Archivi giornalieri: 22 marzo 2013

Su Re

Giovanni Columbu

Data nascita: 1949Nuoro (Italia)

 
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Giovanni Columbu

-Una storia di estorsioni e devastazioni del territorio sardo: prima con i Romani poi con i Piemontesi e Italiani (oggi con Moratti) –

GIU’ LE MANI

DALLA TERRA

DI’ELEONORA


di Francesco Casula


Il furto delle risorse e del territorio, da parte degli occupanti e dominatori, è stata una costante nella storia della Sardegna. Iniziarono i Cartaginesi e i Romani: segnatamente questi ultimi furono particolarmente voraci nel depredare il grano: serviva per sfamare gli eserciti e la “plebaglia” dell’Urbe. E con il grano minerali pelli formaggi carne e lana. Pare persino che abbiano fuso i bronzetti, le preziose statuine, per modellare pugnali e corazze, per chiodare giunti metallici nelle volte dei templi, per corazzare i rostri delle navi da guerra.

Continuarono a depredare e fare bardana i successivi dominatori: in particolare i Piemontesi, famelici e spietati nel disboscamento. Fin dal 1740 – ci ricorda Giuseppe Dessì –quando concedono al nobile svedese Carlo Gustavo Mandel non solo il diritto di sfruttare tutte le miniere di Parte d’Ispi (Villacidro) ma di prelevare nelle circostanti foreste il carbone e la legna per le fonderie, costringendo i comuni a delle vere e proprie corvées e distruggendo così il patrimonio forestale sardo.

Sempre i Piemontesi continuarono con l’abbattimento delle foreste con Cavour: i cui amici e parenti – come quel tale conte Beltrami – mandarono in fumo il patrimonio silvano di Fluminimaggiore e dell’Iglesiente. E dopo i Piemontesi gli Italiani, i Francesi e i Belgi che trasformarono intere distese di alberi secolari in traversine per le ferrovie e travature per le miniere. Tanto che lo stato italiano fra il 1863 e il 1910 promosse e autorizzò la distruzione di ben 586.000 ettari di foreste: un quarto dell’intera superficie della Sardegna, città comprese.

E poi insieme all’Italia venne l’America a sequestrarci il territorio: con le basi militari e i poligoni. E gli arabi: ieri con l’Aga Kan ed oggi con gli emiri arabi. Con una classe politica che li accoglie e si genuflette, parlando senza pudore di “valorizzazione dell’Isola”.

Ed oggi Moratti, dopo aver inquinato una delle zone più belle dell’Isola, vorrebbe, nella ricerca del gas, trivellare nell’Oristanese, ad Arborea, dove è presente una delle eccellenze agro-alimentari: assolutamente incompatibili con idrocarburi, per l’impatto ambientale devastante. Le comunità locali hanno capito: di qui l’opposizione e la protesta contro il “ Progetto Eleonora”. Di qui la mobilitazione degli Indipendentisti: con ProgRes in prima fila. Perché questa volta, estorsori e predatori non prevalebunt!

Pubblicato su Sardegna Quotidiano del 20-3-2013

 

 

Crisi

Crisi: quasi 2 milioni gli spagnoli costretti ad emigrare

Continua a crescere in Spagna il numero di emigranti all’estero, costretti a cercare lavoro oltre i confini nazionali: sono già quasi 2 milioni (1,937 milioni) gli spagnoli che vivono all’estero, pari a un aumento del 6,3% rispetto all’anno precedente, secondo i dati diffusi oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica. 

A fronte di cinque milioni di disoccupati, per molti l’unica possibilità di trovare un lavoro è fare le valigie. Dei 157.933 spagnoli che hanno lasciato il paese lo scorso anno, la maggioranza (23.574) sono rimasti in Europa.

Degli emigrati, tutti con nazionalità spagnola, il 34,9% è nato in Spagna; un 59,1% è nato nel paese dove attualmente risiede e il 5,4% in altri paesi. 

La maggioranza degli spagnoli all’estero vive nel continente americano (62,9%); seguito da Europa (34%) e Asia. I paesi stranieri nei quali risiedono più spagnoli sono Argentina (383.388), Francia (206.589) e Germania (116.056).

Amortizzatori

Lavoro: Pd, stillicidio su ammortizzatori sociali in deroga

”L’incontro tra governo, regioni e sindacati sul tema degli ammortizzatori sociali in deroga non ha ancora risolto definitivamente il problema. Anche se sono stati sbloccati altri 260 milioni di euro per il 2013, da ripartire tra le regioni, e anche se l’Inps ha fornito assicurazioni circa la copertura di tutte le domande presentate dai lavoratori nel 2012, mancano ancora all’appello molte risorse”: così Cesare Damiano del Pd.

”E’ uno stillicidio esasperante – aggiunge – che deve trovare una sua conclusione, visto l’aggravarsi della situazione occupazionale e dell’emergenza sociale. Secondo le stime di regioni e sindacati mancano, per il 2013, almeno 900 milioni di euro perchè l’attuale disponibilità di risorse potrebbe coprire il fabbisogno solo fino al mese di luglio. Questa situazione sottolinea l’esigenza che si formi rapidamente un governo in grado di affrontare le drammatiche emergenze sociali: non è tollerabile che centinaia di migliaia di persone, a causa dell’esaurimento degli ammortizzatori sociali, rimangano senza reddito. L’Italia si deve dotare, come gli altri paesi europei,
di tutele universali visto che, con l’ultima riforma, è aumentata bruscamente l’età pensionabile”.

Migranti

Migranti: al via ingressi online per stagionali

Parte la caccia al posto di lavoro in Italia per 30mila immigrati stagionali. E’ inziata, infatti, la trafila per gli ingressi per il caricamento delle istanze di nulla osta per il lavoro stagionale per cittadini extracomunitari. Stavolta dovranno essere inoltrate dai datori lavoro esclusivamente online e in collaborazione delle associazioni di categoria autorizzate, attraverso il sito web dedicato del ministero degli Interni.

A comunicarlo è la Coldiretti, in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sulla programmazione transitoria dei flussi di ingresso nel territorio dello Stato per l’anno 2013.

Si tratta di “una procedura informatica con domande di ingresso on line che evitano le lunghe file alle poste del passato, secondo la Coldiretti che lo scorso anno è stata l’associazione che ha presentato il maggior numero di domande ed è impegnata nelle proprie strutture territoriali a raccogliere le richieste dei datori di lavoro”.

“La maggioranza dei lavoratori stagionali extracomunitari – sottolinea la Coldiretti – troverà infatti occupazione in agricoltura che insieme al turismo e all’edilizia è il settore con maggiori opportunità occupazionali per questi lavoratori sopratutto per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni Made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti”. Sono circa 30mila – conclude la Coldiretti – le aziende agricole italiane che secondo la Coldiretti assumono lavoratori extracomunitari.

Possono essere assunti per lavori stagionali cittadini non comunitari originari di Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Egitto, Filippine, Gambia, Ghana, India, Kosovo, Macedonia, Marocco, Mauritius, Moldavia, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Ucraina e Tunisia, ma anche cittadini stranieri non comunitari di altre nazionalità purché abbiano fatto ingresso in Italia negli anni precedenti con permesso di lavoro stagionale.

Reddito

La scomparsa dei redditi

Da uno studio del Cer, la crisi finanziaria del 1992, accompagnata dall’avvio del primo, vero programma di ridimensionamento del disavanzo pubblico e dagli accordi sul costo del lavoro, segna l’entrata nella seconda fase, quella della stagnazione. Senza soluzione di continuità, la variazione annua del reddito disponibile scese al 3,8. In termini di potere d’acquisto, l’aumento medio in quel periodo fu appena dello 0,5 per cento. Se si osserva ancora il grafico (linea rossa), si nota un ulteriore fatto: subito dopo il 1992 la capacità di spesa delle famiglie diminuì, perché si decise di comune accordo (l’emergenza lo richiedeva) di eliminare la scala mobile e di rinunciare così al recupero dell’inflazione pregressa (era allora del 5 per cento). Ci vollero otto anni per recuperare quella perdita e solo nel 2000 la capacità di spesa delle famiglie italiane ritornò ad aumentare, ma solo temporaneamente.

Nel 2008 prende infatti avvio la terza e ultima fase, quella tuttora in corso. La caratteristica saliente di questo periodo è l’arresto della crescita del reddito disponibile. La curva blu interrompe infatti per la prima volta il suo trend crescente e si appiattisce per il venir meno dei fattori di dinamica intrinseca che, nel tempo e in condizioni normali, dovrebbero sostenere la capacità di spesa delle famiglie (l’aumento delle retribuzioni e dell’occupazione, la stabilizzazione della pressione fiscale e dei flussi di trasferimento pubblico ecc.).

Dal momento che, nel frattempo, la dinamica dell’inflazione non si è invece interrotta, nel 2012 il potere d’acquisto è in diminuzione ormai da 6 anni consecutivi e, secondo le stime Cer, ancora nel 2015 risulterà inferiore di circa il 10 per cento rispetto al livello del 2007. La contrazione è tanto grave che, se pure fosse possibile tornare alle dinamiche del periodo 1992- 2007, la capacità di spesa perduta verrebbe recuperata solo in prossimità del 2030. Inevitabilmente, e qui veniamo alla lungimiranza della profezia keynesiana, la scomparsa dei redditi sta determinando una compressione senza precedenti dei consumi delle famiglie, che da soli rappresentano il 60 per cento del Pil. Nel 2012, la spesa per consumi è diminuita del 4,3 per cento, la massima flessione nella storia della Repubblica.

Parliamo di una caduta che è più del doppio di quanto osservato nel 2009 e che supera di oltre un punto la contrazione del 1992, che fino a oggi era stato considerato l’anno horribilis dei consumi italiani. Sempre secondo le previsioni Cer, la diminuzione della spesa si protrarrà nel 2013 e sarà solo in piccolissima parte recuperata nel 2014-2015. Il fatto è che l’insipienza delle politiche europee ha ormai imposto la deflazione salariale – che con senso del pudore viene però chiamata “svalutazione interna” – come politica di riferimento per i paesi mediterranei alle prese con la crisi del debito sovrano e per questo posti di fronte all’urgenza di recuperare margini di crescita attraverso la sola domanda estera.

Il calo dei salari e dei redditi servirebbe appunto a esportare di più, compensando in tal modo la caduta verticale dei consumi. Scelta quanto mai miope, dal momento che le “viziose” economie mediterranee stanno sì applicando alla lettera la ricetta, ma con la conseguenza di ridurre le importazioni e di trasmettere impulsi recessivi alle economie del Nord Europa. Queste sono le cifre del 2012: caduta delle retribuzioni reali compresa fra il meno 6 della Grecia e il meno 2,5 per cento dell’Italia; flessione delle importazioni che avvicina i 10 punti in Grecia e gli 8 punti in Italia; Pil europeo diminuito dello 0,4 nel 2012 e che rimarrà fermo nel 2013.

La ricetta proposta dalle autorità europee è ormai definita in letteratura come “l’austerità che sconfigge se stessa”, ma dal momento che le ideologie sono dure a morire, non sembra di vedere concreti segni di resipiscenza nei paesi fautori del rigore a ogni costo. Il problema è però che i costi stanno diventando molto alti. Se decliniamo a livello micro i dati aggregati fin qui considerati, scopriamo che nel triennio 2012-2014 una famiglia operaia potrebbe sperimentare una riduzione del proprio consumo di oltre 1.800 euro, 600 euro in meno ogni anno. Prevale dunque il passo del gambero, per cui i redditi, invece di aumentare nel tempo, scivolano all’indietro, ponendoci nella sgradevole condizione di constatare come oggi si stia peggio di ieri, ma meglio di domani. Difficile pensare di poter resistere ancora a lungo in questa situazione. La tendenza naturale di un sistema economico è di crescere e di garantire miglioramenti di benessere. A questi semplici principi è ora che torni a ispirarsi la politica economica dell’Italia e dell’Europa intera. 

Auser

VIII Auser: cresce la voglia di partecipazione di anziani e giovani

Filo d’Argento significa per Auser aiuto alla persona, contrasto alla solitudine e all’emarginazione:  dalla compagnia domiciliare e telefonica alla promozione del “benessere sociale” della popolazione anziana. Nella maggior parte dei casi si tratta di azioni tese a favorire la mobilità degli anziani come il trasporto protetto verso strutture sanitarie: altrettanto fondamentali sono le attività di consegna dei pasti e dei farmaci a domicilio, disbrigo pratiche, compagnia, ascolto. Il Filo d’Argento è una delle attività prevalenti dell’associazione, un servizio offerto dal 55,5% delle strutture.

Nel corso del 2011 il servizio di Aiuto alla persona ha assistito 233.486 persone, per un totale di 1.341.792 interventi svolti. Per le richieste di aiuto, gli utenti si rivolgono in prevalenza alla sede Auser più vicina, instaurando con i volontari rapporti personali di conoscenza e fiducia; nel 20% dei casi tuttavia, contattano il numero verde nazionale 800.99.59.88.

Il Filo d’argento è anche l’ambito in cui Auser impegna il maggior numero di volontari:  nel 2011 sono stati 17.925 , (il 41,2% dei quali donne), i quali hanno svolto complessivamente 2.141.375  ore di servizio.

Per numero di volontari impegnati, le regioni più attive nell’aiuto alla persona sono state Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Marche.

Una delle attività strategiche per Auser è quella relativa all’educazione, al diritto di apprendere in ogni fase della vita in modo accessibile, rispondendo al bisogno di conoscenza e di socialità.

Servizi per la comunità: il volontariato civico, 3 milioni e 600mila ore di volontariato svolte

I volontari di Auser sono impegnati ogni giorno in attività di servizio per la comunità, in forma autonoma o in convenzione con le amministrazioni locali: curano la piccola manutenzione e la sorveglianza di aree verdi, giardini e parchi pubblici; sono un valido aiuto alla vigilanza di musei e biblioteche o in occasione di mostre,  sono i nonni vigile davanti alle scuole  o sugli scuolabus.

Molte associazioni Auser svolgono attività a sostegno degli immigrati: inclusione sociale e interazione culturale, insegnamento della lingua italiana, sostegno, orientamento, disbrigo di pratiche. Ai migranti viene offerta l’opportunità di luoghi di incontro e socializzazione: un’opportunità distribuita ancora in modo non omogeneo, sia a causa dei movimenti migratori che alla presenza di Auser nelle diverse regioni.

Amortizzatori

Cgil, su ammortizzatori incontro non risolutivo

Dopo l’incontro al ministero del Lavoro: “Risorse disponibili per gli ammortizzatori in deroga solo per i primi sei mesi. La vertenza si sposti a Palazzo Chigi”

“L’esito dell’incontro con il Ministero del Lavoro sugli ammortizzatori in deroga è stato non risolutivo: sebbene si sia riusciti a sbloccare le risorse disponibili non ancora ripartite alle regioni (circa 260 milioni più eventuali 200 milioni derivanti dallo 0,30% dei fondi interprofessioniali) queste non basteranno a coprire che i primi sei mesi dell’anno”. E’ quanto ha affermato il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino.

“Occorre spostare la vertenza presso la presidenza del Consiglio dei ministri perché allo stato attuale, nonostante la riduzione delle coperture, mancherebbe all’appello circa un miliardo di euro. In relazione all’esigenza di dare certezze a centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori e alle aziende in crisi, la mobilitazione dei sindacati continuerà per segnalare questa come la priorità tra le emergenze sociali da affrontare”.

Disabili

Seminario su disabilità, diritti e non solo – Roma, 20 marzo 2013

Oggi 20 marzo, a Roma, in Via Banchi di Santo Spirito, alle ore 15.00, in occasione della publicazione del “Manuale sulla disabilità” a cura di Silvia Assennato e Marco Quadrelli, l’Agi (Avvocati Giuslavoristi Italiani) e il patronato Inca indicono un seminario su “Disabilità – diritti e non solo”.

Dopo il saluto da parte del presidente dell’AGI Lazio, avv. Enzo Morrico, si susseguiranno gli interventi di: Morena Piccinini, presidente Inca Cgil che relazionerà su “Il patronato e la tutela dei diritti dei disabili”; il prof. Arturo Maresca, interverrà su “Prospettive multidisciplinari nel diritto del lavoro edella sicurezza sociale; l’avv. Silvia Assennato, parlerà dei “Principi di diritto europeo e comunitario alla luce dell’UNCRPD” e l’avv. Amos Andreoni presenterà la sua relazione su “La disabilità e la Costituzione repoubblicana”.

Il convegno è gratuito e prevede l’accredito dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma di 4 crediti formativi ordinari.

Per le prenotazioni è necessario inviare una mail al seguente indirizzo presidenzalazio@giuslavoristi.it

Esodati

Obiettivo “esodati”: giustizia ed equità sociale

La Rete dei Comitati di Esodati, Mobilitati, Contributori Volontari, Donne Esodate Mobilitate Licenziate (ESMOL),”Quindicenni”, Esonerati, Fondi di Settore e Licenziati  ha inviato a tutti i nuovi parlamentari un dossier contenente le loro proposte per garantire in ogni caso la deroga dalla riforma Fornero a tutti i NON salvaguardati attraverso una soluzione di tipo previdenziale.

“Oggi – si legge nel Rapporto – che le Camere hanno subito un ricambio di oltre il 60% dei parlamentari, riteniamo fondamentale proporre questo documento sia come promemoria per coloro che erano presenti nella precedente legislatura sia come introduzione alla puntuale conoscenza del problema e dello stato dell’arte ad oggi. E – prosegue – la Rete dei Comitati vuole anche far chiarezza sulla propria posizione, argomentandola ai fini di un obiettivo di giustizia ed equità sociale e del corretto rapporto tra Stato e Cittadino che la riforma del sistema previdenziale del dicembre 2011 ha gravemente compromesso”.

DOSSIER Esodati al marzo 2013_v5-1.pdf

Sanità

Sanità fatta in casa: più badanti che dipendenti Asl

In Italia più badanti che dipendenti Asl. Le donne e gli uomini che assistono i nostri anziani e i nostri malati, infatti, sono 774 mila, contro 646 mila persone che lavorano nelle aziende sanitarie locali. Insomma, si conta sempre di più sul welfare “fai da te”, e i nostri connazionali giudicano sempre più inadeguati i servizi offerti dal Servizio sanitario nazionale (Ssn). A scattare la fotografia gli esperti dell’università Bocconi, con il “Rapporto Oasi 2012”, presentato ieri a Roma dalla Federazione di Asl e ospedali (Fiaso).

La tanto sbandierata politica di “razionalizzazione della spesa” – spiegano gli esperti – più che ridurre gli sprechi avrebbe finito per tartassare ancor più i contribuenti. Che indossati i panni di assistiti hanno scoperto di dover pagare anche sempre più servizi sanitari, tant’è che la spesa privata ha oramai superato il tetto dei 30 miliardi, anche se con la crisi è calata di un modesto 1%.

Certo, se andiamo a vedere la classifica degli anni di vita attesa in buona salute l’Italia, almeno fino al 2010, si classifica al secondo posto con oltre 67 anni sia per gli uomini che per le donne, dietro solo alla Svezia, dove le donne vivono in forma fino a 67 anni e mezzo, gli uomini fino quasi a 72. Ma che qualcosa da noi cominci a non andare per il verso giusto sono per primi proprio gli assistiti a segnalarlo.

I dati elaborati dal Rapporto Oasi rivelano che nel Centro-Sud oramai la maggioranza dei cittadini giudica inadeguati i servizi offerti dal nostro Ssn: 53,5% al Centro e 62,2% al Sud contro una media Italia del 43,9%. E il trend è del tutto negativo, come mostra quel 31,7% di assistiti che giudica peggiorati i servizi sanitari della propria regione.

Un’altra discriminante nel livello di qualità percepito dagli assistiti è poi la più massiccia politica di tagli che giocoforza hanno dovuto mettere in atto le 8 Regioni in piano di rientro dai deficit: il 57,8% di chi vive in Campania, Lazio, Abruzzo, Molise, Piemonte, Calabria, Puglia e Sicilia si è dichiarato “insoddisfatto” contro un più modesto 23,3% di “scontenti” delle altre Regioni. Una riprova dell’impatto tutt’altro che indolore delle politiche di austerity in sanità.

Camusso

Camusso, va ricostruita unità mondo lavoro

Un appello all’unità nel mondo del lavoro e alla partecipazione è stato lanciato ieri a Perugia dal segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso.
Per lei ”la storia del movimento sindacale è fatta di vittorie ma anche di sconfitte, e penso a pensioni e mercato del lavoro, ma non possiamo neanche immaginarci che potevamo fare tutto da soli”.

”L’autosufficienza – ha detto la Camusso – è una questione che ha riguardato anche noi, ma ora al centro ci deve essere lo straordinario tema della partecipazione”.

”Va ricostruita l’unità nel mondo del lavoro – ha proseguito -, non solo per fare un servizio all’unità sindacale, ma soprattutto per farlo al Paese”.

E, proseguendo, il segretario della Cgil,  ritiene una cosa ”positiva” il fatto che la Commissione europea ”abbia detto che si possono cominciare a pagare i tanti miliardi di euro che le pubbliche amministrazioni
devono alle imprese. Questa apertura va tradotta subito in un provvedimento concreto che metta in moto questa direttiva”.

La Camusso ha ribadito anche che ”non basta rimettere in moto le imprese, se le persone non hanno nemmeno un minimo di reddito”. Inoltre ”Sono vent’anni che non ci si occupa del sistema industriale del Paese ed oggi questo presenta il conto, ad imprese e lavoratori. E’ necessario occuparsi subito di questioni importanti, dando a breve risposte utili, altrimenti il Paese degraderà ancora di
più, ha concluso Camusso.

ansa