Archivi giornalieri: 29 marzo 2013

L’incendio di Ollolai il 5 agosto del 1490.

Quarta e ultima puntata della storia di Ollolai e i Frati francescani. Di Francesco Casula

Il crocifisso ligneo che i Frati minori portarono da Ollolai al convento di Oristano.
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Ollolai, secondo lo storico francescano Guiso Pirella era ricca sì “di mil vassallos feudales, y agiados”, pari a circa 5.000 abitanti1 , ma anche dominata “del spiritu de la discordia”, tanto da frantumare il grosso centro barbaricino in due cruenti partiti guidati da “dos Personajes Principales, de lo mas ricos del mismo pueblo” 2, capi delle due più potenti famiglie, quella “detta dei Ladu, l’altra degli Orbau3.
Un ragazzo dei “Ladu” che “istruian los Religiosos en el timor de Diòs, y primeras letras”4, il cui babbo era un grosso benefattore del Convento, venne ucciso dai familiari o loro mandanti degli “Orbau” e il cadavere del piccolo venne gettato nella cisterna dello stesso Convento, tanto da creare nel volgo, l’infamante accusa che l’infanticidio, sarebbe stato perpetrato dai Frati.
Il favore e la stima devota di prima – continua la cronaca di padre Pirella – si cambiò “con esta impostura y calumnia fraguada en los inferno y publicada por quella racionales fieras”5, in una feroce persecuzione da costringere i pochi religiosi a passare la notte, per paura di essere trucidati, tra le fronde o in cima agli alberi, “da aquel contorno” 6.
Dopo qualche periodo, ritenuta inutile e infruttuosa la loro permanenza, vista anche la perdurante avversione ambientale, informano i Superiori dell’Ordine sul da farsi. Essi, attraverso fr. Raffaele de san Severino, impongono ai Frati l’ordine tassativo di abbandonare Ollolai. Così il 3 agosto 1490 si allontanano “como en oculto” dal paese che era stato per loro così ostile e inospitale, portandosi appresso solo “un mediano, y devoto crucifixo de talla, que hoi se venera en la baranda del coro del mismo convento oristanese” 7. Questo crocifisso, dopo la soppressione di Santa Maria Maddalena d’Oristano (Silì), nel 1866 sarà portato nella Cattedrale di Santa Giusta, ove lo si può ammirare nella cripta.
Due giorni dopo la partenza dei Frati – è sempre il Padre Pirella a scriverlo – il 5 agosto 1490 un tremendo e colossale incendio distrusse l’intero paese di Ollolai, eccezion fatta per poche abitazioni. Da allora – prosegue Padre Pirella – Ollolai non si è più riavuta e non è più tornata agli antichi splendori di capitale della Barbagia e della curatoria del Giudicato di Arborea. Tanto da far scrivere – nostalgicamente – allo scrittore di Orotelli Salvatore Cambosu “Ollolai Ollolai/ cando hat a benner sa die/chi torres comente a mai?” 8.

Note Bibliografiche
1. Padre Guiso Pirella, Chronica Provinciae Sardiniae, f. 48r., in AGOFMR.
2. Ibidem, f. 48r.-v.
3. Raimondo Bonu, Oristano nel suo Duomo e nelle sue Chiese, Ed. Fossataro, Cagliari pagina 47
4. Padre Guiso Pirella, op. cit. f. 48v.
5. Ibidem, f. 48r.-v.
6. Ibidem, f. 48v.
7. Ibidem, f. 49v.
8. Salvatore Cambosu, Miele Amaro, Vallecchi editore, Firenze 1989, pagina 79.

 
Francesco Casula