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Morta Lina Wertmuller, indimenticabile regista. Prima a essere candidata all’Oscar
di Chiara Ugolini
Aveva 93 anni. Il suo ‘Pasqualino Settebellezze’ con Giannini fu il primo film di una cineasta donna nominato dall’Academy. I funerali si svolgeranno sabato alle 11, 30 alla Chiesa degli Artisti a Roma
È morta Lina Wertmuller, grandissima regista di film indimenticabili come Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto e Pasqualino Settebellezze. Prima donna a essere candidata come regista agli Oscar nel 1977 con il film di cui era protagonista Giancarlo Giannini, nel ruolo di un guappo napoletano, nel 2019 ha ottenuto l’Academy Award onorario. In quella occasione, con la sua solita ironia, aveva detto: “Bisogna cambiare il nome a questa statuetta” ha detto, “chiamiamolo con un nome di donna, Anna”.
Lina Wertmüller, travolta da uno splendido destino – L’intervista
La regista, il cui vero nome era Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, è morta nella sua casa romana, aveva 93 anni. Era nata nella capitale il 14 agosto 1928, origine aristocratiche e svizzere, sposata allo scenografo Enrico Job con cui ha adottato la figlia Maria Zulima. I funerali si svolgeranno sabato alle 11, 30 alla Chiesa degli Artisti a Roma. Pioniera in quanto donna nel campo della regia, è un punto di riferimento di moltissime registe in tutto il mondo da Jane Campion (che l’ha definita “un’eroina”) a Isabella Rossellini, Pasqualino Settebellezze era stato candidato anche come miglior film straniero e migliore sceneggiatura e Giannini era candidato come miglior attore.
Sebbene la sua famiglia non provenisse dall’ambiente dello spettacolo (il padre era avvocato), la giovane Lina si sente attratta subito da quel mondo tanto che a diciassette anni si iscrive all’Accademia teatrale di Piero Sharoff e per un periodo è anche regista e animatrice del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Il cinema arriva solo dopo un lungo periodo teatrale e poi televisivo in cui è autrice e regista della prima edizione di Canzonissima e di quello straordinario sceneggiato che fu Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista nel ruolo del ragazzino pestifero, un punto di riferimento per intere generazioni fin dalla prima messa in onda nel 1964.
Cannes, Giannini: “Il mio Pasqualino, un Pulcinella nel campo di concentramento”
Aiuto di Federico Fellini, il primo film da regista è del 1963 I basilischi: due amici, uno studente svogliato e un ragioniere, e la loro esistenza monotona in un paesino di provincia che la fa subito notare, infatti vince un premio al festival di Locarno. Dopo l’esordio inizia una lunga lista di film dai titoli lunghissimi e complicati e dalla presenza fissa di Giancarlo Giannini come protagonista con cui si instaura un sodalizio sempre vivo: Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), il film dell’Oscar Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978).
Importante anche il sodalizio con Sophia Loren in prima linea per celebrare la sua regista a Los Angeles quando ottenne l’Oscar nel 2019. Con lei aveva girato per la tv un riuscito adattamento di Sabato, domenica e lunedì da Eduardo De Filippo e poi l’affresco storico di Ferdinando e Carolina. Un’altra amicizia artistica fu quella con Paolo Villaggio con cui girà Io speriamo che me la cavo dal romanzo-verità di Marcello D’Orta sul maestro elementare ligure trasferito per errore nel napoletano.
Wertmuller: “Sophia come un tempio greco”
Sebbene ricordata principalmente come regista, Lina Wertmuller è stata anche sceneggiatrice per altri accanto a Sergio Sollima (Città violenta), Pasquale Festa Campanile (Quando le donne avevano la coda, Quando le donne persero la coda), Franco Zeffirelli (Fratello Sole, sorella Luna), Enrico Maria Salerno (Nessuno deve sapere) e serie, corti e film tv, tra i quali Il decimo clandestino, Francesca e Nunziata, Roma Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano. Ha veramente esplorato ogni forma di spettacolo: incursioni rare ma non per questo meno rilevanti anche nell’ambito dell’opera lirica: Carmen al San Carlo di Napoli per l’inaugurazione della stagione 1986-87, Bohème all’Opera di Atene nel 1997 accanto a diverse sceneggiature e regie teatrali che portano la sua firma. La regista si è divertita anche a misurarsi col doppiaggio nel cartoon Mulan dove era la nonna della giovane guerriera o come attrice nel film Benvenuto Presidente di Riccardo Milani.
Occhiali bianchi, suo segno stilistico tanto dal dare il titolo a un documentario su di lei uscito nel 2015 (Dietro gli occhiali bianchi disponibile su ITsART), grande intelligenza e profonda ironia, Lina Wertmuller rimarrà nella storia della cultura italiana e nel mondo “per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa”. Questa la motivazione che l’Academy ha dato per il suo Oscar alla carriera. La camera ardente per Lina Wertmuller sarà allestita in Campidoglio.
Lina Wertmüller
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Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, nota comunemente come Lina Wertmüller (Roma, 14 agosto 1928[1] – Roma, 9 dicembre 2021[2]), è stata una regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana.
È stata la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar come migliore regista, per il film Pasqualino Settebellezze, nella cerimonia del 1977[3]. Nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar onorario[4][5].
Indice
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Lina Wertmüller nasce a Roma il 14 agosto 1928, figlia di Federico Wertmüller, un avvocato originario di Palazzo San Gervasio (in provincia di Potenza) e proveniente da una famiglia aristocratica di remote origini svizzere, e di Maria Santamaria-Maurizio, romana[6]. Era la zia dell’attore Massimo Wertmüller.
A scuola è stata compagna di Flora Carabella, che poi sarebbe diventata la moglie di Marcello Mastroianni (con cui instaurerà una lunghissima amicizia che si rivelerà poi fondamentale per avvicinarla al mondo dello spettacolo). A diciassette anni si iscrive all’accademia teatrale diretta da Pietro Sharoff; in seguito, per alcuni anni, è animatrice e regista degli spettacoli del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Successivamente collabora con celebri registi teatrali, tra i quali Guido Salvini, Giorgio De Lullo e Garinei e Giovannini. Lavora sia per la radio sia per la televisione, e in veste di autrice e regista alla prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista maschile[7]. Inizia un lungo sodalizio artistico con Enrico Job, apprezzato scenografo teatrale, con il quale presto si sposa. I due hanno una figlia adottiva, Maria Zulima.
Esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in …e Napoli canta! di Armando Grottini (1953) e più avanti è aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e 8½ (1963). Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud Italia (il film fu girato in gran parte tra la Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e la Puglia, a Minervino Murge), che le valse la Vela d’argento al Locarno Festival. Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all’italiana, Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l’attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978)[8].
Per Pasqualino Settebellezze, che ebbe successo anche negli Stati Uniti, la Wertmüller è candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977 (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura), mentre una quarta candidatura arriva a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista. Lina Wertmüller è la prima donna a essere candidata alla vittoria dell’Oscar come miglior regista; dopo di lei ci saranno solo Jane Campion, Sofia Coppola, Kathryn Bigelow, Emerald Fennell e Chloé Zhao, rispettivamente nel 1994, 2004, 2010 e 2021.
Per le registe è sempre stata un esempio, non solo perché è stata la prima regista ad avere avuto successo dal punto di vista commerciale, ma anche perché erano in poche a fare questo mestiere. «Non si può fare questo lavoro perché si è uomo o perché si è donna. Lo si fa perché si ha talento. Questa è l’unica cosa che conta per me e dovrebbe essere l’unico parametro con cui valutare a chi assegnare la regia di un film»[9]. In un’intervista, alla domanda se aveva avuto difficoltà in quanto donna dietro la macchina da presa ha risposto: «Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola. Sono stata addirittura cacciata da undici scuole. Sul set comandavo io. Devi importi. Gridavo e picchiavo. Ne sa qualcosa Luciano De Crescenzo durante le riprese di Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren. Non faceva altro che gesticolare con l’indice di una mano e così per farlo smettere gli “azzannai” il dito»[10].
Il 1983 è l’anno di Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada, film che affronta con leggerezza e coraggio il tema del terrorismo. Del 1986 è la prima delle sue rare incursioni nel teatro lirico con la regia della Carmen di Georges Bizet, che inaugura la stagione lirica 1986-87 del Teatro di San Carlo di Napoli, ripresa in diretta su Rai 1. Nel 1997 dirige una Bohème all’Opera di Atene. È autrice di diverse sceneggiature e regie teatrali, da Due più due non fa più quattro (1968) e Fratello sole, sorella luna (1972) (entrambi per la regia di Franco Zeffirelli) a L’esibizionista (1994), da Gino, Ginetta e gli altri (1995) a Lasciami andare madre (dal libro di Helga Schneider, con Roberto Herlitzka nella parte della vecchia madre). Nel 1987, su proposta di Bettino Craxi, venne inclusa tra i membri dell’Assemblea nazionale del PSI[11]. Nel 1992 dirige Io speriamo che me la cavo con Paolo Villaggio, mentre nel 1996 torna alla satira politica con Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti come nuovi Giannini-Melato. Due anni dopo, per la prima volta si cimenta nel doppiaggio: è la voce di Nonna Fa in Mulan.
Dopo la ricostruzione storica Ferdinando e Carolina del 1999, la Wertmüller torna dietro la macchina da presa con la serie televisiva Francesca e Nunziata del 2001 con Sophia Loren e Claudia Gerini, e il film Peperoni ripieni e pesci in faccia del 2004 sempre con la Loren protagonista, che però, nonostante le proteste della regista, viene distribuito in poche sale cinematografiche e solo un paio d’anni dopo la produzione. Il successivo Mannaggia alla miseria del 2008 con Gabriella Pession e Sergio Assisi è trasmesso direttamente in prima serata su Rai 1 il 2 giugno 2010. Nello stesso anno le è conferito il David di Donatello alla carriera. Nel 2013 recita un cameo nel film di Riccardo Milani Benvenuto Presidente!, nel ruolo di membro dei poteri forti, insieme con il collega Pupi Avati, il critico Steve Della Casa e il giornalista Fabrizio Rondolino.
Indaga con passione i ruoli sociali dell’uomo e della donna del Bel Paese nell’eterno dialogo tra il Nord e il Sud, tra la borghesia e il proletariato, dagli Anni Sessanta del secolo scorso ai giorni nostri, con uno sguardo sempre ironico e disincantato sulle evoluzioni politiche e sociali, dipingendo la società italiana a volte con toni grotteschi e pungenti, ma senza mai prendersi sul serio. Il 22 dicembre 2015 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris le conferisce la cittadinanza onoraria della città[12]. Il 27 ottobre 2019 le viene comunicata l’assegnazione dell’Oscar onorario[4][5], che avverrà poi nella cerimonia del 2020. Nella motivazione dell’assegnazione si legge: «per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa»[13].
È morta a Roma il 9 dicembre 2021. La notizia è stata data da un amico di famiglia.
Prosa radiofonica Rai[modifica | modifica wikitesto]
- Prova generale, di Lina Wertmuller e Matteo Spinola, regia di Nino Meloni, trasmessa il 14 gennaio 1956
- Un Olimpo poco tranquillo di Lina Wertmüller e Matteo Spinola, regia di Nino Meloni, trasmessa il 19 settembre 1957.
Varietà radiofonici Rai[modifica | modifica wikitesto]
- La Dolce vitaccia, di Lina Wertmuller e Francesco Luzi, Con la Compagnia del Teatro Comico di Roma, orchestra di Gino Filippini, regia di Nino Meloni, 17 febbraio 1963.
Filmografia[modifica | modifica wikitesto]
Regista e sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]
Cinema[modifica | modifica wikitesto]
- I basilischi (1963)
- Questa volta parliamo di uomini (1965)
- Rita la zanzara (1966)
- Non stuzzicate la zanzara (1967)
- Il mio corpo per un poker, co-regia di Piero Cristofani (1968)
- Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972)
- Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973)
- Tutto a posto e niente in ordine (1974)
- Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974)
- Pasqualino Settebellezze (1975)
- La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978)
- Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978)
- Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada (1983)
- Sotto.. sotto.. strapazzato da anomala passione (1984)
- Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1985)
- Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986)
- In una notte di chiaro di luna (1989)
- Sabato, domenica e lunedì (1990)
- Io speriamo che me la cavo (1992)
- Ninfa plebea (1996)
- Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica (1996)
- Ferdinando e Carolina (1999)
- Peperoni ripieni e pesci in faccia (2004)
Televisione[modifica | modifica wikitesto]
- Il giornalino di Gian Burrasca (1964-1965) – serie TV in 8 episodi
- È una domenica sera di novembre (1981) – film TV
- Il decimo clandestino (1989) – film TV
- Bari, episodio del documentario 12 registi per 12 città (1989)
- Vivaldi, episodio della serie TV documentaristica L’encyclopédie audio-visuelle (1993)
- Francesca e Nunziata (2002) – film TV
- Mannaggia alla miseria (2009) – film TV
- Roma, Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano (2014) – cortometraggio documentaristico
Sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]
- Città violenta, regia di Sergio Sollima (1970)
- Quando le donne avevano la coda, regia di Pasquale Festa Campanile (1970)
- Quando le donne persero la coda, regia di Pasquale Festa Campanile (1972)
- Fratello sole, sorella luna, regia di Franco Zeffirelli (1972)
- Nessuno deve sapere, regia di Mario Landi (1972) – miniserie TV
- Cari genitori, regia di Enrico Maria Salerno (1973)
- Which Way Is Up?, regia di Michael Schultz (1977)
Doppiaggio[modifica | modifica wikitesto]
- Nonna Fa in Mulan (1998)
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Essere o avere. Ma per essere devo avere la testa di Alvise su un piatto d’argento, Milano, Rizzoli, 1981.
- Iris e lo sceicco, ovvero Sceicchi e femministe, ovvero Storia d’evasione e d’oriente, con illustrazioni di Milo Manara, Torino, Nuova Eri, 1988. ISBN 88-397-0537-6
- Avrei voluto uno zio esibizionista, Milano, Mondadori, 1990. ISBN 88-04-33566-1
- Alì Baba e il destino giocatore spericolato e spesso baro, Napoli, Guida, 1992. ISBN 88-7188-026-9 (bifronte con Prima o poi tornerò di Andrej Longo)
- Arcangela Felice Assunta Job Wertmüller von Elgg Espanol von Brauchich cioè Lina Wertmüller, Milano, Frassinelli, 2006. ISBN 88-7684-786-3 (autobiografia, con un CD di 32 canzoni da lei interpretate)
- Tutto a posto e niente in ordine, Lina Wertmüller, Mondadori, 2012. ISBN 9788804623038 (biografia)
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]
Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana | |
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri» — 27 dicembre 2018[14] |
Cittadinanze onorarie[modifica | modifica wikitesto]
- Il 22 dicembre 2015 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris le conferisce la cittadinanza onoraria della città[12].
- Il 13 Agosto 2015, in occasione del suo ottantasettesimo compleanno, le è stata conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Minori[15]
Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
- 1977 – Candidatura miglior film straniero per Pasqualino Settebellezze
- 1977 – Candidatura miglior regista per Pasqualino Settebellezze
- 1977 – Candidatura migliore sceneggiatura originale per Pasqualino Settebellezze
- 2020 – Oscar onorario[16]
- 1977 – Candidatura miglior film straniero per Pasqualino Settebellezze
- 2008 – Premio alla carriera categoria Cinema
- 1963 – Vela d’argento per I basilischi
- 2016 – Premio Letterario Piero Chiara alla carriera[17].
- Premi Kineo
- 2019 – Premio Kineo alla carriera[18]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Giorgio Dell’Arti, Massimo Parrini, Catalogo dei viventi 2009 – voce Wertmüller Lina, Venezia, Marsilio Editori, 2008. ISBN 978-88-317-9599-9.
- ^ È morta Lina Wertmüller, grande protagonista del cinema italiano: aveva 93 anni, su corriere.it, Corriere della Sera, 9 dicembre 2021. URL consultato il 9 dicembre 2021.
- ^ Premio successivamente vinto per la prima volta da una donna nel 2010 da Kathryn Bigelow con The Hurt Locker.
- ^ Salta a:a b Simone Fabriziani, L’Academy assegna l’Oscar alla carriera a David Lynch e Lina Wertmuller, su Awards Today – news, trailer, recensioni, cinema, serie tv, oscar. URL consultato il 4 giugno 2019 (archiviato il 3 giugno 2019).
- ^ Salta a:a b (EN) Wertmuller to get career Oscar – Lifestyle, su ANSA.it, 3 giugno 2019. URL consultato il 19 luglio 2019 (archiviato l’8 giugno 2019).
- ^ Josette Déléas, Lina Wertmüller, Trafford Publishing, 2009.
- ^ La Wertmüller fu anche autrice del testo su musica di Nino Rota della famosa sigla Viva la pappa col pomodoro. Ha scritto anche altre canzoni: Come piangeva quel salice piangente, su musica di Lelio Luttazzi, Cambierà, su musica di Riz Ortolani, Il geghegè, su musica di Bruno Canfora, Mi sei scoppiato dentro il cuore, su musica di Bruno Canfora, Questo nostro amore su musica di Luis Bacalov e diverse altre per i propri film.
- ^ I lunghissimi titoli dei suoi film sono spesso cambiati e accorciati nelle versioni internazionali.
- ^ Lina Wertmüller: l’avventura di una regista straordinaria, su Oscar Mondadori, 25 ottobre 2019. URL consultato il 29 giugno 2020.
- ^ Cristiano Vitali, Lina Wertmuller si aggiudica l’Oscar alla carriera, su iO Donna, 28 ottobre 2019. URL consultato il 29 giugno 2020.
- ^ ORA SONO SALITI A 412 I MEMBRI ELETTI NELL’ASSEMBLEA DAL CONGRESSO DE Archiviato il 16 dicembre 2019 in Internet Archive., La Repubblica, 9 aprile 1987
- ^ Salta a:a b Il tributo di Napoli alla Wertmuller, da oggi è cittadina onoraria Archiviato l’11 agosto 2016 in Internet Archive.
- ^ Lina Wertmuller riceve l’Oscar: ‘Chiamiamolo Anna’ – Cultura & Spettacoli, su Agenzia ANSA, 28 ottobre 2019. URL consultato il 29 giugno 2020.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it. URL consultato il 14 maggio 2019 (archiviato il 14 maggio 2019).
- ^ Lina Wertmuller festeggia 87esimo compleanno a Minori con uno spettacolo e cittadinanza onoraria, su ilvescovado.it.
- ^ Stefania Ulivi, Lina Wertmüller, le verrà assegnato l’Oscar alla carriera, su corriere.it, Corriere della Sera, 3 giugno 2019. URL consultato il 3 giugno 2019 (archiviato il 3 giugno 2019).
- ^ Albo d’oro Premio Chiara alla carriera, su premiochiara.it. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall’url originale l’8 luglio 2017).
- ^ SemiColonWeb, Lina Wertmuller riceve il Premio Kineo, su news.cinecitta.com. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato il 7 novembre 2019).
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Lorenzo Gigliotti, Lina Wertmüller, Ripostes, 1996. ISBN 88-86819-15-3
- Claudia Cascone, Il sud di Lina Wertmüller, Napoli, Guida, 2006. ISBN 88-6042-222-1
- Tiziana Masucci, I Chiari di Lina, Edizioni Sabinae, Roma, 2009. ISBN 978-88-96105-22-1
- Bullaro, Grace Russo. Man in Disorder, the Films of Lina Wertmuller in the 1970s. Leister, UK: Troubador Publishing Ltd., 2006.
- Lina Wertmüller, Tutto a posto e niente in ordine. Vita di una regista di buonumore, in Oscar bestsellers, Mondadori, 29 ottobre 2019, ISBN 9788804721406.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikiquote contiene citazioni di o su Lina Wertmüller
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lina Wertmüller
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su linawertmuller.com.
- (EN) Lina Wertmüller, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Lina Wertmüller / Lina Wertmüller (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Lina Wertmüller, su Open Library, Internet Archive.
- Lina Wertmüller, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- (EN) Lina Wertmüller, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Lina Wertmüller, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- Lina Wertmüller, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Lina Wertmüller, su Movieplayer.it.
- Lina Wertmüller, su FilmTv.it, Arnoldo Mondadori Editore.
- Lina Wertmüller, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Lina Wertmüller, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Lina Wertmüller, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Lina Wertmüller, su BFI Film & TV Database, British Film Institute.
- (DE, EN) Lina Wertmüller, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 7581603 · ISNI (EN) 0000 0001 1467 1524 · SBN IT\ICCU\CFIV\115974 · LCCN (EN) n82047285 · GND (DE) 118832603 · BNF (FR) cb13970373m (data) · BNE (ES) XX1031969 (data) · ULAN (EN) 500335228 · WorldCat Identities (EN) lccn-n82047285 |
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