro.

Infatti contiene la definizione del profilo personale di “occupabilità” del soggetto all’interno del mercato del lavoro, in secondo luogo individua un responsabile delle attività per la ricerca attiva di una posizione lavorativa nonché le tempistiche delle attività stesse.

Quando arrivano i soldi della disoccupazione

Dopo aver presentato autonomamente la domanda di disoccupazione NASpI online dalla stessa area è anche possibile vedere quando arriva la NASpI. Non serve quindi rivolgersi all’INPS, anche se per ogni dubbio è bene consultare il contact center INPS numero verde ai numeri 803164 da fisso e 06164164 da mobile.

Su questo punto vi è stata di recente una ulteriore innovazione da parte dell’Istituto Previdenziale; infatti da metà settembre 2018 accedendo alla propria area riservata è possibile controllare:

  1. lo stato di lavorazione e di avanzamento della domanda di NASpI;
  2. il calendario dei pagamenti con importi e date di pagamento;
  3. la proiezione della NASpI con l’importo totale e tutte le prossime date e importi.

NASpI servizio personalizzato e interattivo (video)

In data 6 ottobre 2021 l’INPS informa che agli utenti con domanda di NASpI accolta possono accedere all’area riservata MyINPS tramite SPID, CIE e CNS e trovare una video guida personalizzata che illustra i servizi a loro dedicati.

La video guida indica all’utente:

  1. come è stata calcolata la sua NASpI,
  2. quali sono le regole di compatibilità da considerare,
  3. l’importo e la durata del beneficio

Questo serve ad anticipare le risposte alle domande più frequenti, ovvero:

“Quanto prenderò ogni mese? Per quanti mesi? Quando riceverò l’accredito della prima rata di NASpI ? Cosa devo fare se trovo un nuovo lavoro?”.

La video guida accompagna quindi l’utente nella gestione in autonomia della propria NASpI, aprendo un canale interattivo con INPS, grazie ad apposite icone che compaiono durante il video.

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San Gerlando di Agrigento

 

San Gerlando di Agrigento


San Gerlando di Agrigento

autore: Bottega siciliana anno: sec. titolo: San Gerlando
Nome: San Gerlando di Agrigento
Titolo: Vescovo
Nascita: 1030 circa, Besançon, Francia
Morte: 25 febbraio 1100, Agrigento
Ricorrenza: 25 febbraio
Tipologia: Commemorazione
 
Al vescovo Gerlando si deve la riorganizzazione della diocesi di Agrigento dopo la lunga occupazione musulmana che durò dall’829 al 1086. Nominato primicerio della Schola cantorunt della chiesa di Mileto (Catanzaro) dal gran conte di Sicilia Ruggero I degli Mtavilla, dopo la riconquista di Agrigento dall’occupazione araba e il ristabilimento della gerarchia ecclesiastica nell’isola, Gerlando fu nominato, dallo stesso conte, vescovo della città nel 1088, consacrato poi a Roma da papa Urbano 11 (la bolla di conferma pontificia è del 1098).

La sua opera di riorganizzazione della comunità cristiana di Agrigento, che dopo l’occupazione musulmana contava pochi cristiani, lo portò in sei anni a costruire l’episcopio e la cattedrale, dedicati alla Madonna e a san Giacomo.

Fortificò il castello di Agrigento (nome assunto dalla città nel 1927, ma che allora si chiamava Girgenti dal nome Gergent datole dagli arabi). Partecipò poi al convegno di Mazara del 1098, in cui il conte Ruggero I e i vescovi della Sicilia giunsero a un accordo per la ripartizione delle decime; sempre a Gerlando è dato il merito di aver battezzato e convertito il signore arabo Charnud, chiamato poi Ruggero Achmet.

Gerlando morì il 25 febbraio 1100, e le sue reliquie subirono varie traslazioni a opera dei vescovi agrigentini nel 1159 e 1264. Tuttora è venerato come patrono della città siciliana

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Agrigento, san Gerlando, vescovo, che riordinò la sua Chiesa liberata dal potere dei Saraceni.