Archivi giornalieri: 20 dicembre 2021

I morti sul lavoro in Italia nel 2021: mappa e dati

 
 

I morti sul lavoro in Italia nel 2021: mappa e dat

 

 
 

Inumeri vengono analizzati nel report dell’Inail dei primi 8 mesi dell’anno. Tra gennaio e agosto sono aumentate le denunce di infortunio rispetto al 2020. Scendono i decessi ma, a causa della pandemia, c’è stato un ritardo nella comunicazione degli episodi mortali relativi al 2020. Nel 2021 il fenomeno continua ad avere dimensioni molto rilevanti: al 31 agosto i decessi sono 772, oltre tre al giorno. Con la fine dello smart working aumentano le morti nel tragitto casa-lavoro e le malattie professionali

 

Dall’inizio dell’anno fino a fine agosto sono morte più di tre persone al giorno sul posto di lavoro. In totale i decessi sono 772. A fornire i numeri è l’Inail, che ha pubblicato gli open data dei primi otto mesi del 2021. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto – tra gennaio e agosto – sono state 349.449, oltre 27mila in più (+8,5%) rispetto allo stesso periodo del 2020. In particolare, aumentano gli infortuni sul tragitto di andata e ritorno tra casa e lavoro (+20,6%), tornati a salire tra marzo e agosto (dopo il calo del primo bimestre), complice il massiccio ricorso allo smart working dello scorso anno, a partire proprio da marzo 2020. I casi mortali sono in calo (-6,2%) rispetto ai primi otto mesi dello scorso anno, anche se il confronto con il 2020 “richiede cautela”, avverte l’Inail: i dati, infatti, sono “provvisori e influenzati fortemente” dall’emergenza coronavirus, che non permette ancora di conteggiare “un rilevante numero di tardive denunce mortali da contagio”, in particolare relative a marzo 2020. L’Istituto fa notare, inoltre, che i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo un periodo più o meno lungo dalla data del contagio. Tornano poi a crescere le malattie professionali, che sono state 36.496 (+31,5%) (GLI ULTIMI INCIDENTI – IL PIANO DEL GOVERNO SULLA SICUREZZA SUL LAVORO).

I dati sugli infortuni sul lavoro

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Rispetto allo scorso anno, le denunce di infortunio sul lavoro hanno avuto un iniziale decremento nel trimestre gennaio-marzo (-11%), seguito da un incremento nel periodo aprile-agosto (+26%) con il graduale riprendere delle attività. Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato in tutti i settori produttivi, in particolare del 6,9% nella gestione assicurativa Industria e servizi (dai 279.792 casi del 2020 ai 299.147 del 2021), del 3,6% in Agricoltura (da 17.164 a 17.786) e del 29,2% nel Conto Stato (da 25.176 a 32.516). Diminuiscono invece nei settori dell’Amministrazione pubblica (-6,5%) e della Sanità e assistenza sociale: quest’ultima si distingue ancora per la numerosità degli eventi (oltre 27mila denunce da gennaio ad agosto), ma presenta una riduzione del 31,9% rispetto ai 40mila infortuni dello stesso periodo del 2020. Nel 2021 sono aumentati gli infortuni in itinere, cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro: da 38mila casi nel 2020 si sale oggi a 45.821 (+20,6%). Sul dato ha sicuramente avuto un’influenza il ricorso allo smart working durante lo scorso anno. L’aumento maggiore si registra nel periodo da marzo ad agosto 2021, con il 59% degli infortuni in più.

 

 

Da inizio anno, più di tre morti sul lavoro al giorno

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 772, 51 in meno rispetto alle 823 registrate nei primi otto mesi del 2020 (-6,2%). L’Inail però raccomanda “prudenza” nel paragonare i due anni. Il confronto è da ritenersi “ancora poco significativo” a causa della pandemia che nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, “una manifesta tardività nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia”, che rende difficile la comparazione con i mesi del 2021.

Al 31 agosto di quest’anno risultano 12 incidenti plurimi sul lavoro, per un totale di 29 decessi. Due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell’Aquila a marzo, due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, due per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno, altri due intossicati da monossido di carbonio sempre in provincia di Cuneo a luglio e, infine, due persone travolte da una lastra di cemento in Valle d’Aosta ad agosto. Altri 17 lavoratori sono morti a causa di incidenti stradali. Nel 2020 gli incidenti mortali plurimi erano stati 6, per un totale di 12 lavoratori deceduti, di cui sei in incidenti stradali. La gestione Industria e servizi (comprensiva dei settori dell’industria, dell’artigianato, del terziario e delle altre attività) è l’unica a fare registrare un segno negativo (-10,4%, da 721 a 646 denunce mortali), al contrario dell’Agricoltura, che passa da 70 a 84 denunce (+20,0%), e del Conto Stato, da 32 a 42 (+31,3%).

Per i primi otto mesi di quest’anno, invece, si registra un aumento delle morti avvenute in itinere, cioè nel tragitto tra casa e lavoro, passate da 138 a 152 (+10,1%). Anche su questo dato, come su quello per gli infortuni, pesa il ritorno in presenza dopo un anno di smart working.

Per quanto riguarda invece l’analisi territoriale, rispetto al 2020 emerge un aumento dei decessi a Sud (da 165 a 211 casi mortali), nel Nord-Est (da 161 a 167) e nel Centro (da 147 a 150). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 298 a 194) e nelle Isole (da 52 a 50). Nei primi otto mesi del 2021 è la Lombardia ad avere il più alto numero di morti sul lavoro, con 106 casi, seguita dalla Campania con 85 casi e da Piemonte ed Emilia-Romagna, rispettivamente 69 e 68.

Significativa anche l’analisi dei decessi dal punto di vista di genere: le donne che hanno perso la vita sul luogo di lavoro da gennaio ad agosto sono circa il 10% del totale, un dato in linea con il 2020. Nello specifico, sono 78 le lavoratrici e 694 i lavoratori che hanno perso la vita al 31 agosto.

Aumentano le malattie professionali: +31,5% in un anno

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Tornano ad aumentare le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante diminuzione nel confronto con gli anni precedenti. Nello specifico, i casi di malattia professionale protocollati dall’Inail sono 36.496, 8.735 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+31,5%). Anche questo aumento trova una ragione nella situazione pandemica. Lo scorso anno arresti e ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo, lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione e gli accessi controllati alle strutture sanitarie hanno disincentivato e reso più difficoltoso per il lavoratore presentare le denunce di malattia, rimandandole al 2021. Le prime tre malattie professionali denunciate restano le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio. Seguono i tumori e le patologie del sistema respiratorio.

Chi è Gabriel Boric, il nuovo presidente millennial del Cile

Chi è Gabriel Boric, il nuovo presidente millennial del Cile

20 DICEMBRE 2021 – 13:05

35 anni, barba folta e occhiali. È il presidente più giovane che il Paese abbia mai avuto, nonché quello che ha ottenuto più voti

Giovane, almeno per essere il presidente di un paese grande come il Cile, e molto schierato a sinistra. Gabriel Boric, candidato della coalizione di sinistra Apruebo Dignidad, ha sconfitto al ballottaggio l’avversario di estrema destra José Antonio Kast del Frente Social Cristiano. E dunque, a soli 35 anni, Boric sarà il più giovane presidente cileno, oltre a quello che ha ottenuto più voti in assoluto nella storia del Paese (56%). «È cominciata una stagione di cambiamenti e di giustizia sociale», ha detto ai suoi sostenitori, riuniti nella capitale. E del cambiamento, Boric ha fatto il proprio marchio di fabbrica. Una sorta di moderno rivoluzionario, così si è sempre presentato sulla scena politica cilena. L’uomo del cambiamento, in un Paese dove il cambiamento non è sempre pacifico.

 

Il presidente millennial è nato a Punta Arenas l’11 febbraio 1986, ha studiato giurisprudenza e proprio negli anni degli studi ha iniziato ad interessarsi alla politica, diventando presto membro attivo nei movimenti studenteschi e battendosi soprattutto per l’istruzione gratuita. Nel 2014 è stato eletto deputato tra le fila del partito Convergencia Social. Leader delle manifestazioni del 2019-2020 contro il carovita e la corruzione nel Paese, ha lavorato in prima linea alla stesura della nuova Costituzione che mira a rompere definitivamente con la dittatura di Augusto Pinochet. Ha deciso, poi, di correre alla presidenza del Cile, vincendo le primarie di sinistra per le elezioni presidenziali del 2021 contro Daniel Jadue, che rappresentava il Partito Comunista.

 

«I tempi a venire non saranno facili: dovremo affrontare le conseguenze sociali, economiche e sanitarie della pandemia, andremo avanti a passi brevi ma decisi», ha detto Boric nel suo discorso di vittoria, nella lingua indigena dei Mapuche. Il neoeletto presidente, che entrerà ufficialmente in carica il 22 marzo, si è sempre mostrato critico nei confronti del sistema economico neoliberista cileno. Tra le priorità del suo governo, la sostituzione del sistema pensionistico privato con uno pubblico, l’introduzione di tasse progressive per le aziende e i cittadini più abbienti, aumentare il salario minimo, la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore e l’aumento della spesa sociale. Spera, poi, di procedere con una riforma delle forze di polizia – accusate di essere responsabili di pesanti violenze avvenute durante la repressione delle proteste del 2019 – e investire nella lotta contro il cambiamento climatico.

Irpef, bollette a rate, bonus tv: tutte le novità contenute nella Manovra

Irpef, bollette a rate, bonus tv: tutte le novità contenute nella Manovra

 
lun 20 dicembre 2021, 6:23 AM
 

AGI – Cambia l’Irpef, arriva un piano per rateizzare le bollette in 10 mesi, viene rifinanziato il bonus tv e decoder e scatta la stretta contro le delocalizzazioni selvagge. È il restyling della manovra messo a punto dal governo. L’insieme di modifiche, contenuto in un pacchetto di emendamenti depositato in commissione Bilancio di Palazzo Madama, sarà approvato nei prossimi giorni. Ecco come cambierà la legge di bilancio:

Taglio Irpef, le aliquote diventano 4

Cambia il sistema del prelievo fiscale. Le aliquote passano da cinque a quattro e saranno al 23% per i redditi fino a 15.000 euro, al 25% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro, al 35% tra 28.000 e 50.000 euro e 43% oltre i 50.000 euro. Per quanto riguarda le detrazioni per reddito da lavoro dipendente, invece, è previsto che per i redditi fino a 15.000 euro l’importo della detrazione non sia inferiore a 690 euro o se a tempo determinato non inferiore a 1.380 euro.

Per i redditi fino a 15mila euro resta il bonus Renzi da 100 euro, che rimane, almeno in parte, anche fino a 28mila euro per evitare che qualcuno ci rimetta con il mix tra nuova Irpef, detrazioni e assorbimento del bonus.

 

Addio all’irap per autonomi e prefessionisti

L’addio all’Irap riguarderà 835 mila autonomi e professionisti con partita Iva, pari al 41,2% della platea complessiva (2 milioni circa), e avrà un costo stimato di poco più di un miliardo nel 2022 e di 1,2 miliardi dal 2023.

Slittano a marzo le addizionali

Slittano a marzo le addizionali regionali e comunali all’imposta sull’Irpef. Il termine finora previsto era fissato al 31 dicembre 2021 e la modifica consentirà di adeguare le legislazioni regionali e delle Province autonome alle modifiche in materia di Irpef previste dalla legge di bilancio.

Taglio dei contributi per redditi bassi dipendenti

In via eccezionale, per i periodi di paga dal primo gennaio al 31 dicembre 2022, i lavoratori dipendenti con redditi bassi (fino a 2.692 euro lordi al mese) potranno beneficiare di uno sconto dei contributi previdenziali di 0,8 punti percentuali. 

Bollette a rate in 10 mesi

Chi non riuscirà a pagare le bollette di luce e gas nei primi quattro mesi del 2022, potrà rateizzare gli importi per un periodo non superiore a 10 mesi, senza l’applicazione di interessi. L’Arera dovrà quindi definire, nel limite di 1 miliardo, le regole applicative e fornirà indicazioni alla Cassa per i servizi energetici e ambientali per l’applicazione della norma.

Vengono stanziati 1,8 miliardi di euro in più per contenere, nel primo trimestre 2022, gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico. Inoltre, sempre per il primo trimestre 2022, è prevista la riduzione delle aliquote relative agli oneri generali di sistema per il settore del gas fino a 480 milioni.

E, infine, 912 milioni saranno utilizzati per potenziare il bonus sociale (lo sconto in bolletta per le famiglie economicamente svantaggiate o in gravi condizioni di salute) in modo da compensare i nuovi incrementi in arrivo.

Rifinanziato il bonus tv e decoder

Rifinanziato con ulteriori 68 milioni di euro per il 2022 il bonus tv e decoder. inoltre gli over 70 pensionati che hanno diritto al bonus, con un trattamento pensionistico inferiore ai 20.000 euro, potranno ricevere tv e decoder direttamente nella propria abitazione.

Arriva la norma anti-delocalizzazioni

Il compromesso raggiunto nel governo prevede che se un’azienda è inadempiente rispetto al piano di ristrutturazione del sito sarà chiamata a pagare il contributo previsto per il finanziamento dell’Aspi, oggi Naspi, in misura doppia. Se invece non è inadempiente ma l’accordo con governo e sindacati sul salvataggio sfuma con conseguenti esuberi, il contributo si moltiplica per 1,5 volte. Il contributo previsto è pari al 41% del massimale mensile di Naspi per dodici mesi di anzianità aziendale negli ultimi tre anni.

Fondo per turismo e spettacolo

Arriva anche un fondo da 150 milioni per il 2022 per sostenere gli operatori economici del settore del turismo, dello spettacolo e dell’automobile, colpiti dalla pandemia.

Patent box

L’emendamento del governo riscrive poi la disciplina del Patent box contenuta nel decreto fiscale. La norma prevede, infatti, che l’incentivo passi dal 90% al 110%, escludendo dall’ambito dei beni agevolabili i marchi di impresa e limitando pertanto l’ambito della norma ai brevetti o ai beni comunque giuridicamente tutelati. Inoltre, viene eliminato il divieto di cumulo tra il Patent box e il credito di imposta per ricerca e sviluppo e ridisegna il regime transitorio. 

In arrivo anche 180 milioni per la scuola

In arrivo anche altri 180 milioni per la scuola. Cento milioni di euro serviranno per la proroga degli incarichi temporanei del personale Ata della scuola legati all’emergenza Covid. La norma consente di coprire nel periodo da gennaio a giugno 2022 circa 7.800 contratti a tempo determinato. E salirà a 300 milioni di euro per il 2022 il Fondo per la valorizzazione del personale docente, con lo stanziamento di ulteriori 60 milioni.

Vengono inoltre eliminate le precisazioni in merito alle finalità cui sono destinate le risorse (‘dedizione nell’insegnamento e promozione della comunità scolastica’). Assegnati poi ulteriori 20 milioni di euro alle scuole dell’infanzia paritarie sulla base di criteri individuati da un apposito decreto del ministero dell’Istruzione da adottarsi entro 30 giorni dalla entrata in vigore della legge.

Al via stabilizzazione toghe onorarie

Arriva la norma per stabilizzare gli oltre 4.800 magistrati onorari in servizio e rispondere così alle sollecitazioni della Commissione europea che ha avviato nei confronti dell’Italia la procedura di infrazione. Le toghe potranno essere confermate a tempo indeterminato a domanda sino al compimento del settantesimo anno di età e dunque sino al raggiungimento dell’età pensionabile.

La stabilizzazione è subordinata al superamento di una procedura valutativa, con colloquio orale, e comporta la rinuncia a ogni ulteriore pretesa di risarcimento, salvo il diritto all’indennità di fine prestazione in caso di mancata conferma. La norma consente anche di attivare da subito le procedure di reclutamento di 700 nuove unità nel 2022 (senza oneri nell’anno considerato l’iniziale periodo di tirocinio gratuito), fino a un totale di 2.200 nel 2032, nel rispetto del limite massimo di dotazione organica di 6.000 unità.

Un miliardo e mezzo per il Giubileo

Per il Giubileo sono stanziati circa 1,5 miliardi di euro complessivi, viene istituita la società “Giubileo 2025” controllata dal Mef e nominato un commissario straordinario per la preparazione dell’evento.

Cinquanta milioni per il commissario straordinario Covid

Arrivano infine 50 milioni di euro per gli interventi di competenza del Commissario straordinario all’emergenza Covid per il 2022.

Quaranta milioni per i danni degli incendi

Altri 40 milioni serviranno a far fronte ai danni subiti dal patrimonio pubblico e privato e dalle attivita’ economiche e produttive a seguito dei gravi incendi boschivi e urbani della scorsa estate nelle regioni Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia.

Fondi per una commissione sulla trasparenza dei rendiconti dei partiti

Arrivano nuove risorse per il funzionamento della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. E’ autorizzata una spesa complessiva di 60.000 euro dal 2022 da ripartire in egual misura a integrazione del finanziamento di ciascuna Camera.

il manifesto

CULTURA

Guarire e sovvertire le ferite

BELL HOOKS. Muore all’età di 69 anni la scrittrice, teorica femminista e critica culturale, autrice di «Elogio del margine». Nata nel 1952 in Kentucky, lì dagli anni 2000 ha insegnato nel primo college interraziale del Sud. Il suo nome era Gloria Jean Watkins ma aveva scelto uno pseudonimo minuscolo come atto di rivolta verso l’egocentrismo autoriale e di omaggio a un continuum matrilineare. L’esperienza biografica si fa teoria: la violenza domestica, l’orrore di uno stupro, la fatica delle incomprensioni tra bianche e non bianche in contesto militante trovano un nome

Un ritratto di bell hooks (New York, 1980) - foto di Anthony Barboza/Getty Images
 Un ritratto di bell hooks (New York, 1980) – foto di Anthony Barboza/Getty Images

Dal Kentucky in ginocchio dopo il tornado che lo ha flagellato nei giorni scorsi, mercoledì è giunta un’altra notizia dolorosa, la morte di bell hooks. Per molte è come un lutto personale anche se magari non l’avevano neppure mai incontrata dal vivo perché, come Salinger faceva dire al suo giovane Holden, ci sono libri che ci lasciano senza fiato, che quando li hai finiti di leggere vorresti conoscere chi li ha scritti e potergli telefonare quando vuoi. E di libri così bell hooks ne aveva scritti, prima di tutto Elogio del margine, arrivato in Italia a fine anni 90 nella traduzione di Maria Nadotti e di recente riedito (Tamu, 2020), oltre ad articoli e conferenze che hanno aperto gli occhi o cambiato la vita di tante persone, le hanno fatte sentire meno sole, le hanno sostenute, accompagnate, attrezzate teoricamente, fortificate in percorsi di apprendimento, di trasformazione, di attivismo sociale, di guarigione.

IN BELL HOOKS, infatti, teoria e guarigione erano connesse: «Sono giunta alla teoria attraverso la sofferenza: il dolore dentro di me era così intenso che non potevo più sopportarlo. Sono arrivata alla teoria disperata, bisognosa di comprendere – comprendere cosa stesse accadendo intorno a me e nel mio intimo. Più di ogni altra cosa desideravo che il dolore sparisse. La teoria ha rappresentato per me un luogo di guarigione». Tante persone sono giunte a bell hooks per guarire le ferite inferte loro dal sessismo, dal razzismo e dal classismo, bisognose di comprendere il perché di tanto male e come tentare di curarlo, come sopravvivere, come intraprendere un cammino di cambiamento a partire dal margine.

Per bell books, il margine non è solo un luogo di pena ma anche e soprattutto un luogo di resistenza, uno «spazio di possibilità e apertura radicale». La sua idea di margine non riguarda il ripiegarsi identitario in una compiaciuta marginalità ma la responsabilità e l’impegno etico che tocca a chi sta «là dove la profondità è assoluta». Nelle sue pagine, l’esperienza biografica si fa teoria: la violenza domestica, l’orrore di uno stupro, l’afflizione di fronte a un’immagine cinematografica stereotipata, la fatica delle incomprensioni tra bianche e non bianche in contesto militante trovano un nome, una spiegazione, un quadro interpretativo, delle categorie di analisi, la possibilità di una presa di distanza e la prospettiva di una trasformazione.

CAPIRE, analizzare, teorizzare per spezzare le catene e cambiare la realtà. Questa è la teoria per bell hooks, una «pratica liberatoria», come nel titolo di uno dei suoi saggi di recente raccolti in Insegnare a trasgredire. L’educazione come pratica della libertà (Meltemi, 2020). Per questo quando la pandemia ha costretto all’isolamento in casa, c’è chi è andata a risfogliarsi il saggio «Casa. Un sito di resistenza» in Elogio del margine dove lo spazio domestico diventa un sito politico suscettibile di critica in termini di rapporti di forza e di lotta di liberazione.
Da casa si lavora e si subisce sfruttamento, in casa si perpetua violenza patriarcale e violenza capitalista e dunque, perché la «casa» sia davvero tale, essa va pensata come «sito primario della sovversione e della resistenza», dove connettere il dentro e il fuori e ripensare un sistema di valori.

Era nata nel 1952 a Hopkinsville, in quello stesso Kentucky dove era tornata a insegnare nei primi anni 2000 al Berea College, il primo college interrazziale del Sud. Non uno di quei campus blasonati della Ivy League con rette stellari, bensì un work college a cui si accede con borse di studio e lavoro dedicate esclusivamente a una popolazione studentesca meritevole ma non abbiente. Lì, lo scorso autunno è stato aperto un centro che porta il suo nome dedicato agli studi femministi in un’ottica antirazzista poiché, come lei stessa ha insegnato, la gerarchia di genere è anche una gerarchia razzista.
Il suo nome di battesimo era Gloria Jean Watkins ma aveva scelto quello pseudonimo minuscolo come atto di rivolta verso l’egocentrismo autoriale e di omaggio a un continuum matrilineare avviato dalla bisnonna materna Belle Blair Hooks e proseguito con la madre Rosa Bell Watkins. Questo tributo alle ave nella scelta di uno pseudonimo non è solo una pratica femminista in voga negli anni 60-70 ma anche un gesto intellettuale e politico che dà visibilità e voce a esseri umani rimasti inascoltati, invisibili, cancellati dalla storia.

Come lo fu Sojourner Truth, la schiava liberata a cui hooks si ispira quando nel 1973, ancora studente, scrive Ain’t I a Woman. Black Women and Feminism, pubblicato solo nel 1981, un’analisi del dominio bianco e borghese che, come sottolinea Nadotti nell’introduzione di Elogio del margine/Scrivere al buio: «spacca il fronte apparentemente compatto del neofemminismo statunitense degli anni 70 e infrange con parole fertili e audaci il silenzio e la tacita sottomissione che rendevano le donne nere invisibili tra gli invisibili».

CRESCIUTA in un contesto rurale e agricolo, hooks è parte di una generazione che deve imparare a essere libera e trova una via nell’istruzione. Così ricorda in Insegnare a trasgredire: «Per i neri, l’insegnamento – l’educazione – era fondamentalmente un atto politico, perché radicato nella lotta antirazzista. In effetti, le scuole elementari per neri sono diventate il luogo in cui ho sperimentato l’apprendimento come rivoluzione. Quasi tutte le nostre insegnanti alla Booker T. Washington erano donne nere, votate a nutrire il nostro intelletto per darci la possibilità di diventare persone nere capaci di usare la ‘testa’. Comprendemmo presto che la nostra devozione verso l’apprendimento e la vita della mente era un atto contro-egemonico, un gesto fondamentale di resistenza alle strategie di colonizzazione razzista bianca. Sebbene non definissero o spiegassero queste pratiche in termini teorici, le mie insegnanti mettevano in atto una pedagogia rivoluzionaria della resistenza, profondamente anticoloniale. All’interno di queste scuole per bambine e bambini neri, chi era considerato eccezionale, dotato, veniva trattato con particolare cura. Le insegnanti lavoravano con e per noi, per garantirci di realizzare il nostro destino intellettuale e, nel fare ciò, elevare la nostra razza. Le mie insegnanti avevano una missione». Forte di quell’esperienza, hooks svilupperà un approccio all’insegnamento vicino alla pedagogia degli oppressi di Paulo Freire senza risparmiargli critiche.

BELL HOOKS ci ha insegnato che classismo, razzismo e sessismo sono sistemi interconnessi di dominio fondati su una logica binaria oppositiva e gerarchizzante. Dunque, non è possibile una liberazione dal razzismo che non contempli anche una liberazione dal dominio maschile ed eterosessuale. Con approccio libero e interdisciplinare, ha studiato pratiche e prodotti culturali diversi, dal giornalismo alla letteratura, dalla musica pop al cinema con indimenticabili bordate a Madonna, Spike Lee o a documentari osannati come Paris is burning.
Abbiamo sempre più bisogno di leggere bell hooks anche qui in Italia dove la scuola, l’università e gli spazi della democrazia fanno i conti tutti i giorni con storie e corpi che nulla hanno a che vedere con una vecchia e opprimente idea di «soggetto universale».

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SCHEDA. PER UNA POLITICA APPASSIONATA

Per le edizioni Tamu, nella traduzione di Maria Nadotti, è stato di recente pubblicato «Il femminismo è per tutti. Una politica appassionata» («Feminism is for Everybody»), uscito per la prima volta nel 2000. Nella Prefazione alla nuova edizione (presente nel volume di Tamu), bell hooks dichiara il suo amore, incrollabile: «lavoro per condividere la gioia liberatrice che la lotta femminista produce nella vita di donne e uomini che continuano a operare il cambiamento, che continuano a sperare nella fine del sessismo, dello sfruttamento sessista e dell’oppressione». Dall’autocoscienza alla lotta di classe, dalla sorellanza al lavoro e alla maschilità, dal lesbismo alla riproduzione, i brevi capitoli che compongono «Il femminismo è per tutti» sono degli speciali intarsi di teoria e pratica, una miniera di spunti e sollecitazioni anche per l’oggi.