Il manifesto

Lo Sciopero Generale. Da Roma l’attacco a Bonomi: rispetti chi viene licenziato. «La manovra ignora chi soffre». I segretari di Uil e Cgil: senza memoria chi attacca un diritto costituzionale che sconfisse il fascismo. «Il governo lo ha ammesso: non ha la maggioranza per sciogliere Forza Nuova»

Pierpaolo Bombardieri, Maurizio Landini sul palco di piazza del Popolo per lo sciopero generale
 Pierpaolo Bombardieri, Maurizio Landini sul palco di piazza del Popolo per lo sciopero generale

Una piazza del Popolo rossoblù stracolma e divisa esattamente a metà. Davanti al palco posto sul lato verso il Tevere la parte sinistra è rossa e chiassosa, la divisione davanti all’obelisco centrale per ragioni di distanziamento e telecamere la separa dalla parte destra che è blu Uil e più composta.

Il colpo d’occhio è notevole fin dalle 10 e riscalda umori e animi nel sole romano a nove giorni da natale. Lo sciopero generale porta a Roma centinaia di pullman parcheggiati nella vicina villa Borghese dal centro Italia compresa la Romagna, divisa all’uopo dall’Emilia che invece è stata mandata alla manifestazione di Milano.


Lo striscione “Insorgiamo” dei lavoratori Gkn

SOTTO IL PALCO SPICCANO le lavoratrici di Air Italy nella parte Uil e l’Insorgiamo di Gkn e gli operai della Caterpillar di Jesi con lo striscione «Senza tregua» in quella Cgil. Le presenze politiche si limitano a Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, a Stefano Fassina e alle bandiere di Rifondazione e dei vari partiti comunisti in piazza.

AD ACCENDERE LA PIAZZA è Pierpaolo Bombardieri. Il passaggio più applaudito è l’attacco a Confindustria: «Bonomi ieri ha detto di essere triste per il nostro sciopero e allora noi vogliamo dirgli: lei è triste un giorno solo, qui ci sono lavoratori che hanno perso il posto di lavoro: abbiate rispetto verso di loro e l’esercizio di un diritto costituzionale che viene pagato di tasca propria». Il secondo bersaglio del segretario generale della Uil è Carlo Calenda: «Dove sono i ragazzi che dovevi portare in piazza contro lo sciopero? Vieni a vederli qui – provocando l’urlo sotto lo striscione “Studenti e pensionati uniti nella lotta” portato da Rete degli Studenti e Spi – insieme ai lavoratori delle crisi industriali che dovevi risolvere da ministro», il riferimento è in primis all’Embraco di Riva di Chieri (Torino) i cui 377 operai finiranno la cassa integrazione il 22 gennaio senza speranza di reindustrializzazione.

L’ATTACCO È ALLA POLITICA TUTTA: «Accusano noi sindacati di essere fuori posto e fuori tempo quando non hanno mai incontrato una finta partita Iva o un ragazzo in “fine stage mai”: noi li abbiamo incontrati e ci hanno chiesto di far sentire la loro voce. È un mese che siamo nelle piazze – rivendica Bombardieri – e loro pensavano stessimo facendo una scampagnata. Hanno definito il nostro sciopero in mille modi al limite dello squadrismo – ribasce quanto detto nell’intervista al nostro giornale – e non dobbiamo chiedere scusa per questo perché squadrismo è negare un diritto costituzionale in questo paese». Arriva poi la parte più di merito sulla manovra. «Facciamo l’elenco delle questioni tecniche: sulla riforma degli ammortizzatori sociali c’erano 3 miliardi, grazie a noi sono diventati 4,5 ma ne servivano 8 e dunque a pagare la copertura saranno imprese e lavoratori. Nelle politiche attive non c’è niente per combattere la precarietà così come per la politica industriale se non legata al futuro Pnrr. Sulla riforma fiscale si è partiti da un condono e ora non vi offendete se parliamo di foresta di Sherwood al contrario», ribadisce Bombardieri che ha portato in piazza una decina di uomini vestiti da Robin Hood. La conclusione è sul successo dello sciopero: «Abbiamo già ottenuto un risultato: lavoratori, precari, donne e pensionati che soffrono non sono più fantasmi, li avete dovuti vedere qui in piazza».

Poi tocca a Maurizio Landini chiudere la manifestazione parlando via maxi schermi anche alle piazze di Milano, Bari, Cagliari e Palermo. L’esordio è un sentito «ringraziamento ai lavoratori della sanità che oggi non sono qui con noi: tagliare la sanità ha significato essere in difficoltà all’inizio della pandemia, per questo chiediamo assunzioni e più fondi per la non autosufficienza». L’attacco «al diritto fondamentale di sciopero è il simbolo di un paese senza memoria: è stato il primo ad essere tolto dal fascismo mentre uno sciopero generale nel 1943, fatto rischiando la vita e le fucilazioni, segnò la fine del fascismo». Anche Landini risponde a Bonomi: «La sua uscita mi ha ricordato la canzone “Ho visto un re” di Jannacci, mentre Confindustria dovrebbe imporre ai suoi associati di non fare delocalizzazioni». Il ricordo dell’ultimo sciopero generale è poi l’occasione per una stoccata a Renzi sul tema della precarietà: «Nel 2014 quello che parlava inglese fece il Jobs act spiegandoci che cancellando l’articolo 18 si cancellava la precarietà. E invece oggi abbiamo più precarietà di allora», attacca Landini rilanciando la proposta «di un contratto unico di ingresso nel mondo del lavoro basato su formazione e stabilità futura».

IL RACCONTO DEI GIORNI CONVULSI della rottura con «il presidente del consiglio che prima ci chiama per annunciarci un intervento e poi ci richiama perché battuto dalla maggioranza della sua maggioranza» è il là alla spiegazione del ritardo nel «presentare il maxi emendamento»: «Stanno litigando perché vogliono mettere un altro condono fiscale per la rottamazione delle cartelle esattoriali». La stessa maggioranza non supporta il governo nemmeno nella promessa di mettere al bando Forza Nuova che «ha assaltato la nostra sede»: «il governo l’ha detto a noi e all’Anpi: in parlamento la maggioranza per approvare quel provvedimento non c’è», rivela Landini.

La politica per Landini «dovrebbe ringraziarci per lo sciopero generale perché con il 70% di astensione alle ultime elezioni è un campanello d’allarme pericolosissimo verso una rottura democratica nel paese». La chiusura è un auspicio per una rinnovata unità sindacale in vista dell’incontro sulle pensioni di lunedì: «Alla Cisl auguriamo di riempire la piazza sabato».

Il manifestoultima modifica: 2021-12-17T13:53:43+01:00da vitegabry
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