Archivio mensile:febbraio 2022

Sant’ Alessandro di Alessandria

 

Sant’ Alessandro di Alessandria


Nome: Sant’ Alessandro di Alessandria
Titolo: Patriarca
Nascita: 250, Alessandria d’Egitto
Morte: 326, Alessandria d’Egitto
Ricorrenza: 26 febbraio
Tipologia: Commemorazione
 
Sant’Alessandro, Vescovo di Alessandria in Egitto, dal 312 al 326, fu uno dei protagonisti di quella dolorosa lotta che aprì la lunga e insidiosa vicenda dell’eresia nota nella storia della Chiesa con il nome di Arianesimo. Sembra che proprio per invidia di Alessandro, eletto Vescovo di Alessandria, l’ambizioso prete Ario, aspirante a quella nomina, cominciasse la sua insidiosa sobillazione. Colto, eloquente e intrigante, Ario cominciò a diffondere una sua dottrina, secondo la quale soltanto il Padre sarebbe stato Dio, mentre Gesù non sarebbe stato che una pura creatura, la più eccellente, ma non divina né eterna. Dunque né Dio né uomo, ma una specie di demiurgo, intermediario tra il Padre e le sue creature. Il Vescovo Alessandro avvertì immediatamente il pericolo di quella dottrina, che disgregava la Trinità. Cercò con i mezzi più persuasivi di correggere Ario, il quale, avendo già avuto l’adesione di molti monaci e di qualche Vescovo, si sentiva ambiziosamente caposcuola e maestro di fede.

Il Patriarca di Alessandria indisse allora un concilio, al quale parteciparono un centinaio di Vescovi dell’Egitto e della Libia, e dal quale uscì la prima condanna dell’Arianesimo. Dopo di che, scrisse una settantina di lettere, dirette ai Vescovi favorevoli ad Ario, per metterli in guardia contro l’errore. Si rivolse quindi al Papa Silvestro, perché intervenisse, con il peso della sua autorità, nella controversia che ormai minacciava di dividere i fedeli. L’Imperatore Costantino scrisse al Vescovo una lettera, per comporre il dissidio, di cui faceva carico, in eguale misura, a lui e ad Ario.

Ma la verità non poteva essere che una. O aveva ragione Alessandro o aveva ragione Ario. La Chiesa non poteva seguire il criterio dell’Imperatore, che troppo superficialmente divideva a metà sia l’errore che la verità. Perciò venne convocato, nel 325. il famoso concilio di Nicea, nel quale Alessandro, già vecchio ma validamente coadiuvato dal grande Atanasio, suo diacono, ebbe la parte maggiore. La condanna dell’Arianesimo venne così solennemente confermata, e la dottrina di Ario fu dichiarata eretica. Il Vescovo di Alessandria poté rientrare nella sua sede, riconfermato come legittimo maestro di dottrina.

L’Imperatore Costantino lo sollecitò ancora perché riaccogliesse l’eretico Ario, vinto ma non convinto, nella comunità dei fedeli. Alessandro, per quanto di carattere dolce, si mostrò fermo e intransigente contro l’errore. Rifiutò il maestro dell’eresia, sempre affermando che la verità non poteva essere che una, inviolabile e intangibile: quella solennemente proclamata dai rappresentanti legittimi della Chiesa, a Nicea, e ancora dichiarata nella professione di fede del « Credo ». Una verità che Ario cercava ancora abilmente di eludere e che il vecchio Patriarca sostenne fino alla morte, avvenuta poco dopo il suo ritorno ad Alessandria.

MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di sant’Alessandro, vescovo: anziano glorioso e dal fervido zelo per la fede, divenuto dopo san Pietro capo della Chiesa di Alessandria, separò dalla comunione ecclesiale il suo sacerdote Ario, pervertito dalla sua insana eresia e confutato dalla verità divina, che egli poi condannò quando entrò a far parte dei trecentodiciotto Padri del Concilio di Nicea I.

Ucraina

Ucraina, Informativa del Presidente Draghi alla Camera dei Deputati

Venerdì, 25 Febbraio 2022

 

Signor Presidente,
Onorevoli Deputati,

Nella notte tra mercoledì e giovedì la Federazione Russa ha lanciato un’offensiva imponente nei confronti dell’Ucraina. 
L’aggressione è avvenuta subito dopo un messaggio con cui il Presidente Putin ha annunciato un’“operazione speciale mirata” in Ucraina orientale, ed è stata preceduta da un attacco cibernetico capillare che ha paralizzato i siti governativi ucraini.
L’invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente. 
Le forze terrestri russe sono entrate in territorio ucraino da nord-est, nord, sudest e dalla costa sud, ed è stato chiuso alla navigazione il Mar d’Azov, isolando i porti di Mariupol e Berdiansk.

Abbiamo registrato esplosioni diffuse, anche nella regione di Leopoli, la più vicina alla frontiera con l’Unione Europea.
Forze anfibie russe sono sbarcate a Odessa, la principale città portuale, dove vi sono notizie di almeno una ventina di vittime.
L’esercito russo prosegue con lanci di missili sulle principali città, anche quelle dell’Ucraina centro-occidentale.
Una pioggia di missili è caduta la scorsa notte su Kiev, mentre l’esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città.
L’esercito russo ha preso il controllo della zona della centrale nucleare di Chernobyl.
L’Ucraina conta finora 137 soldati uccisi e 316 feriti dall’inizio dell’attacco e parla di 800 uomini persi dalle forze russe, che invece non hanno ancora fornito dati sulle vittime dell’invasione.

L’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina: il Ministero dell’Interno ucraino registra vittime civili.
Le immagini a cui assistiamo – di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane – sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea.
Si registrano lunghe file di auto in uscita da Kiev e da altre città ucraine, soprattutto verso il confine con l’UE.
È possibile immaginare un ingente afflusso di profughi verso i Paesi europei limitrofi.

Il Presidente ucraino Zelensky ha affermato la determinazione delle autorità ucraine a resistere e a rispondere al fuoco russo, e a rompere le relazioni diplomatiche con Mosca.
Ieri sera ha emanato un decreto che dispone una “mobilitazione generale” di tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni di età, ai quali è stato fatto divieto di lasciare il Paese. 
Le operazioni rischiano di prolungarsi fino alla distruzione del sistema difensivo ucraino. 
Il governo russo ha avanzato la proposta di trattative dirette con il governo ucraino, e confermato che l’obiettivo è neutralizzare e demilitarizzare l’Ucraina.
Non risulta al momento un riscontro ucraino.

L’Ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. 
L’Ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione.
Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro.
Ai circa 2000 connazionali presenti è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle Autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese.
Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell’Unione Europea un’evacuazione in condizioni di sicurezza. 
Voglio ringraziare l’Ambasciatore Pier Francesco Zazo e tutto il personale dell’Ambasciata per la professionalità, la dedizione, il coraggio che stanno dimostrando in queste ore. 
E voglio ringraziare il Ministro Di Maio, i diplomatici e tutto lo staff della Farnesina, per il loro incessante impegno.

L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. 
L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei.
Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky.
Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato. 
L’Italia ha reagito subito, e ha convocato già nella mattinata di ieri al Ministero degli Affari Esteri l’Ambasciatore della Federazione Russa.
Abbiamo richiamato Mosca a cessare l’offensiva, a ritirare le forze in modo incondizionato, e abbiamo ribadito il pieno sostegno italiano all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina
Sempre nella mattinata di ieri, ho parlato con il Presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco Scholz, il Presidente del Consiglio Europeo Michel, la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen.
Con loro ho condiviso la ferma condanna di un attacco “ingiustificato e non provocato” ai danni dell’Ucraina.

Nel primo pomeriggio, ci siamo riuniti insieme agli altri leader del G7, e abbiamo adottato una Dichiarazione di ferma condanna dell’aggressione russa e di richiamo alla cessazione delle ostilità e di ritorno alle trattative.
Ieri, in serata, ho partecipato a un Consiglio europeo straordinario, a cui ha preso parte anche il Presidente Zelensky, in cui l’Unione Europea ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bielorussia. È stato un momento veramente drammatico quello della connessione con il Presidente Zelensky. E’ nascosto in qualche parte di Kiev. Ha detto che lui non ha più tempo, che l’Ucraina non ha più tempo, che lui e la sua famiglia sono l’obiettivo delle forze di invasione russa. E’ stato un momento drammatico che ha colpito tutti i partecipanti al Consiglio europeo. Oggi, stamattina prima di venire qua, mi ha cercato prima di venire qua, abbiamo fissato   un appuntamento telefonico, per le 9.30, ma non è stato possibile poi fare la telefonata perché il Presidente Zelensky non era più disponibile.
Nel pomeriggio di oggi parteciperò a un Vertice della NATO per coordinare il rafforzamento del fianco orientale e ribadire i principi alla base della nostra posizione. 
Per quanto riguarda il piano bilaterale, stiamo definendo un pacchetto da 110 milioni di euro di aiuti finanziari all’Ucraina a scopi umanitari e di stabilizzazione macro-finanziaria. 
Nell’ambito della Difesa, si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione. 
Il Governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. 
Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile.
Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile.
La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati.
Dal punto di vista militare, la NATO si è già attivata. 
Ieri si è riunito il Consiglio Nord-Atlantico sulla base di quanto previsto dall’articolo 4 del trattato di Washington e ha approvato cinque piani di risposta graduale che, in questa prima fase puntano a consolidare la postura di deterrenza a est. 
Le fasi successive, vincolate ad un’evoluzione dello scenario, prevedono l’assunzione di una postura di “difesa” e, in seguito di “ristabilimento della sicurezza”. 
I piani prevedono due aspetti fondamentali: l’incremento delle forze dispiegate in territorio alleato, con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del Comandante Supremo Alleato in Europa;
e l’utilizzo di regole d’ingaggio predisposte per un impegno immediato. 
Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni – circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania;
e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. 
Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili.
Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della NATO e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini.
L’Italia e la NATO vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea.
Voglio ringraziare il ministro Guerini e le nostre forze armate per la loro prontezza e la loro preparazione.

Per quanto riguarda le sanzioni, l’Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell’Unione Europea, primi tra tutti Francia e Germania. 
Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi.

Mercoledì sono state formalmente approvate le prime misure restrittive verso la Russia, in relazione alla decisione di riconoscere l’indipendenza dei territori di Donetsk e Lugansk.
Queste misure consistono nel bando alle importazioni e alle esportazioni da entità separatiste, sul modello di quanto fatto nel 2014 in risposta all’annessione illegale della Crimea; 
in sanzioni economiche e finanziarie alla Russia, come il divieto di rifinanziamento del debito sovrano sul mercato secondario e il congelamento di asset di tre istituti bancari; 
sanzioni mirate nei confronti di individui e entità, come gli oltre 300 membri della Duma che hanno proposto il riconoscimento dei territori separatisti e che hanno votato a favore.

In seguito all’invasione russa degli scorsi giorni, nel Consiglio Europeo di ieri abbiamo approvato misure molto più stringenti e incisive, che erano in preparazione da settimane.
I relativi atti legislativi sono discussi in queste ore a Bruxelles, e per questo non posso renderne conto in modo esaustivo.
Saranno finalizzati e adottati in tempi rapidissimi. 
Martedì ritornerò sul tema.
Queste sanzioni includono misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, e il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell’Unione Europea;
misure sul settore dell’energia, mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate, usate soprattutto per la raffinazione del petrolio;
misure sul settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni, le tecnologie, i servizi destinati al settore aereo;
un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo delle esportazioni; 
la sospensione degli accordi di facilitazione dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi.
Prevediamo inoltre un secondo “pacchetto” che includa membri della Duma non ancora sanzionati.

In questi giorni, l’Unione Europea ha dato prova della sua determinazione e compattezza.
Siamo pronti a misure ancora più dure se queste non dovessero dimostrarsi sufficienti.

Le sanzioni che abbiamo approvato, e quelle che potremmo approvare in futuro, ci impongono di considerare con grande attenzione l’impatto sulla nostra economia. 
La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa.
Le vicende di questi giorni dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni.
In Italia, abbiamo ridotto la produzione di gas da 17 miliardi di metri cubi all’anno nel 2000 a circa 3 miliardi di metri cubi nel 2020 – a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante tra i 70 e i 90 miliardi circa di metri cubi. 
Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità e evitare il rischio di crisi future. 
Il Governo monitora in modo costante i flussi di gas, in stretto coordinamento con le istituzioni europee.
Abbiamo riunito diverse volte il Comitato di emergenza gas, per regolamentare e analizzare i dati operativi e gli scenari possibili. 
Gli stoccaggi italiani beneficiano dell’aver avuto, a inizio inverno, una situazione migliore rispetto a quello di altri Paesi europei, anche grazie alla qualità delle nostre infrastrutture. 
Il livello di riempimento aveva raggiunto il 90% alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri Paesi europei erano intorno al 75%. 
Gli stoccaggi sono stati poi utilizzati a pieno ritmo e nel mese di febbraio hanno già raggiunto il livello che hanno generalmente a fine marzo.
Questa situazione, che sarebbe stata più grave in assenza di infrastrutture e politiche adeguate, è simile a quella che vivono altri Paesi europei tra cui la Germania. 
La fine dell’inverno e l’arrivo delle temperature più miti ci permettono di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi, ma dobbiamo intervenire per migliorare ulteriormente la nostra capacità di stoccaggio per i prossimi anni. 
L’Italia è impegnata inoltre a spingere l’Unione Europea nella direzione di meccanismi di stoccaggio comune, che aiutino tutti i Paesi a fronteggiare momenti di riduzione temporanea delle forniture. 
Ci auguriamo che questa crisi possa accelerare finalmente una risposta positiva sul tema.

Il Governo è comunque al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica. 
Ci auguriamo che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati.
Le misure di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale, e regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico, dove pure esistono misure di riduzione del carico.

Il Governo è al lavoro inoltre per aumentare le forniture alternative.
Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti.
Il Presidente americano, Joe Biden, ha offerto la sua disponibilità a sostenere gli alleati con maggiori rifornimenti, e voglio ringraziarlo per questo. 

Tuttavia, la nostra capacità di utilizzo è limitata dal numero ridotto di rigassificatori in funzione.
Per il futuro, è quanto mai opportuna una riflessione anche su queste infrastrutture.

Il Governo intende poi lavorare per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico – come il TAP dall’Azerbaijan, il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia, il GreenStream dalla Libia.  
Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato.

Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario. Sì, è necessario.

Per il futuro, la crisi ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica, e a ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture.
Voglio ringraziare il Ministro Cingolani per il lavoro che svolge quotidianamente su questo tema così importante per il nostro futuro.

Ho parlato del gas, ma la risposta più valida nel lungo periodo sta nel procedere spediti, come stiamo facendo, nella direzione di un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili, anche e soprattutto con una maggiore semplificazione delle procedure per l’installazione degli impianti.
A questo proposito vorrei notare che gli ostacoli a una maggiore speditezza su questo percorso non sono tecnici, non sono tecnologici, ma sono solo burocratici.
Ma il gas resta essenziale come combustibile di transizione.
Dobbiamo rafforzare il corridoio sud, migliorare la nostra capacità di rigassificazione e aumentare la produzione nazionale a scapito delle importazioni.
Perché il gas prodotto nel proprio Paese è più gestibile e può essere meno caro.
La crisi di portata storica che l’Italia e l’Europa hanno davanti potrebbe essere lunga e difficile da ricomporre, anche perché sta confermando l’esistenza di profonde divergenze sulla visione dell’ordine internazionale mondiale che non sarà facile superare.
Il Governo intende lavorare senza tregua, in stretto coordinamento con gli alleati, per dare ai cittadini le risposte che cercano in questo momento di grave incertezza.
Per farlo, è essenziale il vostro appoggio – della maggioranza e dell’opposizione.
In queste ore mi sono arrivate dichiarazioni di sostegno da tutti i gruppi politici e dai loro leader.
Vorrei ringraziarli tutti.
Vi sono sinceramente grato, perché il Parlamento è il centro della nostra democrazia, la casa di tutti gli Italiani e la sua vicinanza esprime la vicinanza del Paese. 
Davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti, per essere uniti con l’Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti fra noi.
Grazie.

Ecosistemi forestali: 2 mln euro per nuovo bando del PSR dedicato alla pianificazione forestale

Ecosistemi forestali: 2 mln euro per nuovo bando del PSR dedicato alla pianificazione forestale

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ecosistemi-forestali

L’aiuto prevede un contributo fino al 100% nel caso di ente pubblico, ridotto all’80% nel caso di privati, del costo totale dell’investimento ammissibile pari a 100.000 euro

02/02/2022

È stato pubblicato sul BURL un nuovo bando del Programma di Sviluppo Rurale, dedicato alla misura 8.5.1 b, che destina due milioni di euro alla pianificazione forestale nel Lazio.

“Parliamo di investimenti finalizzati all’ adempimento di impegni a scopi ambientali – dichiara l’Assessora Enrica Onorati – all’offerta di servizi ecosistemici, alla valorizzazione in termini di pubblica utilità delle aree forestali, al rafforzamento della capacità degli ecosistemi di mitigare i cambiamenti climatici, alla corretta gestione degli ecosistemi forestali mediante la redazione dei piani di gestione e di assestamento forestale, intervenendo sia su boschi, aree protette, parchi e Siti Natura 2000, sia sul patrimonio storico-culturale e architettonico regionale.

In una epoca in cui il cambiamento climatico è sempre più evidente con pericolose conseguenze sull’ecosistema e sulla biodiversità, nell’ambito anche delle importanti politiche che la Regione persegue con il progetto Ossigeno, questo bando assume una importanza strategica a 360° nella politica di sviluppo rurale che intendiamo perseguire e sostenere, attraverso una efficace e efficiente pianificazione: tutela dell’ambiente, razionalizzazione delle risorse, mitigazione dei cambiamenti climatici, innovazione in tema ambientale e green economy”.

Lo dichiara in una nota l’Assessora all’Agricoltura, foreste, promozione della filiera e della cultura del cibo, pari opportunità della Regione Lazio, Enrica Onorati.

“La misura prevede l’attivazione nel territorio regionale di interventi che contribuiscano a migliorare la gestione del patrimonio forestale in un’ottica di valorizzazione ambientale, economica e sociale sulle superfici agro-silvo-pastorali del Lazio. Possono presentare domanda soggetti pubblici e privati, singoli, associati o consorziati. Nello specifico: soggetti pubblici proprietari o gestori di superfici boscate e loro consorzi; soggetti privati proprietari o gestori di superfici boscate e loro consorzi; enti di diritto privato o persone fisiche. L’aiuto prevede un contributo fino al 100% nel caso di ente pubblico, ridotto all’80% nel caso di privati, del costo totale dell’investimento ammissibile pari a 100.000 euro”, conclude Onorati.

Il bando, che scade alle 23.59 del 28 aprile, sarà pubblicato su LazioEuropa.

Discoteche e sale da ballo: in arrivo secondo bando per ristori

 

Discoteche e sale da ballo: in arrivo secondo bando per ristori

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Discoteca sala da ballo

Rivisti i criteri per l’erogazione del nuovo contributo, ora più favorevoli rispetto al primo bando. Ulteriore stanziamento di 740.000 euro. Orneli: “Diamo un nuovo sostegno a un settore che ha sofferto in modo rilevante durante l’emergenza pandemica”

22/02/2022

Parte il secondo Bando Ristoro Lazio Discoteche per contributi a fondo perduto a favore delle micro, piccole e medie imprese operanti nel settore delle discoteche, sale da ballo e locali assimilati.

La Regione Lazio ha stabilito un ulteriore stanziamento di 740.000 euro per sostenere le attività imprenditoriali particolarmente colpite dalla situazione emergenziale come discoteche e sale da ballo.

Per ampliare la platea e venire incontro alle richieste della categoria, sono stati rivisti i criteri per l’erogazione del nuovo contributo, ora più favorevoli rispetto al primo bando.

A beneficiare delle misure, oltre alle imprese del Lazio classificate come discoteche e sale da ballo (codice ATECO 93.29.10) saranno comprese anche quelle in possesso di Autorizzazione Permanente di trattenimento danzante che nel 2020 abbiano subito un calo di fatturato pari almeno al 30% rispetto al 2019.

Sono escluse le imprese che nel 2021 sono state sottoposte a provvedimenti di chiusura per violazione delle regole sul contenimento del contagio.

L’importo del contributo si articolerà in tre fasce secondo il fatturato del 2019:

  1. 8.000 euro alle imprese con meno di 500.000 di fatturato;
  2. 12.000 euro alle imprese con fatturato compreso tra 500.000 e 1 milione di euro;
  3. 15.000 euro alle imprese con fatturato superiore a 1 milione di euro.  

“Diamo un nuovo sostegno a un settore che ha sofferto in modo rilevante durante l’emergenza pandemica. Con questo secondo bando ampliamo la platea proprio per raggiungere più imprese possibili, un segnale importante per chi in questi mesi ha subito perdite e chiusure significative”, ha dichiarato Paolo Orneli, assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Startup e Innovazione.

Contratti di lavoro in regime di codatorialità, le istruzioni dell’INL

Contratti di lavoro in regime di codatorialità, le istruzioni dell’INL

Le reti di imprese devono eseguire le comunicazioni contratti di lavoro in regime di codatorialità tramite un’impresa referente

Contratti di lavoro in regime di codatorialità, come comunicare assunzioni, proroghe, trasformazioni e licenziamenti? Quali sono gli adempimenti obbligatori per i lavoratori assunti in codatorialità? A far il punto è l’INL con la Nota n. 315 del 22 febbraio 2022, che ha fornito importanti indicazioni operative in relazione al D.M. 205/2021.

In particolare, l’Ispettorato del lavoro ha specificato che – a decorrere dal 23 febbraio 2022 – le imprese aderenti a un contratto di rete devono effettuare le comunicazioni mediante l’impresa referente. Quest’ultima, infatti, risulta incaricata alle comunicazioni previste e avrà cura di allegare il contratto di rete, comprensivo delle regole di ingaggio che disciplinano la codatorialità.

In relazione ai rapporti di lavoro in codatorialità già in essere al 23 febbraio 2022, sarà, invece, possibile effettuare le comunicazioni entro il 24 marzo 2022 compreso.

Ecco i dettagli.

Contratti di lavoro in regime di codatorialità: nuovo Modello Unirete Assunzione

Le comunicazioni di inizio, trasformazione, proroga e cessazione della codatorialità nell’ambito di un contratto di rete sono effettuate attraverso il modello “Unirete. Tali comunicazioni sono da effettuarsi a far data dal 23 febbraio 2022. In relazione ai rapporti di lavoro in codatorialità già in essere alla predetta data, sarà invece possibile effettuare le comunicazioni entro il giorno 24 marzo 2022.

Gli adempimenti comunicativi dovranno essere effettuati da un’unica impresa retista, ossia il referente del contratto di rete.

Modello Unirete Assunzione: i dati da comunicare

Con il Modello Unirete Assunzione l’impresa referente comunica i dati relativi ai nuovi rapporti di lavoro avviati a seguito dell’attivazione del regime di codatorialità.

Diversamente, per i lavoratori neoassunti in regime di codatorialità dovrà essere individuato un datore di lavoro di riferimento, il quale ha i seguenti obblighi:

  • obblighi di registrazione delle prestazioni lavorative sul Libro unico del Lavoro;
  • adempimenti previdenziali e assicurativi.

I dati richiesti sono i medesimi previsti nel modello Unilav di instaurazione del rapporto di lavoro, con la specifica ulteriore delle “mansioni” svolte dal lavoratore. Il contratto collettivo di lavoro applicato al lavoratore sarà quindi quello del datore di lavoro individuato nella comunicazione.

Per i rapporti di lavoro preesistenti all’attivazione del regime di codatorialità, l’impresa referente provvederà a compilare il medesimo modello Unirete Assunzione. In tal caso, bisogna indicare quale co-datore di riferimento, il datore di lavoro originario presso il quale il lavoratore risulta in forza al momento della sua messa a fattor comune tra le imprese aderenti alla rete.

Modello Unirete Trasformazione: cosa indicare

Il Modello Unirete Trasformazione dovrà essere compilato nei seguenti casi:

  • trasformazione del rapporto di lavoro;
  • trasferimento del lavoratore e di distacco del lavoratore.

In particolare, con riferimento all’istituto del distacco, andrà specificato nell’apposito campo se:

  • l’invio del lavoratore sia verso imprese non appartenenti alla rete;
  • se avvenga verso imprese retiste, non rientranti tra i soggetti co-datori.

Modello Unirete Proroga e Cessazione: i dati da valorizzare

Il Modello Unirete Proroga dovrà essere utilizzato solo se il rapporto di lavoro è a termine, allorché lo stesso venga prorogato oltre il termine stabilito inizialmente.

Mentre il Modello Unirete Cessazione troverà utilizzo nelle ipotesi in cui venga meno il regime di codatorialità per cessazione della rete. In tal caso, l’impresa referente comunicherà la chiusura di tutti i rapporti dei lavoratori in codatorialità; quindi, cesseranno quelli relativi ai lavoratori assunti e messi direttamente a fattor comune.

Aspetti previdenziali nel regime di codatorialità: indicazioni dall’INL

Il lavoratore, benché in codatorialità, deve essere adibito presso ciascun co-datore alle mansioni:

  • per le quali è stato assunto;
  • corrispondenti all’inquadramento superiore che abbia successivamente acquisito;
  • riconducibili allo stesso livello e categoria legale di inquadramento.

Ciò detto, il trattamento previdenziale del lavoratore posto in codatorialità risulta quindi determinato in ragione del CCNL applicabile all’impresa individuata come co-datore di riferimento nella comunicazione UniRete.

Soliderietà nel regime di co-datorialità: i ruoli

La stipula del contratto di rete e dell’accordo di co-datorialità, implica l’insorgenza in capo ai lavoratori coinvolti dell’obbligo di rendere la prestazione lavorativa nei confronti di tutti i co-datori. Questi ultimi, invece, hanno l’obbligo di corrispondere la retribuzione dovuta e di provvedere ai versamenti previdenziali dovuti.

Ne consegue che l’adempimento degli obblighi connessi al rapporto di lavoro potrà essere richiesto, per l’intero, a ciascuno dei co-datori.

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Nuovo Cassetto Previdenziale INPS, dal 1° marzo addio alla vecchia area riservata

Nuovo Cassetto Previdenziale INPS, dal 1° marzo addio alla vecchia area riservata

Cassetto previdenziale INPS, dal 1° marzo 2022 stop al vecchio servizio, si passa al Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente.

Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente

Cassetto previdenziale INPS, dal 1° marzo 2022 stop al vecchio servizio, si passa al Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente e al servizio di Comunicazione Bidirezionale 2.0. Lo comunica lo stesso Istituto, con il messaggio n. 771 del 16 febbraio 2022. La nuova area è già attiva dal dicembre 2020, ma finora si potevano usare entrambe le soluzioni.

La nuova versione del Cassetto INPS dispone di un menu Multi-Gestione, dinamico, modulare e facilmente configurabile. Inoltre, ogni nuova applicazione può essere aggiunta nel sistema, configurandola senza dover sviluppare ulteriori servizi di integrazione. Inoltre, l’Istituto ha semplificato e automatizzato i processi di back-office e il miglioramento complessivo della qualità dei servizi.

Il nuovo sistema garantisce la presenza di tutte le attuali applicazioni esistenti nei cassetti riferiti alle varie gestioni e permette di lavorare con tutte le tipologie di posizioni contributive. Il manuale utente del “Nuovo cassetto Previdenziale del Contribuente” è consultabile tramite il collegamento all’HELP disponibile sul menu principale. L’applicazione è raggiungibile dalla sezione “Servizi per le Aziende e Consulenti” tramite SPID, CNS o CIE 3.0

Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente INPS: come funziona?

Il Cassetto previdenziale del contribuente permette la verifica delle principali informazioni sulla posizione contributiva tramite un unico canale di accesso. Tale strumento consente, quindi, di eseguire una effettiva “navigazione” per la:

  • ricerca dei dati utili;
  • ricerca in successione di singoli elementi di interesse;
  • stampa dell’intero fascicolo (con la raccolta di tutte le caratteristiche aziendali rinvenibili nei vari archivi disponibili dell’Istituto).

Cassetto Previdenziale del Contribuente: funzionalità presenti

Sul punto, l’INPS ha comunicato il rilascio del “Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente”. Ad oggi, accedendo al nuovo Cassetto, ogni nuova applicazione può essere aggiunta, configurandola senza dover sviluppare ulteriori servizi di integrazione.

Il nuovo sistema garantisce la presenza di tutte le attuali applicazioni esistenti nei cassetti riferiti alle varie gestioni e permette di lavorare con tutte le tipologie di posizioni contributive. Il riepilogo con i dati sintetici è attivabile su richiesta.

Il menu è creato dinamicamente in base alla profilazione dell’utente connesso e alla tipologia della posizione contributiva. L’applicazione, si ricorda, è raggiungibile dalla sezione “Servizi per le Aziende e Consulenti” nel sito internet istituzionale.

Comunicazione Bidirezionale 2.0: come funziona

L’INPS ha da tempo avviato anche un radicale processo di trasformazione nella gestione delle proprie attività di Citizen relationship management (CRM), promuovendo:

  • la disponibilità dei servizi attraverso canali diversi;
  • l’erogazione di una più efficace assistenza e consulenza specialistica;
  • la semplificazione ed automazione dei processi di back-office;
  • il miglioramento complessivo della qualità dei servizi.

Nuovo “Cassetto Previdenziale” e “Comunicazione Bidirezionale 2.0”

La funzionalità “Comunicazione Bidirezionale 2.0” del “Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente” consente di:

  • inviare alla Struttura territorialmente competente una richiesta o una comunicazione specifica, relativa ad un ben definito ambito tra quelli presenti nel Cassetto Previdenziale;
  • allegare alla richiesta la documentazione a supporto;
  • visualizzare lo stato della propria richiesta (aperta, in carico, chiusa) coerentemente con lo stato del rispettivo quesito di back-office;
  • visualizzare eventuali commenti inseriti dagli operatori di Sede al momento della modifica dello stato del quesito e l’esito finale;
  • ricevere comunicazioni in tempo reale tramite e-mail e SMS della protocollazione e smistamento alla Struttura territorialmente competente e della successiva chiusura del quesito di back-office;
  • accedere allo storico delle proprie richieste, ricercandole tramite opportuni parametri e visualizzandone il dettaglio.

Comunicazione Bidirezionale: interventi di back-office

Al riguardo, l’INPS informa che sono stati effettuati alcuni interventi sulla piattaforma di Comunicazione Bidirezionale, sia lato “Cassetto previdenziale” che back-office. Tali interventi sono volti a migliorare il livello di servizio offerto.

In particolare, è stata prevista la possibilità di effettuare richieste per posizioni contributive afferenti anche ad altre gestioni la cui visibilità è legata al possesso di una delega attiva su tali posizioni.

In sede di primo rilascio è possibile operare solamente per posizioni afferenti ad Aziende UniEMens. Successivamente, saranno attivate anche le altre gestioni.

Infine, l’“Agenda Appuntamenti” è stata predisposta con la possibilità di prenotare appuntamenti anche per posizioni contributive afferenti ad altre gestioni previdenziali. Al riguardo, analogamente a quanto sopra rappresentato, in sede di primo rilascio, è possibile operare solamente per posizioni afferenti ad Aziende UniEMens.

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