Archivi giornalieri: 13 marzo 2013

HABEMUS PAPAM FRANCISCUM

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VATICANO

L’argentino Bergoglio è Papa Francesco:
«Mi hanno preso alla fine del mondo…»

Il gesuita è il primo sudamericano a San Pietro. Fumata bianca alle 19.06. «Iniziamo cammino di fiducia tra noi, pregate per me»

Jorge Mario Bergoglio, 266esimo Pontefice, il primo sudamericano e anche il primo scegliere il nome del santo di Assisi, FrancescoJorge Mario Bergoglio, 266esimo Pontefice, il primo sudamericano e anche il primo scegliere il nome del santo di Assisi, Francesco

«Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo…ma siamo qui». Sono queste le prime parole del primo Papa Francesco della Chiesa cattolica. Jorge Mario Bergoglio, argentino, 76 anni, gesuita, 266 esimo Pontefice, è anche il primo sudamericano. 
La fumata bianca che ha annunciato al mondo la sua elezione è arrivata alla quinta votazione, nella seconda giornata del Conclave. Uno scrutinio in più di quanto richiesto, otto anni fa, per l’elezione di Benedetto XVI. Il comignolo della Cappella Sistina ha iniziato a fumare alle 19.06, la piazza San Pietro gremita di fedeli sin dalla mattinata è esplosa in un boato: «Viva il Papa! Viva il Papa!».

Francesco: «Mi hanno preso dalla fine del mondo»
Rcd

 

«FRANCESCO! FRANCESCO!» La gioia è divenuta incontenibile quando il nuovo Papa si è affacciato per il saluto e la benedizione. La sorpresa è stata doppia: la nazionalità del nuovo Papa e la scelta del nome, quello del santo di Assisi, che ha detto subito tutto quello che c’è da sapere dell’attenzione di Bergoglio per i poveri. «Francesco! Francesco!» hanno acclamato gli oltre cento mila fedeli in piazza.

«Habemus Papam»

 

HABEMUS PAPAM – Aveva commosso la folla anche l’Habemus Papam con la voce resa incerta dal Parkinson del cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran dalla Loggia centrale della Basilica.

La prima volta di Francesco davanti alla piazzaLa prima volta di Francesco davanti alla piazza    La prima volta di Francesco davanti alla piazza    La prima volta di Francesco davanti alla piazza    La prima volta di Francesco davanti alla piazza    La prima volta di Francesco davanti alla piazza

«FIDUCIA TRA NOI» – «Cominciamo un cammino di fratellanza, amore, di fiducia fra noi – ha detto Papa Franscesco – Preghiamo l’uno per l’altro, per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi cominciamo sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa bella città».

Fumata bianca e la piazza esulta
Rcd

 

«PREGHIAMO PER BENEDETTO» – «Prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI, preghiamo tutti insieme per lui, perchè il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca». Quindi il Papa Fransceco ha recitato prima il Padre nostro e poi l’Ave Maria.

«E ORA PREGATE PER ME» – «Vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore, vi chiedo – ha detto – che voi preghiate il Signore per me, chiediate al Signore che benedica il suo vescovo, facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me». Alcuni minuti di silenzio e poi Francesco ha impartito la benedizione.

Jorge Bergoglio, el nuevo papa

Jorge Bergoglio, el nuevo papa

Miércoles 13 de marzo de 2013 | 16:46

 

Jorge Bergoglio, el primer papa argentino

Fue elegido esta tarde en una votación en la que participaron 115 cardenales electores congregados desde ayer en la Capilla Sixtina, eligió llamarse Francisco I

 

 

 

 

La “fumata blanca” instalada en la capilla Sixtina del Vaticano había anunciado que la Iglesia católica tenía un nuevo papa. A partir de ese momento se puso en marcha un ritual que culminó con la bendición urbi et orbi que realizó el argentino Jorge Mario Bergoglio, el sucesor de Benedicto XVI a la ciudad de Roma y a todo el mundo.

El cardenal argentino Jorge Mario Bergoglio fue elegido nuevo Papa y escogió el nombre de Francisco.

El nuevo pontífice, jesuita de 76 años, es el 266 Papa de la Iglesia Católica y el primero de América Latina.

Sucede a Benedicto XVI, quien renunció el pasado febrero.

El anuncio de la elección del 266 papa de la historia de la Iglesia lo hizo el primer cardenal de los diáconos (el Protodiácono), el francés Jean Louis Tauran.

El nuevo pontífice fue el segundo más votado en el cónclave de 2005, en el que fue elegido el alemán Joseph Ratzinger, Benedicto XVI.

Mientras tanto, unas 10.000 personas abarrotaron desde temprano la Plaza de San Pedro y la vía de la Conciliazione del Vaticano, aguardando con nerviosismo la quinta fumata del cónclave en el que los 115 cardenales electores deben elegir al sucesor de Benedicto XVI.

JÚBILO EN LA PLAZA

Una explosión de júbilo general se registró en la Plaza de San Pedro después que la fumata blanca surgiese de la chimenea de la Capilla Sixtina, que significa que los 115 cardenales han elegido al sucesor de Benedicto XVI.

A la par de la fumata blanca, las campanas de la Basílica de San Pedro replicaron dando la buena nueva al pontífice, que pasará a la Sala de las Lágrimas para vestirse con sotana blanca y zapatos rojos.

La gente se abraza, llora, y saluda hacia la Basílica donde está el balcón principal engalanado con terciopelo granate y desde el que el nuevo papa se asomará para pronunciar sus primeras palabras como pontífice al mundo.

Una gaviota que revoloteaba en los cielos de la plaza se posó durante varios minutos sobre la chimenea, de la que dentro de un rato saldrá la fumata.

Tras un primer infructuoso intento de elegir al nuevo pontífice ayer, los purpurados se reunieron esta mañana en la capilla Sixtina y celebraron dos votaciones que tampoco dieron resultado, por lo que los votos fueron quemados en una “fumata negra”, el anuncio de que no hay Papa..

Fumata bianca

Fumata bianca, il nuovo Papa è Jorge Mario Bergoglio
Si chiamerà Francesco I

Il Conclave ha scelto l’arcivescovo di Buenos Aires, ha 77 anni: è gesuita. Si tratta del primo Pontefice sudamericano. «Preghiamo per Ratzinger» le sue prime parole

PER APPROFONDIRE tagpapaconclavevaticano
di Fabrizio Angeli e Laura Bogliolo

ROMA – Il nuovo Papa è l’argentino Jorge Mario Bergoglio: si chiamerà Francesco I. Ha 77 anni, è un gesuita, è arcivescovo di Buenos Aires. Si tratta del primo Pontefice sudamericano. Bergoglio era anche l’unico gesuita tra i cardinali elettori (TUTTA LA SUA STORIA). L’Habemus Papam che ha annunciato al mondo il nome del nuovo Pontefice, è stato pronunciato dal cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran, dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro.

«Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma, sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fie del mondo ma siamo qui». Queste le prime parole del nuovo papa. Poi ha chiesto una preghiera per il Papa Emerito. «Vi ringrazio per l’accoglienza della comunità diocesana di Roma al suo vescovo. Vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo insieme per lui perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca». 

Appena Papa Francesco si è affacciato alla finestra del palazzo apostolico la banda ha eseguito l’inno argentino. Francesco I ha recitato il Padre Nostro e l’Ave Maria. 

Il primo Papa sudamericano. Un’esplosione di gioia ha accolto a Buenos Aires l’elezione del nuovo Papa Jorge Bergoglio. L’annuncio è stato accolto anche con molta sorpresa dalla gente nelle strade.

Papa Francesco ha origini italiane, in particolari del Piemonte: il bisnonno è nato a Portacomaro in provincia di Asti.

La sua parrocchia a Roma. Il primo latinoamericano nella storia della Chiesa a salire al soglio di Pietro, Jorge Mario Bergoglio, ha come «titolo» di parrocchia romana la chiesa di San Roberto Bellarmino.

Il nuovo Pontefice è stato scelto: l’evento storico è stato segnalato alle 19.06 dalla fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina dove i cardinali sono riuniti. Il pontefice è stato eletto al quinto scrutinio dopo le fumate nere di ieri sera e di questa mattina.

Un boato della Piazza San Pietro ha accolto la fumata bianca. La folla impazzita si sta accalcando sotto al sagrato della basilica di San Pietro, è un tripudio di cori e foto. Le campane suonano a festa per annunciare il nuovo Papa. Esplode anche Twitter. 

In piazza è partito il toto papa, dopo l’entusiasmo per la fumata bianca, ora il pensiero è quello di sapere chi sarà. Il più «gettonato» nelle previsioni sembra essere Angelo Scola.

Lo stemma del Vaticano e la scritta “Habemvs Papam”. Così il sito ufficiale della Santa Sede accoglie i visitatori subito dopo la fumata bianca.

Benedetto XVI da Castelgandolfo vedrà in tv il suo successore. Dalla televisione il Papa emerito sta seguendo momento per momento le fasi che a breve porteranno il nuovo Papa ad affacciarsi alla loggia del Palazzo apostolico.

Eco planetaria. La fumata bianca che annuncia l’avvenuta elezione del nuovo papa è breaking news nel mondo. El Mundo titola “Habemus papam”, Al Jazeera “Scelto il nuovo papa”, la Bbc ha dato la notizia in diretta.

La procedura. Subito dopo l’esito del voto, il cardinale decano Giambattista Re si è rivolto al porporato scelto con la domanda sull’accettazione: «Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice? – Con quale nome vuoi essere chiamato?». Subito dopo è avvenuta la bruciatura delle schede e la fumata bianca. Lo riporta la Radio Vaticana sul suo sito. Il nuovo Papa, fa sapere, si reca nella cosiddetta «Stanza delle Lacrime» ad indossare una delle tre le vesti papali già pronte. Al suo ritorno ha luogo una breve cerimonia con una preghiera, la lettura di un passo del Vangelo che può essere il «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa», oppure «Pasci le mie pecorelle», e una preghiera. In questa preghiera entrano come attori il primo dell’Ordine dei Diaconi, il primo dell’Ordine del Presbiteri, il primo dell’Ordine dei Vescovi. Segue l’atto di ossequio dei cardinali, cioè tutti i Cardinali presenti passano a manifestare il loro ossequio e la loro obbedienza al nuovo Papa. Quindi tutti insieme, cantano il «Te Deum».

Il Papa lascia san Pietro in elicottero

Vaticano, prima domenica senza Angelus in piazza San Pietro

Le regole del Conclave: come si elegge il nuovo Papa

Vaticano, pronte le tre vesti per il nuovo Papa

Commissione UE

Commissione UE – Fondi per i giovani con il nuovo bilancio

Non appena il bilancio 2014-2020 sarà operativo saranno disponibili anche i 6 miliardi di euro per combattere la disoccupazione giovanile nei Paesi dove supera il 25%, Italia compresa. E’ quanto fa sapere la Commissione europea che ha affinato le norme attuative dell’iniziativa per i giovani lanciata dal Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio.

Dei fondi previsti, 3 miliardi di euro proverrebbero da una linea di bilancio specifica per l’occupazione giovanile e almeno altri 3 miliardi dal Fondo sociale europeo. Date le difficoltà di bilancio degli Stati, solo il contributo del Fondo sociale europeo sarebbe da integrare con un proprio contributo finanziario.

I fondi, che saranno utilizzati per potenziare e riformare i servizi per aiutare i giovani a trovare impiego, serviranno anche a finanziare la “Garanzia per i giovani”, cioè la raccomandazione con cui la Commissione chiede agli Stati di prevedere un rapido impiego dei giovani in modo che non stiano senza lavoro o studio per piu’ di quattro mesi. L’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile integrerebbe altri progetti nazionali, tra cui quelli che ricevono il sostegno del Fondo sociale europeo (FSE), al fine di istituire o attuare dispositivi di garanzia per i giovani, come la riforma delle istituzioni e dei servizi competenti.

Bankitalia

Bankitalia. Protezione per lavoro giovani, riforme per crescere

Va bene la flessibilità, ma serve anche la protezione. Perchè la crisi, la grande recessione, ha colpito soprattutto il mercato del lavoro e, in particolare, i giovani. Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervenendo alla presentazione del XV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, si sofferma su uno dei temi che più ha frequentato nella sua carriera di economista, quello del capitale umano come fattore cruciale. “Noi parliamo sempre di flessibilità nel mercato del lavoro e della produzione, che e’ molto importante, ma non è sempre la cosa migliore. Assieme a più flessibilità occorre più protezione per chi nel mercato del lavoro non trova una soddisfazione continua”, dice con estrema chiarezza.

La sua analisi, che passa anche per le condizioni delle imprese e le responsabilità delle banche, arriva alla conclusione che “i problemi economici che ci riguardano sono solo in parte la conseguenza della “Grande recessione mondiale” e che “solo intaccando le nostre debolezze strutturali si può rigenerare l’economia italiana”.

Un’economia, scandisce il numero uno di Via Nazionale, “va resa piu’ inclusiva, innalzando la partecipazione al lavoro, dei giovani e delle donne in primo luogo, eliminando le barriere che si frappongono inutilmente all’attività produttiva, così come le barriere che legano i destini delle persone alla loro origine familiare”. Servono, in sostanza, le riforme per tornare a crescere. La recessione, evidenzia Visco, “ha aggravato una situazione del mercato del lavoro che era già difficile, con salari di ingresso bassi, e sono diminuite le capacità di progressione di carriera dei giovani”. In questo contesto “i giovani hanno sofferto di più la grande recessione che è iniziata nel 2008”.

Il Governatore è convinto che proprio di fronte a una situazione difficile, di piena recessione, serva un approccio diverso. “Quando c’è una recessione la probabilità di lavoro si riduce e ci dovrebbe essere invece la tendenza a investire di più sulla formazione”. L’accresciuta flessibilità “ha certamente reso più agevole l’assorbimento della disoccupazione, dai livelli molto elevati della metà degli anni Novanta”. Ma la flessibilità ha anche altri effetti, non necessariamente positivi. “Pur sostenendo l’occupazione dei più giovani, assieme con la protratta fase di moderazione salariale, la maggiore flessibilità può avere indotto le imprese, specialmente quelle meno efficienti, a rinviare la realizzazione di adeguati investimenti in ricerca e sviluppo e l’adozione di tecnologie avanzate”.

In questo modo, fa notare il Governatore, “le imprese non cambiano e per questo fanno meno profitti. Sostituiscono il fattore umano, riducono i costi per un pò”. Per reagire, per investire e 
guardare avanti serve anche il sostegno delle banche, che “devono valutare le prospettive delle imprese che finanziano. Il merito di credito, non soltanto le garanzie reali di cui sono dotate. Occorre fare uno studio accurato dei progetti, fare buone analisi”.

ansa

Lavoro

Lavoro – Damiano: da Pd proposte concrete contro emergenza

”Le misure urgenti sul fronte del lavoro presentate  dal Pd rappresentano un altro importante tassello della nostra proposta. Un punto cardine è costituito dalla scelta di rendere più conveniente il lavoro stabile rispetto a quello precario, un architrave dell’impostazione del centro-sinistra che ha mosso positivamente i suoi passi al tempo del governo Prodi con la diminuzione del cuneo fiscale del lavoro a tempo indeterminato a vantaggio delle imprese e dei lavoratori”: così Cesare Damiano, deputato del Partito Democratico. 

”Una proposta di questo genere – aggiunge – può favorire la definizione di un piano straordinario per
l’occupazione dei giovani, degli over 45 e dei lavoratori posti in mobilità.  Un altro punto, quello dei lavoratori rimasti senza reddito a seguito della riforma delle pensioni Monti-Fornero (i cosidetti esodati, i mobilitati, i contributori volontari, i licenziati e iscritti ai fondi di settore), è per noi fondamentale: a questi lavoratori deve essere consentito l’accesso alla pensione con le vecchie regole previdenziali.  I punti della proposta potranno essere meglio definiti da un’efficace azione parlamentare, capace di confrontarsi anche con le parti sociali. La via maestra – conclude – è quella di presentare al Paese e al Parlamento proposte concrete in grado di affrontare di petto la drammatica emergenza sociale”.

Violenza contro le donne

Crisi – Camusso: un pretesto per ridimensionare i diritti delle donne

”La violenza contro le donne resta una delle forme più gravi di violazione strutturale dei diritti umani a livello globale”: così si è espressa il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo
all’Onu, a New York, in occasione della 57/ma Commissione sullo status delle donne. 

Per Camusso – che ha ricordato come nel mondo una ragazza su tre si troverà ad affrontare una forma di abuso nella sua vita – la disuguaglianza di genere e le discriminazioni inaspriscono la violenza: ”In cinque anni di profonda crisi economica e sociale globale, per la maggior parte delle donne sono aumentati gli ostacoli, i problemi, i ricatti e le pressioni sul lavoro – ha detto dalla tribuna del Palazzo di Vetro – La crisi viene usata come pretesto per ridimensionare i diritti ed eliminare posti di lavoro, indebolendo la condizione delle donne e la loro tutela giuridica”. Non solo, poichè la privatizzazione e le
varie misure di austerity hanno comportato la perdita di impieghi nel settore pubblico, che vede un’altra concentrazione di donne, le quali sono quindi le più colpite.

”Le azioni intraprese dai governi non sono state sufficienti a frenare gli abusi”, ha spiegato il numero uno della Cgil, sottolineando che gli atti di violenza vengono compiuti per lo più in luoghi protetti come famiglia, casa e lavoro.

”Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per le violenze nei luoghi di lavoro, che negano alle donne il diritto fondamentale di vivere con dignità e libertà – ha continuato – Come sindacati chiediamo che siano adottate misure urgenti a livello internazionale per assistere le lavoratrici nel contrastare questa pratica”.

Dipendenti INPS

Inps – Dipendenti scenderanno a 30mila entro fine anno

I dipendenti dell’Inps in Italia sono 34 mila ma entro la fine dell’anno diventeranno 30 mila. Lo ha detto il direttore generale dell’Istituto, Mauro Nori, intervenendo alla presentazione del master di secondo livello in economia pubblica all’università La Sapienza.

Nori ha ricordato come il numero dei lavoratori dell’Inps (compresi quelli dell’ex Inpdap ed ex Empals ormai incorporati nell’Istituto) sia di gran lunga inferiore a quelli degli enti in Francia e in Germania che si occupano della stessa materia. La riduzione dei dipendenti è prevista dalla spending review. Stanno uscendo per ora i lavoratori che hanno i requisiti per il pensionamento.

Atipici e precari

Cgil, includere atipici e precari nella contrattazione

Un esercito di persone, costituito da oltre quattro milioni di lavoratori precari e atipici, a cui va aggiunto un milione di professionisti, lavora in Italia in assenza totale di tutele. Una mole tale che impone al sindacato ”di contrapporsi a un tale spreco di energie e di mortificazione di talenti”. Per farlo ”deve fermarsi ed ascoltare chi vive in questa odiosa condizione, a partire dalla realtà giovanili e professionali più organizzate, condividere con loro l’analisi sociale e elaborare insieme percorsi concreti di cambiamento e emancipazione”.

E’ tutto nella prefazione scritta dai segretari confederali della Cgil, Elena Lattuada e Fabrizio Solari, il significato del libro ”In-Flessibili. Guida pratica della Cgil per la contrattazione collettiva e inclusiva e per la tutela individuale del lavoro”, edito Ediesse e presentato ieri a Roma da Aldo Bonomi (sociologo e direttore Aaster), Franco Martini (segretario generale Filcams Cgil), Elena Lattuada (segretaria confederale Cgil), Franco Liso (prof. Di Diritto del Lavoro alla Sapienza Università di Roma)! Gaetano Stella (presidente di Confprofessioni).

La definizione di un modello contrattuale che sia “inclusivo” è infatti al centro della riflessione della Cgil e parte da una affermazione del segretario generale, Susanna Camusso, riportata nella quarta di copertina: ”Riconosco che abbiamo sbagliato – si legge – a non usare la forza collettiva dei più garantiti per difendere anche le persone senza contratto o con un contratto atipico. Bisogna continuare a domandarsi dove si è infranta la solidarietà tra i 
lavoratori stabili e non stabili, e quando ci si è rassegnati all’idea che i contratti non fossero più il luogo dove definire norme per il mercato del lavoro”.

Parole che, ha ricordato Lattuada nel corso della presentazione, “hanno aperto da tempo una discussione all’interno della Cgil, per porre al centro l’inclusione e l’allargamento delle tutele, e che hanno già determinato primi risultati”.

Il riferimento della Lattuada è relativo all’accordo sottoscritto tra Unirec (Unione nazionale impresa
a tutela del credito) e sindacati, che guarda a circa 200 aziende e oltre 16 mila addetti, e che “ha chiarito meglio la differenza fra lavoro autonomo e dipendente, impedendo gli abusi e consentendo di 
utilizzare correttamente le collaborazioni”.

La Cgil ribadisce così la “centralità della contrattazione: affidare cioè a quest’ultima, anzichè alla legge, la sperimentazione della regolazione di forme di lavoro”, ha affermato Lattuada sottolineando la volontà del sindacato di svolgere “una forte azione contrattuale inclusiva per tutti i lavoratori, a prescindere dalle modalità di lavoro utilizzate”. Ed è su questo versante che la Guida viene in soccorso, mettendo in luce le varie fasi della 
contrattazione, i possibili abusi, i punti di forza su cui innestare la contrattazione per professionisti ed atipici, ma anche i punti critici ai quali fare attenzione. Un vero e proprio testo di orientamento quindi che fornisce anche un’ampia informazione sulle forme contrattuali atipiche e sui cambiamenti intervenuti con la recente riforma del mercato del lavoro, come anche sugli aspetti previdenziali e fiscali utili da conoscere.