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Archivi giornalieri: 30 ottobre 2015
Il blog di Pietro Spataro
giubberosse
Il blog di Pietro Spataro
Quando la politica non era carrierismo
Di fronte al disastro di Roma lascio la parola a lui, a Luigi Petroselli. Pubblico ampi stralci del discorso pronunciato dal sindaco al momento dell’insediamento, il 27 settembre 1979, nell’aula di Giulio Cesare in Campidoglio. Sono passati tanti anni, molto è cambiato. Però a rileggere oggi quelle parole (tra le quali ne spicca una: umiltà) si sente un brivido, si misura un’assenza. Non di un partito che è ormai nella storia, ma del senso della politica che quel partito incarnava: dalla parte dei più deboli, coraggiosa, pulita, lontana da quel “carrierismo” e dal “politicantismo” che oggi la sta uccidendo.
Signor presidente, colleghi consiglieri, il sentimento che, sopra ogni altro, ora prevale, è di umiltà. Non si succede a Giulio Carlo Argan, per il segno alto e ineguagliabile di serietà, di rigore intellettuale e morale che egli ha impresso nel governo di Roma senza grande umiltà. Sul valore dell’incontro di Argan con i comunisti come espressione di una esperienza complessiva della sinistra democratica italiana in questa fase storica, si è già detto e si dirà ancora. La sua opera nel Consiglio comunale continua e in ciò io vedo una delle principali garanzie, anche per il mio lavoro.
Dalle parole cortesi, oltre ogni misura, che egli ha benevolmente dedicato alla mia persona, una sopra le altre mi commuove, perchè va oltre le vicende contingenti di una successione, per prestigiosa che essa sia, allorché mi ha chiamato suo “amico carissimo”. I colleghi di consiglio ed anche i compagni di partito si incontrano, gli amici si scelgono. Questa scelta reciproca di amicizia non fa velo al dovere che io sento oggi di rendere omaggio, in qualità di sindaco di Roma, a Giulio Carlo Argan come ad un cittadino che ha già fatto onore, con la sua opera e con il suo esempio, alla sua città e al suo paese.
Umiltà perchè conosco il valore sperimentato dei colleghi della Giunta e di tutti voi colleghi, che sedete con me in questo Consiglio comunale. Umiltà infine di fronte al compito immane, di rappresentare, come primo cittadino, questa città che amiamo perchè rispettiamo, unica al mondo, per la sua storia che ha tanta parte nella civiltà umana e per la sua funzione di capitale e di centro della cattolicità. Ringrazio i colleghi della maggioranza per la fiducia che mi hanno accordato, ringrazio tutti i colleghi che con la loro opposizione hanno contribuito ad esaltare questo passaggio politico ed amministrativo come una prova della necessità della dialettica democratica.
Grande umiltà, signor presidente e colleghi consiglieri, ma non rassegnazione. Ho fiducia nel movimento operaio, popolare, democratico romano di cui sono espressione. Ho fiducia in questa città, sottoposta a prove durissime e a tentazioni ricorrenti e quotidiane di resa al peggio, alla prepotenza e ai veleni di quanti si adoperano di sfruttarla e di piegarla ai propri fini particolari ma insieme città straordinariamente viva e aperta al nuovo, straordinariamente democratica.
Questa è la capitale di Porta San Paolo e delle Ardeatine. è la capitale della Repubblica sorta con la Resistenza, è la capitale della grande risposta democratica alla sfida di via Fani e di via Caetani.
La mia grande speranza è che al lavoro mio e della Giunta municipale – della quale posso garantire la tenacia, la passione, l’assiduità – corrisponde, nel rispetto delle leggi e delle istituzioni, nella consapevolezza dei diritti e dei doveri, nella libera espressione di tutte le realtà politiche, sociali culturali, un rinnovato impegno civile e morale di tutti i cittadini.
Tutte le nostre forze saranno adoperate senza risparmio affinchè di questo appuntamento quotidiano di risanamento e di rinnovamento siano protagoniste le nuove generazioni. Sta ai giovani non rassegnarsi, reagire, combattere, dimostrare che la democrazia repubblicana ha in sé la forza di trasformare in meglio gli uomini, le istituzioni, la società. Sta a noi dimostrare che la città è anche dei giovani e per i giovani che aspirano a un lavoro dignitoso, a rapporti più liberi e più elevati tra gli uomini. Argan ci lascia l’esempio e il monito di un impegno multiforme e senza riserve nella lotta contro il terrorismo e la violenza criminale che insidia le basi della nostra Repubblica e attenta, con scelta deliberata e privilegiata, alla convivenza civile nella nostra città.
Partecipo sentimenti di rispettoso omaggio a tutte le autorità religiose e prima di esse al vescovo di Roma, il sommo pontefice Giovanni Paolo II. La sede della capitale e la sede del centro della cattolicità si intrecciano nel destino di Roma.
Consideriamo lo sviluppo di rapporti di autonomia, di reciproco rispetto e riconoscimento di valori, tra il mondo religioso e il mondo civile, tra Stato repubblicano e Chiesa, tra Chiesa di e istituzioni cittadine, come una conquista della democrazia repubblicana che sta anche a noi custodire e difendere. Nella nostra idea di Roma e per Roma c’è la convinzione profonda che tanto più sarà una città, cioè una comunità cittadina, fondata su valori di libertà, di tolleranza. di giustizia, di solidarietà umana, tanto meglio assolverà alla sua funzione di capitale dello Stato democratico, capace di unire e di unificare e tanto meglio la Chiesa cattolica potrà adempiere alla missione che essa si è assegnata e che le assegnano i sentimenti di tanti romani.
Tutta l’azione della coalizione di maggioranza che regge oggi le sorti del Campidoglio, con la sua identità e la sua autonomia, che non è autosufficienza ma consapevolezza del ruolo delle opposizioni, è ispirata dalla convinzione che oggi più che mai, di fronte alla crisi del Paese e alla crisi delle grandi aree metropolitane, la città è una sola. Solo se i mali di Roma saranno affrontati, solo se la parte più oppressa e più debole della società, dai poveri e dagli emarginati agli anziani, dalle borgate ai ghetti della periferia, avranno un peso nuovo su tutta la città, essa potrà essere risanata e rinnovata. Solo se sarà più giusta e più umana, potrà essere ordinata, potrà essere una città capace di custodire il suo passato e di preparare un futuro. Tutto ciò voglio confermare nel momento nel quale, come Sindaco, assumo l’impegno di essere non un sindaco di parte ma un sindaco di tutti i cittadini. di ogni cittadino. Consideriamo il decentramento e la partecipazione democratica il problema dei problemi come forma di una questione più generale che riguarda l’opera della Giunta come di tutto il Consiglio Comunale: governare avendo fiducia nel dialogo e nel confronto che sono premessa di scelte chiare, governare avendo fiducia nella gente
Vorrei infine ricordare, per esprimere tutta la mia gratitudine, i compagni della mia parte politica i quali, con il lavoro e le battaglie ideali, politiche, sociali di questi decenni hanno reso possibile questa mia nuova assunzione di responsabilità. In nessun momento come questo sento di essere al passaggio di un cammino che viene da molto lontano e che supera, coinvolgendola, la mìa persona: è il cammino del movimento operaio, dei comunisti, dei socialisti e di tutta la sinistra democratica italiana.
Non sembri ad alcuno che io voglia esaltare uno spirito di parte. Nel legittimo orgoglio di parte c’è anche limpido non solo il rispetto delle altre forze politiche ma il riconoscimento dei valori ideali che esse esprimono concorrendo a far vivere, a difendere, a rinnovare la democrazia italiana. No, non da soli ma come parte decisiva anche se non esclusiva del movimento operaio, socialista, stando dalla parte dei lavoratori e del popolo, abbiamo servito la città e il paese. La politica della quale tanto si parla in occasione di questa mia elezione noi l’abbiamo vissuta e la viviamo non come affarismo o politicantismo o carrierismo, ma come strumento per conoscere e trasformare se stessi e la società.
LAVORO – FISCALE30/10/2015
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Nepal
Il Nepal ha un nuovo primo ministro
È Sharma Oli, leader del Partito Comunista, eletto per risolvere la crisi politica con l’India e avviare finalmente la ricostruzione dopo i recenti terremoti
Domenica 11 ottobre il parlamento del Nepal ha eletto Khadga Prasad Sharma Olicome nuovo primo ministro: Sharma Oli, 63enne leader del Partito Comunista del Nepal, ha battuto nella votazione di domenica il primo ministro uscente Sushil Koirala con 338 voti contro 249, grazie al sostegno di molti partiti minori del parlamento nepalese. Sushil Koirala era stato eletto nel febbraio del 2014, ma la nuova costituzione del Nepal, entrata in vigore il 20 settembre e molto voluta da Koirala, imponeva anche nuove elezioni per il primo ministro: come ha raccontato il New York Times, Koirala ha cercato sostegno in parlamento per una rielezione, ma i molti problemi che sta affrontando il paese – dalle tensioni con l’India alla ricostruzione dopo i terremoti di qualche mese fa – hanno spinto molti partiti nepalesi a cercare una nuova guida per il governo del paese.
Uno dei primi problemi che dovrà affrontare Sharma Oli – che non ha ancora deciso la composizione del suo governo – sarà la gestione dei difficili rapporti del Nepal con l’India, che hanno un’origine piuttosto antica dovuta alla vicinanza geografica e ai rapporti commerciali tra i due paesi, ma che sono stati complicati negli ultimi tempi dal presunto appoggio dell’India ai Madhesi, un gruppo etnico del sud del paese che si sta opponendo all’attuazione della nuova Costituzione. Tra le riforme decise dalla nuova costituzione c’è anche lo spostamento di alcuni confini regionali interni, che secondo i Madhesi e altri gruppi etnici del paese è motivato dalla volontà di renderli politicamente meno rilevanti (il governo, in pratica, è accusato di fare qualcosa di simile algerrymandering). Per questa ragione da settimane i Madhesi stanno organizzando proteste piuttosto dure in tutto il sud del paese.
Le manifestazioni, durante le quali sono morte in tutto 45 persone, hanno portato in molti casi anche alla chiusura o al rallentamento del traffico lungo il confine con l’India e hanno complicato l’arrivo dall’India dei camion cisterna che riforniscono il paese di carburante. Come conseguenza, da diverse settimane i rifornimenti di auto private sono vietati nel paese e il carburante viene razionato. Secondo molti nepalesi, stando a quel che scrivono i giornali, il blocco dei rifornimenti è stato deciso dal governo indiano per favorire la protesta dei Madhesi, fare pressione sul governo nepalese e interferire nella politica interna del Nepal. Anche se l’India ha negato la cosa, l’elezione di Sharma Oli, da sempre su posizioni più dure sui rapporti con l’India rispetto al suo predecessore, è stata vista da molti come un segnale della volontà del parlamento affermare l’indipendenza politica del Nepal dall’India e di sostenere la nuova costituzione, che il governo indiano ha più volte criticato. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha chiamato Sharma Oli per congratularsi della sua elezione: un gesto che secondo molti è anche un segnale di distensione tra i due paesi.
Oltre alla gestione dei rapporti con l’India, Sharma Oli dovrà anche affrontare i grossi problemi legati alla ricostruzione del paese dopo i gravi terremoti del maggio edell’aprile scorso, che hanno ucciso in tutto più di 9.000 persone lasciandone diversi milioni bisognose di aiuti di diverso genere. La ricostruzione finora è stata lenta e complicata. Oltre alla scarsità di fondi, l’incertezza politica degli ultimi mesi – in cui si è discusso quasi esclusivamente della nuova costituzione – ha fatto sì che anche i fondi già stanziati e gli aiuti ricevuti da paesi stranieri non siano stati assegnati e spesi. L’agenzia per la ricostruzione (NRA) che avrebbe dovuto gestire e supervisionare i lavori in tutto il paese, ha raccontato il Guardian, esiste solo sulla carta: il suo direttore è stato nominato ma le leggi che avrebbero dovuto renderla operativa non sono mai state approvate dal parlamento e probabilmente non lo saranno per ancora diverse settimane, a causa della chiusura programmata del parlamento per alcune settimane in concomitanza con alcune festività nazionali.
Nelle aree più coinvolte maggiormente dai terremoti degli scorsi mesi migliaia di persone hanno superato la stagione dei monsoni vivendo in fragili baracche di lamiera e ora si preparano ad affrontare l’inverno senza case accoglienti o vestiti adatti al freddo. Il governo, per ora, ha distribuito solo una piccola parte degli aiuti che aveva promesso: abbastanza per superare l’emergenza dei primi mesi dopo il terremoto, ma non abbastanza per una vera ricostruzione. Ogni famiglia colpita dal terremoto ha ricevuto un piccolo sussidio in denaro e, in molti casi, tende e teli impermeabili per creare alloggi temporanei: il governo, che aveva promesso di sovvenzionare la costruzione delle nuove case, per ora è arrivato solo al punto di inviare nelle aree colpite dal terremoto gli ingegneri per la pianificazione delle opere di ricostruzione.
IL MATTINO
Congedo parentale a ore, la guida dei CdL
Con il D. lgs. numero 80/2015, “Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”, in attuazione del Jobs Act è stata introdotta la possibilità di fruire del congedo parentale a ore anche in mancanza di una specifica previsione contrattuale.
Attualmente il congedo parentale su base oraria può essere fruito secondo le indicazioni del nuovo comma 1 ter aggiunto dal decreto all’art. 32 del Testo Unico, ovvero a partire dal 25 giugno 2015 (data di entrata in vigore del decreto) ed inizialmente solo fino al 31 dicembre 2015.
Leggi anche: Congedo parentale a ore, circolare esplicativa INPS
Successivamente il D. lgs. numero 148/2015 ha esteso tale previsione anche per gli anni successivi. La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, con un approfondimento del 29/10/2015, esamina i criteri di fruizione oraria del congedo, i criteri di computo e indennizzo, la cumulabilità, la contribuzione figurativa, le modalità di presentazione della domanda, i flussi delle denunce Uniemens ed i conguagli.
Fruizione del congedo parentale in modalità oraria
Il congedo parentale a ore era già stato previsto dalla Legge 24 dicembre 2012, n. 228 (Legge di Stabilità 2013), art. 1, comma 339. Tale disposizione aveva aggiunto all’art. 32 del D.lgs. 151/01 il comma 1 bis contenente una delega alla contrattazione collettiva, di qualunque livello, per la definizione delle modalità di fruizione, dei criteri di calcolo della base oraria, e dell’equiparazione di un certo monte ore alla singola giornata lavorativa.
Il D.lgs. 80/2015 ha aggiunto il comma 1 ter all’articolo 32 del T.U., introducendo la possibilità generale di fruire del congedo parentale a ore anche in mancanza di una specifica previsione contrattuale.
La validità delle nuove previsioni introdotte dal D.lgs. 80/2015 è limitata nel tempo: attualmente il congedo parentale su base oraria può essere fruito secondo le indicazioni del nuovo comma 1 ter dell’art. 32 T.U. inizialmente solo fino al 31 dicembre 2015 (e a partire dal 25 giugno 2015, data di entrata in vigore del decreto). Per completezza il decreto legislativo n.148/2015, art. 43 c.2, ha esteso tale previsione anche per gli anni successivi.
Fruizione del congedo parentale in modalità oraria (604,2 KiB, 3 hits)
Fonte: www.consulentidellavoro.it
MONTANARU E LA LINGUA SARDA
MONTANARU E LA LINGUA SARDA
MONTANARU E LA LINGUA SARDA
di Francesco Casula
A Desulo domenica 1° novembre (Scuola media, ore 10) verranno proclamati i vincitori del Premio Montanaru 2015. A deciderlo la Giuria composta da Gonario Carta-Brocca, (poeta) Francesco Casula, (storico della Letteratura sarda), Giancarlo Casula (nipote di Montanaru), Franca Marcialis (studiosa di lingua sarda), Antony Muroni (Direttore dell’Unione Sarda).
Ma ecco una mia nota su Montanaru e la lingua sarda
Antioco Casula-Montanaru, al di là della sua funzione letteraria e poetica vede, nella lingua sarda, anche una funzione civile, educativa e didattica. Ecco cosa scrive nel suo Diario: “…il diffondere l’uso della lingua sarda in tutte le scuole di ogni ordine e grado non è per gli educatori sardi soltanto una necessità psicologica alla quale nessuno può sottrarsi, ma è il solo modo di essere Sardi, di essere cioè quello che veramente siamo per conservare e difendere la personalità del nostro popolo. E se tutti fossimo in questa disposizione di idee e di propositi ci faremmo rispettare più di quanto non ci rispettino” .
E ancora: “Spetta a noi maestri in primo luogo di richiamare gli scolari alla conoscenza del mondo che li circonda usando la lingua materna” .
Si tratta – come ognuno può vedere – di una posizione avveduta, sul piano didattico, culturale ed educativo e moderna. Oggi infatti linguisti e glottologi come tutti gli studiosi delle scienze sociali: psicologi e pedagogisti, antropologi e psicanalisti e persino psichiatri sono unanimemente concordi nel sostenere l’importanza della lingua materna: per intanto per lo sviluppo equilibrato dei bambini. Secondo gli studiosi infatti il Bilinguismo, praticato fin da bambini, sviluppa l’intelligenza e costituisce un vantaggio intellettuale non sostituibile con l’insegnamento in età scolare di una seconda lingua, ad esempio l’inglese. Nell’apprendimento bilingue entrano in gioco fattori di carattere psico- linguistico di grande portata formativa, messi in evidenza da appropriati e rigorosi studi e ricerche. Tutto ciò, soprattutto con il Bilinguismo a base etnica.
Lingua materna che significa identità, e l’Identità come lingua si fa parola e la parola si fa scrittura che chiama i sardi all’unione, non solo con il sentimento ma con l’autocoscienza:quello di appartenere alla stessa terra-madre. “Per difendere – dice Montanaru – la personalità del nostro popolo”
Un’identità mai del tutto compiuta e conclusa, ma da completare in continuum, attingendo alle peculiari risorse spirituali, morali e materiali della tradizione, purgandole delle scorie inutili o addirittura maligne: e ciò non può però significare un incantamento romantico del passato, una sterile contemplazione per ridursi e rispecchiarsi in se stessi o per chiudersi nelle riserve
Una lingua che non resta dunque immobile – come del resto l’identità di un popolo – come fosse un fossile o un bronzetto nuragico, ma si “costruisce“ e si “ricostruisce” dinamicamente nel tempo, si confronta e interagisce, entrando nel circuito della innovazione linguistica, stabilendo rapporti di interscambio con le altre lingue. Per questo concresce all’agglutinarsi della vita culturale e sociale: come già sosteneva Gramsci.
In tal modo la lingua, non è solo mezzo di comunicazione fra individui, ma è il modo di essere e di vivere di un popolo, il modo in cui tramanda la cultura, la storia, le tradizioni.
E comunque in quanto strumento di comunicazione è capace di esprimere tutto l’universo culturale, compreso il messaggio politico, scientifico, e non solo dunque – come purtroppo ancora oggi molti pensano e sostengono – contos de foghile!
Ma la posizione di Montanaru in merito alla lingua sarda emerge ancor più nella polemica che ebbe con tale Anchisi. Nel 1933 il poeta desulese pubblicò Sos cantos de sa solitudine che riscosse un buon successo. Nacque ben presto una pesante polemica con Gino Anchisi, giornalista collaboratore dell’Unione Sarda, il quale dopo aver sostenuto che, bravo com’era, Casula doveva scrivere in italiano anziché in sardo, al mancato assenso del poeta richiese il rispetto della legge che imponeva l’uso esclusivo della lingua italiana; Anchisi ottenne perciò la censura di Casula dai giornali isolani, lasciando peraltro apparire che il poeta non avesse risposto. Aveva invece risposto, sostenendo che il risveglio culturale della Sardegna poteva nascere solo dal recupero della madre lingua.
Nella replica Montanaru farà infatti, in merito al Sardo, una serie di osservazioni estremamente interessanti e in qualche modo profetiche: ricorderà infatti che “la lingua dei padri” sarebbe diventata la “lingua nazionale dei Sardi” perché “non si spegnerà mai nella nostra coscienza il convincimento che ci vuole appartenere a una etnia auctotona”. L’interesse di queste affermazioni è duplice: da una parte auspica, prevede e desidera una sorta di “lingua sarda nazionale unitaria”, dall’altra ancòra la stessa all’etnia auctotona sarda. Si tratta di posizioni, culturali, linguistiche e politiche estremamente attuali che saranno sviluppate negli anni ’70 dall’algherese Antonio Simon Mossa, il teorico dell’indipendentismo-federalismo moderno.
il manifesto
Il Fatto Quotidiano
Legge di Stabilità
Cassa in Deroga: modifiche nella Legge di Stabilità
Proroga per tutto il 2016 per la Cassa integrazione guadagni in deroga (CIGD) ma con alcune modifiche: i dettagli della Legge di Stabilità 2016.
Arriva la proroga per il 2016 alla Cassa integrazione guadagni in deroga (CIGD) così da dare modo ai nuovi ammortizzatori sociali previsti con il Jobs Act di andare a regime. È quanto prevede l’articolo 20 della bozza di Legge di Stabilità presentata dal Governo. Per la proroga per il 2016 della Cassa in deroga il Governo ha stanziato 250 milioni di euro.
=> Leggi di più sulla Riforma degli ammortizzatori sociali
Da precisare però che la manovra finanziaria introduce una parziale modifica alle regole precedentemente stabilite per questo ammortizzatore sociale con il decreto interministeriale n. 83473/2014, definendo unadurata ristretta per l’istituto. Questo significa che nel 2016 potranno essere concessi trattamenti di Cassa integrazione in derogasolo per tre mesi. Il decreto Lavoro-MEF aveva invece disposto 11 mesi per il 2014, 5 mesi per il 2015 e l’eliminazione del sussidio dal 2016.
=> Ammortizzatori sociali: novità e istruzioni INPS
Cambia anche la mobilità in deroga, che non potrà superare la durata di 4 mesi, contro i precedenti 6 mesi, più ulteriori due mesi nel caso di lavoratori residenti nelle aree svantaggiate. La durata non potrà essere ulteriormente prorogabile. Per tali lavoratori il periodo complessivo non può comunque eccedere il limite massimo di tre anni e quattro mesi.
=> Ammortizzatori sociali in deroga fino al 2016
Le regole di accesso alla CIG in deroga rimangono invece le stesse.
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Rassegna Sindacale
del 30/10/2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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