Archivi giornalieri: 23 ottobre 2015

Perché la fedeltà non toglie la libertà

 

 

All’udienza generale il Pontefice parla della promessa d’amore tra gli sposi ·

21 ottobre 2015

 
 

 

Nel matrimonio «libertà e fedeltà non si oppongono l’una all’altra, anzi, si sostengono a vicenda». Lo ha detto Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì 21 ottobre, in piazza San Pietro, parlando della «promessa d’amore che l’uomo e la donna si fanno l’un l’altra».

Disteso e sorridente, il Pontefice si è fermato a lungo, come di consueto, a salutare i fedeli presenti. Offrendo loro una riflessione sul tema della fedeltà coniugale, è partito dalla constatazione che «ai nostri giorni, l’onore della fedeltà alla promessa della vita famigliare appare molto indebolito». Le cause? «Da una parte — ha spiegato — perché un malinteso diritto di cercare la propria soddisfazione, a tutti i costi e in qualsiasi rapporto, viene esaltato come un principio non negoziabile di libertà». E dall’altra, «perché si affidano esclusivamente alla costrizione della legge i vincoli della vita di relazione e dell’impegno per il bene comune». Eppure, ha fatto notare, «in realtà, nessuno vuole essere amato solo per i propri beni o per obbligo. L’amore, come anche l’amicizia, devono la loro forza e la loro bellezza proprio a questo fatto: che generano un legame senza togliere la libertà». Di conseguenza, ha aggiunto, «l’amore è libero, la promessa della famiglia è libera, e questa è la bellezza. Senza libertà non c’è amicizia, senza libertà non c’è amore, senza libertà non c’è matrimonio».

Dopo aver invitato a pensare ai danni prodotti «nella civiltà della comunicazione globale, l’inflazione di promesse non mantenute, in vari campi, e l’indulgenza per l’infedeltà alla parola data e agli impegni presi», il Papa ha sottolineato che di contro «la fedeltà è una promessa di impegno che si auto-avvera, crescendo nella libera obbedienza alla parola data». È insomma «una fiducia che “vuole” essere realmente condivisa, e una speranza che “vuole” essere coltivata insieme». Di più: la fedeltà alle promesse è — secondo la bella immagine suggerita da Francesco — «un vero capolavoro di umanità»; un autentico “miracolo”, «perché la forza e la persuasione della fedeltà, a dispetto di tutto, non finiscono di incantarci e di stupirci. L’onore alla parola data, la fedeltà alla promessa, non si possono comprare e vendere. Non si possono costringere con la forza, ma neppure custodire senza sacrificio». E in tale contesto, «nessun’altra scuola può insegnare la verità dell’amore, se la famiglia non lo fa». Ecco allora la necessità di «restituire onore sociale alla fedeltà dell’amore». Occorre, ha concluso, «sottrarre alla clandestinità il quotidiano miracolo di milioni di uomini e donne che rigenerano il suo fondamento famigliare, del quale ogni società vive, senza essere in grado di garantirlo in nessun altro modo».

La catechesi del Papa

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​Nuovo dicastero per laici, famiglia e vita

 

 

 ​Annunciato da Papa Francesco durante il sinodo 

23 ottobre 2015

 
 

 

L’istituzione di un nuovo dicastero «con competenza sui laici, la famiglia e la vita» è stata annunciata da Papa Francesco all’inizio della congregazione generale del sinodo, svoltasi nel pomeriggio di giovedì 22 ottobre. Queste le parole del Pontefice:

Ho deciso di instituire un nuovo Dicastero con competenza sui laici, la famiglia e la vita, che sostituirà il Pontificio Consiglio per i laici e il Pontificio Consiglio per la famiglia, e al quale sarà connessa la Pontificia Accademia per la vita.

A tale riguardo ho costituito un’apposita commissione che provvederà a redigere un testo che delinei canonicamente le competenze del nuovo Dicastero, e che sarà sottoposto alla discussione del Consiglio di Cardinali, che si terrà nel prossimo mese di dicembre.

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Il fallimento dell’industria petrolchimica entra nella poesia sarda

 

Il fallimento dell’industria petrolchimica entra nella poesia sarda

CAGLIARI – Dopo aver popolato interi studi e saggi economici-sociali, storico-politici e persino etno-antropologici il fallimento dell’industrializzazione petrolchimica in Sardegna è entrato prepotentemente anche nella letteratura e poesia sarda.

Il più noto scrittore che ha preso a roncolate quell’ipotesi di sviluppo, che doveva creare lavoro e prosperità per la nostra Isola, è stato sicuramente Francesco Masala. 

Nelle sue poesie come nei suoi romanzi. Canta in Innu nou contra a sos feudatarios (A sa manera de F. I. Mannu) :”Trabagliade, trabagliade/petrochimicos operajos/pro su pane tribulade/cun su ‘inari ‘e sa Rinaschida/ingrassan sos de Milanu/e a bois lassan su catramu./Trabagliade, trabagliade,/in sa chejas de petroliu/de Sarrok a Portoturre:/sa cadena de trabagliu/cun sa matta mesu piena/est trabagliu de cadena”.

Ma è soprattutto nel romanzo Il dio petrolio, tradotto in ungherese e in francese (con il titolo Le curè de Sarrok) eambientato proprio a Sarrok (Cagliari), città simbolo dell’industria petrolchimica (de s’ozu de pedra: dell’olio di pietra), che Masala condurrà la critica più feroce e serrata a quel tipo di industria che avvelenerà e devasterà alcuni fra gli angoli più suggestivi della Sardegna, sconvolgendo anche a livello antropologico le popolazioni.

Personaggio emblematico è un sacerdote di un villaggio contadino (Arasolè) che viene trasferito nel nuovo polo di sviluppo industriale dove subisce l’inerrestabile inquinamento etnico, etico e religioso.

Il prete, Don Adamo, nonostante la chiesa nuova e il campanile nuovo, si sente nella sua chiesa come in una cattedrale nel deserto, a dispetto di ecclesia che vuol dire riunione, adunanza, gente riunita intorno al proprio parroco.

In essa vive in perfetta solitudinecontro natura: di qui i narcisismi, le immagini, le invenzioni di una donna: una giovane donna senza volto, simulacro mentale, feticcio sessuale, nelle cui ampie e gonfie mammelle immerge il suo volto fino a fargli mancare il respiro. In questo modo il prete pensa di vincere la sua desolata solitudine e non riceve aiuto né dalla fede, né dalla speranza, né dalla carità.

Ad Arasolè almeno era meno solo. La sua vita era strettamente legata a quella degli altri e si sentiva mezzo di comunicazione e messaggio in quanto i fatti della vita religiosa e della liturgia coincidevano con quelli della vita quotidiana, i cicli dell’uomo, della famiglia, della stagione.

E poi i pastori di Arasolè avevano ancora bisogno di Dio, perciò pregavano per l’acqua e il sole, il caldo e il freddo, la luce e il buio…gli operai di Sarrok invece non hanno più bisogno di Dio…Ormai c’è Lui.. Se c’è buio,Lui il petrolio fa luce. Se c’è freddo, Lui il petrolio aziona i termosifoni. Se c’è caldo avvia i condizionatori d’aria, se l’acqua non viene dal cielo, Lui la cava dal mare col dissalatore..

Un altro grande romanziere e poeta sardo, Benevenuto Lobina – di cui ricordo soprattutto il suo capolavoro bilingue, in due volumi, Po cantu Biddanoa – dedica alla industrializzazione petrolchimica e ai suoi artefici una fulminante poesia,Cuaddeddu Cuaddeddu. In cui immagina che un suo nonno, richiamato in vita da un terribile puzzo di sostanze chimiche decidesse di saltare a cavallo per andare a Cagliari a fare giustizia di tutti coloro che avevano favorito quello scempio economico e umano:Su chi primu appa a cassai/cun sa bella cambarada,/cuaddeddu, è su chi nada/ca ad donau a traballai/a su popullu famiu/in Sarroccu e in Portuturri/e chi si pònidi a curri/faid mort’ ’e pibizziu. 

Sdegnato, ricorda poi le devastazioni ambientali che hanno causato con quel tipo di sviluppo : No a’ biu, cuaddeddu/cantu montis abruxaus,/cantu spina in is cungiaus/a infora de Casteddu?/Anti venas i arrius/alluau tottu impari/alluau anti su mari/e is tanas e is nius.

Oltre a quelle umane e sociali:Bidda’ mes’abbandonadas/a i’ beccius mesu bius/a su prant’ ’e is pippius/a pobiddas annugiadas/Oh, sa mellu gioventudi/sprazzinada in mesi mundu/scarescendu ballu tundu/scarescendu su chi fudi.

Sdegnato, con ironia e sarcasmo sferzante e financo con disprezzo individua e descrive i politici locali, ascari e mediatori del colonialismo italiano: Ddusu bisi: allepuccius/a ingiri’ ’e sa mesa/faccis prena’ de malesa/omineddus abramius./Ma appenas a bessiri/nd’ant ’e s’enna ’e s’apposentu/donniunu ad essi tentu/e tandu eus a arriri

Ascari e mediatori, insomma canes de istergiu ma di poco peso. Chi decide veramente est attesu : i ddi nau ca cussa genti/pinnigada in su corrazzu/non cumanda d’unu cazzu/funti conca’ de mollenti./Chi cumandada est’attesu/custus funti srebidoris/mancai sianta dottoris/funti genti senz’ ’e pesu.

Difficile non convenire, fotografa infatti una realtà di ieri ma anche di oggi: l’Autonomia come semplice simulacro.

Un altro poeta che, con dolore e sdegno, canta il fallimento petrolchimico, è Pinuccio Canu. Meno noto di Masala e Lobina è valente poeta in limba con due belle opere: Sa Rujada (2001), un racconto autobiografico in ottave e Contos chena tempus (2002) una silloge di racconti favolistici.

E’ nella poesia s’Eredidade di Ottana che denuncia la discrasia fra promesse e realtà:bos fattat bonu proe, malaittos/ca m’azis furriadu a remitanu/No fiant, tzertu, custos sos appiattos/da chi lassei tazos e cabbanu!

Infatti, dopo i primi anni di relativa sicurezza nel posto di lavoro, pur in un ambiente,fiagosu(malsano):Ponìa in su traballu med’afficcu/pro cant’in cussu logu fiagosu./Fattende non mi fia tzertu riccu/ma siguresa aìa e meda gosu; arriva la Cassa integrazione:ma pagu tempus sendenche coladu/su fumuderra torrat a cadone/Su sambene in su corpus s’est gheladu/ca postu m’ant in “cass’integrascione”.

Che dura anni e anni:Degh’annos m’ant lassadu pende pende/e pustis imboladu a muntonarzu./Su rimpiantu como m’est bocchende/ca non so prus nemmancu un’ervegarzu.

Si ritrova così senza il lavoro di operaio e senza le pecore. Senza identità. Costretto abandidare. Di qui l’ulitmo malaittos,inviato ai responsabili del suo dramma. Un dramma dell’intera Sardegna.

Legge di Stabilità

Stabilità: bonus assunzioni e incentivo stabilizzazioni

 

Bonus assunzioni 2016 in Legge di Stabilità compatibile con la sanatoria prevista dal Jobs Act per imprese che stabilizzano contratti di collaborazione: cumulabilità degli incentivi caso per caso.

 – 23 ottobre 2015
Pmi TVLa Legge Stabilità secondo il ministro dell’Economia
 

 

Assunzioni

Il bonus assunzioni, che la manovra finanziaria proroga in forma ridotta per il 2016, si può cumulare con gli sgravi per la stabilizzazione dei contratti: il testo della Legge di Stabilità, infatti, concede il 40% di sconto contributivo alle imprese che assumono a tempo indeterminato senza prevedere incompatibilità con la misura del Jobs Act che incentiva la trasformazione in contratti stabili delle collaborazioni a progetto (forma contrattuale abolita dal 2016, con alcune eccezioni).

=> Legge di Stabilità: come funziona il bonus assunzioni 2016

 

 

 

Condono

La sanatoria prevista dall’articolo 54 del dlgs 81/2015 attuativo della Riforma del Lavoro prevede l’estinzione di tutti gli illeciti (amministrativi, contributivi, fiscali) legati alla pregressa classificazione dei rapporti lavorativi per chi, dal primo gennaio 2016, assume a tempo indeterminato collaboratori a progetto o Partite IVA. Sono previste procedure e requisiti precisi: il lavoratore firma un atto di conciliazione in cui rinuncia ad ogni pretesa, mentre l’impresa non può recedere nei 12 mesi successivi all’assunzione (tranne che per giusta causa o giustificato motivo soggettivo).

=> Collaborazioni co.co.pro: la nuova legge

Assunzioni agevolate

Ebbene, il bonus assunzioni previsto dalla Legge di Stabilità 2016 non contempla clausole specifiche relative a tale sanatoria, che di conseguenza è compatibile. Di contro, non ècumulabile con altri esoneri o riduzioni di aliquote fiscali.

=> Legge di Stabilità, le misure per l’occupazione

Di contro, il nuovo sgravio fiscale prevede una serie di esclusioni: non è applicabile a lavoratori che nei 6 mesi precedenti sono stati occupati a tempo indeterminato presso qualsiasi datore di lavoro o che nei 3 mesi precedenti sono stati legati da contratto a tempo indeterminato con società controllate o controllanti.

 

Se vuoi aggiornamenti su STABILITÀ: BONUS ASSUNZIONI E INCENTIVO STABILIZZAZIONIinserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Nuove sanzioni in materia di lavoro, circolare del Ministero

 

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DI  IN 13 OTTOBRE 2015MINISTERO DEL LAVORO
E’ stata pubblicata la Circolare n.26 del 12/10/2015 del Ministero del Lavoro con le indicazioni sulla revisione delle sanzioni in materia di lavoro

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato la Circolare n. 26 del 12 ottobre 2015, avente ad oggetto “D. Lgs. n. 151/2015 recante disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di lavoro e pari opportunità – articolo 22 (modifica di disposizioni sanzionatorie in materia di lavoro e legislazione sociale) – indicazioni operative”.

Si tratta di una circolare molto importante che va ad approfondire la revisione delle sanzioni in materia di lavoro e legislazione sociale introdotte dal D. lgs 151/2015 entrato in vigore lo scorso 24 settembre in attuazione del Jobs Act.

Come già detto in un precedente articolo, la Direzione Generale per l’Attività Ispettiva, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha già prontamente emanato una lettera circolare contenente le prime indicazioni sul regime intertemporale per l’applicazione del nuovo regime sanzionatorio.

Leggi anche: Nuova maxisanzione per lavoro nero, indicazioni dal Ministero

In particolare l’art. 22 del D. Lgs. n. 151/2015 apporta rilevanti modifiche al regime sanzionatorio relativo ad alcune fattispecie di illecito amministrativo, in particolare, si tratta di illeciti in materia di lavoro nero, di Libro unico del lavoro, di prospetti paga e di assegni per il nucleo familiare.

La presente circolare, che alleghiamo a fondo articolo, fornisce le prime indicazioni operative necessarie per una corretta applicazione delle nuove disposizioni al fine di assicurare l’uniformità di comportamento di tutto il personale ispettivo.

  Circolare n.26 del 12/10/2015 del Ministero del Lavoro (536,3 KiB, 340 hits)

Rapporto 2015 sull’economia dell’immigrazione

Fondazione Moressa – Rapporto 2015 sull’economia dell’immigrazione

Nell’ultimo anno i lavoratori stranieri hanno versato ben 10,29 miliardi di euro in contributi previdenziali. Lo sa bene l’Inps, perché essendo prevalentemente in età lavorativa, i migranti sono soprattutto contribuenti. Contribuenti che sostengono, quindi, economicamente un sistema nazionale di welfare che si rivolge prevalentemente alla popolazione autoctona.

E secondo le stime Istat, tra 10 anni gli stranieri supereranno quota 8 milioni con un’incidenza del 13,1% sulla popolazione complessiva. A pesare il tesoretto dei “nuovi italiani” è il Rapporto 2015 sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa che verrà presentato a Roma il 22 ottobre p.v..

www.fondazioneleonemoressa.org

Maternità

Indennità di maternità alle professioniste anche in caso di adozione e/o affido

Cade l’ultimo paletto tra figli e figliastri. Ed è la scure della Consulta ad abbatterlo, dichiarando incostituzionale la norma secondo cui quando una libera professionista adotta o riceve in affido un bambino di nazionalità italiana sopra i sei anni non ha diritto all’indennità di maternità.

Si tratta infatti di una norma discriminatoria in danno dei minori con passaporto tricolore e delle mamme pronte a prenderli con sé, specie se si considera che la procedura di adozione nazionale risulta spesso lunga tortuosa: quando interviene il decreto di affidamento preadottivo il minore ha già superato il limite indicato dal DLgs 151/01.

La disposizione è dunque dichiarata incostituzionale dall’Alta Corte con la sentenza n. 205/2015, che vale tuttavia per il passato: nel frattempo un decreto attuativo del Jobs act, il numero 80/2015, ha già svincolato l’erogazione del trattamento del requisito anagrafico.

A sollevare la questione il giudice del lavoro di Verbania. “Il fatto che la professionista non sia la madre biologica del minore che entra nella sua famiglia non significa affatto che il bambino abbia bisogno di meno cure rispetto ai coetanei, né il minore può avere meno diritti se capita in una famiglia dove la donna che gli farà da madre è una lavoratrice autonoma invece che dipendente.

Cassazione.net