Archivio mensile:febbraio 2022

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: la novità del Milleproroghe

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: la novità del Milleproroghe

In virtù di quanto previsto nella conversione in legge del Milleproroghe, i concorsi pubblici 2022 potranno concludersi senza prove orali.

concorsi pubblici

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022, l’ok finale della Camera dei deputati al disegno di legge di conversione del Decreto Milleproroghe è giunto nel pomeriggio del 22 febbraio 2022. Opportuno notare che nel decreto-legge che comporta “Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi“, è inclusa la proroga al 2022 di varie scadenze originariamente previste per la fine del 2021. Vero è che la Camera aveva già confermato la fiducia nella giornata di lunedì, ed ora il testo passerà al Senato per l’approvazione definitiva.

Nel provvedimento sono incluse distinte disposizioni che attengono alle assunzioni nella PA, ma viene anche esteso al 31 marzo di quest’anno il termine per il ritorno in servizio dei medici pensionati per la lotta alla pandemia. Infatti non bisogna dimenticare la decisione di prorogare dello stato di emergenza fino alla fine del mese prossimo.

Da rilevare altresì che, in fase di conversione in legge sono giunte ulteriori novità, come ad es. l’aumento a 2mila euro del tetto massimo per i pagamenti con denaro contante e l’ok al bonus psicologo.

Soprattutto, vale la pena qui soffermarsi sulla scelta di semplificare i concorsi pubblici per tutto il 2022. Di ciò si ha chiara indicazione nel testo del Milleproroghe. I dettagli.

Concorsi pubblici 2022, l’esame orale è solo eventuale e non obbligatorio

Come appena accennato, il decreto Milleproroghe da convertire in legge (manca ancora l’ok del Senato atteso nei prossimi giorni) include anche novità sui concorsi pubblici 2022. Infatti essi si svolgeranno in modalità semplificata e dunque più rapida, senza obbligo di prevedere la prova orale, oltre a quella scritta. Ciò significa che le amministrazioni pubbliche potranno assumere personale soltanto con una prova scritta – ed anche in forma digitale. Mentre la prova orale sarà una mera eventualità.

D’altronde si tratta di una linea che trova l’appoggio del Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta: la semplificazione dei concorsi pubblici 2022 è necessaria ad accelerare i tempi delle selezioni, dalla pubblicazione dell’avviso, fino all’entrata in servizio dei vincitori. Il tempo stimato dovrebbe essere corrispondente ad un centinaio di giorni in totale. Dunque molto meno rispetto alle tempistiche tradizionali.

Leggi anche: concorso Guardia di Finanza per 1175 allievi marescialli, i dettagli

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: le ragioni alla base dello snellimento dell’iter di selezione

La volontà di accorciare l’iter attraverso il quale assumere nuove persone si fonda sul bisogno di un effettivo turn-over e sulla necessità di avvalersi di nuove risorse debitamente formate e specializzate, onde poter contare su una PA più snella, preparata e vicina alle richieste delle persone. E d’altronde servono procedure concorsuali più semplici e veloci, in quanto occorre affrettarsi ad assumere i vincitori delle prove e portare avanti i progetti del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

In particolare, la deroga agli orali e la procedura semplificata si riferiscono:

  • ai concorsi già banditi al primo aprile 2021, in cui entrò in vigore la normativa emergenziale (ma per i quali non è stata ancora svolta alcuna attività);
  • a tutti i nuovi bandi di concorsi pubblici 2022, pubblicati fino alla fine dello stato di emergenza.

Concorsi pubblici 2022: più di 100mila posti in palio nella PA

La novità dell’esame orale solo eventuale si aggiunge a quella, altrettanto significativa, già introdotta nel 2021. Ci riferiamo ovviamente alla decentralizzazione delle prove di selezione, con svolgimento delle stesse ‘a distanza’, attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e digitali. La finalità di quella novità era rappresentata dalla tutela della salute in una fase in cui la pandemia era una grave minaccia dal punto di vista sanitario.

La sospensione dell’esame orale, ovvero la sua previsione solo eventuale, è fondata – come sopra accennato – sulla necessità di garantire uno svolgimento dei concorsi più semplice e veloce. D’altronde vi sono più di 100mila posti di lavoro da assegnare nella PA – a tempo indeterminato; perciò sbloccare i relativi bandi appare una mossa assolutamente comprensibile. E a ciò si aggiungono alcune decine di migliaia di posti, con contratti a tempo, previsti proprio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ben si comprende l’ottica dello snellimento e della sburocratizzazione delle selezioni.

Leggi anche: aumento stipendio statali da marzo 2022, cifre e destinatari

Quali sono le maggiori selezioni per cui la prova orale non è prevista?

A questo punto, facciamo chiarezza circa i maggiori concorsi pubblici per i quali non è prevista la prova orale:

  • Concorso Ministero Giustizia, 5410 posti;
  • Ripam, 2293 diplomati;
  • Ispettorato del Lavoro, 1249 assunzioni;
  • Ufficio del Processo, 1000 funzionari;
  • Ordinario Scuola Secondaria;
  • docenti educazione motoria;
  • docenti religione cattolica, 5116 posti;
  • Inps, 385 posti.

Ribadiamo infine che fino al 31 dicembre basterà la prova scritta per poter procedere all’assunzione dei vincitori, la prova orale sarà parte della procedura di selezione, a mera discrezione di ogni bando.

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Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: la novità del Milleproroghe

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: la novità del Milleproroghe

In virtù di quanto previsto nella conversione in legge del Milleproroghe, i concorsi pubblici 2022 potranno concludersi senza prove orali.

Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022, l’ok finale della Camera dei deputati al disegno di legge di conversione del Decreto Milleproroghe è giunto nel pomeriggio del 22 febbraio 2022. Opportuno notare che nel decreto-legge che comporta “Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi“, è inclusa la proroga al 2022 di varie scadenze originariamente previste per la fine del 2021. Vero è che la Camera aveva già confermato la fiducia nella giornata di lunedì, ed ora il testo passerà al Senato per l’approvazione definitiva.

Nel provvedimento sono incluse distinte disposizioni che attengono alle assunzioni nella PA, ma viene anche esteso al 31 marzo di quest’anno il termine per il ritorno in servizio dei medici pensionati per la lotta alla pandemia. Infatti non bisogna dimenticare la decisione di prorogare dello stato di emergenza fino alla fine del mese prossimo.

Da rilevare altresì che, in fase di conversione in legge sono giunte ulteriori novità, come ad es. l’aumento a 2mila euro del tetto massimo per i pagamenti con denaro contante e l’ok al bonus psicologo.

Soprattutto, vale la pena qui soffermarsi sulla scelta di semplificare i concorsi pubblici per tutto il 2022. Di ciò si ha chiara indicazione nel testo del Milleproroghe. I dettagli.

Concorsi pubblici 2022, l’esame orale è solo eventuale e non obbligatorio

Come appena accennato, il decreto Milleproroghe da convertire in legge (manca ancora l’ok del Senato atteso nei prossimi giorni) include anche novità sui concorsi pubblici 2022. Infatti essi si svolgeranno in modalità semplificata e dunque più rapida, senza obbligo di prevedere la prova orale, oltre a quella scritta. Ciò significa che le amministrazioni pubbliche potranno assumere personale soltanto con una prova scritta – ed anche in forma digitale. Mentre la prova orale sarà una mera eventualità.

D’altronde si tratta di una linea che trova l’appoggio del Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta: la semplificazione dei concorsi pubblici 2022 è necessaria ad accelerare i tempi delle selezioni, dalla pubblicazione dell’avviso, fino all’entrata in servizio dei vincitori. Il tempo stimato dovrebbe essere corrispondente ad un centinaio di giorni in totale. Dunque molto meno rispetto alle tempistiche tradizionali.

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Concorsi pubblici, niente prove orali per tutto il 2022: le ragioni alla base dello snellimento dell’iter di selezione

La volontà di accorciare l’iter attraverso il quale assumere nuove persone si fonda sul bisogno di un effettivo turn-over e sulla necessità di avvalersi di nuove risorse debitamente formate e specializzate, onde poter contare su una PA più snella, preparata e vicina alle richieste delle persone. E d’altronde servono procedure concorsuali più semplici e veloci, in quanto occorre affrettarsi ad assumere i vincitori delle prove e portare avanti i progetti del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

In particolare, la deroga agli orali e la procedura semplificata si riferiscono:

  • ai concorsi già banditi al primo aprile 2021, in cui entrò in vigore la normativa emergenziale (ma per i quali non è stata ancora svolta alcuna attività);
  • a tutti i nuovi bandi di concorsi pubblici 2022, pubblicati fino alla fine dello stato di emergenza.

Concorsi pubblici 2022: più di 100mila posti in palio nella PA

La novità dell’esame orale solo eventuale si aggiunge a quella, altrettanto significativa, già introdotta nel 2021. Ci riferiamo ovviamente alla decentralizzazione delle prove di selezione, con svolgimento delle stesse ‘a distanza’, attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e digitali. La finalità di quella novità era rappresentata dalla tutela della salute in una fase in cui la pandemia era una grave minaccia dal punto di vista sanitario.

La sospensione dell’esame orale, ovvero la sua previsione solo eventuale, è fondata – come sopra accennato – sulla necessità di garantire uno svolgimento dei concorsi più semplice e veloce. D’altronde vi sono più di 100mila posti di lavoro da assegnare nella PA – a tempo indeterminato; perciò sbloccare i relativi bandi appare una mossa assolutamente comprensibile. E a ciò si aggiungono alcune decine di migliaia di posti, con contratti a tempo, previsti proprio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ben si comprende l’ottica dello snellimento e della sburocratizzazione delle selezioni.

Leggi anche: aumento stipendio statali da marzo 2022, cifre e destinatari

Quali sono le maggiori selezioni per cui la prova orale non è prevista?

A questo punto, facciamo chiarezza circa i maggiori concorsi pubblici per i quali non è prevista la prova orale:

  • Concorso Ministero Giustizia, 5410 posti;
  • Ripam, 2293 diplomati;
  • Ispettorato del Lavoro, 1249 assunzioni;
  • Ufficio del Processo, 1000 funzionari;
  • Ordinario Scuola Secondaria;
  • docenti educazione motoria;
  • docenti religione cattolica, 5116 posti;
  • Inps, 385 posti.

Ribadiamo infine che fino al 31 dicembre basterà la prova scritta per poter procedere all’assunzione dei vincitori, la prova orale sarà parte della procedura di selezione, a mera discrezione di ogni bando.

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Agenzie di viaggio e tour operator, dal 4 marzo le domande di bonus digitalizzazione

Agenzie di viaggio e tour operator, dal 4 marzo le domande di bonus digitalizzazione

Il bonus digitalizzazione agenzie di viaggio e tour operator è stato istituito allo scopo di contribuire al rilancio del settore turismo

Bonus digitalizzazione agenzie di viaggio e tour operator

Bonus digitalizzazione agenzie di viaggio e tour operator, l’articolato quadro delle agevolazioni previste per il 2022 si arricchisce grazie al lancio di questo nuovo incentivo che si potrà richiedere dal 4 marzo. Anche a questa agevolazione di potrà accedere soltanto a determinate condizioni.

Ecco di seguito una sintetica panoramica sul beneficio economico, onde sgomberare il campo da possibili dubbi e non correre il rischio di perdere l’occasione di sfruttarlo.

I dettagli.

Bonus digitalizzazione agenzie di viaggio e tour operator: di che si tratta

Il bonus in oggetto consiste in un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per comprare software e attrezzature – ossia per attività di sviluppo digitale – fino all’importo massimo di 25mila euro. Di questa agevolazione si trova traccia nell’art. 4 del Dl n. 152 del 2021, che include disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Tra le spese per le quali si può ottenere il credito d’imposta abbiamo, ad esempio, quelle legate all’ottimizzazione del sito web dell’agenzia; all’acquisto di programmi e sistemi informatici per la vendita diretta di servizi e pernottamenti; alla presenza di spazi e pubblicità per promuovere e commercializzare online servizi e pernottamenti turistici, e quelle correlate alla formazione del titolare o del personale dipendente.

Ogni soggetto beneficiario potrà presentare una sola richiesta di autorizzazione alla fruizione del credito d’imposta, che può essere usato soltanto in compensazione attraverso modello F24 dall’anno posteriore a quello nel quale gli interventi sono stati compiuti (senza applicazione dei limiti per l’utilizzo dei crediti di imposta).

Leggi anchebonus revisione auto e moto, cos’è e come funziona

Bonus agenzie di viaggio, quanto spetta

Al fine di consentire l’accesso al bonus digitalizzazione turismo, le risorse stanziate corrispondono a circa 18 milioni di euro per il 2022. In totale i fondi disponibili arrivano a 98 milioni di euro per i prossimi anni, ed è prevista una riserva del 40% rivolta agli interventi da compiersi nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. E’ chiara la finalità di contribuire al rilancio di un settore come quello del turismo, gravemente danneggiato dalle conseguenze dell’accoppiata pandemia-restrizioni.

In base a quanto si apprende, è sicuro che detto bonus digitalizzazione sarà accessibile agli interessati ed aventi anche nei prossimi anni, fino al 31 dicembre 2024. Tuttavia rimarchiamo che la scadenza di cui tener conto, onde accedere ai benefici nel corso di quest’anno, è fissata al 4 aprile.

Chi sono i destinatari dell’incentivo

Opportuno inquadrare nel dettaglio coloro che possono aver accesso al bonus digitalizzazione in oggetto, giacché ricorrono specifici requisiti. Ebbene, detta agevolazione potrà essere domandata da agenzie di viaggi e dai tour operator con codice ATECO 79.1, 79.11, 79.12, ma non solo. Dette realtà dovranno avere e conservare per il quinquennio successivo all’ottenimento del bonus i requisiti che seguono:

  • regolare iscrizione al Registro delle imprese;
  • essere in regola rispetto alla verifica della regolarità contributiva (DURC) ovvero non essere obbligato alla regolarità contributiva;
  • non essere in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di concordato preventivo ovvero sottoposti ad altre procedure concorsuali;
  • essere in regola con gli obblighi legati al versamento delle imposte e tasse in base alle norme vigenti;
  • in ipotesi di imprese estere, avere una sede operativa nel nostro paese già attiva presso il Registro delle imprese alla data della domanda.

Come si può notare, si tratta di condizioni ben precise, a cui ogni possibile interessato a questo bonus fiscale dovrà fare riferimento.

Come fare domanda per ottenere il bonus digitalizzazione

Tutti i soggetti interessati a conseguire il bonus debbono sapere che le relative istanze dovranno essere trasmesse attraverso la piattaforma informatica accessibile dal sito web di Invitalia, facendo riferimento alle modalità applicative, di cui all‘avviso pubblico del ministero del Turismo, pubblicato lo scorso 18 febbraio.

Le agenzie di viaggio e tour operator interessate a beneficiare del credito d’imposta, e aventi i suddetti requisiti, hanno la possibilità di richiedere e conseguire l’agevolazione a partire dalle ore 12 del 4 marzo, servendosi del canale ad hoc, attivato sul portale web Invitalia. Da notare altresì che sarà possibile fare domanda entro le ore 17,00 del 4 aprile 2022. I citati contributi saranno assegnati fino all’esaurimento delle risorse disponibili.

In particolare, il Ministero del Turismo procederà alla concessione del credito d’imposta, sulla scorta dell’ordine cronologico di ricezione delle domande.

L’accesso al portale, e l’utilizzo della piattaforma, sarà ammesso secondo le ormai consuete credenziali, ossia SPID; CIE, carta d’Identità Elettronica; CNS, Carta Nazionale dei Servizi.

Leggi anche: bonus psicologo, cos’è, come funziona e destinatari

Cosa indicare nella domanda e documenti necessari?

L’interessato deve inserire nella domanda:

  • i dati anagrafici di colui che richiede l’agevolazione;
  • la tipologia degli investimenti;
  • il costo totale degli interventi, l’ammontare delle spese ammissibili;
  • data di inizio e di conclusione degli interventi previsti.

La richiesta  – e gli allegati – dovranno essere firmati digitalmente dal legale rappresentante del soggetto beneficiario, il quale peraltro dovrà essere in possesso di una casella di posta elettronica certificata (PEC).

Ricordiamo infine che il bonus digitalizzazione per agenzie di viaggio e tour operator rientra tra i cd. aiuti di Stato e non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi né del valore della produzione netta ai fini IRAP.

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Domanda di disoccupazione: come fare e documenti necessari

Domanda di disoccupazione: come fare e documenti necessari

Come richiedere la disoccupazione? La domanda di disoccupazione va presentata online o tramite patronato: come fare e documenti necessari

Domanda di disoccupazione

Come fare domanda di disoccupazione? Dove si richiede? Quali sono i documenti necessari? Quando si presenta la domanda? Ecco le istruzioni dettagliate alla domanda di NASpI sul sito, oppure tramite patronato o numero verde INPS, i requisiti da rispettare e i documenti necessari fra cui la DID e il Patto di servizio Personalizzato o quelli facoltativi tipo il modello MV10. Una novità riguarda l’abolizione del modello SR163 che non va più allegato alla domanda di assegno di disoccupazione. Altre novità sono l’abolizione del PIN INPS dal 1° ottobre 2021 e il nuovo servizio NASpI – servizio personalizzato e interattivo.

Pubblichiamo questa guida per venire incontro alle esigenze di chi si trova a perdere involontariamente il lavoro, ossia nei casi in cui il lavoratore venga licenziato per riduzione di personale, per fine contratto o per qualsiasi altra motivazione. Allo stesso tempo questa guida vale anche per chi da le dimissioni per giusta causa o nei periodi tutelati.

Ma prima di vedere quali sono gli step per fare la domanda di sussidio di disoccupazione, vediamo in breve quali sono i requisiti per averne diritto.

Domanda di disoccupazione, quali sono i requisiti

Ricordiamo, come detto in premessa, che uno dei presupposti della disoccupazione NASpI è la perdita involontaria dell’occupazione; oltre a questo requisito inoltre il lavoratore deve rispettare:

  1. il requisito contributivo: il lavoratore deve poter far valere, nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, almeno tredici settimane di contribuzione
  2. il requisito lavorativo: il lavoratore deve poter far valere trenta giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione.

Detto ciò passiamo a vedere, una volta constatato di avere i requisiti necessari, come fare domanda di disoccupazione.

Dove chiedere la disoccupazione

Verificate quindi le condizioni di cui sopra, vediamo ora dove richiedere la disoccupazione. Per richiedere il sussidio di disoccupazione, si può optare per una di queste tre modalità:

  1. domanda di Naspi online direttamente dal sito www.inps.it se in possesso del PIN dispositivo INPS (abolito dal 1° ottobre 2021). Oppure di SPID (o CNS o Carta d’identità elettronica);
  2. domanda di disoccupazione attraverso l’ausilio di un patronato;
  3. richiesta di disoccupazione tramite Contact Center Multicanale INPS, chiamando da rete fissa il numero gratuito 803164 oppure da cellulare il numero 06164164.

Mentre la prima e la terza opzione sono completamente gratuite, nel caso di domanda tramite patronato questo non potrà richiedere alcun onorario in fase di invio della domanda; ma lo stesso ha la facoltà di trattenere una quota percentuale mensilmente su tutta la durata della disoccupazione.

Ecco perchè anche senza assistenza è molto meglio presentare la domanda autonomamente per risparmiare il più possibile. Ora che abbiamo visto quali sono i requisiti e dove chiedere la disoccupazione, ci concentreremo quindi sulla domanda di NASpI online effettuata direttamente dal disoccupato.

Come fare la domanda di disoccupazione

Come richiedere la disoccupazione? Dove si fa la domanda? Se non si vuole andare dal patronato si può procedere personalmente; in tal caso l’unica via è quella di fare domanda di disoccupazione NASpI online.

Per prima cosa, se non già in possesso, è necessario richiedere SPID. Dal 1° ottobre 2021 il PIN INPS non funziona più per il cittadino, che viene sostituito progressivamente e definitivamente dallo SPID.

Ad oggi quindi solo se si ha SPID si potrà operare direttamente sul sito. Si potrà comunque accedere all’area riservata e presentare la domanda autonomamente anche tramite Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o Carta d’identità elettronica.

N.B. Dal 1° ottobre 2021 il PIN non è più operativo e si può accedere ai vari servizi solo con SPID, CIE 3.0 o CNS. Oppure si può fare una delega SPID servizi INPS.

INPS disoccupazione on line: dove si trova il servizio

Come fare la domanda di disoccupazione online: essendo abilitati a procedere si deve eseguire il login nell’area dei Servizi online del sito INPS (tramite SPID) e seguire questo percorso:

  1. servizi per il cittadino;
  2. selezionare l’opzione “invio domande di prestazioni a sostegno del reddito”;
  3. cliccare sulla dicitura NASPI che comparirà sulla barra di sinistra, quindi nella sotto sezione “Indennità di NASPI” e compilare la domanda.

La domanda di disoccupazione NASpI online si compone di 6 sezioni e i dati da inserire sono ovviamente anagrafici e lavorativi. Viene caricata automaticamente la posizione contributiva del soggetto richiedente e nelle schermate successive bisogna indicare informazioni specifiche. Riferite ad esempio alla ricezione o meno del periodo di preavviso oppure a periodi di lavoro svolti all’estero.

Nella nuova schermata proposta è necessario dichiarare il possesso del requisito delle 30 giornate di effettivo lavoro nei 12 mesi precedente. Contestualmente se si svolge attività lavorativa in forma autonoma dal quale derivi un reddito compatibile al mantenimento dello stato di disoccupazione (4.800 euro annui).

Gli ultimi passaggi riguardano la scelta di applicare le detrazioni familiari sull’importo derivante dall’assegno di NASPI (MV10 INPS) e se si vogliono percepire gli assegni familiari.

Sussidio di disoccupazione e assegni familiari (ANF)

Non tutti sanno che anche durante la ricezione del sussidio di disoccupazione è possibile percepire gli assegni per il nucleo familiare (anche detti assegni familiari o ANF). In questo caso sarà direttamente l’INPS a erogarli insieme alla disoccupazione.

L’importante è compilare la domanda di ANF mentre si presenta la domanda di disoccupazione online. Anche se ci si dimentica di presentare la domanda di ANF contestualmente a quella di NASpI nulla andrà perduto, infatti si potrà aggiungere la richiesta anche in un secondo momento, e addirittura anche dopo che la NASpI è terminata e si avrà diritto agli arretrati (fino a 5 anni dopo il diritto).

Leggi anche: assegni familiari ANF su NASpI, ecco come funziona

NASpI e detrazioni da lavoro dipendente e per familiari a carico

Per ottenere una indennità di disoccupazione più alta altro aspetto da non dimenticare sono le detrazioni da lavoro dipendente e per familiari a carico. In fase di invio della domanda infatti la procedura chiederà se si ha diritto alle detrazioni fiscali; oltre alle detrazioni da lavoro dipendente si potranno ottenere:

  1. le detrazioni per figli a carico;
  2. detrazioni per moglie a carico.

Modello mv10

Il modulo da compilare in questo caso si chiama modello MV10 e come nel caso degli ANF può essere presentato anche in fase successiva. Da notare inoltre che se non sono state richieste le detrazioni anche se spettanti, queste non vanno perse; infatti si potranno usare in fase di conguaglio nella dichiarazione dei redditi 730 dell’anno successivo.

Occhio comunque a questo aspetto: quando si termina un lavoro e in corso di anno si percepisce la NASpI è sempre obbligatorio l’anno successivo presentare la dichiarazione dei redditi, proprio perchè si sarà in presenza di due o più Certificazioni Uniche (ex CUD) e quindi i redditi e le detrazioni andranno necessariamente conguagliate.

NASPI e DID online

La domanda a questo punto è quasi compilata interamente, rimane solo la parte riguardante lo stato di disoccupazione: requisito fondamentale per poter accedere alla prestazione.

Nel caso in cui il disoccupato non si sia recato presso il centro per l’impiego per sottoscrivere la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, questa può essere completata nella sezione 5/6 della domanda on-line di NASPI, velocizzando così i tempi.

Giunti all’ultima schermata, 6/6, non resta che impegnarsi a comunicare all’INPS una serie di dati richiesti che possano inficiare l’efficacia della domanda e dichiarare la veridicità dei dati inseriti, ricontrollare attentamente quanto inserito ed inviare.

Documenti per disoccupazione: cosa allegare alla domanda di NASPI

Quali sono i documenti per la disoccupazione? Vi è la possibilità di allegare documenti alla domanda di NASpI. Sebbene nelle istruzioni non venga riportato l’obbligo di alcun allegato, è consigliabile inviare l’Unilav chiedendolo al datore di lavoro, evitando così eventuali ritardi dovuti a controlli legati alle motivazioni della richiesta di indennità di NASPI.

Come detto sopra inoltre è consigliabile allegare il modello mv10 al fine del calcolo delle detrazioni fiscali spettanti (da lavoro dipendente e familiari a carico).

Avendo a questo punto terminato la compilazione della domanda, rimane un ultimo aspetto da analizzare: il pagamento del sussidio di disoccupazione.

Domanda disoccupazione documenti necessari: modello SR163 abolito

Fra i documenti necessari alla domanda di NASpI occhio al modello SR163. L’INPS ha infatti chiarito che al fine di ricevere i pagamenti relativi alle prestazioni a sostegno del reddito, tra cui, come in questo caso la NASpI, non è più obbligatorio compilare e spedire il modulo SR163.

Il controllo sull’IBAN sarà effettuato autonomamente dall’INPS. Occhio però perchè il conto corrente deve essere obbligatoriamente intestato al richiedente dell’assegno di disoccupazione.

Leggi anche: modello SR163

INPS disoccupazione on line: quando si presenta la domanda di disoccupazione

È bene fare attenzione alle tempistiche nel caso di richiesta di assegno di disoccupazione NASPI.

Infatti la domanda deve essere presentata entro il termine di decadenza di 68 giorni che decorre:

  • data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro;
  • allorché nel corso dei sessantotto giorni si verifichi un evento di maternità, malattia o infortunio indennizzabile, il termine rimane sospeso per un periodo pari alla durata dell’evento e riprende a decorrere al termine dello stesso per la parte residua;
  • data di definizione della vertenza sindacale o dalla data di notifica della sentenza giudiziaria;
  • dalla data di fine del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate;
  • dal trentesimo giorno successivo alla data di cessazione per licenziamento per giusta causa.

Uniche eccezioni riguardano il periodo di emergenza da COVID-19. In questo periodo infatti i tempi per presentare la domanda sono variati: vi invitiamo a contattare un patronato o direttamente l’INPS per sapere le tempistiche attuali.

NASpI e Patto di servizio personalizzato

Entro 15 giorni dalla presentazione in via telematica della domanda di prestazione a sostegno del reddito, il disoccupato deve sottoscrivere presso il Centro per l’Impiego il “Patto di Servizio Personalizzato”.

Questa sorta di contratto serve quindi sia per ricevere il pagamento dell’indennità sia per far partecipare il disoccupato ad attività di politica attiva consistente in corsi di formazione e riqualificazione professionale al fine di ottenere un nuovo inserimento nel mondo del lavoro.

Infatti contiene la definizione del profilo personale di “occupabilità” del soggetto all’interno del mercato del lavoro, in secondo luogo individua un responsabile delle attività per la ricerca attiva di una posizione lavorativa nonché le tempistiche delle attività stesse.

Quando arrivano i soldi della disoccupazione

Dopo aver presentato autonomamente la domanda di disoccupazione NASpI online dalla stessa area è anche possibile vedere quando arriva la NASpI. Non serve quindi rivolgersi all’INPS, anche se per ogni dubbio è bene consultare il contact center INPS numero verde ai numeri 803164 da fisso e 06164164 da mobile.

Su questo punto vi è stata di recente una ulteriore innovazione da parte dell’Istituto Previdenziale; infatti da metà settembre 2018 accedendo alla propria area riservata è possibile controllare:

  1. lo stato di lavorazione e di avanzamento della domanda di NASpI;
  2. il calendario dei pagamenti con importi e date di pagamento;
  3. la proiezione della NASpI con l’importo totale e tutte le prossime date e importi.

NASpI servizio personalizzato e interattivo (video)

In data 6 ottobre 2021 l’INPS informa che agli utenti con domanda di NASpI accolta possono accedere all’area riservata MyINPS tramite SPID, CIE e CNS e trovare una video guida personalizzata che illustra i servizi a loro dedicati.

La video guida indica all’utente:

  1. come è stata calcolata la sua NASpI,
  2. quali sono le regole di compatibilità da considerare,
  3. l’importo e la durata del beneficio

Questo serve ad anticipare le risposte alle domande più frequenti, ovvero:

“Quanto prenderò ogni mese? Per quanti mesi? Quando riceverò l’accredito della prima rata di NASpI ? Cosa devo fare se trovo un nuovo lavoro?”.

La video guida accompagna quindi l’utente nella gestione in autonomia della propria NASpI, aprendo un canale interattivo con INPS, grazie ad apposite icone che compaiono durante il video.

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San Gerlando di Agrigento

 

San Gerlando di Agrigento


San Gerlando di Agrigento

autore: Bottega siciliana anno: sec. titolo: San Gerlando
Nome: San Gerlando di Agrigento
Titolo: Vescovo
Nascita: 1030 circa, Besançon, Francia
Morte: 25 febbraio 1100, Agrigento
Ricorrenza: 25 febbraio
Tipologia: Commemorazione
 
Al vescovo Gerlando si deve la riorganizzazione della diocesi di Agrigento dopo la lunga occupazione musulmana che durò dall’829 al 1086. Nominato primicerio della Schola cantorunt della chiesa di Mileto (Catanzaro) dal gran conte di Sicilia Ruggero I degli Mtavilla, dopo la riconquista di Agrigento dall’occupazione araba e il ristabilimento della gerarchia ecclesiastica nell’isola, Gerlando fu nominato, dallo stesso conte, vescovo della città nel 1088, consacrato poi a Roma da papa Urbano 11 (la bolla di conferma pontificia è del 1098).

La sua opera di riorganizzazione della comunità cristiana di Agrigento, che dopo l’occupazione musulmana contava pochi cristiani, lo portò in sei anni a costruire l’episcopio e la cattedrale, dedicati alla Madonna e a san Giacomo.

Fortificò il castello di Agrigento (nome assunto dalla città nel 1927, ma che allora si chiamava Girgenti dal nome Gergent datole dagli arabi). Partecipò poi al convegno di Mazara del 1098, in cui il conte Ruggero I e i vescovi della Sicilia giunsero a un accordo per la ripartizione delle decime; sempre a Gerlando è dato il merito di aver battezzato e convertito il signore arabo Charnud, chiamato poi Ruggero Achmet.

Gerlando morì il 25 febbraio 1100, e le sue reliquie subirono varie traslazioni a opera dei vescovi agrigentini nel 1159 e 1264. Tuttora è venerato come patrono della città siciliana

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Agrigento, san Gerlando, vescovo, che riordinò la sua Chiesa liberata dal potere dei Saraceni.

Calcolo della pensione: neutralizzazione contributi per disoccupazione

Calcolo della pensione: neutralizzazione contributi per disoccupazione

Il messaggio 23 febbraio 2022, n. 883 illustra gli effetti della sentenza della Corte costituzionale n. 82/2017 sul calcolo della retribuzione pensionabile nei casi in cui le ultime 260 settimane di contribuzione comprendano contributi per disoccupazione non necessari a raggiungere i requisiti minimi per la pensione.

In particolare, il messaggio indica i criteri applicativi della neutralizzazione dei periodi di contribuzione per disoccupazione qualora questa neutralizzazione determini un importo della pensione più favorevole.

I periodi di contribuzione per disoccupazione sono quelli che derivano dall’erogazione di indennità di disoccupazione (ordinaria, ai rimpatriati e agricola), Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI), mini-ASpI e Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego ( NASpI ).

La ricostituzione dei trattamenti pensionistici avviene a domanda degli interessati e ha effetto dall’originaria decorrenza della pensione. La corresponsione degli arretrati avverrà nei limiti della prescrizione.

Con un successivo messaggio l’INPS fornirà le istruzioni operative.

Organismi sportivi: ripresa dei versamenti dei contributi sospesi

Organismi sportivi: ripresa dei versamenti dei contributi sospesi

Con la circolare INPS 27 gennaio 2022, n. 14 l’Istituto ha fornito le indicazioni in merito alla sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali da parte degli organismi sportivi.

 L’INPS, con messaggio 23 febbraio 2022, n. 884, torna sull’argomento per fornire le istruzioni relative alla sospensione e alla ripresa dei versamenti.

Il versamento dei contributi sospesi può essere effettuato, senza applicazione di sanzioni e interessi, in unica soluzione entro il 31 marzo 2022 o mediante rateizzazione, fino a un massimo di nove rate mensili di pari importo, con scadenza della prima rata entro il 31 marzo 2022.

Pensioni, requisito dell’età pensionabile invariato fino al 31 dicembre 2024

Pensioni, requisito dell’età pensionabile invariato fino al 31 dicembre 2024

L’INPS recepisce il DM del 27 ottobre 2021 sull’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.

Rimarrà invariato fino al 31 dicembre 2024 il requisito dell’età pensionabile, ovvero i requisiti anagrafici necessari per l’accesso alla pensione di vecchiaia. L’INPS recepisce quanto stabilito con Decreto Ministeriale del MEF del 27 ottobre 2021 recante “Adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.”

Pertanto, il requisito per la pensione di vecchiaia rimane a 67 anni per il biennio 2023-2024. Per la pensione anticipata, invece, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026, è necessario possedere:

  • 42 anni e 10 mesi (2227 settimane), per gli uomini
  • 41 anni e 10 mesi (2175 settimane), per le donne.

Ecco i dettagli nella circolate INPS n. 28 del 18 febbraio 2022.

Pensione di vecchiaia 2023-2024, i requisiti anagrafici

Come appena accennato, per il biennio 2023-2024, il requisito anagrafico per accedere alla pensione di vecchiaia è pari a 67 anni. Dal 1° gennaio 2025, invece, il requisito anagrafico di 67 anni sarà adeguato alla speranza di vita stimata dall’ISTAT. Chiaramente, per accedere ala pensione di vecchiaia è necessario possedere altresì un minimo di 20 anni di contributi.

È comunque possibile accedere alla pensione anche con soli 5 anni di contributi, purché il primo accredito contributivo sia decorso dal 1° gennaio 1996. In tal caso, occorre perfezionare 71 anni d’età.

Per i cosiddetti lavoratori “gravosi” ovvero gli addetti ai lavori gravosi con almeno 30 anni di contributi che, contestualmente hanno acquisito uno sconto strutturale di cinque mesi sull’età pensionabile, viene confermata l’età pensionabile di 66 anni e 7 mesi.

Pensione di anticipata 2023-2024, i requisiti contributivi

Non cambia nulla invece per il requisito contributivo per accedere alla pensione anticipata; occorre sempre maturate – dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026 – almeno:

  • 42 anni e 10 mesi (2227 settimane), per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi (2175 settimane), per le donne
  • 41 anni (2132 settimane), per i lavoratori precoci

L’accesso alla pensione anticipata prescinde dall’età anagrafica e grazie al Decreto-Legge 4/2019 ha beneficiato dell’esenzione dall’applicazione degli adeguamenti alla speranza di vita sino al 31 dicembre 2026.

Per i soggetti che hanno versato il primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, l’adeguamento all’incremento della speranza di vita, deve applicarsi anche al requisito anagrafico previsto, che consente l’accesso alla pensione anticipata con:

  • almeno 20 anni di contribuzione effettiva;
  • il requisito del cd. importo soglia mensile che, dal 1° gennaio 2019, si perfeziona al raggiungimento dei 64 anni.

Al riguardo, non bisogna dimenticare che il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico anticipato si perfeziona trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei predetti requisiti.

Lavoratori precoci, i requisiti per il 2023-2026

Come accennato sopra i requisiti contributivi per la pensione anticipata per i lavoratori “precoci”, sia uomini che donne, si perfezionano a 41 anni (2132 settimane), dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026.

Sistema delle quote, i requisiti contributivi e anagrafici per il 2023-2024

Per quanto concerne la pensione con il sistema delle cd. quote, occorre essere in possesso di

  • almeno 35 anni di contributi e di un’età anagrafica minima di 62 anni, fermo restando il raggiungimento di quota 98 per i lavoratori dipendenti pubblici e privati;
  • almeno 35 anni di contributi e di un’età anagrafica minima di 63 anni, fermo restando il raggiungimento di quota 99 per i lavoratori autonomi iscritti all’Inps.

Pensione in totalizzazione, i nuovi requisiti anagrafici

Infine, per quanto riguarda la pensione in totalizzazione, i requisiti pensionistici sono i seguenti:

  • pensione di vecchiaia: dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024 (66 anni);
  • pensione di anzianità: dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024 (41 anni).

In conclusione, non bisogna dimenticare che per la pensione in totalizzazione, sia per accedere alla pensione di vecchiaia che alla pensione di anzianità, bisogna aspettare la cd. finestra mobile.

Allegati

Alleghiamo di seguito la Circolare INPS n. 28 del 18/02/2022 e il DM 27-10-2021 del MEF.

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Incentivi imprese turistiche

Incentivi imprese turistiche, domande di superbonus dal 28 febbraio 2022

Incentivi imprese turistiche, ecco le date per presentare la richiesta di Tax credit e contributo a fondo perduto Turismo tramite Invitalia.

Incentivi imprese turistiche, le domande di per accedere a Tax credit e contributo a fondo perduto Turismo (cosiddetto superbonus alberghi), potranno essere inviate a partire dal 28 febbraio al 30 marzo sul sito di Invitalia; invece dal 21 febbraio è possibile accedere alla sezione informativa dell’incentivo superbonus turismo e scaricare il fac-simile della domanda, la guida alla sua compilazione e l’elenco degli allegati obbligatori e facoltativi. Sul sito di Invitalia sarà possibile accedere alla piattaforma per compilare il form online, caricare gli allegati ed effettuare l’invio della domanda.

Dall’attivazione della procedura, le imprese hanno trenta giorni di tempo per presentare le istanze. Il ministero del Turismo, entro sessanta giorni dalla scadenza, pubblicherà online l’elenco dei beneficiari.

Ecco i dettagli.

Tax credit e contributo a fondo perduto Turismo: cos’è il cosiddetto superbonus alberghi

L’art.1 del D.L. 152/2021, c.d. decreto Piano nazionale ripresa e resilienza, PNRR, prevede una serie di incentivi per la ristrutturazione delle strutture turistiche e ricettive. Il mix di incentivi per il turismo (Tax credit e contributo a fondo perduto) è chiamato anche superbonus alberghi o superbonus turismo.

Le agevolazioni si sostanziano in contributi a fondo perduto, crediti d’imposta e finanziamenti a tasso agevolato. Si attendeva da parte del Ministero del Turismo, la pubblicazione delle modalità di presentazione delle istanza per richiedere il superbonus alberghi. Qui invece è possibile trovare l’elenco delle spese ammissibili.

Incentivi imprese turistiche, domande dal 28 febbraio

Con un avviso pubblicato nei giorni scorsi, il Ministero del Turismo ha reso noto che:

  • a partire dal giorno 21 febbraio sul sito di Invitalia è possibile accedere alla sezione informativa dell’incentivo e scaricare il facsimile della domanda, la guida alla sua compilazione e la modulistica degli allegati;
  • a partire dalle ore 12:00 del 28 febbraio sul sito di Invitalia (al link che verrà comunicato in seguito) sarà possibile accedere alla piattaforma per compilare il format online, caricare gli allegati ed effettuare l’invio della domanda.

Sul primo punto, la sezione informativa è stata attivata da Invitalia ed è disponibile al seguente link .

La domanda può essere presentata dalle 12.00 del 28 febbraio alle 17.00 del 30 marzo 2022.

A tal fine, è necessario: essere in possesso di un’identità digitale (SPID, CNS, CIE); accedere all’area riservata per compilare online la domanda. Inoltre ,bisogna disporre di una firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).

Al termine della procedura online viene assegnato un protocollo elettronico.

Incentivi imprese turistiche, come inviare le domande

Le domande per la concessione e l’erogazione del contributo a fondo perduto e del credito d’imposta devono essere compilate e presentate esclusivamente tramite la procedura on line dal sito di Invitalia.

La compilazione e l’invio delle domande deve essere effettuata dal  rappresentante legale dell’impresa come risultante dal Registro delle imprese, ovvero avvalendosi di un intermediario. Ad esempio il proprio consulente di fiducia.

Attenzione, la domanda ed i relativi allegati devono essere firmati digitalmente, a pena di nullità, dal rappresentante legale del soggetto richiedente.

I documenti da allegare alla domanda

Gli allegati sono caratterizzati sia da documenti obbligatori ossia da allegare necessariamente alla domanda sia da documenti facoltativi.

Nello specifico, devono essere necessariamente allegati alla domanda:

  • la scheda progetto;
  • il documento di identità e codice fiscale del legale rappresentante e (se presente) del delegato con procura;
  • la dichiarazione rispetto dei principi PNRR;
  • la DSA ossia dichiarazione sostitutiva del possesso dei requisiti richiesti dalla norma;
  • l’Asseverazione del tecnico abilitato sulla congruenza dei costi e la coerenza tempistica di realizzazione (per la quale non è previsto un format).

E’ necessario la dichiarazione sostitutiva “Antimafia” nel caso in cui l’agevolazione richiesta sia superiore a 150.000 euro.

Documenti non obbligatori

Rientrano invece tra i documenti da allegare solo se il richiedente ne è effettivamente in possesso,  i seguenti:

      • procura/Atto depositato presso CCIAA – Poteri di firma del delegato;
      • regolarità contributiva – DURC:
      • contratto di gestione dell’attività ricettiva o di servizio turistico;
      • relazione tecnica ed elaborati grafici del progetto;
      • estremi dei titoli abilitativi e autorizzazioni (DIA, SCIA, CILA o CILAS);
      • permesso a costruire;
      • nulla osta paesaggistico;
      • contratto di affiliazione franchising;
      • certificazione di compatibilità e rispetto delle prescrizioni del principio DNSH (non arrecare un danno significativo) – solo per i progetti conclusi;
      • attestato di prestazione energetica relativo agli interventi di efficienza energetica;
      • asseverazione requisiti tecnici – cd. Ecobonus – relativa agli interventi di efficienza energetica;
      • ecc.

Entro 60 giorni dal termine ultimo per presentare le istanze di contributo, il Ministero del turismo procede alla concessione dei contributi sulla base dell’ordine cronologico di ricezione delle domande rilevato dalla procedura online.

Fac-simile domanda incentivi Turismo e elenco documenti da allegare

Alleghiamo infine il fac-simile di domanda di incentivi Turismo e l’elenco completo dei documenti da allegare.

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Busta paga statali

Busta paga statali, aumento dello stipendio da marzo 2022: ecco cifre e destinatari

Busta paga statali più pesante da marzo 2022, un corposo aumento è all’orizzonte, ma riguarderà la categoria dei dipendenti dei Ministeri.

Busta paga statali, aumento stipendio marzo 2022

Busta paga statali, un notevole aumento dello stipendio dal mese di marzo 2022 è in arrivo per i dipendenti pubblici, ma non per tutti. Si tratta di fatto di un super aumento della retribuzione, in quanto potrà arrivare a toccare anche 10mila euro annui (compresi gli arretrati) per alcuni dipendenti dei Ministeri.

Tra pochi giorni – ovvero a  partire dal mese di marzo – saranno circa 140mila i dipendenti della PA che vedranno il loro cedolino diventare più consistente, per la combinazione di alcuni fattori. Ed è subito da notare che più si sale di livello, più cresce l’entità dell’aumento. Di seguito alcuni dettagli.

Busta paga statali, i motivi degli aumenti da marzo 2022

In verità quella dell’aumento stipendio statali è una notizia che non sorprende: come appena detto, dal prossimo mese di marzo 2022, decine di migliaia di dipendenti della pubblica amministrazione potranno contare su una busta paga più corposa in ragione:

  1. dell’adeguamento delle indennità ministeriali
  2. e del rinnovo del contratto nazionale, che implica altresì l’assegnazione degli arretrati dovuti, incluse le indennità una tantum accumulate nel corso del tempo.

Interessante notare che l’aumento dello stipendio dei dipendenti statali è, a livello medio, pari a 1.625 euro – distribuiti sulle 13 mensilità – ma ad essi sono da sommarsi gli arretrati contrattuali medi (circa 1.800 euro variabili).

Abbiamo ricordato poco sopra che l’aumento stipendio statali potrà superare anche i 10mila euro annui e per questo motivo si può certamente parlare di maxi aumento delle retribuzioni, specialmente se confrontato, ad esempio, con quello previsto per chi è parte del personale scolastico.

Leggi anche: Busta paga più pesante nel 2022, spunta lo sconto sui contributi INPS

Un decreto interministeriale ad hoc del MEF e della Pubblica Amministrazione costituirà il provvedimento mirato a equilibrare la differenza di stipendio con altri organi ministeriali. Il decreto ad hoc avrà efficacia a regime per l’anno in corso, ma sono disposti incrementi percentuali anche per gli anni 2020 e 2021 (assegnazione di arretrati).

Aumento stipendio statali, chi sono i destinatari

All’inizio del nostro articolo abbiamo ricordato che l’incremento non riguarda la generalità degli statali, ma piuttosto i meri dipendenti dei Ministeri. Da notare che il gruppo di ministeri con gli incrementi più significativi comprende i seguenti: Lavoro, Salute, Istruzione, Esteri, Università e Politiche Agricole. A seguire gli aumenti per i ministeri dello Sviluppo Economico, Interni e Transizione ecologica. Gli aumenti nel complesso minori sono previsti per coloro che lavorano presso i ministeri della Difesa, Cultura e Turismo, Infrastrutture, Giustizia e Mef.

Per completezza, vale la pena rimarcare che laddove si parli della generalità dei dipendenti statali, si intendono tutti coloro che lavorano presso le PA statali, siano esse centrali o locali. In particolare, fanno parte della classificazione di dipendenti statali coloro che lavorano presso:

  • i Ministeri;
  • le scuole e le università, dai professori fino al personale ATA;
  • le forze dell’ordine e della difesa, compresi Esercito; Marina Militare; Aeronautica; Carabinieri e tutti i vari tipi di Polizia (ma non i servizi di vigilanza privata), ecc.

Secondo il senso comune, quando si parla di ‘dipendenti statali’, si fa riferimento a ogni lavoratore che sia impiegato presso il pubblico impiego, ma vero è che c’è una differenza sostanziale tra chi lavora nell’ambito statale e chi, invece, nel settore del pubblico impiego. Infatti quest’ultimo gruppo di dipendenti non lavora propriamente per le amministrazioni statali, ma per enti come gli ospedali, le ASL e gli enti locali.

Leggi anche: Busta paga, guida completa e aggiornata alle novità del 2022

Aumento busta paga statali da marzo 2022: rinnovo del CCNL

Da rimarcare infine che l’incremento della retribuzione per chi opera all’interno dei ministeri è frutto altresì del rinnovo del CCNL della categoria, che tocca più di 220mila lavoratori. Come detto sopra, l’incremento medio sarà pari a 1625 euro su 13 mensilità, al quale è da aggiungersi anche la mole degli arretrati contrattuali medi, corrispondenti a circa 1800 euro ma tuttavia variabili.

I vertici dell’organizzazione dei ministeri potranno contare sugli aumenti maggiori. Si stima circa 302 euro al mese, a cui si aggiungono più di 6mila euro come arretrati, assegnati ai ‘dipendenti con elevate professionalità’.

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Riforma IRPEF e busta paga, i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Riforma IRPEF e busta paga, i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Riforma Irpef e busta paga, cosa cambia dal 1° gennaio 2022? Ecco le istruzioni dell’Agenzia delle entrate con la circolare n° 4

Riforma IRPEF e busta paga, nuove aliquote e scaglioni Irpef, modifica alla no tax area, detrazioni da lavoro dipendente e per i figli a carico, trattamento integrativo e altro: ecco tutti i chiarimenti nella corposa Circolare 4/2022 dell’Agenzia delle Entrate.

Chiarimenti specifici sono stati forniti anche in merito all’introduzione dell’assegno unico e universale, all’esenzione dall’Irap per le persone fisiche esercenti attività commerciali, arti e professioni e al differimento dei termini relativi alle addizionali, regionali e comunali, all’Irpef. Ecco una breve sintesi della Circolare 4/2022 (testo completo PDF disponibile in fondo a questa pagina).

Riforma IRPEF e busta paga, ecco cosa cambia nel corso del 2022

Con la Legge n°234/2021, Legge di bilancio 2022, il legislatore ha rivisto le aliquote e gli scaglioni Irpef. I cambiamenti hanno riguardato in positivo il redditi medi fino a 28.000 euro che dal 2022 beneficeranno di una tassazione alleggerita.

Infatti, le nuove aliquote Irpef possono essere di seguito individuate:

  • 23% per i redditi fino a15.000 euro (invariata);
  • 25 per cento anziché 27 per i redditi oltre 15mila euro e fino a 28mila euro;
  • 35 per cento anziché  38 per i redditi oltre 28mila euro e fino a 50mila euro;
  • 43% per i redditi sopra i 50mila.

E’ stata  eliminata l’aliquota del 41%, applicata ai redditi oltre 55mila euro e fino a 75mila euro.

Le detrazioni per tipologia di redditi, cambiano le no tax area

Cambiano le detrazioni per redditi da lavoro dipendente e per i redditi ad esso assimilati. Infatti, la nuova detrazione per tipologia di reddito, ex art.13 del TUIR, assorbe anche quella attribuita dall’articolo 2, abrogato, del Dl 3/2020.

Ad esempio, è ampliata da 8.000 euro a 15.000 euro, la prima soglia di reddito cui si applica la detrazione di 1.880 euro.

Ad ogni modo, nella circolare 4, l’Agenzia delle entrate precisa che, il datore di lavoro riconosce le detrazioni:

sin dal primo periodo di paga del 2022, fermo restando che alla fine dell’anno, ovvero al momento della cessazione del rapporto di lavoro, deve ricalcolare la detrazione effettivamente spettante in relazione all’ammontare della retribuzione complessivamente erogata nel periodo d’imposta.

Per i titolari di redditi di pensione, la no tax area ossia la soglia reddituale entro la quale non si paga Irpef è innalzata da 8mila a 8.500 euro. Questo perché  la detrazione per tipologia di reddito sale da 1.880 euro a 1.955. Cambia anche la no tax area per altri redditi quali ad esempio redditi di lavoro autonomo o di impresa, anche occasionale. Nello specifico,  la no tax area sale da 4.800 a 5.500.

Leggi anche: Riforma Irpef 2022, da 5 a 4 aliquote e nuove detrazioni: ecco cosa cambia

Il trattamento integrativo

Per quanto riguarda il  trattamento integrativo di 1.200 euro annui previsto dall’articolo 1 del Dl 3/2020, è stato  abbassato da 28mila a 15mila euro il reddito complessivo oltre il quale il bonus non spetta più.

Tuttavia è previsto un salvagente. Infatti, il bonus spetterà per un importo, comunque non superiore a 1.200 euro, laddove alcune detrazioni specificatamente individuate dalla norma superano l’Irpef dovuta.

In tal modo, è concesso al contribuente con un reddito complessivo compreso tra 15mila e 28mila euro di recuperare quelle detrazioni che perderebbe per incapienza.

L’assegno unico universale

Il D.Lgs 230/2021, ha introdotto il c.d assegno unico universale.

Dal 1° marzo 2022, l’ assegno unico sostituisce: Il Premio alla nascita (Bonus mamma domani), l’Assegno di natalità (Bonus bebè), gli ANF e le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni.

Verrà abrogato anche il Bonus tre figli, mentre rimarranno in vigore la maternità comunale di 1.700 euro e il Bonus nido.

Nel documento di prassi in parola, l’Agenzia delle entrate specifica che in relazione alle detrazioni per figli a carico, occorre procedere con calcoli diversificati delle detrazioni spettanti.

Nello specifico:

  • applicando l’articolo 12, commi 1, lettera c), e 1-bis, del TUIR, nella versione vigente fino al 28 febbraio 2022, per i mesi di gennaio e febbraio 2022 e
  • quello vigente a seguito delle modifiche apportate dal citato d.lgs. n. 230 del 2021 per i successivi dieci mesi del 2022.

Infatti, l’assegno unico sostituisce le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni da marzo in avanti.

Indicazioni per i datori i lavoro

E’ chiaro che tutti questi cambiamenti fin qui analizzati impattano sulla configurazione della busta paga. Con conseguenti adempimenti per i datori di lavoro. Soprattutto in riferimento al trattamento integrativo.

Nella circolare n° 4, l’Agenzia delle entrate ha chiarito che, il trattamento integrativo  va riconosciuto dai sostituti d’imposta in via automatica. Senza attendere alcuna richiesta esplicita da parte dei sostituiti. Tale trattamento va attribuito dai sostituti d’imposta ripartendone i relativi importi sulle retribuzioni relative a prestazioni rese a decorrere dal 1° gennaio 2022. Verificandone in sede di conguaglio la relativa spettanza.

Riforma IRPEF e busta paga, la circolare 4/2022 dell’Agenzia delle Entrate

Alleghiamo infine il testo completo della circolare in oggetto.

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