Archivi giornalieri: 20 marzo 2013

n. 561 del 14 marzo 2013

                                                                                                                                                                                

NEWSLETTER LAVORO

n. 561 del 14 marzo 2013

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

  Le Novità in materia di Lavoro                                        

13-03 TFR: aggiornato il coefficiente di rivalutazione per il mese di gennaio 2013

Il TFR accantonato al 31 dicembre 2012 va rivalutato per i lavoratori che hanno cessato il loro rapporto tra il 15 febbraio ed il 14 marzo 2012, del 0,390845 %.

 

12-03 Min.Lavoro: cir.12 – attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori

Il Ministero del Lavoro fornisce chiarimenti in merito all’applicazione dell’Accordo del 22 febbraio 2012, concernente l’individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, nonché le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di validità della formazione, in attuazione dell’art.73, co.5, del D.L.vo n.81/2008.

 

12-03 Min.Lavoro: incentivi per l’assunzione di lavoratori licenziati da piccole imprese

Il Ministro del Lavoro comunica che, in attuazione dell’impegno a suo tempo assunto in considerazione della mancata proroga, in via legislativa, dell’apposito intervento di incentivazione all’assunzione di lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo (GMO), ha varato un decreto che prevede specifici premi per l’assunzione di tali lavoratori.

 

11-03 Min.Lavoro: cir.10 – nuova disciplina per gli istituti di patronato e di assistenza sociale

Il Ministero del Lavoro fornisce alcuni chiarimenti in ordine alla nuova disciplina per gli istituti di patronato e di assistenza sociale.

 

11-03 Min.Lavoro: lavoratori “salvaguardati” – Definito il terzo decreto che interesserà 10.130 lavoratori

Il Ministro del Lavoro ha definito, d’intesa con il Ministro dell’Economia, il terzo decreto in favore dei lavoratori salvaguardati, ai quali verrà applicata la precedente normativa in materia di requisiti e decorrenze del trattamento pensionistico.

 

08-03 Contratti: accordo sul rinnovo del contratto FIAT

E’ stato firmato, nella giornata dell’8 marzo 2013, dal Gruppo Fiat e dale Organizzazioni sindacali nazionali FIM-CISL, UILM-UIL, FISMIC, UGL Metalmeccanici e l’Associazione Quadri e Capi FIAT l’accordo sul rinnovo del contratto. L’accordo riguarda oltre 80 mila addetti in tutta Italia.

 

08-03 Min.Lavoro: piano Nazionale della Responsabilità sociale d’impresa 2012-2014

Il Ministero del Lavoro ed il Ministero dello Sviluppo Economico hanno inviato, alla Commissione Europea, il Piano Nazionale della Responsabilità sociale d’impresa 2012-2014.

 

07-03 INPS: mes.3890 – gestione delle posizioni interessate dalla salvaguardia – chiarimenti

L’INPS ha fornito ulteriori chiarimenti in merito alla posizione dei c.d. salvaguardati (65.000), con particolare riguardo ai lavoratori collocati in mobilità ordinaria, nonché ai lavoratori cessati per accordi individuali.

 

07-03 Min.Lavoro: cir.9 – modalità di effettuazione delle verifiche periodiche

Il Ministero del Lavoro fornisce indicazioni in merito all’applicazione del Decreto Mnisteriale 11 aprile 2011 sulle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui All. VII del D.L.vo n.81/2008, nonché i criteri per l’abilitazione dei soggetti di cui all’art.71, comma 13, del medesimo decreto legislativo.

 

07-03 Funzione Pubblica: parere sull’attuazione delle procedure di mobilità volontaria

Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha fornito un parere all’Università degli studi di Napoli Federico II, sull’attuazione delle procedure di mobilità volontaria ai sensi dell’art. 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

 

07-03 Min.Lavoro: indennità di malattia per i lavoratori del trasporto pubblico locale

Il Ministero del Lavoro comunica, alle aziende operanti nel settore del trasporto pubblico locale, che il 31 marzo 2013 è il termine utile per trasmettere i dati necessari per beneficiare del contributo erariale per l’anno di competenza 2012, come previsto dall’art. 1, comma 273 della legge n. 266/2005.

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  Le Sentenze della Corte di Cassazione                          

> Repechage e formazione del dipendente

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  Gli Approfondimenti di DPL Modena                              

> Comunicazione per lavori usuranti (Camera)

> ASpI e dimissioni durante la maternità (Anastasio)

> Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo alla luce della Riforma Fornero (Russo)

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  Gli Eventi                                                                   

> Roma: convegno benefico – “Le novità fisco-lavoro del 2013

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CGIL

Cgil – Da Sud allarme nazionale

”Se non riparte il Sud a farne le spese è l’economia dell’intero paese: infatti le tendenze negative sono pari quasi al doppio della media nazionale, il che significa che per generare crescita e sviluppo bisogna invertire il ciclo negativo del Mezzogiorno”. Così il segretario nazionale della Cgil, Serena Sorrentino, commenta i dati del rapporto Censis sul Mezzogiorno che evidenziano, tra l’altro, l’alta percentuale di Neet, i giovani che nè studiano nè lavorano, al Sud. Il dato rappresenta un ”allarme nazionale”.

Il rapporto, sottolinea, ”conferma quanto avevamo messo al centro del confronto con gli ultimi governi: istruzione ed occupazione sono i due settori da cui ripartire per affrontare la crisi. Il dato che preoccupa maggiormente è quello dei Neet.
Non è un caso che superi il 35% in Campania e Sicilia dove la deindustrializzazione è piu’ forte e dove, a differenza della Puglia, non ci sono stati investimenti regionali su occupazione e sviluppo”. Per questo, ”dare attuazione al piano europeo ‘garanzia giovani’, comitati per l’attuazione del piano del lavoro per creare occupazione e collegamento dell’utilizzo dei
fondi strutturali a programmi di azione nazionale su welfare, ambiente, energia e infrastrutture – conclude Sorrentino – sono reali occasioni per rispondere alle emergenze sociali nel Sud”.

Precariato

Flc-Cgil lancia campagna contro il precariato

La Flc-Cgil lancia, in tutti i comparti della conoscenza, la campagna ”Il lavoro è discontinuo, la vita no” per rivendicare diritti e tutele per chi lavora con contratti precari, chi ha attività discontinue, chi lavora da free lance. Persone che – spiega il segretario generale, Mimmo Pantaleo, ”per un paradosso del nostro sistema di welfare sono i soggetti più esposti ai rischi ma anche i meno tutelati dallo Stato sociale”. 

”Nella Scuola, nell’Università, nella Ricerca sono centinaia di migliaia le lavoratrici e i lavoratori  precari,
moltissimi dei quali rimasti senza contratto di lavoro o a rischio espulsione, costretti a gravare sul sostegno delle famiglie d’origine perchè per loro il welfare prevede poco o niente. Con la campagna “Il lavoro è discontinuo, la vita no” la Flc-Cgil, insieme a tutte e tutti coloro che vorranno animarla, avanza al Parlamento – dichiara Pantaleo – delle richieste minime di civilta’: stabilizzazione dei rapporti di
lavoro, estensione del sostegno al reddito nelle fasi di non lavoro anche a chi lavora con contratti precari; istituzione di un Reddito Minimo per liberarsi dal ricatto del “lavoro-a-qualsiasi-condizione” che grava sulle tante e i tanti giovani del nostro Paese, su chi è senza lavoro, chi lo cerca, chi vuole studiare;  sostegno alla malattia a prescindere dal contratto di lavoro; diritto universale alla maternità anche per chi il lavoro non ce l’ha o lo ha a termine. Vogliamo aprire un grande dibattito pubblico nel nostro Paese su come si assicura un futuro ai più giovani e ai meno giovani, ai lavoratori stabili e precari e a chi un lavoro non ce lo ha ancora, su come garantire opportunità e non lasciare da soli i tanti “cervelli” costretti a fuggire all’estero”. 

Per questo nei prossimi mesi la Flc attiverà un percorso di iniziative e dibattiti sul welfare e sui diritti universali da assicurare a prescindere dalla tipologia di lavoro e anche a coloro che un lavoro non ce l’hanno.

Censis

Censis, persi oltre 500mila posti, il 60% al Sud

Il mercato del lavoro si destruttura e si impoverisce ulteriormente. Dei 505.000 posti di lavoro persi in Italia dall”inizio della crisi, tra il 2008 e il 2012, il 60% ha riguardato il Mezzogiorno (piu” di 300.000). Lo rileva il Censis nel Rapporto “La crisi sociale del Mezzogiorno” realizzato dal Censis e presentato oggi a Roma.

Il Sud paga la parte più cospicua di un costo già insopportabile per il Paese e si conferma come un territorio di emarginazione di alcune categorie sociali, come i giovani e le donne.

Un terzo dei giovani tra i 15 e i 29 anni non riesce a trovare un lavoro (in Italia il tasso di disoccupazione giovanile è al 25%). Se poi oltre a essere giovani si è donne, la disoccupazione sale al 40%. Il tasso di disoccupazione femminile totale è del 19% al Sud a fronte di un valore medio nazionale dell”11%. I disoccupati con laurea sono in Italia il 6,7% a fronte del 10% nel Mezzogiorno.

Ma l”Italia rischia anche la deindustrializzazione. Il sistema imprenditoriale già fragile e diradato, se messo a confronto con quello del Centro-Nord, è stato sottoposto negli ultimi anni a un processo di progressivo smantellamento, costellato da crisi d”impresa molto gravi come quelle dell”Ilva di Taranto e della Fiat di Termini Imerese. Tra il 2007 e il 2011 gli occupati nell”industria meridionale si sono ridotti del 15,5% (con una perdita di oltre 147.000 unita”) a fronte di una flessione del 5,5% nel Centro-Nord. Oltre 7.600 imprese manifatturiere del Mezzogiorno (su un totale di 137.000 aziende) sono uscite dal mercato tra il 2009 e il 2012, con una flessione del 5,1% e punte superiori al 6% in Puglia e Campania.

Lombardia

Lombardia – Avvio staffetta padri-figli

Con un budget di 3 milioni di euro, parte la sperimentazione sul campo che prevede di avviare il progetto per un ponte generazionale sul lavoro.    L’obiettivo è quello di accompagnare alla pensione i lavoratori maturi che sono d’accordo a trasformare il proprio contratto di lavoro full time a part time e impegnare l’azienda ad assumere giovani con contratto di apprendistato o a tempo indeterminato.

Il ruolo della Regione, in questo caso, è quello di integrare i contributi degli anziani che vedono ridursi l’orario di lavoro e, di conseguenza, i versamenti dell’impresa.

Secondo i calcoli di Assolombarda – che a dicembre ha firmato un’intesa sul “ponte generazionale” con i sindacti – saranno coinvolti 250 lavoratori tra senior e junior. Altro punto chiave dell’iniziativa è la formazione, su cui potranno contare sia i giovani neoassunti, sia i lavoratori in uscita.

I rischi

I rischi nella lavorazione delle carni e produzione formaggi

Nella nuova newsletter medico legale dell’Inca Cgil prosegue la disamina della pubblicazione della CONTARP Inail dal titolo “Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura” soffermandoci  sui  settori della lavorazione di carni e della produzione dei derivati del latte valutate in base alla check-list OCRA.

Come è noto l’indice OCRA (Occupational Ripetitive Actions) rappresenta un indice sintetico di esposizione a movimenti ripetuti degli arti superiori derivato da principi fisiologici, biomeccanici ed epidemiologici. Si basa sul rapporto tra il numero giornaliero di azioni svolte con gli arti superiori in compiti ciclici ed il corrispondente numero di azioni raccomandate calcolate sulla base di una costante 830 azioni/minuto) rappresentativa di condizioni ottimali. In presenza di elementi peggiorativi (forza, postura, periodi di recupero, fattori complementari) quest’ultima subisce un decremento mediante appositi coefficienti correttivi. L’indice di esposizione OCRA fornisce, inoltre, intervalli di valori (secondo aree di colore) che corrispondono a livelli di azione differenti.

Per quanto riguarda la lavorazione delle carni cunicole e macellazione conigli, l’attività è inserita nella linea di produzione di uno stabilimento di macellazione, lavorazione e preparazione di carni cunicole. In particolare l’operatore, con coltello manuale, recide la vena giugulare dei capi (conigli) in macellazione” ed è stata valutata una “parte rappresentativa (1 minuto) della macellazione.

I fattori di rischio individuati sono dati dalla frequenza nella effettuazione con l’arto dx di un ridotto numero  di azioni tecniche dinamiche ed al contempo mantenimento del coltello per tutto il ciclo (azione tecnica statica prevalente). Con compressioni delle strutture muscolo-tendinee dell’arto dx nell’utilizzo continuativo del coltello.

n 8° 2013 numero newsletter.doc

INPS

Inps – Aliquote 2013, per operai edili 46,5% salari

Sono gli operai delle imprese edili con oltre 15 dipendenti e contratti a termine i lavoratori con l’aliquota contributiva più alta: nel 2013, secondo l’Inps, il prelievo su questi lavoratori raggiunge il 46,47%, superiore al 2012 grazie al contributo aggiuntivo richiesto sui contratti a termine dalla legge Fornero (1,4% della retribuzione).

Così al 33% del contributo previdenziale si aggiunge il prelievo Aspi (1,31% + lo 0,30%), quello per la disoccupazione speciale edile, gli assegni familiari e soprattutto quello per la cig ordinaria (5,20%) e straordinaria (0,90%), quello per l’indennità di malattia e per la maternità. Il totale fa 46,47% della retribuzione, anche se il 9,49% è a carico del lavoratore.

L’imposizione contributiva per le aziende edili è più alta di quella prevista per gli operai dell’industria in senso stretto che, nel caso dei contratti a termine degli operai nelle imprese con oltre 50 dipendenti, arriva al 42,97% (9,49% è a carico del lavoratore). La differenza – secondo quanto emerge dalle tabelle pubblicate dall’Inps – è soprattutto nel contributo per la cassa integrazione ordinaria, che per l’industria con oltre 15 dipendenti vale l’1,90% della retribuzione (per la straordinaria è sempre lo 0,90%), e per quella con oltre 50 dipendenti il 2,20%. Nell’industria inoltre c’è un contributo per la mobilità dello 0,30% (che l’edilizia non ha). 

Per il commercio l’aliquota è inferiore poichè manca il contributo, almeno per le aziende fino a 50 dipendenti, per la cassa integrazione. Nelle aziende commerciali fino a 50 dipendenti il prelievo contributivo nel caso di contratti a termine raggiunge il 39,57% (9,19% a carico del lavoratore), mentre sale al 40,77% in quelle oltre 50 dipendenti (c’è il contributo per la cassa straordinaria e la mobilità) con il 9,49% a carico del lavoratore.

Per i lavoratori con qualifica operaia a termine nei pubblici esercizi il prelievo è al 40,34%. E’ più basso il prelievo previsto per i portieri nei condomini (36,43% nel caso di contratti a termine) e per i dipendenti di partiti politici e organizzazioni sindacali (37,13% nel caso di qualifica operaia con contratti a termine, con il 9,19% a carico del lavoratore).

Per gli enti morali ed ex istituzioni pubbliche di beneficenza e assistenza il prelievo sulla qualifica operaia a termine e’ del 39,57%, superiore a quella dei lavoratori dei partiti politici e dei sindacati, perchè c’è anche un prelievo per l’indennità di malattia (il 2,44%).

Per i soci di cooperative il prelievo contributivo è più basso (38,28% in caso di operai soci con contratti a termine, per gli operai non soci sale al 42,97%).

ansa

Eternit

Eternit – Un tavolo a Roma per recuperare i risarcimenti

Si riunirà il 28 marzo a Roma il Tavolo di confronto tecnico allo scopo di individuare iniziative strategiche per il recupero delle provvisionali previste dalla sentenza di primo grado del processo Eternit. Lo comunica il sindaco di Casale Monferrato, Giorgio Demezzi, che nei mesi scorsi aveva sollecitato l’incontro ai Ministri del Lavoro Elsa Fornero e della Salute Renato Balduzzi. La convocazione da parte dell’Inail è arrivata nei giorni scorsi.

Oltre al Comune di Casale Monferrato, al Ministero del Lavoro e all”Inail (quest”ultima sarà presente con membri della Direzione Generale, della Direzione Regionale Piemonte e dell”Avvocatura Generale e Regionale) nella Sede Centrale dell’istituto si ritroveranno anche i rappresentanti della Regione Piemonte, della Provincia e dell’Asl di Alessandria, dell’Associazione Familiari e Vittime Amianto, dell’Avvocatura dello Stato e del Comitato Amministratore del Fondo per le Vittime dell’Amianto.

L’obiettivo comune sarà quello di recuperare dai due condannati il 13 febbraio 2012, Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier, il risarcimento di 25 milioni di euro disposto nei confronti del comune di Casale Monferrato, oltre a quello deciso a molte singole persone, enti e associazioni che si erano costituite parte civile. 

”Fino ad oggi – ha spiegato il sindaco Giorgio Demezzi – non hanno ottemperato a questa condanna e, non essendo perseguibili nei loro interessi sul nostro territorio nazionale, il Tavolo di Confronto permetterà di cooperare per fare in modo che gli enti e i familiari delle vittime possano ricevere almeno un risarcimento economico, così come riconosciuto dal processo. Mai come ora siamo risoluti a portare avanti il caso e a fare in modo che la storica sentenza si trasformi in qualcosa di concreto”. Demezzi presente nell’udienza del processo di appello, ha ribadito la richiesta fatta già nel processo di primo grado di un risarcimento di circa 31 milioni di euro da parte dei due ex manager della multinazionale dell”amianto.

Immigrati

Immigrati: +50% il rischio di morire per infortunio sul lavoro

I lavoratori stranieri corrono più rischi dei loro colleghi italiani relativamente agli infortuni, anche perchè maggiormente impiegati in settori più “pericolosi” come quello delle costruzioni. In particolare, il rischio di morire sul lavoro per uno straniero è superiore del 50% rispetto a quello di un lavoratore italiano.

E’ quanto emerso da un convegno dell’Anmil, che ha presentato il progetto “Cis – Cultura Integrazione Sicurezza”, realizzato dall’associazione insieme all’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Gli infortuni sul lavoro occorsi ai lavoratori stranieri costituiscono solo il 15,9% del totale nazionale, ma il tasso medio di incidenza infortunistica relativo agli immigrati è stimato pari a circa 40 infortuni per mille occupati rispetto a un tasso di 30 infortuni ogni mille occupati registrato tra gli italiani. Il consistente divario tra le due percentuali è legato in primo luogo al fatto che gli stranieri sono occupati in prevalenza in settori ad alto rischio come l’edilizia, la metallurgia e l’agricoltura, ma un forte ruolo, è stato sottolineato, lo giocano le difficoltà di comunicazione e comprensione sul posto di lavoro. In questo senso, l’approccio metodologico proposto dal progetto Cis – basato su corsi di formazione per l’insegnamento della lingua italiana e del linguaggio della sicurezza – sembra proporre, dicono, un modello valido ed efficace per la sicurezza dei lavoratori stranieri.   

Per quanto riguarda gli infortuni mortali degli stranieri, l’evoluzione degli ultimi anni fa registrare una crescita fino al 2008 cui fa seguito una sensibile flessione per gli anni seguenti. La quota degli infortuni mortali occorsi agli stranieri sul totale nazionale risulta comunque in crescita dal 16,8% del 2007 al 17,6% del 2011, e il divario a sfavore degli stranieri risulta ancora più pesante se si considera il tasso di incidenza degli infortuni mortali, che è pari a 0,06 casi mortali per mille occupati contro lo 0,04 dei lavoratori italiani. In pratica, il rischio di rimanere vittima di un infortunio mortale per il lavoratore straniero è superiore del 50% rispetto a quello del suo collega italiano.

Romania, Marocco e Albania, nell’ordine, sono le comunità straniere che subiscono il maggior numero di infortuni. Nel 2011 queste tre comunità da sole hanno totalizzato oltre il 40% di tutti gli infortuni occorsi a lavoratori stranieri. Se si considerano poi i soli casi mortali, la percentuale cumulata dei tre Paesi sale al 51,5%.

ansa

Amianto

Festeggia il suo 101mo compleanno dopo 38 anni a contatto con l’amianto ….

Non un centenario qualunque, ma un ”miracolato”. Guido Varesi, alpino combattente, 101 anni compiuti oggi, ne ha “passate tante”: ha vissuto due guerre, ha disertato per non andare con i tedeschi e si è arruolato fra i partigiani, ha viaggiato, avuto figli, guidato praticamente per 83 anni senza farsi mai un graffio. Ma soprattutto è scampato alla fabbrica killer: la Fibronit di Broni che dava lavoro a mille operai e ora è nota per la lunga scia di morte che si è lasciata alle spalle.

Ancora oggi in questo Comune del Pavese e nell’area intorno allo stabilimento, si viaggia al ritmo di 52 decessi l’anno per mesotelioma (tumore provocato dall”asbesto) secondo le stime più prudenti. Fra gli operai della fabbrica c’era anche Varesi, che l’amianto lo ha impastato per 38 anni.

Faccia a faccia con il pericolo, senza protezione, respirando a pochi centimetri dalle fibre velenose. “Producevamo 3 metri e mezzo di lastre al minuto. Le mascherine c’erano, ma nessuno le usava mai, salvo quando l’aria si faceva troppo polverosa. L”impasto lo toccavamo con le mani, quasi sempre senza guanti. Io ero responsabile della produzione”, racconta.

Varesi ha visto morire la moglie, anche lei operaia della fabbrica, e molti amici e colleghi di mesotelioma. Dalle parti di Broni è la normalità avere in famiglia vittime dell’amianto. E mentre a pochi chilometri da casa sua, a Voghera, si consuma il processo contro i vertici della Fibronit, nonno Guido si definisce “miracolato” e festeggia  le sue 101 primavere. In verità, Varesi spegne candeline da sabato perchè sono in tanti a volerlo festeggiare: i familiari, con in testa i due figli, un architetto e un pediatra (in pensione), i nipoti e i pronipoti; ma anche gli alpini e gli amici del circolo del pensionato da lui fondato (e animato ancora oggi) nella sua cittadina.

Esodati

Esodati: al via domande 55.000 salvaguardati

L’Inps è pronto a esaminare le domande della seconda tranche di salvaguardati (i 55.000 del decreto di luglio dopo i primi 65.000 previsti con la legge di riforma delle pensioni). L’Istituto in un messaggio dà le ”istruzioni operative” per i lavoratori che ritengono di rientrare nelle casistiche del secondo decreto ricordando che per questi 55.000 soggetti sarà possibile andare in pensione con le regole previgenti la riforma Fornero.

”L’Istituto – si legge nel messaggio – provvede al monitoraggio, sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro, delle domande di pensionamento presentate dai lavoratori che intendono avvalersi dei requisiti di accesso e del regime delle decorrenze vigenti prima del 6 dicembre 2011.
Qualora dal predetto monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico di 55.000 domande di pensione, l’Istituto non prenderà in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici”.  

La quota più alta di salvaguardia in questo decreto è per i ”lavoratori destinatari di programmi di gestione delle eccedenze occupazionali con utilizzo degli ammortizzatori sociali, sulla base di accordi stipulati in sede governativa entro il 31 dicembre 2011” (tra i quali i lavoratori dello stabilimento Fiat di Termini Imerese) con 40.000 posti. Per coloro che sono nei fondi di solidarietà ci sono 1.600 posti mentre per i ”prosecutori volontari” (purchè l’autorizzazione sia antecedente al 4 dicembre 2011 e la data di pensionamento con le vecchie regole compresa la decorrenza prima del 6 gennaio 2015) sono 7.400. Ci sono poi 6.000 posti per i lavoratori che hanno fatto accordi individuali o collettivi secondo quanto previsto dalla legge 14/2012 (milleproroghe). Le domande vanno presentate entro il 21 maggio 2013.

ansa