Archivi giornalieri: 12 ottobre 2015

Maternità

L’indennità di maternità compete anche alle straniere con permesso ordinario

L’indennità di maternità per lavori atipici e discontinui, benché prevista dalla norma per le sole straniere titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo (ex Carta di soggiorno), compete anche alle straniere con permesso ordinario, perché costituisce provvidenza destinata al sostentamento della persona e a garantire condizioni accettabili di vita. A stabilirlo nei giorni scorsi è stato il tribunale di Brescia, a seguito di un ricorso presentato da una donna straniera dopo essersi rivolta alla Cgil di Brescia e successivamente seguito dagli avvocati dell’Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione.

“Ciò in quanto – si legge in comunicato congiunto della Camera del Lavoro di Brescia e dell’Asgi Lombardia – la limitazione prevista dalla legge è in contrasto con gli artt. 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e 21 della Carta dei diritti dell’uomo. Il mancato riconoscimento di detta indennità, espressamente motivato con la assenza del permesso di lungo periodo, costituisce quindi discriminazione da parte dell’Inps”.

Per questa indennità, l’art. 75 Dlgs 151/01 prevede il requisito della cittadinanza italiana o comunitaria e, per cittadini di paesi extra UE, la titolarità del permesso di lungo periodo. Questo orientamento, però, è stato ribaltato dal Tribunale di Brescia che,  sulla scorta di precedenti della Corte Costituzionale relativi alle prestazioni di invalidità per gli stranieri, ha precisato come la prestazione in questione vada ricondotta nell’ambito delle prestazioni volte a garantire condizioni di vita accettabili e che come tale sia soggetta al divieto di discriminazione per nazionalità.

“Si tratta di una delle prime sentenze in tal senso – precisano la Camera del Lavoro di Brescia e l’Asgi Lombardia. Per il Tribunale di Brescia il diritto all’indennità deriva dalle predette norme di diritto (rispettivamente) internazionale e comunitario, le quali, in materia di sicurezza sociale, hanno applicazione diretta nei rapporti verticali con conseguente garanzia della parità di trattamento tra cittadini e stranieri e conseguente disapplicazione delle norme nazionali contrastanti. Quella del tribunale di Brescia rappresenta una sentenza importante che, ancora una volta, ribadisce la necessità di parità di trattamento per i lavoratori e le lavoratirici italiani e stranieri”.