Osservatore Romano

Relazioni dei circoli minori di lingua spagnola

 
 

10 ottobre 2015

 
 

 

Pubblichiamo in una nostra traduzione i testi delle relazioni dei circoli minori di lingua spagnola riunitisi dal 6 all’8 ottobre per esaminare la prima parte dell’Instrumentum laboris, dedicata al tema «L’ascolto delle sfide della famiglia».

Che cosa non abbiamo fatto?

Spagnolo A

Nella prima sessione, dopo la recita della terza, come era previsto, si è proceduto all’elezione del moderatore e del relatore. Per l’incarico del moderatore è stato scelto in seconda votazione con 19 voti il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, salesiano, arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras) e per l’incarico di relatore è stato eletto in terza votazione con 17 voti il cardinale José Luis Lacunza Maestrojuán, degli agostiniani recolletti, vescovo di David (Panama).

Andrea Benetti, «Uomo e donna» (2009)

Una volta adempiute queste formalità, si è passati alla lettura dell’Instrumentum laboris, punto per punto, e ai successivi commenti. Ci siamo concentrati sui seguenti punti: evidenziare la bellezza dell’amore umano aperto alla vita. Illustrare meglio che cosa significa «scuola di umanità», in vista soprattutto degli interventi sulle famiglie in cui si verificano atti di violenza contro le donne, i bambini etc. Segnalare la sfida del rinnovamento della propria Chiesa. È ovvio che i «fattori esterni» ci condizionano e sono forti, ma come abbiamo risposto come Chiesa? Abbiamo fallito nella «formazione cristiana» e nell’«educazione della fede», e perciò le coppie giungono al matrimonio con molte lacune.

Dovremmo chiederci: che cosa non abbiamo fatto? Siamo anche noi colpevoli della situazione della famiglia poiché in molte occasioni abbiamo vissuto di rendita.

Non si insiste abbastanza sui nonni. Oggi l’età media della vita sta crescendo e i nonni dispongono del tempo e delle capacità per intervenire nella formazione dei nipoti. Occorrerebbe fare un appello a vivere con gioia il compimento di questa missione.

Scoprire ciò che la famiglia è veramente: il contesto è importante, ma ci deve portare a vedervi un’opportunità per continuare a crescere e a rafforzarci.

Nell’ambito secolare, quando la Chiesa parla della famiglia, si commenta che il pensiero della Chiesa è medievale, che non è in sintonia con il mondo attuale, che non percepisce la realtà. Forse questo ci mostra che la nostra riflessione sulla famiglia e sul matrimonio è stata monotematica, che ci siamo soffermati solo su alcuni aspetti, ci siamo attenuti alle norme, senza però affrontare la vera essenza della famiglia che, vista da un’ottica integrale, è un tesoro.

Come è nata la crisi? Senza dubbio ha avuto anche a che vedere con il tipo di catechesi che abbiamo offerto; occorre una preparazione più approfondita.

Nella prima parte manca qualcosa di essenziale: cerchiamo di risolvere i problemi senza sapere qual è la loro origine.

C’è bisogno di maggiore rinnovamento, non solo delle persone ma anche delle comunità, facendo attenzione al linguaggio e al modo di presentare la dottrina.

Ampliare ciò che ha a che vedere con il «cambiamento antropologico»: bisognerebbe mettere in evidenza come si occulta la presenza di Dio e, di conseguenza, anche dell’altro; si sospetta dell’istituzione e la si mette in discussione; manca un’analisi sull’influenza delle tecnologie che comportano solitudine, mancanza di comunicazione, individualismo. Occorre seminare nella cultura il Vangelo della famiglia, ma non sempre conosciamo la cultura.

Le coppie si sposano senza sapere a cosa vanno incontro, qual è la loro identità come matrimonio e come famiglia. E neanche molti sacerdoti lo sanno. Occorre sostenere questo processo per tutto l’iter di formazione.

Non si dice che cos’è la famiglia. E non è solo una questione di preparazione perché molti, senza preparazione, sono stati fedeli e felici e altri, con una grande preparazione, hanno finito col separarsi.

Si è prodotta una rottura dell’unità tra amore, sessualità e procreazione.

E non solo, ma è stata anche separata la dimensione educativa: si è infranta la relazione tra amore, sessualità, matrimonio, famiglia ed educazione dei figli.

A partire da tutto ciò, nelle sessioni successive, si è passati all’analisi e ai commenti, che sono stati poi sottoposti al discernimento del gruppo e, man mano che venivano approvati, sono stati formulati nei formati ufficiali.

In tal modo, al termine dell’analisi dei 36 punti contenuti nella prima parte sono stati approvati 54 modi che saranno consegnati in segreteria.

Più coincidenze che divergenze

Spagnolo B

In un clima cordiale e fraterno, noi padri sinodali, con l’aiuto dei periti e l’accompagnamento degli uditori, abbiamo condiviso in spagnolo e in portoghese, con membri d’Europa, Africa e America latina, la tematica relativa alla prima parte: l’ascolto delle sfide che la famiglia deve affrontare. C’è stata grande partecipazione da parte di tutti i membri del gruppo.

La metodologia condivisa in questo sinodo e la grande libertà e fraternità con cui sono stati trattati i temi sono state viste in modo molto positivo. È stato ricordato che la maggior parte dei membri ha già partecipato al sinodo straordinario, il che ha facilitato il lavoro di gruppo.

Non c’è stato tempo per analizzare il capitolo 4. Sollecitiamo che si trovi il tempo per affrontarlo in seguito, perché contiene temi molto importanti.

Come osservazione generale nata durante lo scambio d’idee, si chiede di curare con maggiore impegno il linguaggio delle traduzioni che non sempre concordano con l’originale italiano e, a volte, contengono vocaboli estranei allo spagnolo o al portoghese.

Si è proceduto in primo luogo alla lettura a voce alta di ogni capitolo, per poi concentrarsi sulla sua analisi punto per punto. Dopo una breve pioggia d’idee e di punti di vista, il moderatore ha chiesto di presentare per iscritto tutti i modi proposti per poi dibatterli e votarli.

In generale sono state più le coincidenze che le divergenze, il che ha permesso di raggiungere consensi o l’unanimità. Le proposizioni o i modi presentati che non hanno raccolto l’unanimità dei consensi sono stati solitamente ritirati dai relatori.

Nella prima sessione di circoli minori, il 6 ottobre pomeriggio, ci sono stati 22 interventi tra padri sinodali e periti. Riportiamo le idee principali sulle quali c’è stato maggior consenso.

Occorre riaffermare la metodologia utilizzata nell’Istrumentum laboris come quella adeguata, che quindi va conservata.

La sfida: collegare il sinodo straordinario a quello attuale, dargli continuità. Linguaggio di speranza, la Chiesa del sì.

Significato pastorale: occorre parlare della famiglia non in astratto, ma a partire dalle sue diverse realtà; i cambiamenti antropologici sono più profondi di quanto c’immaginiamo (biotecnologia, genere); è una sfida piena di speranze. Dobbiamo chiederci che cosa facciamo e che cosa dobbiamo fare e valutarci alla luce dello stile Francesco.

La famiglia come soggetto di tutta la pastorale. Necessità della formazione.

Non dobbiamo sentirci padroni ma servitori della famiglia, dobbiamo trasformare le leggi anti-famiglie in leggi morte.

Insufficiente iniziazione cristiana e frammentazione della pastorale. Realtà della diminuzione dei membri della Chiesa.

Bisogna segnalare le esperienze positive: movimenti, catecumenato domiciliare, famiglie formate e formatrici, sostenere programmi relativi alla famiglia e alla bioetica nelle università e nelle scuole.

Rapporto tra il vedere e l’agire. Il vedere dell’Instrumentum laboris ha una dimensione etico-teologica. Occorre partire dalla sguardo di Dio.

Realtà su cui c’è stato uno scambio d’idee: la fede è debole e quindi non può accogliere la sfida. Fragilità e immaturità, guarigione affettiva. Se si trascura Dio, se c’è indifferenza, non c’è capacità di illuminare gli altri. Le legislazioni nazionali e internazionali rispondono a uno stesso modello e pretendono d’imporsi. Occorre passare da una spiritualità individuale e una spiritualità di comunione, altrimenti non si superano i problemi legati alla famiglia. Bisogna vedere la famiglia come una sfida culturale (ideologia del genere, nuovo ordine mondiale, linguaggio ambiguo).

Nella seconda e nella terza sessione dei circoli minori, mercoledì 7, di mattina e di pomeriggio, si è proceduto innanzitutto alla lettura collettiva del primo capitolo, seguita da uno scambio generale d’idee. Dopo la pausa caffè, è stato letto il capitolo 2. Ci sono stati 50 interventi dei padri sinodali.

Sul numero 6 sono stati votati due modi, il primo con 21 voti a favore e 2 contrari e il secondo con 21 a favore, uno contrario e un’astensione.

Sul numero 7 un modo con 23 voti a favore e uno contro.

Sul numero 8 un modo con 24 voti a favore.

Sul numero 9 due modi, il primo con 23 voti a favore e un’astensione, il secondo con 24 voti a favore.

Sul numero 10 non c’è stata nessuna proposizione.

Sul numero 11 un modo con 22 voti a favore.

Sul numero 12 un modo con 24 voti a favore.

Sul numero 13 due modi, il primo con 21 voti a favore e il secondo con 18 voti a favore e 4 astensioni.

Sul numero 14 tre modi, uno con 23 voti a favore e un’astensione, gli altri due con 24 voti a favore ognuno.

Sul numero 15 tre modi, il primo con 11 voti a favore, 4 astensioni e 5 contrari, il secondo con 22 voti a favore e due astensioni, il terzo con 24 voti a favore.

Per la quarta sessione dell’8 ottobre, tenutasi di mattina, sono stati esaminati i modi relativi al numero 16, che erano stati lasciati in sospeso. Sono stati votati quattro modi. Due hanno ottenuto 23 voti a favore e un’astensione, gli altri due hanno raccolto l’unanimità dei consensi, con 24 voti.

Si è poi proceduto alla lettura del capitolo 3, con un giro di valutazioni generali. Ci sono stati 20 interventi dei padri sinodali.

Si è poi proceduto alla votazione dei modi formulati, su richiesta del moderatore, su proposte già scritte, il che ha facilitato il lavoro.

Sul cambiamento del titolo del capitolo c’è stato un modo con 24 voti a favore.

Sul numero 17 quattro modi, due con 23 voti a favore e un’astensione, e due con 24 voti a favore.

Sul numero 18 due modi con 24 voti a favore ciascuno.

Sul numero 19 quattro modi, due con 22 voti a favore e 2 astensioni, uno con 23 voti a favore e un’astensione e l’altro con 24 voti a favore.

Sul numero 20 quattro modi, due con 22 voti a favore e 2 astensioni, uno con 23 voti a favore e un’astensione, uno con 23 voti a favore e un’astensione e il quarto con 24 voti a favore.

La quinta sessione di circoli minori si è svolta nel pomeriggio dell’8 ottobre.

È proseguito l’esame dei modi del capitolo 3 ed è poi stata letta la relazione.

È stata approvata all’unanimità la proposta di dare un altro ordine ai punti del capitolo: la sfida delle migrazioni (24-27), il ruolo delle donne (30), la famiglia e i bambini (29), gli adolescenti e i giovani (29a), la sfida della terza età (17-18), la sfida della vedovanza (19) e l’ultima tappa della vita (20).

Sul punto 21 sono stati approvati due modi, uno con 23 voti a favore e un’astensione, un altro con 24 voti a favore,

Sul numero 22 tre modi, uno con 23 voti a favore e un’astensione, un altro con 24 voti a favore e un terzo con 22 voti a favore e 2 astensioni.

Sul numero 23 nulla.

Sul numero 24 tre modi, uno con 23 voti a favore e un’astensione, un altro con 23 voti a favore e un terzo con 22 voti a favore e un’astensione.

Sul numero 25 un modo con 23 voti a favore e un’astensione.

Sul numero 26 un modo con 21 voti a favore e 3 astensioni.

Sul numero 27 un modo con 22 voti a favore e un’astensione.

Sul numero 28 un modo con 23 voti a favore,

Sul numero 29 un modo con 23 voti a favore e un modo nuovo 29a con 23 voti a favore.

Sul numero 30 quattro modi, i primi due con 23 voti a favore, il terzo con 21 voti a favore e 2 astensioni e il quarto con 22 voti a favore e un’astensione.

 
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    Sinodo dei vescovi
 
 

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Osservatore Romanoultima modifica: 2015-10-11T21:29:41+02:00da vitegabry
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