Archivi giornalieri: 4 ottobre 2022

La seconda presidente della corte costituzionale Mappe del potere

La seconda presidente della corte costituzionale Mappe del potere

Con la fine del mandato del presidente Giuliano Amato il capo dello stato ha nominato un nuovo giudice alla corte costituzionale, Marco D’Alberti, mentre la corte stessa ha eletto la sua nuova presidente, Silvana Sciarra.

 

Con la fine del mandato del presidente della consulta Giuliano Amato, il capo dello stato Sergio Mattarella ha nominato un nuovo giudice costituzionale. Il plenum per prima cosa ha quindi eletto il suo nuovo presidente e per la seconda volta nella sua storia ha scelto una donna per questo incarico, la giudice Silvana Sciarra.

Un nuovo giudice nel plenum

Lo scorso 15 settembre il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha proceduto alla nomina di Marco D’Alberti quale nuovo giudice costituzionale. L’insediamento del nuovo giudice è poi avvenuto il 20 settembre, 2 giorni dopo la conclusione del mandato del presidente della corte Giuliano Amato.

La corte è composta da 15 giudici. Cinque sono scelti dal presidente della repubblica, 5 dal parlamento, 3 dalla corte di cassazione, 1 dal consiglio di stato e 1 dalla corte dei conti. Vai a “Cos’è la corte costituzionale e di cosa si occupa”

D’Alberti è un giurista molto noto, professore ordinario di diritto amministrativo, tra i diversi incarichi ha ricoperto anche quello di componente di AgCom tra il 1997 il e il 2004. Più di recente invece è stato scelto dal presidente del consiglio Mario Draghi come suo consulente giuridico.

Se si considerano le nomine a giudice costituzionale decise dagli ultimi due presidenti della repubblica, fino a pochi giorni fa si poteva osservare una quasi perfetto equilibrio di genere nelle nomine (4 uomini e 3 donne). Con la nomina di D’Alberti questo equilibrio viene meno anche se il Quirinale resta l’istituzione che ha scelto più di frequente una donna come giudice della consulta.

Certo il presidente pondera le sue scelte considerando molti profili, la maggior parte dei quali nulla hanno a che fare con l’equilibrio di genere. Tuttavia questa sarebbe stata l’occasione rafforzare ulteriormente la presenza femminile all’interno della corte che invece rimane inalterata.

6 su 15 le donne all’interno del plenum della corte costituzionale.

La nomina di Silvana Sciarra

Ciononostante non sono mancate novità positive dal punto di vista del ruolo femminile all’interno della consulta. Lo stesso giorno in cui si è insediato il nuovo giudice Marco D’Alberti infatti, il plenum ha votato come sua nuova presidente Silvana Sciarra, accademica esperta di diritto del lavoro. Prima di lei solo un’altra donna, Marta Cartabia, aveva ricoperto questo delicato incarico che peraltro si colloca a livello gerarchico come quinta carica dello stato.

L’elezione di una donna al ruolo di presidente non appare tuttavia come un fatto inaspettato. È molto frequente infatti che il plenum scelga il proprio presidente tra coloro che in quel momento ricoprono la carica di vice presidenti. E in effetti Sciarra è una dei 3 giudici scelti da Giuliano Amato come suoi vice dopo la sua nomina a presidente lo scorso gennaio.

Ciononostante alcuni commentatori hanno sostenuto che l’elezione di Silvana Sciarra sia stata l’esito di uno scontro all’interno della corte da cui sarebbe risultata sconfitta la candidata del Quirinale. Questo perché al contrario dei suoi due predecessori, che erano stati eletti all’unanimità, Sciarra è diventata presidente con il voto favorevole di 8 componenti su 15, avendo la meglio su Daria de Pretis che era stata nominata giudice proprio dal presidente della repubblica. Tale ricostruzione però è stata duramente smentita dalla corte costituzionale.

8 su 15 i voti ricevuti da Silvana Sciarra per la nomina a presidente della consulta.

Ma al di là delle smentite è utile considerare che un voto non unanime della corte, pur segnalando una valutazione diversa da parte dei suoi componenti, non necessariamente implica una spaccatura interna. Anche perché quale delle due che fosse stata scelta come presidente l’altra non avrebbe comunque più avuto occasione di assumere quel ruolo, visto che il loro mandato di giudici termina quasi nello stesso momento.

Al contrario quando è stata la volta di eleggere sia Giuliano Amato che Giancarlo Coraggio la scelta è ricaduta sui giudici più prossimi alla fine dell’incarico. Quindi almeno in linea teorica la nomina a presidente rimaneva una possibilità per tutti i membri della corte. Inoltre nella storia della corte non mancano certo casi di presidenti eletti non all’unanimità, come ad esempio Mario Rosario Morelli che nel 2020 ottenne 9 voti su 15.

In ogni caso, nella conferenza stampa dopo l’elezione, la nuova presidente ha più volte rimarcato l’importanza della collegialità all’interno della corte, confermando peraltro nel ruolo di vicepresidenti sia Daria de Pretis e Nicolò Zanon.

Sciarra e i suoi predecessori al vertice della consulta

Ma Sciarra non è solo la seconda donna a ricoprire il ruolo di vertice presso la corte, è anche la prima donna ad essere stata eletta giudice delle leggi dal parlamento. Prima di lei infatti solo il Quirinale aveva nominato delle donne a questo incarico. Proprio per questo aumenta la quota di presidenti della corte eletti giudici dal parlamento (15 su 46).

Non si tratta certamente di una novità anche se in effetti è più frequente che arrivino a questo incarico i giudici nominati dal presidente della repubblica.

Per quanto riguarda la durata in carica, la nuova presidente cesserà il proprio mandato a novembre 2023 rimanendo complessivamente in carica per 1 anno e 1 mese. Questo può apparire come un tempo breve, ma si tratta in realtà di una durata maggiore rispetto a quella in cui sono rimasti in carica Giuliano Amato (7 mesi) e Mario Rosario Morelli che ha svolto il ruolo di presidente per appena 3 mesi.

Considerare quella di Sciarra una presidenza “lunga” comunque conferma ancora una volta come a partire dagli anni ’90 si sia accorciata considerevolmente la durata in carica dei presidenti, che in precedenza rimanevano di solito in carica per più di 2 anni.

 

Pensione anticipata, chi può richiederla anche se il governo cambia i requisiti

Pensione anticipata, chi può richiederla anche se il governo cambia i requisiti

Come funziona la cristallizzazione del diritto alla pensione e cosa succede se dal prossimo anno cambiano i requisiti. Quota 100 e Quota 102 in dettaglio.

pensione

I diritti acquisiti non si perdono, soprattutto in materia di pensioni. Un diritto sancito dal nostro ordinamento e che ha lasciato spesso spazio a critiche, discussioni e interpretazioni varie.

Così, si può andare in pensione anticipata anche successivamente al momento in cui sono maturati i requisiti, a patto che tali requisiti siano stati raggiunti entro i termini consentiti dal provvedimento in essere. In gergo si parla di “cristallizzazione del diritto” e consente ai lavoratori di accedere alla pensione in qualsiasi momento.

In pensione con Quota 100

Quota 100, ad esempio, è terminata a fine dicembre 2021, si sa. Ma questo non significa che non sia più possibile andare in pensione con le regole di un anno fa, cioè a 62 anni con 38 di contributi.

Chi avesse maturato i requisiti per Quota 100 entro il 31 dicembre 2021 può accedervi anche quest’anno o nel 2023. La cosa importante è avere maturato il diritto, cioè aver compiuto 62 anni di età e avere una anzianità contributiva di 38 anni entro l’anno 2021.

A precisarlo è l’Inps con il messaggio n. 2019 del 2013  specificando che, una volta acquisito il diritto alla pensione anticipata, si può accedere alla prestazione da quel momento in avanti. A condizione, ovviamente, che l’attività lavorativa sia cessata.

Quota 102 sta per scadere

Analogo discorso si può fare per Quota 102 che scade a fine anno. I lavoratori che maturano il diritto ad andare in pensione entro il 31 dicembre con 64 anni di età e 38 di contributi possono scegliere di posticipare l’uscita.

Ammesso e non concesso che Quota 102 non sarà riproposta per il prossimo anno, il diritto alla pensione si cristallizza e può essere esercitato in qualsiasi momento successivo. La cosa importante – come specificato anche dal Inps – è possedere i requisiti necessari entro l’anno di vigenza di Quota 102, cioè il 2022.

Ai fini del conseguimento della pensione con Quota 102 è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. E’ inoltre necessario, ai fini del requisito contributivo, che siano stati versati almeno 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti.

Tale pensione non è cumulabile con redditi diversi da lavoro a eccezione di quelli derivanti da prestazione autonoma occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui fino al compimento dei 67 anni di età. Motivo questo che ha fatto desistere molti lavoratori a richiedere la pensione a 62 anni.

Cosa succede se il governo cambia i requisiti

Come molti si aspettano, dal 2023 i requisiti per andare in pensione potrebbero cambiare. Le esigenze di bilancio non consentono di fare una riforma pensioni tale da stravolgere l’assetto previdenziale italiano. E il ritorno integrale alle regole Fornero è ormai quasi scontato.

Questo, però, non significa che chi matura entro il 2022 il diritto alla pensione anticipata non possa esercitarlo anche l’anno prossimo. Come abbiamo visto per Quota 100, la cristallizzazione del diritto consente al lavoratore di uscire in qualsiasi momento successivo a quello del raggiungimento dei requisiti necessari.

Regola che vale per tutte le pensioni, non solo per quelle anticipate. Così chi ha raggiunto i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia potrebbe decidere di posticipare l’uscita. Il che vale anche per le pensioni anticipate con 41-42 anni e 10 mesi di contributi.

Pensione anticipata con Ape Sociale

Anche Ape Sociale è soggetta a cristallizzazione del diritto. Diversamente dalle altre prestazioni pensionistiche, però, occorre rispettare altri requisiti che potrebbero venire meno col tempo. E cioè quelli legati allo stato di disagio sociale.

Nello specifico hanno diritto ad Ape Sociale i lavoratori iscritti alle varie gestioni Inps. Devono possedere almeno i 63 anni di età, aver cessato il lavoro, essere residenti in Italia e trovarsi in una delle seguenti quattro condizioni:

  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere in stato di disoccupazione
  • Possedere 30 anni di contributi e al momento della richiesta di Ape sociale assistere da almeno sei mesi il coniuge, la persona con cui è contratta l’unione civile o un parente di primo grado convivente (genitori o figli) con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 legge 104/1992
  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere riconosciuto invalido dalle commissioni di invalidità civile almeno al 74%.
  • Possedere almeno 36 anni di contributi e svolgere alla data della domanda di Ape sociale da almeno sei anni in via continuativa una o attività gravose.

In questo contesto, cristallizzato il requisito anagrafico e contributivo, non è detto che le altre condizioni possano venire meno col tempo. Per cui il diritto alla prestazione, in questo caso, resta subordinato ad altri fattori.

 

Fondo Clero: contributo per il 2021 e modalità di pagamento

Fondo Clero: contributo per il 2021 e modalità di pagamento

L’importo del contributo dovuto per il 2021 dagli iscritti al Fondo di previdenza del clero secolare e dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica (Fondo Clero) è stato aggiornato con il decreto interministeriale 19 maggio 2022.

A decorrere dal 1° gennaio 2021 il contributo è di 1.769,04 euro annui (294,84 euro bimestrali e 147,42 euro mensili). L’importo resta provvisoriamente confermato anche per gli anni 2022, 2023 e 2024.

Non essendo stato modificato l’importo del contributo, nessuna integrazione è dovuta per gli anni 2021 e 2022.

La circolare INPS 3 ottobre 2022, n. 108 fornisce le indicazioni su modalità di pagamento autonome, pagamenti cumulativi e bonifico, rimborsi, decorrenza dell’obbligo contributivo e relativi adempimenti.

San Francesco d’ Assisi

 
 

San Francesco d’Assisi


San Francesco d'Assisi

autore Guido Reni anno 1606 / 1607 titolo San Francesco confortato da angelo musicante luogo: Pinacoteca Nazionale, Bologna
 

nome

San Francesco d’Assisi

titolo

Patrono d’Italia

nome di battesimo

Giovanni di Pietro di Bernardone

nascita

26 settembre 1182
Assisi

morte

3 ottobre 1226
Assisi

ricorrenza

04 ottobre

martirologio

edizione 2004

altri dati…

S. Francesco nacque ad Assisi l’anno 1182 da Pietro Bernardone e da madonna Pica, ricchi commercianti. La sua nascita fu circondata da avvenimenti misteriosi: un mendicante, presentatosi a madonna Giovanna Pica, pochi giorni prima della nascita di Francesco, le disse: « Fra queste mura spunterà presto un sole… »; il giorno stesso della nascita, essendo la madre oltremodo accasciata per i dolori del parto, un altro pellegrino le disse: « Tutto andrà bene, purchè la madre sia condotta nella stalla », e così avvenne. Un altro giorno fu udito pér le vie di Assisi un romito che gridava: « Pace e bene, pace e bene! » il futuro motto di Francesco. La dolce madonna Pica taceva e pregava, pensando: cosa mai sarà di questo fanciullo così prediletto da Dio?

Intanto Francesco cresceva vivace, allegro, amante delle spensierate brigate, delle laute cene, dei suoni e dei canti. Siccome gli affari andavano bene, il padre lo avviò alla mercatura. Di ingegno vivace, riusciva a meraviglia; combattè anche contro Perugia e sostenne lunga prigionia.

 

La grazia di Dio intanto lavorava. Un giorno gli amici, vedendolo assorto, gli domandarono: « Pensi a prendere moglie? ». « Sì, rispose Francesco, e sposerò la donna più bella e più amabile del mondo ». Si riferiva a « madonna povertà »! Una mattina, è colpito, in una chiesetta di campagna davanti al Crocifisso di San Damiano, da un brano del Vangelo, che dice: “Non tenere né oro né argento né altra moneta; non borse, non sacchi, non due vesti, non scarpe, non bastone”. Fu allora che il Crocifisso gli parlò con commovente bontà: “Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque e restauramela”. Tremante e stupefatto, il giovane rispose: “Lo farò volentieri, Signore”. Egli aveva però frainteso: pensava si trattasse di quella chiesa che, per la sua antichità, minacciava prossima rovina. Per quelle parole del Cristo egli si fece immensamente lieto e raggiante; sentì nell’anima ch’era stato veramente il Crocifisso a rivolgergli il messaggio.

Preghiera in San Damiano

titolo Preghiera in San Damiano
autore Giotto anno XIII sec.

Si spogliò dunque di tutto, diede quanto aveva in elemosina, e a suo padre che l’aveva citato davanti al Vescovo, diceva rendendogli anche i vestiti: « Finora ho chiamato Pietro di Bernardone mio padre, d’ora in poi a maggior ragione dirò: Padre mio che sei nei cieli ». Esce all’aperto e, immediatamente. mette in pratica il consiglio evangelico. Si scalza, s’infila una tunica contadinesca, getta la cintura di cuoio e al suo posto s’annoda sui fianchi una corda. (La cintura di cuoio era nel medioevo la parte più importante dell’abito, tanto importante che Dante. quando vorrà lodare la rude semplicità dei vecchi fiorentini, li dirà “cinti di cuoio e d’osso”)

Da quel giorno l’eroismo di Francesco non ebbe più limiti: i poveri, i lebbrosi, gli ammalati di ogni specie furono la sua parte életta. Fu trattato da pazzo, percosso, vilipeso, maledetto, ed egli ricambiava tutto con preghiere, carità, amore. Ai suoi seguaci che volle chiamare « Frati Minori » insegnava il lavoro, l’elemosina, la preghiera e la povertà più assoluta.

Cappella delle Rose

Capella delle Rose, il luogo dove sorgeva originariamente la capanna che ospitava San Francesco. Venne trasformato in cappella per volere di San Bonaventura intorno al 1260 ed fu definitivamente ampliata formando l’attuale “Cappella delle Rose”, da San Bernardino da Siena, nel 1440 circa. Sotto l’altare della cappella, accanto alla statua del Santo in preghiera, si trovano i resti delle travi che formarono il pulpito dal quale egli annunciò, in presenza dei vescovi dell’Umbria, la grande Indulgenza della Porziuncola

All’inizio del 1209 Francesco assieme ai suo adepti si riunì così in una capanna nella località di Rivotorto, nella pianura sottostante la città di Assisi, presso la Porziuncola, iniziando così la prima scuola di formazione dove oltre ad insegnare i suoi principi fondamentali istruì i discepoli alla questua per sostenersi e per riparare le chiese danneggiate.

Dove passò portò la benedizione di Dio: la pace fra le fazioni e l’amore fra i nemici: convertì peccatori, salvò miserabili, protesse oppressi.

San Francesco

autore Cigoli anno tra il 1597 e il 1599 titolo San Francesco

I tre voti francescani, obbedienza, povertà e castità, non erano pesi che il figlio di Pietro Bernardone prendeva sulle sue grame spalle e che imponeva ai compagni d’avventura. Al contrario, quei voti rendevano lui e i suoi seguaci più presti e leggeri. L’obbedienza scioglieva da ogni dubbio; la povertà liberava da ogni cupidigia; la castità sollevava da ogni impegno carnale. I vizi contrari a quei voti, cioè la superbia, l’avarizia e la lussuria, erano tre mostruose fibbie, che imbrigliavano l’uomo mondano.

Benedetto dal papa, estese ovunque ed a tutti la sua opera; istituì le Clarisse; fondò e diffuse il Terz’Ordine. Andò in Egitto e Palestina per far cessare le ostilità tra i due popoli, mandò apostoli dappertutto a portare «pace e bene ».

 

Alla Verna, Dio impresse sul suo servo fedele il segno del suo amore: le sacre stimmate.

Compose laudi in onore del suo Dio perchè esclamava: « L’amore non è amato, l’amore non è amato! ». Morì, benedicendo i suoi figliuoli e la sua cara città di Assisi, il 3 ottobre 1226.

Fu chiamato il più santo degli Italiani, e il più Italiano dei santi; assieme a S. Caterina da Siena è il grande protettore della nostra amata patria.

PRATICA. Ad onore di S. Francesco facciamo oggi una mortificazione ed una elemosina.

PREGHIERA. O Dio, che per i meriti di S. Francesco accrescesti la tua Chiesa di una nuova famiglia, concedici di disprezzare a suo esempio le cose terrene, e di poter partecipare alla gioia dei doni celesti.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Assisi, in Umbria, il natale di San Francésco, Levita e Confessore. Fondatore di tre Ordini, cioè dei Frati Minori, delle Povere Donne, e dei Fratelli e delle Sorelle della Penitenza. La sua vita, piena di santità e di miracoli, fu scritta da san Bonaventura.

SAN FRANCESCO E IL NATALE

Per Francesco il Natale era la festa delle feste, appunto perché Dio stesso, con la sua adorabile incarnazione, scendeva in terra, e si faceva fratello degli uomini. Frate, non monaco. L’eterno entrava nel tempo; l’immobile diventava viandante. Dal Natale in poi, tutte le strade sarebbero state come quella d’Emmaus.
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San Francesco Presepe
Il presepe di Greccio di Benozzo Gozzoli,
Chiesa di San Francesco, Montefalco

SAN FRANCESCO E GLI ANIMALI

San Francesco chiamava gli animali «i nostri fratelli più piccoli». Per loro aveva le attenzioni più delicate. Voleva scrivere a Federico II perché con un editto stabilisse che a Natale le strade fossero cosparse di granaglie e di grano per gli uccelli: anch’essi dovevano gioire per la nascita del Redentore. Perché non fossero calpestati, scansava dai sentieri i vermi. A Sant’Angelo in Pantanelli, presso Orvieto, viene mostrato tuttora uno scoglio sul Tevere, dal quale avrebbe gettato nel fiume dei pesci che gli erano stati regalati.
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San Francesco e gli animali

LA CROCE TAU

San Francesco aveva molto a cuore questo simbolo per via della forte somiglianza con la croce, tanto che rivestì un ruolo rilevante nella sua vita così come nei suoi gesti. Nel TAU si identificava la forza salvatrice e veniva rappresentata la beatitudine della povertà, uno dei pilastri fondamentali della vita francescana. Il TAU era il simbolo rivelatore di una convinzione spirituale profonda che vede nella croce di Cristo l’unica possibilità di salvezza di ogni uomo. “Con tale sigillo, san Francesco si firmava ogniqualvolta o per necessità o per spirito di carità, inviava qualche sua lettera” (FF 980); “Con esso dava inizio alle sue azioni” (FF 1347).

La croce TAU

La croce TAU

I “FIORETTI” DI SAN FRANCESCO

Come Santo Francesco convertì tre ladroni micidiali, e fecionsi frati; e della nobilissima visione che vide l’uno di loro,il quale fu santissimo frate.

Santo Francesco andò una volta per lo distretto del Borgo a Santo Sipolcro, e passando per uno castello che si chiama Monte Casale, venne a lui uno giovane nobile e molto dilicato, e dissegli: “Padre, io vorrei molto volentieri essere de’ vostri frati”. Rispuose Santo Francesco: “Figliuolo, tu se’ giovane, dilicato e nobile: forse che tu non potresti sostenere la povertà e l’asprezza nostra”. Ed egli: “Padre, non sete voi uomini come io? dunque, come la sostenete voi, così potrò io colla grazia di Cristo”. Piacque molto a Santo Francesco quella risposta; di che benedicendolo, immantanente Io ricevette all’ordine e puosegli nome frate Agnolo. E portassi questo giovane sì graziosamente che ivi a poco tempo santo Francesco il fece guardiano nel luogo detto di Monte Casale. continua >>

CANTICO DELLE CREATURE

San Francesco Giotto

autore: Giotto anno 1292-1296 titolo La predica agli uccelli (Storie di san Francesco)

Altissimu; onnipotente bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’onore et orme benediczione.
Ad te solo, Altissimo, se confano et nullu omu ène dignu te mentovare.

 

Laudato si, mi Signore, curo tucte le tue creature,
spezialmente messor lo frate sole,
lo quale jorna, et allumini per lui;
et ellu è bellu e radiante rum grande splendore;
de te, Altissimo, porta significazione.

Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle;
in celo l’hai formate clarite et preziose et belle.

Laudato si, mi Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et orme tempo,
per le quale a le tue creature dai sustentamento.

Laudato si, mi Signore, per sor’acqua,
la quale è multo utile, et umele, et preziosa et casta.

Laudato si, mi Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte,
et elio è bellu, et jucundo. et robustoso et forte.

Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi fructi, con coloriti fiori et erba.

Laudato si, mi Signore, per quilli che perdonano per lo tuo amore
e sostengo infirmitate et tribulazione.
Beati quilli che sosterranno in pace,
ca de te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si, mi Signore, per sona nostra morte corporale,
da la quale nullu orno vivente pò scappare.
Guai a quilli che morrano ne le peccata mortali.
Beati quilli che se trovarà ne le tue sanctissime voluntati;
ca la morte secunda no ‘1 farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore, e rengraziate.
e serviteli cum grande umilitate.

Versione italiana

«Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l’onore e ogni benedizione.

A te solo, o Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di menzionarti.

 

Lodato sii, mio Signore, insieme a tutte le creature, specialmente per il signor fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu tramite lui ci dai la luce. E lui è bello e raggiante con grande splendore: te, o Altissimo, simboleggia.

Lodato sii o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai create, chiare preziose e belle.

Lodato sii, mio Signore, per fratello vento, e per l’aria e per il cielo; per quello nuvoloso e per quello sereno, per ogni stagione tramite la quale alle creature dai vita.

Lodato sii mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura.

Lodato sii mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte. Egli è bello, giocondo, robusto e forte.

Lodato sii mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento e ci mantiene: produce diversi frutti, con fiori variopinti ed erba.

Lodato sii mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore, e sopportano malattie e sofferenze.

Beati quelli che le sopporteranno serenamente, perché dall’Altissimo saranno premiati.

Lodato sii mio Signore per la nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun essere umano può scappare, guai a quelli che moriranno mentre sono in peccato mortale.

 

Beati quelli che troveranno la morte mentre stanno rispettando le tue volontà. In questo caso la morte spirituale non procurerà loro alcun male.

Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà.»

TESTAMENTO DI SAN FRANCESCO (1226)

Tomba di San Francesco

Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza cosi: quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo. continua >>

PREGHIERA SEMPLICE

San Francesco di Cimabue

autore: Cimabue anno 1285-1288 titolo Particolare nella Maestà di Assisi
Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dove è discordia, ch’io porti la fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.

Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.

Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poichè:

Sì è: Dando, che si riceve:
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna.

Amen.

BENEDIZIONE A FRATE LEONE

Benedizione a Frate Leone
Il Signore ti benedica e ti custodisca.
Mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.
Volga a te il suo sguardo e ti dia pace.
Il Signore ti dia la sua grande benedizione.Benedicat tibi Dominus et custodiat te,
ostendat faciem suam tibi et misereatur
tui convertat vultum suum ad te
et det tibi pacem
Dominus benedicat frater Leo, te
Benedicat, benedicat,
benedicat tibi Dominus
et custodiat te Frater Leo, te

Benedizione di San Francesco

FRATELLO SOLE E SORELLA LUNA

Dolce è sentire
Come nel mio cuore
Ora umilmente
Sta nascendo amore
Dolce è capire
Che non son più solo
Ma che son parte di una immensa vita
Che generosa
Risplende intorno a me
Dono di Lui
Del Suo immenso amore
Ci ha dato il Cielo
E le chiare Stelle
Fratello Sole
E Sorella Luna
La Madre Terra
Con Frutti, Prati e Fiori
Il Fuoco, il Vento
L’Aria e l’Acqua pura
Fonte di Vita
Per le Sue Creature
Dono di Lui
Del suo immenso amore
Dono di Lui
Del suo immenso amore

LA CANZONE DI SAN DAMIANO

 

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a San Francesco d’Assisi

 

Alcune dedicazioni a
San Francesco d’Assisi

San Francesco d'Assisi

Basilica di San Francesco
Basilica Papale MinoreUna chiesa a tre piani grandeggia sulle alture della città di Assisi, patria del Serafico Padre S. Francesco, celebrato da Dante, vera e purissima gloria…

Domande Frequenti

  • Quando si festeggia San Francesco d’Assisi?

     

  • Chi è il santo protettore degli animali?

     

  • Quando nacque San Francesco d’Assisi?

     

  • Dove nacque San Francesco d’Assisi?

     

  • Quando morì San Francesco d’Assisi?

     

  • Dove morì San Francesco d’Assisi?

     

  • Di quali comuni è patrono di San Francesco d’Assisi?

     

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Signore, sono qui davanti a te senza saperti dir nulla. Eppure ho tante cose da dirti, tante cose da chiederti. Ma sono troppe e non so da quali cominciare. Signore ho una pena che tu solo conosci. Tu…
– Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe
O Dio vieni a salvarmi.Signore vieni presto in nostro aiuto. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. S.Maria Francesca,se nell’amore che…

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