Archivi giornalieri: 7 ottobre 2015

Speranza e non paure

 

 

 ​Intervista al decano della Rota romana sul nuovo processo matrimoniale ·

07 ottobre 2015

 
 

 

La rifondazione del processo matrimoniale con i motupropri dello scorso 8 settembre, il rapporto con i due sinodi su matrimonio e famiglia, lo snellimento e la semplificazione auspicata dai vescovi di tutto il mondo, la centralità del vescovo giudice, la rivalutazione del diritto del metropolita: sono questi i temi affrontati dal decano della Rota romana, Pio Vito Pinto, un mese dopo la promulgazione dei due documenti che entreranno in vigore l’8 dicembre, in un’intervista con l’Osservatore Romano. E si tratta di una profonda riforma, che già in questi primi giorni dei lavori sinodali è stata salutata con favore — sottolinea il prelato — come una legge chiara, disposta per rispondere a bisogni urgenti dei fedeli e dalla quale il Papa si aspetta che venga speranza, non paure.

Si può stabilire un rapporto tra i due documenti papali e il sinodo?

I due motupropri sono frutto del cammino sinodale ed espressione autentica della collegialità episcopale. Com’è noto, vi è stata infatti, prima delle due assemblee sinodali, una larghissima consultazione. I documenti scaturiscono dunque da un’ampia esperienza collegiale, emersa dai questionari inviati a tutte le conferenze episcopali. E da questi è risultata un’amplissima convergenza sull’esigenza di snellire e semplificare i processi matrimoniali, come sottolinea il numero 115 dell’Instrumentum laboris e hanno detto i cardinali Baldisseri ed Erdő nelle rispettive relazioni di apertura del sinodo.

Snellire e semplificare i processi: che significa in concreto?

Come già aveva disposto Pio x all’inizio del Novecento, il Pontefice ha inteso restituire in pieno l’esercizio della potestà giudiziale al vescovo diocesano e al metropolita, cioè all’arcivescovo capo di una provincia ecclesiastica. In questo modo Papa Francesco vuole una maggiore prossimità delle strutture della Chiesa ai fedeli.

Quali sono i capisaldi di queste nuove leggi?

La riforma di Papa Francesco affida a ogni vescovo diocesano due tipi di processo: quello più breve e quello ordinario. Nel primo caso è il vescovo a giudicare personalmente, se vi è piena evidenza delle prove di nullità; in questo caso, dopo una breve istruttoria, assume la certezza morale e firma la sentenza. Non è tuttavia il vescovo a istruire le cause, ma i suoi collaboratori: il vicario giudiziale o altro giudice istruttore. Se invece non vi è immediata evidenza delle prove, il caso viene inviato al processo ordinario. Per questo ogni vescovo deve costituire un tribunale diocesano per le nullità matrimoniali: collegiale, ma in caso di impossibilità anche con un giudice unico. In concreto, ogni richiesta di nullità va indirizzata al vicario giudiziale diocesano, che decide in quale dei due tipi di processo deve essere risolto il caso. Il processo breve prevede la possibile presenza delle parti, a differenza del processo ordinario, e deve risolversi in un arco di tempo che può oscillare da due settimane a un mese. Aspetti, questi, che mostrano la grande novità di questo tipo di procedimento, non a caso affidato dal successore di Pietro al vescovo in persona, perché questi non cada in abusi a danno della verità del vincolo matrimoniale: abusando, infatti, il vescovo tradirebbe non il Papa, ma Cristo stesso. E per entrambi i processi la gratuità, fortemente auspicata dai motupropri, mostrerà con tutta evidenza il loro spirito pastorale, volto unicamente al bene dei fedeli. E questi comprendono immediatamente lo spirito di povertà che deve ispirare la Chiesa.

Le leggi sono retroattive?

Com’è noto, il nuovo regime giuridico entrerà in vigore dall’8 dicembre prossimo e non avrà effetti retroattivi. Tuttavia, nel caso di un processo già in corso e la cui sentenza di nullità sia data e notificata successivamente all’8 dicembre, si applicheranno gli effetti della riforma e la sentenza affermativa sarà quella definitiva.

Che accadrà ai tribunali regionali?

Questa legge rifonda e riordina in pieno, ex integro, il processo matrimoniale, dando al vescovo il diritto di costituire il suo tribunale diocesano. Cade dunque la legge che prevede i tribunali regionali, esistenti del resto soltanto in alcuni Paesi. All’interno delle singole province ecclesiastiche i vescovi avranno invece facoltà di istituire, se lo riterranno utile, un tribunale interdiocesano con appello al tribunale del metropolita, fatta salva la possibilità di creare, a norma del diritto, tribunali interdiocesani di più province.

Come esprimere il significato di questa centralità del vescovo giudice?

Rispondo con un esempio. In alcune circostanze particolari il vescovo, come pastore e giudice del suo gregge, potrebbe consegnare personalmente la sentenza di nullità alle parti interessate. Sarebbe un segno di prossimità evangelica ai fedeli, in molti casi feriti da anni di sofferenza. La Chiesa infatti è mistero e il vescovo è colui che accompagna, quasi conduce per mano i fedeli: in questo senso è mistagogo, come furono Basilio e Giovanni Crisostomo in oriente, Ambrogio e Agostino in occidente. (g.m.v.)

 
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    Matrimonio e famiglia
 
 

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L’Onu chiarisce i termini dell’impegno sul clima

 

 

Nuova bozza di accordo da presentare alla Conferenza di Parigi ·

07 ottobre 2015

 
 

 

New York, 7. L’Onu ha preparato una nuova bozza di accordo sulla lotta al riscaldamento globale, accordo che dovrebbe essere firmato a Parigi il prossimo dicembre alla conferenza internazionale sul clima, la cosiddetta Cop 21. La bozza chiarisce i termini dell’intesa da raggiungere, in particolare per quanto riguarda le decisioni vincolanti e gli impegni che ciascun Paese potrà invece assumere in proprio e tornare a discutere nel tempo.

Un aeroporto indonesiano avvolto in una fitta coltre di smog (Reuters)

Il documento — che al momento non ha ancora valore ufficiale e potrebbe comunque essere oggetto di ulteriori revisioni — indica infatti quali elementi faranno parte di un accordo durevole giuridicamente vincolante e quali andranno in protocolli che potranno invece evolversi. L’obiettivo da raggiungere a Parigi, come noto, è definire gli strumenti per contenere il riscaldamento globale entro i due gradi di aumento rispetto ai livelli preindustriali. La bozza presentata è di una ventina di pagine, molto più snella della precedente versione del luglio scorso. La prima parte comprende un obiettivo globale a lungo termine sul picco o l’eliminazione graduale delle emissioni di gas a effetto serra. Stabilisce anche che i Paesi dovrebbero presentare ogni cinque anni piani di taglio dell’anidride carbonica, aumentando progressivamente i loro sforzi. Le perdite e i danni provocati dagli impatti climatici, fra le principali preoccupazioni dei Paesi poveri, sono due aspetti riconosciuti nella bozza, ma i dettagli degli strumenti di compensazione economica e finanziaria sono lasciati al documento finale vincolante.

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PMI

PMI.it mercoledì 7 Ottobre 2015
 
Banca Ifis

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rassegna.it

Newsletter del 07/10/2015

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  “È una grande vittoria giudiziale a beneficio dei lavoratori e delle lavoratrici”, commentano Fp Cgil e Uil Fpl di Pavia

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Call center: introdotta clausola sociale nei cambi d’appalto(06/10/2015 17:27)

  “Una norma di civiltà che garantisce la continuità occupazionale e la dignità a migliaia di lavoratori e lavoratrici, allineando il nostro Paese al resto d’Europa”, secondo la Cgil e l’Slc di Roma e del Lazio

Il mondo a rovescio di Squinzi: operai ricchi e imprese povere(06/10/2015 16:26)

  Confindustria sostiene che chi lavora avrebbe guadagnato nella crisi posizioni rilevanti. Ciò che non è riuscito al sindacato all’apice della sua forza, negli anni settanta, si sarebbe realizzato in epoca di vacche magre Di GIANNI VENTURI

Contratti: il sindacato c’è, e le imprese? (06/10/2015 15:51)

  Miceli (Filctem) a Radioarticolo1 “Sui rinnovi abbiamo giocato d’anticipo, mettendo a punto piattaforme unitarie che tutelano in primo luogo il potere d’acquisto dei lavoratori. Confindustria ci risponda per sapere se i ccnl si chiudono oppure no”

Bridgestone: sciongiurata chiusura, salvi 550 posti (06/10/2015 15:28)

Ica Foods: Flai Pomezia, accordo che scongiura licenziamenti(06/10/2015 14:38)

Mondadori-Rizzoli: Slc Milano, non si mettano a rischio i posti di lavoro (06/10/2015 13:31)

Eurochocolate Perugia: siglato l’accordo per le assunzioni(06/10/2015 12:45)

Legge Fornero: sindacati umbri in piazza (06/10/2015 11:16)

Ces: 7/10 presentazione nuovo segretario Visentini (06/10/2015 11:00)

  Conferenza stampa con Camusso, Furlan e Barbagallo in diretta su Radioarticolo1

Cgil Trani: Vito De Mario è il nuovo coordinatore (06/10/2015 10:32)

Lavoro

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – ORDINANZA 06 OTTOBRE 2015, N. 19980

LAVORO

Lavoro subordinato – Licenziamento individuale – Intimazione verbale – Telegramma – Riammissione in servizio

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 01 OTTOBRE 2015, N. 19621

FISCALE

Tributi – Società non operative – Qualificazione

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 01 OTTOBRE 2015, N. 19623

FISCALE

Tributi – Contenzioso tributario – Procedimento – Appello – Notificazioni a mezzo posta – Avviso di ricevimento – Omessa produzione – Istanza di rinvio – Presupposti – Conseguenze

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 01 OTTOBRE 2015, N. 39770

LAVORO

Lavoro – Sicurezza – Cantiere edile – Infortunio – Comportamento abnorme del lavoratore – Prova

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 03 SETTEMBRE 2015, N. 17520

FISCALE

Fallimento ed altre procedure concorsuali – Concordato preventivo – In genere – Sospensione di contratti bancari e di leasing ex art. 169 bis l. fall. – Revoca – Ricorribilità ex art. 111 Cost. – Esclusione – Fondamento

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 06 OTTOBRE 2015, N. 19920

LAVORO, FISCALE

Professionisti – Trattamenti previdenziali – Commercialista che svolge attività all’estero – Erogazione del trattamento – Limiti

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 06 OTTOBRE 2015, N. 19921

LAVORO

Lavoro – Licenziamento – Infermiere – Procedimento disciplinare – Condanna penale per abuso d’ufficio

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 06 OTTOBRE 2015, N. 19930

LAVORO

Rapporto di lavoro – Soppressione dell’attività del lavoratore – Trasferimento – Rifiuto – Risarcimento – Non sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 06 OTTOBRE 2015, N. 19936

LAVORO

Pubblico impiego – Reperibilità giorni festivi – Danno non patrimoniale – Onere della prova

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 06 OTTOBRE 2015, N. 40110

FISCALE

Reati fiscali – Frode fiscale – Omessa dichiarazione mediante condotta elusiva – Sussiste – Sovrafatturazione – Rilevanza – Sussiste

LEGISLAZIONE

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO DIFESA – DECRETO MINISTERIALE 24 SETTEMBRE 2015

LAVORO

Individuazione delle acque internazionali soggette al rischio di pirateria nell’ambito delle quali è consentito l’impiego di guardie giurate a bordo delle navi mercantili battenti bandiera italiana

MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI – DECRETO MINISTERIALE 29 SETTEMBRE 2015

LAVORO, FISCALE

Disposizioni concernenti l’iscrizione all’Albo degli autotrasportatori di cose per conto di terzi di imprese stabilite nel territorio delle province nelle quali non sono stati istituiti Uffici della motorizzazione civile o loro sezioni

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

ORDINANZA

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – ORDINANZA 29 SETTEMBRE 2015, N. 289

LAVORO, FISCALE

Primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che nei giorni dal 29 gennaio al 2 febbraio 2015 hanno colpito il territorio delle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone e che nel periodo dal 22 febbraio al 26 marzo 2015 hanno colpito il territorio dei comuni di Petilia Policastro in provincia di Crotone, di Scala Coeli e Oriolo Calabro in provincia di Cosenza e di Canolo e Antonimina in provincia di Reggio Calabria

PRASSI

AGENZIA DELLE ENTRATE

RISOLUZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE – RISOLUZIONE 06 OTTOBRE 2015, N. 83/E

LAVORO, FISCALE

Istituzione della causale contributo per la riscossione, tramite modello F24, dei contributi da destinare al finanziamento dell’Ente Bilaterale Nazionale Artigianato “E.N.Bi.Art”

CONSIGLIO NAZIONALE DOTT COMM E ESP CON

COMUNICATO

CONSIGLIO NAZIONALE DOTT COMM E ESP CON – COMUNICATO 06 OTTOBRE 2015

LAVORO, FISCALE

Arriva il nuovo codice deontologico

DIGITPA

CIRCOLARE

DIGITPA – CIRCOLARE 23 SETTEMBRE 2015, N. 2

LAVORO

Specifiche tecniche sull’hardware, il software e le tecnologie assistite delle postazioni di lavoro a disposizione del dipendente con disabilità.

INPS

CIRCOLARE

INPS – CIRCOLARE 06 OTTOBRE 2015, N. 158

LAVORO

Convenzione tra l’INPS e il Sindacato Italiano Lavoratori Pensionati e Agricoli (S.I.L.P.A.) ai sensi dell’art. 2 della legge 27 dicembre 1973 n. 852, per la riscossione dei contributi associativi sull’indennità ordinaria e di trattamento speciale di disoccupazione di cui sono beneficiari i lavoratori agricoli. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti.

INPS – CIRCOLARE 06 OTTOBRE 2015, N. 159

LAVORO

Convenzione fra l’INPS e la Dirigentiscuola-Confedir (Di.S.-Conf.) per la riscossione dei contributi sindacali sulle prestazioni pensionistiche ai sensi della legge 11 agosto 1972, n. 485. Istruzioni operative e contabili. Variazioni al piano dei conti.

MESSAGGIO

INPS – MESSAGGIO 06 OTTOBRE 2015, N. 6129

LAVORO

Attività di Verifica Amministrativa – Passaggio dalla procedura Giasone alla nuova modalità di gestione della richiesta e del recupero del contributo addizionale dovuto per Cassa Integrazione Ordinaria, Ordinaria in Edilizia, Straordinaria, in Deroga e per Solidarietà – Rilascio procedura “RACE”. Istruzioni contabili. Variazioni al piano dei conti.

INPS – MESSAGGIO 06 OTTOBRE 2015, N. 6141

LAVORO

Piano di intervento nazionale “Azione di Sistema Welfare to Work 2012-2014” – Proroga al 31 ottobre 2015.

Pensioni

Pensioni: Convegno sulla “povertà del sistema contributivo”

Domani 8 ottobre si terrà a Roma, alle ore 10, presso il Centro Congressi Cavour, l’iniziativa dell’Inca Cgil “Pensioni: la povertà del sistema contributivo”(via Cavour, 50). A 20 anni dall’introduzione del sistema di calcolo contributivo sulle pensioni, l’Inca presenta un dossier che traccia un primo bilancio di applicazione e le prospettive delle prestazioni future. “Casi emblematici per descrivere il futuro pensionistico di migliaia di persone” è il titolo dell’indagine che, basandosi sui percorsi di carriera verosimili e reali, misura l’impatto del sistema di calcolo contributivo sugli importi delle pensioni.

Parteciperanno all’iniziativa Maria Luisa Gnecchi, della Commissione Lavoro della Camera, Antonello Crudo, direttore generale Area pensioni dell’Inps. Introdurrà il dibattito Morena Piccinini, presidente Inca, mentre Fulvia Colombini, del collegio di presidenza Inca, illustrerà lo studio. Concluderà i lavori Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil.

Welfare

Welfare, respinto il ricorso della Ce contro la Gran Bretagna

L’avvocato generale della Corte di Giustizia europea ha respinto il ricorso proposto dalla CE contro la Gran Bretagna sostenendo che la legislazione del Paese è discriminante verso i cittadini del blocco comunitario. Sotto accusa una norma che subordina la concessione di alcuni benefit, come assegni familiari e sgravi fiscali a particolari requisiti infatti non basta che il richiedente risieda sul territorio, deve dimostrare di avere un lavoro o un reddito per mantenere se stesso e, nel caso, la famiglia.

L’avvocato generale Villalon ha respinto il ricorso della CE sostenendo che “la necessità di tutelare le finanze dello Stato membro ospitante giustifica il controllo (…) della regolarità del soggiorno dei richiedenti in detto Stato conformemente al diritto dell’Unione”.

La Corte UE dovrà adesso emettere il giudizio definitivo che, tipicamente tiene conto del parere dell’avvocato generale.

Fuori Carlo Felice con tutti i Savoia dalla toponomastica sarda

07/10/2015, 09:25 | Di Francesco Casula | Categoria: Attualità

 

Francesco Casula

Francesco Casula

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Un filo monarchico sardo, pateticamente nostalgico dei Savoia, in una lettera all’Unione Sarda propone che Cagliari dedichi una via all’ex re Umberto II. Replicano numerosi lettori del Quotidiano contestando vivamente tale proposta e ricordando le gravi responsabilità storiche dei sovrani nizzardi, ad iniziare proprio da quelle dell’ultimo re d’Italia e suggerendo di contro, di intitolare invece una via della capitale sarda a Luigi Cogodi. Antonio Ghiani – già valente giornalista dell’Unione – scrive che “i sardi dovrebbero averne abbastanza dei Savoia e della loro infausta collaborazione con il fascio, conclusasi infine con una ignominiosa fuga, quando l’Italia, persa la guerra, era nel caos”.

Altri ricordano opportunamente la funesta politica dei Savoia tutta giocata sulla discriminazione dei sardi, la repressione e le condanne a morte ma sopratutto il brutale fiscalismo. Aumentato a dismisura dal 1799 al 1816, con la presenza della Corte savoiarda a Cagliari, in seguito all’occupazione dell’Italia settentrionale da parte di Napoleone. Nei 17 anni della presenza a Cagliari dei Savoia infatti “furono complessivamente pagate – scrive lo storico sardo Aldo Accardo – come contribuzioni straordinarie per la corte 9.714.514 lire sarde: dal 1799 373.000 ogni anno per l’appannaggio della famiglia reale;dal 1805 oltre 76.750 per lo spillatico della regina”. E ciò mentre l’Isola vive sulla propria pelle una gravissima crisi economica e finanziaria: certo conseguenza delle calamità naturali e delle pestilenze di quegli anni ma anche di una politica e di un’amministrazione forsennata da parte dei Savoia, specie, ripeto, con l’aumento delle tasse. Il peso delle nuove imposizioni fiscali, colpivano non soltanto le masse contadine ma anche gli strati intermedi delle città. A tal punto – scrive Girolamo Sotgiu – che “i villaggi dovevano pagare più del clero e dei feudatari: ben 87.500 lire sarde (75 mila il clero e appena 62 mila i feudatari) mentre sui proprietari delle città, sui creditori di censi, sui titolari d’impieghi civili gravava un onere di ben 125.000 lire sarde e sui commercianti di 37 mila”.

Così succedeva che “Spesso gli impiegati rimanevano senza stipendio, i soldati senza il soldo, mentre ai padroni di casa veniva imposto il blocco degli affitti e ai commercianti veniva fatto pagare il diritto di tratta più di una volta” . Il protagonista fondamentale della politica savoiarda di questo periodo è Carlo Felice, più noto come Carlo feroce: l’epiteto gli fu affibbiato da un suo conterraneo piemontese, Angelo Brofferio, letterato e critico teatrale. Ebbene Carlo Felice, fu viceré e poi re, ottuso e inetto, sanguinario e famelico (pensava ad accumulare il suo “privato tesoro” mentre le carestie decimavano le popolazioni affamate). Su di lui la storia ha già emesso la sua condanna inappellabile. Lo storico Pietro Martini, pur di orientamento monarchico, lo descrive come gaudente parassita, gretto, che avea poca cultura di lettere e ancor meno di pubblici negozi… servo dei ministri ma più dei cortigiani. Ai feudatari, da viceré, – scrive, un altro storico sardo Raimondo Carta Raspi – diede carta bianca per dissanguare i vassalli. Mentre a personaggi come Giuseppe Valentino affidò il governo: questi svolse il suo compito ricorrendo al terrore, innalzando forche soprattutto contro i seguaci di Giovanni Maria Angioy, tanto da meritarsi, da parte di Giovanni Siotto-Pintor, l’epiteto di carnefice e giudice dei suoi concittadini. Divenuto re con l’abdicazione del fratello Vittorio Emanuele I, mira a conservare e restaurare in Sardegna lo stato di brutale sfruttamento e di spaventosa arretratezza: “con le decime, coi feudi, coi privilegi, col foro clericale, col dispotismo viceregio, con l’iniquo sistema tributario, col terribile potere economico e coll’enorme codazzo degli abusi, delle ingiustizie, delle ineguaglianze e delle oppressioni intrinseche ad ordini di governo nati nel medioevo”: è ancora Pietro Martini a scriverlo.

Carlo Felice odia i sardi: il suo maestro, in tal senso è il reazionario Giuseppe de Maistre che arrivato in Sardegna nel 1800 per reggere la reale cancelleria, non pensa nei tre anni di reggenza, che ai propri interessi denotando uno sviscerato disprezzo per i sardi je ne connais rien dans l’univers au-dessous (sotto) des molentes, soleva affermare nei loro confronti e in una lettera da Pietroburgo al Ministro Rossi nel 1805 scrive: “Le sarde est plus savage che le savage, car le savage ne connait la lumiere e le Sarde la connait”.

Altro che dedicare allora un’altra via alla odiosa zenia dei Savoia: all’ordine del giorno in Sardegna vi è l’urgenza e la necessità di modificare radicalmente la toponomastica, facendo sloggiare da tutte le strade e le piazze dell’Isola tutti i Savoia, ad iniziare da Carlo feroce. A meno che non si voglia continuare con un imperdonabile masochismo, ricordando e osannando, quelli che sono stati per la Sardegna i persecutori e i sovrani più nefasti.

E’ stato scritto che con i Savoia la Sardegna è stata liberata dal feudalesimo e dunque “modernizzata”. E sia. Purché non si dimentichi che l’eversione dei feudi giovò ai feudatari spagnoli e piemontesi ai quali le terre furono generosamente pagate dalle comunità, dissanguate due volte! Non di restituzione delle terre alle comunità si trattò dunque, ma di un ulteriore esproprio. Anche perché le terre distribuite a così caro prezzo ai contadini e pastori delle ville, privi di capitali e degli stessi arnesi di lavoro (aratri, zappe, falci e cavalli e buoi), caddero ben presto nelle mani di usurai senza scrupoli diventati in breve più esosi, se possibile, dei vecchi padroni.

E’ stato anche scritto che ai Savoia si deve comunque in gran parte la costruzione dello Stato italiano unitario. E sia anche questo. Purché si ricordi che l’Unità d’Italia sarà (e ancora è) tutta giocata, per quanto ci riguarda, contro gli interessi della Sardegna ridotta a “colonia” interna: oggi area di servizio della guerra e domani ricettacolo delle scorie nucleari?