Archivi giornalieri: 9 dicembre 2021

Contributo a fondo perduto Start-up innovative: domanda in scadenza

Contributo a fondo perduto Start-up innovative: domanda in scadenza

In scadenza il 09/12 l’istanza per la richiesta del contributo a fondo perduto tramite l’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi”.

E’ in scadenza la domanda di contributo a fondo perduto Start-up innovative: pubblicato lo scorso 9 novembre in Gazzetta ufficiale il decreto del MEF, che rende operativo il contributo a fondo perduto pari a 1000 euro riconosciuto alle imprese start-up. Imprese che non rispettavano il requisito della perdita di fatturato richiesto dal decreto Sostegni per ottenere il contributo a fondo perduto riservato alla generalità dei contribuenti.

Difatti, il decreto Sostegni, per permettere alle imprese che non rispettano il requisito della perdita di fatturato ha previsto per loro un contributo a fondo perduto ad hoc.

L’istanza per la richiesta del contributo a fondo perduto va presentata dal 9 novembre 2021 al 9 dicembre 2021 tramite il servizio online disponibile nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito internet dell’Agenzia delle entrate.

Contributo a fondo perduto Start-up innovative: cos’è e come funziona

Le imprese in fase di start-up, che hanno attivato la partita Iva dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018, e la cui attività è stata avviata nel corso del 2019, possono  beneficiare di un contributo a fondo perduto ad hoc, c.d CFP Start-up nella misura massima di 1.000 euro per il 2021.

Ai fini del contributo a fondo perduto, si utilizza il termine start-up per individuare le imprese che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, la cui attivita in base alle risultanze del registro delle imprese tenuto presso la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, è iniziata nel corso del 2019.

Nello specifico, a tali soggetti, per l’anno 2021, è riconosciuto un contributo a fondo perduto nella misura massima di euro 1.000.

Il CFP Start-up, ex art. 1-ter del D.L. 41/2021, spetta a coloro che non rispettano i requisiti di perdita di fatturato necessari per accedere al contributo a fondo perduto riservato alla generalità dei contribuenti, ex art.1 dello stesso decreto.

Quest’ultimo articolo infatti, riconosceva un contributo a fondo perduto alle imprese e ai professionisti che presentavano oltre a un monte ricavi compensi 2019 non superiore a 10 milioni di euro, alternativamente:

  • un ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 inferiore almeno del 30 per cento rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019:
  • un’apertura della partita iva dal 1° gennaio 2019  in avanti.

Difatti le imprese che avevano aperto la partita iva nel 2018 con attività iniziata nel 2019, che non rispettavano il requisito della perdita di fatturato, rimanevano esclusi dal contributo a fondo perduto.

Da qui il decreto Sostegni ha istituito un apposito contributo a fondo perduto per i soggetti altrimenti esclusi.

Il decreto attuativo del MEF

I contributi a fondo perduto start-up sono concessi nel limite di spesa di 20 milioni di euro per l’anno 2021.

Il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze ha individuato i  criteri e le modalità di riconoscimento del contributo. Anche ai fini del rispetto del limite di risorse disponibili.

Ebbene, il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, (GU Serie Generale n.264 del 05-11-2021).

A dir la verità gli aspetti regolati dal decreto sono ben pochi. Il ruolo principale è sempre affidato all’Agenzia delle entrate.

Nello specifico, il decreto dispone che, per ottenere il contributo a fondo perduto start-up,  i soggetti interessati presentano un’istanza all’Agenzia delle entrate secondo le modalità definite sempre dall’Agenzia.

Con il medesimo provvedimento sono disciplinati, altresì:

  • il contenuto informativo dell’istanza,
  • i termini di presentazione della stessa e
  • ogni altro elemento necessario ai fini del riconoscimento del contributo.

Attenzione, l’importo di 1.000 euro potrebbe essere solo teorico. Infatti, nel caso in cui i contributi risultanti dalle istanze accolte eccedano complessivamente l’importo di 20 milioni di euro(risorse disponibili), l’ammontare del contributo riconosciuto a ciascuna impresa è ridotto. In maniera proporzionale in base al rapporto tra il suddetto importo di 20 milioni di euro e l’ammontare complessivo dei contributi richiesti.

Contributo a fondo perduto Start-up innovative: come fare domanda

I contribuenti possono richiedere il contributo a fondo perduto con apposita istanza, da presentare esclusivamente mediante il servizio web disponibile nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito internet dell’Agenzia delle entrate, dal 9 novembre 2021 al 9 dicembre 2021.

Delega agli intermediari

Possono presentare l’istanza, per conto del richiedente, gli intermediari abilitati alla presentazione delle dichiarazioni (articolo 3, comma 3, del Dpr n. 322 del 1998) che, alternativamente:

  • sono abilitati al cassetto fiscale del richiedente;
  • sono in possesso della delega “Consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche e dei loro duplicati informatici” (portale Fatture e Corrispettivi).
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Riduzione IRPEF e addizionali Forze armate per il 2021: Decreto in Gazzetta

Riduzione IRPEF e addizionali Forze armate per il 2021: Decreto in Gazzetta

In GU il Dpcm 27 ottobre 2021 per la riduzione dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali in favore delle Forze Armate e di Polizia

Riduzione IRPEF e addizionali Forze armate per il 2021: il 6 dicembre 2021 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 290 il Dpcm 27 ottobre 2021. Il provvedimento individua i criteri riguardante la riduzione dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali, in favore del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, per l’anno 2021.

In particolare, per i predetti lavoratori in costanza di servizio, che hanno percepito nell’anno 2020 un reddito di lavoro dipendente complessivamente non superiore a 28.974 euro, è riconosciuta la riduzione:

  • dell’IRPEF;
  • delle addizionali regionali e comunali per l’anno d’imposta 2021.

Vediamo quindi in dettaglio di quanto viene ridotta l’IRPEF, chi sono nello specifico i diretti interessati dell’agevolazione fiscale e, infine, come viene applicata la riduzione.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’agevolazione fiscale per il personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, con reddito non superiore a 28.974 euro.

Riduzione IRPEF e addizionali Forze armate per il 2021: a chi spetta

La riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali, di cui all’art. 45, co. 2, del D.Lgs. 29 maggio 2017, n. 95, si applica al:

  • personale militare delle Forze armate;
  • Corpo delle capitanerie di porto;
  • personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare;

in costanza di servizio nel 2021.

L’agevolazione fiscale è rivolta a chi ha percepito nell’anno 2020 un reddito da lavoro dipendente, ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, complessivamente non superiore ad euro 28.974.

Leggi anche: Riforma Irpef 2022, da 5 a 4 aliquote: cosa cambia e chi ci guadagna

Riduzione IRPEF e addizionali Forze armate per il 2021: quanto spetta

Nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 ed il 31 dicembre 2021, l’imposta lorda è ridotta per ciascun beneficiario fino ad un importo massimo di 609,50 euro.

L’imposta lorda è determinata sul trattamento economico accessorio, comprensivo delle indennità di natura fissa e continuativa corrisposte al personale del comparto sicurezza e difesa.

Riduzione IRPEF e addizionali Forze armate per il 2021: come si applica

Il sostituto di imposta applica la riduzione di imposta in un’unica soluzione, anche in sede di conguaglio fiscale, riferito all’imposta lorda calcolata sul trattamento economico accessorio, comprensivo delle indennità di natura fissa e continuativa, corrisposto nell’anno 2021 e fino a capienza della stessa.

Qualora la detrazione d’imposta non trovi capienza sull’imposta lorda, la parte eccedente può essere fruita in detrazione dell’imposta dovuta sulle medesime retribuzioni corrisposte nell’anno 2021 ed assoggettate all’aliquota a tassazione separata.

Costituiscono infine trattamento economico accessorio:

  • le voci retributive considerate come tali dagli accordi sindacali e dai provvedimenti di concertazione del personale in commento.

Forze armate e di Polizia – Riduzione dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali 2021

In G.U. n. 290 del 6 dicembre 2021 è pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 ottobre 2021.

Il DPCM recante:

riduzione dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali di cui all’articolo 45, comma 2, del D. lgs  95/2017, al personale delle Forze di polizia e delle Forze armate – anno 2021.

Infine alleghiamo il testo del DCPM.

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Lina Wertmüller

Morta Lina Wertmuller, indimenticabile regista. Prima a essere candidata all’Oscar

Aveva 93 anni. Il suo ‘Pasqualino Settebellezze’ con Giannini fu il primo film di una cineasta donna nominato dall’Academy. I funerali si svolgeranno sabato alle 11, 30 alla Chiesa degli Artisti a Roma

09 DICEMBRE 2021 3 MINUTI DI LETTURA

È morta Lina Wertmuller, grandissima regista di film indimenticabili come Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto e Pasqualino Settebellezze. Prima donna a essere candidata come regista agli Oscar nel 1977 con il film di cui era protagonista Giancarlo Giannini, nel ruolo di un guappo napoletano, nel 2019 ha ottenuto l’Academy Award onorario. In quella occasione, con la sua solita ironia, aveva detto: “Bisogna cambiare il nome a questa statuetta” ha detto, “chiamiamolo con un nome di donna, Anna”.

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Lina Wertmüller, travolta da uno splendido destino – L’intervista

La regista, il cui vero nome era Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, è morta nella sua casa romana, aveva 93 anni. Era nata nella capitale il 14 agosto 1928, origine aristocratiche e svizzere, sposata allo scenografo Enrico Job con cui ha adottato la figlia Maria Zulima.  I funerali si svolgeranno sabato alle 11, 30 alla Chiesa degli Artisti a Roma. Pioniera in quanto donna nel campo della regia, è un punto di riferimento di moltissime registe in tutto il mondo da Jane Campion (che l’ha definita “un’eroina”) a Isabella RosselliniPasqualino Settebellezze era stato candidato anche come miglior film straniero e migliore sceneggiatura e Giannini era candidato come miglior attore.

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Sebbene la sua famiglia non provenisse dall’ambiente dello spettacolo (il padre era avvocato), la giovane Lina si sente attratta subito da quel mondo tanto che a diciassette anni si iscrive all’Accademia teatrale di Piero Sharoff e per un periodo è anche regista e animatrice del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Il cinema arriva solo dopo un lungo periodo teatrale e poi televisivo in cui è autrice e regista della prima edizione di Canzonissima e di quello straordinario sceneggiato che fu Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista nel ruolo del ragazzino pestifero, un punto di riferimento per intere generazioni fin dalla prima messa in onda nel 1964.

Cannes, Giannini: “Il mio Pasqualino, un Pulcinella nel campo di concentramento”

Aiuto di Federico Fellini, il primo film da regista è del 1963 I basilischi: due amici, uno studente svogliato e un ragioniere, e la loro esistenza monotona in un paesino di provincia che la fa subito notare, infatti vince un premio al festival di Locarno. Dopo l’esordio inizia una lunga lista di film dai titoli lunghissimi e complicati e dalla presenza fissa di Giancarlo Giannini come protagonista con cui si instaura un sodalizio sempre vivo: Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), il film dell’Oscar Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978).


Negli anni Novanta al Centro Sperimentale con Spike Lee (ansa)

Importante anche il sodalizio con Sophia Loren in prima linea per celebrare la sua regista a Los Angeles quando ottenne l’Oscar nel 2019. Con lei aveva girato per la tv un riuscito adattamento di Sabato, domenica e lunedì da Eduardo De Filippo e poi l’affresco storico di Ferdinando e Carolina. Un’altra amicizia artistica fu quella con Paolo Villaggio con cui girà Io speriamo che me la cavo dal romanzo-verità di Marcello D’Orta sul maestro elementare ligure trasferito per errore nel napoletano.

Wertmuller: “Sophia come un tempio greco”

 

Sebbene ricordata principalmente come regista, Lina Wertmuller è stata anche sceneggiatrice per altri accanto a Sergio Sollima (Città violenta), Pasquale Festa Campanile (Quando le donne avevano la coda, Quando le donne persero la coda), Franco Zeffirelli (Fratello Sole, sorella Luna), Enrico Maria Salerno (Nessuno deve sapere) e serie, corti e film tv, tra i quali Il decimo clandestino, Francesca e NunziataRoma Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano. Ha veramente esplorato ogni forma di spettacolo: incursioni rare ma non per questo meno rilevanti anche nell’ambito dell’opera lirica: Carmen al San Carlo di Napoli per l’inaugurazione della stagione 1986-87, Bohème all’Opera di Atene nel 1997 accanto a diverse sceneggiature e regie teatrali che portano la sua firma. La regista si è divertita anche a misurarsi col doppiaggio nel cartoon Mulan dove era la nonna della giovane guerriera o come attrice nel film Benvenuto Presidente di Riccardo Milani.


Con Giannini e DiCaprio al festival di Cannes dove fu presentato restaurato ‘Pasqualino Settebellezze’ (fotogramma)

Occhiali bianchi, suo segno stilistico tanto dal dare il titolo a un documentario su di lei uscito nel 2015 (Dietro gli occhiali bianchi disponibile su ITsART), grande intelligenza e profonda ironia, Lina Wertmuller rimarrà nella storia della cultura italiana e nel mondo “per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa”. Questa la motivazione che l’Academy ha dato per il suo Oscar alla carriera. La camera ardente per Lina Wertmuller sarà allestita in Campidoglio.

Lina Wertmüller

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Lina Wertmüller nel 2000


Statuetta dell'Oscar Oscar alla carriera 2020

Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, nota comunemente come Lina Wertmüller (Roma14 agosto 1928[1] – Roma9 dicembre 2021[2]), è stata una registasceneggiatrice e scrittrice italiana.

È stata la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar come migliore regista, per il film Pasqualino Settebellezze, nella cerimonia del 1977[3]. Nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar onorario[4][5].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lina Wertmüller nasce a Roma il 14 agosto 1928, figlia di Federico Wertmüller, un avvocato originario di Palazzo San Gervasio (in provincia di Potenza) e proveniente da una famiglia aristocratica di remote origini svizzere, e di Maria Santamaria-Maurizio, romana[6]. Era la zia dell’attore Massimo Wertmüller.

A scuola è stata compagna di Flora Carabella, che poi sarebbe diventata la moglie di Marcello Mastroianni (con cui instaurerà una lunghissima amicizia che si rivelerà poi fondamentale per avvicinarla al mondo dello spettacolo). A diciassette anni si iscrive all’accademia teatrale diretta da Pietro Sharoff; in seguito, per alcuni anni, è animatrice e regista degli spettacoli del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Successivamente collabora con celebri registi teatrali, tra i quali Guido SalviniGiorgio De Lullo e Garinei e Giovannini. Lavora sia per la radio sia per la televisione, e in veste di autrice e regista alla prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista maschile[7]. Inizia un lungo sodalizio artistico con Enrico Job, apprezzato scenografo teatrale, con il quale presto si sposa. I due hanno una figlia adottiva, Maria Zulima.

 

Lina Wertmüller durante le riprese del suo primo film I basilischi (1963)

Esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in …e Napoli canta! di Armando Grottini (1953) e più avanti è aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e  (1963). Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud Italia (il film fu girato in gran parte tra la Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e la Puglia, a Minervino Murge), che le valse la Vela d’argento al Locarno Festival. Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all’italianaIl mio corpo per un poker con Elsa Martinelli. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l’attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978)[8].

 

Lina Wertmüller nel 2011

Per Pasqualino Settebellezze, che ebbe successo anche negli Stati Uniti, la Wertmüller è candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977 (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura), mentre una quarta candidatura arriva a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista. Lina Wertmüller è la prima donna a essere candidata alla vittoria dell’Oscar come miglior regista; dopo di lei ci saranno solo Jane CampionSofia CoppolaKathryn BigelowEmerald Fennell e Chloé Zhao, rispettivamente nel 199420042010 e 2021.

Per le registe è sempre stata un esempio, non solo perché è stata la prima regista ad avere avuto successo dal punto di vista commerciale, ma anche perché erano in poche a fare questo mestiere. «Non si può fare questo lavoro perché si è uomo o perché si è donna. Lo si fa perché si ha talento. Questa è l’unica cosa che conta per me e dovrebbe essere l’unico parametro con cui valutare a chi assegnare la regia di un film»[9]. In un’intervista, alla domanda se aveva avuto difficoltà in quanto donna dietro la macchina da presa ha risposto: «Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola. Sono stata addirittura cacciata da undici scuole. Sul set comandavo io. Devi importi. Gridavo e picchiavo. Ne sa qualcosa Luciano De Crescenzo durante le riprese di Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren. Non faceva altro che gesticolare con l’indice di una mano e così per farlo smettere gli “azzannai” il dito»[10].

Il 1983 è l’anno di Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada, film che affronta con leggerezza e coraggio il tema del terrorismo. Del 1986 è la prima delle sue rare incursioni nel teatro lirico con la regia della Carmen di Georges Bizet, che inaugura la stagione lirica 1986-87 del Teatro di San Carlo di Napoli, ripresa in diretta su Rai 1. Nel 1997 dirige una Bohème all’Opera di Atene. È autrice di diverse sceneggiature e regie teatrali, da Due più due non fa più quattro (1968) e Fratello sole, sorella luna (1972) (entrambi per la regia di Franco Zeffirelli) a L’esibizionista (1994), da Gino, Ginetta e gli altri (1995) a Lasciami andare madre (dal libro di Helga Schneider, con Roberto Herlitzka nella parte della vecchia madre). Nel 1987, su proposta di Bettino Craxi, venne inclusa tra i membri dell’Assemblea nazionale del PSI[11]. Nel 1992 dirige Io speriamo che me la cavo con Paolo Villaggio, mentre nel 1996 torna alla satira politica con Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti come nuovi Giannini-Melato. Due anni dopo, per la prima volta si cimenta nel doppiaggio: è la voce di Nonna Fa in Mulan.

Dopo la ricostruzione storica Ferdinando e Carolina del 1999, la Wertmüller torna dietro la macchina da presa con la serie televisiva Francesca e Nunziata del 2001 con Sophia Loren e Claudia Gerini, e il film Peperoni ripieni e pesci in faccia del 2004 sempre con la Loren protagonista, che però, nonostante le proteste della regista, viene distribuito in poche sale cinematografiche e solo un paio d’anni dopo la produzione. Il successivo Mannaggia alla miseria del 2008 con Gabriella Pession e Sergio Assisi è trasmesso direttamente in prima serata su Rai 1 il 2 giugno 2010. Nello stesso anno le è conferito il David di Donatello alla carriera. Nel 2013 recita un cameo nel film di Riccardo Milani Benvenuto Presidente!, nel ruolo di membro dei poteri forti, insieme con il collega Pupi Avati, il critico Steve Della Casa e il giornalista Fabrizio Rondolino.

 

Lina Wertmüller con Germano Di Mattia nel 2015

Indaga con passione i ruoli sociali dell’uomo e della donna del Bel Paese nell’eterno dialogo tra il Nord e il Sud, tra la borghesia e il proletariato, dagli Anni Sessanta del secolo scorso ai giorni nostri, con uno sguardo sempre ironico e disincantato sulle evoluzioni politiche e sociali, dipingendo la società italiana a volte con toni grotteschi e pungenti, ma senza mai prendersi sul serio. Il 22 dicembre 2015 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris le conferisce la cittadinanza onoraria della città[12]. Il 27 ottobre 2019 le viene comunicata l’assegnazione dell’Oscar onorario[4][5], che avverrà poi nella cerimonia del 2020. Nella motivazione dell’assegnazione si legge: «per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa»[13].

È morta a Roma il 9 dicembre 2021. La notizia è stata data da un amico di famiglia.

Prosa radiofonica Rai[modifica | modifica wikitesto]

  • Prova generale, di Lina Wertmuller e Matteo Spinola, regia di Nino Meloni, trasmessa il 14 gennaio 1956
  • Un Olimpo poco tranquillo di Lina Wertmüller e Matteo Spinola, regia di Nino Meloni, trasmessa il 19 settembre 1957.

Varietà radiofonici Rai[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista e sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]

Doppiaggio[modifica | modifica wikitesto]

  • Nonna Fa in Mulan (1998)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Essere o avere. Ma per essere devo avere la testa di Alvise su un piatto d’argento, Milano, Rizzoli, 1981.
  • Iris e lo sceicco, ovvero Sceicchi e femministe, ovvero Storia d’evasione e d’oriente, con illustrazioni di Milo Manara, Torino, Nuova Eri, 1988. ISBN 88-397-0537-6
  • Avrei voluto uno zio esibizionista, Milano, Mondadori, 1990. ISBN 88-04-33566-1
  • Alì Baba e il destino giocatore spericolato e spesso baro, Napoli, Guida, 1992. ISBN 88-7188-026-9 (bifronte con Prima o poi tornerò di Andrej Longo)
  • Arcangela Felice Assunta Job Wertmüller von Elgg Espanol von Brauchich cioè Lina Wertmüller, Milano, Frassinelli, 2006. ISBN 88-7684-786-3 (autobiografia, con un CD di 32 canzoni da lei interpretate)
  • Tutto a posto e niente in ordine, Lina Wertmüller, Mondadori, 2012. ISBN 9788804623038 (biografia)

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana
  «Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 27 dicembre 2018[14]

Cittadinanze onorarie[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 22 dicembre 2015 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris le conferisce la cittadinanza onoraria della città[12].
  • Il 13 Agosto 2015, in occasione del suo ottantasettesimo compleanno, le è stata conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Minori[15]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Premio Oscar
Golden Globe
David di Donatello
Globo d’oro
Premio Flaiano
  • 2008 – Premio alla carriera categoria Cinema
Festival di Locarno
Premi Kineo
  • 2019 – Premio Kineo alla carriera[18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giorgio Dell’Arti, Massimo Parrini, Catalogo dei viventi 2009 – voce Wertmüller Lina, Venezia, Marsilio Editori, 2008. ISBN 978-88-317-9599-9.
  2. ^ È morta Lina Wertmüller, grande protagonista del cinema italiano: aveva 93 anni, su corriere.it, Corriere della Sera, 9 dicembre 2021. URL consultato il 9 dicembre 2021.
  3. ^ Premio successivamente vinto per la prima volta da una donna nel 2010 da Kathryn Bigelow con The Hurt Locker.
  4. ^ Salta a:a b Simone Fabriziani, L’Academy assegna l’Oscar alla carriera a David Lynch e Lina Wertmuller, su Awards Today – news, trailer, recensioni, cinema, serie tv, oscar. URL consultato il 4 giugno 2019 (archiviato il 3 giugno 2019).
  5. ^ Salta a:a b (ENWertmuller to get career Oscar – Lifestyle, su ANSA.it, 3 giugno 2019. URL consultato il 19 luglio 2019 (archiviato l’8 giugno 2019).
  6. ^ Josette Déléas, Lina Wertmüller, Trafford Publishing, 2009.
  7. ^ La Wertmüller fu anche autrice del testo su musica di Nino Rota della famosa sigla Viva la pappa col pomodoro. Ha scritto anche altre canzoni: Come piangeva quel salice piangente, su musica di Lelio LuttazziCambierà, su musica di Riz OrtolaniIl geghegè, su musica di Bruno CanforaMi sei scoppiato dentro il cuore, su musica di Bruno CanforaQuesto nostro amore su musica di Luis Bacalov e diverse altre per i propri film.
  8. ^ I lunghissimi titoli dei suoi film sono spesso cambiati e accorciati nelle versioni internazionali.
  9. ^ Lina Wertmüller: l’avventura di una regista straordinaria, su Oscar Mondadori, 25 ottobre 2019. URL consultato il 29 giugno 2020.
  10. ^ Cristiano Vitali, Lina Wertmuller si aggiudica l’Oscar alla carriera, su iO Donna, 28 ottobre 2019. URL consultato il 29 giugno 2020.
  11. ^ ORA SONO SALITI A 412 I MEMBRI ELETTI NELL’ASSEMBLEA DAL CONGRESSO DE Archiviato il 16 dicembre 2019 in Internet Archive., La Repubblica, 9 aprile 1987
  12. ^ Salta a:a b Il tributo di Napoli alla Wertmuller, da oggi è cittadina onoraria Archiviato l’11 agosto 2016 in Internet Archive.
  13. ^ Lina Wertmuller riceve l’Oscar: ‘Chiamiamolo Anna’ – Cultura & Spettacoli, su Agenzia ANSA, 28 ottobre 2019. URL consultato il 29 giugno 2020.
  14. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it. URL consultato il 14 maggio 2019 (archiviato il 14 maggio 2019).
  15. ^ Lina Wertmuller festeggia 87esimo compleanno a Minori con uno spettacolo e cittadinanza onoraria, su ilvescovado.it.
  16. ^ Stefania Ulivi, Lina Wertmüller, le verrà assegnato l’Oscar alla carriera, su corriere.it, Corriere della Sera, 3 giugno 2019. URL consultato il 3 giugno 2019 (archiviato il 3 giugno 2019).
  17. ^ Albo d’oro Premio Chiara alla carriera, su premiochiara.it. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall’url originale l’8 luglio 2017).
  18. ^ SemiColonWeb, Lina Wertmuller riceve il Premio Kineo, su news.cinecitta.com. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato il 7 novembre 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lorenzo GigliottiLina Wertmüller, Ripostes, 1996. ISBN 88-86819-15-3
  • Claudia Cascone, Il sud di Lina Wertmüller, Napoli, Guida, 2006. ISBN 88-6042-222-1
  • Tiziana Masucci, I Chiari di Lina, Edizioni Sabinae, Roma, 2009. ISBN 978-88-96105-22-1
  • Bullaro, Grace Russo. Man in Disorder, the Films of Lina Wertmuller in the 1970s. Leister, UK: Troubador Publishing Ltd., 2006.
  • Lina Wertmüller, Tutto a posto e niente in ordine. Vita di una regista di buonumore, in Oscar bestsellers, Mondadori, 29 ottobre 2019, ISBN 9788804721406.

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Albero di Natale

La storia dell’Albero di Natale: dalle origini ai giorni nostri

di ANDREA CARNINO

La storia dell’Albero di Natale: dalle origini ai giorni nostri. Anche se questo è un anno particolare, tutti noi in questi giorni ci apprestiamo a decorare l’Albero di Natale. Un simbolo di luce e speranza in questo periodo buio. Ma quali sono le sue origini? E soprattutto, chi lo ha introdotto in Italia?

LE ORIGINI

Le origini di questo simbolo per eccellenza delle festività natalizie sono pagane. Fin dalla notte dei tempi le popolazioni decoravano vari alberi con nastri e oggetti colorati e fiaccole. Questo per propiziarsi il favore degli spiriti. Le luci che li illuminavano corrispondevano ad altrettante anime. L’abete per le varie culture è sempre stato il simbolo della rinascita rappresentata dal nuovo anno.

I CELTI

I celti lo onoravano in occasione del solstizio d’inverno. Giorno in cui si celebrava il ritorno della luce. I vichinghi del nord Europa credevano che l’abete rosso fosse magico. Non perdeva infatti le foglie nemmeno in pieno inverno. In occasione del solstizio lo tagliavano e lo portavano in casa. Per poi decorarlo con frutti.

I ROMANI

Nell’antica Roma si adornavano con gli abeti i templi durante i Saturnali. Celebrazioni in onore di Saturno, che cadevano durante il solstizio invernale. Duravano dal 17 dicembre al 23 dicembre. Il 19 era tradizione scambiarsi regali. Il 25 veniva invece celebrata la festa del Sole Invitto. Il primo gennaio i romani usavano invece regalarsi un rametto di pianta sempreverde. Questo era un augurio di buona fortuna.

L’AVVENTO DEL CRISTIANESIMO

Con l’avvento del cristianesimo l’abate fu sostituito dall’agrifoglio. Albero che con la sua forma triangolare veniva associato a Gesù e alla Trinità. Le sue spine rappresentavano la corona di Cristo. Le bacche simboleggiavano invece le gocce di sangue che uscirono dal suo capo. L’uso moderno dell’Albero di Natale nacque a Tallin nel 1441. Qui venne eretto un grande abete nella piazza del Municipio. Sotto il quale giovani scapoli e ragazze nubili ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella.

LA LEGGENDA

Una leggenda narra che il primo Albero di Natale fu fatto allestire nel 1611 dalla duchessa di Brzeg. La nobildonna, dopo aver fatto decorare il suo castello in vista delle feste, si accorse che un angolo di una sala era rimasto disadorno. Ordinò così che un abete del giardino fosse tagliato e collocato in quel posto. Da allora la tradizione si diffuse in Polonia e poi nella Germania settentrionale.

LA DIFFUSIONE DELL’ALBERO DI NATALE IN GERMANIA

Nel medioevo in Germania, il 24 dicembre, le strade e le chiese erano riempite di alberi da frutta. Sostituiti poi da abeti, un albero che aveva il dono di essere sempreverde. Secondo una leggenda concesso da Gesù. Questo come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici. Una delle prime città ad essere abbellite dell’Albero di Natale fu Riga nel 1510. Nel 1570 ne fu decorato uno a Brema, con mele, noci, datteri e fiori di carta. L’usanza di decorare l’Albero di Natale nelle case si diffuse nelle regioni a nord del Reno a partire dal XVII secolo. I cattolici invece consideravano questa tradizione protestante. Di conseguenza non la seguivano.

L’ALBERO DI NATALE NELLA LETTERATURA

Già nel 1605, per Natale, i cittadini di Strasburgo portavano in casa degli abeti. Essi venivano addobbati con rose di carta colorata, mele e dolci. L’albero compare per la prima volta nella grande letteratura con Johann Wolfgang Goethe. Il quale lo inserì nell’opera “I dolori del giovane Werther”. Furono gli ufficiali prussiani a diffonderlo in tutta la Germania dopo il Congresso di Vienna.

LE DECORAZIONI

Le decorazioni erano fatte in casa. Si utilizzavano pan di zenzero, rose di carta multicolore, noci colorate e pigne. Ma le vere regine erano le mele rosse.  L’uso di candele risale al Settecento. Le palline di vetro fanno la loro comparsa in Francia nel 1858. Quell’anno le mele mancavano a causa di un cattivo raccolto. Un mastro vetraio di Goetzenbruck ebbe così l’idea di creare palline di vetro da appendere ai rami degli abeti. Le luci elettriche furono utilizzate per la prima volta nel 1885 negli USA da Edward Hibberd Johnson. Nel 1895, anche la Casa Bianca si dotò del proprio albero natalizio addobbato con luci elettriche.

UNA DIFFUSIONE “REALE”

In Europa furono i reali a diffondere l’usanza, nell’Ottocento. In Austria l’Albero di Natale fu introdotto nel 1816 da Enrichetta di Nassau-Weilburg, moglie del duca di Teschen. In Francia la tradizione iniziò grazie ad Elena di Meclemburgo-Schwerin. La nobildonna era consorte del principe ereditario Ferdinando Filippo d’Orléans. A diffondere l’albero in Russia fu invece Carlotta di Prussia, moglie dello zar Nicola I. Nel mondo anglosassone questa usanza si diffuse grazie a Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria. In Italia l’Albero di Natale è stato introdotto dalla regina Margherita.

LA TRADIZIONE OGGI

Bisognerà attendere i primi anni del Novecento per vedere la diffusione massiva di questa tradizione in Europa e Nord America. A partire dal secondo dopoguerra nasce l’industria dell’addobbo natalizio. Le famiglie, con il boom economico, ebbero più risorse a disposizione. Gli addobbi fatti in casa furono gradualmente rimpiazzati da quelli acquistati. L’abete vero fu sostituito da quello sintetico. Giovanni Paolo II nel 1982 introdusse la tradizione di allestire per le feste un grande albero in Piazza San Pietro. I decori tradizionali sono ancora usati in Polonia. Dove alle accattivanti decorazioni acquistate, vengono ancora preferite le mele, le caramelle e le noci avvolte in carta stagnola.

LA CANZONE “O TANNEBAUM”

Ha origine da autore anonimo tra il XVI e il XVII secolo. Le parole della prima strofa sono state scritte nel 1819 dall’organista di Lipsia Joachim August Zarnack. Ernst Gebhardt Anschütz aggiunse nel 1824 la seconda e terza strofa.

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San Siro di Pavia

 

San Siro di Pavia


San Siro di Pavia

autore: Bernardino Campi anno: 1569 titolo: La Sacra Famiglia e San Siro luogo: Chiesa di San Marco, Milano
Nome: San Siro di Pavia
Titolo: Vescovo
Nascita: IV secolo, Palestina
Morte: IV secolo, Pavia
Ricorrenza: 9 dicembre
Tipologia: Commemorazione

S. Siro della Palestina, era stato ammaestrato e innalzato a ministro del Signore dai discepoli degli Apostoli. Preso seco il santo giovane luvenzio, mosse per l’Italia, evangelizzando ovunque, e sostò a Pavia, di cui fu il primo vescovo. Pavia era ancor tutta idolatra e il Santo conobbe esser questo il campo che il Signore gli dava a coltivare, e lo coltivò con lo zelo e l’amore di cui era infiammato. Iniziò l’apostolato con l’intimare a tutti di credere a Gesù Cristo per ottenere la salute. La sua parola, corroborata dalla forza della grazia, trovò accesso in quei cuori. Siro passava le notti pregando e il giorno a istruire, consolare, soccorrere miserie, sapeva dimenticare e perdonare le ingiurie, e per tal modo in breve tramutò quel popolo idolatra in fervente cristiano. Atterrò gli idoli, ripurgò i delubri, dissipò le superstizioni, proscrisse i baccanali e operò molti prodigi. Il nome di Siro divenne grande non solo in Pavia, ma a Verona, Venezia, Milano che udirono la sua voce e videro i prodigi che Dio operava per lui.

Trionfo di San Siro in paradiso

titolo Trionfo di San Siro in paradiso

Per dodici lustri S. Siro profuse il suo zelo per il suo popolo e potè chiudere lieto gli occhi al tempo, nonagenario, avendo fatto piegare alla croce migliaia d’infedeli.

MASSIMA. Beata l’anima che ascolta il Signore che le parla, e dalle sue labbra riceve la parola di conforto! Imitazione di Gesù Cristo.

PRATICA. Siate avido in questo mese d’ascoltare la parola di Dio, e pregate S. Siro, vostro protettore, a farla fruttificare nel vostro cuore.

Della parola tua fa, Dio, che tutto lo serbi in mente, e ne riporti il frutto.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Pavia, san Siro, primo vescovo della città